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Rassegna stampa del 9 ottobre 2014

LA SICILIA
Regione: manca Governo, rinviato esame ddl su precari Una nuova assenza dei rappresentanti del Governo oggi in Commissione Lavoro dell'Assemblea regionale siciliana ha fatto saltare, ancora una volta nel giro di appena una settimana, la discussione dei due disegni di legge, a firma del vice presidente vicario Antonio Venturino, che riguardano la definitiva stabilizzazione dei circa 24mila precari, che da oltre 25 anni lavorano nella pubblica amministrazione.
«Oggi è andata in onda la stessa scena di sette giorni fa - afferma Venturino - quando la mancanza in commissione degli assessori Giuseppe Bruno e Patrizia Valenti, ha generato il rinvio ad oggi. Ma purtroppo, questa mattina, abbiamo dovuto registrare di nuovo l'assenza dell'assessore al Lavoro Bruno, mentre l'assessore Valenti si è fatta rappresentare da un suo delegato. Di conseguenza, anche oggi non abbiamo potuto discutere nel merito le proposte».
«Ormai è chiaro che il Governo vuole sfuggire alla trattazione di due leggi che puntano a mettere fine al precariato - prosegue Venturino -. Le mie proposte hanno avuto il benestare di eminenti avvocati giuslavoristi e giudici del lavoro. La presenza del Governo è indispensabile e queste assenze vanno contro quella richiesta di dialogo che anche il presidente Crocetta ha chiesto a tutte le forze politiche».

GIORNALE DI SICILIA
ARS. Renziani e Articolo 4 si defilano: gli alleati insistono sul recepimento in Aula della norma nazionale Riforma delle Province, governo sempre più isolato Prima si sono allontanati i renziani, qualche ora dopo anche l'Articolo 4 di Lino Leanza, E così Crocetta è sempre più isolato sulla riforma delle Province: tutti i partiti alleati gli chiedono di abbandonare il disegno di legge della giunta per l'ultimo atto della riforma che dà vita ai consorzi di Comuni. La soluzione, da giorni sposata anche dal Pdr di Giuseppe Picciolo, è il recepimento della norma nazionale scritta da Delrio, a cui da un paio di settima- ne lavora in prima persona il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone (Udc).
Sulle Province sono emerse posizioni che influiscono sulla crisi aperta nella maggioranza. L'ala renziana si allontana per la prima volta dal presidente della Regione. I cuperliani di Cracolici da giorni si sono detti a favore del recepimento della legge Delrio e comunque sono ormai un'ala di opposizione. Ma ieri il sindaco di Siracusa, Nino Garozzo, sempre più influente nel dibattito regionale, ha spostato i renziani sulla stessa linea: «Bisogna uscire da una situazione che sta danneggiando i cittadirii e rischia di mettere definitivamente in crisi i Comuni. La via maestra è una sola: il recepimento anche in Sicilia del riforma Delrio, che già sta entrando in vigore nel resto d'Italia». Posizione che la vicesegretaria regionale Mila Spicola conferma annunciando una Leopolda in Sicilia.
Per Garozzo il percorso a cui è arrivato il governo rischia di trasformarsi «in un pericolosissimo vuoto di potere e di risorse che provocherà la sospensione delle attività e dei servizi offerti dalle Province. I disagi più evidenti riguardano la manutenzione stradale e la cura degli istituti superiori».
Il recepimento della Delrio è un'opzione che piace anche all'Anci. Ardizzone ne ha discute da giorni col leader dei sindaci Leoluca Orlando, Ma ancora martedì sera Crocetta la riteneva impossibile «perchè lascia tutto come è adesso. Noi invece vogliamo davvero rivoluzionare gli enti locali". Ma il presidente della Regione ha registrato ieri anche la scelta opposta di Articolo 4, che conta 10 deputati: «È necessario dare risposte immediate ai territori che necessitano di una guida stabile e non commissariale per il rilancio e l'amministrazione dei servizi ai cittadini. Si recepisca la Delrio, partendo dal disegno di legge già presentato da due settimane da Articolo 4». Leanza e Luca Sammartino chiamano l'opposizione alla massima convergenza e «offre» in questa chiave il sostegno a un eventuale candidato unitario del centrodestra alla vicepresidenza dell'Ars, poltrona per la quale molti equilibri si stanno rompendo in questi giorni.
Intanto la posizione dei renziani rafforza indirettamente l'ala Cuperlo che con il Lillo Speziale ieri ha risposto all'invito alla collaborazione avanzato da Crocetta: «Il governo ha fallito. Serve una svolta profonda e un governo di alto profilo politico e programmatico, adeguato ad affrontare la drammatica situazione che stiamo attraversando. Crocetta se ne renda conto prima di imboccare definitivamente la strada del suo crollo politico».

«LA CARICA DELLE 104». Interrogazioni ai governi regionali e nazionali. "Si calcoli anche il danno erariale" Falsi invalidi, attacco dei 5Stelle: «Controlli a tappeto in ogni Asp» «Il governo regionale dia maggiore impulso ai controlli a tappeto in tutte le1 sedi provinciali delle Asp regionali per accertare e contrastare gli abusi con la legge 104». Il M5s all'Ars torna sulla questione delle centinaia di falsi invalidi scoperti nell'agrigentino da Digos e Procura e sul fenomeno dello spropositato aumento di accessi ai benefici della legge 104. Lo fa il deputato Matteo Mangiacavallo attraverso un'interrogazione depositata ieri mattina all'Assemblea regionale dopo che, già all'indomani dei diciannove arresti e delle 101 denunce, aveva predisposto un insieme di richieste di accesso agli atti. Il parlamentare M5s chiede anche se non si intenda avviare iniziative in seno alla confèrenza Stato-Regioni, volte alla revisione ed alla semplificazione dell'intero sistema di accertamento di invalidità civile, stato di handicap e disabilità, definito < obsoleto, farraginoso e inefficiente> . Anche il M5s alla Camera interviene con un'interrogazione ad hoc che ha come prima firmataria, Giulia Di Vita. «Mi chiedo - scrive - a cosa serva il piano Inps se poi accadono questi fatti sotto gli occhi di tutti e ci deve pensare la magistratura, la polizia e gli stessi cittadini. L'interesse generale non è certo quello di contrastare l'individuazione dei falsi invalidi, ma di fare in modo che siano rispettati i diritti fondamentali delle vere persone con disabilità e che i controlli siano condotti evitando inutili disagi e vessazioni. La Di Vita chiede al Ministro del lavoro e al Ministro della salute di indicare con esattezza il numero dei controlli relativi al piano di verifiche straordinarie Inps sui così detti "falsi invalidi" effettuati presso la Asp di Agrigento e, in generale, nelle Asp siciliane. Attraverso lo stesso atto, chiede di sapere quanti ditali controlli abbiano portato alla revoca dei benefici assistenziali e una stima del danno erariale provocato dal fenomeno. 

Sicilia24h
Nuova organizzazione del Settore Infrastrutture Stradali Con provvedimento n. 55/2014 l'ing. Bernardo Barone, direttore del Settore Infrastrutture Stradali della Provincia Regionale, oggi Libero Consorzio Comunale, ha disposto una nuova organizzazione del Settore Infrastrutture Stradali, assegnando il personale e i mezzi ai vari Gruppi per rendere più efficace le azioni di monitoraggio e manutenzione della complessa rete strale di competenza del Libero Consorzio.
Con una precedente disposizione erano stati definiti i tre gruppi di riferimento della Viabilità provinciale e nominati i funzionari tecnici responsabili ing Michelangelo Di Carlo (gruppo 10, viabilità sezione est), arch. Alfonso Giulio (gruppo11, viabilità sezione centro-nord) e ing. Filippo Napoli (gruppo 12, viabilità sezione ovest). Il gruppo 3 invece ha assunto la nuova denominazione di "Gruppo segnaletica e logistica".Il recente provvedimento integra le competenze, gli obiettivi e le risorse umane assegnate ai vari gruppi, disponendo anche l'assegnazione dei mezzi in dotazione al Settore e il personale. Al fine di migliorare e rendere più efficienti e produttivi i servizi, è stata effettuata anche una rotazione del personale tecnico e stradale.
Continua, dunque, il processo di riorganizzazione del Settore Infrastrutture Stradali (accorpato al Settore Ambiente, Territorio, Protezione Civile, Politiche Comunitarie e Giardino Botanico) nell'ambito delle competenze del Libero Consorzio Comunale, pienamente operativo nonostante la trasformazione delle Province in Liberi Consorzi e il conseguente drastico taglio delle risorse finanziarie

Livesicilia

Attorno a Crocetta terra bruciata
Si allunga la lista degli scontenti
di Accursio Sabella
Adesso anche i renziani chiedono a Crocetta di rinunciare alla sua riforma delle Province. Negli stessi minuti, la protesta dell'Anci: "Il governo non è un interlocutore serio". E tra gli scontenti, oltre ai soliti cuperliani, ecco anche Articolo 4, il Pdr, Ardizzone e persino... i pacifisti.
PALERMO - Adesso ci si mettono anche i renziani. Dopo i "Cardiale-boys", i deputati di Articolo 4, il presidente dell'Ars Ardizzone, il suo neocrocettiano ex grillino vice Antonio Venturino. E poi i Comuni (giusto per non racchiudere tutto nella diatriba con l'aspirante anti-Crocetta, cioè Leoluca Orlando), i Forestali, i dipendenti della Formazione, i sindacati, i lavoratori delle partecipate e persino quelli del Ciapi di Priolo. Ce l'hanno tutti con lui, che predica la pace: "Basta con gli odi". Ma attira persino l'ira dei pacifisti: "Perché non ha patrocinato la marcia della pace ad Assisi?".
Il presidente della Regione è accerchiato. Attorno a lui, terra bruciata dai vari fuochi che a stento ormai Rosario Crocetta riesce a spegnere. Giorni, questi ultimi, scanditi dai problemi, dai malumori, dalle offese e dai "mal di pancia". Lievitati negli ultimi giorni, cresciuti al punto tale da gettare quasi ai margini i poveri "cuperliani" che fino a qualche giorno fa detenevano lo scettro dei disfattisti, degli sfascisti, dei "poltronisti". E invece, guarda un po', si ci mettono anche i renziani. Che sono al governo, per intenderci. Con una presenza massiccia e in ruoli-chiave. Un governo, tra l'atro, nel quale potrebbe iniziare a farsi strada un po' di diffidenza su alcune scelte del presidente. In occasione della giunta in cui sono stati nominati i nuovi manager della Sanità, Nico Torrisi e Ezechia Paolo Reale hanno deciso di astenersi. Potrebbe essere un segnale.
Ma è sulle Province, sembrano dire ormai davvero tutti, che Rosario Crocetta ha fallito. E non è un fallimento come gli altri. Perché quella riforma è stata indicata come fiore all'occhiello di questa prima parte di legislatura. È stata il cavallo di Troia mediatico per esportare l'immagine di una rivoluzione che rischia di essere in gran parte smorzata con un colpo di penna. Quello che servirà per ricopiare (e in parte ridefinire) il decreto Delrio. Lo chiedono in tanti, ormai. Lo hanno chiesto le opposizioni, ovviamente. Ma non solo. Un appello così ampio da spingere Giovanni Ardizzone a lavorare a un testo largamente condivisibile oggi. Un testo alternativo a quello di Patrizia Valenti, che dell'Udc fa parte come il presidente dell'Ars.
Ma un testo per chiedere l'applicazione del Delrio esiste già. E anche in questo caso non è stato presentato dalle opposizioni. "La vicenda della Riforma delle Province - si legge in una nota di Articolo 4 - non può trascinarsi oltre. Si recepisca la legge Delrio, partendo dal disegno di legge già presentato da due settimane da Articolo 4, con una norma che la adegui alle esigenze siciliane migliorandola. Si raccolga, intorno a questa proposta il più ampio consenso possibile da parte di maggioranza ed opposizione senza dimenticare quanto di valido è stato fatto con la legge 8".
La "carezzina" finale alla legge con cui la Regione ha cambiato il nome alle Province, non può nascondere la sostanza delle cose. La maggioranza ha tolto dalle mani di Crocetta la "epocale riforma" dell'ente intermedio. E l'ultimo "colpo", il più duro, forse, da incassare, arriva persino dai renziani, appunto. Prima col sindaco di Siracusa Garozzo, poi anche tramite le parole del deputato regionale Vullo: "La riforma che ha introdotto i liberi consorzi non sta funzionando - ha detto - e per di più sta determinando lentezze nel procedimento di creazione dei nuovi organi intermedi. Anziché tentare un rattoppo come viene annunciato in queste ore, sarebbe meglio recepire le norma nazionale". Ci si mettono anche loro, i renziani. Che rilanciano le richieste dell'Anci. I Comuni siciliani, guidati da un aggueritissimo (non è una novità, ovviamente) Leoluca Orlando, hanno attaccato frontalmente il presidente: "Non riteniamo il governo un interlocutore serio. Parleremo solo con l'Assemblea regionale". E l'Ars è pronta a parlare. Un dialogo che taglia fuori Crocetta.
Che dovrà fronteggiare, nei prossimi giorni, anche le mozioni di censura a Scilabra e Vancheri. Che fanno rima con Lumia e Confindustria. L'attacco "politico" è al cuore dell'identità di questo governo regionale. Le censure avrebbero, insomma, una portata politica che Crocetta non potrebbe sottovalutare. Nel frattempo, però, di mozione rischia di aggiungersene un'altra. L'ha annunciata Antonio Venturino. E l'assessore nel mirino, stavolta, è quello al Lavoro, il renziano Giuseppe Bruno, "colpevole" di avere per l'ennesima volta disertato la commissione Lavoro. E Venturino sarebbe un amico, un alleato del governatore. Così come sono alleati-amici i parlamentari del Pdr che non hanno preso affatto bene una battutaccia del presidente dopo l'esito delle elezioni di Siracusa ("Morto un Pippo Gianni se ne fa un altro"), e hanno risposto per le rime, costringendo lo stesso governatore alle scuse.
Nel frattempo, i Palazzi "scottano", non solo dal punto di vista politico. Due giorni fa, sotto Palazzo d'Orleans, Forestali, dipendenti dei Consorzi di bonifica, formatori hanno protestato con toni molto duri nei confronti del governatore. Ieri a Palazzo dei Normanni, in commissione bilancio, una sfilata di enti alla canna del gas: alla Sas rischiano di mancare cinque milioni, al Ciapi 800 mila euro, qualche centinaia di migliaia di euro agli stessi Consorzi.
Già, ma il presidente apparentemente vuole spegnere i fuochi. Dice che in passato le proteste erano maggiori, e più temibili. E invita a evitare gli "sfascismi". "Basta con gli odi", ha chiesto in modo accorato. Basta con gli odi. Il presidente cerca la pace. E invece, trova la guerra persino da parte dei ... pacifisti. "Sorprende che la richiesta di patrocinio e della presenza alla marcia Perugia-Assisi del presidente Rosario Crocetta, avanzate dall'organizzazione nel periodo estivo, - ha dichiarato Francesco Lo Cascio presidente Mir Palermo per il 'Comitato per la Nonviolenza, la Pace e i Diritti Umani' che raccoglie associazioni e Ong pacifiste - siano state ignorate dalla presidenza della Regione Siciliana. La promessa di una 'Rivoluzione Siciliana'del Presidente Crocetta, - prosegue - non poteva non riguardare il destino di Pace della Sicilia in mezzo ad un Mediterraneo, oggi attraversato da tanti conflitti. Dia la sua adesione alla marcia del 19 ottobre ad Assisi e dichiari la Sicilia 'Ente locale per la pace'". Ma per il presidente, oggi, davvero non c'è pace. Attorno a lui, solo terra bruciata.

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