1. Contenuto della pagina
  2. Menu principale di navigazione
  3. Menu fondo pagina di navigazione
/ Rassegna stampa » 2014 » Luglio » 31 » Rassegna stampa del 31 luglio 2014

Rassegna stampa del 31 luglio 2014

GIORNALE DI SICILIA
ENTI PUBBLICI Redazione del piano provinciale di emergenza di Protezione civile Ex Provincia, contenzioso coi tecnici Cimino: «L'arbitrato chiesto da noi» Intervento dell'architetto Alfonso Cimino, capogruppo di un raggruppamento di professionisti, sul bando della Provincia per la nomina di un arbitro che dovrà dirimere il contenzioso proprio con il team di architetti perla redazione del piano provinciale di emergenza di Protezione civile. «Nei tempi e nei modi stabiliti del disciplinare di incarico, nell'ottobre del 2007 —spiega Cimino — l'associazione ha redatto e presentato nell'agosto del 200811 piano di massima. Nel novembre 2009, ha consegnato all'amministrazione provinciale e presentato al Comitato provinciale di protezione il nuovo piano. Nell'aprile 2011 è stato consegnato il piano esecutivo all'amministrazione provinciale. Nel novembre 2011, dopo 4 anni di assenza istituzionale, dei preposti della Provincia, mi sono visto costretto ad inoltrare una richiesta di definizione e di approvazione del piano e l'amministrazione provinciale, anziché procedere ad un contraddittorio con il professionista, al solo fine di adottare un piano utile per il territorio provinciale e per i suoi cittadini, ha innescato un contenzioso estenuante che, mi ha costretto a richiedere nel novembre 2013 apposita autorizzazione di costituzione di un collegio arbitrale per la definizione della controversia a causa delle inadempienze contrattuali dei preposti della Provincia, L'amministrazione Provinciale, solo, nel marzo 2014 ha autorizzato la costituzione del collegio arbitrale. Nel luglio 2014, ci ritroviamo la pubblicazione di un avviso pubblico per la scelta di un Arbitro, in quota alla Provincia, con delle illegittime e non veritiere motivazioni: 'l'arbitro di parte dovrà curare la risoluzione contrattuale nei confronti dell'associazione temporanea di professionisti, a causa delle inadempienze e violazioni in cui è incorsa, durante la redazione del Piano Provinciale di Emergenza di Protezione Civile" che sembrano voler condizionare la doverosa imparzialità che dovrà avere l'Arbitro scelto dalla Provincia. (PAPI)

PUBBLICA ISTRUZIONE Cinque giorni prima dell'inizio dell'anno scolastico 2012/2013, l'istituto venne dichiarato inagibile poiché costruito con cemento depotenziato IL "FERMI" PRONTO A RIAPRIRE Cinque giorni prima dell'inizio dell'anno scolastico 2012/2013, l'edificio che ospitava l'Ipia Fermi - in via Piersanti Mattarella, nella zona di Agrigento bassa - veniva dichiarato inagibile poiché costruito con cemento depotenziato. Due anni dopo - anni caratterizzati da doppi turni e dislocazione delle aule in altri plessi scolastici - all'Ipia Fermi vengono consegnati i locali del centro addestramento professionale nell'area Asi di Aragona-Favara.
La cerimonia si terrà domani, alle 10,30. A darne notizia è il Libero consorzio comunale, il cui commissario straordinario, Benito Infurnari, il dirigente del settore Edilizia Gaetano Gucciardo saranno presenti assieme al dirigente scolastico della scuola professionale Francesco Casalicchio. Al centro addestramento professionale andranno alcuni corsi. Dieci, invece, le classi - quelle delle prime e delle seconde - che dovrebbero rimanere al plesso di Tortorelle.
«Avevo chiesto che rimanesse un punto di riferimento della scuola in città - ha spiegato il preside Francesco Casalicchio - per evitare che l'istituto al completo venisse trasferito in periferia, ad Aragona-Favara. Se una istituzione scolastica lascia la città, è una perdita per la città stessa. A quanto pare, tale richiesta è stata esaudita e al Tortorelle collocheremo le prime e le seconde classi per evitare anche che i ragazzi, studenti giovanissimi, si spostino in periferia».
I trasporti per far sì che gli studenti riescano a raggiungere la zona industriale saranno garantiti?
«Ho mobilitato l'assessorato regionale ai trasporti - risponde il preside Casalicchio . C'è stata una conferenza di servizi nella quale la Tua, l'azienda di trasporti urbani, ci ha assicurato che saranno evitati i disagi e dall'ospedale si proseguirà la corsa fino al centro addestramento professionale. Ed anche i pullman extraurbani allungheranno i loro percorsi fino ad arrivare alla nuova sede della scuola».
Disagi finiti dunque per studenti e docenti dell'Ipia Fermi?
"Avessero consegnato questa sede qualche mese prima - spiega il dirigente scolastico - sarebbe stato meglio. Adesso, invece, in agosto, dovremo trasferire tutto quello che c'è all'interno. Basta pensare che ci sono laboratori, su- per attrezzati, da 400 metri quadrati. Sarà una fatica titanica».
E la vecchia sede dell'Ipia che fine farà? «L'edificio resterà a fare bella mostra di se - ha concluso Francesco Casalicchio - . Immagino che adesso che non ci saremo più vi saranno incursioni e raid vandalici. Ma certamente non dipende da noi. La nostra battaglia per fare in modo che sulla scuola possano essere effettuati i lavori necessari proseguirà. Si parla però di decine di milioni di euro, come se si dovessero sommare tutti gli edifici scolastici della città. Il Centro addestramento professionale non può considerarsi la sede ideale perché è periferica ci sono delle difficoltà oggettive che non possono essere negate. Sì, dunque, se è una sede momentanea, transitoria. L'Ipia Fermi deve però naturalmente tornare, per i diplomati e i tecnici di un certo spessore che è capace di dare, in città». (CR)

INIZIATIVE DI SORCE E CALLEA. «La giunta intervenga presso Territorio ed Ambiente per far deliberare i terreni» L'aeroporto non si farà, chiesto stop ai vincoli Ormai da anni i terreni di parte della Piana sono vincolati per la realizzazione dell'aeroporto. Nei mesi scorsi, però, il consiglio comunale ha detto definitivamente no alla struttura, Malgrado ciò i vincoli non sono stati ancora tolti e, di fatto, numerose decine di produttori agricoli sono nell'impossibilità di eseguire migliorie alle loro aziende. A denunciarlo, ieri, sono stati i consiglieri comunali Armando Sorce e Violetta Callea che hanno scritto all'amministrazione comunale chiedendo di "intervenire con urgenza presso l'assessorato regionale al Territorio ed Ambiente". "Il consiglio comunale— scrivono i due consiglieri - con ampia maggioranza ha deliberato con parere sfavorevole la proposta di realizzazione di una infrastruttura aeroportuale in terreni siti in agro di Licata e, in particolare, in una zona fortemente interessata da coltivazioni orticole di grande pregio e qualità; inoltre il piano regionale dei trasporti prevede esclusivamente interventi finanziari in quelli già esistenti". I due consiglieri comunali avevano presentato una prima interrogazione alla giunta il 19 marzo scorso, chiedendo "se si fosse attivata presso gli organi istituzionali competenti al fine di rimuovere l'avvio di avviso preordinato all'esproprio dei terreni interessati, dal momento che la prescrizione comporta notevoli pregiudizi ai proprietari dei terreni, quali l'impossibilità di accedere a mutui fondiari odi alienare i fondi a prezzo di mercato". Ora Callea e Sorce sono tornati alla carica.
"L'amministrazione comunale si è attivata si conclude il documento firmato dai due consiglieri comunali - presso l'assessorato regionale al Territorio e Ambiente per discutere ed affrontare i temi evidenziati dagli interroganti e dal comitato degli agricoltori, in relazione alla richiesta di eliminazione delle procedure relative all'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio dei terreni interessati?". Ora, sulla delicata questione, è attesa la replica dell'esecutivo in carica. (AAU)

PORTO EMPEDOCLE Il «Pietro Novelli» e stato autorizzato a partire ieri sera per gravi motivi di ordine pubblico si è trattato di una sola corsa di andata e ritorno dalle isole
TRAGHETTO «STRAORDINARIO» PER LE PELAGIE
Il comandante della Capitaneria, Di Marco: «Ho condiviso le motivazioni del prefetto, lunedì mancava l'ok dalla Regione»
PORTO EMPEOCLE
Il traghetto di linea «Pietro Novelli, ieri sera, è partito. E stato autorizzato, per gravi motivi di ordine pubblico, ad una corsa straordinaria verso le isole Pelagie e viceversa.
Il comandante della Capitaneria di porto di Porto Empedocle, Massimo Di Marco, ricevuta una lettera formale da parte del prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, "condividendo le valide motivazioni, ha derogato alla sua precedente disposizione.
«Per legge - ha spiegato, ieri pomeriggio, il comandante Di Marco - ogni sostituzione temporanea o definitiva di un mezzo di linea, in Sicilia, deve essere autorizzato dalla Regione. Lunedì non c'era l'autorizzazione della Regione e pertanto il traghetto che avrebbe dovuto sostituire l'European Voyager, è rimasto all'ancora. Il sindaco delle Pelagie, Giusy Nicolini, - ha proseguito nella ricostruzione dell'accaduto il comandante della Guardia costiera empedoclina - ha scritto al prefetto rappresentando motivi di ordine pubblico quali l'approvvigionamento di viveri, il trasporto dei rifiuti per evitare carenze igieniche sanitarie. In considerazione del fatto che fra 48 ore circa dovrebbero aversi avverse condizioni di tempo - Di Marco è entrato nel dettaglio - e condividendo le motivazioni valide espresse dal prefetto, ho autorizzato una sola corsa straordinaria di andata e ritorno».
Una deroga, insomma. E nel frattempo si attende che da Palermo, dalla Regione, arrivi l'autorizzazione alla sostituzione del traghetto.
«Non è accettabile che l'isola di Lampedusa paghi le conseguenze di un servizio di trasposto marittimo gestito il più delle volte con mezzi non idonei, - ha detto ieri, con una nota stampa, il parlamentare del Partito democratico, Giovanni Panepinto - . Lampedusa è al centro di un'emergenza umanitaria - sottolinea - ma non può e non deve dimenticare la sua vocazione turistica. Bloccare i collegamenti con la terraferma, a causa della carenza dimezzi o dell'impiego di navi di fatto prive di autorizzazioni, tanto da non poter effettuare il servizio, come è accaduto di recente nel caso della Pietro Novelli, che assicura il collegamento solo grazie ad un'ordinanza del prefetto, può creare danni irreversibili all'economia ed alla tutela ambientale dell' isola. Sarebbe interessante sapere - conclude Panepinto come funziona una privatizzazione che alla Regione costa 55 milioni di euro ma che di fatto non garantisce la continuità del servizio con gravi conseguenze. Assistiamo, insomma, all'ennesimo smacco nei confronti delle isole minori. (CR)

LE MISURE. Sì al pensionamento di 4 mila professori bloccati dalla riforma Fornero. Via libera ai trasferimenti dei dipendenti nel raggio di 50 chilometri senza motivazione
DIMEZZATI PERMESSI E DISTACCHI SINDACALI
Oggi il voto finale alla Camera della riforma della pubblica amministrazione. Mille assunzioni nei vigili del fuoco
Marianna Berti
ROMA
La riforma della Pubblica Amministrazione è vicina al traguardo, oggi è atteso il voto finale dell'Aula della Camera. Sarebbe il primo si del Parlamento a quella che il premier e il ministro della Pa, Marianna Madia, hanno definito la «rivoluzione copernicana». Poi il testo passerà al Senato, per essere convertito entro il 23 agosto. Ecco le misure.
Abolito trattenimento in servizio. Dalla fine di ottobre nessun dipendente pubblico potrà restare a lavoro dopo avere raggiunto i requisiti pensionistici, mentre finora la carriera poteva protrarsi ancora per due anni. La regola vale anche per i magistrati, anche se con un'attenuante: per loro lo stop scatterà solo a inizio 2016, al fine di garantire la funzionalità degli uffici giudiziari. Anche perchè in magistratura gli anni extra concessi erano 5 (fino ai 75 anni).
Pensionamenti d'ufficio a 62 anni, 68 per professori. Le pubbliche amministrazione potrà mandare a riposto i suoi dipendenti, motivando la scelta, a 62 anni, purchè abbiano l'anzianità massima. Anzianità contributiva e non più effettiva, come stabilito fino ad esso (valgono quindi i riscatti). Si tratta di uscite anticipate di 4 anni rispetto al limite standard di 66 anni. La possibilità era già prevista, ma la ricetta viene rivista, così da facilitarne l'applicazione, includendo nella platea degli interessati anche in dirigenti. Le soglie d'età non sono però uguali per tutti, per professori universitari e primari salgono a 68 anni, per i medici a 65.
Liberi 4 mila prof incagliati da riforma Fornero. Nel decreto è stata anche inserita la soluzione per gli insegnati «quota 96». Un'etichetta sotto casi ritrovano docenti e altro personale della scuola. Tutti accomunati da uno stesso destino: rimasti a lavoro a causa di un errore tecnico nell'ultima riforma delle pensioni, per cui, pur avendo maturato i requisiti non sono potuti uscire. Ora il dl dà sia libera, già a partire da settembre, le uscite, prevedendo un limite di 4mila pensionamenti e un tfr rimandato alla maturazione dei requisiti secondo la Fornero.
Turnover, mille nuovi vigili del fuoco. Si passa dalle persone alle risorse, per cui le amministrazioni possono procedere ad assunzioni che non superino il 20% delle spese sostenute per quanti sono usciti nel 2014, la soglia si alza al 40% nel 2015 per arrivare al 100% nel 2018. Le maglie perle entrate possono allargarsi negli enti territoriali che si mostrano «virtuosi>. Delle accelerazioni sono previste per i vigili del fuoco, con la creazione di oltre mille nuovi posti, e per le forze di polizia, per cui è previsto uno scorrimento veloce delle graduatorie, in vista di Expo
2015.
Mobilità obbligatoria ma non per mamme. Un dipendente pubblico potrà essere trasferito da un ufficio all'altro, nel raggio di 50 chilometri, senza previe motivazioni. Ma tutto ciò non vale per i genitori con bambini sotto i 3 anni o tutelati dalla legge 104. I criteri generali per la definizione della mobilità saranno decisi, ed è una novità, insieme ai sindacati. Lo stesso vale per il demansionamento: al massimo si potrà scendere di un gradino.
Permessi sindacali e stop a incarichi una volta in pensione. Le modifiche introdotte nell'iter parlamentare hanno esteso la platea anche a società ed enti a controllo pubblico, ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali e dei membri degli organi elettivi di ordini professionali. Nessun cedimento sul dimezzamento di permessi e distacchi sindacali.
Riduzione diritti camerali, -50% ma in 3 anni, Il dimezzamento delle somme dovute dalle imprese alle Camere di commercio ci sarà, anzi la prospettiva è l'abolizione, ma arriverà con gradualità, solo nel 2017, come richiesto da Unioncamere. Un emendamento ha infatti spalmato il taglio in tre tranche (per il 2015 la sforbiciata -35%, per il 2016 -40%).

LA SICILIA

LAMPEDUSA IL NOBEL QUOTATO A 30
Gli abitanti di Lampedusa, il principale porto di approdo per i profughi che tentano di sfuggire alla guerra, potrebbero essere premiati con il Nobel per la pace.
Per sapere se l'isola otterrà il prestigioso riconoscimento bisognerà aspettare metà ottobre, ma intanto in Italia si scommette sul vincitore: la sigla Paddy Power — fa sapere Agipronews - offre a 30,00 la vittoria, ma la «concorrenza» è più che agguerrita in lavagna.
Papa Francesco (a 7,00) insegue il ginecologo congolese Denis Mukwege (a 5,00), mentre il filosofo statunitense Gene Sharp è bancato a 9,00.
Si sale a 11,00 per la giovane pachistana Malala Yousafzai - che si è battuta per il diritto allo studio delle donne - per l'ex cancelliere tedesco Helrnut Kohl e per il «padre del riso ibrido» Yuan Longping.
Quota 17,00 per Novaya Gazeta - il giornale per il quale scriveva la giornalista Anna Politkovskaya - e per la «talpa» del Datagate Eclward Snowden, tallonati dall'ex presidente statunitense Bill Clinton e dal segretario generale dell'Onu Ban-ki Moon (entrambi a 20,00). Si gioca a 30,00 l'assegnazione del premio al fondatore di WikiLeaks Julian Assange, mentre il riconoscimento all'attrice Angelina Jolie vale 50 volte la scommessa (così come per Vladimir Putin, Tony Blair e le madri di Plaza de Mayo). Ultimo in lavagna il frontman degli U2 Bono Vox, dato 100 a 1.
GAETANO RAVANÀ

CAMBIANO DIVERSI DIRIGENTI
SCUOLA. Tra trasferimenti e dodici pensionamenti, cambia il quadro degli incarichi nei vari istituti
Tra trasferimenti e dodici pensionamenti, a settembre risulterà parzialmente mutato il quadro degli incarichi dirigenziali di alcuni istituti scolastici di Agrigento e provincia per l'anno scolastico 2014/2015.
In città, cambio di guardia all'Ipia «Fermi». Lascia la guida della scuola professionale il preside Francesco Casalicchio, trasferito a dirigere l'istituto comprensivo «Villaggio Mosè-Peruzzo», rimasto scoperto dal pensionamento per limite d'età del collega Giuseppe Alfano.
Sarà Caterina Amato, proveniente dal circolo didattico «Falcone» di Piazza Armerina, la nuova dirigente che inaugurerà l'anno scolastico alle porte nella sede dell'ex Cap della zona Asi.
Altro significativo mutamento riguarda l'istituto comprensivo «Quasimodo» di Villaseta, al cui vertice, rimasto vacante dal pensionamento del preside Salvatore Di Carlo, andrà Nellina Librici dal Il circolo didattico «Landolina» di Misilmeri.
Rinnovamenti anche in provincia. Resta a Licata, ma cambia istituto, Maurizio Bruccoleri, che lascia, infatti, la «Leopardi)) per guidare la scuola «Bonsignore», la cui ex dirigente Maria Marino va in pensione.
Dall'Iiss. «Pirandello» di Bivona si sposta a dirigere la «Alighieri» di Sciacca, invece, Giuseppe Graffeo. Anche qui, la poltrona di preside risulta scoperta dal pensionamento di Pietro Sigia. Mentre va a sostituire il collega in pensione Vincenzo Randazzo, che lascia l'istituto «Fazello» di Sciacca, invece, Giovanna Pisano, fino a ora alla guida dell'istituto comprensivo «L. Pirandello» di Canicattì.
Sempre nella città dell'uva, al posto del collega in pensione Giuseppe Parisi, prende la dirigenza del lI circolo «Doti Bosco», Giuseppa Cartella, ex preside del «S. G. Bosco» di Campobello di Licata, dove arriva il collega Michele Di Pasquali, giungendo dal «Da Vinci» di Ispica.
Ancora a Canicattì, alla guida dell'istituto comprensivo «Verga», retto fin ora da Mariangela Gibilaro, va Maria Ausilia Alfonsa Corsello, lasciando il «Don Bosco» di Troina.
Viene dalla scuola ericina «Pagoto» la dirigente Maria Laura Lombardo che prende il posto della collega in pensione Alida Cipolla all'istituto comprensivo «Navarro» di Ribera.
Ad andare in pensione, pure: Caterina Accursio («Crispi» di Ribera), Felicia Santamaria ("Roncalli» di Burgio), Carmelo Taormina («Don Milani» di Palma di Montechiaro), Domenico Tuttolomondo («Contino» di Cattolica Eraclea).
CHIARA MANGIONE

DOMANI L'IPIA FERMI TRASLOCA NEI NUOVI LOCALI DELL'AREA ASI
Saranno consegnati domani mattina, intorno alle 10:30, i locali del Centro Addestramento Professionale nell'area Asi di Aragona-Favara, destinati alla gran parte dei corsi dell'ipia Fermi di Agrigento (nove classi, tra primo biennio e sezione femminile socio-sanitaria, saranno, invece, ospitate al plesso Tortorelle). Giunta, infatti, l'ufficialità da parte dell'ex Provincia, con una nota indirizzata al preside dell'istituto Francesco Casalicchio, al dirigente dell'Ufficio X Ambito Territoriale di Agrigento, Raffaele Zarbo e all'impresa Progresso Group. Alla presenza del commissario straordinario del Libero Consorzio Comunale Benito Infurnari, e del dirigente del Settore Edilizia e gestione patrimoniale dell'ente Gaetano Gucciardo, verranno consegnate, all'attuale (ma per poco) preside dell'istituto professionale Casalicchio, le chiavi della struttura che solo lunedì scorso ha superato il collaudo statico; momento che di fatto ha completato le procedure burocratiche e tecniche di verifica dell'utilizzabilità dell'edificio (come anticipato dal nostro giornale nelle edizioni del 27-29/07/2014). Con l'appuntamento di domani, si chiude una lunga parentesi, iniziata nel gennaio 2013 quando l'oggi Libero Consorzio ricevette dall'Irsap il centro, bisognoso di alcuni interventi di recupero e adeguamento. Poi, conferenze di servizi, sopralluoghi e scambi di vedute. Tappa decisiva della vicenda, a tratti complessa, l'incontro del 18 giugno scorso, dal quale sono emerse le garanzie circa: la transitabilità di tutto il tratto stradale che porta fino al nuovo edificio scolastico, i trasferimenti degli studenti e l'organizzazione del servizio fino al nuovo edificio con una coppia di corse, e gli interventi di segnaletica a opera dei comuni di Aragona, Favara e Agrigento. La nuova sede dell'Ipia «E. Fermi» nei locali dell'ex Cap nella zona industriale Asi, con le utenze allacciate (luce, acqua e gas) e la predisposizione di telecamere, è quindi pronta ad accogliere masserizie e laboratori e soprattutto gli alunni dell'istituto professionale, che potranno iniziare l'arino scolastico in perfetto orario e senza problemi. Era settembre 2012 quando venne chiusa la vecchia struttura di via P. Mattarella per i noti problemi strutturali da calcestruzzo depotenziato.
C. MAN.

UNIONCAMERE. L'Isola aderisce all'autoriforma nazionale proposta al premier Renzi Camere di commercio siciliane, parte il progetto di ridurle da nove a tre
MICHELE GUCCIONE
PALERMO. La Sicilia aderisce all'iniziativa provocatoria di Unioncamere nazionale di proporre in autonomia un piano di riduzione del numero delle Camere di commercio in Italia prima che sia il governo Renzi a farlo. Così ieri la Giunta di Unioncamere Sicilia ha votato all'unanimità un atto di indirizzo per portare da nove a tre le Cciaa dell'Isola, tramite operazioni di aggregazioni previste dalla legge. «Con questo atto — dice il presidente di Unioncamere Sicilia, Antonello Montante — anche la Sicilia vara l'autoriforma del sistema camerale regionale che punta alla razionalizzazione e alla riduzione delle spese salvaguardando, allo stesso tempo, le specificità territoriali delle nostre imprese. Una riorganizzazione — prosegue Montante — era indispensabile per modernizzare e rendere sempre più efficienti i servizi offerti al sistema produttivo siciliano».
Così anche la Sicilia potrà inviare entro oggi a Roma il proprio atto d'indirizzo, affinchè Unioncamere nazionale possa proporre un piano completo di tagli. Ma non è detto che Renzi lo accetti o che nella fase operativa i numeri restino questi. Infatti, ad esempio, la Regione autonoma del Trentino, che è virtuosa, ha già avviato un tavolo di trattativa con lo Stato per concordare numeri e funzioni delle Camere di commercio di quel territorio.
La Regione siciliana, anch'essa autonoma ma non virtuosa nè efficiente, è difficile che possa incardinare con Roma una simile trattativa in tempi brevi. L'iter deciso ieri da Unioncamere regionale prevede che ciascun ente provinciale deliberi entro l'autunno, dopo un confronto con la Regione, l'aggregazione con un'altra Cciaa. Ma la norma prevede che ogni Camera di commercio debba avere un minimo di 8Omila iscritti (oggi li hanno solo Palermo e Catania) e che le aggregazioni possono avvenire solo per continuità territoriale ed economica. Inoltre, in Sicilia quelli camerali sono enti regolati da leggi regionali, i loro vertici sono nominati dalla Regione e la loro attività è sottoposta a vigilanza e controllo dell'assessorato Attività produttive. Una simile operazione avrebbe bisogno della condivisione del governo Crocetta e di una norma regionale che definisca nuovi compiti e funzioni. Le Cciaa siciliane rischiano il default perchè il taglio dei diritti pagati dalle imprese, deciso dal governo Renzi, impedirà loro di pagare stipendi e pensioni. Non è un mistero, quindi, che qualcuno all'interno del sistema camerale stia pensando all'assorbimento di alcune competenze delle Province azzerate, per compensare le minori entrate. Potrebbe essere questo il perno della trattativa con palazzo d'Orleans, anche per sanare il contenzioso sulle pensioni. La Regione negli anni '90 trasferì con legge l'onere dei pagamento delle pensioni del sistema ad un fondo interno alle Cciaa cui la Regione poi sottrasse le risorse. Un «buco» che si trascina da allora senza essere mai stato ripianato dai successivi bilanci regionali.
Insomma, il progetto di accorpamento delle nove Cciaa esiste e si avvia ad un percorso non facile. Ne è prova il fatto che nell'atto di indirizzo non sono citate le tre camere che aggregheranno le altre. Secondo indiscrezioni, le candidate sarebbero Trapani, Caltanissetta e Catania. Ma su questo non ci sarebbe unanimità. Non va dimenticato che sono commissariati quattro enti su nove e che solo per Ragusa e Catania potrebbe esservi in tempi ragionevoli una soluzione politica che porti alla costituzione degli organismi ordinari.

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO