LA SICILIA
ALLARME Alcuni albergatori hanno
messo in vendita le proprie strutture. Disoccupazione galoppante
Lampedusa, in calo le presenze
turistiche
Dopo anni di crescita quest'anno
stanno arrivando meno turisti e, diversi imprenditori hanno messo in
vendita gli alberghi perché non producono più profitti come prima.
A guardare i numeri relativi allo scorso anno è evidente che ci sia
una forte riduzione di presenze turistiche.
«Il calo di passeggeri in aeroporto —
ha detto Paolo Corona, direttore dell'aeroporto di Lampedusa —
credo sia fisiologico e rientri nella cosiddetta norma; non è
possibile, infatti, potere sempre avere degli aumenti, è normale che
per qualche anno, ci sia anche un calo. Non credo si debba allarmarsi
ma bisogna cercare invecchi pubblicizzare tu più le Pelagie.
Ma sono molte le considerazioni che è
possibile fare sulla questione numero di passeggeri in meno di
quest'anno come ad esempio, la mancanza di migliaia di appartenenti
alle forze dell'ordine e alle associazioni umanitarie che con il
centro di accoglienza chiuso, non sono venuti a Lampedusa.
Non è dello stesso avviso Davide
Masia, presidente dell'associazione di giovani denominata, onda
d'urto. 'Non credo che sia casuale il calo turistico di
quest'anno, - ha detto Davide Masia - le nostre isole, a esempio,
non esistono per le agenzie di viaggio di tutta Italia e quando uno
chiede di potere andare a Lampedusa sconsigliano di andarci o
propongono mete alternative e questo credo sia gravissimo. Il punto è
che quest'anno, l'Amministrazione comunale non ha partecipato a
nessuna fiera del turismo e, anche gli stessi operatori turistici fra
albergatori e proprietari di residence e case vacanza, non hanno
partecipato come invece facevano prima forse, si sono cullati dei
numeri dello scorso anno. Per faro turismo bisogna esse- le costanti
e investire continuamente e non è più possibile aspettare
telefonate per le prenotazioni se prima non si è fatto un lavoro
professionale soprattutto durante lo svolgimento delle fiere
turistiche. Altro punto dolente è, che nonostante da diversi mesi il
centro di accoglienza sia chiuso e di clandestini sull'isola non ne
arrivano più, nell'immaginario collettivo, Lampedusa è sempre
stracolma di immigrati con tutti gli annessi e connessi, Bisogna
smetterla di accostare il nome della nostra Isola con gli immigrati
altrimenti si creano psicosi ad ampio spettro che inducono i
villeggianti, a preferire altre mete turistiche. L'abbassamento di
presenze, inoltre, — ha Infine detto Masia - Sta producendo un
danno alla economia enorme in termini di disoccupazione che fra i
giovani è a livelli elevatissimi: so anche di diversi albergatori
che hanno messo in vendita le proprie strutture alberghiere perché
non riescono più a lavorare e parliamo di alberghi storici di
Lampedusa che già da anni, vivono difficoltà enormi.
Uno dei pochi dati positivi, sono
relativi alla organizzazione di operatori che portano con dei voli
charter, turisti dai maggiori aeroporti italiani. Forse una buona
programmazione turistica per il prossimo anno sembrerebbe una
possibile soluzione al problema. (ELIO DESIDERIO)
OTTANTUNESIMO ANNIVERSARIO DELLA
MORTE
Agrigento oggi commemora il mecenate
inglese Hardcastle
Oggi 26giugno, commemorazione
dell'ottantunesimo anniversario della morte dell'archeologo,
capitano e commendatore al merito del Regno d'Italia, Alexander
Hardcastle, organizzata, al Bonamorone di Agrigento, dal presidente
del Premio Internazionale «Telamone» e del Cepasa, Paolo Cilona, ha
un significato molto eloquente, invitando le generazioni presenti e
future a non dimenticare il magnifico inglese che ha tutelato con
grande amore la Valle dei Templi di Agrigento. E una iniziativa per
coltivare la memoria e fare comprendere l'importanza storica di ciò
che abbiamo ricevuto, facendone dono a tutti. Parteciperanno
rappresentanti delle Associazioni Nazionali Carabinieri, degli
Insigniti Onorificenze Cavalleresche. dell'Ass. Archeologica di
Palermo, del Parco Archeologico Valle dei Templi e delle Guide
Turistiche di Agrigento.
GIORNALE DI SICILIA
STRADA STATALE 115 I primi cittadini
di Ribera, Sciacca, Caltabellotta, Lucca, Villafranca, Calamonaci e
Burgio si sono autoconvocati per sollecitare l'avvio dei lavori
NUOVO PONTE VERDURA, I SINDACI "BUSSANO" ALL'ANAS
Si sono autoconvocati presso la sede
regionale dell'Anas a Palermo per incontrare i vertici dell'azienda
che dovrà realizzare il nuovo ponte sul fiume Verdura, dopo il
crollo del febbraio dello scorso anno di parte del "vecchio"
ponte costruito lungo la Strada Statale 110 Agrigento - Sciacca. Sono
i sindaci di Ribera Carmelo Pace, di Sciacca Fabrizio Di Paola, di
Villafranca Sicula Domenico Balsamo, di Lucca Sicula Giuseppe Puccio,
di Caltabellotta Paolo Segreto, di Burgio Vito Ferrantelli e di
Calamonaci Enzo Inga. I primi cittadini attendono da tempo una
risposta (la parte dell'Anas per sapere che fine ha fatto il
progetto che era stato illustrato nella sala consiliare del Comune di
Ribera nei mesi scorsi e che prevede la realizzazione di un nuovo
ponte a un paio di centinaia di metri da quello attuale, che
attualmente è aperto grazie alla realizzazione, dopo il crollo del 2
febbraio 2013, di una "passerella provvisoria" poggiata su tubi
ARmco. I sindaci dei comuni dell'hinterland riberese, che sono
quelli che hanno dovuto subire i principali disagi per la chiusura
del ponte crollato dal momento che tutto il traffico veicolare per
mesi è passato peri territori dei comuni in questione, "pesando"
fortemente sulla tenuta della strade interne attraverso ogni giorno
da migliaia di automezzi, si erano riuniti nei giorni scorsi nella
"sala dei sindaci" del comune di Ribera per fare il putito della
situazione alla luce dei vistosi ritardi che si stanno accumulando
nell'iter per la realizzazione della nuova opera viaria. Il sindaco
Carmelo Pace in quell'occasione ha fatte rilevare come, malgrado
diversi tentativi di contattare i vertici dell'Anas non è stato
possibile avere delle risposte precise sullo stato dell'iter
burocratico che prevedeva originariamente la possibilità di
utilizzare un fondo di circa 12 milioni di euro messi a disposizione
dal Ministero dei trasporti. I sindaci hanno espresso forti
preoccupazioni che il finanziamento possa essere perdute con tutte le
conseguenze negative che ne deriverebbero, dal momento che il
"vecchio" ponte non è nelle condizioni ottimali per reggere un
transito così intenso ogni giorno. Da qui la decisione di andare a
Palermo per avere direttamente, in particolare dall'ingegnere
Salvatore Tonti, principale responsabile dell'Anas siciliana, delle
risposte esaustive per capire se l'opera si potrà in effetti
realizzare e soprattutto io che tempi. (TC)
DISCARICA ILLEGALE A MONTESOLE
«C'è anche amianto»
Nuova denuncia dei residenti nella zona
collinare della città contro le discariche illegali di rifiuti
speciali, e pericolosi, nella zona, purtroppo, non sono un'eccezione.
Ieri quanti abitano in contrada Montesole hanno fatto presente che
"malgrado e reiterate sollecitazioni nessuno ha eliminato 'amianto
gettato in un terreno incolto, vicinissimo alle case, Serve, inoltre,
il potenziamento della sorveglianza".
(AAU)
TERRITORIO Il Comitato
interprofessionale provinciale, ha inviato un fascicolo di oltre 200
pagine al dirigente del Dipartimento dei beni culturali per
cambiamenti
Piano paesaggistico, «troppe le
discrepanze»
Il documento è stato messo a punto
da agronomi, architetti, geometri, geologi, ingegneri e periti agrari
provinciali.
Abbiamo approntato e consegnato alla
Regione. Un nuovo fascicolo che in 200 pagine circa riassume ed
evidenza le discrepanze più grossolane contenute nel Piano
paesaggistico provinciale. Lo annunciano i componenti del Comitato
interprofessionale provinciale, composto dai rappresentanti degli
Ordini di Agronomi, Architetti, Geometri, Geologi e Ingegneri a cui
si è aggiunto il contributo del Collegio provinciale dei Periti
agrari.
A ricevere il documento illustrato dai
tecnici, e stato il dirigente generale del Dipartimento per i Beni
culturali, Salvatore Giglione, che si sarebbe già impegnato a
studiarlo per poi relazionare in merito all'assessore, allo scopo
di capire come potere intervenire sul Piano stesso. «Una di queste
discrepanze - spiegano dal comitato - sarebbe un canalone in cemento
armato in territorio di Caltabellotta vincolato come torrente, ma il
fascicolo contiene una serie di osservazioni, pro dotte per ogni
centro dell'agrigentino, in cui sono evidenziati quegli errori
dovuti alla mancanza di conoscenza del territorio e di verifica del
reale stato delle cose, da cui scaturisce una cattiva aderenza alle
esigenze nei vari ambiti interessati dal Piano paesaggistico».
Continua dunque ad essere oggetto di studi e discussioni il Piano
paesaggistico provinciale che l'inverno scorso sembrava ad un passo
dal'approvazione salvo poi subire uno step netto. «Accettiamo con
favore l'adesione dei Collegio provinciale dei Periti agrari -
aggiunge Massimiliano Trapani, nella sua qualità di presidente
provinciale degli architetti - che potranno di certo contribuire con
efficacia fornendo, per le proprie competenze specifiche, il punto di
s sta di do opera nel comparto agricolo. Per noi il Piano va
ritirato, ma rimaniamo aperti a ogni forma di collaborazione e se
questo vuol dire modificarli), occorre che le correzioni vengano
apportate in maniera puntuale perché così com'e e insostenibile.
A causa delle norme di salvaguardia che dal Piano scaturiscono e
della loro funzione vincolistica, si determina come più volte
sottolineato dal Comitato una paralisi dei territori senza ulteriori
vantaggi io termini di salvaguardia, di sviluppo né di ritorno
economico o di crescita. Inoltre, vogliamo scongiurare un danno
economico per la Regione perché allo stato attuale qualunque
ricorrente vincerebbe un ricorso al Tar e l'Ente dovrebbe
risarcirlo per il danno subito. «Il piano - aggiunge Domenico
Terlizzese, presidente del Collegio provinciale dei Periti agrari - è
a tutela dell' imprenditoria agricola, e per la salvaguardia del
territorio che si è reso necessario partecipare ai tavoli tecnici e
dare manforte ai Comitato interprofessionale. E giusto ci siano delle
regole, ma intendiamo contribuire alla realizzazione delle modifiche
al Piano perché rispecchi le esigenze dei territori che sono vasti e
vanno verificati in loco, e non presi in esame attraverso una
cartografia che risale addirittura agli anni 80. L'ambito agricolo
è molto penalizzato dal Piano paesaggistico e dalle sue
restrizioni». (AMM)