1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu fondo pagina di navigazione
/ Rassegna stampa » 2021 » Dicembre » 16 » rassegna stampa del 16 dicembre 2021
 

rassegna stampa del 16 dicembre 2021

gds.it
Ex Province, l'Ars rinvia di nuovo il voto e il governo viene battuto in aula

Indette appena un paio di settimane fa, le elezioni nelle ex Province sono state bloccate dall'Ars. Un fronte trasversale che mette insieme Pd, grillini, Lega, Mpa e Forza Italia ha rinviato al 2022 il voto. Ma l'esito della giornata parlamentare è un segnale per Musumeci che ha provato a impedire lo stop e invece ha dovuto subire le scelte di alleati e opposizione.
Al voto all'Ars c'era la leggina che stoppa le elezioni di secondo livello (in cui si esprimono solo sindaci e consiglieri comunali) fissate per il 22 gennaio in Liberi Consorzi e Città metropolitane. Dietro la volontà di impedire l'elezione dei vertici c'è anche il tentativo di tornare all'elezione diretta, con voto popolare, sfruttando una recente sentenza della Consulta che «piccona» la riforma voluta da Renzi e Crocetta nella scorsa legislatura.

giornale di sicilia


Chiusa al transito veicolare la strada provinciale 47 Sant'Anna -Caltabellotta - Villafranca Sicula per il cedimento del manto stradale.

L'ordinanza dell'i ngegnere Michelangelo Di Carlo, dirigente del settore Infrastrutture stradali, prevede la chiusura totale del tratto dal chilometro 6+940 al 7+380, fino a quando cesserà questa necessità. Identificati i percorsi alternativi: i veicoli con peso inferiore a 3,5 tonnellate provenienti da Burgio o Caltabellotta e diretti a Lucca Sicula e viceversa procederanno attraversando il centro abitato di Villafranca Sicula su via Vittorio Emanuele. I mezzi pesanti provenienti da Caltabellotta ediretti verso Lucca Sicula saranno deviati, al km 6+650, verso il comune di Burgio, per ricongiungersi con la Ss 386 per Lucca Sicula e viceversa. Una situazione di disagio, dunque, che riguarda questi comuni agrigentini nei quali, fino a pochi giorni fa, le ultime ondate di maltempo hanno causato particolari danni soprattutto alle strade di collegamento e alla viabilità rurale. È stata quella di Caltabellotta l'ultima delibera adottata dalla giunta municipale con richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale in particolare peri danni subiti alle strade di campagna. Ribera è ancora alle presecon una situazione particolarmente complessa per il cedimento della strada in località Mancusi con conseguenti disagi per tutti coloro che si recano in un vasto comprensorio agricolo sia per la raccolta delle olive, non ancora completata, che per quella delle arance, che è stata avviata. Il sindaco di Burgio, Franco Matinella, ha fatto intervenire un mezzo per liberare alcune strade rurali e consentire il passaggio dei mezzi agricoli. Insomma, la situazione lasciata dalle piogge è estremamente critica e adesso si aggiunge questocedimento del manto stradale che ha reso necessario il provvedimento da parte del Libero Consorzio di Agrigento con maggiore passaggio di mezzi nelle zone centrali dei comuni interessati. (*GP*)

No dell'Ars a Musumeci, niente voto nelle Province

Indette appena un paio di settimanefa, le elezioni nelle ex Province sonostate bloccate dall'Ars ieri. Un frontetrasversale che mette insieme Pd, grillini, Lega, Mpa e Forza Italia ha rinviato al 2022 il voto. Ma l'esito della giornata parlamentare è un segnale perMusumeci che ha provato a impedirelo stop e invece ha dovuto subire lescelte di alleati e opposizione.Al voto all'Ars c'era la leggina chestoppa le elezioni di secondo livello(in cui si esprimono solo sindaci econsiglieri comunali) fissate per il 22gennaio in Liberi Consorzi e Città metropolitane. Dietro la volontà di impedire l'elezione dei vertici c'è anche iltentativo di tornare all'elezione diretta, con voto popolare, sfruttando unarecente sentenza della Consulta che«piccona» la riforma voluta da Renzi eCrocetta nella scorsa legislatura.E tuttavia Musumeci avrebbe voluto che le elezioni non venissero fermate. E ciò malgrado da sempre sia favorevole a un ritorno al voto popolare. Così si sono espressi all'Ars gli assessori Falcone e Cordaro e questo hachiesto il capogruppo di DiventeràBellissima, Alessandro Aricò. Invece èpassata la proposta della grillina Gianina Ciancio sostenuta pure da Pd,Mpa, Lega e Forza Italia: un rinvio inuna data da fissare entro agosto 2022 enell'attesa l'insediamento dell'assem -blea di tutti i sindaci con funzioni dicontrollo dell'ente. È una specie di primo passo di controriforma. «L'inse -diamento delle assemblee dei sindaci,nelle more della riforma necessaria alla luce della recente sentenza dellaCorte Costituzionale, - commentaGiuseppe Lupo del Pd - consentirà aiprimi cittadini la partecipazione diretta al governo delle ex Province».Nel voto il segretario Pd, AnthonyBarbagallo, vede la crisi del centrodestra: «È una bocciatura per Musumeci.Prenda atto che la sua coalizione nonlo sostiene». Ma Aricò ha sottolineatoche «sono stati Pd e grillini a volerel'abolizione delle Province e ora ammettono l'errore. Noi volevamo solotogliere i commissari e insediare gliorgani previsti da una riforma a cui cisiamo sempre opposti perché ha lasciato strade e scuole in abbandono».Intanto l'assessorato alla Famiglia,guidato da Antonio Scavone, ha firmato gli atti che permettono di assumere (in qualche caso di riassumeredopo la sospensione) 12 figli o parentidi vittime di mafia rimasti fuori dallaRegione per via di un complicato incastro di vecchie norme. L'Ars martedìha varato una legge che sana la loroposizione e subito l'assessorato ha richiamato i 12 «nuovi» dipendenti.Gia. Pi

Agrigentonotizie

Cronaca Caltabellotta
Cede il manto stradale, chiusa la sp 47 per Villafranca Sicula

La decisione è stata presa dal Libero consorzio dopo aver accertato le condizioni di intransitabilità della sede stradale
Cede il manto stradale, chiusa al transito veicolare la Provinciale 47 S.Anna, Caltabellotta, Villafranca Sicula. A disporlo con apposita ordinanza è il dirigente del settore Infrastrutture stradali. Il tratto interessato è quello che andrà dal chilometro 6 + 940 al chilometro 7 + 380, che sarà totalmente chiuso fino a cessato bisogno.
I veicoli con peso inferiore alle 3,5 tonnellate e provenienti da Burgio o Caltabellotta e diretti a Lucca Sicula, potranno procedere attraversando il centro abitato di Villafranca Sicula su via Vittorio Emanuele.  I mezzi pesanti provenienti da Caltabellotta e diretti verso Lucca Sicula saranno deviati, al km 6+650, verso il comune di Burgio, per ricongiungersi con la statale 386 per Lucca Sicula e viceversa.

Nuovosud

Cede il manto stradale, chiusa la Provinciale 47 nell'Agrigentino

Chiusa al transito veicolare la strada provinciale 47 Sant'Anna - Caltabellotta - Villafranca Sicula per il cedimento del manto stradale. Lo rende noto il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, che ha disposto la chiusura totale del tratto dal Km. 6+940 al km 7+380, fino a cessato bisogno.
Identificati i percorsi alternativi: I veicoli con peso inferiore a 3,5 tonnellate provenienti da Burgio o Caltabellotta e diretti a Lucca Sicula e viceversa procederanno attraversando il centro abitato di Villafranca Sicula su via Vittorio Emanuele. I mezzi pesanti provenienti da Caltabellotta e diretti verso Lucca Sicula saranno deviati, al km 6+650, verso il comune di Burgio, per ricongiungersi con la SS 386 per Lucca Sicula e viceversa.

Gds.it

Sciacca, intesa sui lavori di via Lido: se ne occuperà il Comune

di Giuseppe Pantano
Una parte del costone compreso tra la via Allende e la via Lido, a Sciacca
Sarà il Comune di Sciacca e non il Genio civile ad intervenire per la stabilizzazione del costone di via Lido, una tra le zone della città nelle quali è più elevato il rischio idrogeologico.
Il vertice
Ieri mattina si è svolto un vertice al Genio civile di Agrigento. Il Comune impiegherà 500 mila euro della Protezione Civile. I tempi per intervenire dovrebbero essere molto rapidi, si parla di uno o due mesi. «Vogliamo intervenire con la massima celerità - dice l'assessore comunale ai Lavori pubblici, Roberto Lo Cicero - e faremo tutto il possibile per abbreviare i tempi».
Le risorse
In queste ore si valuta se le risorse sono sufficienti per un intervento complessivo che è quello che vuole effettuare il Comune, non limitandosi alla zona più vicina alla via Amendola, nella quale, in occasione dell'alluvione del 10 e 11 novembre scorso, si sono rilevate le maggiori criticità. La zona compresa tra via Allende e via Lido è tutta da tenere sotto esame, da palazzo di città si vuole procedere in questa direzione.
Il bypass
Il Comune di Sciacca farà eseguire i lavori anche per la realizzazione di un bypass nella via Lido, per consentire la riapertura al transito della strada, e un ulteriore intervento per la messa in sicurezza del ponte di via Ovidio che permetterà anche di eliminare le transenne che da tempo sono state collocate. Questi interventi fanno parte dei quattro di somma urgenza che comprendono la messa in sicurezza dei ponticelli di via Pompei e viale Siena per i quali i lavori sono in corso da questa mattina.
La spesa
La spesa necessaria per i quattro interventi si aggira fra i 30 ed i 40 mila euro che saranno anticipati dall'ente, ma che, visto che si tratta di somma urgenza, con un passaggio già effettuato attraverso il Coc, il Comune punta a farsi rimborsare dalla Protezione civile. Il Comune di Sciacca ha già impegnato circa 150 mila euro per i primi interventi eseguiti a seguito dell'alluvione del 10 e 11 novembre scorso e previsto in bilancio 100 mila euro (la giunta ha già adottato la deliebra ma si attende il sì del commissario che sostituisce il consiglio). I 100 mila euro saranno prelevati dall'imposta di soggiorno.
Il sopralluogo
Nei giorni scorsi è stato effettuato a Sciacca anche un sopralluogo della Protezione civile nazionale con i tecnici arrivati da Roma che, unitamente all'ingegnere Maurizio Costa, del dipartimento regionale sono stati nelle zone più colpite dall'alluvione del 10 e 11 novembre. Accompagnati dal dirigente del settore Lavori pubblici del Comune, Salvatore Gioia e dall'assessore comunale Roberto Lo Cicero, i tecnici hanno raccolto elementi per le decisioni che verranno assunte nei prossimi giorni.
Via Ghezzi
La via Ghezzi è una delle strade di accesso alla città dove si sono verificati smottamenti e dove, dallo scorso mese di giugno, la recinzione di un ponte danneggiato a causa di un incidente mortale obbliga gli automobilisti al senso unico alternato. Sempre in via Ghezzi a breve si interverrà per il ripristino delle protezione del pone. Intanto, continua a rimanere chiusa al transito via delle Begonie dove si è registrato un guasto alla rete idrica.
La strada riaperta
Intanto, sul fronte del maltempo dal Libero consorzio è giunta la notizia che è stata riaperta al transito la provinciale1 in località contrada Fondacazzo, chiusa lo scorso 10 dicembre, in seguito alla caduta di un grosso masso proveniente dal costone di proprietà privata che sovrastava la stessa strada. Nei giorni scorsi è stata verificata la stabilità del costone e sono state eliminate le condizioni di pericolo.

GRANDANGOLO

Cede il manto stradale, chiusa strada provinciale Caltabellotta-Villafranca
Chiusura totale del tratto dal Km. 6+940 al km 7+380, fino a cessato bisogno
di Redazione
Chiusa  al transito veicolare la S.P. n. 47  S.Anna - Caltabellotta - Villafranca Sicula per il cedimento del manto stradale. L'ordinanza dell'Ing. Di Carlo, dirigente del settore Infrastrutture stradali, prevede la chiusura totale del tratto dal Km. 6+940 al km 7+380, fino a cessato bisogno.
Identificati i percorsi alternativi: I veicoli con peso inferiore a 3,5 t provenienti da Burgio o Caltabellotta e diretti a Lucca Sicula e viceversa procederanno attraversando il centro abitato di Villafranca Sicula su via Vittorio Emanuele. I mezzi pesanti provenienti da Caltabellotta e diretti verso Lucca Sicula saranno deviati, al km 6+650, verso il comune di Burgio, per ricongiungersi con la SS 386 per Lucca Sicula e viceversa.

QDS

Qualità della vita: un disastro tutto siciliano tra economia ferma al palo e servizi scadenti
Paola Giordano

Dopo ItaliaOggi, anche Il Sole 24 Ore condanna l'Isola senza appello. I modelli europei sembrano lontanissimi
Anche per quest'anno non si cambia: "Stessa spiaggia, stesso mare" e... solita figuraccia sul fronte della vivibilità. A distanza di circa un mese dalla sonora bocciatura delle siciliane nell'indagine di ItaliaOggi (che abbiamo analizzato lo scorso 18 novembre), anche la 32^ edizione della classifica delle province più vivibili realizzata dal Sole 24 Ore relega quelle dell'Isola tra le peggiori province in termini di vivibilità. Di fronte ai cumuli di rifiuti che "arredano" le strade di tantissimi Comuni siciliani, alle gincane che si è costretti ad affrontare percorrendo le vie urbane o alla scarsa illuminazione di molti quartieri periferici - per citare problemi che sono sotto gli occhi di tutti e che il Quotidiano di Sicilia non si stanca di denunciare da anni - anche i più scettici nei confronti delle classifiche sulla qualità della vita potrebbero sventolare bandiera bianca. Delle due l'una: o è in atto da decenni un complotto contro le (ex) Province dell'Isola o in esse non si vive bene.
Esaminiamo alcuni dei 90 indicatori - suddivisi nelle sei macro categorie "Ricchezza e consumi", "Affari e lavoro", "Ambiente e servizi", "Demografia, società e salute", "Giustizia e sicurezza" e "Cultura e tempo libero" - utilizzati dal noto quotidiano economico per stilare la classifica generale. Quello della "munnizza" si conferma il tallone d'Achille delle città siciliane: i tre capoluoghi metropolitani sono lontani anni luce dalla percentuale media nazionale di raccolta differenziata che si attesta al 59 per cento. Messina è al 23 per cento, Palermo non supera il 20 e Catania si ferma appena al 9, conquistando la posizione più bassa della graduatoria. Anche il Comune aretuseo (42 per cento) e quello nisseno (44 per cento) restano al di sotto della media nazionale, mentre Enna la eguaglia. Bene Trapani (64 per cento), Ragusa (70 per cento) e Agrigento (72 per cento) che, nonostante i risultati, non rientrano nella top ten, fermandosi rispettivamente al 54°, al 35° e al 21° posto.
Pessima invece per tutte è la performance registrata nella "Spesa delle famiglie", dove la meno peggio è la provincia etnea (alla 78^ posizione), con poco meno di 1.850 euro annui mediamente utilizzati per l'acquisto di beni durevoli, e la peggiore è Enna (106^), con 1.482 euro. Tra le ultime dieci posizioni ci sono ben cinque province siciliane: oltre quella ennese, si piazzano sul fondo del barile anche Agrigento (105^), Caltanissetta (103^), Messina (99^) e Trapani (98^).
Veniamo infine alle start up innovative, cioè quelle aziende, di solito di piccole dimensioni, che si lanciano sul mercato sull'onda di un'idea all'avanguardia. Se la media nazionale si attesta all'incirca a sette start up ogni 1.000 società di capitale, Caltanissetta, Palermo ed Enna superano il dato medio italiano, insieme a Catania che lo oltrepassa di pochissimo (6,88 contro il 6,83 nazionale). Pessimi invece i dati di Siracusa, Trapani e Agrigento che registrano cifre pari a meno della metà del risultato italiano.
Questi sono solo alcuni esempi che confermano quello che da anni è sotto gli occhi dei siciliani: la Sicilia non è ancora un'Isola vivibile.
Numerose lacune sul fronte cultura, i cittadini si informano troppo poco
Pessimi i dati sulla diffusione media di quotidiani, mensili e settimanali ogni cento abitanti. Un settore che da solo potrebbe risollevare la deficitaria economia locale
PALERMO - Nonostante - per il patrimonio culturale che ha la fortuna di possedere - avrebbe tutte le carte in regola per campare di questo, neanche sul fronte "Cultura e tempo libero" la Sicilia riesce a eccellere. Eppure le basterebbe mettere a profitto le ricchezze che madre natura da un lato e gli uomini che nei secoli l'hanno abitata dall'altro le hanno donato.
Per trovare la prima siciliana bisogna invece scorrere fino alla 66^ posizione, conquistata da Siracusa che registra una discreta performance, risalendo di 33 posti. La peggiore si rivela Trapani che scivola di otto posti e si piazza alla 103^ posizione. Le altre si trovano spalmate in mezzo, tutte con qualche posizione in più rispetto all'anno precedente ma tutte nella parte bassa della classifica.
Se nell'Isola di cultura se ne "mangia" poca, di lettura i siciliani ne mangiano ancora meno. I dati relativi alla diffusione media di quotidiani, mensili e settimanali ogni 100 abitanti sono infatti allarmanti: a fronte di una media nazionale di 16 cittadini su 100 che sfogliano abitualmente un giornale, nessuna delle nostre province sta al passo con tale dato. Enna, prima tra le siciliane, è 82^ con un indice di 8,42 su 100, mentre Caltanissetta con i suoi appena 4 abitanti su 100 è ultima tra le ultime. Insomma: oltre a non essere tanto vivibile, la Sicilia non è neanche una terra "informata".
Gender gap preoccupante su lavoro e retribuzione
Tantissima strada da fare sul fronte della parità uomo-donna. Scarsa presenza in rosa in ambito amministrativo
La Sicilia non è ancora un'Isola per donne: sulla parità di genere abbiamo ancora tanta, tantissima strada da fare.
Lo conferma anche la classifica dedicata alla "Qualità della vita delle donne", costruita sulla base di dodici parametri, tra cui gap retributivo, gap occupazionale, presenza in ruoli di potere in ambito amministrativo e imprenditoriale, sport. I punteggi ottenuti dalle province isolane sono imbarazzanti: Caltanissetta è addirittura ultima a livello nazionale, mentre Trapani - prima tra le siciliane - è solo 81^.
A penalizzarci sono soprattutto i risultati che riguardano l'occupazione e la retribuzione femminile: Siracusa è ad esempio la provincia in cui i compensi delle donne sono, in media, quasi la metà (45,1 per cento) di quelli maschili, mentre Caltanissetta registra il peggior gap rispetto al tasso di occupazione maschile.

SICILIA24H

Smart Working: secondo una ricerca uno su tre ha paura di tornare al lavoro

Redazione
Un lavoratore su tre ha il terrore di tornare al lavoro in presenza. In testa i lavoratori della PA (il 39% degli intervistati teme il ritorno in sede), seguono i dirigenti pubblici (professori, consiglieri, segretari, magistrati, ecc.) (32%), solo terzi i dipendenti privati (27%). Più paurosi quelli delle multinazionali ((il 26% preferisce lo smart working) mentre i dipendenti delle PMI hanno più coraggio. I più coraggiosi in assoluto sono i lavoratori autonomi, ovvero artigiani e commercianti, anche perché molti di loro non si sono mai fermati. Poliziotti e carabinieri sono anch'essi tra coloro che hanno più coraggio. Lo certifica una ricerca del magazine di adv e marketing Spot and Web (https://www.spotandweb.it/news/840344/smart-working-uno-su-tre-ha-paura-di-tornare-al-lavoro-in-presenza.html), basata su test a risposta multipla e realizzata su un campione di 745 lavoratori di ambo i sessi di diversi settori, di età compresa tra i 21 e 65 anni.
Tra i motivi della paura, al primo posto svetta "è rischioso per via dell'aumento dei casi" (74% degli intervistati); "i trasporti non sono sicuri" (61%); il luogo di lavoro non è sicuro (55%); "produco piu da casa" (48%); "è semplicemente una scusa perché temono che a casa si produca di meno" (41%); "i miei figli si sono abituati a vedermi piu spesso" (33%); "pensare di tornare in ufficio non mi fa dormire la notte" (21%); "i miei colleghi sono No vax" (12%).
Più coraggiose le donne, il 75% della quali non nutre timori nei confronti di un ritorno alla normale routine lavorativa; tra gli uomini, invece, la fetta di chi non ha paura rappresenta il 67% degli intervistati.
I single hanno più voglia di tornare a lavorare: l'80% non ha alcun problema a tornare in ufficio. È comprensibile che chi si è abituato a stare a casa con famiglia e figli sia più restio ad abbandonare questa quotidianità.
In testa tra chi si è stufato dello smart working i giovani tra i 25 e i 30 anni (84%), seguono i 30-40 anni (77%), poi i 50-60 anni (68%).
Sull'argomento, interviene anche la dott.ssa Samantha Vitali, psicologa, psicoterapeuta collaboratrice L.I.D.A.P. (Lega Italiana d'Attacchi di Panico) e docente al MAPS di Milano: "Da 2 anni la modalità lavorativa è cambiata e se all'inizio abbiamo faticato ad adattarci al mondo virtuale, ora che ci siamo abituati, la difficoltà sta nel tornare indietro. Abbiamo elaborato il lutto di un mondo apparentemente perduto e oggi che ne siamo fuori, non abbiamo più voglia di mettere nuovamente in discussione il nostro modo di vivere. È stato riscoperto un tempo più conciliabile con altri aspetti importanti della vita. Qualcuno ha avuto modo di riflettere su quale fosse veramente la propria strada lavorativa, altri hanno ottimizzato le risorse limitando gli spostamenti e virando tutto sull'online. Oggi, con meno allerta, le aziende cercano d'invertire la rotta e far tornare i propri dipendenti e collaboratori in presenza, con la consapevolezza, che sarà una sfida tutt'altro che facile!". La dott.ssa Vitali ha elaborato 8 regole per come affrontare al meglio questo momento di ex-nova ripartenza:
Programmare una nuova mappa mentale del quotidiano che comprenda una routine aggiornata rispetto agli orari d'ufficio unitamente agli spostamenti per raggiungere i luoghi di lavoro.
Ricominciare gradualmente. L'adattamento ha bisogno di tempo. All'inizio integrare lo smart working insieme a giornate in presenza.
Accogliere le sensazioni di fatica e disagio, in quanto fenomeno transitorio, tipico dei processi di cambiamento.
Prevedere esercizi di respirazione diaframmatica (come mindfulness e yoga), in caso di nervosismo o agitazione, per favorire il rilassamento e stimolare la concentrazione.
Restare nel "qui ed ora". Per contrastare le sensazioni legate all'ansia, immaginare di affrontare le cose un giorno alla volta, rimanendo nel presente.
Riscoprire gli aspetti positivi, dell'interazione in presenza con i colleghi, piuttosto che focalizzarsi su quelli negativi.  Siamo animali sociali non dimentichiamolo, dal rispecchiamento con gli altri traiamo la nostra forza.
Tornare a fare squadra. Benché stare con sé stessi a volte abbia i suoi vantaggi, il "sentirsi parte di qualcosa di più grande" aumenta le sensazioni di autoefficacia contribuendo al raggiungimento degli obiettivi, ma può aver luogo solo da una partecipazione attiva alla vita di gruppo.
Se il disagio dovesse continuare, vi è sempre la possibilità di iniziare una terapia di supporto e assistenza psicologica. Molte aziende stanno introducendo lo psicologo aziendale per affiancare i propri dipendenti.

CANICATTIWEB

Cede il manto stradale, chiusa strada provinciale Caltabellotta-Villafranca

Scritto da Redazione Canicatti Web Notizie
Chiusa  al transito veicolare la S.P. n. 47  S.Anna - Caltabellotta - Villafranca Sicula per il cedimento del manto stradale. L'ordinanza dell'Ing. Di Carlo, dirigente del settore Infrastrutture stradali, prevede la chiusura totale del tratto dal Km. 6+940 al km 7+380, fino a cessato bisogno.
Identificati i percorsi alternativi: I veicoli con peso inferiore a 3,5 t provenienti da Burgio o Caltabellotta e diretti a Lucca Sicula e viceversa procederanno attraversando il centro abitato di Villafranca Sicula su via Vittorio Emanuele. I mezzi pesanti provenienti da Caltabellotta e diretti verso Lucca Sicula saranno deviati, al km 6+650, verso il comune di Burgio, per ricongiungersi con la SS 386 per Lucca Sicula e viceversa.

LIVESICILIA

Ex Province, Pd e M5s esultano: "Maggioranza sfaldata"
Diventerà bellissima: "Approvata una norma insensata"

ARS
di Redazione
PALERMO - Opposizioni all'attacco all'Ars dopo il rinvio del voto sulle ex Province. "Il ddl sulle Province che è stato approvato oggi,  con il parere contrario del governo e dopo l'intervento accorato del capogruppo e dei componenti dello stesso gruppo parlamentare del presidente della Regione, mostra  chiaramente che il presidente non ha più una maggioranza, anzi è meglio dire che non può più contare sulla maggioranza con la quale si è presentato ai siciliani", afferma il segretario regionale del Pd Sicilia Anthony Barbagallo intervenendo in aula subito dopo il voto al disegno di legge sul 'Rinvio  delle elezioni degli enti di area vasta'. "Musumeci pare abbia dimenticato che la riforma delle province era un punto cruciale del suo  programma. - ha aggiunto Barbagallo -  Stasera, con il parere contrario del governo e l'intervento del capogruppo di Diventerà bellissima, abbiamo assistito allo sfaldamento della maggioranza.  Sulle province - ha aggiunto - abbiamo assistito all'ennesima 'debacle' del governo regionale  dopo quelle di altre riforme fondamentali  quali sono quelle dei rifiuti e dell'idrico. Il presidente Musumeci prenda atto del fallimento - ha concluso - e rassegni le dimissioni liberando la Sicilia ed i siciliani dal governo più inconcludente della storia regionale".
Esulta anche il capogruppo dem, Giuseppe Lupo, per l'ok al suo emendamento che prevede di insediare entro 30 giorni dall'entrata in vigore della nuova legge le assemblee dei Liberi consorzi e le conferenze metropolitane di cui sono componenti tutti i sindaci facenti parte delle nove circoscrizioni provinciali. "L'insediamento delle assemblee dei sindaci, nelle more della riforma resasi necessaria alla luce della recente sentenza della corte costituzionale, - commenta Lupo - consentirà ai primi cittadini la partecipazione diretta al governo delle ex province".
"Musumeci sempre più solo, plastica immagine di un governo ormai allo sbando".  È questo  il  commento del M5S. "Musumeci, anche oggi assente in Aula - afferma il capogruppo Giovanni Di Caro - ha continuato a rinviare per quattro anni le elezioni  e adesso tenta di far passare la narrazione secondo la quale avrebbe voluto far votare i liberi Consorzi. Abbiamo visto che non è così, perché non ha nemmeno la maggioranza e l'episodio di oggi ne è una rappresentazione plastica. Una sola componente politica all'interno della stessa maggioranza si è dimostrata coerente con la linea del governo, mentre il resto della maggioranza oggi ha votato a favore del rinvio. Abbiamo cercato di correggere in corso d'opera il rinvio delle elezioni tour court, che così non avrebbe avuto senso. Dai capigruppo si è capito che la linea del governo è totalmente divergente dalla maggioranza".
E'  passato l'emendamento, proposto dalla deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Gianina Ciancio, che introduce una novità  nell'assetto dei Liberi Consorzi e delle Città metropolitane nell'attesa delle elezioni, non oltre agosto 2022. "La soluzione, individuata e condivisa dalle altre forze politiche - spiega Ciancio - prevede che il controllo e l'indirizzo politico degli enti di area vasta passino ai sindaci, che dovranno costituire le Assemblee dei liberi consorzi e le Conferenze metropolitane, dotandosi di un regolamento provvisorio per il loro funzionamento, ad esempio le maggioranze per le deliberazioni. Assemblee e Conferenze dovranno insediarsi entro trenta giorni dall'approvazione della legge. Si concluderà quindi la lunga stagione dei commissari che hanno gestito in toto questi enti. Si tratta chiaramente di un regime transitorio - commenta Ciancio - ma che copre un vuoto lasciato dal governo, finora incapace di proporre una soluzione mediata con la maggioranza".
"La norma sulle ex Province approvata all'Ars è insensata e penalizzerà ancora di più la gestione del territorio. Per questo motivo Diventerà bellissima si è astenuta". Lo afferma Alessandro Aricò, capogruppo di Db.
"Oggi in aula abbiamo chiesto e ottenuto il rinvio delle elezioni di secondo livello e tracciato la strada che auspicabilmente potrebbe portare, attraverso un disegno di legge su cui lavoreremo nelle prossime settimane, al ripristino delle elezioni dirette dei rappresentanti delle province. Questo garantirebbe maggiore rappresentatività ai territori, specialmente a quelle porzioni che attualmente soffrono per la condizione di abbandono delle strade, delle scuole e di alcuni servizi essenziali per la popolazione". Così in una nota congiunta i due deputati della Lega, il Capogruppo all'Ars Antonio Catalfamo e il segretario provinciale del partito a Palermo Vincenzo Figuccia.


Ex Province, nuovo rinvio: e il governo va sotto all'Ars
L'AULA

di Salvatore Ferro
PALERMO - Il governo Musumeci va sotto: le elezioni delle Province sono rinviate a furor di Aula anche per il fuoco amico, e le opposizioni si scatenano, fino alle richieste ufficiali di dimissioni da parte del deputato - e segretario del Pd - Anthony Barbagallo, e di rendiconto all'Aula "sull'ennesima riforma mancata e prova di debolezza" da parte di Nuccio Di Paola dei Cinquestelle.
Si corre e si frena, all'Ars, sui due temi caldi di giornata (pardon di mesi) così da rendere l'ultima seduta in calendario del 2021 una delle tante, anzi no. Le sospirate variazioni di bilancio che erano attese a fine novembre in seguito all'assestamento, e le elezioni nelle ex Province, le quali, ormai vicinissime, saltano con rinvio e con buona pace della parte di maggioranza che sostiene il presidente Nello Musumeci. Maggioranza sfrangiata, ancora una volta, anche su questo tema: sull'emendamento firmato dalla pentastellata Gianina Ciancio che chiede il rinvio, prolunga le cariche commissariali e dà poteri di gestione alle assemblee dei sindaci. Si compatta un fronte bipartisan che chiede la dilazione alla luce della sentenza della Corte costituzionale che ha cassato la legge nazionale che porta il nome dell'ex sottosegretario Graziano Delrio nella parte in cui, per le Città metropolitane, prevede l'automatica assunzione della carica di sindaco da parte del primo cittadino del Comune capoluogo. Lo spauracchio, per nulla vago, è incorrere nelle identiche censure di incostituzionalità.
Variazioni al fotofinish
In apertura, per le variazioni di bilancio il presidente Gianfranco Miccichè fissa con il consenso dei capigruppo la tabella di marcia forzata: entro poche ore, il 16 dicembre, è atteso il pronunciamento delle commissioni di merito, e soltanto due giorni dopo, il 18, la Commissione Bilancio esiterà il testo per l'Aula. L'Aula sarà convocata lunedì 20 per incardinare il disegno di legge. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato a martedì 21 a mezzogiorno. Discussione dalle 16 di martedì "in modo da concluderne l'esame entro la giornata di mercoledì 22 dicembre".
La grana metropolitana
Il governo, in pratica, resta solo o, al meglio, difeso dai lealisti più accaniti sparsi in maggioranza: non serve, per esempio, il sarcasmo dell'assessore al Territorio Toto Cordaro il quale - come del resto Giorgio Assenza e Alessandro Aricò di Diventerà Bellissima - ironizza ferocemente sul sostegno del dem Antonello Cracolici all'ipotesi rinvio, perché "nel 2014, quando l'ex presidente Rosario Crocetta brindò in televisione alla legge di soppressione, c'eravamo tutti. Ma forse Cracolici non ricorda quale governo sosteneva". Cracolici, però, insiste sull'ipotesi Ciancio che, in tarda seduta, torna all'esame per modifiche e precisazioni. Allo stesso modo, plaude Pippo Laccoto, deputato di Italia Viva nonché sindaco di Brolo: "Non abbiamo ancora l'insediamento dei sindaci, richiesto da quest'aula un anno fa - dice - diamo i compiti all'assemblea dei sindaci, dunque, quantomeno perché venga dato un senso a una riforma finora mancata e a una altrettanto mancata elezione". Notabene: il termine per la presentazione delle liste per elezioni (notabene numero 2) che sono non dirette ma di secondo livello, scadrebbe a fine gennaio.
L'ala anti-rinvio in campo
A quel punto dalle file di chi il rinvio non lo vuole, scendono in campo i grossi calibri. Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima, ne fa incipit: "Noi siamo per far votare. Sottolineo il fallimento di una legge proposta e sostenuta dal Pd, impedire le elezioni significherebbe uno strappo all'onestà istituzionale". E poi cala l'asso, che però non pare del segno della briscola, dunque battibile in Aula: "Se il problema riguarda le tre Città metropolitane, e che ammetterle al voto richiederebbe un emendamento limitato, nulla osta a che le altre sei strutture sovracomunali votino". E l'apertura: "D'accordissimo con la collega Ciancio sulla necessità di ripensare la legge". Non si fa attendere il fuoco di fila di chi, invece, dentro la maggioranza pressa per il rinvio: per il capogruppo forzista Tommaso Calderone, "non si può andare a votare con una legislazione paradossale". Vincenzo Figuccia e Marianna Caronia della Lega insistono, il primo "sulla inopportunità di andare al voto con un organismo in scadenza e strutture paralizzate dalla riforma di Crocetta", la seconda sulla "necessità di votare il rinvio alla luce della prossima riforma nazionale della legge Delrio chiesta dalla Consulta, considerando che la stessa Corte ha lasciato intatta l'architettura costituzionale ridando speranza per il ritorno all'elezione diretta".
Passa l'emendamento rinvio
Dopo le ultime schermaglie ai microfoni tra Stefano Zito (5 Stelle, sì rinvio) e Assenza, Cordaro (no rinvio), l'emendamento torna in forno per le limature, a firma, oltre che di Ciancio, pure del collega di partito Salvo Siragusa, del capogruppo Giovanni Di Caro e del presidente della Commissione Affari istituzionali nella propria funzione (a titolo personale esprime dissenso). Alla fine la norma: "Nelle more dell'insediamento degli organi dei Liberi Consorzi e dei Consigli metropolitani, nonché dell'approvazione di una legge di riordino della materia, e comunque non oltre il 31 agosto 2022, le funzioni di Presidente del Libero Consorzio comunale comunale continuano a essere svolte da un commissario straordinario (...) mentre le funzioni del Consiglio del Libero Consorzio comunale e del Consiglio metropolitano sono svolte rispettivamente dall'Assemblea e dalla Conferenza metropolitana". Le quali "adottano un regolamento provvisorio" per il loro funzionamento e "qualora non già costituite, si insediano entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge". Poi è fuoco di fila contro Musumeci, invitato "a liberare la Sicilia dalle sue mancate riforme" dal deputato Pd Anthony Barbagallo e dichiarato "artefice di una sonora, l'ennesima, disfatta" dal pentastellato Nuccio Di Paola.

Ex Province, Cuffaro: "Rinvio del voto è un colpo per la democrazia"
Il commento sul voto in aula.

NUOVA DC
di Redazione
PALERMO - "Rinviare ancora il rinnovo delle ex province è un nuovo colpo per la democrazia siciliana. Da giorni
sostenevamo che c'erano alcuni partiti che avrebbero votato la proroga della scadenza e purtroppo così è avvenuto". Lo dichiara Totò Cuffaro, Commissario regionale della Dc nuova, dopo il voto
al disegno di legge sul "Rinvio delle elezioni degli enti di area vasta". "Spiace ancora una volta vedere disattese le aspettative dei siciliani. L'abolizione delle ex province da parte dell'allora governatore Crocetta nata con grandi aspettative si è rilevata una manovra poco riuscita - aggiunge -, visto che i costi non sono diminuiti ed i disservizi sono aumentati. Basti pensare alle condizioni delle strade, ai servizi carenti nelle scuole".

Covid, Green pass e smart working: cosa prevede il nuovo decreto
Ecco le novità varate in Cdm

CORONAVIRUS
di redazione
ROMA - Ieri pomeriggio il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto che contiene diverse norme anti-Covid per arginare l'estendersi della pandemia.
Per prima cosa è stato prorogato sino al 31 marzo 2022 lo stato d'emergenza. Il Green pass rafforzato deve essere utilizzato anche in zona bianca per lo svolgimento delle attività che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla. Ciò vuol dire che alcune attività (come ristoranti al chiuso, cinema, discoteche, stadi) saranno accessibili solo ai vaccinati o ai guariti dal covid. Restrizioni riguardano, a seconda della zona, anche bar, palestre, piscine, palestre, piscine, musei, teatri.
Dal 15 dicembre 2021 la durata di validità del Green Pass è stata ridotta dagli attuali 12 a 9 mesi. Resta l'obbligo del della certificazione verde base per il trasporto pubblico locale, come autobus e metro, e per quanto riguarda i mezzi di media e lunga percorrenza (aerei, navi, treni Intercity e Alta Velocità, corriere funivie, cabinovie, impianti sciistici). Sull'intera rete ferroviaria e per i mezzi pubblici resta sufficiente la certificazione verde semplice.
Nessun obbligo di mascherine all'aperto. Nessuna misura, spiegano fonti di Palazzo Chigi, è stata approvata in merito dal Consiglio dei ministri che ha varato la proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo 2022. Le mascherine restano obbligatorie solamente in ambienti al chiuso.
Per quanto riguarda lo smart working, la proroga dello stato d'emergenza fa sì che sia ancora utilizzabile la procedura semplificata già utilizzata da diverse aziende. Prorogate quindi anche le misure sui lavoratori fragili che possono optare per il lavoro agile e sui congedi parentali per i genitori di figli in quarantena o positivi al Covid.

SICILIATV

ATTUALITÀCALTABELLOTTAVILLAFRANCA SICULA
Cedimento del manto stradale, chiusa la strada provinciale 47
di Nino Ravanà
Chiusa al transito veicolare la strada provinciale 47  "Sant'Anna", Caltabellotta - Villafranca Sicula, per il cedimento del manto stradale. L'ordinanza dell'ing. Di Carlo, dirigente del settore Infrastrutture stradali, prevede la chiusura totale del tratto dal Km. 6+940, al km 7+380, fino a cessato bisogno. Identificati i percorsi alternativi: i veicoli con peso inferiore a 3,5 tonnellate provenienti da Burgio o Caltabellotta e diretti a Lucca Sicula, e viceversa, procederanno attraversando il centro abitato di Villafranca Sicula su via Vittorio Emanuele. I mezzi pesanti provenienti da Caltabellotta, e diretti verso Lucca Sicula saranno deviati, al km 6+650, verso il comune di Burgio, per ricongiungersi con la strada statale 386 per Lucca Sicula, e viceversa.

TELEACRAS

Rinviate le elezioni Provinciali in Sicilia
di Angelo Ruoppolo
Come ampiamente prevedibile a seguito di un apposito disegno di legge depositato all'Assemblea Regionale, sono state rinviate le elezioni di secondo livello per le ex Province. Sala d'Ercole ha votato a favore del rinvio dell'elezione dei presidenti e dei consiglieri provinciali, per i quali avrebbero votato solo i sindaci e i consiglieri comunali in carica. Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle ha avanzato una proposta di soluzione tampone per superare i commissariamenti. E la deputata Gianina Ciancio spiega: "La soluzione, individuata e condivisa dalle altre forze politiche prevede che il controllo e l'indirizzo politico delle Province passino ai sindaci, che dovranno costituire le Assemblee dei sindaci, dotandosi di un regolamento provvisorio per il loro funzionamento, ad esempio le maggioranze per le deliberazioni. Le Assemblee dovranno insediarsi entro trenta giorni dall'approvazione della legge".

AGRIGENTONOTIZIE

ENTI LOCALI
Ex province, governo Musumeci ko all'Ars e la mini "riforma" arriva dal M5s: via alle assemblee dei sindaci

Approvata la legge con cui il Parlamento regionale rinvia sine die le elezioni di secondo livello. I deputati pentastellati con un emendamento, intanto, introducono una nuova forma di governo. "Ma solo transitoria", spiega la proponente Gianina Ciancio
Maria Teresa Camarda
Il governo regionale va sotto all'Ars sul disegno di legge che rinvia le elezioni nelle ex Province, originariamente previste per il 22 gennaio 2022 (e con presentazione delle liste nel giorno di Capodanno). "Musumeci sempre più solo, plastica immagine di un esecutivo ormai allo sbando", commenta il M5s, che incassa un inaspettato successo in Aula: il sì all'emendamento proposto dalla deputata Gianina Ciancio che introduce una novità nell'assetto dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane: l'istituzione delle assemblee dei sindaci per il governo del territorio al posto dei commissari, attualmente nominati dal governo regionale. Un sistema inteso, però, come provvisorio, nell'attesa delle elezioni che dovrebbero svolgersi non oltre agosto 2022.
La necessità di rimettere mano al nodo delle ex Province era nata da una sentenza della Corte costituzionale che aveva decretato l'illegittimità della legge Delrio che prevedeva la coincidenza del sindaco metropolitano con il sindaco del Comune capoluogo della Città metropolitana. "La soluzione, individuata e condivisa dalle altre forze politiche - spiega -, prevede che il controllo e l'indirizzo politico degli enti di area vasta passino ai sindaci, che dovranno costituire le Assemblee dei liberi consorzi e le Conferenze metropolitane, dotandosi di un regolamento provvisorio per il loro funzionamento, ad esempio le maggioranze per le deliberazioni. Si concluderà, quindi, la lunga stagione dei commissari che hanno gestito in toto questi enti", commenta la pentastellata, sottolineando che "si tratta chiaramente di un regime transitorio ma che copre un vuoto lasciato dal governo, finora incapace di proporre una soluzione mediata con la maggioranza".
Passa anche l'emendamento a firma del capogruppo pd Giuseppe Lupo, che prevede di insediare entro 30 giorni dall'entrata in vigore della nuova legge le assemblee dei Liberi consorzi e le conferenze metropolitane di cui sono componenti tutti i sindaci facenti parte delle nove circoscrizioni provinciali. "L'insediamento delle assemblee dei sindaci, nelle more della riforma resasi necessaria alla luce della recente sentenza della corte costituzionale, - commenta Lupo - consentirà ai primi cittadini la partecipazione diretta al governo delle ex province".
Il presidente della Regione in Aula non c'era. E nemmeno l'assessore per gli Enti locali, Marco Zambuto. Così, la contrarietà del governo per la piega presa dai lavori del Parlamento è stata rappresentata tutta dall'assessore al Territorio e Ambiente Toto Cordaro che ha definito, non senza irritazione, "riforma" il sistema introdotto dall'emendamento Ciancio.
Il segnale politico che arriva da Sala d'Ercole è importante. Il parlamentare e segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo chiede ancora le dimissioni del presidente Musumeci: "Il ddl sulle Province che è stato approvato oggi, con il parere contrario del governo e dopo l'intervento accorato del capogruppo e dei componenti dello stesso gruppo parlamentare del presidente della Regione, mostra chiaramente che il governatore non ha più una maggioranza, anzi è meglio dire che non può più contare sulla maggioranza con la quale si è presentato ai siciliani". Rincara la dose il M5s: "Musumeci, anche oggi assente - attacca il capogruppo, Giovanni Di Caro - ha continuato a rinviare per quattro anni le elezioni e adesso tenta di far passare la narrazione secondo la quale avrebbe voluto far votare i Liberi consorzi. Abbiamo visto che non è così, perché non ha nemmeno la maggioranza e l'episodio di oggi ne è una rappresentazione plastica".  
Inoltre, il fronte che ha sostenuto la "mini riforma" è bipartisan e ha raccolto ampi consensi anche tra le forze che sostengono - o dovrebbero sostenere - il governo Musumeci in Aula, in primis Forza Italia e Lega. "Questa sentenza - dice Marianna Caronia, parlamentare della Lega intervenendo in Aula - ha di fatto rimesso nelle mani della politica la possibilità di fare scelte importanti invece di correre a un voto frettoloso e azzoppato a gennaio". L'esponente del Carroccio si dice pronta a farsi promotrice di una legge che si basi su tre punti cardine: elezione da parte dei cittadini sia del presidente della provincia sia del Consiglio, riduzione del numero dei consiglieri rispetto al passato e introduzione della doppia preferenza di genere, "in modo che anche in questi organi si possa lavorare con l'obiettivo della parità di rappresentanza per entrambi i generi".


Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO