LA SICILIA
Caccia agli scarichi abusivi nei due
fiumi
Gli uomini della Polizia provinciale
rinforzano i controlli dietro la "regia" della Procura della
Repubblica
Con la caccia agli scarichi abusivi nei
fiumi Akragas e Naro si punta alla regolarizzazione delle utenze
fognarie della zona. Durante un incontro svoltosi tra il commissario
della Provincia Benito Infurnari, il settore Ecologia dell'ente, il
Comune di Agrigento, il Genio Civile e la Girgenti acque si sono
infatti gettate le basi per quello che dovrà essere fatto nelle
settimane a venire."Faro" di questa vicenda è la Procura della
Repubblica che, come si ricorderà, nelle settimane scorse aveva
chiesto al Municipio e al suo Ufficio tecnico che si attivassero per
monitorare la presenza di scoli abusivi nei due corsi d'acqua.
Scoli che, purtroppo, continuano a spuntare "come funghi". Per
potenziare il servizio di controllo la Provincia ha disposto che gli
uomini della Polizia provinciale, che è un Corpo addetto ai reati di
natura ambientale, agiscano in supporto, anche se le sanzioni
dovranno per competenza essere comunque emesse dalla Polizia locale,
il Genio civile, dal canto suo, dovrebbe provvedere in economia ad
effettuare la pulizia e la manutenzione delle sedi fluviali, in modo
da rendere anche più semplice l'attività d'indagine. Mentre i
controlli proseguono, tuttavia, si sta anche puntando a dare risposte
ai cittadini che al momento si trovano sprovvisti di reti fognarie.
Una situazione ben nota al Comune, dato che ad "autodenunciarsi"
erano stati nel mese di marzo gli stessi residenti, quando scrissero
all'allora assessore ai Lavori pubblici Gerlando Gibilaro
precisando che le proprie case, "regolarmente autorizzate""alla
data odierna, scaricano i propri reflui entro obsolete fosse settiche
ovvero mediante altre modalità inidonee e superate". Sempre
durante il tavolo tecnico dei giorni scorsi, quindi, Benito Infurnari
ha dato indirizzo perché il Comune concordi con la Girgenti acque
gli interventi necessari a realizzare le fogne nell'area del
Villaggio Peruzzo, limitatamente "alle abitazioni pre Gui-Mancini o
successivamente sanate". Prive di condutture sono ad oggi circa 300
abitazioni, tutte ricadenti nella prima fascia di viale Emporium e
Parco Oliva. L'idea, assolutamente astratta, è quella di
convogliare i reflui verso le vasche di accumulo presenti nei pressi
del depuratore incompleto del Villaggio Peruzzo, attualmente
utilizzate dalla premente che spinge i liquami di San Leone verso
Sant'Anna, affinché i motori spingano via anche quelli prodotti da
quella zona. Una sollecitazione affinché il Comune si attivi subito
arriva dai consiglieri della Seconda commissione consiliare Michele
Mallia e Gerlando Gibilaro, i quali hanno chiesto, "considerato che
tutti i convenuti hanno dato, ognuno per la propria parte di
competenza, il loro pieno apporto collaborativo per la definitiva
risoluzione della problematica in argomento" di "volere attivare,
tutte quelle procedure tecniche ed amministrative al fine di indire,
con cortese sollecitudine, una riunione o tavolo tecnico al fine di
addivenire, con immediatezza, alla risoluzione della questione".
GIOACCHINO SCHICCIHI
IL CROLLO DEL PONTE
Ufficializzati quattro percorsi
alternativi in attesa che l'Anas decida sul da farsi. Lunedì nuovo
vertice in Prefettura
Petrulla, interviene la Procura
Apposti i sigilli e nominati due
consulenti tecnici per accertare le cause del cedimento
il ponte PetruLLa finisce sotto
sequestro. I carabinieri di Licata, coordinati dal capitano Massimo
Amato, ieri hanno infatti apposto i sigilli all'infrastruttura che
lunedì mattina ha subìto un cedimento provocando il ferimento di
sei persone che in quel momento si trovavano in marcia sul viadotto,
fortunatamente non in maniera grave ricoverate tra gli ospedali di
Licata, Canicattì e Caltanissetta. Il provvedimento di sequestro è
stato disposto dalla Procura della Repubblica di Agrigento e porta la
firma del sostituto procuratore Carlo Cinque che ha preso in carico
la vicenda e insieme all'aggiunto Ignazio Fonzo sta coordinando la
prima fase di indagine. Dalla Procura sono stati inoltre nominati due
periti a cui è stato affidato il compito di accertare il perché del
cedimento e se le cause vanno addebitate a problemi di natura
strutturale riconducibili alla realizzazione dell'opera oppure alla
mancanza di interventi manutentivi nel corso degli anni. I due periti
sono i docenti universitari (entrambi dell'Ateneo di Catania)
Rosario Colombrita e Antonio Badalà che si sono già recati sul
posto per una prima analisi esplorativa, accompagnati da un gruppo di
tecnici.
Il disagio maggiore causato
dall'improvviso cedimento è legato ovviamente alla viabilità per
i residenti nel comprensorio tra Licata, Ravanusa, Naro, Campobello e
Canicattì. La Prefettura di Agrigento è corsa ai ripari comunicando
i tragitti alternativi che dovranno essere percorsi fino a quando
persisterà l'impossibilità di utilizzare il ponte Petrulla.
Quattro i percorsi alternativi studiati: per tutti i veicoli
provenienti da Gela e da Licata, compresi i mezzi pesanti con massa
superiore alle 3.5 tonnellate: Strada Statale 115, uscita Butera,
Strada Statale 626, uscita Riesi, Strada Statale 190. Il secondo
percorso è riservato a tutti i veicoli provenienti da Agrigento,
compresi i mezzi pesanti con massa superiore alle 3.5 tonnellate:
Strada Statale 115, Strada Statale 640, uscita Canicattì nord,
Strada Statale 122 ter, Strada Statale 123, Strada Statale 644.11
terzo itinerario è stato studiato invece solo per i veicoli con
massa inferiore alle 3.5 tonnellate e prevede la percorrenza della
Strada Statale 115, uscita Naro, Strada Statale 576, Strada Statale
410/DIR, Strada Statale 123 mediante viabilità comunale di
Canicattì, Strada Statale 644, Infine, ultima chanche, solamente per
i veicoli con massa inferiore alle 3.5 tonnellate: Strada Statale
115, uscita Campobello di Licata al chilometro 216, Strada
Provinciale 63b, Strada Provinciale 46, Strada Provinciale 12, Strada
provinciale 59, Strada Statale 644. Ma anche in questo caso si tratta
di un attraversamento particolarmente complicato. A seguito di un
incontro tra il prefetto e i vertici dell'Anas è stato deciso di
seguire due strade per affrontare la situazione d'emergenza che si
è venuta a creare a seguito del crollo. La prima riguarda la strada
statale 123 che l'Anas metterà in sicurezza entro il 20 luglio; la
seconda riguarda il ripristino di una vecchia strada che passa sotto
il ponte, nei pressi dell'area interessata al crollo. Oggi
pomeriggio i tecnici dell'Anas effettueranno un sopralluogo per
verificare la fattibilità di questa soluzione, Il tutto verrà
comunque discusso lunedì prossimo, alle 16, in Prefettura tra i
tecnici dell'Anas e il prefetto Diomede. Disagi e problemi che
ovviamente sono vissuti non solo dalle comunità di questo tratto
della provincia di Agrigento ma anche da quelli di una parte della
provincia di Caltanissetta, Riesi, Mazzarino, Sommatino i cui
residenti si rivolgono a Licata sia per le cure sanitarie (ospedale
San Giacomo d'Altopasso) che per recarsi al mare nelle spiagge del
litorale costiero licatese. E' chiaro che la situazione è in
divenire andrà monitorata di giorno in giorno. Il gestore della rete
stradale (l'Anas) sta studiando le soluzioni da mettere in atto per
risolvere la situazione e riaprire il tratto della 123 attualmente
interdetto. GIUSEPPE CELLURA
DI SICILIA
CUPA. L'obiettivo del progetto è
di elaborare politiche, progetti, norme e pratiche capaci di attivare
nuovi cicli
Università, arriva il master per
gli architetti
Hyper-cvcling Costa Sud è il titolo
del workshop di progettazione promosso dal Consorzio universitario
con l'obiettivo di elaborare politiche, progetti, norme e pratiche
capaci di attivare nuovi cicli di vita a partire dall'applicazione
di processi di riciclo creativo e proattivo sul sistema
paesaggistico, urbano e architettonico. Il workshop propone cinque
giornate. Il workshop è aperto a 30 partecipanti (laureandi e
giovani laureati in Architettura o Ingegneria, con attribuzione di
crediti formativi), che saranno selezionati in base al proprio
curriculum vitae da un comitato scientifico. La
scadenza per le iscrizioni è fissata
al 20 luglio. Il team è composto da Maurizio Carta, coordinatore;
Daniele Ronsivalle, responsabile laboratorio. Fanno parte del gruppo
di ricerca: Marcella Aprile, Vincenzo Melluso, Ferdinando Corriere,
Alessandra Badami, Daniele Milone, Valeria Scavone, Flavia Schiavo,
Ignazio Vinci. Mentre il "Recycle Palermo Lab" è composto da:
Angelica Agnello, Michele Anzalone,
Annalisa Contato, Daniela Di Raffaele, Giuseppina Farina, Carmelo
Galati Tardanico, Barbara Lino, Jessica Oliva, Gerlandina Prestia e
Raffaella Riva Sanseverino. PAPI
ISTITUTO GEOMETRA. L'appalto è
stato aggiudicato alla «Coco Salvatore impresa costruzioni edili e
stradali»
Lavori al Tecnico di Bivona, offerte
sotto esame
A seguito alla verifica dei requisiti
delle imprese partecipanti all'appalto per i lavori di
completamento dell'Istituto tecnico commerciale e per Geometri di
Bivona, aggiudicato provvisoriamente nei mesi scorsi, l'ufficio
regionale gare ha nuovamente convocato la Commissione. Alcune
imprese, infatti, non sono risultate in regola con gli obblighi
contributivi, e pertanto è stato necessario un nuovo esame delle
offerte, rideterminando la soglia di anomalia dei ribassi. L'appalto
della Provincia (oggi Libero Consorzio Comunale) aveva un importo
complessivo di 2.805.614 euro di cui 1,957.747 euro per lavori al
netto, 59.530 euro per oneri per la sicurezza diretti, 4.060 euro per
oneri per la sicurezza speciali e 784.277 euro per costo del
personale non soggetto a ribasso. Dopo la verifica, i lavori sono
stati aggiudicati provvisoriamente alla «Coco Salvatore impresa
costruzioni edili e stradali» con sede a Paternò. Seconda in
graduatoria è invece risultata la «Edilaurora strade srl» di
Favara che ha offerto il ribasso pari al 32,3608 per cento. Riparte,
dunque, l'iter burocratico che consentirà di procedere al
completamento di 25 aule dell'istituto di Bivona. La Commissione
dell'Urega è stata presieduta da Melchiorre Cirami, vicepresidente
Federico Piazza e componente, in rappresentanza del Libero consorzio
comunale, Salvatore Izzo, funzionario amministrativo dell'ufficio
gare. PAPI
CONTRADA PETRULLA. Il magistrato,
che coordina l'inchiesta sull'accaduto, ha nominato due
consulenti e ieri ha raggiunto il viadotto per una prima ricognizione
Crollo del ponte, sopralluogo della
procura
La Prefettura ha stabilito i
percorsi alternativi per gli automobilisti, ma la giunta di Licata
preme per il by pass del viadotto
Intervento del deputato agrigentino
del Partito Democratico Maria Iacono, che parla «dell'assoluta
precarietà della rete infrastrutturale della provincia dl
Agrigento».
Angelo Augusto
Primo sopralluogo dei magistrati della
procura della Repubblica di Agrigento sui pulite Petrulla, crollato
lunedì scorso mentre transitavano le auto, con la strage evitata per
miracolo. Ieri mattina il pm che coordina le indagini dei carabinieri
sull'accaduto, Carlo Cinque, insieme ai professori Rosario
Colombrita ed Antonio Badala dell'Università di Catania,
consulenti nominati dall'ufficio giudiziario, ha raggiunto la
statale 123 Licata— Ravanusa e per almeno un'ora e rimasto sul
posto. Quella del sostituto procuratore della Repubblica di
Agrigento, e dei periti nominati, è stata la prima ricognizione sul
luogo in cui si e verificato il crollo del viadotto. Già nei
prossimi giorni, con molta probabilità, il pin Cinque tornerà nel
sito ed insieme a lui, oltre ai consulenti dell'università di
Catania, ci saranno anche tecnici e dirigenti dell'Anas. La procura
di Agrigento, come è noto, ha aperto un'inchiesta già poche ore
dopo il crollo. L'ipotesi di reato ipotizzata, per il momento, è
quella di disastro colposo. Non ci sono ancora indagati. Intanto il
prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, considerato che nel sito
interessato dal crollo la statale e stata chiusa al traffico, ha reso
noti i percorsi alternativi per gli automobilisti. Eccoli: "percorso
A — scrive la prefettura - per tutti i veicoli provenienti da
Gela e da Licata, compresi i mezzi pesanti con massa superiore alle
3,5 tonnellate: statale 115, uscita Butera statale 626, uscita Riesi,
statale 190; percorso B: per i tutti i veicoli provenienti da
Agrigento,compresi i mezzi con massa superiore alle 3,5 tonnellate:
statale 115, statale 640, uscita Canicattì nord, statale 122 ter,
statale 123, statale 644; percorso C: solamente per i veicoli con
massa inferiore alle 3,5 tonnellate: statale 115, uscita Naro,
statale 576. statale 410/Dir, statale 123 mediante viabilità
comunale di Canicattì, statale 644; percorso D: solamente per i
veicoli con massa inferiore alle 3,5 tonnellate: statale 115, uscita
Campobello di Cicala ai Ktn216, strada provinciale 63b, strada
provinciale 46, strada provinciale 12, strada
provinciale59, statale 644". I
sindaci di Licata, Campobello di Licata e Ravanusa, però, continuano
a sollecitare gli enti competenti affinché sia realizzato un by pass
in prossimità dei ponte crollato, in modo di riaprire al più presto
la 123. Abbiamo già individuato i proprietari dei fondi che
sarebbero attraversati — ha annunciato ieri il vice sindaco di
Licata Angelo Cambiano — dalla bretella che potrebbe essere
realizzata. Attendiamo al massimo per domani (oggi ndr) una
convocazione dall'Anas per sapere se la nostra ipotesi viene
ritenuta percorribile". Intanto sul crollo del ponte è intervenuto
il deputato dei Pd Maria Iacono. " il crollo , oltre ad avere
dell'incredibile per la dinamica dell'accaduto, testimonia,
qualora ci fossero dubbi—scrive il parlamentare - l'assoluta
precarietà della rete infrastrutturale della provincia di
Agrigento". AUU
I
livesicilia.it
Venturino:
"Comuni confusi. Riforma delle Province va corretta
La
riforma delle province è una rivoluzione ormai avviata che non può
essere stoppata, ma necessita di importanti correzioni, perché al
momento i comuni siciliani vivono in uno stato di grande
confusione. Per
queste ragioni abbiamo lavorato ad un nuovo disegno di legge che
mette ordine ed impegna il Governo a velocizzare l'attribuzione delle
funzioni". Lo dice il vice presidente dell'Ars Antonio
Venturino.
"E'
necessario - continua il deputato - che si offra ai Comuni siciliani
il tempo necessario ad elaborare in modo sereno e consapevole una
scelta strategica per il loro futuro amministrativo. Per questo
motivo proponiamo un differimento di 6 mesi. La scelta dei comuni
dovrebbe essere frutto di valutazioni legate alle funzioni e alle
competenze attribuite ai liberi consorzi ed alle Città
Metropolitane, piuttosto che a mere valutazioni di tipo
campanilistico". "In questi mesi abbiamo assistito a
numerosi dibattiti in seno ai Consigli Comunali siciliani, - aggiunge
- che hanno fatto emergere difficoltà di valutazione e di scelta in
ordine alla stessa applicabilità della riforma".
Grandangoloagrigento.it
Angelo Balsamo,
corruzione in atti giudiziari ed altro: a processo il sindaco
(sospeso) di Licata
Vanno tutti a giudizio:
sindaco, accusatrici e favoreggiatore. Il Gup del Tribunale di
Agrigento, Ottavio Mosti ha mandato a processo il sindaco (sospeso)
di Licata Angelo Balsamo, Mary Ann Casaccio, Francesca Bonsignore e
l'imprenditore Carmelo Malfitano. Assoluzione per tutti dall'accusa
di truffa. Per il resto confermato l'intero impianto accusatorio
che avevano individuato il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il
sostituto procuratore Salvatore Vella. In udienza, Vella è stato
implacabile anche nelle repliche. Il risultato finale dell'udienza
preliminare dunque è questo: rinvio a giudizio, e processo già
fissato davanti la seconda sezione del Tribunale di Agrigento il
prossimo 22 ottobre per Balsamo, Malfitano e Bonisgnore. Le accuse
sono pesanti: corruzione in atti giudiziari, falsa testimonianza,
calunnia, ed altro tranne che per
Malfitano che risponde di favoreggiamento. Ci sono alcuni distinguo
da fare: La Casaccio, insieme alla sorella, è anche parte offesa
perché vittima di calunnia. Ed ha chiesto di patteggiare la pena,
ottenendo peraltro l'assoluzione dal reato di truffa. Il giudice
Mosti ha rinviato tutto ad altro Gup per la definizione della
vicenda. Rinvio a giudizio anche per l'imprenditore Carmelo
Malfitano che si è rivelato un protagonista piuttosto che
comprimario. Dopo l'arresto di Balsamo si adoperò affinchè il
sindaco arrestato e le sue accusatrici raggiungessero un accordo
soddisfacente per tutti ed evitare i guai giudiziari per Balsamo. Da
qui l'accusa di favoreggiamento personale. Gli imputati difesi
dagli avvocati Glicerio, Marino, Gaziano e Tricoli, adesso
affronteranno l'ulteriore corso della giustizia. La vicenda è stata originata
da un'indagine riguardante un processo civile per il risarcimento
dei danni dopo un incidente stradale. Balsamo, secondo la Procura,
avrebbe dato istruzioni a una falsa testimone (Bonsignore) per
permettere al figlio della sua assistita (Casaccio) di ricevere
l'indennizzo nonostante non gli spettasse. Balsamo, dopo la revoca
della custodia cautelare è gravato dal divieto di soggiorno a Licata
e pertanto oggi risiede a Falconara, territorio di Butera.
agrigentonotizie.it
Porto
Empedocle, prefetto e sindaco in visita al cantiere della centrale
Enel
Il prefetto di
Agrigento, Nicola Diomede, e il sindaco di Porto Empedocle, Calogero
Firetto, hanno oggi visitato
la centrale Enel per
sottolineare l'interesse e la vicinanza delle istituzioni per
l'importante progetto di
adeguamento ambientale che Enel
sta realizzando nel proprio impianto termoelettrico.
Ad accoglierli e ad
accompagnarli nella visita al cantiere della centrale è stato
Roberto Renon, responsabile dell'Area di Business Generazione di
Enel, che, nell'illustrare le attività di ambientalizzazione in
corso, ha confermato che tutto procede secondo il programma stabilito
e che, ad oggi, sono già stati
realizzati oltre il 50 percento dei lavori necessari. I lavori proseguiranno,
senza sosta, nei prossimi mesi e consentiranno di rendere, dal
prossimo 20 dicembre, il nuovo turbogas da 80 MW disponibile
per la produzione di energia elettrica. Come previsto, a
breve partiranno anche le attività per la dismissione del gruppo 2,
uno dei due gruppi ad olio combustibile attualmente esistenti. Il
gruppo 1, invece, da gennaio 2015 verrà mantenuto in "riserva
fredda", disponibile cioè solo
per eventuali situazioni di emergenza dettate dal Gestore della rete
elettrica nazionale. Durante la visita Renon ha
sottolineato la massima attenzione dell'Enel per gli aspetti e gli
adempimenti legati alla sicurezza sul lavoro per quanti operano nel
cantiere e nella centrale, indifferentemente che questi siano
dipendenti dell'azienda o delle imprese appaltatrici. Per quanto riguarda gli
aspetti occupazionali, Renon ha poi ricordato che, per l'espletamento
di tali lavori, solo nel cantiere attualmente operano circa 110 unità
lavorative, di cui il 50 percento residenti a Porto Empedocle. A
regime, invece, come previsto nell'accordo sottoscritto con i
sindacati di categoria lo scorso febbraio, nella centrale opereranno
complessivamente 47 unità lavorative dirette e 30 dell'indotto,
mantenendo, quindi, pressoché inalterati gli attuali livelli
occupazionali, come da più parti sempre auspicato. "Ambiente,
sviluppo, occupazione e sicurezza sul lavoro -
ha dichiarato Roberto Renon - sono le
priorità della nostra azienda e punti di forza di questo progetto
che, con un investimento di 80 milioni di euro, consentirà alla
centrale di Porto Empedocle di poter continuare a operare nei
prossimi anni, per garantire la sicurezza della rete elettrica
nell'area sud-occidentale della Sicilia".
Corruzione in
atti giudiziari, Angelo Balsamo rinviato a giudizio
Il sindaco di Licata,
Angelo Balsamo,
è stato rinviato a giudizio per
corruzione in atti giudiziari, calunnia e falsa testimonianza
nell'ambito di un'inchiesta su una presenta truffa assicurativa in un
incidente stradale in cui lui era legale prima di essere nominato
primo cittadino. Rinviata a giudizio anche Francesca Bonsignore,
la quale avrebbe reso falsa testimonianza per favorire l'ottenimento
del rinascimento. Il 22 ottobre prossimo si svolgerà la prima
udienza nel Tribunale di Agrigento. La vicenda riguarda un processo
per il risarcimento del danno dopo un incidente stradale, nel quale
Balsamo, secondo la Procura, avrebbe dato istruzioni a una falsa
testimone per permettere al figlio della sua assistita di ricevere
l'indennizzo nonostante non gli spettasse. Angelo Balsamo era
stato confinato agli arresti
domiciliari e il prefetto ne ha
disposto la sospensione dalla
carica di sindaco.
Repubblica.it
La Procura sequestra il
viadotto crollato, la strada nella lista a rischio
"Al
di là delle valutazioni tranquillizzanti riguardo l'insussistenza
di immediati pericoli di crollo nelle opere esaminate va evidenziato
che non vi è stata opera sottoposta a valutazione dei periti che non
abbia rilevato delle anomalie di pure diversa significatività".
C'era anche la "626" nella lista delle opere pubbliche a
rischio elencate quattro anni fa nell'ordinanza di custodia
cautelare firmata dal gip di Caltanissetta Giovanbattista Tona nei
confronti delle quattordici persone coinvolte nello scandalo del
cemento depotenziato portato alla luce dall'inchiesta condotta dal
procuratore Sergio Lari e dall'allora aggiunto Nicolò Marino.
Srtamane c'è stato un sopralluogo dei periti nominati
dalla
procura. Il viadotto è stato posto sequestro dal procuratore
aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto procuratore Carlo Cinque, che
hanno affidato la consulenza tecnica ai professori Rosario Colombrita
e Antonio Vadalà, entrambi dell'univerità di Catania.
Il
provvedimento è stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di
Licata. Il sequestro si è reso necessario per accertare le cause che
hanno portato al cedimento. Il viadotto Petrulla è lungo 492 metri e
la parte crollata è una delle dodici campate di cui è
costituito.Uno dei tanti affari che Cosa nostra, grazie al controllo
della "Calcestruzzi" del gruppo Italcementi, avrebbe portato a
termine lucrando sulla qualità del cemento fornito alle ditte
impegnate nella costruzione di grandi importanti opere pubbliche in
Sicilia e non solo. Il "risparmio" dell'azienda che, secondo
formule "taroccate" poi trovate in un computer, forniva
calcestruzzo con più sabbia e meno cemento, andava a finire nelle
tasche di Cosa nostra. Che il crollo del viadotto Petrulla,
"scivolato" lunedì tra Licata e Ravanusa, possa essere stato
causato dalla costruzione con cemento depotenziato è, per il
momento, ancora solo una delle ipotesi prese in esame dal procuratore
aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo e dal sostituto procuratore Carlo
Cinque che oggi conferiranno l'incarico ai periti che dovranno
stabilire perché hanno ceduto le travi di cemento armato
precompresso del viadotto. Ieri, però, i magistrati agrigentini si
sono confrontati con i colleghi di Caltanissetta che hanno istruito
il processo per il cemento depotenziato per capire se la strada in
questione sia nella mappa del rischio già disegnata quattro anni fa
e che, naturalmente, avrebbe dovuto far partire controlli
accuratissimi su tutte le infrastrutture coinvolte. E la "626" è
in quella mappa anche se il viadotto Petrulla non è tra i tratti che
allora i periti segnalarono come particolarmente critici: c'erano
lo svincolo di Castelbuono e la galleria Cozzo Minneria
dell'autostrada PalermoMessina, l'ospedale Sant'Elia di
Caltanissetta, la diga foranea di Gela, ma c'erano anche la
galleria Cipolla verso Licata e lo scorrimento 626 Salso III dove i
prelievi rivelarono livelli non accettabili di cemento. Chi controllò
lo stato reale delle opere di quella mappa del rischio e come? Dovrà
accertare anche questo l'inchiesta aperta dalla Procura di
Agrigento che nei prossimi giorni sentirà anche i responsabili
dell'Anas per capire come sia stato possibile che la squadra
incaricata di sorvegliare il viadotto non abbia mai colto alcun
segnale del degrado dell'opera che poi ha portato al crollo di
lunedì. La Calcestruzzi spa infine, tiene a precisare alcuni
particolare sulla vicenda. "La sentenza di primo grado del
Tribunale di Caltanissetta ha sgombrato il campo da qualsiasi ipotesi
di rapporto dei vertici della società della Calcestruzzi con
associazioni criminali" è detto in una nota. "Il Tribunale
ha stabilito che per l'allora amministratore delegato della società
non c'è mai stato nessun rapporto con la mafia, né alcun
comportamento che abbia in qualche modo favorito le associazioni
criminali. Come pure sgombra il campo dal l'ipotesi dell'esistenza di
una associazione finalizzata alla frode in pubbliche forniture".
Inoltre la sociatà aggiunge che: sulla "fragilità" delle
strutture
si
prende come riferimento le perizie dell'accusa senza tener conto
che le analisi dei periti del Tribunale (non della difesa) hanno
accertato che nelle strutture oggetto dell'inchiesta le resistenze
dei manufatti erano conformi ai progetti e in molti casi anche
superiori" .
Gds.it
Servizi igienici a
nuovo, un bando da 30 mila euro all'Ars
di
RICCARDO VESCOVO
PALERMO. Stipendi
e curricula saranno pure top secret, ma almeno tutti i siciliani
possono sapere come saranno sistemati i bagni di Palazzo dei
Normanni. Carta igienica, asciugamani elettrici, pattumiere in
metallo con pedalino, scopini, copriwater: l'amministrazione del
Parlamento siciliano si appresta a mettere a nuovo i servizi igienici
con un bando da quasi 30 mila euro pubblicato sul sito www.ars.sicilia.it Per presentare le istanze c'è tempo fino alle
12 del prossimo 22 luglio. Il prodotto più
costoso è sicuramente l'asciugamani elettrico ad aria calda che
dovrà attivarsi automaticamente col sensore: a Palazzo dei Normanni
ne servono ben 153 con un prezzo a base d'asta complessivo di 9
mila e 921 euro (ogni apparecchio è stimato sui 187 euro).
Altri dieci asciugamani elettrici dovranno invece essere ad alta
velocità, per un costo totale di 7.280 euro. E poi carta igienica a
rotolo "mini jumbo", di cui l'Ars dovrebbe acquistare 2730
rotoli, oltre a 42 litri di sapone liquido per le mani. L'avviso
specifica anche le caratteristiche tecniche che dovrà avere la carta
igienica: quella a rotoli più piccoli, in particolare, dovrà avere
i veli incollati e dovrà essere profumata