giornale di sicilia
pubblica amministrazione
Da domani l'identità digitale sarà disponibile soltanto con Spid, Cie e Cns
Arriva il grande "sw i t c h"per l'accesso ai servizi pubblici. Da domani grande "sw i t c h" nei
servizi della Pubblica Amministrazione.
Fisco, Inps, Inail, Amministrazioni Pubbliche, Comuni sopra i 5.000 abitanti. Come
previsto dal decreto «semplificazione e innovazioni digitali» del
luglio 2020 poi convertito in legge a settembre, scadono le vecchie credenziali e si potrà avere
accesso ai servizi pubblici on line
solo attraverso Spid ((Sistema
Scadono vecchi pin
e altri identificativi creati
ad hoc dalle amministrazioni
pubblico di identità digitale), Cie
(Carta d'identità elettronica) o la
Cns (Carta nazionale dei servizi).
Lo "sw i t c h" era già annunciato da
tempo e non è stato prorogato,
per cui ora le nuove chiavi di accesso diventano obbligatorie per
agire con le diverse pubbliche
amministrazioni. Insomma addio a pin e altri identificativi creati ad hoc dalle singole amministrazioni, la più famosa Fisconline creata dall'Agenzia delle Entrate, che in questi anni ha reso
possibile presentare le dichiarazioni dei redditi e interagire con il
F i s co.
Chi fino ad adesso non ha
provveduto a passare alle nuove
identità digitali - peraltro attive
già dallo scorso primo marzo -
dovrà affrettarsi a farlo, pena
l'impossibilità di esercitare i propri diritti e agire per i propri interessi nei confronti della P.A.
Una vera Rivoluzione che, se da
un lato rischia di creare dei cittadini di serie A e dei cittadini di serie B, dovrebbe rivelarsi un vantaggio in termini di comodità per
il cittadino e, al tempo stesso, per
le amministrazioni che non dovranno più farsi carico di gestire
sistemi di rilascio e gestione delle
credenziali di accesso, risparmiando tempo e risorse.
Resta il problema dei soggetti
che non sono molto amici del
computer, come ad esempio le
persone più anziane. Il tema è
stato avanzato dai sindacati dei
pensionati, e risolto permettendo
ai figli e nipoti di sostituirsi al parente, come peraltro già succede
normalmente per gli altri, delegando un professionista che usa
le credenziali del cliente per agire
a suo nome e per conto di lui.
Al momento il grande "sw i t c h"
non riguarderà tutti. Mantengono, infatti, i vecchi sistemi, i Comuni sotto i 5.000 abitanti - che
possono proseguire a dialogare
realmente con i propri cittadini
fino alla fine dell'emergenza pandemica e salvo ulteriori proroghe
- e per i professionisti e le imprese
che mantengono le vecchie credenziali. Per queste ultime categorie non è stato ancora deciso
quando si passerà a Spid, Cie o
Cns, ma lo switch avverrà anche
per loro.
Dopo il fallimento di Girgenti Acque
acqua pubblica
Colpo di scena nella vicenda legata
alla costituzione dell'Aica, la nuova azienda consortile pubblica costituita dai comuni agrigentini per
la gestione del servizio idrico integrato nell'Agrigentino, che ha rilevato la gestione della Girgenti Acque.
Il ministero dell'Economia e finanza ha bloccato il maxiprestito
da 10 milioni di euro deciso dalla
Regione per sostenere gli sforzi di
Aica nella corretta gestione del servizio idrico. Secondo il ministero la
norma voluta dal governo guidato
da Nello Musumeci è incostituzionale.
Adesso è corsa contro il tempo
per evitare l'emergenza idrica e anche per pagare gli stipendi al personale.
Mentre i Comuni continuano a
stentare ad approvare il «prestito»
disposto dalla Regione per Aica
con il fondo per le autonomie (10
milioni di euro suddivisi tra i 32
enti che compongono la Consortile che i Municipi di fatto anticiperanno alla società in attesa e nella
speranza che vengano rimborsati),
è lo Stato a sancire uno «stop» alla
soluzione individuata dal governo
re g i o n a l e .
Secondo il Mef, infatti, l'art icolo
che consentiva l'utilizzo di quelle
somme sarebbe in contrasto con
l'articolo 117 della Costituzione.
«La predetta erogazione - scrivono
dal Governo nazionale - si configura come un'operazione finanziaria
e non come un trasferimento corrente, diversamente da quanto risultate dalle tabelle allegate alla
legge: pertanto, si richiede l'impegno della Regione a modificare con
la legge regionale tali tabelle, riclassificando correttamente le risorse in esame».
Bisogna adesso trovare una soluzione alternativa, per garantire i
servizi e per pagare gli stipendi ai
dipendent i.
Per il governo regionale del presidente Nello Musumeci ha preso
posizione l'assessore agli Enti locali, Marco Zambuto, che è di agrigento. Afferma: «Il governo della
Regione e il Parlamento regionale
si sono impegnati a favore del territorio agrigentino per la continuità dell'erogazione del servizio idrico integrato. Sappiano tutti, cittadini e sindaci, che abbiamo risposto alle osservazioni del ministero
all'Economia e alle Finanze, e ci
muoveremo di conseguenza per,
come abbiamo fatto finora, garantire l'avvio della nuova società assicurando un servizio essenziale
alla comunità. Fanno soltanto sorridere coloro i quali nel caso in cui
le cose vadano bene, il merito è di
tutti. Nel caso vi fosse qualche problema, allora la responsabilità è
sempre di altri».
«Noi - conclude l'assessore regionale alle Autonomie locali - ci
siamo sempre a governare la complessità dei problemi e garantire i
servizi ai cittadini». ( * PA P I * )
I commissari di San Biagio con il prefetto
«Le sue considerazioni sono pertinenti e calzanti rispetto alle dinamiche riscontrate» «Quando il prefetto riferisce di modelli positivi da seguire che mancano, parla non di tutti gli amministratori locali ma solo ed esclusivamente della politica senza etica ed è
questa che affonda i bilanci dei Comuni, che ha interesse a mantenere
lo status quo, anche con accordi
non leciti con chi persegue il profitto personale a discapito dell'interesse generale, tollera l'eva s i o n e
delle tasse per non scontentare i cittadini che andranno al voto. Il prefetto dimostra, inoltre, non solo di
avere le idee chiare sul fenomeno
mafioso e sulle perniciose infiltrazioni nei gangli vitali delle amministrazioni locali, ma dimostra, soprattutto, di avere coraggio
nell'esprimere giudizi e valutazioni, frutto di analisi approfondite e di
conoscenza degli accadimenti
nell'ambito provinciale, di sua competenza». A prendere posizione rispetto alle critiche rivolte al prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, e alle sue analisi confluite nella
relazione della Dia, è stata ieri la
commissione straordinaria del Comune di San Biagio Platani. Per i
commissari di San Biagio, in servizio da 3 anni dopo uno scioglimento per mafia del consiglio comunale, preceduto da 49 arresti, tra cui il
sindaco in carica, le affermazioni
del prefetto risultano «Quanto mai
pertinenti e calzanti rispetto alle dinamiche riscontrate nel Comune di
San Biagio». I commissari straordinari di San Biagio Platani - che il 10
ottobre andrà alle urne - si chiedono piuttosto «Quali e quanti sono i
Comuni siciliani, calabresi o campani virtuosi, con i bilanci in ordine
e i servizi essenziali garantiti ai cittadini? E quanti Comuni siciliani,
calabresi e campani risultano sciolti
per mafia negli ultimi 20 anni? Non
certamente pochi. Anzi alcuni Comuni sono stati sciolti ripetutamente», hanno evidenziato. «In
questi Comuni - aggiungono - vi
erano modelli positivi da seguire?
Certamente no. Basta questo mero
dato statistico per considerare realistico quanto sostenuto dal prefetto. E allora? Di cosa ci si stupisce?
Certo ci saranno amministratori di
enti locali agrigentini che avranno
operato bene e nell'interesse di tutti
ma questi perché dovrebbero sentirsi disturbati dalle parole del prefetto? Possono continuare a fare il
loro dovere e a seguire modelli positivi come hanno fatto. Perseverino
a contrastare i tentativi di condizionamento esterno e ad operare - concludono i commissari - sia nell'osservanza dei propri obblighi morali
che nel rispetto dei principi che sovrintendono alla buona amministrazione». ( *C R*