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Rassegna stampa del 22/23/24 novembre 2014

22 novembre - sabato
GIORNALE DI SICILIA
EX PROVINCIA Aggiudicate e gare per i nuovi lavori al Foscolo e al FoderàConcluse le procedure di gara per migliorare le condizioni di utilizzo di alcune scuole di competenza dei Libero Consorzio di Agrigento.Si tratta delle gare per la manutenzione e la messa in sicurezza di elementi non strutturali del Liceo Foscolo di Canicattì e del Foderà di Agrigento. lavori al Foscolo sono andati alla ditta Licata Calogero di Agrigento e quelli del Foderà alla Generali Costruzioni di Caltanissetta, L'importa dei due lavori superava i i66 mila euro.
EX PROVINCIAManutenzione delle stradeNuovi interventiSono in corso d'opera alcuni interventi di manutenzione nelle aree di sosta realizzate dalla Provincia, oggi Libero Consorzio Comunale, su alcune strade provinciali e programmati dai Settore Ambiente. i lavori sono incorso sull'area di sosta realizzata sulla SP n. 36 Bivio Verdura-S. Anna, con i consueti interventi in calendario, che prevedono la pulizia delle cunette, la scerbatura e fresatura delle aiuole, la potatura di alberi e siepi e la manutenzione o la sostituzione, ove necessario, degli steccati.
EX PROVINCIA. L'inchiesta su pranzi e cene del presidente Eugenio D'Orsi "rimborsati in maniera illegittima": pena di otto mesi per il vicedirettore generale dell'EntePROCESSO A FUNZIONARI, CONDANNATO SOLO GENNAROProsciolti "perché il fatto non sussiste" gli  imputati Giuseppina Miccichè, Piero Hamel, Antonino Graci e Gaetano GucciardoPranzi e cene del presidente della Provincia Eugenio D'Orsi rimborsati in maniera illegittima: unico condannato è il vice direttore generale dell'ente Ignazio Gennaro: 8 mesi di reclusione (pena sospesa) è la pena inflitta ieri pomeriggio dai giudici della prima sezione penale. Il collegio presieduto da Francesco Provenzano, con a latere Maria Alessandra Tedde e Giancarlo Caruso, ha deciso l'assoluzione perché il fatto non sussiste" per gli altri quattro funzionari finiti a processo. Si tratta di Giuseppina Miccichè, Piero Hamel, Antonino Graci e Gaetano Gucciardo. Anche la posizione di Gennaro, che è difeso dall'avvocato Enzo Caponnetto, si è nettamente ridimensionata: i giudici lo hanno infatti assolto da un'altra ventina di imputazioni di abuso di ufficio condannandolo solo per tre capi (neppure interamente) con cui gli si contestava di avere disposto il rimborso, dal 2008 al 2010, dei pasti del presidente Eugenio D'Orsi (in tre sole circostanze del vice Carmelo Pace, attuale sindaco di Ribera) senza che risultasse documentato il fine. «Le spese istituzionali — aveva sostenuto il pm Carlo Cinque nella requisitoria - in realtà servivano per soddisfare i piaceri personali del presidente Eugenio D'Orsi. Cene, cenette ma anche pizze, caffè e chewingum. Sostenere che si trattasse di soldi spesi per promuovere l'immagine dell'ente non è proponibile». La pena più alta, tre anni di reclusione, era stata proposta per Gennaro. Un anno e sei mesi per Miccichè (richiesta di assoluzione per un singolo capo), sette mesi per Hamel (assoluzione per alcuni capi), sette mesi per Gucciardo e un anno e sei mesi per Graci. Oltre all'accusa principale, relativa alle procedure di rimborso delle spese sostenute da D'Orsi, venivano contestate altre ipotesi di abuso di ufficio. Un filone dell'inchiesta era relativo all'acquisto di alcuni beni di rappresentanza.Altre accuse riguardavano l'illegittimo affidamento esterno di alcuni incarichi che, invece, secondo l'accusa potevano essere evitati facendo ricorso a risorse interne. Ieri mattina c'è Stata l'ultima arringa dell'avvocato Antonino Gaziano (nel collegio, fra gli altri, anche i legali Diego Galluzzo, Antonino Accardo, Daniela Ciancimino e Rosa Salvago) che ha chiesto l'assoluzione della Miccichè. «Sono soddisfatto — ha commentato dopo la sentenza — perché le è stata restituita la serenità». Alla lettura del dispositivo lacrime di commozione di imputati e familiari. Dei dodici indagati iniziali, finora una sola condanna. (GECA)
TRIBUNALE. L'inchiesta condotta dai pm Fonzo e ForteEd il 22dicembre si tornerà in aulaSentenza in arrivo anche per D'OrsiIl processo ai funzionari della Provincia (giornalisticamente chiamato "D'Orsi bis") si è concluso ieri pomeriggio. Quello all'ultimo presidente dell'ente soppresso dalla Regione dovrebbe concludersi nei primi mesi dell'anno prossimo. Tutte le accuse di abuso di ufficio mosse ai funzionari sono contestate in concorso con D'Orsi. A queste se ne aggiungono altre autonome di concussione e peculato che ruotano attorno alla ristrutturazione della sua villa di Montaperto. La più nota è quella relativa alle ormai famose quaranta palme che sarebbero state comprate dalla Provincia e finite invece nel suo giardino. La Procura — l'inchiesta è stata condotta dall'aggiunto Ignazio Fonzo e dal pm Giacomo Forte, adesso sostituito in udienza dal pm Cinque — ipotizza anche abusi legati al suo ruolo istituzionale per non pagare dei lavori. A processo in corso si è scoperto anche dell'esistenza di un'inchiesta parallela per corruzione in atti giudiziari a carico dello stesso D'Orsi e di due testi. Il 22 dicembre si torna in aula per sentire gli ultimi testi della difesa rappresentata dagli avvocati Daniela Posante, Giuseppe Scozzari e Gaetano Bruna. L'idea del collegio presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni di concludere la requisitoria entro l'anno è tramontata.(GECA)
OCCUPAZIONE Nuova riunione di sindaci ieri al Comune di Racalmuto, decisa manifestazione per sollecitare interventi. Venerdì corteo di protesta davanti alla prefettura.Da gennaio lavoro a rischio per 2.200 precari«Converrà dimettersi dalla carica perché i nostri enti non riusciranno più a lavorare e garantire i servizi alla cittadinanza»A rischio c'è il lavoro di2.200 precari in servizio nei Comuni dell'Agrigentino. Sindaci, sindacati e lavoratori, ieri mattina, sono tornati a riunirsi nell'aula consiliare "Marchese" del Municipio di Racalmuto. Tutti sono d'accordo: non c'e' più tempo da perdere. Fra una settimana venerdì' mattina - si terrà una manifestazione di protesta dinanzi la Prefettura di Agrigento. I sindaci - erano una trentina quelli che ieri hanno partecipato si secondo vertice sul dramma precariato - in quell'occasione, simbolicamente, consegneranno le loro fasce Incolore. Tutti, in maniera compatta, sono consapevoli dì un dato: «Se dal primo gennaio non sarà più possibile prorogare i contratti si lavoratori precari - è stato detto durante la riunione - converrà dimettersi perchè i Comuni non riusciranno più a lavorare e a garantire i servizi alla cittadinanza". I capi delle varie amministrazioni comunali Agrigentine hanno, di fatto, raccolto la proposta del sindacalista della Funzione pubblica della Cgil, Alfonso Buscemi. «Venerdì prossimo - ha spiegato, a margine del vertice, Buscemi - saremo tutti assieme dinanzi la Prefettura. Sarà una manifestazione di protesta, di richiesta d'attenzione, provinciale. I sindaci consegneranno simbolicamente le loro fasce. Dal primo gennaio, se non ci sarà futuro per i precari, non ci sarà neanche futuro peri Comuni, quindi i sindaci potrebbero davvero andare verso dimissioni di massa». Se la battaglia per tentare di dare un futuro ai lavoratori precari in servizio nei vari Municipi verrà persa, i sindaci - prendendone atto - potrebbero davvero decidere di tornarsene a casa.La manifestazione di protesta di venerdì dinanzi al palazzo della Prefettura potrebbe però essere soltanto il primo passo. Perché - anche questo ieri è risultato essere chiaro e condiviso da tutti - se non srrivera000 risposte positive, su base regionale le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil stanno già lavorando per organizzare un'altra manifestazione di protesta, il prossimo 10 dicembre, direttamente a Palermo, alla Regione. Intanto è in discussione l'emendamento Capodicasa-Iacono la cui approvazione aprirebbe la strada alla proroga dei contratti fino al 2015, prescindendo dalle procedure di stabilizzazione. «Un emendamento che se non verrà approvato - ha detto Buscemi - potrà far precipitare la situazione, portandoci a scendere platealmente in campo prima di venerdì, anticipando, di fatto, le forme di protesta».I sindaci si erano riuniti, sempre a Racalmuto, già una settimana fa. E da allora sono stati ricevuti, nonostante gli appelli e le rivendicazioni, soltanto dall'Anci regionale. Anci che ha invitato - per come ha reso noto il sindaco Emilio Messana - a Sostenere con forza l'emendamento Capodicasa -Iacono. «Non ci sono le condizioni per Stabilizzare tutti i precari degli entì locali- è tornato a ribadire il sindaco di Racalmuto -. Ed è giusto che della regia di questo problema, ori vero e proprio dramma, si occupi la Regione, non certamente i Comuni. Abbiamo bisogno di incontri urgenti durante i quali si affronti, in maniera decisiva e finale, il problema. A portare alla ribalta la già drammatica faccenda delle proroghe dei contratti ai precari è Stato un parere della Cotte dei Conti siciliana, il numero 192/2014 del7 novembre. Un parere in cui viene stabilito che "non sara' possibile una proroga indiscriminata dei contratti coi precari degli enti locali". (CR)
LIBERO CONSORZIO. I funzionari dell'Ente hanno smentito ogni paventata ipotesi di interruzione del contratto Ex Provincia, nessun licenziamento di precariNessun rischio licenziamento al 31 dicembre prossimo, per i precari dell'ex Provincia regionale di Agrigento. La precisazione, arriva direttamente dai funzionari del Libero consorzio dei Comuni, che hanno redatto un nuovo comunicato dopo alcune imprecise notizie diffusesi nei giorni scorsi.«Tutti i contratti a tempo determinato dell'Ente - si legge nella nota -sono stati prorogati fino all'insediamento dei nuovi organi istituzionali del Libero Consorzio Comunale di Agrigento e nessun contratto di lavoro scadrà il prossimo 31dicembre. La questione era già stata definita precedentemente con un apposito provvedimento dell'allora Commissario Benito Infurnari, in cui si precisava proprio che i contratti a tempo determinato venivano prorogati, quale termine ultimo, fino all'insediamento dei nuovi soggetti istituzionali che governeranno il Libero Consorzio che non dovrebbe avvenire prima della prossima primavera. Il parere della Corte dei Conti conferma, dunque, la validità della scelta operata dall'Ente. L'affermazione secondo cui sarà un capodanno amaro per i precari dell' Ente che sono Stati praticamente messi alla porta, non trova, quindi, alcun riscontro nel comunicato stampa di questo Ente ed ha allarmato, ingiustificatamente, i lavoratori precari già abbastanza provati per la loro 'difficile situazione lavorativa».Per i lavoratori a tempo determinato dell'Ex provincia dunque, rimane tutto come era stato disposto da Infurnari e almeno fino alla prossima primavera non ci saranno altri scossoni.
LA SICILIA
PROCESSO A 5 DIRIGENTI EX PROVINCIATUTTI ASSOLTI, MA 8 MESI A GENNAROTutti assolti «perché il fatto non sussiste»; otto mesi di reclusione (pena sospesa) a Ignazio Gennaro per 3 capi d'imputazione, relativi a qualche rimborso spesa per «colazioni di lavoro» rimborsate appunto all'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi.Questa è stata a sentenza emessa intorno alle sedici di ieri dal presidente del collegio penale del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano, a latere Tedde e Caruso, nel processo a carico di- appunto - Ignazio Gennaro, vice direttore generale e dei funzionari dirigenti Giuseppina Miccichè, Piero Hamel e Gaetano Gucciardo e Antonino Graci.Dirigenti e funzionari della Provincia regionale, accusati d'abuso d'ufficio, in quello che è il processo parallelo a quello in corso a carico dell'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi.Il collegio degli avvocati difensori era composto da Daniela Ciancimino per Gaetano Gucciardo, Diego Galluzzo per Piero Hamel, Rosa Salvago per Graci, Enzo Caponnetto per Gennaro, Antonino Gaziano e Antonino Attardo per Giuseppina Micciché.La sentenza dunque azzera tutte - o quasi - le accuse rivolte ai dirigenti dell'ex provincia, sul terreno »minato» degli appalti affidati con criteri di esclusività e su tutti gli altri atti ratificati dagli imputati di questo processo, dopo avere ricevuto direttive dall'ex presidente dell'ex Provincia D'Orsi. Come dire che hanno applicato i regolamenti i vigore, eseguendo quanto richiesto da chi amministrava politicamente l'ente. Ovviamente sarà fondamentale conoscere le motivazioni del dispositivo di sentenza, che verranno depositate entro i prossimi 90 giorni.Da ricordare le richieste avanzate dal pubblico ministero, il sostituto procuratore Carlo Cinque. Tre annidi reclusione per Ignazio Gennaro, un anno e sei mesi di reclusione per Giuseppina Micciché e Antonino Graci, sette mesi per Piero Hamel, Gaetano Gucciardo. Assoluzione per alcuni capi d'imputazione mossi a Micciché e Hamel. Per tutti — tranne Hamel — fu chiesta l'interdizione per anni dai pubblici uffici, 1 5 dirigenti ciclica Provincia sono accusati d'abuso d'ufficio, in quello che è ìl processo parallelo a quello incorso a carico dell'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi, Il filone principale dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Giacomo Forte (oggi il pm è Carlo Cinque) ipotizza irregolarità che sarebbero state commesse nelle liquidazione dei rimborsi spese all'ex presidente D'Orsi. Per i 5 imputati oltre all'accusa dei rimborsi spese, vengono contestate altre ipotesi di abuso d'ufficio per il periodo compreso fra il 2008 e il 2010, per l'acquisto di beni di rappresentanza. Altre accuse riguardano l'illegittimo affidamento esterno di alcuni contratti. Quella di Cinque fu una requisitoria tranciante. «Sono state violate norme costituzionali, oltrecché quelle del libero mercato. Qui si faceva ciò che si voleva. Se si fossero effettuati i controlli come si sarebbe dovuto fare, non saremmo qui. E' stata attuata una gestione privatistico imprenditoriale del denaro pubblico. Il capo era D'Orsi, gli affidamenti degli incarichi esterni, i rimborsi dei pranzi, gli appalti pubblici senza gara, tutto era fatto senza rispettare la costituzione, Si faceva copia e incolla su quanto detto dall'organo politico».Scene di commozione ieri alla lettura della sentenza, soprattutto da Giuseppina Miccichè, visibilmente segnata dall'andamento del processo nel quale era finita imputata nonostante in sede cli udienza preliminare il pm originario Forte, chiese il non luogo a procedere. Un passaggio questo evidenziato ieri nella Propria discussione dall'avvocato della donna, Antonino Gaziano. Ovviamente poco soddisfatto per la parziale condanna subita era Ignazio Gennaro, sempre convinto della propria totale estraneità alle accuse rivoltogli e ormai rimaste in piedi. L'attenzione adesso si sposta sul processo «madre», quello a D'Orsi, sul quale si dovrà valutare se tale sentenza emessa ieri potrà avere riflessi.FRANCESCO DI MARE
DILAGA L'EMERGENZA PRECARIRibera. Anche il Comune crispino è alle prese con le incertezze sul futuro di ottantaquattro contrattistiRIBERA. Gli 84 lavoratori contrattisti, in servizio al comune, così come altri precari in servizio negli enti locali siciliani, sono a rischio stabilizzazione per le difficoltà economiche del bilancio finanziario municipale. Lo sostiene il sindaco di Carmelo Pace il quale precisa che i comuni sono stati chiamati a fare fronte ad una situazione di grave emergenza perché la Regione Siciliana ha imposto alle amministrazioni comunali di avviare la stabilizzazione entro il 2016, ma i vincoli del piano di riequilibrio impediscono agli enti locali di provvedere alla stabilizzazione.Il primo cittadino ha scritto al presidente della Regione Siciliana una lettera con la quale chiede di conoscere come il governo regionale intenda affrontare il problema che si strascina da diversi decenni e invita la Regione Siciliana a "fare da promotore di una iniziativa legislativa capace di risolvere la situazione dei precari riberesi e siciliani, attraverso una intesa con il governo nazionale, proiettando soluzioni a lungo periodo e abbandonando la tecnica del tampone".Il sindaco Pace paventa e non esclude azioni forti, unitamente a tutti i sin— daci agrigentini e siciliani, al fine di sollecitare le istituzioni preposte a dare una risposta concreta a tutti i lavoratori che da anni rappresentano una risorsa straordinaria per gli enti locali. Nei giorni scorsi a Ribera sono entratiin agitazione i lavoratori, cx articolisti e cassa integrati, da un quarto di secolo presso il comune di Ribera, i quali esprimono preoccupazione per il loro posto di lavoro. Preoccupati, hanno chiesto alle organizzazioni sindacali di appartenenza di promuovere delle assemblee che si sono svolte al palazzo comunale.In due distinti incontri, coni sindacalisti provinciali Floriana Russo del- la Cisl e Vincenzo Iacono della Cgil, i lavoratori hanno chiesto la stabilizzazione in quanto in servizio presso l'ente locale fin dal 1990. Oggi i lavoratori sono pagati per l'80 per cento dalla Regione Siciliana e per il 20 per cento dal comune.ENZO MINIO
Infoagrigento
Processo 'spese pazze' alla Provincia: una condanna e quattro assoluzioniQuattro assoluzioni ed una condanna: è questo l'esito del processo sulle 'spese pazze' dell'ex Provincia regionale di Agrigento; l'accusa per i cinque imputati, era quella di abuso d'ufficio per aver autorizzato, senza verificarne la reale fondatezza, alcune spese istituzionali dell'allora presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D'Orsi.Ad essere assolti del Tribunale di Agrigento, sono stati i funzionari Giuseppina Miccichè, Piero Hamel, Antonino Graci e Gaetano Gucciardo; è stato invece condannato ad otto mesi il vice direttore generale dell'ex Provincia (oggi libero consorzio), Ignazio Gennaro, pena sospesa.Per i quattro assolti, secondo i giudici del Tribunale di Agrigento, il fatto non sussiste; la Procura aveva chiesto tre anni a Gennaro, un anno e mezzo per Miccichè e Graci e sette mesi per Hamel e Gucciardo.
23 novembre - domenica
GIORNALE DI SICILIA
Il «Toscanini» guarda sempre più all'EuropaAvviati contatti con docenti di Cipro, Dublino, Varsavia, Danzica, Porto, Braga, Costanza, Smirne, Valencia e Bratislava.Lo scorso mese ad incontrare gli studenti dell'Istituto musicale provinciale Arturo Toscanini", che ha sede a Ribera, era arrivato direttamente dal Portogallo, dalla città di Braga, il maestro Ricardo Barcelò, valente chitarrista. Da alcuni giorni e toccato al maestro Francesc Gaya Fonts, violista e camerista, proveniente dal Conservatorio Superior de Musica "Jaquin Rodrigo" di Valencia incontrare gli studenti per dare loro nuova linfa di conoscenze e di esperienza musicale. Nei prossimi giorni è previsto "nella città delle arance" nell'ambito di questa "apertura europea" dell'istituto, l'arrivo di Lorenzo Trivifio, docente del Conservatorio Superiore di Musica di Malaga. Gli incontri sono tenuti nell'ambito di quel progetto "Erasmus" fortemente voluto dal direttore Claudio Montesano, che mira ad aprire nuove frontiere e nuove prospettive a quanti frequentano l'istituto che da oltre 23 anni opera in provincia distinguendosi per numerose iniziative valse a portare in alto il nome della città di Ribera e della intera provincia: di rilievo il successo ottenuto a Rai Uno nella gara tra Conservatori di musica italiani e nei prossimi mesi la partecipazione all'Expu 2015 di Milano di alcuni studenti del "Toscanini". A tal proposito è confermata la presenza dell'Istituto insieme agli altri 39 conservatori selezionati su 70 con le performances di due i ragazzi che rappresenteranno non solo l'Istituto ma l'intera città di Ribera, la provincia di Agrigento e la Sicilia tutta: si tratta del duo flauto - chitarra composto da Maria Antonella Callea di Siculiana, e da Paolo Alongi di Realmonte. Maria Antonella frequenta il corso universitario di il livello nella classe della professoressa Roberta Faya, mentre Paolo frequenta la classe del professor Riccardo Ferrara. Nell'ambito del programma Erasmus l'istituto Musicale ha sviluppato ben 13 partenariati con svariate Università e Accademie musicali europee. Per citarne alcune: Cipro, Dublino, Varsavia, Danzica, Portogallo (Porto e Braga), Romania (Costanza), Repubblica Slovacca (Bratislava), Turchia (Smirne), e Spagna (Malaga e Valencia). "Si tratta - ha dichiarato il direttore Claudio Montesano - di sviluppare la mobilità transnazionale europea di docenti, stati e studenti in modo da agevolare io sviluppo del Mercato Unico Europeo seguendo quanto stabilito dal Trattato di Lisbona e dal Bologna Process". (TC)
COMUNE consiglieri stigmatizzano le polemiche di questi giorni e propongono di tornare a parlarne in AulaTassa di soggiorno, dibattito aperto Ncd: «Fermiamo tutto e ripartiamo»Continua il dibattito politico sull'introduzione dell'imposta di soggiorno ad Agrigento. Questa volta, a dire la loro, sono i consiglieri comunali Ncd Alfonso Mirotta, Alessandro Sollano, Giuseppe Miccichè, Francesco Picone, Alessandro Patti e l'indipendente Francesco Messina. «L'imposta di soggiorno - sostengono - è una bella realtà in tante località turistiche. li suo gettito, ad Agrigento le stime parlano di 500 mila euro annui, consente a tanti Comuni di fornire servizi turistici che, altrimenti, le sempre più esangui casse comunali impedirebbero di erogare. Nelle polemiche di questi giorni - aggiungono - c'è molta demagogia ed è bene che la cittadinanza sappia che, a detta dei proponenti, il gettito dell'imposta di soggiorno dovrebbe essere destinato al servizio di pulizia delle spiagge nel periodo estivo, servizio già compreso nella Tari oppure a coprire i costi dell'illuminazione pubblica in località balneari inclusi invece nella Tasi. Insomma, fumo negli occhi, lasciando intendere a pochissimi sprovveduti che l'imposta di soggiorno determinerebbe una seppur minima flessione della pressione fiscale. L'Ufficio Finanziario del Comune, dal suo canto, sembra aver preso il proverbiale temo al lotto, contando invece di destinare il gettito della tassa di soggiorno alla salvaguardia degli equilibri di bilancio, insomma, tutto fuorchè servizi turistici, così come imposto dalla legge. Non rimane allora che resettare tutto, aprire un serio confronto tematico con gli operatori del settore».E i consiglieri di FI condividono le dichiarazioni dei colleghi.«Ribadiamo - affermano i consiglieri Puleri, Spinnato, Gramaglia, Civiltà, Saeva, Urso, Galante e Vita - che si tratta di una iniziativa fiscale il cui ricavato non è vincolato verso degli obiettivi che ne potrebbero giustificare il pagamento. Così come non è giustificabile ilpagamento di una tassa per soggiornare in una città riconosciuta più volte, e quindi conosciuta, come!' ultima in Italia per qualità dei servizi offerti». (AMM)
VALLE DEI TEMPLI Critiche di Legambiente sulla gestione dell'area. Zanna: "Tutto fermo da 6 anni"«Ritardi su Consiglio e Piano»C'è anche l'area archeologica di Agrigento tra i siti Unesco individuati come "in sofferenza" da Legambiente nel loro annuale report chiamato, appunto, Unesco alla Siciliana", giunto ormai alla terza edizione. Il nuovo studio, che non è stato ancora pubblicato, indica, come negli anni passati, alcune specifiche situazioni di criticità che si protraggono ormai da tempo, come la presenza di una robusta quantità di abitazioni abusive, l'attraversamento dell'area da parte della statale 1.18 ma, soprattutto, l'enorme ritardo con cui la burocrazia regionale sta affrontando il tema del rinnovo del Consiglio del Parco e soprattutto l'approvazione del Piano del parco, anch'esso "congelato" nel lontano 2009."Si tratta di due elementi che riproponiamo da due edizioni del report — ci spiega Gianfranco Zanna, direttore generale di Legambiente Sicilia — perché si tratta evidentemente di questioni dirimenti rispetto al futuro del Parco. La cosa più negativa in tutta la vicenda è che si tratta di ritardi assolutamente ingiustificati, così come ingiustificato è il silenzio da parte dell'amministrazione comunale rispetto ad un altro problema mai risolto come quello delle costruzioni abusive. Speriamo — aggiunge — che con il sopraggiungere della campagna elettorale queste tematiche tornino d'attualità".Ma si tratta di situazioni che possono davvero, alla lunga, pregiudicare il riconoscimento da parte dell'Unesco di "patrimonio dell'umanità" per l'area archeologica?"Guardi, l'Unesco Italia ha confermato in più occasioni di dedicare la massima attenzione ai beni culturali siciliani, mentre in Sicilia sembra ci siamo un po' abituati a questo stato di cose. Il timore è che se l'Organizzazione dovesse, alla fine, fare il punto di tutte le promesse mancate sidovrebbe poi intervenire in emergenza per cercare di porre rimedio a tutte quelle criticità, E' quindi di certo meglio iniziare a programmare un progressivo superamento delle stesse finché si è in tempo".Dal Parco archeologico le risposte sono "rassicuranti". "Rispetto al Piano del Parco — spiega il direttore Giuseppe Parello — l'Arta ha richiesto nei mesi scorsi che fosse sottoposto a procedura per il rilascio della Vas, e proprio la scorsa settimana abbiamo avuto un incontro all'Assessorato per affrontare il tema. Per quanto riguarda invece il Consiglio del Parco, come si saprà, in atto la Regione ha nominato un commissario nel— la persona del dott. Gaetano Pennino, ma — conclude - si attende un intervento regionale rispetto all'adeguamento dell'Organo alle nuove leggi in materia di spending review".G. SCHICCHI



Sicilia24h
Interventi nelle aree di sosta di alcune strade provincialiSono in corso d'opera alcuni interventi di manutenzione nelle aree di sosta realizzate dalla Provincia Regionale, oggi Libero Consorzio Comunale, su alcune strade provinciali e programmati dal Settore Ambiente e Territorio e Ambiente, diretto dall'Ing. Bernardo Barone. I lavori sono in corso sull'area di sosta realizzata sulla SP n. 36 Bivio Verdura-S.Anna, con i consueti interventi in calendario, che prevedono la pulizia delle cunette, la scerbatura e fresatura delle aiuole, la potatura di alberi e siepi e la manutenzione o la sostituzione, ove necessario, degli steccati.Gli interventi sono eseguiti dagli operai dell'impresa aggiudicataria dell'appalto (la "Vivai del Sole di Zizzo Giulia" di Marsala) secondo quanto previsto dal contratto aperto. Ultimati i lavori sulla SP 36, gli interventi proseguiranno sulle piazzole di sosta su SP n. 24 Cammarata-S.Stefano di Quisquina,  SP n. 16 Grotte-Scintilia e SP n. 20 Casteltermini-S.Biagio.Tutte le operazioni di manutenzione sono coordinate dal Gruppo Tutela Ambientale del Settore Ambiente, composto dal direttore dei Lavori Vincenzo Dainotto, dal funzionario responsabile dr. Giovanni Bellavia, dal responsabile unico del procedimento geom. Elio Chibbaro e dal geometra contabile Ferdinando Parello.


24 novembre - lunedì
Precari, ultimo atto: rischiano il posto in 20 mila. Futuro nero: doveva essere l'anno delle stabilizzazioni, invece è a rischio il rinnovo per 12 mesi. E tra i lavoratori cresce la tensioneDue settimane di braccio di ferro in commissione Bilancio alla Ca mera non hanno portato a una decisione definitiva. La battaglia decisiva, a colpi di voto, si svolgerà domani. E da lì si intuirà il futuro prossimo di circa 20 mila precari siciliani in servizio negli enti locali Senza l'approvazione di un emendamento alla legge di Stabilita che consente la proroga per un anno dei loro contratti, perderanno lutti il posi o dal primo gennaio.Doveva a essere, questo che si avvia alla conclusione, l'anno delle stabilizzazioni dei precari degli enti locali. Invece ora è a rischio anche la proroga annuale del contratto. Il punto è - spiega il deputato del Pd Angelo Capodicasa - che la legge D'Alia ha prodotto paletti per la stabilizzazione che quasi nessun Comune siciliano e stato in grado (li rispettare. Servivano conti in ordine, disponibilità finanziaria e piante organiche che prevedessero spazi liberi entro un triennio. »Visto che queste condizioni non si sono verificate - ha aggiunto Maria Iacono, altra deputata nazionale del Pd - abbiamo proposto un emendamento che da un altro anno di tempo ai Comuni e alla Regione.La norma è portata avanti trasversalmente dai deputati siciliani. A sostenerla in commissione e 'è anche I or,a Italia con Riccardo Gallo: 'Sono ottimista, finora abbiamo evitato che venisse bocciata». Inizialmente sembrava dovesse essere dichiarata inammissibile,cioè neppure ammessa al voto. Poi pero è stata solo accantonata e domani tornerà in agenda.il traguardo però resta distante. Un ostacolo lo rivela ancora Capodicasa: C'è qualche ostacolo che arriva dal ministero della Funzione pubblica ma io ho avuto rassicurazioni dal viceministro all'Economia Enrico Morando sul fatto che l'emendamento verrà difeso». Altri ostacoli sembrerebbero arrivare da una parte del Parlamento che è scettico sulla opportunità di dare altre deroghe alla Sicilia, visto che l'emendamento permetterebbe di rinviare di un anno regole che altrove sono in vigore dall'anno scorso.Ma l'Anci Sicilia, l'associazione dei sindaci, invita a guardare il problema da un altro punto di vista: Qualsiasi manovra si faccia intorno ai precari siciliani — spiega il vicepresidente Paolo Amenta - non prevede un aumento di spesa. Sia che si stabilizzi, sia che si faccia una proroga annuale il costo dei precari e lo stesso Anche se nei giorni scorsi il presidente della Corte dei conti, Maurizio Graffeo, ha avvertito che pure su questo aspetto i problemi non mancano: I precari degli enti locali costano 250 milioni all'anno ma nel 2014 la Regione ha messo nel capitolo di bilancio solo 180 milioni. I fondi dunque non basteranno per tutti».In attesa del voto di domani la tensione in Sicilia sta gradualmente aumentando. Noi siamo pronti ad andare a Roma per protestare con i sindaci ha detto Massimo Bontempo, leader del Movimento giovani lavoratoti, la sigla autonoma più rappresentativa. E anche la Uil, con Gianni Borrelli, avverte: «Senza risposte, certe e in tempi brevi, siamo pronti a scendere in piazza. I lavoratori sono disperati e senza soldi da mesi. Lanciamo un appello alla Cisl e alla Cgil ma soprattutto ai sindaci dell'Isola, affinché non lascino soli questi lavoratori».Anche la Regione è in attesa di conoscere l'esito del voto a Roma. Ma i grillini siciliani ricordano in una interrogazione all'Ars che «le attuali procedure di stabilizzazione prevedono dei vincoli tali per cui moltissimi lavoratori resteranno esclusi: il rispetto del patto di stabilità, il limite massimo del 50% delle risorse destinate alle assunzioni dal Comune nonché il ti- spetto del vincolo di riduzione della spesa per il personale». E il capogruppo, Valentina Zafarana, chiede di sapere se è stato fatto un monitoraggio per capire quanti rischiano il posto e sprona Crocetta: «Il timore è che questo governo arrivi in ritardo e impreparato alla scadenza definitiva dei contratti precari del 31 dicembre».
LA SICILIA
È scomparsa la figura dell'intellettualeEcco perche Sciascia ci mancaVenticinque anni, un quarto di secolo, dal giorno della scomparsa di Leonardo Sciascia. Ma quanto durano venticinque anni? Ben poco, quasi nulla, quando le generazioni si avvicendavano lentamente, e si assomigliavano perché si trasmettevano conoscenza e memorie. Tantissimo, ora che ogni generazione cancella la precedente, azzera la memoria, Trionfa, oggi, un eterno presente immemore e omologato; e sono scomparse figure di scrittori come Sciascia, autori di opere che erano necessarie perché aggiungevano sempre qualcosa, un nodo problematico o un dubbio perturbante, o un punto di vista imprevedibile. Non solo: è scomparsa la figura stessa dell'intellettuale, di chi interviene coraggiosamente, liberamente, anche a costo di sbagliare, comunque osando, per proporre verità taciute o rimosse, per svelare scenari occulti della realtà o della coscienza, per demistificare le certezze arroganti e gli slogan bugiardi del Palazzo. Questo ci manca, per questo Leonardo Sciascia ci manca. E a colmare quell'assenza non basteranno certo rievocazioni e pubblicazioni; ma serviranno almeno a combattere l'oblio, a tener vivo quel nome, a rileggere e far leggere quelle opere, a riascoltare e far ascoltare quella lezione di pensiero critico, di moralità, distile, In occasione del venticinquesimo anniversario della scomparsa di Leonardo Sciascia, la Fondazione a lui intitolata, e da lui voluta nella sua Racalmuto, nette in mostra un nutrito campionario delle migliaia di lettere già inventariate tra quelle a lui pervenute nel corso della sua attività di scrittore e di intellettuale.Il lavoro fin qui svolto con scarsità dimezzi si deve agli sforzi esemplari di collaboratori e amici e necessita, per essere portato a compimento, di ulteriori contributi. La posta in giocoè alta: si tratta di mettere a disposizione della comunità internazionale degli studiosi e dei lettori di Sciascia un carteggio ingente e di enorme interesse, non solo perché contribuisce a ricostruire il profilo dello scrittore e il quadro delle sue frequentazioni, ma perché — grazie alla varietà e all'importanza degli interlocutori — offre uno spaccato della storia e della cultura, della letteratura e della vita civile italiane ed europee nella seconda metà del secolo scorso.Pertanto la Fondazione Leonardo Sciascia è orgogliosa di esporre questa già copiosa raccolta, intitolando la mostra "Lettere al centro del mondo". Venerdì 28 ci sarà anche il Presidente del Senato, Pietro Grasso, a visitare la Fondazione e la mostra; e a commemorare Leonardo Sciascia assieme a Felice Cavallaro e all'autore di questa breve nota.
GdSonline
REGIONENuova emergenza precari in Sicilia In ventimila rischiano il postodi Giacinto Pipitone Due settimane di braccio di ferro in commissione Bilancio alla Camera non hanno portato a una decisione definitiva. La battaglia decisiva, a colpi di voto, si svolgerà domani. E da lì si intuirà il futuro prossimo di circa 20 mila precari siciliani in servizio negli enti locali. Senza l'approvazione di un emendamento alla legge di Stabilità che consente la proroga per un anno dei loro contratti, perderanno tutti il posto dal primo gennaio. Doveva essere, questo che si avvia alla conclusione, l'anno delle stabilizzazioni dei precari degli enti locali. Invece ora è a rischio anche la proroga annuale del contratto. Il punto è - spiega il deputato del Pd Angelo Capodicasa - che la legge D'Alia ha introdotto paletti per la stabilizzazione che quasi nessun Comune siciliano è stato in grado di rispettare. Servivano conti in ordine, disponibilità finanziaria e piante organiche che prevedessero spazi liberi entro un triennio. «Visto che queste condizioni non si sono verificate - ha aggiunto Maria Iacono, altra deputata nazionale del Pd - abbiamo proposto un emendamento che dà un altro anno di tempo ai Comuni e alla Regione».La norma è portata avanti trasversalmente dai deputati siciliani. A sostenerla in commissione c'è anche Forza Italia con Riccardo Gallo: «Sono ottimista, finora abbiamo evitato che venisse bocciata». Inizialmente sembrava dovesse essere dichiarata inammissibile, cioè neppure ammessa al voto. Poi però è stata solo accantonata e domani tornerà in agenda.Il traguardo però resta distante. Un ostacolo lo rivela ancora Capodicasa: «C'è qualche ostacolo che arriva dal ministero della Funzione pubblica ma io avuto rassicurazioni dal viceministro all'Economia Enrico Morando sul fatto che l'emendamento verrà difeso». Altri ostacoli sembrerebbero arrivare da una parte del Parlamento che è scettico sulla opportunità di dare altre deroghe alla Sicilia, visto che l'emendamento permetterebbe di rinviare di un anno regole che altrove sono in vigore dall'anno scorso.
OCCUPAZIONEDa gennaio a rischio 2.200 precari nella provincia di Agrigentodi Concetta RizzoA rischio c'è il lavoro di 2.200 precari in servizio nei Comuni dell'Agrigentino. Sindaci, sindacati e lavoratori, ieri mattina, sono tornati a riunirsi nell'aula consiliare "Marchese" del Municipio di Racalmuto. Tutti sono d'accordo: non c'e' piu' tempo da perdere. Fra una settimana - venerdi' mattina - si terra' una manifestazione di protesta dinanzi la Prefettura di Agrigento. I sindaci - erano una trentina quelli che ieri hanno partecipato al secondo vertice sul dramma precariato - in quell'occasione, simbolicamente, consegneranno le loro fasce tricolore.Tutti, in maniera compatta, sono consapevoli di un dato: «Se dal primo gennaio non sara' piu' possibile prorogare i contratti ai lavoratori precari - è stato detto durante la riunione - converra' dimettersi perche' i Comuni non riusciranno più a lavorare e a garantire i servizi alla cittadinanza". I capi delle varie amministrazioni comunali Agrigentine hanno, di fatto, raccolto la proposta del sindacalista della Funzione pubblica della Cgil, Alfonso Buscemi. «Venerdì prossimo - ha spiegato, a margine del vertice, Buscemi - saremo tutti assieme dinanzi la Prefettura. Sara' una manifestazione di protesta, di richiesta d'attenzione, provinciale. I sindaci consegneranno simbolicamente le loro fasce. Dal primo gennaio, se non ci sarà futuro per i precari, non ci sarà neanche futuro per i Comuni, quindi i sindaci potrebbero davvero andare verso dimissioni di massa».

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