agrigentonotizie.it
La città avrà il suo porto antico: entro il 2025 la fine dei lavori di riqualificazione nella foce del fiume Akragas.
Prevista l'apertura del museo del mare che accoglierà non solo reperti archeologici ma anche modelli in scala delle navi greche che, da quell'approdo, hanno fatto di Akragas quella che Pindaro descriveva come "la più bella città fra i mortali"
Nei prossimi due anni, la città di Agrigento potrà riappropriarsi di uno spazio a lungo dimenticato, ovvero l'area dell'antico porto di Akragas, nei pressi della foce del fiume da cui prese il nome la colonia greca. Nell'ex aula del consiglio provinciale di Agrigento, è stato presentato il progetto di riqualificazione elaborato dagli uffici del Libero consorzio comunale, in sinergia con gli altri enti competenti, ovvero Soprintendenza, Parco archeologico e Comune di Agrigento. "Partire dal mare e dal fiume Akragas, elemento essenziale per la nascita della colonia greca, e riscoprire il porto, che diede vita, ricchezza e prosperità alla città antica, è una scommessa che, siamo convinti, porterà frutti positivi al nostro turismo". Così il commissario dell'ex Provincia, Raffaele Sanzo, nel suo saluto alle autorità presenti. Fra questi, anche l'assessore regionale dei Beni Culturali, Francesco Paolo Scarpinato.
Nello specifico, il progetto, oltre alle opere di riqualificazione della zona, prevede anche l'apertura di un museo del mare che accoglierà, non solo reperti archeologici ma anche modelli in scala delle navi greche che, da quell'approdo, hanno fatto di Akragas quella che Pindaro descriveva come "la più bella città fra i mortali".
grandangoloagrigento.it
Agrigento, presentato il progetto di riqualificazione e valorizzazione della foce del fiume AkragasL'area verrà trasformata in un museo all'aperto dell'antico porto di Akràgas, che determinò la nascita e il prestigio della colonia greca
Venerdì scorso, nell'aula "Giglia" del Libero Consorzio Comunale di Agrigento alla presenza dell'Assessore Regionale ai Beni Culturali ed Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato è stato presentato il progetto "Riqualificazione e valorizzazione della foce del fiume Akragas - Porto di Akràgas, la nascita della colonia greca", finanziato con fondi del POC Sicilia "Assegnazioni finanziarie ai Liberi Consorzi Comunali" dell'Asse 10 del PO FESR 2014-2020 Sicilia, riservati alle ex Province Regionali. L'idea progettuale, condivisa con il Comune di Agrigento, l'Ente Parco Archeologico e la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento, prevede la riqualificazione della foce, nella convinzione che possa costituire un'importante integrazione culturale e turistica della stessa Valle dei Templi.L'area verrà trasformata in un museo all'aperto dell'antico porto di Akràgas, che determinò la nascita e il prestigio della colonia greca. Saranno recuperati, a tal fine, i locali dell'ex Focetta da destinare a centro di accoglienza turistica e di educazione ambientale, valorizzando così tutti gli aspetti della foce in funzione della fruizione turistica.
gds.it
Licata, muro dissestato: chiuso un tratto della strada provinciale 38.
A Licata chiuso alle auto un tratto della strada provinciale 38 Licata-Cuti Cascino-Montesole. La causa è il dissesto di un muro di contenimento, per metri 30 lungo il lato destro carreggiata. A renderlo noto, (ordinanza numero 15 del 17 maggio 2023) è Michelangelo di Carlo, direttore del settore Infrastrutture Stradali del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.Questo il percorso alternativo predisposto: per chi proviene da Licata e viaggia in direzione della Strada Statale 115, la deviazione è a destra sulla strada parallela denominata «Salita Sant'Antonino»; analogamente per chi proviene dalla Strada Statale 115 in direzione Licata, la deviazione a sinistra sulla strada parallela denominata sempre «Salita Sant'Antonino».
Il Comune di Licata assicura che «sarà cura del personale stradale predisporre, collocare e mantenere presso gli incroci la necessaria segnaletica stradale in termini di regolamento».
Rivive il porto di Akràgas Prima pietra
ricordando TusaSan Giovanni, i
candidati incontrano la città
Gettate le basi per una esposizione a cielo aperto che racconti le origini della
colonia greca attraverso i preziosi reperti
Giovanna Neri
Un museo a cielo aperto che racconti le origini della colonia greca attraverso i preziosi reperti restituiti
dal mare. Ieri la posa simbolica della prima pietra, nel ricordo di Sebastiano Tusa, ma entro il 2025 il
progetto di riqualificazione e fruizione turistica del porto dell'antica Akràgas diventerà realtà. Un
tassello di Agrigento Capitale della Cultura 2025 che si riallaccia alla visita dei Ministri alla Cultura,
Sangiuliano e al Mare, Musumeci, recentemente alla Valle dei Templi per la sottoscrizione di un
protocollo per la tutela dei beni archeologici sommersi. Il progetto del Libero Consorzio Comunale di
Agrigento «Riqualificazione e valorizzazione della foce del fiume - Porto di Akràgas, la nascita della
colonia greca», finanziato con fondi del Poc Sicilia, è stato illustrato ieri nell'aula Giglia dell'ex
Provincia, alla presenza dell'assessore Regionale ai Beni Culturali ed Identità Siciliana, Francesco
Paolo Scarpinato. «Agrigento Capitale della Cultura - ha detto Scarpinato - non può perdere questa
grande opportunità. Dobbiamo lavorare senza soluzione di continuità. Vogliamo valorizzare una zona
che rispecchia l'identità siciliana. Valorizzazione culturale, ma anche turistica. È un progetto di grande
respiro che prevede anche la creazione di un polo museale. Un uomo che dimentica il proprio
passato è un uomo che non potrà mai avere un futuro». Il progetto è stato presentato dal direttore del
settore Turismo e Ambiente del Libero Consorzio Achille Contino. Ai lavori hanno partecipato il
Commissario Straordinario del Libero Consorzio Raffaele Sanzo, il sindaco Francesco Miccichè, il
direttore del Parco Archeologico Roberto Sciarratta, il presidente del Parco Giovanni Crisostomo
Nucera ed un rappresentate della Soprintendenza. Vera Greco, già Soprintendente ai Beni Culturali
di Ragusa, ha illustrato il percorso per lo studio di fattibilità per la navigabilità del fiume a fini turistici.
Sono intervenuti inoltre Fortunata Flora Rizzo, vice presidente nazionale Archeoclub d'Italia,
Giuseppe Taibi, capodelegazione Fai e Francesco Picarella presidente di Federalberghi. «L'idea
progettuale, condivisa con il Comune, il Parco e la Soprintendenza - hanno affermato Contino e
Sanzo - prevede la riqualificazione della foce e la fruizione del tratto costiero di Maddalusa, nella
convinzione che possa costituire un'importante integrazione culturale e turistica della stessa Valle dei
Templi. L'area verrà trasformata in un museo all'aperto dell'antico porto di Akràgas, che determinò la
nascita e il prestigio della colonia greca. Saranno recuperati anche i locali dell'ex Focetta da
destinare a centro di accoglienza turistica e di educazione ambientale, valorizzando così tutti gli
aspetti della foce in funzione della fruizione turistica». La cerimonia è stata impreziosita dalla
performance delle attrici della Casa del Musical di Marco Savatteri. (*GNE*)
Giornale di sicilia
Rivive il porto di Akràgas Prima pietra
ricordando Tusa
Un museo a cielo aperto che racconti le origini della colonia greca attraverso i preziosi reperti restituiti
dal mare. Ieri la posa simbolica della prima pietra, nel ricordo di Sebastiano Tusa, ma entro il 2025 il
progetto di riqualificazione e fruizione turistica del porto dell'antica Akràgas diventerà realtà. Un
tassello di Agrigento Capitale della Cultura 2025 che si riallaccia alla visita dei Ministri alla Cultura,
Sangiuliano e al Mare, Musumeci, recentemente alla Valle dei Templi per la sottoscrizione di un
protocollo per la tutela dei beni archeologici sommersi. Il progetto del Libero Consorzio Comunale di
Agrigento «Riqualificazione e valorizzazione della foce del fiume - Porto di Akràgas, la nascita della
colonia greca», finanziato con fondi del Poc Sicilia, è stato illustrato ieri nell'aula Giglia dell'ex
Provincia, alla presenza dell'assessore Regionale ai Beni Culturali ed Identità Siciliana, Francesco
Paolo Scarpinato. «Agrigento Capitale della Cultura - ha detto Scarpinato - non può perdere questa
grande opportunità. Dobbiamo lavorare senza soluzione di continuità. Vogliamo valorizzare una zona
che rispecchia l'identità siciliana. Valorizzazione culturale, ma anche turistica. È un progetto di grande
respiro che prevede anche la creazione di un polo museale. Un uomo che dimentica il proprio
passato è un uomo che non potrà mai avere un futuro». Il progetto è stato presentato dal direttore del
settore Turismo e Ambiente del Libero Consorzio Achille Contino. Ai lavori hanno partecipato il
Commissario Straordinario del Libero Consorzio Raffaele Sanzo, il sindaco Francesco Miccichè, il
direttore del Parco Archeologico Roberto Sciarratta, il presidente del Parco Giovanni Crisostomo
Nucera ed un rappresentate della Soprintendenza. Vera Greco, già Soprintendente ai Beni Culturali
di Ragusa, ha illustrato il percorso per lo studio di fattibilità per la navigabilità del fiume a fini turistici.
Sono intervenuti inoltre Fortunata Flora Rizzo, vice presidente nazionale Archeoclub d'Italia,
Giuseppe Taibi, capodelegazione Fai e Francesco Picarella presidente di Federalberghi. «L'idea
progettuale, condivisa con il Comune, il Parco e la Soprintendenza - hanno affermato Contino e
Sanzo - prevede la riqualificazione della foce e la fruizione del tratto costiero di Maddalusa, nella
convinzione che possa costituire un'importante integrazione culturale e turistica della stessa Valle dei
Templi. L'area verrà trasformata in un museo all'aperto dell'antico porto di Akràgas, che determinò la
nascita e il prestigio della colonia greca. Saranno recuperati anche i locali dell'ex Focetta da
destinare a centro di accoglienza turistica e di educazione ambientale, valorizzando così tutti gli
aspetti della foce in funzione della fruizione turistica». La cerimonia è stata impreziosita dalla
performance delle attrici della Casa del Musical di Marco Savatteri. (*GNE*)
LIVESICILIA
Il governo regionale chiede di migliorare l'alta velocità in SiciliaAricò: "Così non è neanche 'alta capacità'"
PALERMO - "Non è Alta Velocità, ma questa non è neanche Alta Capacità. Non tutta la linea Palermo-Catania-Messina, infatti, è percorribile a 200 chilometri orari. Il governo regionale ha chiesto al ministro
delle Infrastrutture, Matteo Salvini, di integrare il progetto affinché la Sicilia abbia almeno un'intera Alta Capacità che aiuti i siciliani a uscire dall'isolamento e a raggiungere il più velocemente possibile il Ponte sullo Stretto e il resto d'Italia". Lo ha detto l'assessore regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, intervenendo presso la sede di Ance Sicilia ad un confronto con il dirigente generale del dipartimento regionale Tecnico, i capi dei Geni civili, i capi degli uffici tecnici comunali, imprenditori e professionisti, sulla riforma del Codice degli appalti.
Aricò ha spiegato: "Quando ci siamo insediati, abbiamo guardato il progetto della Palermo-Catania-Messina approvato in precedenza, e ci siamo accorti che in alcuni tratti non verrà verrà realizzata una doppia nuova linea con struttura adeguata alla velocità superiore, ma solo una nuova linea adeguata accanto a quella preesistente che verrà ristrutturata, ma che non potrà reggere queste sollecitazioni. Quindi in questi tratti i treni andranno più lentamente. Poi ci siamo accorti - ha proseguito - che le sagome delle gallerie attuali consentiranno una velocità massima di 120 chilometri orari. In ogni galleria, quindi, si impiegheranno in media 4 minuti in più, per un totale di 40 minuti in più sull'intera
linea. Abbiamo fatto presente al ministro Salvini, che ha condiviso la nostra posizione, che spendendo per le gallerie appena alcune centinaia di milioni in più su un totale di 11,5 miliardi che si stanno spendendo,
si risparmierebbero 40 minuti di viaggio. Arrivare a Catania in 80 minuti è sempre meglio di 120″.
"Abbiamo accolto con favore la richiesta di Ance Sicilia al ministro Raffaele Fitto - ha detto poi Aricò - di assegnare alla Sicilia 10 miliardi per le infrastrutture strategiche. È, infatti, anche la richiesta del governo regionale per completare il lavoro fin qui realizzato con la Palermo-Catania-Messina e con la riesumazione del Ponte sullo Stretto. Infatti, perché tutto ciò abbia un senso, al Ponte bisogna arrivarci velocemente e da tutta l'Isola".
Rispetto, quindi, alla necessità di recepire in Sicilia entro il prossimo 30 giugno la Riforma degli appalti che entrerà in vigore l'1 luglio, pena il vuoto normativo in materia nell'Isola, Aricò ha annunciato: "Abbiamo già preparato, con il dipartimento regionale Tecnico, il testo di legge di recepimento del nuovo Codice degli appalti. La prossima settimana, avuto il parere della Ragioneria Generale, lo porteremo in Giunta, quindi incontreremo le associazioni di categoria e i sindacati per un confronto sul merito che, spero, ci aiuti ad ottenere un testo migliore di quello varato da altre Regioni, il tutto prima di trasmetterlo all'Ars".
"Ricorrendo all'Autonomia statutaria - ha anticipato l'assessore - , abbiamo previsto un testo che si incastra con quello nazionale inserendo alcune modifiche migliorative. Ad esempio, vi anticipo che gli Urega coesisteranno con la Centrale unica di committenza, cambieranno solo nome, da Uffici regionali gare a Uffici regionali di committenza. Sugli Urega siamo stati antesignani nel 2006, siamo stati i primi in Italia ad istituire quella che poi è diventata la Centrale unica di committenza per gli appalti, hanno funzionato bene e intendiamo salvaguardare esperienze e know-how".
Ma per un problema che sembra avviarsi a soluzione, se ne presenta uno nuovo. A margine del convegno, si è riunita, sempre presso la sede di Ance Sicilia a Palermo, la Commissione referente opere pubbliche dell'Ance nazionale, presieduta dal vicepresidente nazionale Luigi Schiavo, che, nell'esaminare i vari aspetti legati al nuovo Codice degli appalti, si è soffermata anche sul fatto che lo scorso 10 maggio è scaduto il mandato triennale della terna che gestisce la Struttura del Commissario unico per la depurazione, che sta attuando circa 100 interventi per un costo di oltre 3 miliardi di euro, di cui 67 in Sicilia per oltre 2 miliardi di euro di investimenti.
Adesso, come ha evidenziato la Commissione, il fatto che non si sia ancora formalizzata la nomina di una nuova terna, mediante decreto del presidente del Consiglio dei ministri su proposta dei ministri dell'Ambiente e del Sud, mette a rischio la prosecuzione dei numerosi cantieri in corso, ma anche l'avvio delle nuove gare che erano in procinto di essere pubblicate, ciò a causa della mancata nomina del nuovo Commissario. Con l'aggravante, ha aggiunto la Commissione, che se gli avvisi non saranno pubblicati entro il 30 giugno, l'entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti renderà obbligatorio l'adeguamento di tutti i documenti di gara alle nuove norme. In pratica, si dovrebbe rifare daccapo l'intero iter.
Per questo motivo, la Commissione e Ance Sicilia chiedono al governo nazionale di nominare al più presto la nuova terna commissariale. In Sicilia questa situazione mette a rischio ben 16 gare per un valore di oltre 250 milioni. Tutto questo mentre l'Italia è sottoposta a procedure di infrazione dell'Ue, per lo più a causa della carenza di depurazione proprio in Sicilia, per le quali paga ogni giorno a Bruxelles una multa di 106mila euro al giorno.
QDS
Pnrr, le città siciliane che hanno ottenuto più risorse.
Secondo i dati Anci, Palermo supera Napoli e Bari.
La Sicilia è la Regione che ha ricevuto più investimenti del Pnrr alla data del 7 marzo. A certificarlo è l'Ifel, l'Istituto per la Finanza e l'Economia locale, istituito dall'Anci nel 2006. Ammontano infatti a 3 miliardi e 908 milioni le risorse assegnate all'isola nella prima fase del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Questo non significa che sono state spese, la sfida è aperta e le scadenze da rispettare si rincorrono mese dopo mese. Ma potenzialmente l'isola ha un tesoro più grande di ogni altra Regione, seguita da Lombardia, Lazio e Campania. La fetta più grande assegnata alla Sicilia riguarda la misura "Rivoluzione verde e transizione ecologica" con 1,7 miliardi; segue "Inclusione e coesione sociale" con 1 miliardo e 422 milioni; 588 milioni sono destinati a "Istruzione e ricerca"; solo 200 milioni riguardano "Digitalizzazione, cultura e turismo".
Spulciando i dati della Fondazione Ifel raccolti nella sezione #PNRRinCOMUNE si può stilare una graduatoria delle città siciliane che sono state capaci di ottenere più fondi. Il Comune di Palermo spicca con 710 milioni. È la città siciliana che ovviamente porta a casa di più. Meno scontato è scoprire che supera anche le altre capitali del Sud come Napoli e Bari. Se si va ad analizzare il dato, però, si scopre che più della metà dei fondi di Palermo (480 milioni) sono destinati allo sviluppo del trasporto pubblico a cui si aggiungono 88 milioni per il rinnovo delle flotte di autobus verdi; i piani urbani integrati che mirano a riqualificare aree urbane degradate valgono 47 milioni, mentre 14,5 milioni sono destinati ad asili nido, scuole materne e tempo pieno. Appena 2 milioni vanno alla cultura e al turismo, indirizzati a valorizzare l'identità di parchi e giardini storici.
Anche Catania ottiene per cultura e turismo la stessa somma (2 milioni) per la stessa destinazione (valorizzare l'identità di parchi e giardini storici). Ed è già un traguardo se il confronto si fa con gli altri capoluoghi siciliani: per la misura "turismo e cultura 4.0" Messina, Siracusa, Trapani, Enna e Agrigento (capitale italiana della cultura 2025) sono a quota zero euro.
Tornando al computo totale di risorse assegnate alla data del 7 marzo, Catania è seconda con 193,87 milioni. Somma dentro cui spiccano 95 milioni per infrastrutture sociali, famiglia e terzo settore; 84 milioni per progetti di energia rinnovabile di cui 78 milioni vanno a nuovi bus elettrici; mentre i piani urbani integrati già assegnati valgono 74 milioni. Solo 7 milioni per asili nido, scuole materne e tempo pieno (Palermo e Siracusa ne hanno il doppio, ma anche Messina ha ottenuto di più, con 8 milioni).
Proprio la città dello Stretto è terza con risorse complessive pari a 125,69 milioni di euro: ai progetti di rivoluzione verde e transizione ecologica sono destinati 62 milioni (di cui 55 per rinnovo della flotta di autobus green); per inclusione e coesione sociale 53 milioni; per rigenerazione urbana 18 milioni e per riqualificazione dell'edilizia sociale 29 milioni.
Trapani ha ottenuto 55,76 milioni: quasi tutti destinati alla misura Inclusione e coesione (52,26 milioni) che vede progetti di riqualificazione di edilizia sociale e rigenerazione urbana; mentre 1 milione va ad asili nido e materne. Ragusa e Siracusa hanno avuto finanziamenti per 45 milioni ciascuna. Entrambe spiccano per le risorse destinate ad asili, scuole materne e tempo pieno (14,7 milioni Siracusa e 12,6 Ragusa).
Agrigento si ferma a 34,71 milioni, con la misura Inclusione e coesione sociale che ha la fetta più grande con 26,6 milioni, tra cui 19,9 per la rigenerazione urbana; 6 milioni sono destinati agli asili; 940mila euro per la digitalizzazione dell'amministrazione. Seguono Caltanissetta con 29,83 milioni, di cui l'80 per cento per la misura Inclusione sociale, ed Enna con 27,17 milioni, tra cui 19,9 per la rigenerazione urbana e 4,3 per asili nido e materne.
Tra le altre città in provincia di Catania: Acireale ha ottenuto 28 milioni; Misterbianco 23; Caltagirone 23; Paternò 25; Aci Catena 6,5; Giarre 8,7. Nel Palermitano: Bagheria 37 milioni; Monreale 22; Partinico 18; Carini 20. Sul sito della Fondazione Ifel è possibile consultare i finanziamenti Comune per Comune.
ITALIAOGGI.
Messaggio Inps spiega i controlli incrociati con l'Agenzia delle entrate. Pensionati pubblici sotto la lente Inps. L'istituto sulla rata del corrente mese di maggio, sta verificando le posizioni reddituali dei cittadini beneficiari di pensione ai superstiti relativa all'anno 2020, fissando il recupero di eventuali indebiti a partire dal prossimo mese di agosto.
Pensionati pubblici sotto la lente Inps. L'istituto, infatti, sulla rata del corrente mese di maggio, sta verificando le posizioni reddituali dei cittadini beneficiari di pensione ai superstiti relativa all'anno 2020, fissando il recupero di eventuali indebiti a partire dal prossimo mese di agosto. La verifica è avvenuta dall'incrocio dei dati dell'agenzia delle entrate. Per la prima volta, l'Inps ha applicato la sentenza della Corte costituzionale 162/2022, che limita la decurtazione della pensione all'importo di maggiore reddito. Lo spiega lo stesso Inps nel messaggio 1710/2023.
I controlli hanno interessato soltanto le situazioni reddituali degli aventi diritto alla "pensione ai superstiti", appartenenti al regime pubblico, acquisendo a tal fine le informazioni trasmesse dall'agenzia delle entrate (c.d. redditi influenti), nonché le altre informazioni inclusi i redditi di pensione presenti nel casellario centrale dei pensionati. In particolare, le verifiche sono state operate sulla base dei redditi relativi alle dichiarazioni 730/CU/Redditi 2020 (anno 2019) e del casellario centrale degli anni 2019 e 2020. L'operazione fa coppia con il controllo già svolto sulle "prestazioni collegate al reddito", appartenenti agli stessi dipendenti pubblici (si veda ItaliaOggi del 27 luglio 2022). La verifica, spiega l'Inps, si è svolta sulla rata di maggio 2023 tenendo conto, tra l'altro, anche della novità della sentenza 162/2022 della corte costituzionale (si veda ItaliaOggi del 1° luglio 2022), la quale ha dichiarato l'illegittimità dell'art. 1, comma 41, della legge 335/1995, nella parte in cui, nell'ipotesi di cumulo della pensione di reversibilità con altri redditi aggiuntivi del beneficiario, non prevede che la decurtazione effettiva della pensione non possa essere fatta in misura superiore alla concorrenza degli stessi redditi. Qualora dalla verifica sia risultato che la pensione ai superstiti è stata corrisposta in misura superiore a quella spettante, il recupero dell'indebito è stato impostato a partire della rata di pensione del mese di agosto 2023. L'Inps aggiunge che, come previsto dalla legge, il recupero degli indebiti avviene con trattenute di un quinto dell'importo complessivo della pensione, comprensiva d'indennità integrativa speciale, al netto dell'Irpef e in un massimo di 60 rate. Nei casi in cui la pensione interessata dal debito non sia sufficiente e il pensionato sia titolare anche di altra pensione diretta di gestione pubblica, l'importo residuo è automaticamente recuperato anche su tale trattamento. Il recupero dell'eventuale residuo avverrà con emissioni di avviso di pagamento pagoPa o con trattenuta su pensione della gestione privata, ferma la possibilità per la sede Inps di convocare il pensionato per concordarne le modalità.Debito e relative modalità di recupero vengono notificati agli interessati con comunicazione ad hoc. Entro 30 giorni, il pensionato può contattare l'Inps per produrre ogni documentazione utile all'eventuale rettifica della situazione accertata.
LENTEPUBBLICA.
Aumento busta paga luglio 2023: ecco perché.
A luglio 2023, ci sarà un aumento della busta paga, per l'inserimento di alcune agevolazioni, che potrebbero addirittura triplicare lo stipendio: ecco quali sono.
Aumento busta paga luglio 2023: nel mese di luglio, i lavoratori potrebbero vedere quasi triplicato il loro stipendio.
Se lo scorso anno, in busta paga è arrivato il Bonus 200 euro, quest'anno vedremo delle maggiorazioni per il taglio al cuneo fiscale, la quattordicesima e il rimborso Irpef.
Vediamo quali saranno le condizioni da rispettare.
Vediamo quali saranno le misure e le agevolazioni che aumenteranno la busta paga di luglio 2023 dei lavoratori.
Taglio al cuneo fiscale
Col Decreto Lavoro, approvato lo scorso 1° maggio, è stato inserito il taglio al cuneo fiscale, che porterà ad un aumento di qualche decina di euro nello stipendio, per una platea di circa 19 milioni di lavoratori.
Ricordiamo, inoltre, che il taglio al cuneo fiscale sarà valido da luglio a dicembre.
Per il taglio al cuneo fiscale, il lavoratore non dovrà fare nulla e riceverà direttamente l'aumento in busta paga.
Rimborso Irpef
Discorso diverso per il rimborso Irpef, che sarà valido solo per i contribuenti che avranno inviato, entro il 31 maggio 2023, il Modello 730/2023, tramite sostituto d'imposta, per la Dichiarazione dei Redditi.
Il rimborso arriva solitamente dal datore di lavoro, preposto alle operazioni di conguaglio. Se, dalla Dichiarazione dei Redditi, ne risulterà un credito Irpef, sarà il datore di lavoro ad anticiparne l'imposto nella busta paga.
In alcuni casi, il rimborso Irpef può essere molto ricco e arrivare fino a 1200 euro.
Quattordicesima
Nel mese di luglio arriverà anche la quattordicesima, per i lavoratori dei settori dove è espressamente prevista dal contratto collettivo di riferimento.
Si tratta di una quota che equivale all'ultima retribuzione percepita, a patto di aver lavorato almeno 12 mesi nell'ultimo anno. In caso contrario, viene ricalcolata tenendo conto dei soli mesi lavorati.
Bonus forze armate
Per i dipendenti delle forze armate, è prevista anche un'altra agevolazione. Nel mese di luglio, infatti, sarà pagato il Fesi, una sorta di premio di produttività, erogato grazie alle risorse stanziate con il fondo di efficienza per i servizi istituzionali.
gds.it
Amministrative in Sicilia il 28 e 29 maggio 2023: come si vota, quando inizia lo scrutinio
La modalità di voto varia a seconda del numero di abitanti. Nelle città al di sotto dei 15mila abitanti è previsto il turno unico con sistema maggioritario: è proclamato sindaco chi ottiene il maggior numeri di voti, senza che sia necessario raggiungere la maggioranza assoluta, ovvero 50%+1. Unico caso in cui è previsto il ballottaggio è quando due o più candidati ricevano lo stesso numero di voti. In caso sia presente una singola lista, essa deve comunque raggiungere il 50% dei voti totali e che sia andato a votare almeno il 50% degli elettori. Nei Comuni al di sopra del 15mila abitanti, invece è previsto il raggiungimento della maggioranza assoluta per poter procedere con l'elezione la primo turno. Nel caso in cui questo non accada, e nessuno riesca a ottenere la maggioranza assoluta, si procede con il ballottaggio che si svolge due settimane dopo, e si sfidano solo i due candidati che hanno ottenuto più voti al primo turno. Al ballottaggio vince chi ottiene più voti.Amministrative in Sicilia, voto disgiuntoGli elettori potranno scegliere il voto disgiunto per cui si può votare per un candidato sindaco, e poi esprimere una preferenza per una lista collegata a un diverso candidato. In pratica, sulla scheda elettorale si può tracciare una X sul nome del sindaco per dare solamente a lui il voto, oppure sul simbolo di una delle liste per dare il voto sia al candidato sindaco che alla lista. In alternativa, come detto, si può tracciare una X sul nome del candidato sindaco e un'altra X sul simbolo di una lista, anche se non è collegata a quel candidato sindaco.Amministrative in Sicilia, quando inizia lo scrutinioLe operazioni di scrutinio dei voti inizieranno lunedì 29 maggio prossimo, subito dopo la chiusura dei seggi, alle ore 15.Amministrative in Sicilia, i documentiL'elettore deve presentarsi ai seggi con la propria tessera elettorale e un documento d'identità.L'elenco dei 128 Comuni dove si votaIn provincia di Agrigento si rinnoveranno le amministrazioni di 14 Comuni. Si voterà con sistema proporzionale a Licata, mentre con il maggioritario a Burgio, Calamonaci, Castrofilippo, Cianciana, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lucca Sicula, Menfi, Ravanusa, Sambuca di Sicilia, San Giovanni Gemini, Sant'Angelo Muxaro e Santo Stefano Quisquina.In provincia di Caltanissetta si voterà in 5 Comuni, tutti al di sotto dei 15.000 abitanti: Delia, Milena, Montedoro, Riesi e Sutera.Complessivamente sono 19 i Comuni della provincia di Catania nei quali si andrà al voto. Incluso il capoluogo, sono 7 i centri al di sopra dei 15 mila abitanti: Aci Sant'Antonio, Acireale, Belpasso, Biancavilla, Gravina di Catania e Mascalucia. I 12 Comuni nei quali si andrà al voto con sistema maggioritario sono Camporotondo Etneo, Castel di Iudica, Maletto, Mineo, Piedimonte Etneo, Riposto, San Cono, San Gregorio di Catania, Santa Venerina, Sant'Alfio, Valverde e Viagrande.Nell'Ennese andranno alle urne 9 Comuni. Si voterà con il sistema proporzionale solo a Piazza Armerina, mentre negli altri centri con il maggioritario: Aidone, Assoro, Barrafranca, Catenanuova, Cerami, Gagliano Castelferrato, Leonforte e Troina.In provincia di Messina sono 32 i Comuni nei quali si andrà al voto, in tutti con sistema maggioritario: Alì, Alì Terme, Capizzi, Casalvecchio Siculo, Castel di Lucio, Castell'Umberto, Fondachelli Fantina, Frazzanò, Furci Siculo, Gualtieri Sicaminò, Mazzarrà Sant'Andrea, Militello Rosmarino, Monforte Sangiorgio, Mongiuffi Melia, Montagnareale, Motta Camastra, Pace del Mela, Roccafiorita, Roccalumera, Roccavaldina, San Filippo del Mela, San Fratello, San Teodoro, Santa Domenica Vittoria, Santa Lucia del Mela, Sant'Agata di Militello, Scaletta Zanclea, Taormina, Tripi, Tusa, Ucria e Valdina.In provincia di Palermo si voterà in 25 Comuni, tutti al di sotto dei 15 mila abitanti: Alimena, Baucina, Campofelice di Roccella, Campofiorito, Capaci, Casteldaccia, Castronovo di Sicilia, Cefalà Diana, Cerda, Collesano, Contessa Entellina, Geraci Siculo, Giuliana, Gratteri, Lercara Friddi, Marineo, Montemaggiore Belsito, Roccapalumba, Sciara, Sclafani Bagni, Trabia, Ustica, Ventimiglia di Sicilia, Vicari e Villafrati.Nel Ragusano si voterà in 4 Comuni. Insieme al capoluogo andranno al voto con sistema proporzionale anche Comiso e Modica. Ad Acate si voterà col maggioritario.Nel Siracusano la tornata elettorale coinvolgerà 8 Comuni. Insieme al capoluogo si voterà col proporzionale a Carlentini, mentre con il maggioritario a Buccheri, Buscemi, Francofonte, Palazzolo Acreide, Portopalo di Capo Passero e Priolo Gargallo.Nel Trapanese si andrà al voto in 12 Comuni: si voterà con il proporzionale solo nel capoluogo, in tutti gli altri con il sistema maggioritario: Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo, Custonaci, Paceco, Pantelleria, Partanna, Poggioreale, San Vito Lo Capo, Santa Ninfa, Valderice e Vita.