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rassegna stampa del 24 maggio 2023

agrigentonotizie.it

Scontrini, fotocopie e bollette dentro i sacchetti: pioggia di sanzioni contro chi abbandona i rifiuti
Sono una ventina le ingiunzioni di pagamento che il Libero consorzio ha notificato per attività di controllo effettuate tra il 2018 e il 2019 che non sono state mai saldate
Estratti conto della banca, scontrini, ricette mediche ma anche bollettini della Tares, la vecchia tassa sui servizi pubblici. Dentro i sacchetti dei rifiuti abbandonati per strada gli agenti della polizia locale hanno trovato di tutto: elementi utili soprattutto per individuare chi aveva abbandonato la "munnizza" ai bordi delle strade.I dettagli emergono oggi, a distanza però di alcuni anni da quando quelle multe vennero fatte: è adesso il Libero consorzio infatti a provvedere all'emissione di ingiunzioni di pagamento ai cittadini "pizzicati" tra il 2018 e il 2019 in alcuni casi anche con il più tradizionale sistema delle telecamere e delle fototrappole.In tutti i casi, comunque, la sanzione contestata è di 300 euro e, almeno nella ventina di casi pubblicati adesso dall'ex Provincia, nessuno dei cittadini sanzionati ha presentato memorie difensive. 

Giornale di Sicilia

«L'Autonomia differenziata antidoto contro gli sprechi» Calderoli: «La riforma è una sfida di responsabilità»

L'Autonomia differenziata è un antidoto contro la cattiva gestione e lo spreco; può dare poi risposte efficaci ai tanti giovani che lasciano l'Italia, il tutto in un quadro di autentica solidarietà: è un Luca Zaia a trecentosessanta gradi quello che in Commissione Affari costituzionali del Senato ha ripreso le fila del ddl sull'Autonomia differenziata, spingendo in modo convinto sulla bontà di una norma che ha il pregio di dare una vera «assunzione di responsabilità». Dell'esito della lunga serie di audizioni ha tratto un giudizio positivo il ministro Roberto Calderoli, autore del ddl, che ha presenziato a tutti i lavori in Commissione. «Chi conosce la materia e ne approfondisce i contenuti nel merito - ha sottolineato - non può negare il valore e l'importanza di questa riforma per il Paese. Si tratta di una sfida di responsabilità e trasparenza nell'interesse dei cittadini, per garantire un'Italia efficiente e senza più sperequazioni». Nella sua audizione, il governatore del Veneto ha acceso un faro sul provvedimento portato avanti dal suo collega di partito e ministro ribadendo ai commissari di Palazzo Madama che il testo «non vuole spaccare L'Italia, come qualcuno vuol far intendere» e che soprattutto «non è contrario all'unità nazionale». E rispondendo alle domande della Commissione ha voluto ricordare il ruolo dei padri costituenti, «che davvero hanno fatto un lavoro eroico». «Del resto don Sturzo, siciliano, non aveva problemi ad ammettere: "sono unitario ma federalista impenitente", e questo lo diceva nel 1949». Ebbene tutto ciò, ha osservato, «dà la dimensione in cui si muovevano i padri della nostra Costituzione». Silenzio poi sulle 23 materie in ballo: «Io non anticipo nulla, e non è scortesia, ma come dico sempre non ho mai trovato uno che va a fare una trattativa dicendo quanto è disposto a spendere prima». Zaia prende poi il toro per le corna e parla dei dubbi avanzati dal Servizio Bilancio del Senato all'interno di una bozza provvisoria (quindi non verificata e soprattutto pubblicata per errore, come hanno ammesso nella stessa giornata del 16 maggio i tecnici di Palazzo Madama): «Il mio ufficio studi dice l'esatto contrario ed è rappresentato da illustri accademici a livello nazionale»; non senza aggiungere, in maniera risentita, che avrebbe voluto vedere «anche gli studi che sono dietro a quella povera paginetta che è stata scritta». Poi, come un mantra, ripete che l'Autonomia è la vera grande riforma istituzionale di questo Paese, che può dare anche risposte a molti cittadini ma soprattutto ai giovani. «Ma avete visto dov'è che vanno quando lasciano l'Italia? Vanno dove c'è il federalismo, pensateci, guardate la lista dei Paesi scelti, si tratta di nazioni dove c'è senso di responsabilità e comunque non c'è l'ufficio complicazioni affari semplici che distrugge la vita dei cittadini».  


Si è insediato il nuovo prefetto
Un ufficio decentrato a Lampedusa

 Filippo Romano, 57 anni, nato a Udine ma da famiglia siciliana È stato già in provincia come commissario a Canicattì e Racalmuto
 Ad Agrigento da appena 24 ore e l'agenda del neo prefetto Filippo Romano è subito piena di appuntamenti. Non solo quelli di rappresentanza, ma soprattutto legate alle tante emergenze lasciategli in eredità da chi l'ha preceduto. Il Prefetto ha subito preso parte all'incontro con il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Qui è stato esposto uno spaccato del territorio che non è solo terra di frontiera e porta del Mediterraneo impegnata in prima linea con gli sbarchi di immigrati, ma anche provincia carente di infrastrutture, con quelle realizzate che elemosinano interventi di manutenzione straordinaria. Ma Agrigento è anche «Capitale della Cultura 2025 «una città viva che ho trovato molto migliorata - dice il Prefetto che si è ufficialmente insediato ieri mattina al palazzo di Governo - rispetto a quella che ricordavo". Romano, 57 anni, nato a Udine ma da famiglia siciliana (il nonno e il padre furono magistrati anche a Messina), è entrato nel Corpo prefettizio nel 1994. Ha maturato una carriera molto variegata. Conosce il territorio agrigentino perchè è stato commissario straordinario dei Comuni di Canicattì e Racalmuto. Preparato anche sul tema rifiuti, perchè già Commissario della Terra dei Fuochi in Campania. «Il mio desiderio è trovare, per Lampedusa, un sistema che funzioni da solo. Il Governo sta rinforzando moltissimo l'intervento diretto sull'isola. Verrà creato un ufficio permanente del Ministero proprio a Lampedusa, il Comune probabilmente darà una sede, troveremo degli alloggi in pianta stabile per i colleghi. Un vice prefetto verrà posto a capo di questo ufficio distaccato della prefettura. A capo un vice prefetto con esperienza immigrazione, con lei ci sarà un collega più giovane e poi dei funzionari dei vigili del fuoco e della polizia. Sarà una bella task force sul territorio». Il Prefetto in queste ore è già a lavoro su Lampedusa per le aree di stoccaggio barchini e rifiuti speciali, carburanti, entrambe poste sotto sequestro. «L'ex base Loran non è pronta, potrebbe esserlo in tre mesi. Bisogna trovare una soluzione intermedia perché 3 mesi significa finire l'estate. E il problema è l'estate».Lo scorso 18 aprile, proprio nell'ex base Loran di Capo Ponente c'era stato il sopralluogo dell'allora neo commissario per lo stato d'emergenza migranti, il prefetto Valerio Valenti. II neo prefetto di Agrigento ha ricordato che, sulla più grande delle isole Pelagie, presto sorgerà anche un commissariato di polizia. «Un presidio utile in un territorio speciale».


Lentepubblica.it
Autonomia differenziata: l'UPI in audizione in Senato

"La nuova legge delle Province serve per l'autonomia differenziata: approvarla con urgenza": questo il fulcro dell'audizione in Senato dell'UPI in merito alla cosiddetta autonomia differenziata.Scopriamo dunque cosa è stato detto dalla rappresentanza dell'Unione delle Province d'Italia in audizione alla Commissione Affari costituzionali del Senato.
Autonomia differenziata: l'UPI in audizione in Senato"La nuova Legge sulle Province, che dovrà cancellare la riforma sbagliata che ha indebolito i territori, deve essere approvata con urgenza, prima dell'avvio dell'autonomia differenziata. Altrimenti il rischio è che si creino forti squilibri sui territori e nuovo caos".Lo ha detto il rappresentante di UPI, Alessandro Romoli, Presidente della Provincia di Viterbo, intervenendo in audizione alla Commissione Affari costituzionali del Senato, la stessa che sta lavorando sui disegni di legge di revisione delle norme delle Province, sull'autonomia differenziata."Serve una chiara individuazione delle funzioni fondamentali delle Province - ha detto Romoli - in modo che il processo di attuazione del regionalismo differenziato si sviluppi in un quadro equilibrato di tutto il Paese. Così come, per garantire l'unità del sistema autonomistico, il disegno di legge deve contenere l'esplicita conferma dei profili ordinamentali di Comuni, Province e Città metropolitane e dell'assetto delle funzioni fondamentali".
"È essenziale - ha poi aggiunto - che il regionalismo differenziato non si traduca in un accentramento regionale, perché questo non solo negherebbe il ruolo proprio della Regione, sopraffatta da una ipertrofia amministrativa, ma gli stessi principi costituzionali che assegnano la cura concreta degli interessi pubblici al livello locale, comunale e provinciale. Per questo occorre che il processo di attuazione del regionalismo differenziato sia preceduto da un rafforzamento delle funzioni fondamentali da riconoscere agli enti locali, e alle Province in particolare, insieme al riconoscimento delle risorse finanziarie necessarie per esercitarle attraverso i fabbisogni standard e la capacità fiscale"."Quanto ai Livelli essenziali delle prestazioni - ha poi concluso i rappresentante UPI - sono un passaggio essenziale per garantire l'unità della Repubblica e non possono riguardare solo lo Stato e le Regioni ma anche Comuni, Province e Città metropolitane. Per questo devono essere individuati anche i LEP riferiti alle funzioni fondamentali di queste istituzioni, assicurando attraverso questo processo il loro integrale finanziamento".

 
Richieste visite fiscali: dal 1° giugno 2023 solo in modalità telematica.

Un recente messaggio dell'INPS informa gli utenti sulle novità, a partire dal 1° giugno 2023, sulle richieste per le visite fiscali: varrà solo la modalità di presentazione telematica.
Con l'introduzione del Polo unico Inps viene mantenuta la possibilità per il datore di lavoro di fare richiesta di visita fiscale. Vale per le aziende private, così come gli enti pubblici.I datori di lavoro privati e le pubbliche amministrazioni possono infatti richiedere la visita medica di controllo dello stato di salute dei propri dipendenti in malattia attraverso il servizio online dedicato da parte dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Resta comunque anche la facoltà dell'INPS di disporre visite fiscali d'ufficio.
Scopriamo invece cosa cambia, a partire dal mese di giugno, in materia di modalità di presentazione delle richieste, che d'ora in poi saranno esclusivamente telematiche.Richieste visite fiscali: dal 1° giugno 2023 solo in modalità telematica
Si ricorda infatti che la legge 4 agosto 2022, n. 122, ha soppresso, a decorrere dal 1° giugno 2023, le Commissioni mediche di verifica operanti nell'ambito del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Dalla stessa data, le funzioni svolte dalle commissioni risultano trasferite all'INPS.Dal 1° giugno 2023, quindi, le richieste di accertamento sanitario e medico-legale dovranno essere presentate all'INPS esclusivamente in modalità telematica.
Per potere accedere alla procedura di presentazione delle domande, gli enti indicati nel messaggio dovranno richiedere l'abilitazione compilando il modulo AA14, inviandolo poi alla struttura INPS territorialmente competente.Il modulo, una volta compilato in ogni sua parte, deve essere trasmesso alla Struttura INPS territorialmente competente tramite PEC dell'Ente datore di lavoro di appartenenza, unitamente alle copie dei documenti di riconoscimento in corso di validità del dipendente autorizzato e del rappresentante legale dell'Ente ovvero del facente funzioni.


ITALIAOGGI

Abuso d'ufficio, le denunce sono tante ma in calo: da 7.939 nel 2016 a 5.418 nel 2021
Adizione di Roberto Garofoli, presidente di sezione del Consiglio di Stato alla commissione Giustizia della Camera.

Le denunce per abuso d'ufficio "sono tante ma sono in calo negli ultimi anni: da 7.939 nel 2016 a 5.418 nel 2021. Talvolta sono seriali, talvolta sono pretestuose, so che ci sono anche denunce nei confronti dei magistrati che dispongono le archiviazioni; le denunce poi sono gratuite, diversamente dai ricorsi alla giustizia amministrativa, però sono in calo e credo sia un a calo destinato ad aumentare soprattutto alla luce della riforma Cartabia. Sono tante anche le archiviazioni, l'85% nel 2021. Credo che questo elemento non sia da valutare in negativo perché attesta una capacità di filtro anche da parte della magistratura inquirente. Credo che queste archiviazioni siano destinate ad aumentare perché si va consolidando la giurisprudenza di Cassazione che esclude che il reato sussista in presenza di violazione di regole di solo principio e procedimentali. E segnalo che le archiviazioni sono tante per tutti gli altri reati, la media è del 62%". Lo ha detto Roberto Garofoli, presidente di sezione del Consiglio di Stato, nel corso dell'audizione in commissione Giustizia della Camera nell'ambito dell'esame delle proposte di legge sulle disposizioni in materia di abuso d'ufficio e traffico di influenze illecite. "Le condanne sono poche, - ha detto ancora Garofoli - per scelta del legislatore del 2020 che ha escluso la discrezionalità dal campo di applicazione dell'abuso d'ufficio e per un'applicazione rigorosa di quella scelta legislativa che la Cassazione ha fatto in questi due anni. E credo che tutto questo sia la dimostrazione della capacità di filtro della giurisprudenza e credo che questo consolidarsi di posizioni interpretative forse attenuerà l'ansia di denuncia e orienterà l'azione dei pubblici ministeri, tanto più che sono vincolati dalla Cartabia a chiedere l'archiviazione qualora manchino indizi per ottenere la condanna in sede successiva". "Non credo quindi che possa reggere più l'argomento dell'imprecisione descrittiva dopo la riforma del 2020 con una delle descrizione legislative più tassative e puntuali e vi è il rischio - ha detto - dell'espansione applicative di altre fattispecie in ipotesi di abolizione totale o parziale del reato di abuso d'ufficio". Quanto a un altro argomento a favore di una revisione dell'abuso d'ufficio, e cioè che il solo rischio di essere coinvolto nelle indagini è paralizzate dell'azione amministrativa "questo - ha detto - è frutto di una percezione tanto distorta quanto diffusa del procedimento penale e comunque questo rischio vale per tutti i reati", non solo per l'abuso d'ufficio. Il dibattito sulla riforma nasce anche dalle doglianze dei sindaci, - ha ricordato Garofoli - "che vanno considerate con la massima attenzione e rispetto per quello che fanno", ma i sindaci "lamentano anche altro, la disciplina che prevede la sospensione dal mandato in ipotesi di condanna di primo grado e temo che sia questa la vera preoccupazione dei sindaci che però non trovo nelle vostre proposte". "Non sono certo - ha concluso - che oggi si abbia il terrore dell'abuso d'ufficio, non è tra i reati più infamanti. Il rischio di essere coinvolto in procedimenti penali lo vedo più per altri reati contro la pubblica amministrazione di cui vi potrebbe essere una espansione applicativa per effetto della soppressione dell'abuso di ufficio".



ITALIAOGGI

Trentuno anni fa la strage di Capaci. Mattarella: la repubblica reagì con rigore e giustizia. 
Il nuovo capo della Polizia, Pisani ricorda gli "11 servitori dello Stato" caduti negli attentati del 1992.

Era il 23 maggio di 31 anni fa quando la mafia uccideva il giudice Giovanni Falcone. Nel tratto dell'autostrada A29 da Punta Raisi a Palermo, alle 17.58, oltre quattrocento chili di tritolo fanno esplodere la Fiat Croma con a bordo il magistrato. Oltre a Falcone nell'attentato muoiono la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro. Feriti gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l'autista Giuseppe Costanza. Falcone, trasportato d'urgenza in ospedale, muore poco dopo le 19. Lo scenario è devastante. La violenta esplosione causa una grande voragine sull'asfalto dell'autostrada che da Palermo porta all'aeroporto, quasi come il cratere di un vulcano. Una colonna di fumo nero e denso si alza nel cielo e si vede anche a distanza di molti chilometri. Ci sono detriti e macerie ovunque. Meno di due mesi dopo, il 19 luglio del 1992, la scia di sangue raggiunge via d'Amelio, dove Cosa Nostra uccide anche Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
"Il 23 maggio di trentuno anni fa lo stragismo mafioso sferrò contro lo Stato democratico un nuovo attacco feroce e sanguinario. Con Giovanni Falcone persero la vita sua moglie Francesca Morvillo, magistrata di valore, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, che lo tutelavano con impegno. Una strage, quella di Capaci, che proseguì, poche settimane dopo, con un altro devastante attentato, in via D'Amelio a Palermo, nel quale morì Paolo Borsellino, con Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. A questi testimoni della legalità della Repubblica, allo strazio delle loro famiglie, al dolore di chi allora perse un amico, un maestro, un punto di riferimento, sono rivolti i primi pensieri nel giorno della memoria". Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Quegli eventi sono iscritti per sempre nella storia della
Repubblica - aggiunge il capo dello Stato -. Si accompagna il senso di vicinanza e riconoscenza verso quanti hanno combattuto la mafia infliggendole sconfitte irrevocabili, dimostrando che liberarsi dal ricatto è possibile, promuovendo una reazione civile che ha consentito alla comunità di ritrovare fiducia. I criminali mafiosi pensavano di piegare le istituzioni, di rendere il popolo suddito di un infame potere. La Repubblica seppe reagire con rigore e giustizia". "Magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando ciò che la mafia è nella realtà: un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità. La mafia li ha uccisi, ma è sorta una mobilitazione delle coscienze, che ha attivato un forte senso di cittadinanza - conclude Mattarella -. Nelle istituzioni, nelle scuole, nella società civile, la lotta alle mafie e alla criminalità è divenuta condizione di civiltà, parte irrinunciabile di un'etica condivisa. L'azione di contrasto alle mafie va continuata con impegno e sempre maggiore determinazione. Un insegnamento di Giovanni Falcone resta sempre con noi: la mafia
può essere battuta ed è destinata a finire".
In occasione del ricordo della strage del 1992, il nuovo Capo della Polizia Vittorio Pisani ricorda il sacrificio "degli 11 servitori dello Stato" caduti nelle stragi: "Tre straordinari magistrati Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e Paolo Borsellino e otto eroici poliziotti Rocco, Vincenzo, Walter, Agostino, Claudio, Vito, Antonio ed Emanuela, prima ed unica donna in uniforme uccisa dalla mafia, che, nella perfetta consapevolezza dei rischi che correvano, hanno sacrificato la loro vita per l`affermazione dei valori di legalità in cui credevano e su cui si fonda la nostra Nazione. Il loro esempio continua a vivere e il nostro dovere è mantenerlo sempre più vivo".
"Una celebrazione importante. Sono grato di essere qui da ministro dell'Interno, in un anno importante per la lotta alla mafia. Anche oggi c'è stata un'importante operazione che segna e insegna che, anche se la mafia ancora non è stata sconfitta, lo stato c'è". Così il ministro dell'Interno Matteo
Piantedosi, a margine della cerimonia di commemorazione all'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo.



ITALIAOGGI

La Commissione antimafia, Colosimo presidente. Opposizioni sulle barricateI parlamentari di Movimento 5 stelle, Pd e Alleanza Verdi-sinistra lasciano l'aula di San Macuto.

La deputata di Fratelli d'Italia Chiara Colosimo è stata eletta presidente della Commissione Antimafia. I voti espressi in suo favore sono stati 29. Per l`elezione di presidente della Commissione Antimafia la senatrice Dafne Musolino (Aut) ha raccolto 4 voti. Una scheda è stata bianca. Colosimo, subito dopo la proclamazione, ha preso la direzione dei lavori. Adesso si attende la conta per la scelta dei vicepresidenti. 
Decisione che ha scatenato le opposizioni. I parlamentari Pd, il Movimento Cinque Stelle è l`Alleanza Verdi-Sinistra hanno lasciato l`aula di palazzo San Macuto dopo l`appello. "Se i nomi sono quelli e il centrodestra insiste, noi del Movimento 5 stelle lasciamo l`aula", aveva detto oco prima il deputato Michele Gubitosa entrando negli uffici di palazzo San Macuto. Ieri con una nota il M5s aveva espresso identico orientamento. "Se la maggioranza dovesse insistere sul nome che è circolato in questi giorni, il Movimento 5 Stelle non parteciperà al voto in segno di totale contrarietà alla scelta che si vuole portare avanti". Anche il Pd, in una nota, ha annunciato di essere pronto a seguire lo stesso orientamento.
"Questa elezione rappresenta un onore indescrivibile", ha detto la neo nominata presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo, aggiungendo: "Rivolgo primo pensiero a Giovanni Falcone nell`anniversario della strage". "Non intendo nascondere l`emozione: questa elezione rappresenta per me un onore indescrivibile. Ringrazio tutti i Senatori e Deputati che hanno partecipato a questa elezione dell`Ufficio di presidenza. Esprimo l`auspicio
che tutti noi, insieme, potremo svolgere un proficuo lavoro, offrendo un contributo fattivo all`attività di contrasto alla criminalità organizzata. Ognuno cercando di far valere, con dignità ed onore, la propria specifica visione delle funzioni di questo collegio parlamentare", ha dichiarato. 
"L`insediamento della Commissione Antimafia, proprio oggi il 23 maggio, rappresenta un momento importante per la legislatura. La storia ci dice che la lotta alla mafia ha bisogno di unità e credibilità delle istituzioni. Proprio per questo le polemiche sviluppatesi sulla figura del presidente rischiano di compromettere dalla nascita il lavoro della commissione, su un tema che invece richiede la massima compattezza delle forze politiche". Così in una nota i componenti Pd nella Commissione Antimafia in seguito alla riunione con i capigruppo Pd di Camera e Senato tenutasi questa mattina. "Non possiamo ignorare le preoccupazioni espresse dalle associazioni delle vittime della mafia e della criminalità organizzata, che in questi anni hanno supportato il lavoro del Parlamento e che sono una voce autorevole nel paese. Consapevoli dell`importanza di individuare una figura che sappia interpretare lo spirito della legge istitutiva della commissione, rivolgiamo un ulteriore appello alla maggioranza affinché si giunga ad individuare un presidente che allontani i timori
espressi dalla società civile e che raccolga la volontà di collaborazione e di unità di tutti i gruppi parlamentari nella lotta alla mafia", conclude la nota.































































































































































































































































































































































































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