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/ Comunicati stampa » 2010 » Ottobre » Monitor Provincia : eccellente risultato del Presidente Eugenio D'Orsi - COPIA -

CULTURA - LA BIBLIOTECA GASPARE AMBROSINI

 

 Intitolata al giurista e costituzionalista favarese  "Gaspare Ambrosini", la Biblioteca della Provincia Regionale di Agrigento espone, in questi giorni, alcuni volumi della famosa Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts e des métiers, di Diderot e D'Alembert. Emblematico approdo, estremo baluardo dell'Illuminismo, l'Enciclopedia con le sue ricche Tavole irradia la sua razionale tensione alla conoscenza ed al compendio d'essa, mentre, nella magnifica veste editoriale proposta  ne "La Cultura Italiana", anche essa visionabile  presso la Biblioteca, L'antica Città di Agrigento del 1780 di Pierre Henri de Valenciennes,  olio su tela (164 x 110 cm), esposto al Louvre, ci propone una trasognata e mitica riproduzione della Agrigento classica, delicatamente bugiarda, riversa su un fianco di costa,  bagnata dal taglio traverso del fiume Akragas,  da una binaria cinta d'acqua, su un margine estremo, a ridosso del mare.
Paganesimo e mito, figure ridondanti, scene mitiche di caccia e realistiche di pesca, oltre ad un'ammiccante cornice di colonne in frantumi e fregi riversi, compendiano un tempo trascorso, non ancora del tutto. Sul limite basso e sinistro dell'olio, un viaggiatore, i calzari a mezzo stivale lo identificano, ed un giovane cicerone conversano con un pescatore indigeno. Il Winckelmann col Trattato  intitolato "Osservazioni Sull'Architettura Degli Antichi Templi di Girgenti", influenzò molti studi e prospettive critiche seguenti, anche se egli non venne in visita nella nostra città e mai direttamente vide i templi che noi invece ancora oggi vediamo. Egli si ispirò a studi e tratteggi pubblicati da Giuseppe Maria Pancrazi tra il 1751 ed il 1752, così come altri Autori e, con ogni verosimiglianza, lo stesso Pierre Henri de Valenciennes. A guardare questa sua pittura sovvengono le parole dell'Abate di Saint-Noin, di una prima Agrigento già Valle ma dell'Eden. La città riprodotta svapora in un alone di sogno,  riemersa dalle rovine, dalla estrema frattura del tempo. La pittura tradisce una deviazione dall'originale geografico e coniuga una bellezza non soltanto classica ma persino enfatica. E' un gioco questo dipinto, tra la Luce ed il Lutto, un esuberante esercizio di stile, di contraddizioni e di contrasti "di chi insegue nelle pietre fra cui si aggira le risonanze e le testimonianze superstiti delle epoche sepolte...di chi si compiace del pellegrinaggio e del colloquio con le reliquie".

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