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/ Rassegna stampa » 2023 » Giugno » 8 » rassegna stampa dell' 8 giugno 2023

rassegna stampa dell' 8 giugno 2023

ITALIAOGGI.

La risurrezione delle province. Torna l'elezione diretta dei presidenti di provincia e dei consiglieri provinciali e tornano le giunte.
Mentre le città metropolitane non saranno più guidate, come oggi, dal sindaco del comune capoluogo.


Le province tornano all'antico. Torna l'elezione diretta dei presidenti di provincia e dei consiglieri provinciali e tornano le giunte. Le città metropolitane non saranno più guidate, come oggi, dal sindaco del comune capoluogo perché il sindaco metropolitano sarà eletto a suffragio universale e diretto, contestualmente al consiglio metropolitano.
Per indossare la fascia di presidente basterà ottenere almeno il 40% dei voti validi. Se nessuno dei candidati raggiungerà tale soglia, si terrà il ballottaggio tra i due più votati.
Si ampliano anche le competenze degli enti di area vasta che dovranno occuparsi di pianificazione territoriale, organizzazione dei servizi pubblici, trasporti, sviluppo economico, digitalizzazione, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali, programmazione scolastica, edilizia scolastica, pari opportunità e controllo dei fenomeni discriminatori in ambito lavorativo. Un mix di competenze vecchie e nuove che rimette gli enti di area vasta al centro della governance locale.
A mandare definitivamente in soffitta la discussa legge Delrio (n.56/2014), che ha trasformato le province in enti di secondo livello (quindi di fatto in assemblee di sindaci) spogliandole di risorse, è il testo base del disegno di legge depositato in commissione affari costituzionali del Senato.
Il ddl parte dall'input politico del ministro per gli affari regionali Roberto Calderoli, storicamente contrario alla spoliazione di competenze subìta in questi anni dalle province. Ma alle Camere il provvedimento si muoverà autonomamente perché, come spiegato dal ministro, (si veda ItaliaOggi del 19 gennaio 2023), "l'iniziativa resterà parlamentare e non governativa anche alla luce dei diversi disegni di legge già presentati". Vediamo le novità previste dal ddl.
Tornano le giunte e i consigli vengono eletti
Come detto, spetterà al presidente di provincia, eletto a suffragio universale, nominare le giunte che dovranno avere un numero massimo di assessori pari a 4 nelle province fino a 500 mila abitanti, 6 nelle province da 500.001 a un milione di abitanti e 8 nelle province con più di un milione di abitanti. A uno degli assessori saranno assegnate le funzioni di vicepresidente. Nella composizione delle giunte nessuno dei due sessi potrà essere rappresentato in misura inferiore al 40%.
I nuovi consigli provinciali saranno composti, oltre che dal presidente, da 20 consiglieri nelle province fino a 500.000 abitanti e da 24 consiglieri nelle province con popolazione compresa 500.001 e un milione di abitanti e da 30 consiglieri nelle province con più di un milione di abitanti. Presidente e consiglio resteranno in carica 5 anni.
Sindaco metropolitano eletto
In attuazione del monito della Corte costituzionale, che con la sentenza n.240/2021 (si veda ItaliaOggi dell'8/12/2021) aveva bocciato la legge Delrio ritenendo che la coincidenza tra la carica di sindaco metropolitano e di primo cittadino del comune capoluogo contrastasse con il principio di uguaglianza del voto e pregiudicasse la responsabilità politica del vertice dell'ente nei confronti degli elettori, il ddl incardinato in Senato porta al voto anche i cittadini delle città metropolitane chiamati a eleggere non solo il sindaco metropolitano ma anche i consiglieri. I consigli saranno composti, oltre che dal sindaco, da 24 consiglieri nelle città fino a un milione di abitanti e da 30 consiglieri oltre tale soglia. Le giunte avranno invece sei assessori fino a un milione di abitanti e 8 oltre tale soglia. Sindaco e consiglio resteranno in carica 5 anni.
Province confinanti con l'estero
Il ddl attribuisce ulteriori funzioni fondamentali alle province montane che confinano con Stati esteri le quali si occuperanno di sviluppo strategico del territorio e gestione dei servizi in forma associata, ma soprattutto cureranno autonomamente relazioni istituzionali con province, regioni ed enti degli Stati con esse confinanti.
Deleghe
Il ddl contiene anche due deleghe al governo funzionali alla riforma. Una per determinare i collegi plurinominali per l'elezione degli organi di province e città metropolitane e l'altra su funzioni e sistema di finanziamento.



ITALIAOGGI

Dl Pa, alla camera il via libera finale con 179 sìIl provvedimento passa ora al Senato per la seconda lettura.

Via libera finale della Camera al ddl di conversione in legge del decreto Pa con 179 voti favorevoli e126 voti contrari. Il provvedimento, sul quale ieri il governo ha incassato la fiducia, passa ora al Senato per la seconda lettura. Il decreto deve essere convertito in legge entro la scadenza del 21 giugno. "Avevamo proposto la stabilizzazione del personale dell`Ufficio del Processo: migliaia di uomini e donne molto qualificati che ogni giorno lavorano, a supporto dei magistrati, per aiutare il sistema della giustizia a velocizzare i processi. La destra ha bocciato la nostra proposta sminuendo il prezioso apporto di tale personale che ha contribuito a snellire il lavoro dei Tribunali e ridurre i tempi delle sentenze". Lo dichiarano in una nota congiunta Federico Gianassi, capogruppo Pd in Commissione Giustizia della Camera e Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Partito Democratico sul loro ordine del giorno al Decreto Pa respinto dall'Aula di Montecitorio. "Per attuare le misure previste dal PNRR si deve rafforzare la macchina amministrativa, a partire dall'inserimento di figure professionali in grado di gestire iprogetti e le procedure previste dal Piano" e il decreto PA "risponde proprio a questa esigenza", ha detto invece la deputata di Forza Italia, Chiara Tenerini, intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sul Decreto PA. "L`emendamento che elimina il controllo concomitante della Corte dei Conti è l`esatta espressione della bulimia di potere della destra al governo. Si sono scagliati contro Bankitalia che ha osato dubitare delle coperture finanziarie della legge di Bilancio; contro il presidente dell`Anac che aveva espresso dubbi sul nuovo codice degli Appalti e sulla filiera dei subappalti; contro il servizio Bilancio del Senato per le sue osservazioni critiche sull`autonomia differenziata. Oggi tocca ai giudici contabili, 'colpevoli' di evidenziare le inefficienze dell'attuazione del Pnrr. Per curare la febbre cosa fa il governo Meloni? Butta via il termometro", ha dichiarato, infine, ha detto il capogruppo M5S in commissione Affari Costituzionali, Alfonso Colucci nella dichiarazione di voto sul decreto P.A.


LIVESICILIA

Rimpasto, strada più stretta: la Lega blinda Turano.


La strada per il ritocco alla giunta sembra farsi più stretta. Il gioco di incastri rischia di essere talmente complesso che, alla fine, il famigerato restyling potrebbe essere rinviato a data da destinarsi. 

Realisticamente al prossimo anno dopo le elezioni europee, un appuntamento che i diversi partiti della maggioranza dovranno affrontare evitando scossoni interni per portare a casa quante più preferenze. A corroborare questo pensiero ad alta voce che fanno diversi esponenti del centrodestra siciliano ci sono vari elementi. In primis, le parole del presidente Renato Schifani che ieri, dopo giorni di malumori e scazzottate verbali, ha dichiarato che "nella maggioranza non c'è nessuna tensione". "Adesso ci accingiamo al turno di ballottaggio dove il centrodestra è compatto. Le scorie e i litigi, come ne avvengono in ogni famiglia, li lasciamo alle spalle. Si parla di tensioni in giunta di rimpasto e non di quello che stiamo facendo. Leggiamo sui giornali falsi scoop, ma il clima in coalizione è sereno", ha detto Schifani che evidentemente potrebbe fare marcia indietro. 
Complici le difficoltà a "toccare" le pedine posizionate sullo scacchiere della giunta. FdI non intende mettere alla portA nessuno dei propri assessori, idem i salviniani. Il gruppo di Prima l'Italia all'Ars nella serata di ieri, dopo una seduta che plasticamente rappresentava il diretto impegno del partito nel governo con i due scranni principali occupati da Mimmo Turano e Luca Sammartino, ha fatto quadrato attorno all'assessore trapanese e blindato i due dioscuri salviniani. "I deputati regionali della Lega si sono riuniti oggi a Palazzo dei Normanni, negli uffici del gruppo parlamentare, per esaminare i principali dossier politici in vista del Collegato al bilancio, che a breve verrà esaminato dal Parlamento regionale, e per approfondire i temi legati all'attività amministrativa svolta in seno al governo della Regione dagli assessori Sammartino e Turano, nelle rispettive deleghe all'Agricoltura ed all'Istruzione e Formazione professionale. I deputati regionali hanno espresso soddisfazione per l'attività di governo fin qui svolta e per l'impegno profuso dai due assessori Sammartino e Turano e si sentono impegnati per sviluppare e realizzare le linee programmatiche dell'esecutivo Schifani, a partire dal supporto in Sala d'Ercole". Parole nette sottoscritte da tutti i deputati che arrivano nel giorno in cui l'aula porta a casa un disegno di legge dopo settimane di stop, un ddl a firma del leghista Laccoto approvato all'unanimità. Inforcando le lenti della tattica, si può leggere come sottotesto che i leghisti rimarcano il proprio peso in aula e rispondono ai meloniani che nemmeno "i loro" sono da considerarsi in discussione. I leghisti dimostrano la compattezza "granitica" del gruppo (di cui Sammartino è principale socio di maggioranza con buona pace della segretaria regionale Annalisa Tardino). 
E gli assessori azzurri a rischio? Giovanna Volo, martedì si è presentata in aula per rispondere alle interrogazioni degli onorevoli rimaste nei cassetti del Palazzo per mesi. La sensazione è che i "rinforzi" (la nomina di Salvatore Iacolino a capo del Dipartimento pianificazione strategica dell'assessorato alla Salute) stanno dando i frutti sperati. Fa storia a sé il caso "Falcone". In casa azzurra, dove la temperatura era scesa sotto lo zero nei giorni scorsi, i toni sembrerebbero essersi abbassati dopo un incontro a tre tra il coordinatore Caruso, il deputato D'Agostino e l'assessore al bilancio che si è tenuto martedì a Palermo. Resta da sciogliere il nodo degli assessori nella giunta di Enrico Trantino, ennesimo motivo di frizione tra Falcone e Schifani. Il punto di caduta è quello di chiedere tre assessori in giunta e potere tenere insieme le varie anime del partito etneo.  La richiesta è stata ufficialmente avanzata a Trantino da Caruso ieri sera nel corso di una riunione. Il neo sindaco e i meloniani etnei scioglieranno forse già oggi la riserva anche se la strada sembra tutta in salita (FdI fino a ieri era ferma sul niet). Ad ogni modo così facendo si segna una tregua dentro Forza Italia che può tirare un sospiro in vista della partita decisiva dei ballottaggi di domenica. 


LA REPUBBLICA
In Sicilia Province alle corde, ma i partiti si spartiscono già le future poltrone.

A Palermo in pensione gli ultimi due addetti alla riserva di Ustica. Appello alla Regione: "Assegnatela al Comune". Rimaste ferme un mese cinque vetture per i  cantonieri07 Giugno 2023 alle 07:00
Mentre la politica si straccia le vesti sul ritorno alle urne per l'elezione dei presidenti delle Province e dei Consigli provinciali, gli enti "di area vasta" dell'Isola sono sempre più al collasso. Fra strade provinciali ridotte a colabrodo e manutenzione degli edifici scolastici al lumicino, il blocco del turnover è stata la scure che ha dato il colpo di grazia alle strutture vessate dal prelievo forzoso di Roma sulle tasse per le nuove immatricolazioni e le Rc Auto versate dai siciliani.

SCRIVOLIBERO.

Agrigento, incontro sul tema: "Verso un nuovo rapporto Scuola - Ente Locale per assecondare un processo di crescita del senso civico nelle nuove generazioni".

Previsto domani, giovedi 8 giugno alle ore 15 nella sala Pellegrino in Via Acrone del Libero Consorzio Comunale di Agrigento un interessante convegno sul tema Rapporto Scuola - Ente Locale per assencodare un processo di crescita del senso civico nelle nuove generazioni.
L'incontro e' organizzato dall'Asael, Associazione Siciliana Amministratori Enti Locali in collaborazione con il Libero Consorzio Comunale di Agrigento e con il patrocinio del Ministero dell'istruzione e del merito, del Comune di Agrigento e del Consorzio Universitario Empedocle.
L'incontro ha l'obiettivo di favorire autentici Patti educativi di comunità attraverso un ruolo sinergico degli Enti locali con la Scuola, il terzo settore ed un rinnovato protagonismo degli studenti.
Il programma prevede interventi di saluto delle autorità presenti con in testa il Commissario straordinario del Libero Consorzio Raffaele Sanzo e le relazioni di Rino La Placa, Presidente dell'Associazione ex parlamentari dell'Ars, Valentina Chinnici, Presidente nazionale del CIDI e parlamentare dell'Ars e Vito Ferrandelli, Dirigente scolastico e Amministratore locale.
La relazione finale sarà sviluppata da Giuseppe Fioroni, già Ministro della Pubblica Istruzione.
L'Asael, d'intesa con il Libero Consorzio di Agrigento, ha deciso, in questo modo, di promuovere incontri in tutto il Paese per costruire una proposta operativa da presentare nel primo semestre del 2024, in occasione della del cinquantenario della promulgazione dei decreti delegati che hanno ridisegnato il sistema scolastico in Italia.
A conclusione del convegno sarà presentata una proposta unitaria che costituirà la base sulla quale sollecitare interventi legislativi ed amministrativi sul sistema scolastico e sul rapporto Scuola - Ente locale.
Gli interessati potranno anche collegarsi attraverso un link
Collegamento riunione:
https://conscomagrigento.webex.com/conscomagrigento-it/j.php?MTID=m5f07a7909dfd57bd4894276a69576c62


VIVIENNA.IT

Sicilia. Il commissariamento dei liberi consorzi comunali al vaglio del Giudice delle leggi.

Il commissariamento dei liberi consorzi comunali al vaglio del Giudice delle leggi   di Massimo Greco L'uso disinvolto delle proroghe degli attuali Commissari straordinari dei liberi consorzi comunali ad opera dell'Assemblea Regionale Siciliana è stato oggetto di una mirata impugnativa della Presidenza del Consiglio dei Ministrati il cui ricorso sarà trattato domani dalla Corte Costituzionale
Il parere del Giudice delle leggi, che si pronuncerà sulla legittimità costituzionale di tale operato, sarà verosimilmente l'occasione per fare il punto sull'ente intermedio siciliano che, a differenza di quello presente nelle Regioni a statuto ordinario, non è un ente territoriale di governo dotato della copertura ordinamentale prevista dall'art114 della Costituzione
E questa differenza è fondamentale ai fini della natura giuridica da attribuire al medesimo ente, riconducibile al novero della autonomie funzionali e strumentali, nel contesto delle quali il "territorio" non è considerato un elemento costitutivo ma più semplicemente uno spazio geografico competenziale
Pertanto, mentre la Provincia italiana mantiene lo status di ente a fini generali esponenziale della comunità di area vasta, l'ente intermedio siciliano rimane un ente esponenziale dei Comuni consorziati
In tale contesto, ciò che rileva sotto il profilo costituzionale non è il vulnus generato dalla Regione - con le numerose proroghe dei Commissari straordinari - al principio di autonomia politica territoriale, ma quello correlato al buon andamento di una pubblica amministrazione che, invero, non può continuare ad esercitare le proprie funzioni amministrative in regime di "ordinaria amministrazione"
Correlata a ciò è invece la violazione dell'autonomia politica di cui godono i Comuni, costretti a far parte di un  (libero?) consorzio che, nei fatti, non possono governare, neanche volendolo, per impossibilità di eleggerne i previsti organi
Il problema più eclatante che salterà agli occhi attenti dei Giudici costituzionali non è, come erroneamente immaginato anche dal Governo regionale, la mancata elezione diretta dei rispettivi Presidenti e/o dei Consigli ma, più semplicemente, l'assenza degli organi di governo regolarmente eletti dai Comuni consorziati come richiesto dall'art15 dello Statuto siciliano.


LENTEPUBBLICA
Decreto PA, ecco tutti gli emendamenti approvati.

Scopriamo quali sono le ultime novità e come è cambiato il cosiddetto Decreto PA con gli emendamenti appena approvati dalle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera dei Deputati.
Questo testo ha lo scopo di rafforzare, in sintesi, la capacità amministrativa in materia di organizzazione delle pubbliche amministrazioni.
Il decreto interviene al fine di consentire alle pubbliche amministrazioni, sulla base delle necessità espresse, il potenziamento delle proprie strutture, con particolare riguardo a quelle coinvolte nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) o nella tutela della salute e dell'incolumità pubblica.
L'iter di approvazione di questo disposto normativo è quasi arrivato al traguardo: la Camera ha approvato il testo ottenendo la fiducia.
Decreto PA, ecco tutti gli emendamenti approvati
L'ultima seduta delle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera ha portato pertanto all'approvazione di una serie di importanti proposte emendative.
Per citarne solo qualcuna ci sono disposizioni in materia di scudo erariale, di Concorsi Pubblici, di personale dipendente e della Scuola.
Scopriamo qui di seguito quindi quali sono tutte le novità.
PNRR
Gli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR) e dal Piano nazionale di Investimenti Complementari (PNIC) sono esclusi dal cosiddetto controllo concomitante, ossia relativo ad interventi in corso di svolgimento, della Corte dei Conti.
Scudo erariale
Prorogato fino 30 giugno 2024 (in precedenza 30 giugno 2023) il cosiddetto scudo erariale per i dirigenti dello Stato. Conseguentemente fino a tale data la responsabilità dei soggetti sottoposti alla giurisdizione della Corte dei conti in materia di contabilità pubblica per l'azione di responsabilità di (art. 1 legge 20/94), è limitata ai casi in cui la produzione del danno conseguente alla condotta del soggetto agente è dolosamente voluta.
Aspettativa non retribuita dipendenti pubblici
Esteso da 12 a 36 mesi il periodo massimo di aspettativa, senza assegni e senza decorrenza dell'anzianità di servizio, riconosciuto ai dipendenti pubblici (periodo rinnovabile per una sola volta) anche per avviare attività professionali e imprenditoriali. Resta ferma la possibilità di usufruire dell'aspettativa prevista dall'art. 23-bis del D. Lgs. 165/01.
Revisione ordinamenti professionali
Nell'ambito della revisione degli ordinamenti professionali, i CC.CC.NN.LL. 2019 - 2021 dei settori pubblici, possono definire tabelle di corrispondenza tra vecchi e nuovi inquadramenti, sulla base di requisiti di esperienza e professionalità maturate ed effettivamente utilizzate dalle amministrazioni (e non più dalle amministrazioni di appartenenza) per almeno cinque anni, anche in deroga al possesso del titolo di studio richiesto per l'accesso all'area dall'esterno.
Concorsi pubblici
Sono molte le novità nell'ambito delle procedure concorsuali, le sintetizziamo qui di seguito punto per punto.
Riserve dei posti
Nei concorsi per l'assunzione di personale non dirigenziale indetti dalle amministrazioni pubbliche è introdotta una riserva di posti pari al 15 per cento a favore degli operatori volontari che hanno concluso il servizio civile universale senza demerito.
Svolgimento delle prove
Fino al 31 dicembre 2026, i bandi di concorso per i profili non apicali possono prevedere lo svolgimento della sola prova scritta
Base territoriale
I concorsi unici possono essere organizzati su base territoriale. In questi casi i bandi di concorso prevedono che ciascun candidato possa presentare domanda di partecipazione per non più di uno dei profili oggetto del bando e, rispetto a tale profilo, per non più di un ambito territoriale.
Idoneità
Nei concorsi pubblici sono considerati idonei i candidati collocati nella graduatoria finale entro il 20 per cento dei posti successivi all'ultimo di quelli banditi. In caso di rinuncia all'assunzione o di dimissioni del dipendente intervenute entro sei mesi dall'assunzione, l'amministrazione può procedere allo scorrimento della graduatoria nei limiti del suddetto 20 per cento.
Scuola
Infine ci sono anche diverse novità per il comparto Scuola.
In primo luogo la mobilità dei dirigenti: esclusivamente per le operazioni di ell'anno scolastico 2023/2024 è reso disponibile il 100 per cento del numero dei posti vacanti in ciascuna regione. Dall'attuazione del di tale disposizione non devono derivare situazioni di esubero.
Inoltre per l'anno scolastico 2023/24 si possono disporre assegnazioni di docenti e dirigenti scolastici, nel limite massimo di centocinquanta unità di personale, presso
enti e associazioni che svolgono attività di prevenzione del disagio psico-sociale, assistenza, cura, riabilitazione e reinserimento di tossicodipendenti
associazioni professionali del personale direttivo e docente ed enti cooperativi da esse promossi,  compresi enti e istituzioni che svolgono attività nel campo della formazione e della ricerca educativa e didattica.


LENTEPUBBLICA

Il Decreto PA incassa la fiducia alla Camera.

Arriva la conferma della fiducia da parte della Camera al Decreto PA: nonostante le proteste dell'opposizione la maggioranza ha approvato il nuovo testo.
Un decreto legge che sta facendo particolarmente discutere, anche per il fatto che contiene alcune norme particolarmente avversate dall'opposizione e dalla magistratura contabile.
A far discutere infatti sono stati nello specifico due punti: la stretta sui controlli dei magistrati contabili e le nuove regole relative allo "scudo erariale".
Si tratta di misure che sono state inserite nel pacchetto di emendamenti approvato dalle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera dei Deputati.
Scopriamo comunque nello specifico con quale margine il testo è stato approvato e ricapitoliamo in breve quali sono le novità inserite in questo decreto.
Arriva la fiducia della Camera al Decreto PA
Il Governo, dopo aver posto la fiducia tra le proteste dell'opposizione e della Corte dei Conti, l'ha ottenuta con 203 voti a favore, 134 contrari e 3 astenuti.
Da parte della maggioranza è arrivata soddisfazione per questo risultato, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani che ha voluto smorzare le polemiche: "Siamo sicuri che i controlli di legalità ci saranno, come è giusto che sia. Però il controllo di legalità non può bloccare le opere perché se non realizziamo le opere veniamo meno all'obiettivo principale che ha il governo."
A difendere il testo, oltre alla premier Meloni, c'è anche il ministro degli Affari europei, le Politiche di coesione, il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto: "Nessuna deriva autoritaria del governo riguardo la Corte dei conti: non vi è, infatti, nessuna limitazione dei controlli della magistratura contabile. Ha perfettamente ragione Giorgia Meloni nel sostenere che il nostro governo, su questo aspetto, si muove in linea con il governo Draghi."
Grandi critiche invece dall'opposizione, dove Giuseppe Conte, leader del M5S, dichiara: "È un governo  in ritardo sull'attuazione del Pnrr, abbiamo una rata da riscuotere da Bruxelles e non la stiamo riscuotendo. E come pensano di risolvere il problema? Eliminano il controllo della Corte dei conti, che non è concepito per ritardare ma semplicemente per vigilare."
Stesso parere anche da parte di Chiara Braga, capogruppo del PD alla Camera: "Da mesi chiediamo chiarezza sul Pnrr, ad oggi abbiamo invece solo una governance centralizzata e paralizzata che ha fatto accumulare inutili ritardi e l'annuncio di un voto di fiducia per cancellare il ruolo di controllo della Corte dei Conti."
Quali sono le novità inserite nel testo?
Come abbiamo anticipato a ricoprire una parte importante (e discussa) delle novità è la lista di emendamenti approvata un paio di giorni fa.
Il testo adesso va verso l'approvazione definitiva e dovrebbe risultare a questo punto blindato e pressoché inalterato fino al completamento dell'iter di conversione.
Qui di seguito riportiamo solo alcune delle misure più importanti.
Concorsi pubblici
I concorsi unici potranno essere stabiliti su base territoriale: chi partecipa a un concorso pubblico, anche se bandito su base nazionale, potrà scegliere la Regione per cui partecipare e potrà concorrere solo per quella.
Cambieranno anche i requisiti per risultare idonei. Nella riforma, infatti, si stabilisce che solo coloro che rientreranno nel 20% dei posti successivi all'ultimo di quelli banditi potranno essere identificati come idonei.
Infine ci sarà la possibilità di fare solo la prova scritta nei concorsi per i profili "non apicali", ovvero quelli per i posti di dirigenza.
Qui trovate un riepilogo delle novità per i concorsi.
Stabilizzazione precari negli Enti Locali
Gli Enti Locali potranno procedere, nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica, previo colloquio selettivo e all'esito della valutazione positiva dell'attività lavorativa svolta, alla stabilizzazione del personale dipendente che:
abbia maturato almeno trentasei mesi di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, presso l'amministrazione che procede all'assunzione o, nel caso di gestione associata, anche presso uno di questi enti
risulti assunto a tempo determinato a seguito di procedure concorsuali conformi e che sia in possesso dei requisiti presenti all'interno del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75.
Maggiori informazioni sono disponibili qui.
Reclutamento giovani nella PA
Si prevede che, fino al 31 dicembre 2026 e in deroga alle disposizioni generali, le amministrazioni possono assumere giovani laureati con contratto di lavoro di apprendistato di durata massima di 36 mesi nel limite del 10% delle facoltà assunzionali della PA.
PNRR e Scudo erariale
Adesso arriviamo ai punti più controversi e che hanno fatto più discutere.
Gli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR) e dal Piano nazionale di Investimenti Complementari (PNIC) sono esclusi dal cosiddetto controllo concomitante, ossia relativo ad interventi in corso di svolgimento, della Corte dei Conti.Il testo, ricordiamo, innalza anche al 12%, fino al 31 dicembre 2026, la percentuale massima per la copertura con personale estraneo alle amministrazioni pubbliche dei posti dirigenziali di amministrazioni che rivestono il ruolo di stazioni appaltanti per il PNRR.
Prorogato inoltre fino 30 giugno 2024 (in precedenza 30 giugno 2023) il cosiddetto scudo erariale per i dirigenti dello Stato, con responsabilità limitata ai casi in cui la produzione del danno conseguente alla condotta del soggetto agente è dolosamente voluta.
Aspettativa nel pubblico impiego
Il periodo massimo di aspettativa, senza assegni e senza decorrenza dell'anzianità di servizio, risulterà ampliato da 12 a 36 mesi.
Un periodo che potrà essere impiegato anche per avviare attività professionali e imprenditoriali.


LIVESICILIA

Schifani: "Nessuna tensione, clima sereno nel governo".

"Il clima è sereno, nessuna tensione nel governo regionale". Il presidente Renato Schifani getta acqua sul fuoco e prova a stemperare il clima post voto, che ha infiammato le ore successive allo spoglio delle ultime amministrative.

La guerra tra Fratelli d'Italia e la Lega e lo scontro interno in Forza Italia animano lo scenario, ma Schifani rilancia l'azione di governo, a partire dai "fatti" e dalle "eccellenze", come il "ritorno del festival del Cinema", sottolinea l'assessore al Turismo Elvira Amata e un "calendario ricco", lasciato dal governo Musumeci, aggiunge Schifani.
E in quest'ottica, con accanto l'assessore Elvira Amata, la soprintendente della Fondazione Taormina Arte Ester Bonafede e il Maestro Beatrice Venezi, Schifani invita la stampa a parlare "anche delle cose importanti che la Regione sta portando avanti". Come la nuova stagione della Fondazione Taormina Arte.
E a quel punto arriva il riferimento all'azione di governo. "Andremo al ballottaggio con un centrodestra compatto - insiste il presidente della Regione -. La forza del mio governo sarà quella di procedere compatto, sulla scia di un esecutivo nazionale a trazione Meloni che sta andando molto bene". Il governatore siciliano derubrica le tensioni tra Lega e Fdi a "normali incomprensioni" e non fa alcun accenno al possibile "rimpasto", ovvero "una verifica assessorato per assessorato", come aveva anticipato a LiveSicilia.
Faide e poltrone
Ma dopo il voto gli animi all'interno del centrodestra si sono scaldati. I leghisti di stampo sammartiniano hanno puntato alcune ale di Fratelli d'Italia, in particolare quelle che chiedono la testa dell'assessore Turano, per l'esito del voto trapanese. Ma contemporaneamente, il vicepresidente della Regione sta colpendo ai fianchi i compagni di partito con la coordinatrice Annalisa Tardino. E ancora, ci sono i posti nelle partecipate che devono essere distribuiti, dopo il tripudio di voti di Catania, tra i sostenitori di Enrico Trantino. Non da ultimo, le Europee iniziano a tornare sul tavolino dei partiti. Quanto basta per un'estate che si preannuncia incandescente nel governo regionale.







































































































































































































































































































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