La Sicilia
Camera di Commercio Il segretario generale dell'ente agrigentino fa il puntoDopo la fusione, la transizioneDopo il caos creato dalla Regione con il perennemente incompleto processo di riforma delle Province, identica situazione sta creando adesso il Governo Renzi rispetto alle Camere di Commercio. Se, come è noto, nei giorni scorsi, i consigli camerali di Agrigento, Enna e Caltanissetta hanno votato la "fusione" tra le tre realtà, in ossequio alla legge 580, adesso per la "casa degli imprenditori" si apre un futuro pieno di dubbi. "Nell'immediato futuro si apre una fase transitoria spiega il segretario generale della Camera di Agrigento, Giuseppe Virgilio — nella quale rimangono immutati gli organi, in attesa che Ministero e Regione ognuno per la propria competenza diano il via libera per la creazione del nuovo Ente. Solo a quel punto i nuovi organi potranno produrre gli atti organizzati- vie gestionali necessari". Tra i punti principali c'è di certo quello del personale."In quella fase si andrà a stabilire, in base al numero delle imprese inscritte, la dotazione organica dell'ente, individuando eventuali esuberi o necessità di personale, Di certo parlarne al momento è prematuro, sebbene vada precisato che il nuovo ente dovrebbe fare riferimento ad un bacino importante di l3Omi- la aziende". E le sedi territoriali?"Come è evidente si tratta di un territorio vastissimo, qualche problema organizzativo ci sarà di sicuro. Credo che comunque se non si vuole perdere il contatto con il territorio, sarà difficile rinunciare alle sedi provinciali. Chiuderle significherebbe privare i nostri imprenditori dei servizi che oggi garantiamo con un alto livello di performance. Siamo comunque dinanzi ad una riorganizzazione amministrativa con cercheremo di condurre al meglio"GOACCHINO SCHICCHI
LIBERO CONSORZIO COMUNALEDomani corso su AnticorruzioneSi svolgeranno domani 19 dicembre e venerdì 22. dalle 10 alle 17 nell'aula Silvio Pellegrino di Via Acrone ad Agrigento, le giornate conclusive del corso di aggiornamento sul tema "Anticorruzione Leggi n. 190/2012 e o. 114/2014". Il Corso organizzato con la Fondazione Proino P. A. di Lucca è tenuto da Francesco Cancilla, Magistrato della Corte dei Conti ed è rivolto ai dipendenti del Libero Consorzio,
Giornale di Sicilia
Provincia fuori dal Polo, proteste all'Ars«La decisione del commissario straordinario Alessandra Diliberto di far uscire la Provincia di Agrigento dal Consorzio Universitario è grave e inspiegabile». Lo dicono i parlamentari regionali Giovanni Panepinto (PD) ed Enzo Fontana (Ncd). «Abbiamo chiesto al presidente ed al vicepresidente della commissione Cultura all Ars di affrontare in una seduta questa vicenda e chiedere al commissario della Provincia i motivi di una decisione inaccettabile».
agrigentonotizie.it
E' emergenza idrica in sette
comuni della provincia di Agrigento
E'
emergenza
idrica nei
comuni di Castrofilippo,
Grotte, Naro, Racalmuto, Ravanusa, Canicattì e Campobello di Licata,
gestiti dal consorzio Tre
sorgenti,
a causa di una rottura alla condotta idrica. Girgenti acque, per
giorni, ha lanciato allarmi ed appelli a tutte le istituzioni
affinché prendessero provvedimenti
per la mancata riparazione delle falle sulla condotta di adduzione da
parte dello stesso consorzio, che ha annunciato per oggi, 18
dicembre, l'inizio dei lavori di riparazione. "Si
tratta di una situazione incresciosa -
scrivono - per
far fronte alla quale Girgenti acque per questi comuni si adopererà
a garantire l'erogazione idrica ai servizi pubblici essenziali con
proprie autobotti. Per alleviare i disagi della popolazione Girgenti
Acque distribuirà l'acqua anche nelle piazze con proprie
autobotti".
Agrigentoweb.it
CUPA.
Fontana accusa il commissario del libero Consorzio di Agrigento Di
Liberto
Duro
intervento dell'On.Vincenzo Fontana del Ncd sul recesso del
contributo al Consorzio Universitario di Agrigento da parte del
Commissario dell'ex provincia di Agrigento Di Liberto. Per la
cronaca l'ex provincia detiene l'80% delle quote all'interno
del polo agrigentino. "Una
scelta gravissima e cervellotica - dice Fontana - che rischia di
mettere in ginocchio un'area che abbraccia gli studenti
universitari della nostra Provincia e non.Il Consorzio Universitario
di Agrigento che è uno dei pochi gioielli sul territorio, svenduto
da un commissario che con superficialità inaudita rischia di
penalizzare studenti, famiglie, indotto e il diritto allo studio con
conseguenze disastrose.Non voglio immaginare che ci sia un disegno
politico, ma dopo vent'anni non può un commissario distruggere una
struttura e tutti questi corsi di laurea.Per tutto ciò ho presentato
un'interrogazione e invito il Governo ad intervenire per sanare un
vulnus che colpisce un territorio, tante famiglie meno abbienti e gli
studenti che si troverebbero ad essere sballati in altri atenei per
una scelta politica fuori da ogni logica che vuole sbaraccare 3000
mila studenti con tutto quello che ne potrebbe derivare anche a
livello sociale ed economico. Il Governo intervenga e non faccia il
Ponzio Pilato della situazione, non si può cancellare da Agrigento
l'Università con metodi spiccioli e inconsulti".
Sicilia24h.it
E
brava la dott.ssa Di Liberto! Agrigento aspettava proprio lei per
uccidere il diritto allo studio a 3000 giovani agrigentini. Per
favore, torni da dove è venuta
Ieri
aveva altri impegni e non ha potuto essere presente all'intitolazione
di un'aula del Consorzio Universitario al giudice Rosario Livatino.
E'
probabile che i suoi impegni siano stati dettati dalla sua coscienza,
in quel momento poco leale contro un Consorzio per il quale, senza
pietà e senza alcuna regola di lealtà, per la Di Liberto può
chiudere i battenti.
Ex
cuffariana di lungo rango, oggi amica di Rosario Crocetta, è
arrivata ad Agrigento pochissimi giorni addietro. Di Agrigento e
della sua provincia non conosce praticamente nulla; è stata gettata
all'ex Provincia regionale in attesa dell'otto aprile prossimo,
quando si insedieranno gli organi elettivi del Libero Consorzio
Comunale. Ma fino a quel tempo, però, nessuno le aveva chiesto di
fare danni.
E
lei si è già resa protagonista, purtroppo in negativo. Ha già
avuto modo di farsi conoscere dagli agrigentini e di conoscere
pochissimo la storia di una provincia malata, martoriata e
mortificata da una serie di eventi che è meglio non ricordare.
L'ultimo posto nelle classifiche nazionali sono il frutto anche di
provvedimenti desolanti come quello adottato nei giorni scorsi dalla
Di Liberto Alessandra: recessione di qualsiasi intervento tra la ex
Provincia regionale di Agrigento e il Consorzio Universitario.
Il
tutto in gran sordina, senza dire niente a nessuno, nemmeno al suo
leader Saro Crocetta, nella qualità di Presidente della Regione. La
stessa cosa ha fatto con tutta la deputazione agrigentina regionale e
nazionale che tantissimo si sta adoperando per scongiurare il
pericolo chiusura del Consorzio; di peggio ha fatto con la presidente
del Consorzio professoressa Maria Immordino e con il Magnifico
Rettore Roberto Lagalla che proprio ieri si è fatto in quattro per
scongiurare (fra mille difficoltà) la chiusura del Polo
Universitario agrigentino.
Inspiegabili,
impensabili e molto poco comprensibili i motivi che hanno spinto la
Di Liberto a prendere questa decisione poco saggia, quasi sottobanco,
di nascosto e senza avvisare alcuno.
Agrigento
e la sua provincia non meritano tutto ciò; Agrigento e la sua
provincia non meritano un commissario che preferisce prendere le
scorciatoie, inutili, dannose e meno impicciose. Della serie, metto
una firma e stacco la spina.
Ma
dove, ma quando? Agrigento e la sua provincia non ci stanno! In una
terra difficile come la nostra occorrono ben altre figure.
Non
è possibile né tollerabile che burocrati pro tempore assegnati per
traghettare un ex Ente verso mete ancora ignote, con una sola firma
possano definitivamente affossare una provincia, già in ginocchio,
cancellando uno dei pochissimi (se non l'unico) fiore all'occhiello
che ci è rimasto.
Di
certo la signora Di Liberto non va per il sottile. Quando prende la
penna per firmare il recesso evidentemente non pensa che in quel
momento mortifica e nega il sacrosanto diritto allo studio (e la
dignità) di circa tremila giovani studenti che fra mille difficoltà
affrontano questo passaggio fondamentale della loro vita.
Quando
la signora Di Liberto prende la penna per firmare il recesso non
pensa evidentemente che molti dei tremila studenti non hanno la
possibilità economica di spostarsi in altre città per seguire gli
studi.
Niente
di niente. Con un solo colpo di spugna la Di Liberto forse non si è
resa conto (e qui crediamo nella sua buona fede...) che ad essere
umiliati, oltre ad una intera provincia, non sono solo i giovani
aspiranti dottori, ma anche intere famiglie.
La
Di Liberto ha anche mostrato pochissima accortezza e rispetto nei
confronti di chi, con tanto spirito di sacrifico ed enormi
difficoltà, sta cercando di salvare il diritto allo studio ad
Agrigento. Stiamo parlando dell'intera classe politica della
provincia di Agrigento la quale, oggi, va apprezzata per come si sta
muovendo al fine di scongiurare la chiusura del Polo Universitario.
E'
intervenuto anche il ministro Angelino Alfano e state certi farà di
tutto per ribaltare una decisione così poco elegante presa della
signora Di Liberto.
Grazie
alla deputazione agrigentina regionale e nazionale, da destra a
sinistra, si sta muovendo anche il Governo Centrale al quale è stato
presentato un emendamento attraverso il quale si chiede un contributo
straordinario di un milione e mezzo di euro per salvare il diritto
allo studio ad Agrigento.
L'emendamento
presentato è il numero 1698. Lo vada a leggere la dottoressa Di
Liberto, lo vada a leggere di corsa. Vada, vada!
Durissime
(e prevedibili) le reazioni del mondo politico contro la recessione
dilibertiana. Primo fra tutti, l'on. Vincenzo Fontana del NCD,
fautore e instancabile promotore di iniziative atte a far crescere il
Consorzio Universitario, nato in sordina ma poi venuto fuori in modo
prepotente ed eccellente. In coro con l'on. Giovanni Panepinto del
PD additano la decisione della Di Liberto come "un fatto grave e
inspiegabile".
L'on.
Di Mauro, componente della commissione Bilancio, ha sottolineato come
"si sono fatti grandi sforzi per tenere a galla il Consorzio
Universitario, raddoppiando anche la cifra in bilancio, per poi
assistere a simili decisioni. Si è mossa tutta la classe politica -
ha precisato Di Mauro - perché il diritto allo studio non si può
negare a nessuno".
Anche
la presidente del Consorzio, professoressa Maria Immordino si
dichiara "stupita e sconvolta da un simile provvedimento, nonché
fortemente dispiaciuta in quanto la Di Liberto non ha avuto la
cortesia istituzionale di informarla della firma del recesso".
Insomma,
ci si trova, purtroppo, dinnanzi ad un caso davvero raccapricciante.
Con una sola firma, si umilia e si distrugge quanto fatto di buono
fino ad oggi a favore del Consorzio Universitario agrigentino. Si
umilia e si nega il diritto allo studio a tremila volenterosissimi
giovani che guardano e trepidano al proprio futuro. Si umilia la
dignità e si mostra scarsissima sensibilità verso una buona parte
di studenti che non ha la possibilità per poter frequentare atenei
in altre città.
La
terra di Pirandello non aveva bisogno di certo di questi commissari.
Una sola firma non può fare tutti questi danni; la dottoressa Di
Liberto invece di prendere le scorciatoie deve, al contrario,
percorrere tutte le strade possibili ed immaginabili (anche quelle
inimmaginabili) per dare man forte e scongiurare la chiusura di
quella che ormai è diventata una vera e propria Istituzione e dove
tutti, ma proprio tutti, si stanno adoperando fattivamente per
tenerla in alto.
Se
la dottoressa Di Liberto non ha particolari peculiarità atte a
proporre invece di distruggere, faccia un passo indietro, si dimetta
da questo incarico e torni da dove è venuta.
Qui
occorrono amministratori, seppur talvolta commissari pro tempore,
capaci di proporre, carichi di energie e soprattutto con tanta,
tantissima voglia di fare.
L'angolo
geografico che si viene ad amministrare è fortemente
compromesso. E questo Crocetta lo sa bene.
Di
inviarci la dottoressa Di Liberto Alessandra ne poteva proprio fare a
meno.
Il
Libero Consorzio organizza un corso su "Anticorruzione Leggi n.
190/2012 e n. 114/2014"
Si
svolgeranno venerdì 19 Dicembre e 22 Dicembre, dalle ore 10:00 alle
ore 17:00 nell'aula Silvio Pellegrino di Via Acrone ad Agrigento,
le giornate conclusive del corso di aggiornamento sul tema
"Anticorruzione Leggi n. 190/2012 e n. 114/2014".
Il
Corso organizzato dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento con la
Fondazione Promo P.A. di Lucca è tenuto da Francesco Cancilla,
Magistrato della Corte dei Conti ed è rivolto ai dipendenti del
Libero Consorzio quale formazione obbligatoria prevista per i
pubblici dipendenti dalla legge 190 del 2012 in materia di
prevenzione e anticorruzione nella Pubblica Amministrazione.
Al
corso sono stati inviatati a partecipare anche i segretari comunale e
i funzionari dei comuni della provincia di Agrigento oltre al
personale del Consorzio Universitario.
L'incontro
di venerdì prossimo riguarderà le norme del diritto penale che
riguardano i reati contro la pubblica amministrazione, la trasparenza
nella pubblica Amministrazione alla luce delle norme vigenti quale
deterrente contro la corruzione e la responsabilità erariale dei
pubblici dipendenti.
Nella
prima giornata del corso svoltosi ieri il magistrato Francesco
Cancilla ha affrontato il tema dell'etica e della legalità secondo
quanto stabilito dalla Legge 190/2012, il nuovo sistema di
anticorruzione in vigore nelle amministrazioni pubbliche e il codice
di comportamento dei dipendenti pubblici. Cancilla si è infine
soffermato sulla figura del whistleblower, il dipendente che segnala
casi di corruzione al quale viene riconosciuta una particolare tutela
da parte dello Stato.
Gds.it
ANTI
CORRUZIONE
Raddoppio
640, dettate prescrizioni all'Anas
Nella
delibera sottoscritta dal presidente Raffaele Cantone si fa
riferimento a una prima nota di contestazione risalente al 7 agosto
del 2013
AGRIGENTO.
"Il controllo sui tempi di esecuzione delle opere é stato
carente e la redazione del piano economico non è in linea con il
regolamento".
Sono solo alcuni dei rilievi che l'Autorità nazionale anticorruzione
ha mosso all'indirizzo dell'Anas nella qualità di stazione
appaltante dei lavori di raddoppio della strada statale 640. Il
presidente dell'Autorità governativa, dopo avere esaminato una
dettagliata relazione della direzione generale vigilanza lavori,
contesta alla società che ha dato in appalto i lavori di raddoppio a
quattro corsie una serie di presunte irregolarità nell'adempimento
dell'opera. "
Da
una lettura del quadro economico del progetto - si legge nel
documento dell'organismo di controllo - emerge
un importo destinato al quadro di incentivazione sproporzionato
rispetto a quello realmente spettante". E ancora: "Si
evidenzia, altresì, un'incertezza sui tempi di ultimazione
dell'opera". Nella delibera sottoscritta dal presidente Raffaele
Cantone si fa riferimento a una prima nota di contestazione risalente
al 7 agosto del 2013. In particolare venivano sottolineate alcune
presunte inadempienze come la mancata applicazione di una penale sui
tempi di presentazione dei progetti e il non avere contestato al
raggruppamento di professionisti "la redazione di un piano di
espropri non aderente alla realtà