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rassegna stampa del 9 marzo 2022

Agrigentonotizie

Manutenzione strade, maxi appalto da quasi un milione e mezzo di euro: ecco le zone interessate

Il Libero consorzio comunale di Agrigento predispone un articolato intervento per migliorare la percorribilità delle della rete viaria nella zona est della provincia

Quasi un milione e mezzo di euro per migliorare la va viabilità della zona est della provincia con diversi lavori di manutenzione straoridnaria che interesseranno buona parte del territorio dei comuni di San Giovanni Gemini e Cammarata fino ad arrivare a Licata. La progettazione di questi lavori è stata eseguita dal settore "Infrastrutture stradali" del Libero consorzio comunale per un costo totale a base d'asta di 1.423.500,00 euro oltre iva. Il Libero Consorzio procederà all'affidamento attraverso un'indagine di mercato per individuare i soggetti da invitare alla procedura negoziata. L'accordo quadro annuale dei lavori di manutenzione straordinaria lungo le strade provinciali che interessano i territori nella parte est della provincia di Agrigento sarà affidato ad un solo operatore economico. La procedura si svolgerà in modalità telematica.
Le istanze per l'indagine di mercato dovranno pervenire entro le ore 12 del 25 marzo prossimo. Verranno ammesse solo le offerte presentate attraverso il "Portale Appalti" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
​Previsti la risagomatura dei tratti stradali deteriorati con conglomerato bituminoso a caldo; il ripristino delle opere di presidio stradale esistenti e la costruzione di nuove cunette; la realizzazione di gabbioni metallici con pietrame, per evitare lo scivolamento di terreni e detriti da monte sul piano viabile; la rimozione di materie, detriti e fanghiglia dalla sede stradale a seguito di eventi atmosferici straordinari, eseguita con mezzi meccanici. Inoltre è richiesta la manutenzione della segnaletica stradale e delle barriere di protezione incidentate a tutela della pubblica incolumità  
​L'esame delle manifestazioni di interesse e l'eventuale sorteggio verranno effettuati in seduta pubblica, tramite la piattaforma telematica Maggioli, il 28 marzo prossimo alle 9 nella sala gare del Libero consorzio comunale di Agrigento in via Acrone 27.


Coronavirus, ad Agrigento, dipendente comunale senza green pass: sospeso dal servizio
L'impiegato sarà assente ingiustificato. Avrà diritto alla conservazione del posto di lavoro e non avrà alcuna conseguenza disciplinare, ma per i giorni in cui non sarà in ufficio non sono dovuti la retribuzione, né altro compenso o emolumento
Istruttore amministrativo senza green pass. Acquisita la comunicazione, i dirigenti di palazzo dei Giganti lo hanno sospeso. L'impiegato comunale, assunto a tempo indeterminato, risulterà - con decorrenza primo marzo - assente ingiustificato. Avrà diritto alla conservazione del posto di lavoro e non avrà alcuna conseguenza disciplinare - esattamente per come imposto dal Governo -, ma per i giorni di assenza ingiustificata non sono dovuti la retribuzione, né altro compenso o emolumento (anche di natura previdenziale). L'impiegato comunale senza certificazione verde Covid-19  - sempre secondo quanto disposto dal Governo - risulterà assente ingiustificato fino alla presentazione della certificazione o fino al termine dello stato di emergenza. L'accesso dei dipendenti pubblici ai luoghi di lavoro in violazione degli obblighi di in tema di green pass è punito - stando sempre alle previsioni governative - con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 600 a 1.500 euro. In caso di reiterazione della violazione la sanzione amministrativa è raddoppiata. Le sanzioni sono irrogate dal prefetto a seguito di segnalazione. 

Magaze

Libero Consorzio di Agrigento: la viabilità della "zona est" sarà oggetto di lavori di manutenzione straordinaria


AGRIGENTO - Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento interviene con quasi un milione e mezzo di euro per migliorare la percorribilità delle strade della zona est della provincia di Agrigento che va dal territorio dei comuni di San Giovanni Gemini e Cammarata fino ad arrivare a Licata. La progettazione di questi lavori è stata eseguita dal settore "Infrastrutture Stradali" per un costo totale a base d'asta di €. 1.423.500,00 oltre iva.
Il Libero Consorzio procederà all'affidamento attraverso un'indagine di mercato per individuare i soggetti da invitare alla procedura negoziata. L'accordo quadro annuale dei lavori di manutenzione straordinaria lungo le strade provinciali che interessano i territori nella parte est della provincia di Agrigento sarà affidato ad un solo operatore economico. La procedura si svolgerà in modalità telematica. Le istanze per l'indagine di mercato dovranno pervenire entro le ore 12:00 del giorno 25/03/2022 in modalità telematica. Verranno ammesse solo le offerte presentate attraverso il "Portale Appalti" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Prevista la risagomatura dei tratti stradali deteriorati con conglomerato bituminoso a caldo; il ripristino delle opere di presidio stradale esistenti e la costruzione di nuove cunette; la realizzazione di gabbioni metallici con pietrame, per evitare lo scivolamento di terreni e detriti da monte sul piano viabile; la rimozione di materie, detriti e fanghiglia dalla sede stradale a seguito di eventi atmosferici straordinari, eseguita con mezzi meccanici. Inoltre è richiesta la manutenzione della segnaletica stradale e delle barriere di protezione incidentate a tutela della pubblica incolumità
L'esame delle manifestazioni di interesse e l'eventuale sorteggio verrà effettuato in seduta pubblica, tramite la Piattaforma Telematica Maggioli, il giorno 28/03/2022 alle ore 09:00 presso la sala Gare del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, sita in Via Acrone 27 ad Agrigento.

Scrivolibero

La viabilità della zona est sarà oggetto di lavori di manutenzione straordinaria


Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento interviene con quasi un milione e mezzo di euro per migliorare la percorribilità delle strade della zona est della provincia di Agrigento che va dal territorio dei comuni di San Giovanni Gemini e Cammarata fino ad arrivare a Licata. La progettazione di questi lavori è stata eseguita dal settore "Infrastrutture Stradali" per un costo totale a base d'asta di €. 1.423.500,00 oltre iva. Il Libero Consorzio procederà all'affidamento attraverso un'indagine di mercato per individuare i soggetti da invitare alla procedura negoziata. L'accordo quadro annuale dei lavori di manutenzione straordinaria lungo le strade provinciali che interessano i territori nella parte est della provincia di Agrigento sarà affidato ad un solo operatore economico. La procedura si svolgerà in modalità telematica. Le istanze per l'indagine di mercato dovranno pervenire entro le ore 12:00 del giorno 25/03/2022 in modalità telematica. Verranno ammesse solo le offerte presentate attraverso il "Portale Appalti" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Prevista la risagomatura dei tratti stradali deteriorati con conglomerato bituminoso a caldo; il ripristino delle opere di presidio stradale esistenti e la costruzione di nuove cunette; la realizzazione di gabbioni metallici con pietrame, per evitare lo scivolamento di terreni e detriti da monte sul piano viabile; la rimozione di materie, detriti e fanghiglia dalla sede stradale a seguito di eventi atmosferici straordinari, eseguita con mezzi meccanici. Inoltre è richiesta la manutenzione della segnaletica stradale e delle barriere di protezione incidentate a tutela della pubblica incolumità
L'esame delle manifestazioni di interesse e l'eventuale sorteggio verrà effettuato in seduta pubblica, tramite la Piattaforma Telematica Maggioli, il giorno 28/03/2022 alle ore 09:00 presso la sala Gare del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, sita in Via Acrone 27 - 92100 Agrigento.


GRANDANGOLO

La viabilità della zona est sarà oggetto di lavori di manutenzione straordinariaDal territorio dei comuni di San Giovanni Gemini e Cammarata fino ad arrivare a Licata
di Redazione

Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento interviene con quasi un milione e mezzo di euro per migliorare la percorribilità delle strade della zona est della provincia di Agrigento che va dal territorio dei comuni di San Giovanni Gemini e Cammarata fino ad arrivare a Licata. La progettazione di questi lavori è stata eseguita dal settore "Infrastrutture Stradali" per un costo totale a base d'asta di €. 1.423.500,00 oltre iva. Il Libero Consorzio procederà all'affidamento attraverso un'indagine di mercato per individuare i soggetti da invitare alla procedura negoziata. L'accordo quadro annuale dei lavori di manutenzione straordinaria lungo le strade provinciali che interessano i territori nella parte est della provincia di Agrigento sarà affidato ad un solo operatore economico. La procedura si svolgerà in modalità telematica. Le istanze per l'indagine di mercato dovranno pervenire entro le ore 12:00 del giorno 25/03/2022 in modalità telematica. Verranno ammesse solo le offerte presentate attraverso il "Portale Appalti" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Prevista la risagomatura dei tratti stradali deteriorati con conglomerato bituminoso a caldo; il ripristino delle opere di presidio stradale esistenti e la costruzione di nuove cunette; la realizzazione di gabbioni metallici con pietrame, per evitare lo scivolamento di terreni e detriti da monte sul piano viabile; la rimozione di materie, detriti e fanghiglia dalla sede stradale a seguito di eventi atmosferici straordinari, eseguita con mezzi meccanici. Inoltre è richiesta la manutenzione della segnaletica stradale e delle barriere di protezione incidentate a tutela della pubblica incolumità  
L'esame delle manifestazioni di interesse e l'eventuale sorteggio verrà effettuato in seduta pubblica, tramite la Piattaforma Telematica Maggioli, il giorno 28/03/2022 alle ore 09:00 presso la sala Gare del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, sita in Via Acrone 27 - 92100 Agrigento.

SICILIATV

Ance Agrigento su appalti pubblici: "L'attuale sistema danneggia la democrazia e le imprese"STIMA TEMPO DI LETTURA: 3 min
Nino Ravanà

"In un Paese con più pesi e più misure, è ormai scontato che ci siano aziende che possono 'correre' e altre che siano a rischio chiusura. E non per propria responsabilità". Interviene così il presidente di Ance Agrigento, Carmelo Salamone, dopo la pubblicazione nei giorni scorsi dei dati riguardanti le percentuali di ribasso nelle procedure pubbliche. "Dati sicuramente incoraggianti - dice - ma che purtroppo non ritraggono la situazione nella propria complessità. La media, infatti, è stata realizzata senza distinguere tra le varie tipologie di gara, e quindi quei numeri, così positivi, perdono di valore quando andiamo a guardarli nel dettaglio".
In particolare Salamone evidenzia che, ad esempio, nelle procedure negoziate e con inviti, inserite con il recente Dl Semplificazioni, i ribassi probabilmente in media si assestano intorno al 20%, proprio perché la partecipazione è "limitata" ad un numero di aziende ristretto che vengono scelte dalle singole amministrazioni appaltanti, contravvenendo, a parere dell'Aassociazione di categoria, alle più semplici regole di mercato. Nelle gare aperte, che si svolgono con la procedura del massimo ribasso, le percentuali superano invece il 30% con un sistema che spinge le aziende a inseguire il prezzo più basso, riducendo i margini di profitto e spesso rendendo anche più complesso realizzare effettivamente l'opera appaltata.
"Come Ance abbiamo sempre manifestato la nostra contrarietà a questa disparità - continua - e ci chiediamo perché si continui a seguire questa strada. Perché la Politica non sostiene un percorso di effettiva democratizzazione? Perché continuare a fare orecchie da mercante? A chi conviene questo sistema? La possibilità per le amministrazioni di scegliere di fatto le aziende che potranno partecipare alle procedure, limita il diritto alla concorrenza, con conseguenze su tutti i soggetti coinvolti in questa vicenda: i pochi fortunati che possono partecipare alle procedure ristrette possono infatti aggiudicarsi i lavori ad una somma certamente più vantaggiosa rispetto alle altre imprese. Oggi non si può più attendere, perché molte aziende - anche a causa dell'enorme aumento dei costi per le materie prime e per l'energia - non potranno più continuare a lavorare".
Salamone, quindi, chiede che si torni ad una procedura unica, quella cioè del massimo ribasso con il metodo che era stato previsto nella legge regionale 16 sugli appalti. Un testo che venne poi impugnato dalla Corte Costituzionale per questioni di competenza, sebbene i giudici non ne contestarono i contenuti, che erano semmai chiaramente improntati a scongiurare i rischi di turbativa delle gare. Il presidente di Ance, inoltre, evidenzia come nonostante il Governo nazionale abbia approvato il Decreto ristori per l'aumento dei costi delle materie nel campo dell'edilizia per il primo semestre 2021, ad oggi non sia stato ancora liquidato un solo euro e non vi sia nemmeno alcuna certezza sulle somme per il secondo semestre 2021.
"Chi fa impresa rischia ogni giorno in proprio - conclude Salamone - e non può attendere i tempi della politica. A noi viene chiesto di essere celeri, di rispettare contratti e scadenze, ma chi è chiamato a decidere per tutti non ha, stranamente, gli stessi oneri. Le imprese, per anni, hanno sopportato il costo occulto di una politica che non sa tenere il passo del Paese: oggi quel tempo è finito".

QUIFINANZA

Bufera su Brunetta: cosa ha detto sullo smart working nella PA (e come funziona)

Pioggia di critiche contro il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta per la sua frase sui dipendenti pubblici in lavoro agile
E' bastata una frase in merito al lavoro da casa a scatenare durissime critiche contro il ministro della Pubblica amministrazione. Renato Brunetta ha sempre manifestato una certa insofferenza per il lavoro da remoto, che considera una sorta di luogo perditempo per i dipendenti pubblici. Ma si sa, il lavoro pubblico ha da sempre problemi con la solerzia e le performance, anche in ufficio, anche in presenza.
"Basta far finta di lavorare in smart working": queste le forti parole del ministro della PA, che hanno fatto immediatamente saltare sulle sedie i sindacati. "Il governo Draghi ha fatto una grande scelta: vaccini e presenza, vaccini e gente sul posto di lavoro. Non lo smart working, non chiudersi in casa e non vaccinarsi, ma vaccini, vaccini, vaccini, con tutti gli strumenti possibili", ha detto Brunetta. "Piuttosto che chiusi a casa, con il telefonino sulla bottiglia del latte a fare finta di fare smart working, a parte le eccezioni che ci sono sempre".
Una frase che forse voleva essere più un invito a concludere il ciclo vaccinale il prima possibile per poi tornare al lavoro in presenza, che non un'ammonizione contro i lavoratori "fannulloni" che a casa combinerebbero ancora meno. Fatto sta che ha generato una cascata di critiche.
La replica di Cgil e Usb
"La dichiarazione del ministro, oltreché scorretta e poco rispettosa, è anche falsa. E' come se volesse affermare che il lavoro in modalità agile (o meglio da remoto), che abbiamo dovuto svolgere in questi due anni di pandemia, non è stato lavoro. Che, cioè, non è stato lavoro produttivo" ha commentato ad Adnkronos/Labitalia Tania Scacchetti, segretaria confederale Cgil, responsabile della contrattazione pubblica e privata.
"E' una cosa falsa perché, paradossalmente, quello che ci dicono le prime statistiche è che è aumentata la produttività del lavoro. E se c'è un aspetto negativo della remotizzazione del lavoro è che in troppi casi sono aumentati i carichi di lavoro, non sono certo diminuiti".
Su una cosa Scacchetti concorda però con Brunetta: "Ha sempre detto che nella pandemia tecnicamente noi non abbiamo fatto smart working, non abbiamo cioè modificato l'organizzazione del lavoro e reso più responsabile il lavoratore, ma abbiamo remotizzato il lavoro dell'ufficio. Questo è vero. Quello che è falso è dire che è lavoro solo quello che puoi controllare in presenza fisica".
Secondo la sindacalista, "negherebbe" anche quello che lo stesso ministro sta proponendo nel corso dei rinnovi contrattuali, cioè lo sviluppo dell'indirizzo del lavoro agile come modalità di organizzazione del lavoro per chi ha una mansione che non obbliga necessariamente alla presenza.
Ciò che è quantomeno contestabile è che l'efficienza non dipende certo dalla presenza fisica, anzi, quanto da una certa organizzazione e responsabilizzazione del lavoro, secondo un principio di valorizzazione delle competenze e di ottimizzazione dei servizi.
"Il ministro Brunetta non perde occasione per attaccare i dipendenti pubblici" scrive in una nota Usb pubblico impiego, che continua a "rigettare puntualmente al mittente le accuse di fannullonismo ricordando, numeri alla mano, i dati sulla produttività durante lo smart working".
L'Usb ricorda anche la "realtà" di una PA che "ha garantito" i servizi ai cittadini anche in pieno lockdown e che continua a garantirli nonostante nessun intervento strutturale sia stato messo in atto in questi 2 anni: si pensi a scuola e sanità, e i protocolli sicurezza nei luoghi di lavoro rimangano per lo più lettera morta, "in ossequio ad un produttivismo tutto teso a garantire assistenza alle imprese piuttosto che servizi adeguati ai cittadini".
A che punto siamo in Italia con lo smart working nella PA
"Lo smart working può aiutare" ribatte il ministro del Lavoro Andrea Orlando. "E' una grande occasione che può essere colta anche dal Mezzogiorno, soprattutto per le aree interne. Un po' di demonizzazione fatta va rivista, lo dicono le grandi Company: è un modo per ripensare le nostre città, il rapporto tra lavoro e tempo libero, tra periferie e centro" (qui le regole dello smart working nel settore privato).
Ricordiamo che l'Italia è stata il primo Paese ad avere fatto un accordo sullo smart working, stabilendo le regole del gioco, per cui anche dopo la pandemia ci sarà più smart working rispetto al periodo pre-pandemia.
Già il 10 marzo 2021, nel Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale siglato a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e i sindacati, si concordava che, con riferimento allo smart working, occorre porsi nell'ottica del superamento della gestione emergenziale, "mediante la definizione, nei futuri contratti collettivi nazionali, di una disciplina che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e l'orientamento ai risultati, concili le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle Pubbliche Amministrazioni, consentendo, ad un tempo, il miglioramento dei servizi pubblici e dell'equilibrio fra vita professionale e vita privata".
Il Patto del 10 marzo ha segnato l'avvio di un percorso che ha reso possibile, in pochi mesi, il raggiungimento di tre tappe importanti:
la prima a fine aprile, con il decreto Proroghe, ha riguardato il superamento di vincoli rigidi e soglie percentuali minime per l'applicazione dello smart working nella Pubblica amministrazione;
la seconda dal 15 ottobre, coerentemente con la riapertura di tutte le attività economiche, sociali e culturali del Paese grazie alle vaccinazioni e all'obbligo di green pass per tutti i 23 milioni di lavoratori pubblici, privati e autonomi, ha permesso di ripristinare il lavoro in presenza come modalità ordinaria nella PA (Dpcm 24 settembre e Dm 8 ottobre);
la terza, in parallelo, ha visto partire le prime trattative per i rinnovi contrattuali, nell'ambito dei quali, in attuazione del Patto, devono essere disciplinati gli aspetti di tutela dei diritti dei lavoratori, delle relazioni sindacali e del rapporto di lavoro connessi al lavoro agile: il diritto alla disconnessione, le fasce di contattabilità, il diritto alla formazione specifica, il diritto alla protezione dei dati personali, il regime dei permessi e delle assenze e ogni altro istituto del rapporto di lavoro e previsione contrattuale. In attesa che i nuovi contratti diventino operativi (il 21 dicembre è stata firmata la preintesa per il comparto funzioni centrali), questi aspetti sono stati anticipati per tutta la Pubblica amministrazione nelle "Linee guida in materia di lavoro agile nelle amministrazioni pubbliche", concordate con i sindacati, sulle quali è stata acquisita l'intesa in Conferenza Unificata lo scorso 16 dicembre.
Cosa prevedono le linee guida per lo smart working nella Pa?
Le linee guida prevedono che lo svolgimento del lavoro agile è rimesso all'accordo individuale con il lavoratore, in cui vengono definiti durata, modalità e obiettivi della prestazione.
Le linee guida prevedono queste condizioni per lo smart working:
l'invarianza dei servizi resi all'utenza;
l'adeguata rotazione del personale, assicurando comunque la prevalenza per ciascun lavoratore del lavoro in presenza;
l'adozione di appositi strumenti tecnologici idonei a garantire l'assoluta riservatezza dei dati e delle informazioni trattati
la necessità, per l'amministrazione, della previsione di un piano di smaltimento dell'eventuale lavoro arretrato
la fornitura di idonea dotazione tecnologica al lavoratore, che garantisca anche la sicurezza e il divieto di ricorso all'utenza personale o domestica del dipendente, salvo i casi preventivamente verificati e autorizzati
il prevalente svolgimento in presenza della prestazione lavorativa dei soggetti titolari di funzioni di coordinamento e controllo, dei dirigenti e dei responsabili dei procedimenti;
la rotazione del personale in presenza dove richiesto dalle misure di carattere sanitario.

REPUBBLICA

La Repubblica
Scuola, gli assistenti per i disabili vanno assunti dal ministero: via all'iter per cambiare la legge
di Patrizia Gariffo

Dopo anni di difficoltà nell'ambito dell'assistenza scolastica agli allievi con disabilità, qualcosa si muove. È stato avviato l'iter parlamentare alle Commissioni istruzione e lavoro della Camera dei deputati, per approvare l'internalizzazione nell'organico del ministero dell'Istruzione degli assistenti all'autonomia e alla comunicazione. Così queste figure importantissime per l'inclusione potrebbero essere assunte dal ministero dell'Istruzione e non più dagli enti locali, evitando disparità territoriali.
La figura dell'assistente all'autonomia e alla comunicazione (Asacom) è prevista dalla legge 104/1992, articolo 13, comma 3. Ha vari compiti, tutti indispensabili per permettere agli studenti con disabilità di vivere pienamente l'esperienza e l'inclusione scolastica. Aiuta chi ha difficoltà a usare le mani, ma pure chi è paraplegico, tetraplegico o afasico, cui serve assistenza continua anche per atti che esulano dalla didattica. Le sue funzioni sono essenziali per facilitare la comunicazione degli alunni con difficoltà ad esprimersi: audiolesi, affetti da autismo e con cerebro lesioni. In Sicilia gli Asacom sono circa 7.000 e lavorano in tutte le scuole di ordine e grado. Se l'iter parlamentare andrà avanti (audizioni, emendamenti, discussione e votazione) e ci sarà la volontà politica, gli Asacom faranno parte del Ministero, come tutti gli insegnanti curriculari. Ad oggi gli assistenti all'autonomia e alla comunicazione non lavorano in modo adeguato e uguale in tutto il territorio siciliano. Ciò accade perché la loro attribuzione alle scuole è compito degli enti territoriali (comuni, liberi consorzi e città metropolitane) che pagano le cooperative che li assumono.
Un percorso lavorativo che trova innumerevoli ostacoli, spesso incomprensibili, che danno vita a realtà in cui ci sono "territori in cui abbiamo zero ore di assistenza o due o tre ore a settimana o comunque un numero di ore modesto. O in cui il servizio viene attivato non prima di dicembre o gennaio", commenta la FIRST. Una situazione di perenne instabilità che in primis va a discapito degli studenti, privati dell'assistenza per mesi o con un numero di ore insufficiente ai loro bisogni. I disagi ricadono anche sugli assistenti: figure altamente specializzate che vivono da precari, con la conseguenza di un abbandono sempre più frequente di questa professione fondamentale per svolgerne altre più stabili economicamente e consone alla formazione conseguita in anni di studio. L'internalizzazione nel MIUR degli assistenti garantirebbe agli studenti con disabilità, personale qualificato e preparato ovunque in modo costante e continuativo e una migliore condizione lavorativa per gli stessi operatori.

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