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/ Comunicati stampa » 2011 » Gennaio » Intimidazioni, il Presidente D'Orsi: "Amareggiato dall'indifferenza della gente e dei nostri rappresentanti a Roma"
 
Il Presidente D'Orsi durante la conferenza stampa
Il Presidente D'Orsi durante la conferenza stampa
 

Intimidazioni, il Presidente D'Orsi: "Amareggiato dall'indifferenza della gente e dei nostri rappresentanti a Roma"

 Agrigento, 14 gennaio 2011
 
"L'ho detto e lo ribadisco: non saranno questi gravi atti a fermare il mio impegno per il cambiamento e lo sviluppo, tuttavia sono amareggiato dall'indifferenza con cui questi episodi sono stati accolti da cittadini e deputati". Il Presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, aveva già parzialmente esposto ieri sera, nel corso della seduta consiliare, il suo stato d'animo in seguito alle intimidazioni subite la scorsa settimana, e oggi lo ha ribadito nel corso di una conferenza stampa. "Ad essere colpita - ha detto D'Orsi - è la Provincia come Istituzione, e non Eugenio D'Orsi come uomo. Certo, non nego la mia preoccupazione, sono venuti a colpirmi negli affetti più cari, la casa di famiglia nella quale sono cresciuto e alla quale mi legano ricordi bellissimi. Ma mi ha colpito e indignato il silenzio, l'indifferenza della gente comune e dei nostri deputati e senatori.
Per quanto mi risulta - ha continuato - è la prima volta che viene bruciata la casa ad un Presidente di Provincia, e nessuno si è preoccupato di presentare quantomeno un'interrogazione parlamentare, un quesito al Ministro Maroni, di solito pronto ad intervenire in seguito ad episodi analoghi. Evidentemente la Provincia Regionale e il Presidente D'Orsi sono figli di un dio minore. Questo è grave, perché i delinquenti che hanno compiuto questi atti, e quelli come loro, si alimentano proprio di questo silenzio. Io mi sono permesso di dire ai consiglieri provinciali e al Presidente Raimondo Buscemi, con il dovuto rispetto ma anche provocatoriamente, che mi sta bene la convocazione di un consiglio straordinario su questi atti e sull'emergenza criminalità, così come ho apprezzato la convocazione di un consiglio straordinario a Ribera. Ma da queste assemblee deve arrivare l'input per un cambiamento culturale generale, altrimenti si tratta di iniziative fini a sé stesse. Io credo nello Stato e nelle Istituzioni, e a questo proposito desidero ringraziare Prefetto, Questore, Comandanti dei Carabinieri e della Guardia di finanza per la scrupolosità con cui stanno conducendo le indagini e per la vicinanza al sottoscritto e alla Provincia, e ringrazio anche l'arcivescovo Montenegro per le sue parole di incoraggiamento. Ma avrei voluto la stessa vicinanza ed atti concreti dalla classe politica che ci rappresenta a Roma. Tutti dobbiamo sentirci offesi, compreso il Ministro Alfano, che è agrigentino, figlio di questa terra e quindi colpito come me al cuore".

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