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rassegna stampa del 18 maggio 2023

giornale di sicilia
Scontro sull'Autonomia differenziata I sospetti della Lega su Fratelli d'Italia Casellati sulle riforme: dai giuristi preferenza per il premierato

È scontro tra Lega e FdI sul disegno di legge sull'Autonomia differenziata, con la prima che attacca anche la struttura del Senato per il dossier dell'Ufficio Bilancio di Palazzo Madama che martedì ha sottolineato che l'Autonomia aumenterebbe le disparità territoriali tra regioni. Prima il ministro Roberto Calderoli ha attaccato e poi il capogruppo Massimiliano Romeo ha parlato di una «manina» dietro al Dossier, per boicottare l'Autonomia, in qualche modo alimentando l'idea dei sospetti della Lega verso FdI. Una accusa rinviata al mittente dalla sponda di Fratelli d'Italia con Fabio Rampelli. In questo clima teso, sulle riforme il governo ha incontrato in un convegno al Cnel 110 costituzionalisti, a cui hanno preso parte la ministra Maria Elisabetta Casellati e il sottosegretario Alfredo Mantovano che hanno fatto capire che ormai presidenzialismo e semipresidenzialismo non sono più all'ordine del giorno, mentre le preferenze vanno per il premierato, in particolare per quello elettivo. Ad attaccare l'Ufficio Bilancio del Senato sull'Autonomia aveva cominciato il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, a cui si è aggiunta la voce del ministro Calderoli: «Il Servizio del Bilancio del Senato ha realizzato un dossier nel quale vengono evidenziate criticità non oggettive ma meramente ipotetiche». Poi l'ulteriore affondo: «Era ed è prevedibile che i palazzi e gli interessi del centralismo cercassero di intromettersi, utilizzando qualsiasi tipo di strumento». Parole che hanno suscitato l'indignazione delle opposizioni con i Dem Francesco Boccia e Antonio Misiani che hanno difeso la «terzietà» degli Uffici del Senato. Poi Romeo ha reso più esplicite le allusioni verso le mosse degli alleati, in particolare FdI: dopo le accuse che, informalmente, diversi leghisti avevano mosso in queste ore per la pubblicazione del dossier: «Ci sono manine che ci vogliono fermare, che si muovono contro il progetto dell'autonomia... Una manina che non sappiamo se di centrodestra o di centrosinistra....». Il linguaggio allusivo di Romeo non è piaciuto a FdI che con Rampelli ha replicato: «Fratelli d'Italia non ha mai usato le manine, le nostre mani sono sempre ben in evidenza. Da parte nostra nessun pregiudizio sul processo federativo che deve andare avanti insieme al rafforzamento delle istituzioni centrali, con l'elezione diretta del capo dello Stato o del premier». In contrasto con il clima ruvido dello scontro politico, si è svolto il confronto al Cnel tra 110 costituzionalisti italiani e il ministro per le Riforme Elisabetta Casellati, insieme al sottosegretario alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano in rappresentanza di Palazzo Chigi. Durante l'incontro, Mantovano ha precisato che non esiste un'ipotesi di progetto di riforma preconfezionato e che l'esecutivo incontrerà a breve, dopo le opposizioni e i costituzionalisti, gli enti territoriali e le parti sociali perché quando «si deve mettere mano ad una riforma della Costituzione è bene che il dibattito sia il più ampio possibile».   


Amministrative, presidenti di seggio: pioggia di rinunce 

 Il 40% dei presidenti di seggio sta rinunciando all'incarico. Alla Regione è scattato l'allarme in vista delle elezioni del 28 e 29 maggio in circa 130 Comuni. Lo spettro di quanto accaduto a Palermo alle Amministrative dell'anno scorso si sta ripresentando e nei prossimi giorni l'assessorato guidato da Andrea Messina detterà nuove regole per fronteggiare la prevedibile emergenza. Le prime rinunce stanno piovendo con un ritmo allarmante sulle Corti d'Appello, visto che dal punto di vista tecnico è a questi uffici che spetta la nomina di presidenti e membri del seggio. Il ritmo delle rinunce è stato vertiginoso: almeno 1 su 4 dei nominati ha fatto un passo indietro. Quando scattò l'emergenza a Palermo il sospetto fu che in molti avessero preferito andare allo stadio per la decisiva partita dei play off del Palermo. Da qui nacque una inchiesta della magistratura (ancora in corso): in 60 sono stati denunciati perché avrebbero rinunciato motivando la decisione con le precarie condizioni fisiche ma, secondo la Digos, si recarono poi allo stadio per Palermo-Padova. Quest'anno il problema sembra essere di natura economica. All'assessorato regionale agli Enti Locali serpeggia il sospetto che il compenso sia troppo basso. Essendo elezioni singole ai presidenti di seggio andranno poco più di 150 euro e 120 agli scrutatori. Qualcosa in più a Catania, dove ci sono anche le elezioni per le circoscrizioni. E di fronte a una giornata di lavoro molto dura - è l'analisi più diffusa alla Regione - in tanti stanno rinunciando. Il secondo motivo - ha spiegato ieri l'assessore Messina - è legato al rischio di risultare incompatibile: «Si tratta di elezioni in cui ci sono tantissimi candidati e i presidenti potrebbero avere parenti in lista. Ciò diventa un problema». Le nomine vengono fatte sulla base di elenchi precedentemente formati. Ma la Regione nei prossimi giorni scriverà ai sindaci per chiedere di creare subito degli elenchi di supplenti da mettere a disposizione delle Corti d'Appello per poter completare i seggi adesso e pure in extremis se la rinuncia arrivasse il sabato, quando i presidenti saranno chiamati a ritirare il materiale per attivare il seggio. La lettera funzionerà come una allerta al sistema. In vista delle elezioni il Movimento 5 Stelle ha segnalato un secondo problema: almeno 200 mila elettori regolarmente iscritti nelle liste non potranno votare perché sono fuori sede e il costo dei biglietti per rientrare è troppo elevato. «Anche alle imminenti Amministrative i siciliani che si trovano fuori dalla Sicilia per motivi di studio, di salute o di lavoro non avranno diritto di voto. È ora di dire basta, le soluzioni ci sono e le abbiamo proposte nel disegno di legge sugli Enti locali attualmente in discussione in prima commissione all'Ars: si chiamano voto a distanza e voto elettronico» hanno affermato Martina Ardizzone e Angelo Cambiano.

grandangoloagrigento.it
Strada provinciale 32, Catanzaro: "A rischio finanziamento di 13 milioni di euro""E' gravissimo - dice Catanzaro - che il progetto, inizialmente approvato, non sia stato messo a bando"
Ferma solidarietà ai Sindaci dei Comuni dei Monti Sicani della provincia di Agrigento è stata espressa dall'Onorevole Michele Catanzaro capogruppo Pd all'Ars dopo la notizia che per la strada provinciale 32 si sono persi 13 milioni di euro di finanziamenti destinati alla manutenzione e messa in sicurezza."E' gravissimo - dice Catanzaro - che il progetto, inizialmente approvato, non sia stato messo a bando. Presenteremo un'apposita interrogazione all'Assessore Regionale alle Infrastrutture per fare luce sulle procedure burocratiche, per sapere quasi sono i motivi che secondo i Sindaci avrebbero pregiudicato questa importantissima opera pubblica e se ci sono le condizioni per recuperare le risorse".
La strada provinciale 32 tocca ben nove 9 Comuni dell'area montana della provincia di Agrigento, è l'unica arteria stradale, lunga circa 18 chilometri, che consente ai lavoratori e studenti di queste zone di raggiungere più facilmente la strada statale 115 ed i presidi ospedalieri di Sciacca e Ribera."Si priva un ampio territorio - aggiunge Catanzaro - della possibilità di dotarsi di un intervento di ammodernamento di asse viario che da anni è in condizioni precarie. Una situazione che aggiunge ulteriori disagi alle comunità che già soffrono di uno stato di marginalità e di un accesso più agevole ai servizi sanitari presenti nel territorio"."E' bene ricordare - aggiunge Catanzaro - che una viabilità precaria aiuta la sanità pubblica a sgretolarsi. Ci sono gravi responsabilità del governo regionale. È inammissibile che lavoratori e cittadini di un vasto comprensorio siano costretti a viaggiare su strade a corsie ridotte e trazzere. Come abbiamo più volte fatto in questi anni, saremo ancora più vicini ai Sindaci che legittimamente hanno lanciato un grido di allarme. Lo faremo con ogni strumento democratico a nostra disposizione. E torneremo a rimarcare - conclude - come l'attuale governo regionale abbia purtroppo ingranato la stessa marcia di quello che lo ha preceduto, fatta di ritmi lenti e inconcludenti, caratterizzati solo da stucchevoli annunci misti a propaganda".

scrivolibero.it
Il 19 Maggio Nell'aula "Giglia" Presentazione Del Progetto Del Libero Consorzio Comunale Di Agrigento Per La Riqualificazione E Valorizzazione Della Foce Dell'Akragas
Sarà presentato il prossimo venerdì 19 maggio 2023 alle ore 11:00 nell'aula consiliare "L. Giglia" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento il progetto "Riqualificazione e valorizzazione della foce del fiume Akragas". Elaborato dal Libero Consorzio, prevede interventi sulla foce e sulle aree connesse ad una porzione di territorio che costituiscono la memoria delle origini della colonia greca. L'area è, peraltro, molto interessante sotto il profilo ambientale per la fauna e i tramonti, ma da diversi anni è in stato di degrado o abbandono, con strutture che meritano di essere riqualificate e valorizzate, con notevoli prospettive di interesse turistico.Il progetto è stato finanziato con fondi del POC Sicilia "Assegnazioni finanziarie ai Liberi Consorzi Comunali" dell'Asse 10 del PO FESR 2014-2020 Sicilia, riservati alle ex Province Regionali.




lentepubblica.it
Licenziamento per comportamenti scorretti durante la malattia: ecco in quali casi
È giusto il licenziamento di un dipendente, in caso di comportamenti scorretti durante la malattia? Vediamolo insieme.Licenziamento per comportamenti scorretti durante la malattia: il lavoratore ha il diritto di godere della sospensione della prestazione lavorativa, durante la malattia.In caso di malattia, inoltre, il dipendente ha diritto alla conservazione del posto di lavoro e di percepire una retribuzione o un'indennità economica, pur in assenza della prestazione lavorativa.Ma ci sono anche degli obblighi da rispettare e, in caso di comportamenti scorretti, si può rischiare il licenziamento.
Vediamo quali sono.
Licenziamento per comportamenti scorretti durante la malattia: quali sono i doveri del lavoratore
Nel periodo di malattia, il lavoratore deve adempiere ad alcuni obblighi:Comunicare immediatamente la propria assenza al datore di lavoro, secondo le forme indicate nel contratto;
Sottoporsi ad una visita medica e inviare il certificato all'Inps, così da metterlo a disposizione del datore di lavoro;Restare a casa durante le fasce di reperibilità, per permettere il controllo con le visite fiscali;Non svolgere altre attività lavorative, se sono in concorrenza col datore di lavoro;Rientrare a lavoro appena finito il periodo di malattia;Non svolgere attività che possano pregiudicare o rallentare la guarigione, come lo sforzo fisico, uscire di casa, etc.Il dipendente, inoltre, non può superare il limite massimo di assenze per malattia, stabilito dal contratto collettivo del lavoro. L'unica eccezione è in caso di infortunio sul lavoro, se causato da una mancata adozione delle misure di sicurezza, da parte del datore di lavoro. In questo caso, il lavoratore può rimanere a casa fino alla completa guarigione, senza il rischio di perdere il posto.Licenziamento per comportamenti scorretti durante la malattia: la recente sentenza.
Il lavoratore, quindi, è obbligato ad alcuni adempimenti durante il periodo di malattia, tra i quali c'è il divieto di svolgere attività che possano prolungare la malattia o pregiudicare la guarigione.In una recente sentenza (n°12994 del 15/05/2019), la Cassazione ha chiarito che un lavoratore in malattia, che svolge attività fisica che può ostacolare il suo recupero, può essere legittimamente licenziato.Questo, perché il comportamento avuto dal lavoratore mina la fiducia col datore di lavoro, inficiando il rapporto tra le due parti.
Inizialmente il Tribunale aveva dichiarato illegittimo il licenziamento, ritenendo inesistenti i comportamenti contestati, in assenza di precise prescrizioni mediche che limitassero le sue attività quotidiane.La Corte d'Appello, però, ha ribaltato la sentenza perché è vero che il lavoratore non deve obbligatoriamente astenersi dall'attività fisica durante il periodo della malattia, ma non può praticarne una che pregiudica la sua guarigione.In questo caso, le attività includevano la guida di veicoli, il carico e lo scarico di materiale edile e il montaggio di un portabagagli sulla sua auto. Tutti comportamenti che risultano incompatibili con le prescrizioni mediche, che prevedevano riposo e cura.Con queste attività, il lavoratore aveva ostacolato e ritardato il suo recupero, violando i doveri di correttezza, diligenza e buona fede, perciò è risultato legittimo il licenziamento.Perciò, un lavoratore in malattia può svolgere attività fisica, come una passeggiata al mare se il dipendente è affetto da una sindrome depressiva. Ma se il dipendente è in malattia per, ad esempio, un mal di schiena, non può fare attività che possono peggiorare la sua condizione, come la palestra o spostare carichi troppo pesanti.



Panoramica Pubblica Amministrazione: il report al Forum PA 

 Aumentano i dipendenti pubblici, ma 2 su 10 rinunciano al posto nei concorsi: ecco una panoramica sulla Pubblica Amministrazione nel report presentato al Forum PA.
Panoramica Pubblica Amministrazione: nel 2021, si era registrato un calo dei dipendenti pubblici, che è stato recuperato già a partire dallo scorso anno. I dipendenti pubblici si attestano a 3'266'180 unità, il valore più alto dell'ultimo decennio, con un aumento dello 0,8% in un anno. I dati dell'indagine sul Lavoro pubblico, realizzata da Fpa, società del Gruppo Digital 360, presentata durante il Forum PA, ha evidenziato diversi dati relativi al mondo della PA.
 L'indagine evidenzia un aumento nel comparto Scuola, con un incremento di 14'400 unità in più e nel comparto Sanità, con un incremento di 9000 unità. Ecco tutti gli altri dati riscontrati. Età media personale Nel 2021, nelle pubbliche amministrazioni, l'età media era di 50,7 anni: l'età si è alzata notevolmente rispetto al 2001, quando si attestava a 44,2 anni. Negli ultimi vent'anni, l'età media di entrata si è alzata da 29,3 a 34,3 anni. gli impiegati pubblici under 30 sono solo il 4,8% e si riducono al 3,6% per il personale stabile. Nei Ministeri, negli enti locali e nella scuola, ci sono meno di due giovani under 30 su 100, assunti stabilmente. Un milione di dipendenti pubblici in pensione entro il 2033 La Pubblica Amministrazione deve prevedere un grosso piano di assunzioni, nei prossimi anni. Entro il 2033, infatti, oltre un milione di dipendenti pubblici andrà in pensione, circa uno su tre. Alcune amministrazioni saranno obbligate a sostituire oltre la metà del personale in servizio, soprattutto nella scuola, nella sanità e negli enti locali. Contratti flessibili Nel lavoro pubblico aumentano i contratti di lavoro a tempo determinato: su 100 contratti a tempo indeterminato, 15 sono flessibili. Il 68% di questi è nel settore Istruzione e Ricerca, dove i precari sono 297'000 (circa il 30%), il 14% è nella Sanità, con circa 63'000 figure. Tagli alla formazione Dal 2008 al 2021, è stata tagliata la spesa per la formazione dei pubblici dipendenti, passando dai circa 301 milioni di euro reali del 2008 ai 158,21 milioni di euro del 2021, da quanto si evince dal Conto Annuale della Ragioneria dello Stato. Il numero di giorni di formazione si è abbassato a meno di un giorno per dipendente. 1. Panoramica Pubblica Amministrazione: cosa dice l'indagine presentata al Forum PA 1.1. Età media personale 1.2. Un milione di dipendenti pubblici in pensione entro il 2033 1.3. Contratti flessibili 1.4. Tagli alla formazione 1.5. Concorsi pubblici 3/4 La PA però è composta da sempre più laureati che sono ora il 43,8% del totale, con una crescita di ben il 27,3% rispetto al 2011. Un dato destinato a crescere perché il 90% dei concorsi sul portale InPA richiede la laurea. Concorsi pubblici Si registra una ripresa dei concorsi pubblici, ma anche una diminuzione dei candidati e un aumento delle rinunce. Dal 2021 al giugno 2022, si sono presentati appena 40 candidati per ogni posto messo a bando, un quinto rispetto ai 200 di media del biennio precedente. Mediamente, inoltre, due vincitori su dieci hanno rinunciato al posto, con picchi del 50% di rinunce per i posti a tempo determinato. Inoltre, l'affollamento delle selezioni ha portato ad un aumento delle candidature multiple e a più vincitori nelle stesse posizioni. La maggior parte dei candidati non sceglie più di trasferirsi al Nord, a causa del caro-affitti. L'affitto impegna il 50% dello stipendio di un laureato neoassunto, contro il 18%-23% di una città metropolitana del Sud.



Acquisti in Rete PA: entrata in vigore del nuovo Codice Appalti
Manca ormai poco al 1° luglio 2023, data in cui diventerà efficace il Nuovo Codice degli Appalti: ci saranno diverse novità anche sul portale degli Acquisti in Rete della PA.Anche Acquisti in Rete PA adeguerà infatti il Mercato elettronico e il Sistema dinamico di acquisizione alle nuove disposizioni normative introdotte dal D.Lgs. n. 36/2023.Il nuovo Codice dei Contratti Pubblici (d.lgs. 36/2023) ha lo scopo di sburocratizzare le pratiche e velocizzare le procedure: rappresenta dunque una discontinuità con il passato, anche sul piano culturale, nella disciplina del public procurement.Il nuovo Codice muove da due principi cardine, stabiliti nei primi due articoli:il "principio del risultato", inteso come l'interesse pubblico primario del Codice stesso, che riguarda l'affidamento del contratto e la sua esecuzione con la massima tempestività e il migliore rapporto tra qualità e prezzo nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza;e il "principio della fiducia" nell'azione legittima, trasparente e corretta della pubblica amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici.
Acquisti in Rete PA: cosa cambia con l'entrata in vigore del nuovo Codice Appalti?Il portale degli Acquisti in Rete della PA si adeguerà dunque alle nuove disposizioni normative pubblicando dei nuovi bandi.Ecco nello specifico tutte le date da tenere a mente.MePAPer il Mercato elettronico, già il 5 giugno verranno pubblicati i nuovi bandi (efficaci dall'entrata in vigore del D.Lgs. n. 36/2023) per consentire agli Operatori Economici di continuare a operare sul MePA in continuità.A partire da questa data pertanto gli Operatori Economici già abilitati potranno modificare le dichiarazioni rese attraverso un'apposita funzionalità a sistema. Gli OE ancora non abilitati invece potranno direttamente già abilitarsi ai nuovi bandi seguendo la procedura che integrerà anche le nuove disposizioni normative.Fino al 30 giugno le Pubbliche Amministrazioni potranno pubblicare RdO o emettere Ordini diretti sugli attuali bandi del MePA.

italiaoggi.it

L'Inps congela il pensionato con "quota 103" che ancora lavoraLa presenza di un reddito, anche se di minimo importo, derivante da lavoro dipendente, autonomo o co.co.co., in Italia o all'estero fa scattare lo stop della pensione per l'intero anno di produzione del reddito

 Un anno sabbatico al pensionato con "quota 103" che ancora lavora. La presenza di un reddito, anche se di minimo importo, derivante da lavoro dipendente, autonomo o co.co.co., in Italia o all'estero, infatti, fa scattare lo stop della pensione per l'intero anno di produzione del reddito. A precisarlo è l'Inps, tra l'altro, nel messaggio 1681/2023, dando il via libera alle liquidazioni delle pensioni con quota 103.Ok al prepensionamento. L'Inps fa seguito alla circolare 27/2023 e al messaggio 754/2023, con cui ha dato il via libera alla presentazione delle domande di pensionamento anticipato con la nuova opportunità per l'anno 2023 prevista dalla legge 197/2022 (legge bilancio 2023). È la "quota 103" e consente ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all'Inps, inclusa la gestione separata, di mettersi a riposo all'età di almeno 62 anni con un'anzianità contributiva di almeno 41 anni. I requisiti, precisa l'Inps, vanno maturati necessariamente entro fine anno 2023.Vecchie quote. Per accedere al pensionamento anticipato occorre presentare domanda all'Inps, cui fa seguito un'istruttoria a partire dalla verifica di sussistenza dei requisiti. L'Inps spiega che, qualora nel corso di tale istruttoria, sia accertato che il richiedente abbia maturato, prima del 1° gennaio 2023, i requisiti (età e contributi) per la pensione anticipata "quota 100" o "quota 102", l'Inps avrà cura d'interpellare l'interessato invitandolo a manifestare la propria volontà. In tale sede, pertanto, è possibile optare per un diverso pensionamento, a scelta tra quota 100, 102 o 103.Le finestre. L'Inps ricorda, ancora, che per la decorrenza della pensione anticipata è prevista l'operatività delle finestre, come indicato in tabella. Ai lavoratori dipendenti privati e a quelli autonomi, la pensione decorre dal primo giorno del mese successivo all'apertura della finestra; dal primo giorno successivo all'apertura della finestra, invece, se la pensione è a carico di una gestione esclusiva dell'Ago. Ai lavoratori dipendenti della p.a. la pensione decorre dal primo giorno di apertura della finestra; dal primo giorno del mese successivo all'apertura della finestra se la pensione è a carico di una gestione diversa da quella esclusiva dell'Ago.Incumulabilità assoluta. L'Inps precisa che la pensione anticipata non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione di quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale nel limite di 5.000 euro lordi annui. L'incumulabilità totale vige dal primo giorno di decorrenza della pensione e fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia (oggi 67 anni). La presenza di reddito di qualsiasi importo e attività lavorativa svolta, anche all'estero, comporta lo stop della pensione nell'anno di produzione dei predetti redditi.Il limite d'importo. Novità di quota 103 è la previsione del limite d'importo all'erogazione della pensione: cinque volte il minimo dell'Inps, per le mensilità pagate in anticipo rispetto all'età per la pensione di vecchiaia (come detto 67 anni nel 2023 e 2024). Perciò, fino a 67 anni, il pre-pensionato riceve una pensione non superiore al predetto limite, pari nel 2023 a 2.818,65 euro lordi mensili (in misura annua pari a 36.642 euro). L'Inps precisa che il limite è soggetto a rivalutazione annua e, di conseguenza, anche la pensione con eventuale adeguamento al fine di garantire il rispetto del limite.









 

































































































































































































































































































































































































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