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rassegna stampa dal 31 dicembre 2021 al 3 gennaio 2022

Giornale di Sicilia

Mobilità e maltempo, la viabilitàin cima alle opere del Genio civile

L'ufficio è impegnato in prima linea nella riduzione del rischio idrogeologico e nella riqualificazione del porto di San Leone
Giovanna Neri
La sicurezza e la tutela della pubblica incolumità in primo piano. È stato un anno complesso quello che sta per chiudersi, che ha impegnato in maniera significativa il Genio civile di Agrigento. A tracciare il bilancio di dodici mesi si attività, è stato il capo dell'Ufficio, Rino La Mendola. Si è discusso anche del lavoro svolto nella riduzione del rischio idrogeo-logico, della manutenzione delle strade provinciali e della riqualificazione  del  porticciolo di San Leone. Per fronteggiare l'emergenza  idrogeologica sono stati ben sedici gli interventi di pulizia e sistemazione dei corsi d'acqua eseguiti dal Genio civile nel corso il 2021, con l'obiettivo di ridurre i danni provocati dai nubifragi e dall'emergenza idrogeo-logica che grava pesantemente sul nostro territorio provinciale. «Grazie alle risorse stanziate dal Governo Musumeci e alle capacità professionali dei funzionari  dell'Ufficio - dice La Mendola - siamo riusciti  a portare avanti con successo una serie di attività importanti per ridurre il rischio idrogeologico, avviare una indifferibile manutenzione delle strade provinciali e riqualificare infrastrutture importanti, come il porticciolo di San Leone.  All'emergenza  idrogeologica, che ha impegnato risorse per tre milioni di euro, bsi uniscono i lavori per la manutenzione delle strade provinciali». In  particolare,  il  Genio  civile  hagià avviato diversi lavori, che saranno completati  nel  corso  del  prossi-mo anno: quello della proinciale Ribera-Cianciana,  della  Burgio-LuccaSicula, della Portella di Sciacca-Lucca  Sicula,  delle  Lucca  Sicula-Bivio statale 180, della 47  Sant'Anna -Villafranca Sicula, della 88, della 2 Naro-Campobello e la Strada ex consortile Calamonaci-Villafranca Sicula. «A  tutto  questo -  conclude Rino La Mendola - va aggiunta l'efficienza dei servizi all'utenza, che è stata garantita, nei vari settori: dall'edilizia pubblica a quella privata; dalle attività produttive al settore delle acque e degli impianti elettrici, grazie all'abnegazione, all'impegno e dalla competenza dei dipendenti dell'Ufficio». (*GNE*)

Progetto da 160 mila euro
Lavori sulla Joppolo-Aragona
Avviso del Libero Consorzio

Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento  intende  affidare, tramite procedura negoziata e previa consultazione  di  almeno  10 operatori economici, l'accordo quadro dei  lavori di  manutenzione straordinaria lungo la strada  provinciale 22  «Strada  esterna Aragona - Ioppolo Giancaxio». Si tratta di lavori per un importo di 160 mila euro, progettati dal Settore Infrastrutture stradali del Libero Consorzio. Gli interventi previsti riguardano, tra gli altri, il contenimento delle scarpate a mezzo  pietrame  calcareo, i drenaggi  con  pietra mecalcareo per  il  convogliamento delle acque sotterranee e piovane,  la segnaletica orizzontale e verticale, la collocazione di nuove  barriere di  protezione  e la  risagomatura o ripristino della sede  stradale con conglomerato bituminoso.Nei  prossimi giorni saranno pubblicati sul portale dell'Ente il bando e la documentazione necessaria per partecipare alla gara per la manutenzione straordinaria sulla provinciale 22.


Agrigentooggi

Il Libero Consorzio interverrà sulla Aragona- Ioppolo Giancaxio

Nuovi interventi sulla viabilità provinciale saranno realizzati dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento. L'Ente intende affidare, tramite procedura negoziata e previa consultazione di almeno 10 operatori economici, l'accordo quadro dei lavori di manutenzione straordinaria lungo la provinciale 22 "Strada esterna Aragona - Ioppolo Giancaxio". Si tratta di lavori per un importo di 160.244,40 euro, progettati dal Settore Infrastrutture stradali del Libero Consorzio. Gli interventi previsti riguardano, tra gli altri, il contenimento delle scarpate a mezzo pietrame calcareo, i drenaggi con pietrame calcareo per il convogliamento delle acque sotterranee e piovane, la segnaletica orizzontale e verticale, la collocazione di nuove barriere di protezione e la risagomatura o ripristino della sede stradale con conglomerato bituminoso. Nei prossimi giorni saranno pubblicati nel sito internet il bando e la documentazione necessaria per partecipare alla gara per la manutenzione straordinaria sulla provinciale.


AGRIGENTONOTIZIE

Banda di ladri "visita" l'istituto "Enrico Fermi": arraffato materiale informatico

I militari dell'Arma hanno raccolto la denuncia di furto, a carico di ignoti, e hanno avviato le indagini. L'obiettivo è soltanto uno: riuscire a fare chiarezza, identificando i balordi che hanno messo a segno il colpo, nel più breve tempo possibile
Redazione
Hanno portato via un video proiettore, un mixer audio e un sanificatore d'aria. E per farlo hanno danneggiato, e anche pesantemente, tre porte d'accesso all'aula multimediale. Banda di ladri "visita" l'istituto scolastico "Enrico Fermi" di Licata e, senza entrare nelle altre stanze o aule, va dritta sul luogo dove sapeva - appare scontato che i malviventi sapessero - di poter trovare del materiale informatico. A fare la scoperta del furto, messo a segno nottetempo, al momento della riapertura dell'edificio scolastico, sono stati alcuni operatori.
Subito è stato lanciato l'Sos e, all'istituto "Enrico Fermi", si sono portati i carabinieri della stazione di Licata. I militari dell'Arma hanno raccolto la denuncia di furto, a carico di ignoti, e hanno avviato le indagini. L'obiettivo è soltanto uno: riuscire a fare chiarezza, identificando i balordi che hanno messo a segno il colpo, nel più breve tempo possibile.
L'attività investigativa, stando a quanto trapelava ieri, non si preannunciava però affatto semplice e questo perché i ladri - difficile ipotizzare che in azione sia entrato un criminale solitario - non si sarebbero lasciati tracce o indizi dietro le spalle. Servirà quindi, verosimilmente, del tempo per provare ad incastrare i vari elementi raccolti e arrivare all'identificazione dei balordi che hanno provocato un danno alla scuola.

SICILIALIVE

Sicilia zona gialla: quarantena, mascherine e sanzioni FAQ
Tutte le regole da rispettare

CORONAVIRUS
di Redazione
PALERMO - Con il boom di contagi (qui gli ultimi dati) la Sicilia sta per entrare in zona gialla. Cosa cambia? Servirà il green pass rafforzato per consumare al bancone e la mascherina?
MASCHERINA
In quali zone è obbligatorio avere con sé dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie? L'obbligo di avere con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie (meglio conosciuti come mascherine) è valido su tutto il territorio nazionale.
Quando e dove si deve indossare la mascherina? I dispositivi di protezione delle vie respiratorie (meglio conosciuti come mascherine) devono essere obbligatoriamente indossati all'aperto su tutto il territorio nazionale. Inoltre, devono essere indossati in tutti i luoghi al chiuso diversi dalla propria abitazione, compresi i mezzi di trasporto pubblico (aerei, treni, autobus).
L'obbligo non è comunque previsto per:
-    bambini sotto i 6 anni di età;
-    persone che, per la loro invalidità o patologia, non possono indossare la mascherina;
-    operatori o persone che, per assistere una persona con disabilità, non possono a loro volta indossare la mascherina (per esempio: chi debba interloquire nella L.I.S. con persona non udente).
Inoltre, non è obbligatorio indossare la mascherina, sia all'aperto che al chiuso:
-    mentre si effettua l'attività sportiva;
-    mentre si mangia o si beve, nei luoghi e negli orari in cui è consentito;
-    quando, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantito in modo continuativo l'isolamento da persone non conviventi.
Per quanto riguarda lo svolgimento dell'attività lavorativa, la mascherina è obbligatoria nelle situazioni previste dagli specifici protocolli di settore.
È comunque fortemente raccomandato l'uso delle mascherine anche all'interno delle abitazioni private, in presenza di persone non conviventi.
È obbligatorio usare uno specifico tipo di mascherina? La normativa prevede l'obbligo di indossare la mascherina FFP2 in specifiche situazioni:
- per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso o all'aperto nelle sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati;
- per gli eventi e le competizioni sportivi che si svolgono al chiuso o all'aperto
- per l'accesso e l'utilizzo di: voli commerciali; navi e traghetti adibiti a servizi di trasporto interregionale; treni impiegati nei servizi di trasporto passeggeri interregionale, Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità; autobus e pullman di linea adibiti a servizi di trasporto tra più di due regioni; autobus e pullman adibiti a servizi di noleggio con conducente; funivie, cabinovie e seggiovie qualora utilizzate con chiusura delle cupole paravento; mezzi del trasporto pubblico locale o regionale;
- per le persone che hanno avuto un contatto stretto con un caso confermato positivo al COVID-19 e che, sulla base delle norme in vigore, non sono soggette alla quarantena ma soltanto all'autosorveglianza, fino al decimo giorno successivo all'ultima esposizione al soggetto positivo.
Le mascherine chirurgiche - o comunque un dispositivo che conferisce una superiore protezione come le mascherine FFP2- devono essere indossate nell'ambito delle attività economiche e sociali (ad esempio ristorazione, attività turistiche e ricettive, centri benessere, servizi alla persona, commercio al dettaglio, musei, mostre, circoli culturali, convegni e congressi, etc.) nelle situazioni previste nei protocolli di settore.
In tutte le altre situazioni, salvo che i protocolli di settore prevedano diversamente, possono essere utilizzate anche mascherine "di comunità", monouso, lavabili, eventualmente autoprodotte, purché siano in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate a coprire il volto, dal mento fino al di sopra del naso.
QUARANTENA
Quali sono le nuove norme sulla quarantena? Da quando si applicano? Le nuove norme sulla quarantena per le persone che hanno avuto un contatto stretto con un positivo al COVID-19 si applicano a partire dal 31 dicembre 2021, data di entrata in vigore del decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 229.
Il decreto prevede che, in caso di contatto stretto con un soggetto confermato positivo al COVID-19, la quarantena preventiva non si applichi:
- alle persone che hanno completato il ciclo vaccinale "primario" (senza richiamo) da 120 giorni o meno;
- alle persone che sono guarite dal COVID-19 da 120 giorni o meno;
- alle persone che hanno ricevuto la dose di richiamo del vaccino (cosiddetta "terza dose" o "booster").
A tutte queste categorie di persone si applica una auto-sorveglianza, con obbligo di indossare le mascherine FFP2 fino al decimo giorno successivo all'ultima esposizione al soggetto positivo al COVID-19 (quindi l'undicesimo giorno dall'ultimo contatto). È prevista l'effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione dell'antigene Sars-Cov-2 alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell'ultimo contatto stretto. Nel caso in cui il test sia effettuato presso centri privati abilitati, è necessario trasmettere alla Asl il referto negativo, anche con modalità elettroniche, per determinare la cessazione del periodo di auto-sorveglianza.
Ai contatti stretti che abbiano completato il ciclo vaccinale primario da più di 120 giorni e che abbiano comunque un green pass rafforzato valido, se asintomatici, si applica una quarantena con una durata di 5 giorni con obbligo di un test molecolare o antigenico negativo al quinto giorno.
Per i soggetti non vaccinati o che non abbiano completato il ciclo vaccinale primario o che abbiano completato il ciclo vaccinale primario da meno di 14 giorni, continua a vigere la quarantena di 10 giorni dall'ultime esposizione, con obbligo di un test molecolare o antigenico negativo al decimo giorno.
Ai soggetti contagiati che abbiano precedentemente ricevuto la dose booster o che abbiano completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, l'isolamento è ridotto a 7 giorni purché siano sempre stati asintomatici o risultino asintomatici da almeno 3 giorni e alla condizione che, al termine di tale periodo, risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo.
In tutti i casi descritti, per la cessazione della quarantena è necessario l'esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare. Nel caso in cui il test sia effettuato presso centri privati abilitati, è necessario trasmettere alla Asl il referto negativo, anche con modalità elettroniche.
Sanzioni per violazioni
Per quanto riguarda le sanzioni, il nuovo dl Covid fa riferimento al dl del 25 marzo 2020 in cui le violazioni vengono punite con "la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 400 a euro 1.000"

INFORMAZIONE.IT

"Nella Pa tutti in smart working fino a fine emergenza"

Coronavirus in Italia Covid: i numeri del contagio in Italia Morti sul lavoro
"Fino alla fine dello stato di emergenza stabilito dal governo alla fine di marzo, nella Pubblica amministrazione bisogna tornare tutti in smart working".
E lo hanno dimostrato quando il governo ha stabilito che dovessero rientrare al lavoro in presenza, tornando ordinatamente negli uffici.
Non solo frenerebbe l'economia con un lockdown di fatto, ma si rischierebbe anche di interrompere l'erogazione di molti servizi pubblici. (PA Magazine)
Ne parlano anche altri media
Ma non c'è dubbio che un passaggio cruciale sarà il Super green pass per il lavoro. Chi è contrario al Green pass obietta: anche i vaccinati possono infettarsi e infettare. (ilgazzettino.it)
In un'intervista al Corriere della Sera, Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, dice: "Aspettiamo le decisioni che assumerà il governo il prossimo 5 gennaio. L'andamento dei contagi in tutte le regioni mette a rischio non solo la tenuta del nostro sistema sanitario ma la stessa ripartenza economica" (Sky Tg24 )
Manca ancora un criterio per l'estensione del super green pass al lavoro. Il fronte del "no" al super green pass sul lavoro si assottiglia. Anche perché il fronte del "no", nel frattempo, si sta sempre più riducendo. (Italia a Tavola)
Coronavirus, nuova stretta in arrivo il 5 gennaio? Le due ipotesi sul tavolo di Draghi
Serve il Super green pass su tutti i posti di lavoro, altrimenti i reparti non reggeranno l'onda d'urto. Il testo completo di questo contenuto a pagamento è disponibile agli utenti abbonati (ilmattino.it)
Emergenza Covid in Italia, il governo prepara una nuova stretta sul Super Green Pass: si riflette sull'obbligo per il mondo del lavoro. Super Green Pass al lavoro, il governo prepara la nuova stretta. La prossima mossa del governo sarà quella di estendere il Super Green Pass al mondo del lavoro. (News Mondo)
Coronavirus, ecco cosa cambia dal 5 gennaio 2022: le due ipotesi sul tavolo di Draghi. Il prossimo 5 gennaio, dunque, è in programma il Consiglio dei Ministri che porterà con ogni probabilità ad una nuova stretta per arginare la diffusione del Covid-19. (Centro Meteo italiano)

MONEY.IT

Dipendenti pubblici, ritorna lo smart working d'emergenza?

Chiara Esposito
La protesta dei sindacati da un lato, l'ostilità della politica dall'altro. I lavoratori delle PA non hanno risposte, solo qualche vago interrogativo.
Dipendenti pubblici, ritorna lo smart working d'emergenza?
Il picco dei contagi delle ultime settimane preoccupa numerosi italiani che stanno per tornare in ufficio. La voce dei maggiori sindacati legati al mondo della Pubblica Amministrazione in questo contesto è tuttavia quella più netta e chiara a riguardo. Le richieste che i vari gruppi avanzano al governo confluiscono tutte in una direzione: disporre il ripristino dello smart working con annessa revisione dell'ultimo decreto che disciplinava il ritorno in presenza per i dipendenti PA.
La celebre avversione del ministro Brunetta alla pratica sarà lo scoglio maggiore da superare anche se in realtà, il vero fulcro del dibattito non dovrebbe essere solo e soltanto l'umore di un singolo, bensì i cambiamenti sostanziali che dovrebbero essere apportati per giungere ad un modello di lavoro agile degno di questo nome che non comprometta la salute dei singoli ma neanche la qualità del servizio offerto ai cittadini.
Provando a dare uno sguardo agli studi condotti in materia e allo stato attuale delle cose per come viene dipinto dalle varie associazioni di categoria, indaghiamo il futuro in cui questo settore è chiamato a muoversi.
Fioccano le lettere dei sindacati
La critica al decreto della Funzione Pubblica che il 15 ottobre 2021 riportò tutti i dipendenti PA in ufficio è ampiamente condivisa dalle sigle sindacali, anche perché le parole del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta non si sono realizzate.
"Con la vaccinazione di massa il rientro al lavoro sarà sicuro".
Lo dichiarò lui stesso in un'intervista a Il Messaggero, ma le regole del gioco sono cambiate. Con una variante che miete insicurezze a causa dell'alto tasso di trasmissibilità non c'è da star sicuri.
Nelle tante comunicazioni inoltrate al premier Mario Draghi, al ministro della Salute Roberto Speranza, a quello della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e in alcuni casi anche al coordinatore del Cts Franco Locatelli, si leggono esempi di riflessioni sul tema:
«Stiamo assistendo ad un crescente aumento dei contagi con conseguenti misure di quarantena - sottolinea il segretario generale Confsal Angelo Raffaele Margiotta - che moltiplicano le assenze a dismisura. Forte è il disagio per le attività lavorative ordinarie e grande la preoccupazione tra i lavoratori per l'effetto che tale situazione potrebbe determinare anche nell'ambito familiare».
Pensare all'assetto familiare è anche l'invito di Marco Carlomagno, segretario generale Flp, che ha parlato di conciliazione vita-lavoro come di un fattore di modernizzazione delle nostre amministrazioni pubbliche. Da una questione sanitaria infatti in alcuni casi si passa ad una richiesta permanente.
Altra via percorribile, stavolta per la segretaria generale di Confintesa Claudia Ratti, sarebbe il ripristino dello smart working come modalità ordinaria di lavoro almeno fino al 31 marzo, cioè fin quando durerà lo stato di emergenza.
Per sottolineare poi i benefici di questa prospettiva, sia di lungo che di "breve" periodo, c'è anche la visione delle segretaria generale dei sindacati Flepar e Codirp Tiziana Cignarelli. Cignarelli parla infatti di lavoro agile perché questo "consentirebbe di ridurre i costi della macchina statale, favorendo criteri di valutazione basati sui risultati".
L'avversione del governo è fondata?
È proprio sulla produttività che tuttavia si basano le battute di arresto della controparte politica. Al generale malcontento però non sono stati accompagnati dati statistici di supporto che invece, in senso contrario, arrivano da vari enti preposti.
La posizione dell'Osservatorio del Politecnico di Milano, a settembre del 2021, era ben diversa visto che questa pratica veniva definita come «una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati».
I dati raccolti dal Politecnico stesso indicavano incrementi di produttività associati all'adozione di questo modello nell'ordine del 10%, senza parlare dei minori costi per gli immobili (tra il 30 e il 50%) e della riduzione della «pressione antropica sui centri delle grandi città in termini di traffico e pendolarismo».
Su questi stessi temi, proprio a ottobre 2021, il ministro Brunetta aveva promesso studi per risolvere la controversia. Tali analisi però non hanno ancora visto la luce.
Quella di Brunetta è solo una linea di coerenza
Viene quindi da chiedersi se non ci sia piuttosto una volontà di mantenere una linea di coerenza. Con anni di dichiarazioni forti, quasi sprezzanti, il ministro Brunetta ha costruito la sua retorica (e reputazione) di «riformatore» sulla necessità del pugno duro con i fannulloni e nella mentalità comunque, allo stato attuale delle cose, il lavoro da casa viene erroneamente associato a questa concezione di inattività.
La realtà probabilmente è che la vera risposta sarebbe una riforma. Un piano che, come tempo fa dichiarava anche il Sole24ore, sarebbe però da improntare come «un nuovo modello manageriale in una cornice normativa rinnovata».
Non c'è però la volontà di muovere il passo decisivo nell'innovazione di questo settore, tradizionalista e refrattario alle novità per definizione, ma anche affossato dall'assenza di reattività dei vertici.
Al momento in sintesi sembra che non si verrà a patti con un cambiamento come questo neppure in nome della minaccia del Coronavirus. Lo status quo amministrativo sembra continuare ad avere la meglio.


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