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Rassegna stampa dell'8 luglio 2014

LA SICILIA
Un tabulato contro D'orsi
Udienza con colpo di scena iei mattina nel processo all'ex presidente della Provincia regionale
Il Pm ritiene che sia stato l'imputato a telefonare al coindagato Angelo Tedesco e non il contrario
FRANCESCO DI MARE
Colpi di scena a ripetizione nel processo a carico dell'ex presidente dell'ex Provincìa regionale Eugenio D'orsi, in corso al Tribunale dinanzi al primo collegio presieduto dal giudice Giuseppe Melisenda Giambertorii, a latere Genna e Contini. D'Orsi è imputato di peculato, abuso d'ufficio, concussione. Ieri erano in programma le deposizioni altri testi. I soliti Zard, l'avvocato Sinatra titolare dell'hotel Della Valle e Joseph Mifsud del Consorzio Universitario. Erano tutti assenti, ma se per Mifsud e Zard c'è stato il consueto problema del rintraccio, per Sinatra è stato disposto l'accompagnamento coatto per la prossima udienza, dopo un ennesimo tentativo di rintracciarlo anche in albergo, da parte degli avvocati di D'Orsi, Giuseppe Scozzari e Daniela Posante. Presente in aula come teste della difesa è stato il deputato regionale Roberto Di Mauro, il quale ha confermato di essere amico di D'Orsi, di averlo indicato come candidato alla presidenza della Provincianel 2008, al posto di un noto professionista del luogo di cui però Di Mauro ha curiosamente preferito non indicare il nome. Il politico ha rievocato i rapporti tra D'Orsi e l'architetto Vincenzo Buono. «Buono aveva invitato solo noi due al suo matrimonio a Brunico, ma ci andi solo io» Il clou lo ha riservato l'escussione di Angelo Tedesco. D'Orsi e Tedesco furono iscrittì sul registro degli indagatì per l'ipotesi di reato di tentata corruzione in arti giudiziari. Tutto è nato dalla denuncia presentata dallo stesso D'Orsi circa un presunto tentativo di corruzione che avrebbe subito prima dell'udienza del 14 maggio scorso da Vincenzo Vecchio, attraverso un intermediario, appunto Tedesco. Coimputato di reato connesso, l'applicato della scuola di Licata che fece conoscere D'Orsi e Vecchio si è dunque presentato in aula, con l'avvocato Ignazio Valenza a cui il pm Ignazio Fonzo ha «contestato» l'incompatibilità, essendo anche il legale di Vecchio. Da qui la necessità per Tedesco di trovarsi un altro avvocato, Luigi Troja. Alla ripresa il procuratore Fonzo - tabulato dei carabinieri alla mano - ha contestato a Tedesco che sarebbe stato D'Orsi a telefonargli e non il contrario, come riaffermato dallo stesso Tedesco dinanzi al Collegio. La difesa ha reagito, chiedendo un termine per leggere cosa avesse prodotto Fonzo. Il collegio ha disposto che il pm depositi in tribunale i tabulati del 7 maggio scorso, raccolti dai carabinieri. In occasione dell'udienza del 20 ottobre, proseguirà l'escussione di Tedesco, verranno sentiti Sinatra - accompagnato coattivamente in Tribunale - Zard e Mifsud.

GIORNALE DI SICILIA

ROTAZIONE. La struttura defL'ente è stata ora ridefinita in quattro direzioni d'area, dieci direzioni di settore
Ex ProvIncia, cambia l'assetto Staff dirigenziale «nmodulato»
Cambia l'assetto burocratico dell'ex Provincia, oggi Libero consorzio comunale. Il commissario straordinario, Benito Infurnari, ha rimodulato lo staff dirigenziale, dopo il collocamento in pensione di due funzionari. Nominati i nuovi capi area. La struttura dell'ente è stata ridefinita in 4 direzioni d'area, 10 direzioni di settore oltre alla direzioni "Grande progetto aeroporto" e "Grande progetto energìa". I due dipendenti che sono andati in pensione si occupavano delle direzioni dell'area 'Patrimonio, ambiente, infrastrutture, gare, contratti e concessioni, servizi di programmazione e progettazione" e dei settori "Infrastrutture stradali" e "Attività culturali e sportive". Il commissario ha ritenuto utileprocedere alla rivisitazione degli incarichi dirigenziali in modo da ottimizzare l'impiego delle risorse umane in relazione alle caratteristiche dei programmi da attuare e dei servizi da svolgere attribuendo ai dirigenti in servizio la responsabilità anche dei servizi facenti parte delle articolazioni organizzative dirette dai dirigenti collocati a riposo. Quindi, al settore Ambiente, territorio, politiche comunitarie e giardino botanico, sono stati accorpati i servizi del settore infrastrutture stradali - progettazione e programmazione, ed i servi Gare, contratti, concessioni ed espropriazioni. Al settore Edilizia e patrimonio è stato accorpato il servizio "Espropriazioni",al settore Solidarietà sociale, politiche della famiglia e pari opportunità vengono accorpati i servizi: gare, contratti e concessioni, ed infine al settore Stampa, Urp, comunicazione, accoglienza e cerimoniale è stato accorpato il settore attività culturali e sportive. Ecco i dirigenti incaricati: Bernardo Barone si occuperà della direzione del settore Ambiente e territorio, Gaetano Gucciardo del settore Edilizia gestione patrimoniale ed espropriazioni, Teresa De Leo di Solidarietà sociale, Ignazio Gennaro di Stampa, Urp e comunicazione. La direzione del settore Grande progetto aeroporto e del Grande progetto Energia è stata affidata a Gaetano Gucciardo che si occuperà anche del piano triennale delle opere pubbliche. In sede di approvazione del piano esecutivo di gestione, si provvederà a rideterminare le indennità di posizione dei singoli dirigenti che avendo maggiori responsabilità otterranno uno stipendio piè cospicuo. PAPI

Nuovo Infopoint nella Valle
Un nuovo punto informativo nelcuore della Valle dei Templi lo ha realizzatol'Urp del Libero consorzio di comuni, ex Provincia ed entrerà in funzione nei prossimi giorni. Il punto informativo è collocato nel piazzale di Porta V uno dei punti piu importanti e di maggiore rilevanza strategica per il flusso turistico dell' intera area archeologica. Il nuovo ufficio informazioni consi te in un elegante gazebo in legno realizzato in armonia con i manufatti gia preesistenti nello stesso piazzale V conformandosi quindi al contesto paesaggistico circostante. Come è noto il piazzale di Porta V costituisce uno snodo cruciale nel flusso turistico e nel traffico camperistico verso la Valle dei Templi e in quella zona infatti che non solo sono collocate le aree di sosta e di parcheggio per i turisti ma anche e biglietterie di ingresso dell' Ente Parco ed i punti vendita gestiti da privati a servizio dei visitatori della Valle. LOG

Gds.it 
Crolla un ponte sulla statale, tragedia sfiorata nell'Agrigentino: feriti
Tragedia sfiorata nell'agrigentino: le carreggiate di un ponte si sono piegate verso il basso a causa di un cedimento strutturale, toccando il fondo da un'altezza di quattro metri. Il collassamento del viadotto ha provocato due incidenti che hanno coinvolto tre automobili: quattro i feriti lievi, tra i quali una donna incinta. L'Anas ha istituito immediatamente una commissione d'indagine: dai primi accertamenti la causa del crollo sembrerebbe imputabile ad una rottura delle travi in cemento armato precompresso che sostenevano l'impalcato. Intanto la Procura di Agrigento ha aperto un'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Carlo Cinque. Il crollo è avvenuto in contrada Petrulla, in territorio di Licata, sulla statale 626 che collega Campobello di Licata, Ravanusa, Canicattì. A farne le spese è stata soprattutto una Fiat Punto - con a bordo due donne di Delia - che stava transitando sul cavalcavia ed è pertanto finita sul fondo. Secondo la ricostruzione di carabinieri e polizia la conduttrice della vettura, rimasta lievemente contusa, è riuscita ad accelerare raggiungendo l'altra parte del viadotto, come se fosse sulla montagne russe di una luna park. Con lei una donna incinta che in via precauzionale è stata portata in elisoccorso all'ospedale San'Elia di Caltanissetta. Subito dopo un'altra automobile ha tamponato una vettura che la precedeva, che ha frenato bruscamente. Due i feriti lievi. Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che si trovava ad Agrigento per partecipare in Prefettura ad un verticesull'immigrazione e sull'emergenza furti di cavi di rame, ha subito contattato il capo della Protezione civile nazionale e il corpo nazionale dei vigili del fuoco. Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha assicurato che saranno «appurate tutte le responsabilità», ricordando che ad Anas per la manutenzione straordinaria di ponti, viadotti e gallerie sono stati assegnati 650 milioni e che i primi 100 interventi sono già stati appaltati. La rottura delle travi, spiega l'Anas, è avvenuta «senza che si fossero manifestate deformazioni evidenti e tali da preannunciare l'imminente crollo: nessun segnale di possibile cedimento, peraltro, era emerso neppure nei recenti interventi di manutenzione sia ordinaria che straordinaria che hanno interessato il viadotto negli anni scorsi, con l'adeguamento delle barriere di sicurezza e, ancor più di recente, con la sostituzione dei giunti di dilatazione». Il 2 febbraio dello scorso anno, lungo la statale 115 che collega Agrigento con Sciacca, in territorio di Ribera, crollò una porzione del viadotto Verdura. Il ponte, allora, si squarciò a metà. In quell'occasione non si registrarono feriti solo perchè qualche ora prima un'automobilista aveva segnalato un avvallamento e il ponte, in via precauzionale, era stato chiuso al traffico dalla polizia stradale.

Sicilia24h.it Girgenti acque, si dimette l'ingegnere Giuseppe Carlino
Girgenti acque, l'ente gestore delle risorse idriche e della depurazione in quasi tutta la provincia di Agrigento, perde un altro pezzo importante della sua storia.e, co. Infatti, dopo le di Carmelo Salamone, ex amministratore dell'azienda, arrivano le dimissioni dell'ingegnere Giuseppe Carlino, che lascia la carica di direttore generale con delega agli investimenti. Girgenti acque non ha ancora ufficializzato e resa pubblica la decisione del Consiglio di amministrazione, di qualche giorno fa, di accettare le dimissioni dell'ormai ex direttore. A sostituire quest'ultimo, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe essere il dottor Ponzo. "Lascio - ci dice l'ingegnere Carlino - per ragioni personali. Ringrazio per la fiducia che mi è stata data sul mio operato all'interno dell'azienda dal momento più difficile del suo avviamento ad oggi".

GRANDANGOLOAGRIGENTO.IT Girgenti acquequalcosa non quadra: si dimette anche l'ingegnere Giuseppe Carlino Girgenti acque, l'ente gestore delle risorse idriche e della depurazione in quasi tutta la provincia di Agrigento, subisce un'altra importante defezione. Infatti, dopo le di Carmelo Salamone, ex amministratore dell'azienda, arrivano le dimissioni dell'ingegnere Giuseppe Carlino, che lascia la carica di direttore generale con delega agli investimenti. Girgenti acque non ha ancora ufficializzato e resa pubblica la decisione del Consiglio di amministrazione, di qualche giorno fa, di accettare le dimissioni dell'ormai ex direttore. La vicenda si lega strettamente con quella delle dimissioni di Marco Campione durate meno di 24 ore. Rientrato Campione che è tornando in sella di Girgenti acque, è stato disarcionato Carlino. A sostituire quest'ultimo, secondo alcune indiscrezioni, dovrebbe essere il dottor Ponzo. "Lascio - ci dice l'ingegnere Carlino - per ragioni personali. Ringrazio per la fiducia che mi è stata data sul mio operato all'interno dell'azienda dal momento più dif icile del suo avviamento ad oggi". Dichiarazione assolutamente diplomatica che tuttavia non lascia alle spalle i dubbi e i sospetti su una vicenda, quella di Girgenti acque che si ingarbuglia sempre di più.

Agrigento. Processo ad Eugenio D'Orsi: durissimo scontro Scozzari - Fonzo
Ancora una udienza carica di tensioni e fibrillazioni quella odierna che ha visto scontrarsi frontalmente il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e l'avvocato Giuseppe Scozzari, difensore dell'ex presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi. Davanti al Tribunale presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni, a latere Michele Còntini e Agata Anna Genna, si è consumato l'ennesimo scontro. D'Orsi come è noto, è sotto processo per tutta una serie di abusi che sarebbero stati commessi mentre era presidente della Provincia di Agrigento. Uno, in particolare, è legato all'attività dell'imprenditore Vincenzo Vecchio che avrebbe effettuato lavori nella villa di D'Orsi senza essere stato pagato. O meglio, Vecchio, in una prima dichiarazione ha detto di essere stato pagato. In una seconda dichiarazione, sempre davanti al Tribunale, ha negato di essere stato retribuito per i lavori svolti perché in cambio avrebbe dovuto ottenere un posto di lavoro per il figlio. Nel mezzo di questa divergente dichiarazione, il fatto nuovo: un conoscente di D'Orsi, l'assistente amministrativo di una scuola di Licata Angelo Tedesco, avrebbe contattato il presidente D'Orsi su incarico del Vecchio, per ricordargli di una promessa fatta, ossia la sistemazione del figlio. E su questo fatto è nato lo scontro. Tedesco in udienza ha detto di avere contattato D'Orsi per ricordargli quanto sollecitato da Vecchio. La Procura, presente in aula con il procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo e il sostituto Carlo Cinque, ha fatto rilevare che non è stato Tedesco a chiamare D'Orsi bensì è accaduto il contrario. E, il procuratore aggiunto Fonzo ha specificato che tutto questo è emerso dalle verifiche dei tabulati telefonici. A questo punto è scattata la reazione dell'avvocato difensore di D'Orsi, Giuseppe Scozzari sbottando: "È contrario alla Costituzione utilizzare gli atti di un'altra indagine che la difesa non conosce". L'aggiunto Fonzo non ha perso un solo istante: "Non dica cose errate perché chiedo la trasmissione degli atti". Insomma, un momento processuale durissimo ricomposto a fatica. La vicenda si innesta nel processo a carico di D'Orsi per gli abusi e che ha visto l'imprenditore Vecchio prima testimoniare a favore e poi contro D'Orsi. Quest'ultimo, dopo il colloquio con Tedesco, pensò bene di presentare denuncia contro l'imprenditore. Ed alla fine, la Procura ha aperto un nuovo procedimento contro Vecchio, D'Orsi e Fontana per corruzione in atti giudiziari. Il 20 ottobre si torna in aula ma già da adesso, il Tribunale ha acquisito i tabulati telefonici indicati dal procuratore aggiunto, Fonzo.

Livesicilia.it
Privilegiati e con stipendi d'oro. La Sicilia paradiso dei dirigenti
PALERMO - La fotografia, più o meno, è sempre quella. L'istantanea di ciò che non cambia mai. A parte qualche faccia. Qualche nome. Ma resta il dato. Anzi, i dati. A descrivere uno degli effetti più "concreti" dell'autonomia siciliana. Una pubblica amministrazione enorme. E in molti casi, privilegiata.
Per carità, in tanti storceranno il naso. E parleranno di populismo. E ricorderanno che "la Sicilia svolge ruoli che altrove vengono svolti dallo Stato". Certo. Sacrosanto. Vero, solo in parte. Perché i numeri raccontano una verità che, quasi ogni anno, imbarazza un po'. E giustifica, in un certo senso, persino le esagerazioni dei giornali e delle tv. I numeri in questione, ad esempio, sono quelli forniti dalla Corte dei conti, in occasione del giudizio di parifica dell'esercizio 2013. E basterebbe un dato per chiuderla qui. In Sicilia lavora un terzo dei dirigenti di tutta la Penisola. Un terzo, solo qui. In una sola delle Regioni italiane. Sono 1.813 i dirigenti della Regione. Mentre il personale non dirigenziale ammonta a 15.725 unità. Insomma, un dirigente "dirige" un'orchestra composta in media fa 8,67 funzionari o istruttori. Un lusso, tutto siciliano. Se si pensa che il numero complessivo dei dirigenti delle Regioni ordinarie è di poco superiore a quello della sola Sicilia (2.172 unità), a fronte di 36 mila dipendenti non-dirigenti. In questo caso, il rapporto tra dirigenti e dipendenti "semplici" è addirittura di 1 a 16. Sarà colpa dello Statuto speciale? Pare proprio di no, considerato il fatto che per le altre Regioni non ordinarie, il rapporto sale ancora: un dirigente su 19 dipendenti. Ma non è solo una questione di numeri. "Tra le anomalie più risalenti - scrive infatti la Corte dei Conti - permane, ancora, la clausola di salvaguardia prevista dall'art. 42 del contratto collettivo di lavoro regionale della dirigenza a garanzia della retribuzione dei dirigenti coinvolti nei percorsi di riforma organizzativa". Per farla breve, i dirigenti che vengono "disarcionati" dalla guida di un ufficio per moltivi organizzativi o di semplice spoil system, in base a questa norma devono ricevere un incarico di pari livello, anche dal punto di vista economico. Una norma, scrivono i giudici contabili, che va "in controtendenza rispetto agli indirizzi legislativi nazionali, che, invece, hanno previsto la sostanziale abolizione degli analoghi istituti di salvaguardia". Un privilegio tutto siciliano, insomma anche questo. E per i giudici contabili, oltre a essere tanti e a essere destinatari di provilegi anacronistici, i dirigenti (ma il discorso è allargato anche ai dipendenti del comparto) costano pure parecchio. "La spesa complessiva per i soli emolumenti fondamentali del personale (dirigenziale e del comparto) a tempo indeterminato fa registrare nel 2013 una lievissima flessione (-0,5%), che si aggiunge a quella più significativa del 2012 (pari al 4,1% rispetto al 2011), ma resta assai sostenuta in riferimento ai valori assoluti assunti negli anni". Spesa dovuta ovviamente agli stipendi dei dirigenti. Ma quanto guadagnano, davvero, i dirigenti della Regione siciliana? La Corte dei conti illustra alcuni "dati medi". Stipendi che si basano su un trattamento "fondamentale" e uno accessorio. La media per i dirigenti della Regione ammonta a 62 mila euro annui per il primo e quasi 21 mila euro per il secondo. Insomma, lo "stipendio medio" del dirigente regionale è di circa 83 mila euro annui. Somme assai lontane, invece, da quelle destinate ai dipendenti del cosiddetto "comparto" (cioè ai "non dirigenti). Per loro, spesso fiondati nel calderone dei privilegi, ecco un trattamento economico "medio" complessivo di 29 mila euro annui. Spese "sostenute", spiega la Corte. Nonostante i tentativi di riduzione nel salario dei regionali. I numeri, invece, raccontano altro: "La flessione in termini assoluti della spesa complessiva per le retribuzioni registrata nel 2013 - scrivono i giudici contabili - è poco significativa (1,5%, al netto dei pagamenti relativi ad anni precedenti), da imputarsi a fattori contingenti e al lieve calo del dato occupazionale; d'altra parte, ciò non appare del tutto fisiologico e proporzionato, atteso che i valori della retribuzione media pro-capite segnano complessivamente solo una lievissima flessione, e che la voce aggregata relativa agli emolumenti medi fondamentali del personale a tempo indeterminato registra addirittura un incremento (+1,6%)".
Eppure, nonostante questa "spesa sostenuta" per le retribuzioni, la Corte segnala anche una disparità di trattamento tra i dirigenti generali interni ed esterni. La Regione non ha aumentato il numero di questi ultimi, confermando i tre presenti già l'anno scorso (Monterosso, Palma e Lupo). Ma secondo i giudici contabili, appunto, "continua a sussistere una particolare diversità di trattamento economico, poiché gli emolumenti di quelli interni all'Amministrazione regionale sono previsti dal contratto collettivo di lavoro, mentre quelli attribuiti agli esterni sono oggetto di libera determinazione entro un limite massimo, pari a 250 mila euro per anno". Questa diversità, a dire il vero, dovrebbe essere stata superata dalla norma voluta proprio da Crocetta, che fissa a 160 mila euro (ma solo della parte imponibile) lo stipendio dei dirigenti. "Il limite vale anche per gli esterni", ribadisce il governatore. Un fatto che non "torna", almeno fino a ieri, alla Corte dei conti. Che fotografa la stessa immagine. Ogni anno. Solo qualche faccia nuova. Anzi, nemmeno quella. Solo l'uno per cento dei dipendenti regionali, a leggere bene i soliti freddi numeri, ha meno di 35 anni.



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