Sicilia24h.it
Rimborsi
spese illegittimi a D'Orsi, riparte processo a cinque funzionari
Riparte a quasi un anno dal rinvio a
giudizio, il processo a carico di cinque fra funzionari e dirigenti
della Provincia regionale accusati di abuso di ufficio. Ieri mattina,
dopo che i giudici della prima sezione penale presieduta da Giuseppe
Melisenda Giambertoni si erano astenuti perché incompatibili a
processare sia i funzionari che l'ex presidente Eugenio D'Orsi, e
dopo un secondo tentativo andato a vuoto per ragioni simili, è stato
aperto il dibattimento. Per l'occasione è stato composto un
collegio di giudici presieduto dal capo dell'ufficio Gip-Gup
Francesco Provenzano e completato da due magistrati della prima
sezione penale: Maria Alessandra Tedde e Giancarlo Caruso,
quest'ultimo arrivato da pochi giorni al tribunale di Agrigento.
Cambia anche il pm: l'accusa sarà rappresentata dal nuovo
sostituto Carlo Cinque che prende il posto di Giacomo Forte che sta
per lasciare la Procura. Cinque gli imputati. Si tratta di Ignazio
Gennaro, vice direttore generale dell'ente; e dei funzionari
Giuseppina Miccichè, Piero Hamel, Antonino Graci e Gaetano
Gucciardo. Oltre all'accusa principale, relativa alle procedure di
rimborso delle spese sostenute da D'Orsi che sarebbe avvenuto in
assenza di un "concreto fine istituzionale", vengono contestate
altre ipotesi di abuso di ufficio. Un filone dell'inchiesta è
relativo all'acquisto di alcuni beni di rappresentanza. Altre
accuse riguardano l'illegittimo affidamento esterno di alcuni
incarichi che, invece, secondo l'accusa potevano essere evitati
facendo ricorso a risorse interne. Si torna in aula il primo aprile
per sentire i primi testi
gds.it
Pronta la Finanziaria bis, tagli per
cento milioni
Ridotti i budget per gli Enti collegati
che impiegano 26 mila dipendenti. Cultura e sport sono tra i settori
più penalizzati. Le carte della manovra depositate ieri all'Ars:
da martedì al via la discussione in commissione bilancio
PALERMO.Tagli
alle leggi di spesa per 100 milioni, decine di capitoli azzerati.
Ieri i documenti della nuova Finanziaria sono stati depositati, da
martedì via alla discussione in commissione Bilancio. La tabella 1
nella nuova formulazione della Finanziaria presenta corposi tagli,
dopo l'impugnativa del Commissario dello Stato che aveva
interamente bocciato l'allegato. Dei 270 milioni di euro previsti
inizialmente, ne restano stanziati 170, soprattutto per garantire il
pagamento degli stipendi.
Conto salato per lo sport e la cultura.
Saltano i fondi per le iniziative di carattere culturale ed
artistico, il contributo al Museo d'Arte Moderna di Palermo, i
fondi ad enti e associazioni teatrali private (per le rassegne, le
attrezzature, la gestione delle sale, l'opera dei pupi), le
convenzioni con le società sportive. Vengono completamente azzerati
alcuni capitoli della Protezione civile e per gli interventi in caso
di calamità, nei capitoli che si salvano restano stanziati circa 2
milioni e mezzo di euro. Non c'è più un euro per consulenze e per
il personale a tempo determinato dell'ufficio di Bruxelles (solo 78
mila euro per il personale esterno).
Agrigentonotizie.it
"Spese
gonfiate", condannato Carmelo Callari
Due
anni, tre mesi e 20 giorni di reclusione, più 800 euro
di multa. E' la condanna emessa dai giudici della Seconda sezione
penale del Tribunale di Agrigento a carico dell'ex presidente del
Consiglio comunale Carmelo
Callari,
accusato di avere approfittato
della sua carica per fare dei viaggi privati a Roma e
Milano spacciandoli
per missioni istituzionali e ottenendo il rimborso delle spese dal
Comune. Callari, che è stato assolto
dall'accusa delle "missioni fantasma", è
stato condannato per le spese
gonfiate al
fine di ottenere i rimborsi e, inoltre, alla pena
accessoria dell'interdizione
dai pubblici uffici per
un anno e 6 mesi, all'incapacità
di contrattare con la pubblica amministrazione per
12 mesi e al pagamento
di 10mila euro al Comune di Agrigento (costituitosi
parte civile) a titolo di provvisionale per risarcimento
danni. Assolto,
invece, il funzionario comunale Domenico
Sinaguglia.
Il
procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il pubblico ministero Andrea
Maggioni avevano chiesto la condanna 4 anni e 3 mesi di reclusione
per Callari e l'assoluzione per Sinaguglia."
livesicilia.it
LA PALUDE
PALERMO
- Un pantano. Una palude. L'immagine è stata descritta in modo
inequivocabile da chi ha dati e strumenti per farlo. L'ormai
ex assessore all'Economia Luca Bianchi ha, anzi, legato la sua
decisione di lasciare il governo proprio all'impossibilità di
incidere, di smuovere, appunto, le acque stagnanti in cui versa la
Regione siciliana. Uno stato nel quale la Sicilia è piombata dopo
l'affondamento del ddl salvaimprese. Un fatto che porterebbe con sé
conseguenze gravissime, allarmanti.
Intanto,
oggi Crocetta è volato a Roma. È
consapevole della gravità della situazione. Ne sono consapevoli
anche i suoi alleati. Per questo, di fronte all'idea della
sostituzione di Bianchi, si va alla ricerca di un identikit preciso:
alto profilo, grandi competenze, disinvoltura nei momvimenti romani.
Serve qualcuno che dialoghi col governo Renzi. E che intervenga
subito sui conti della Sicilia. Che non quadrano.
Così,
lo stallo, il pantano è raffigurato bene dalle ultime due sedute
dell'Assemblea regionale. Brevi e indolori. L'ultima,
durate cinque minuti, al cospetto di sei deputati. A Sala d'Ercole,
intanto, la Finanziaria-bis non arriva. Si è vista oggi, per la
prima volta, in Commissione bilancio.
Ed
è questo il primo problema. In attesa, infatti, sono circa 20 mila
siciliani (dipendenti di società regionali, Teatri, associazioni). I
loro stipendi, sulla carta, ancora non esistono. Anche
perché - lo ha spiegato lo stesso Bianchi - la bocciatura del
ddl sul mutuo si lega a doppio filo a quella Finanziaria.
L'approvazione del testo sui pagamenti, infatti, avrebbe consentito -
stando alle stime del governo regionale - di incassare circa 70
milioni di euro di gettito Iva. Soldi che sarebbero serviti per far
quadrare, appunto, i conti della Finanziaria-bis. Ma col ritorno in
commissione del ddl, si riparte da capo.
Col
rischio di reazioni a catena. Alcune di queste, tra l'altro,
illustrate dallo stesso Bianchi. "Lo
stop al dl pagamenti - ha spiegato l'ex assessore - ci
costringerà a pagare interessi di mora pari all'8%, invece del 2,8%
previsto dal mutuo. A questo andranno aggiunte le sanzioni che
potrebbero giungere dall'Europa. E che possono arrivare fino al
blocco delle assunzioni, mettendo a rischio, così, anche le
stabilizzazioni dei precari. Infine, il venir meno dell'anticipazione
a Riscossione Sicilia di 40 milioni, potrebbe portare una società
strategica come questa alla chiusura".
Ma
ovviamente, non c'è solo questo. Come detto, il dl pagamenti sarebbe
stato propedeutico alla manovra-bis. Un
intervento da 300 milioni di euro che dovrà mettere delle "pezze"
dopo la maxi-impugnativa del Commissario dello Stato. Un testo giunto
solo oggi in Commissione, dove sarà ulteriormente discusso. Insomma,
per l'approvazione è ancora presto. Senza contare il fatto che nel
frattempo lo stop al "salvaimprese" comporterà il rallentamento
di una serie di pagamenti ai fornitori della Regione che attendono in
alcuni casi da anni.
Insomma,
il quadro è a tinte fosche: imprese
bloccate e in crisi, dipendenti "para-regionali" senza stipendio,
teatri senza finanziamenti, associazioni antiracket a secco, come
Università, enti parco, Forestali. Tutto fermo. Senza contare le
aziende sanitarie e gli ospedali. Anche la nomina dei dirigenti
generali - è ormai sotto gli occhi di tutti - è legata solo a
logiche di Palazzo. E nel frattempo, la maggior parte delle Asp va
avanti con alla guida commissari che sanno già che non verranno
riconfermati. Con tutte le conseguenze del caso.
Nel
frattempo, infatti, c'è da risolvere un altro problema. Il problema
dei problemi. Che
ha sorpassato, come è ormai evidente, le altre emergenze. La
dimostrazione plastica proprio pochi giorni fa, quando la maggioranza
ha snobbato il dl salvaimprese per provare a far quadrare le nuove
tessere dell'esecutivo. Un'immagine rispolverata oggi, in una
imbarazzante seduta dell'Ars, alla quale hanno partecipato una
manciata di deputati. Una seduta-lampo, quasi inutile. C'è altro a
cui pensare, appunto. Il problema dei problemi: il rimpasto di
governo. E i prossimi giorni potrebbero persino essere più
difficili. Si avvicinano le elezioni europee. E molti deputati hanno
già la testa altrove. La Sicilia è un'immensa palude, adesso. Dove
la politica - soprattutto quella che oggi ha anche responsabilità
di governo - sta trascinando i siciliani.