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/ Rassegna stampa » 2014 » Aprile » 16 » Rassegna stampa del 16 aprile 2014

GIORNALE DI SICILIA
PROCESSO DAVANTI AL TRIBUNALE  In aula è stato ascoltato anche l'attuale sindaco di Ribera Carmelo Pace, all'epoca vicepresidente dell'ente provinciale
Porzio: «Per D'Orsi dei rimborsi illegittimi»
Il colonnello della Guardia di finanza è stato sentito nel processo che vede imputati cinque funzionari della Provincia
"L'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi si faceva rimborsare come spese istituzionali anche le gomme da masticare".Il colonnello della Guardia di Finanza, Pasquale Porzio, ex comandante provincia le delle Fiamme Gialle di Agrigento, torna in città per deporre al processo a carico dei cinque funzionari della Provincia accusati di abuso di ufficio. Il filone principale dell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal pm Giacomo Forte, ipotizzava delle irregolarità nella liquidazione dei rimborsi spese all'allora presidente Eugenio D'Orsi. Cinque gli imputati. Si tratta di Ignazio Gennaro, vice diretto re generale dell'ente; e dei funzionari Giuseppina Miccichè, Piero Hamel, Antonino Graci e Gaetano Gucciardo. Per Gennaro e Micciche' era attuo, Comunque, disposto il proscioglimento da tre capi di imputazione. 'I documenti allegati - ha detto Porzio in aula rispondendo al pm Carlo Cinque - non erano sufficienti per ottenere i rimborsi ma soprattutto non si capisce quale sia il fine istituzionale. Ci sono persino scontrini di chewingum di cui si chiede il rimborso, l'or zio ha ribadito che l'inchiesta 'prese spunto da un controllo sull'utilizzo delle carte di credito dei due economi". Uno di loro, Antonino Amato, peraltro ieri era stato chiamato a deporre ma essendo teste assistito (e stato prosciolto per gli stessi fatti in udienza preliminare) ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Oltre all'accusa principale, relativa alle procedure di rimborso delle spese sostenute da D'Orsi che sarebbe avvenuto in assenza di un concreto  fine istituzionale", vengono contestate altre ipotesi di abuso di ufficio. Un filone dell'inchiesta, relativa al periodo compreso fra il 2008 e il 2010, si riferisce all'acquisto di alcuni beni di rappresentanza. Porzio ha riferito pure su questo aspetto "A parte che noti si comprendeva quasi mai il fine istituzionale, il problema e clic venivano disposti acquisti di beni che non avevano mai un modico valore ma anzi era considerevole e poi non si poteva scegliere direttamente la ditta senza una trattativa privata o una valutazione della congruità delle offerte". Porzio e stato interrogato pure dai difensori (fra gli altri gli avvocati Gaziano, Caponnetto, Galluzzo e Ciancimino) e ha precisato ulteriori aspetti delle indagini. Subito dopo, davanti al collegio di giudici presieduto da Francesco Provenzano (a latere Maria Alessandra Tedde e Carlo Caruso), è stato ascoltato il sindaco di Ribera Carmelo Pace che in passato è stato vicepresidente della Provincia e ha spiegato le procedure di rimborso delle cene istituzionali. "Chiedevamo il rimborso allegando le ricevute, erano queste le modalità", ha detto rispondendo all'avvocato Enzo Caponnetto. Il processo, nonostante sia partito con molto ritardo per problemi dovuti alle sostituzioni dei giudici, ha già superato il giro di boa. Il 6 maggio saranno ascoltati altri testi della difesa.
 

INQUINAMENTO DEL FIUME SALSO. Ieri l'Ufficio circondariale marittimo ha inviato un'informativa alla Procura. Girgenti Acque viene accusata di tre ipotesi di reato Guardia costiera: «Sequestrate il depuratore
Lunedì l'Arpa aveva annunciato che la chiazza rinvenuta alla foce era provocata da acqua non depurata. Nuovi prelievi
Polizia e guardia costiera alla foce del Salso, ieri mattina, per verificare se l'acqua che veniva riversata nel sito era depurata o meno. Alcuni pedoni in transito sul ponte che si trova alla foce del fiume, ieri, guardando disotto hanno notato che da un grosso tubo usciva dell'acqua di colore nero che finiva sulla spiaggetta sottostante e poi in mare. Hanno dato l'allarme e sul posto sono intervenuti gli agenti di una delle Volanti, coordinati dal dirigente Giovanni Minardi. I poliziotti hanno eseguito un sopralluogo e poco dopo sono arrivati sottufficiali della guardia costiera i quali, come avevano già fatto l'altro sabato, hanno prelevato dei campioni di acqua dal tubo in questione. Già stamani li invieranno all'Arpa di Agrigento affinchè vengano eseguiti gli esami di rito, utili ad accettare se l'acqua che fuoriusciva dal tubo fosse depurata o meno.
Ovviamente tutti si augurano che il risultato degli esami sia diverso rispetto a quello sui campioni prelevati dieci giorni fa. Lunedì mattina l'Arpa di Agrigento ha inviato i risultati all'Ufficio circondariale marittimo e le notizie contenute erano tutt'altro che positive. Secondo l'Arpa, infatti, la chiazza nera che era stata rinvenuta alla foce del Salso era costituita da acqua non depurata, sversata accidentalmente dal depuratore comunale che si trova proprio nel punto in cui il fiume incontra il mare.
Ed è sulla scorta dell'esito delle analisi di laboratorio che il comandante della guardia costiera cittadina, il tenente di vascello Luca Montenovi, ieri pomeriggio ha trasmesso una dettagliata informativa di reato ai magistrati della procura della Repubblica di Agrigento. Sono tre le ipotesi di reato avanzate dall'Ufficio circondariale marittimo nei confronti di Girgenti Acque, ente che gestisce il depuratore comunale. Secondo la guardia costiera sarebbe stato violato il decreto legislativo 152 del 2006. Le altre due violazioni del codice penale contestate dai militari sono il "getto di cose pericolose", ed il "danneggiamento di acque pubbliche". L'informativa di reato è stata trasmessa al pm di turno in procura ed ora sarà compito di quest'ultimo verificare le contestazioni che la guardia costiera fa all'ente che gestisce le risorse idriche in provincia di Agrigento. Il comandante del porto, inoltre, ha confermato la sanzione amministrativa di 14.000 euro a GirgentiAcque, da pagare eventualmente in solido con il Comune, titolare dell'impianto di depurazione. Quest'ultimo ente, però, non si occupa della gestione.
infine il tenente di vascello Luca Montenovi ha annunciato l'intenzione di chiedere ai magistrati agrigentini di valutare l'ipotesi di sottoporre a sequestro l'impianto di depurazione che si trova alla foce del fiume Salso.
Adesso è attesa, riguardo alle accuse che le vengono rivolte, la replica da parte di dirigenti e funzionari della società Girgenti Acque.
(AAU)
 

I NODI DELLA SICILIA
ALLA VIGILIA DELLA PRESENTAZIONE IL NUOVO GOVERNO PERDEREBBEAUN PEZZO ALSUO POSTO LA MESSINESEGIUSI FURNARI?
La nomina dell'esponente Drs contestata per un appalto dato a una famiglia mafiosa quando era sovrintendente al Bellini
Alla vigilia della presentazione ufficiale, il Crocetta bis sta per perdere il primo assessore. Antonio Fiumefreddo sarebbe a un passo dalle dimissioni:
la sua posizione è stata al centro ieri sera di un lungo vertice a Palazzo d'Orleans,
Il quasi ex assessore ai Beni culturali, indicato da Drs (in particolare da Marco Forzese), potrebbe essere sostituito da Giusi Furnari, docente universitaria messinese vicina a un altro deputato Drs, Giuseppe Picciolo.
Fiumefreddo è stato fin dalla nomina molto contestato dal Pd anche per un appalto da lui concesso, quando era sovrintendente del Bellini di Catania, società della famiglia del boss Giuseppe Ercolano (compenso da 3 900 euro) per il trasporto del materiale scenico. Fiumefreddo era anche il legale del boss. Notizie che hanno intanto anche Crocetta, che già in mattinata aveva sollecitato l'assessore a fare un passo indietro «Lui sa cosa deve fare. Spettava ai partiti proporre gli assessori. I Drs mi hanno dato due nomi uno per l'Ambiente e l'altro per i Beni culturali Fiumefreddo e impegnato
contro la mafia. Proprio per questo magari  si è creato molti nemici».
Il presidente ha poi incontrato l'assessore a pranzo insieme a Totò Cardinale. E per questo motivo nel pomeriggio Marco Forzese ha alimentato il giallo annunciando che «Fiumefreddo non si dimetterà». Ma il pressing del Pd è fortissimo: alimentato anche dagli articoli critici su Cracolici e Crisafulli che un giornale on line di cui l'assessore è ha pubblicato. In caso di mancate dimissioni oggi pomeriggio il Pd ha pronto un attacco frontale a Fiumefreddo nel corso della seduta in cui
Crocetta presenterà la giunta all'Ars. Una seduta in cui pero il Pd si mostrerà spaccato In mattinata i deputati si riuniranno per cercare una linea comune strada difficilissima perchè i 9 parlamentari dell'area Raciti Cracolici sono pronti critici mentre gli altri nove renziani e vicini a Lupo sosterranno la giunta E cosi quando il capogruppo Baldo Gucciardi annuncerà  l'appoggio a Crocetta un altro deputato prenderà la parola per marcare la distinzione anche dal capogruppo. E altrettanto succederà in casa Udc dove 4 deputati (Firetto, Dina, La Rocca e Turano) sono
ostili al governo e altri 4 a favore.
In questo clima Crocetta è pronto a portare in aula la manovra economica: la legge sui pagamenti alle imprese (ancora ieri sollecitata da Confindustria) andrà in aula domani e potrebbe essere approvata nella settimana dopo Pasqua. La Finanziaria bis dovrebbe invece essere approvata entro il 6 maggio data che mette a rischio il pagamento degli stipendi sia di aprile che di maggio perchè non ci sarebbero i tempi tecnici. Crocetta ha rivolto un appello ai partiti: «Se si vuole evitare il crac finanziario e il commissariamento della Regione bisogna approvare in frettala manovra, altrimenti il buco è certo e non si potranno pagare gli stipendi. E in quel caso io ne trarrei le conseguenze». Ma Forza Italia e Nuovo Centrodestra hanno già annunciato il loro no. E col Pd è andato in scena un altro scontro: per Crocetta «Cracolici vuole far approvare una riforma elettorale con una norma che prevede la sopravvivenza dell'Ars in caso di sfiducia al governatore». Secca la replica di Cracolici: «Crocetta non sa di cosa parla».
Ieri intanto il presidente ha nominato il nuovo capo della segreteria tecnica: è Giulio Guagliano, una delle colonne dell'assessorato all'Economia nella gestione Bianchi. Capo di gabinetto dell'Economia sarà invece Vitalba Vaccaro.
 

LA SICILIA
 

TRIBUNALE
Il colonnello Pasquale Porzio conferma le accuse a dirigenti della Provincia regionale
Spese di vario genere «caricate» sul fondo di rappresentanza della Provincia, spese per pranzi giustificate in maniera poco approfondita (19.143 euro tra il 16 dicembre 2008 e il 26 gennaio 2010), acquisto di oggetti di vario genere non certo a cifre modiche.
E poi dirigenti che non esercitavano il controllo sulle direttive presidenziali. Questi in estrema sintesi alcuni frangenti della deposizione fatta ieri mattina dal colonnello della Guardia di Finanza Pasquale Porzio, oggi a Roma ed ex comandante provinciale delle Fiamme gialle nel processo in corso dinanzi al collegio presieduto dal giudice Franco Provenzano, a latere Tedde e Caruso a carico di Ignazio Gennaro, vice direttore generale, e i funzionari Giuseppina Miccichè, Piero Hamel e Gaetano Gucciardo.
Quattro tra dirigenti e funzionari della Provincia regionale, accusati d'abuso d'ufficio, in quello che è il processo parallelo a quello in corso a carico dell'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi.
Per Gennaro e Miccichè, in sede di udienza preliminare venne disposto il proscioglimento da tre capi di imputazione. Il filone principale dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Giacomo Forte (oggi il pm è Carlo Cinque) ipotizza irregolarità che sarebbero state commesse nelle liquidazione dei rimborsi spese all'ex presidente della Provincia D'Orsi. Per i 4 imputati oltre all'accusa dei rimborsi spese, vengono contestate altre ipotesi di abuso d'ufficio, relativamente al periodo compreso fra il 2008 e il 2010, per l'acquisto di beni di rappresentanza. Altre accuse riguardano l'illegittimo affidamento esterno di alcuni contratti.
Giuseppina Micciché è assistita dagli avvocati Accardo, Antonino e Vincenza Gaziano, Gennaro dall'avvocato Vincenzo Caponnetto e Gucciardo dall'avvocato Daniela Ciancimino. Porzio, rispondendo alle domande dei pm Fonzo e Cinque, ha evidenziato come nonostante nel 3° settore della Provincia vi fossero professionisti come ingegneri e architetti, l'ente affidava incarichi esterni. Ha rievocato l'affidamento a un'agenzia di viaggi l'organizzazione dei capodanno in piazza 2008 e 2009 per complessivi 22 mila euro. A deporre sono stati anche il sindaco di Ribera Carmelo Pace, vice presidente della Provincia per alcuni mesi che ha confermato come il sistema dei rimborsi spesa fosse frutto di una prassi consolidata da anni. Prossima udienza il 6 maggio.
F. DI MARE
 

Passaggio di consegne il dott. Giuseppe Termine "ritorna" la guida dell'Asp 1 a Salvatore Messina
E' stato un passaggio di consegne "indolore" quello consumato si ieri mattina presso i locali della direzione generale dell'Asp di Agrigento tra Salvatore Messina e Giuseppe Termine.
Dopo il pronunciamento del Cga della scorsa settimana che bocciava la determina regionale di rimozione del primo, infatti, l'assessorato regionale alla Sanità, con una nota datata 14aprile, ha preso atto dell'ordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa ed invitato il commissario uscente ad "adottare i provvedimenti necessari per assicurare il passaggio di consegne".
Tutto, in questi due giorni, è rimasto "congelato" all'Azienda sanitaria.
"Abbiamo fermato anche il protocollo così come la produzione di tutti gli atti — ci confessa un dipendente - in attesa di capire cosa succederà".
Il passaggio di testimone, ufficialmente, si è svolto poi solo nella tarda mattinata, dopo un lungo incontro a cui hanno partecipato oltre i due commissari, i vertici burocratici dell'Azienda, tra cui il manager "in pectore" Salvatore Ficarra, individuato dalla Regione ma ancora in attesa del decreto di nomina.
Un'occasione per confrontarsi sul lavoro fatto in questi mesi da Termine e mettere in atto una continuità, se possibile, rispetto a temi specifici.
"Abbiamo fatto il punto sulle cose messe in cantiere — ha spiegato l'ormai ex commissario-, partendo dalla consegna della nuova tac e l'apertura dei nuovi locali per la risonanza magnetica e abbiamo parlato di alcune ipotesi che avevamo avanzato rispetto all'attività amministrativa". Il riferimento di Termine è ad alcune situazioni ormai" incancrenite", come quella dell'appalto per l'affidamento dei servizi dell'Asp (dalla mensa alla sorveglianza), che attende da mesi di essere affidato.
L'idea che avevamo discusso con l'Assessorato — dice Termine — era della possibilità di revocare il bando e procedere successivamente ad una nuova gara".
Insomma, tutti d'amore e d'accordo, anche se Termine non era stato tenero nei giorni scorsi verso le precedenti amministrazioni dell'Asp rispetto ad esempio la vicenda della Tac.
Dal canto suo, per Messina il rientro in servizio costituisce una vittoria personale.
"E' il riconoscimento di una professionalità e di una dignità e una onestà che erano state in qualche modo offuscate da quel provvedimento — ha spiegato-. Rientro ad Agrigento come umile servitore dello Stato che torna ad occupare il posto che riteneva di aver occupato dignitosamente. Termine  ha aggiunto - ha mia stima e la mia considerazione, e quello di oggi è solo un passaggio di consegna tra funzionari".
"Gli avvicendamenti sono un fatto comune — spiega Termine con un sorriso — e quindi vivo la situazione con una certa leggerezza, sebbene ho lavorato nella mia provincia con passione. Sapevo che l'incarico sarebbe stato a tempo — conclude con una battuta - solo che devo confessare che mi aspettavo di dover fare un passaggio di consegne al nuovo manager, non al vecchio commissario".
GIOACCHINO SCHICCHI
 

VIALE, "SBRICIOLATI" I BLOCCHI
Impresa e Protezione civile regionale impegnati a mettere in sicurezza l'area
Rimossi i primi blocchi di calcestruzzo nell'area della frana al viale della Vittoria.
Sono stati gli operai della ditta specializzata, che si stanno occupando dei lavori di messa in sicurezza del pendio con il coordinamento dei vertici della Protezione civile regionale, a recuperare i grossi blocchi, «frantumandoli» in mille pezzi. Per eseguire l'intervento è stata infatti utilizzata una speciale malta meglio nota come "FractAg" in grado di rompere qualsiasi manufatto cementizio, senza causare alcuna vibrazione e danni all'area circostante.
In pratica all'interno dei blocchi è stato iniettato il prodotto, che nell'arco delle ventiquattrore ha provocato un rigonfiamento e delle spaccature. A quel punto il calcestruzzo è stato demolito, raccolto da una pala meccanica e trasportato via dai camion. Seppure con l'area ancora oggi sottoposta a sequestro della Procura della Repubblica di Agrigento, i lavori sul costone stanno proseguendo a pieno regi me, La prossima settimana è atteso l'arrivo di una particolare gru che si occuperà della rimozione dei materiali franati sulla palazzina Crea. Subito dopo saranno avviati i lavori di messa in sicurezza dell'immobile sventrato.
Una corsa contro il tempo, anche in virtù dell'esito delle analisi tecniche, che avrebbero accertato il danneggiamento di ben nove pilastri alcuni dei quali, a causa del violenti impatto, rimasti completamente frantumati. Fortunatamente l'edificio nel suo complesso ha tenuto bene in seguito all'urto della massa di argilla, cemento e fanghiglia.
I carotaggi effettuati sui muri esterni e interni hanno escluso qualsiasi problema strutturale e sarebbe stata conservata la staticità della palazzina. Ieri mattina gli operai con l'ausilio di un cestello hanno effettuato altri carotaggi, questa volta sul muro rimasto in piedi proprio nella parte a metà tra i due edifici Crea. Le operazioni sono state ripetute in più punti per evitare spiacevoli sorprese nell'atto dello spostamento delle macerie. Ogni minima vibrazione potrebbe compromettere i lavori.
I carotaggi serviranno a capire se ci sono falde acquifere e verificare lo stato del terreno reso nel tempo fragile per le continue infiltrazione dell'acqua.
Quotidianamente viene monitorata anche la perdita di acqua, che in maniera costante attraverso due grossi tubi posizionati in alto alla collina, dalla parte di via Giovanni XXIII, scende a valle, scaricando nei tombini sulla strada del viale. Il corso d'acqua che per un lungo periodo ha invaso il costone franato è stato completamente deviato, evitando che potesse ancora infiltrarsi nel sottosuolo. Da ciascun tubo fuoriesce un litro di acqua, in media, ogni 18 secondi. Le indagini per risalire alla provenienza hanno portato gli esperti a cominciare a parlare della presenza di una sorgente. Si è giunti a questa tesi dopo una serie di analisi e indagini. E' stato accertato che non si tratta di acqua fognaria, mentre Girgenti acque ha escluso rotture o perdite sulla condotta. Intanto per quanto riguarda l'aspetto giudiziario i consulenti incaricati dalla Procura di Agrigento, (l'inchiesta per l'ipotesi di disastro colposo è coordinata dal Pro Andrea Maggioni), hanno effettuato alcune ulteriori perizie, i cui risultati si conosceranno nei prossimi giorni.
ANTONINORAVANÀ
 

Le ronde notturne per assistere i disperati
Il piazzale e l'atrio superiore della stazione centrale di Agrigento trasformato per una notte in un centro di raccolta per alcune centinaia di profughi eritrei e somali, giunti negli ultimi giorni a Porto Empedocle, e che hanno preferito allontanarsi dalle strutture di accoglienza messe a disposizione dai Comuni.
Un allontanamento volontario per tentare di raggiungere i parenti, che spesso abitano fuori Sicilia, e per la gran parte nei paesi del Nord Europa. Infatti se la richiesta di asilo venisse presentata in Italia poi non potrebbero più lasciare il nostro Paese. Da giorni in città così come in altri centri della provincia, è scattata una gara di solidarietà con parroci e cittadini che si stanno prodigando per fornire generi alimentari, acqua a quant'altro ai migranti. Il problema maggiore è rappresentato dalla notte. L'altro ieri sera in duecento si sono radunati in piazza Marconi, di fronte l'ingresso della stazione ferroviaria.
Uomini, donne e ragazzi, sono stati subito assistiti da qualche sacerdote, dal personale della Caritas diocesana di Agrigento e dai volontari della Croce rossa. I soccorritori hanno distribuito un pasto caldo, preparato sul posto da tre volontari giunti con un furgone con tanto di cucina, altro cibo in busta e coperte per la notte. Tra i più impegnati nell'aiutare questa gente Mondoaltro, il braccio operativo della Caritas di Agrigento, che da giorni con proprio personale e mezzi, in giro per la città fornisce assistenza ai migranti. Presente in piazza stazione anche un'ambulanza e il personale medico.
A turno gli immigrati sono stati fatti salire sul mezzo di soccorso e sottoposti ad una visita. Solo per un giovane eritreo è stato consigliato il ricovero in ospedale per essere sottoposto ad accertamenti sanitari. Donato anche nuovo vestiario, In tanti ancora indossavano indumenti fradici e sporchi, conseguenza del lungo viaggio. Verso le 23,30, avvolte nelle coperte, i profughi hanno trovato riparo all'interno della stazione, dove hanno dormito e trascorso la notte.
Una sorta di rifugio per evitare che dormissero all'aperto. Già alle prime luci dell'alba i quasi duecento immigrati hanno recuperato le poche cose che si trascinano dietro e si sono trasferiti in piazza Rosselli, per saltare in uno dei pullman, che collegano l'isola con la Capitale. I volontari assicureranno la loro opera anche nei prossimi giorni per fronteggiare l'emergenza immigrazione e aiutare questa gente disperata.
ANTONINO RAVANÀ
 

PROCESSO «CONCORSOPOLI»
Tutti condannati in primo grado. In Appello 9 assolti e 3 «sconti» di pena
Tutti assolti da ogni capo d'imputazione, tranne Armando Savarino, Calogero Gattuso e Maria Smecca, ai quali sono state diminuite le pene per uno o due capi d'accusa.
Questo è il verdetto emesso ieri mattina dai giudici della corte d'Appello di Palermo nel processo scaturito dall'operazione cosiddetta «Concorsorpoli» di alcuni anni fa. Assolti da tutto sono stati Giusy Savarino, Salvatore Puccio, Michele Pellegrino, Enzo Oreste Falco, Francesca Maria Camilleri, Maria Rita Safonte, Francesco Micciché, Salvatore Caracappa, Alessandro Felice. Armando Savarino, ex sindaco di Ravanusa è stato condannato a un anno e 9 mesi con la condizionale «solo» per il reato di abuso d'ufficio, lo stesso che è stato contestato a Calogero Gattuso condannato a 4 mesi e assolto per tutti gli altri capi d'imputazione. Quattro mesi anche per Maria Smecca, per voto di scambio. In primo grado nel febbraio del 2012 furono tutti condannati dai giudici della sezione penale del Tribunale di Agrigento. La pena più alta 3 anni e 6 mesi, fu inflitta ad Armando Savarino, ex direttore sanitario della stessa Ausl, all'ex deputata regionale Udc Giusy Savarino 2 anni e 2 mesi di reclusione, 8 inesi, invece, all'ex consigliere provinciale nonché segretario politico di Giusy Savarino, Calogero Gattuso; 2 anni e 2 mesi a Salvatore Puccio, 2 anni e 4 mesi a Michele Pellegrino, dirigente dell'AusI; 2 anni a Enzo Oreste Falco, dirigente dell'AusI; 2 anni a Francesca Maria Carnilleri, 2 anni a Maria Rita Safonte, 1 anno e 6 mesi a Francesco Miccichè, I anni e 6 mesi a Salvatore Carapappa, 1 anno e 6 a Alessandro Felice, tutti dipendenti dell'Ausl; 8 mesi a Calogera Maria Smecca, casalinga. Tutti gli imputati erano accusati a vario titolo di abuso d'ufficio, falso in atto pubblico, rivelazione di segreto d'ufficio e voto di scambio. Il collegio degli avvocati difensori era composto da Lillo Fiorello, Rosa Salvago, Giuseppe Scozzari, Anna Arnerico, Antonino Gaziano, Salvatore Manganello.
F.D.M.

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