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Rassegna stampa del 26 giugno 2014

LA SICILIA
ALLARME Alcuni albergatori hanno messo in vendita le proprie strutture. Disoccupazione galoppante Lampedusa, in calo le presenze turistiche Dopo anni di crescita quest'anno stanno arrivando meno turisti e, diversi imprenditori hanno messo in vendita gli alberghi perché non producono più profitti come prima. A guardare i numeri relativi allo scorso anno è evidente che ci sia una forte riduzione di presenze turistiche.
«Il calo di passeggeri in aeroporto — ha detto Paolo Corona, direttore dell'aeroporto di Lampedusa — credo sia fisiologico e rientri nella cosiddetta norma; non è possibile, infatti, potere sempre avere degli aumenti, è normale che per qualche anno, ci sia anche un calo. Non credo si debba allarmarsi ma bisogna cercare invecchi pubblicizzare tu più le Pelagie.
Ma sono molte le considerazioni che è possibile fare sulla questione numero di passeggeri in meno di quest'anno come ad esempio, la mancanza di migliaia di appartenenti alle forze dell'ordine e alle associazioni umanitarie che con il centro di accoglienza chiuso, non sono venuti a Lampedusa.
Non è dello stesso avviso Davide Masia, presidente dell'associazione di giovani denominata, onda d'urto. 'Non credo che sia casuale il calo turistico di quest'anno, - ha detto Davide Masia - le nostre isole, a esempio, non esistono per le agenzie di viaggio di tutta Italia e quando uno chiede di potere andare a Lampedusa sconsigliano di andarci o propongono mete alternative e questo credo sia gravissimo. Il punto è che quest'anno, l'Amministrazione comunale non ha partecipato a nessuna fiera del turismo e, anche gli stessi operatori turistici fra albergatori e proprietari di residence e case vacanza, non hanno partecipato come invece facevano prima forse, si sono cullati dei numeri dello scorso anno. Per faro turismo bisogna esse- le costanti e investire continuamente e non è più possibile aspettare telefonate per le prenotazioni se prima non si è fatto un lavoro professionale soprattutto durante lo svolgimento delle fiere turistiche. Altro punto dolente è, che nonostante da diversi mesi il centro di accoglienza sia chiuso e di clandestini sull'isola non ne arrivano più, nell'immaginario collettivo, Lampedusa è sempre stracolma di immigrati con tutti gli annessi e connessi, Bisogna smetterla di accostare il nome della nostra Isola con gli immigrati altrimenti si creano psicosi ad ampio spettro che inducono i villeggianti, a preferire altre mete turistiche. L'abbassamento di presenze, inoltre, — ha Infine detto Masia - Sta producendo un danno alla economia enorme in termini di disoccupazione che fra i giovani è a livelli elevatissimi: so anche di diversi albergatori che hanno messo in vendita le proprie strutture alberghiere perché non riescono più a lavorare e parliamo di alberghi storici di Lampedusa che già da anni, vivono difficoltà enormi.
Uno dei pochi dati positivi, sono relativi alla organizzazione di operatori che portano con dei voli charter, turisti dai maggiori aeroporti italiani. Forse una buona programmazione turistica per il prossimo anno sembrerebbe una possibile soluzione al problema. (ELIO DESIDERIO)

OTTANTUNESIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE Agrigento oggi commemora il mecenate inglese Hardcastle Oggi 26giugno, commemorazione dell'ottantunesimo anniversario della morte dell'archeologo, capitano e commendatore al merito del Regno d'Italia, Alexander Hardcastle, organizzata, al Bonamorone di Agrigento, dal presidente del Premio Internazionale «Telamone» e del Cepasa, Paolo Cilona, ha un significato molto eloquente, invitando le generazioni presenti e future a non dimenticare il magnifico inglese che ha tutelato con grande amore la Valle dei Templi di Agrigento. E una iniziativa per coltivare la memoria e fare comprendere l'importanza storica di ciò che abbiamo ricevuto, facendone dono a tutti. Parteciperanno rappresentanti delle Associazioni Nazionali Carabinieri, degli Insigniti Onorificenze Cavalleresche. dell'Ass. Archeologica di Palermo, del Parco Archeologico Valle dei Templi e delle Guide Turistiche di Agrigento.

GIORNALE DI SICILIA
STRADA STATALE 115 I primi cittadini di Ribera, Sciacca, Caltabellotta, Lucca, Villafranca, Calamonaci e Burgio si sono autoconvocati per sollecitare l'avvio dei lavori NUOVO PONTE VERDURA, I SINDACI "BUSSANO" ALL'ANAS Si sono autoconvocati presso la sede regionale dell'Anas a Palermo per incontrare i vertici dell'azienda che dovrà realizzare il nuovo ponte sul fiume Verdura, dopo il crollo del febbraio dello scorso anno di parte del "vecchio" ponte costruito lungo la Strada Statale 110 Agrigento - Sciacca. Sono i sindaci di Ribera Carmelo Pace, di Sciacca Fabrizio Di Paola, di Villafranca Sicula Domenico Balsamo, di Lucca Sicula Giuseppe Puccio, di Caltabellotta Paolo Segreto, di Burgio Vito Ferrantelli e di Calamonaci Enzo Inga. I primi cittadini attendono da tempo una risposta (la parte dell'Anas per sapere che fine ha fatto il progetto che era stato illustrato nella sala consiliare del Comune di Ribera nei mesi scorsi e che prevede la realizzazione di un nuovo ponte a un paio di centinaia di metri da quello attuale, che attualmente è aperto grazie alla realizzazione, dopo il crollo del 2 febbraio 2013, di una "passerella provvisoria" poggiata su tubi ARmco. I sindaci dei comuni dell'hinterland riberese, che sono quelli che hanno dovuto subire i principali disagi per la chiusura del ponte crollato dal momento che tutto il traffico veicolare per mesi è passato peri territori dei comuni in questione, "pesando" fortemente sulla tenuta della strade interne attraverso ogni giorno da migliaia di automezzi, si erano riuniti nei giorni scorsi nella "sala dei sindaci" del comune di Ribera per fare il putito della situazione alla luce dei vistosi ritardi che si stanno accumulando nell'iter per la realizzazione della nuova opera viaria. Il sindaco Carmelo Pace in quell'occasione ha fatte rilevare come, malgrado diversi tentativi di contattare i vertici dell'Anas non è stato possibile avere delle risposte precise sullo stato dell'iter burocratico che prevedeva originariamente la possibilità di utilizzare un fondo di circa 12 milioni di euro messi a disposizione dal Ministero dei trasporti. I sindaci hanno espresso forti preoccupazioni che il finanziamento possa essere perdute con tutte le conseguenze negative che ne deriverebbero, dal momento che il "vecchio" ponte non è nelle condizioni ottimali per reggere un transito così intenso ogni giorno. Da qui la decisione di andare a Palermo per avere direttamente, in particolare dall'ingegnere Salvatore Tonti, principale responsabile dell'Anas siciliana, delle risposte esaustive per capire se l'opera si potrà in effetti realizzare e soprattutto io che tempi. (TC)

DISCARICA ILLEGALE A MONTESOLE «C'è anche amianto» Nuova denuncia dei residenti nella zona collinare della città contro le discariche illegali di rifiuti speciali, e pericolosi, nella zona, purtroppo, non sono un'eccezione. Ieri quanti abitano in contrada Montesole hanno fatto presente che "malgrado e reiterate sollecitazioni nessuno ha eliminato 'amianto gettato in un terreno incolto, vicinissimo alle case, Serve, inoltre, il potenziamento della sorveglianza".
(AAU)

TERRITORIO Il Comitato interprofessionale provinciale, ha inviato un fascicolo di oltre 200 pagine al dirigente del Dipartimento dei beni culturali per cambiamenti Piano paesaggistico, «troppe le discrepanze» Il documento è stato messo a punto da agronomi, architetti, geometri, geologi, ingegneri e periti agrari provinciali.
Abbiamo approntato e consegnato alla Regione. Un nuovo fascicolo che in 200 pagine circa riassume ed evidenza le discrepanze più grossolane contenute nel Piano paesaggistico provinciale. Lo annunciano i componenti del Comitato interprofessionale provinciale, composto dai rappresentanti degli Ordini di Agronomi, Architetti, Geometri, Geologi e Ingegneri a cui si è aggiunto il contributo del Collegio provinciale dei Periti agrari.
A ricevere il documento illustrato dai tecnici, e stato il dirigente generale del Dipartimento per i Beni culturali, Salvatore Giglione, che si sarebbe già impegnato a studiarlo per poi relazionare in merito all'assessore, allo scopo di capire come potere intervenire sul Piano stesso. «Una di queste discrepanze - spiegano dal comitato - sarebbe un canalone in cemento armato in territorio di Caltabellotta vincolato come torrente, ma il fascicolo contiene una serie di osservazioni, pro dotte per ogni centro dell'agrigentino, in cui sono evidenziati quegli errori dovuti alla mancanza di conoscenza del territorio e di verifica del reale stato delle cose, da cui scaturisce una cattiva aderenza alle esigenze nei vari ambiti interessati dal Piano paesaggistico». Continua dunque ad essere oggetto di studi e discussioni il Piano paesaggistico provinciale che l'inverno scorso sembrava ad un passo dal'approvazione salvo poi subire uno step netto. «Accettiamo con favore l'adesione dei Collegio provinciale dei Periti agrari - aggiunge Massimiliano Trapani, nella sua qualità di presidente provinciale degli architetti - che potranno di certo contribuire con efficacia fornendo, per le proprie competenze specifiche, il punto di s sta di do opera nel comparto agricolo. Per noi il Piano va ritirato, ma rimaniamo aperti a ogni forma di collaborazione e se questo vuol dire modificarli), occorre che le correzioni vengano apportate in maniera puntuale perché così com'e e insostenibile. A causa delle norme di salvaguardia che dal Piano scaturiscono e della loro funzione vincolistica, si determina come più volte sottolineato dal Comitato una paralisi dei territori senza ulteriori vantaggi io termini di salvaguardia, di sviluppo né di ritorno economico o di crescita. Inoltre, vogliamo scongiurare un danno economico per la Regione perché allo stato attuale qualunque ricorrente vincerebbe un ricorso al Tar e l'Ente dovrebbe risarcirlo per il danno subito. «Il piano - aggiunge Domenico Terlizzese, presidente del Collegio provinciale dei Periti agrari - è a tutela dell' imprenditoria agricola, e per la salvaguardia del territorio che si è reso necessario partecipare ai tavoli tecnici e dare manforte ai Comitato interprofessionale. E giusto ci siano delle regole, ma intendiamo contribuire alla realizzazione delle modifiche al Piano perché rispecchi le esigenze dei territori che sono vasti e vanno verificati in loco, e non presi in esame attraverso una cartografia che risale addirittura agli anni 80. L'ambito agricolo è molto penalizzato dal Piano paesaggistico e dalle sue restrizioni». (AMM)

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