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Rassegna stampa del 7 agosto 2014

GIORNALE DI SICILIAEX PROVINCIA Effettuate le nuove classificazioni Turismo, nuovi posti letto Sono in tutto 18.55 i posti letto delle strutture ricettive presenti in provincia di Agrigento. Gli ultimi ad aggiungersi alla disponibilità dei turisti riguardano l'apertura ad Agrigento e Licata di nuove attività. Le nuove effettuata dal settore turistica ed attività economiche e produttive' si riferiscono a tre strutture nella tipologia dei B&B e una negli "affittacamere". Si tratta "Rabatè" ad Agrigento in via Garibaldi nella tipologia di b&b, classificazione tre stelle, composta da una unità abitativa con cinque posti letto e tre camere; della struttura ricettiva denominata "Grangela" a Licata in via santa Maria nella tipologia di b&b, classificazione tre stelle, con due Camere e sei posti letto; della struttura ricettiva denominata "Roba de pupi" ad Agrigento, in contrada Inficherna, nella tipologia di b&b., classificazione classificazione tre stelle, con cinque camere e dieci posti letto. Ed infine della struttura ricettiva denominata "residence Cavalieri di Malta" ad Agrigento in via Ospedale Cavalieri di Malta nella tipologia affittacamere classificazione tre stelle con dodici posti letto e sei camere. Cessata, invece, l'attività a Sciacca del b&b "Maniscalco Dodin" che disponeva di cinque posti letto.
(PAPI)

SULLA STORIA DELLE PELAGIE». Dopo vent'anni, intesa tra il Comune e la Soprintendenza ai beni culturali Lampedusa, l'isola avrà il museo Partiti a Lampedusa i lavori di ristrutturazione e di allestimento del Museo Storico delle Pelagie, grazie alla sinergia tra la Soprintendenza di Agrigento e il Comune. Due gli spazi interessati dai cantieri, l'antico edificio di piazza Castello che domina il porto vecchio e il dammuso di Casa Teresa, dove verrà messo a punto un progetto finalizzato al recupero delle antiche essenze arboree e alla memoria del paesaggio attraverso la lettura delle fonti storico-documentarie e iconografiche. «Essere riusciti a fare partire i lavori - dice il sindaco Giusi Nicolini - è un bel risultato e dimostra che se davvero si vuole realizzare qualcosa, si può. Ciò vale per il Comune, ma soprattutto per la Soprintendenza, che ha fortemente creduto in questo progetto. Stipuleremo una convenzione per dare in gestione il museo al Comune, dopo i lavori dovrà essere subito fruibile al pubblico, con l'esposizione di tutto il materiale restaurato che attualmente è custodito nei magazzini della Soprintendenza». Per dare una svolta alla vicenda, ci sono voluti circa vent'anni durante i quali il progetto è stato abbandonato più volte. «Il progetto che si avvarrà dei contributi di università ed enti scientifici - aggiunge la soprintendente Caterina Greco - mira al recupero dell'identità locale e della consapevolezza dei valori culturali delle comunità, partendo dalla constatazione che esiste una forte coessenzialità tra le iniziative strutturali delle istituzioni e una adeguata partecipazione delle comunità locali e della società civile, svolgendo così un ruolo di avvicinamento del pubblico alle tematiche di sensibilizzazione e conoscenza della grande serie di beni culturali presenti sull'Isola». (AMM)

LA SICILIA UNIVERSITÀ. Drammatica assemblea dei soci del consorzio, senza però alcuno di essi. Nessuno garantisce sostegno
Per il Cupa ci sono prospettive...cupe Quella di martedì sera doveva essere per il Cupa di Agrigento l'assemblea dei soci della "svolta", e invece è stata solo occasione perché intorno al futuro del Consorzio universitario si potessero, ancora una volta, addensare nubi nerissime. E' stata, infatti, un'assemblea dei soci senza soci, dato che alla fine si sono presentati un delegato della Provincia e il commissario del Comune Luciana Giammanco ma non la Camera di Commercio, ma che soprattutto nessuno dei partecipanti ha potuto garantire al Consorzio il rispetto degli impregni presi.
Come si ricorderà, infatti, per poter salvare i corsi di laurea attualmente attivi - ad eccezione di ingegneria, che verrà spostata a Palermo -, il Cda, i soci e il rettorato avevano trovato un accordo, il quale prevedeva un alleggerimento del 15 per cento delle spese a carico del Cupa e un aumento della quota versata dai soci per un totale complessivo di oltre mezzo milione di euro. Un impegno che, complici le riforme della pubblica amministrazione e le contingenze adesso sembra che non possa essere garantito. Il Libero consorzio e la Camera di commercio, infatti, non possono sottoscrivere accordi a lungo periodo, visto che si tratta di enti entrambi in fase di rimodulazione dei quali, come è noto, non si conosce ancora pienamente il destino. Per quanto riguarda invece il Comune, Giammanco ha garantito che il Municipio sosterrà gli impegni, ma in questa fase l'Ente è ancora privo pure di un bilancio consuntivo 2013, e non può disporre di somme che andrebbero a riguardare esercizi finanziari successivi. "Sono francamente scoraggiata — ci confessa il presidente del Cupa, Maria Immordino - perché se non saranno mantenuti gli impegni da parte dei soci fondatori sarà impossibile garantire per il prossimo anno accademico la medesima offerta formativa. Domattina (oggi per chi legge ndr) incontrerò il rettore Lagalla per firmare la convenzione. Quella — spiega ancora Immordino — rappresenterà quantomeno un punto di partenza, ma in questa fase potremo contare solo sul milione e mezzo proveniente dalla Regione, e non basta". Il presidente, che fin dal suo insediamento ha eliminato le indennità e molte spese superflue, tra l'altro, annuncia una nuova spending review per il Cupa. "Procederemo ad altri tagli — ha detto — sebbene sia rimasto ben poco da eliminare e sebbene questo non consentirebbe di certo di garantire le somme che in questa fase stanno venendo meno. Mi faccia dire, però, che se la città avesse partecipato all'azionariato popolare, percependo 5 euro da ogni famiglia di ogni iscritto quei soldi sarebbero bastati da soli a finanziare un corso di laurea, ma nessuno ha risposto",
GIOACCHINO SCHICCHI

APPROVATI ANCHE ARTICOLI SU REFERENDUM E CAPO DELLO STATO Cnel abolito, fiducia solo da Camera Forse già oggi primo sì al ddl Boschi ROMA. È ormai una corsa contro il tempo per il ddl riforme. A Palazzo Madama si procede a tappe forzate per cercare di arrivare al via libera finale già entro oggi. Il premier Matteo Renzi
valuterà al momento se presentarsi in Aula per salutare di persona quello che ieri ha definito «un passaggio storico, fondamentale».
Ma i rischi restano dietro l'angolo. L'apertura dei relatori sui referendum non trova il plauso di Sel e nel pomeriggio il dibattito si è arenato sulle modifiche al Titolo V, con le opposizioni tornate in blocco in Aula, dove sono stati licenziati altri due pilastri delle riforme volute dal premier: la soppressione del Cnel e delle Province.
E stata una giornata insidiosa, a Palazzo Ma- dama. Dopo i rinvii delle ore scorse è arrivata l'apertura dei relatori - e del governo - su alcuni dei punti più delicati del testo. Sui referendum, Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli hanno presentato un emendamento per riportare le firme da 800mila a 500mila, relegando tuttavia l'abbassamento del quorum per l'approvazione - pari alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni - solo al primo caso. E trovando, per questo, il parere negativo di Sei, che ha già annunciato la presentazione di diversi subemendamenti.
Con un altro emendamento, i relatori hanno invece introdotto la possibilità di referendum propositivi e d'indirizzo ed hanno abbassato da 250mila a l50mila (attualmente ne servono 50mila) le firme necessarie per le leggi d'iniziativa popolare. Resta invece invariato l'art. 21 del ddl sull'elezione del Capo dello Stato, il primo degli otto approvati ieri. Platea e quorum restano quelli previsti dal testo uscito in Commissione (esclusi i tre delegati regionali, dopo il quarto scrutinio vale la maggioranza dei 3/5 dell'assemblea, dopo l'ottavo, è sufficiente la maggioranza assoluta) con il ministro Maria Elena Boschi che si è comunque impegnata a valutare ulteriori modifiche nel passaggio alla Camera.
L'esclusione del potere di dare la fiducia al governo per il futuro Senato, la soppressione del Cnel e l'abolizione delle Province dall'art. 114 della Carta sono gli altri punti incassati nell'iter del ddl, arenatosi tuttavia all'art. 30 relativo alle modifiche al Titolo V, in onore del quale sono rientrati pressoché stabilmente in Aula anche i 5 Stelle. La seduta è andata avanti fino alle 24 con l'obiettivo di mettere in sicurezza più articoli possibili e approdare al rush finale già oggi, anche perché a Palazzo Madama è in arrivo il dl competitività approvato ieri alla Camera.
Ma le incognite restano, come l'ipotesi - data per più che probabile - che al momento delle dichiarazioni di voto finali i frondisti FI che fanno capo a Raffaele Fitto dichiarino la propria dissidenza dal voto del gruppo, tanto per dare un segnale politico, soprattutto al Cavaliere. E su tutto potrebbe anche aleggiare l'ombra dei dati sul Pii snocciolati dall'Istat: il presidente Pietro Grasso, replicando ad una lettera del M5S, ha spiegato in serata che sono in corso contatti con il ministro dell'Economia Padoan per verificare la sua disponibilità ad intervenire in Aula. L'obiettivo, per il governo, è però incassare prima l'agognato sì dell'Aula alle riforme.
MICHELE ESPOSITO
Agrigentoflash
RACALMUTO, STANCHERIS: "CASA SCIASCIA SAREBBE INVESTIMENTO"
"Credo che la casa di Sciascia, se gestita bene, potrebbe essere un investimento per quell'area. Va preservata e bisognerà capire con il Tesoro che passi fare. In ogni caso penso che su Racalmuto occorre intervenire perché abbiamo anche la Fondazione Sciascia in crisi e la casa di Sciascia in vendita". A dirlo è stato l'assessore regionale al Turismo della Sicilia, Michela Stancheris, commentando con i giornalisti l'ordine del giorno sottoscritto nei giorni scorsi dai sindaci del Libero consorzio di Agrigento, nel quale si chiede alla Regione siciliana di intervenire nell'acquisto della casa della famiglia di Leonardo Sciascia, messa in vendita a Racalmuto, nell'agrigentino. Nell'immobile lo scrittore racalmutese ha vissuto per diversi anni e ha creato alcune delle sue opere.

STANCHERIS: "SU CARNEVALE DI SCIACCA E SAGRA DEL MANDORLO TROVEREMO SOLUZIONI AMMINISTRATIVE" "Cercherò di dare una mano ai carnevali di Sciacca, Acireale e Termini Imerese, così come alla Sagra del Mandorlo in fiore e all'autodromo di Pergusa. Dovrò trovare una soluzione amministrativa". A dirlo, parlando con i giornalisti, è stata l'assessore al Turismo della Regione siciliana, Michela Stancheris, a proposito delle iniziative rimaste fuori dalla manovra ter. Proprio per i tre carnevali siciliani lo stanziamento inizialmente previsto nel documento, approvato lo scorso 1 agosto dall'Assemblea regionale siciliana al termine di un iter tumultuoso, era di 400 mila euro. Ma il voto d'Aula ha escluso le manifestazioni dall'elenco dei beneficiari dei fondi dell'ex Tabella H, "Su questi eventi - spiega Stancheris - c'è stata un'opposizione politica, più che mirata al valore delle iniziative. È stato un voto miope che non ha garantito la Storia della Sicilia, che queste manifestazioni incarnano. Interverrò amministrativamente, togliendo risorse alle iniziative direttamente promosse, per le quali in finanziaria è stato stabilito un finanziamento di 2,9 milioni di euro".

Sicilia24h CLASSIFICATE QUATTRO NUOVE STRUTTURE TURISTICHE DAL SETTORE PROMOZIONE TURISTICA
Nuovi posti letto si aggiungono alla disponibilità dei turisti nelle strutture ricettive ed alberghiere della provincia di Agrigento grazie all'apertura, in provincia di Agrigento di nuove attività. Le nuove classificazioni effettuata dal settore "Promozione turistica ed attività economiche e produttive" riguardano tre strutture nella tipologia dei B&B e una negli "affittacamere".
Si tratta delle seguenti strutture ricettive: "Rabatè" sita ad Agrigento in via Garibaldi nella tipologia di b&b, classificazione tre stelle, composta da una unità abitativa con cinque posti letto e tre camere; della struttura ricettiva denominata "Grangela", sita a Licata in via santa Maria nella tipologia di b&b, classificazione tre stelle, con due camere e sei posti letto; della struttura ricettiva denominata "Roba de pupi" sita ad Agrigento, in contrada Inficherna, nella tipologia di b&b., classificazione tre stelle, con cinque camere e dieci posti letto; la struttura ricettiva denominata "residence Cavalieri di Malta" sita ad Agrigento in via Ospedale cavalieri di Malta nella tipologia affittacamere classificazione tre stelle con dodici posti letto e sei camere.
Cessata, invece, l'attività a Sciacca del b&b "Maniscalco Dodin" che disponeva di cinque posti letto.
Con le nuove classificazioni la provincia di Agrigento può, attualmente, contare su 18.595 posti letto.

Agrigentonotizie E' morto il professore Enzo Lauretta Ha ricoperto vari incarichi, tra i quali presidente dell'Ente di promozione turistica, presidente della Provincia e sindaco di Agrigento. E' morto nella sua abitazione, in seguito ad un malore improvviso
E' morto stamani, all'età di 90 anni, il professore Enzo Lauretta, operatore di cultura, scrittore, saggista, presidente del Centro Nazionale di "Studi Pirandelliani". Lauretta è morto nella sua abitazione di Agrigento, dove stamattina ha accusato un improvviso malore. Si è occupato anzitutto di Pirandello, ma anche di autori contemporanei quali Brancati, Patti e Saviane. Laureato in lettere e in giurisprudenza, impegnato nell'attività pubblica, ha ricoperto vari incarichi tra i quali presidente dell'Ente di promozione turistica di Agrigento, presidente della Provincia e sindaco di Agrigento.
Insieme allo storico amico Giuggiù Gallo, scomparso soltanto un anno fa, ha firmato la direzione delle prime storiche edizioni della Sagra del Mandorlo in Fiore di Agrigento, facendo sì che una festa popolare divenisse un festival internazionale del folclore. E' stato anche uno dei fondatori dell'Akragas calcio e dello storico gruppo folk di Agrigento "Val d'Akragas". Angelino Alfano: "Ha saputo orientare i giovani nei variegati percorsi culturali e artistici della sua terra". I funerali si terranno domani, 7 agosto, alle 16.30 nella chiesa di Villaggio Peruzzo.

SINDACI AGRIGENTINI CONTRO GIRGENTI ACQUE SI "INCATENANO" A PALERMO
I primi cittadini dei 27 Comuni dell'Agrigentino che nel 2008 hanno consegnato le condotte alla Girgenti acque S.p.A., definiscono "fallito" il sistema di gestione privata. Chiedono un intervento urgente della Regione
Si incateneranno dinnanzi il Palazzo d'Orleans di Palermo, sede della Regione Sicilia, per dire "basta alla gestione privata del servizio idrico". Sono i sindaci dei 27 Comuni dell'Agrigentino che nel 2008 hanno consegnato le condotte alla Girgenti acque S.p.A., ma che adesso definiscono "fallito" il sistema di gestione privata.
Si tratta dei primi cittadini di Calamonaci, Caltabellotta, Campobello di Licata, Canicattì, Casteltermini, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Comitini, Favara, Grotte, Licata, Lucca Sicula, Montallegro, Montevago, Naro, Porto Empedocle, Racalmuto, Ravanusa, Realmonte, Ribera, Sambuca di Sicilia, San Giovanni Gemini, Sciacca, Siculiana e Villafranca Sicula. Assenza certa soltanto del commissario straordinario di Agrigento, Luciana Giammanco, perché in ferie, e di un rappresentante di Raffadali, dove dopo la morte del sindaco Giacomo Di Benedetto si attende ancora un commissario.
"Ad Agrigento si pagano tre tariffe differenti. Questo non è più possibile - spiega il sindaco di Casteltermini, Nuccio Sapia, da noi raggiunto telefonicamente mentre in auto sta raggiungendo Palermo - . Sono venuti meno i criteri di economicità che ispiravano l'Ato idrico e questo il presidente della Regione, Rosario Crocetta, deve capirlo. I 16 Comuni che non hanno consegnato le reti idriche hanno tariffe loro, mentre i restanti (gestiti da Girgenti acque) pagano a forfait. La Regione deve prendere atto che ha creato questo 'mostro' e deve trovare una soluzione. I cittadini non ce la fanno più a pagare un servizio che oggi costa per il 25 percento in più rispetto al passato. Noi non molliamo la presa e vogliamo tenere alta l'attenzione. Una soluzione dovrà venire fuori. Non possiamo continuare con queste iniquità. Porteremo la problematica a conoscenza dell'opinione pubblica e consegneremo un documento unitario al presidente Crocetta".
Ottieni la guida gratuita! Registrati per ottenerla!"Il Governo regionale ci deve dare delle risposte chiare ed immediate su temi importanti - commenta invece il sindaco di Sciacca, Fabrizio Di Paola. La delegazione di amministratori agrigentini ha evidenziato la disparità, inaccettabile e insostenibile, che c'è tra Comuni che hanno rispettato la legge consegnando le proprie reti al gestore e Comuni che invece non lo hanno fatto. Abbiamo pure evidenziato le differenze di tariffazione che esistono anche tra i 27 Comuni agrigentini che hanno consegnato le reti. Ci sono cinque Comuni che pagano a forfait, mentre tutti gli altri pagano a tariffa piena".

La Stampa

RIFORME, GOVERNO SOTTO SU EMENDAMENTO DI SEL DIETROFRONT REFERENDUM, SOGLIA A 500 MILA FIRME. CANCELLATE LE PROVINCE DALLA CARTA COSTITUZIONALE
si torna al testo attuale dopo l'iniziale innalzamento a 800 mila. ma viene introdotta una doppia "soglia" e, conseguentemente, un doppio quorum. via la legislazione concorrente
ansa
È ormai una corsa contro il tempo per il ddl riforme. A Palazzo Madama si procede a tappe forzate per cercare di arrivare al via libera finale già entro oggi, giovedì, e con il premier Matteo Renzi che valuterà al momento se presentarsi in Aula per salutare di persona quello che oggi ha definito «un passaggio storico, fondamentale» su cui ci siamo. Ma i rischi restano dietro l'angolo e questa sera su un emendamento Sel all'art. 30 che modifica il Titolo V il Governo va ko, inciampando per la seconda volta sul voto segreto. L'apertura dei relatori sui referendum non trova inoltre il plauso di Sel anche se, nel frattempo, sono stati licenziati altri tre pilastri delle riforme volute dal "rottamatore": la soppressione del Cnel, delle Province e della legislazione concorrente tra Stato e Regioni.
Zanda: «I tempi resteranno quelli stabili»
«Questa riforma verrà approvata nei termini in cui già è stato stabilito». Così, rivolgendosi alle opposizioni in Aula, il capogruppo al Senato del Pd, Luigi Zanda, che, di fronte al caos emerso questa sera, chiede di riunire la conferenza dei capigruppo «per decidere insieme come dovranno continuare i nostri lavori». Il presidente del Senato, a seguito delle richieste giunte in Aula «ha disposto l'immediata convocazione della conferenza dei capigruppo». Lo annuncia in Aula la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, sospendendo i lavori - in una serata che ha visto riemergere il caos dei giorni scorsi - e disponendo la loro ripresa per domani mattina alle 9.30.
Dietrofont sulla soglia per i referendum
Scendono a 500mila le firme, tornando così al testo attuale della Costituzione, necessarie per poter presentare i referendum, ma viene introdotta una doppia "soglia" di firme e, conseguentemente, un doppio quorum. È quanto prevede l'emendamento dei relatori al ddl riforme costituzionali, in materia di referendum. Uno dei temi, quest'ultimo, che aveva sollevato le dure reazioni delle opposizioni, ma anche all'interno del Pd, per l'innalzamento a 800mila delle firme necessarie per i referendum. Si torna quindi a 500mila, tuttavia il nuovo testo dell'articolo 15 dispone che se si raggiungono 500mila firme (o cinque Consigli regionali) serve il 50 per cento più uno dei votanti aventi diritto perché il referendum sia valido, se invece le firme raccolte sono 800mila, il referendum è valido qualora partecipino alla votazione «la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei deputati e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi». Scompare, infine, il giudizio preventivo di ammissibilità da parte della Consulta, originariamente previsto dopo la raccolta di 400mila firme.
Via le Province
Via libera dell'Aula del Senato anche alla soppressione delle Province dall'art. 114 della Costituzione. L'Assemblea ha approvato infatti con 179 sì, 41 no e 9 astenuti l'art. 28 del ddl riforme, che sopprime la menzione delle Province tra le articolazioni territoriali della Repubblica.
Via la legislazione concorrente
Via libera del Senato all'art. 30 del ddl riforme che modifica il Titolo V della Costituzione. Scompare la legislazione concorrente tra Stato e Regioni e sono ampliate le competenze esclusivamente statali. Lo Stato potrà esercitare una «clausola di supremazia» verso le Regioni a tutela dell'unità della Repubblica e dell'interesse nazionale. L'approvazione giunge con 176 voti favorevoli, 33 contrari e 18 astenuti ma "pesa" l'ok dato dall'Aula con voto segreto a un emendamento Sel, votato a scrutinio segreto, che tra le competenze legislative delle Regioni inserisce quella sulla «rappresentanza in parlamento delle minoranze linguistiche». Emendamento che, ha osservato la relatrice Anna Finocchiaro, «non ha portata normativa e, se l'avesse, sarebbe sovversiva» e che, quindi, potrebbe perciò essere cancellato nel passaggio alla Camera.
L'art. 30 del ddl costituzionale che modifica l'art. 117 della Costituzione modifica l'attuale sistema di ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni. La novità più consistente è l'abolizione della legislazione concorrente e l'aumento delle competenze esclusive in capo allo Stato. Tra le nuove competenze statali compaiono ad esempio: il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; le norme generali sul procedimento amministrativo e sulla disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle P.a.; la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionali dell'energia; le infrastrutture strategiche e le grandi reti di trasporto e di navigazione d'interesse nazionale. E ancora, vengono riservate allo Stato «disposizioni generali e comuni» per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, ma anche sul scuola, attività culturali, governo del territorio.
«Spetta alle Regioni - dispone inoltre il nuovo art. 117 della Costituzione - la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia o funzione non espressamente riservata alla legislazione esclusiva dello Stato, con particolare riferimento alla di pianificazione del territorio regionale e mobilità al suo interno, di dotazione infrastrutturale, di programmazione e organizzazione in ambito regionale dei servizi sanitari e sociali, di promozione dello sviluppo economico locale». E ancora, «in materia di servizi scolastici» e di disciplina, «per quanto di interesse regionale, delle attività culturali» e valorizzazione ambientale. «Nonché in ogni materia non espressamente riservata alla competenza esclusiva dello Stato».
Inoltre, viene introdotta una «clausola di supremazia» per lo Stato: «Su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie o funzioni non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell'interesse nazionale»




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