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Rassegna stampa del 29 e 30 dicembre 2014

repubblica.it Precari ed ex Pip, via libera ai fondi della giunta
Potrebbero tirare un sospiro di sollievo i precari degli enti locali siciliani. La giunta regionale, presieduta da Rosario Crocetta e riunita nel pomeriggio, infatti, ha dato il via libera al ddl che riguarda i lavoratori precari e che estende anche ai comuni che hanno sforato il patto di stabilità o in situazione di pre-dissesto e dissesto la possibilità di prorogare i contratti a questo personale fino al 31 dicembre 2015. Via libera dall'esecutivo anche al finanziamento per i lavoratori ex Pip per complessivi 9 milioni di euro, nelle more del bilancio definitivo. Le altre risorse verranno reperite con apposita legge finanziaria. In questo modo saranno coperti i pagamenti di dicembre e i primi 4 mesi del 2015. I due ddl, per avere efficacia, dovranno essere approvati entro fine anno dall'Assemblea regionale siciliana e saranno inseriti come emendamenti aggiuntivi all'esercizio provvisorio. La giunta ha anche approvato una delibera che incrementa i contributi alle associazioni e alle istituzioni culturali. Si tratta degli enti che una volta erano inclusi nella tabella H del bilancio regionale, poi soppressa. La riduzione dei fondi, che era stata in un primo momento prospettata, non c'è stata. Anzi la dotazione per i singoli dipartimenti è stata ritoccata con un aumento dell'11 per cento rispetto all'anno scorso. Sulla assegnazione dei fondi (10 milioni quelli appostati) c'erano state tensioni in giunta. L'assessore ai Beni culturali, Antonio Purpura, si era opposto a un taglio di circa il 40 per cento. Anche l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, aveva scritto una nota con la quale esprimeva critiche sulla manovra al ribasso. Dalle associazioni si erano alzate anche voci contrarie. Un gruppo di istituzioni culturali aveva minacciato la chiusura di musei, gallerie, archivi storici e fondazioni. Le loro preoccupazioni sono ora superate dalla nuova formulazione della delibera. Lo stesso governatore Rosario Crocetta ha spiegato che l'incremento dei fondi assegnati è stato reso possibile per il fatto che "la giunta ha chiarito gli equivoci che si erano determinati in merito alla distribuzione dei fondi, laddove si era inteso inserire all'interno dei dipartimenti Famiglia e Istruzione i fondi specifici previsti per legge per Unione italiana ciechi, stamperia Braille e centro Helen Keller". I grillini intanto vanno al contrattacco sulla Finanziaria, proponendo una serie di misure per contenere la spesa: riduzione indennità e diaria dei parlamentari, eliminazione terza fascia dirigenziale e dell'ufficio di Bruxelles, soppressione di Sicilia e-Servizi e di altre due partecipate considerate strategiche (Spi e Maas), tagli degli emolumenti agli assessori, eliminazione delle circoscrizioni nei Comuni al di sotto di 250 mila abitanti. Sono alcuni degli emendamenti che del Movimento 5 stelle per la Regione Sicilia "e che - dice il deputato Giorgio Ciaccio, componente della commissione Bilancio  - possono farci recuperare credibilità con Roma e una valanga di soldi. Il risparmio si aggirerebbe, infatti, intorno ia 100 milioni di euro annui. Basti pensare solo il taglio del Famp (fondo di amministrazione per il miglioramento delle prestazioni per l'intero comparto regionale) da noi proposto, vale secondo alcune stime 39 milioni di euro l'anno". 
Il taglio proposto ai deputati porterebbe alla riduzione dell'indennità lorda da 11.100 euro mensili a 9000 (5000 indennità e 4000 diaria). Tagli sono previsti pure per le indennità di funzione che scenderebbero da 2.700 euro a 1.700 euro mensili. Per gli assessori l'emendamento del Movimento prevede un trattamento omincomprensiuvo lordo di 9000 euro lorde (attualmente è di 11.100 euro). "E' un taglio - dice Ciaccio - che i deputati devono prendere in considerazione, considerata la disastrosa condizione economica attuale. Noi avremmo proposto un taglio molto più deciso, considerato che percepiamo soltanto 2500 euro netti più il rimborso delle spese rendicontate".



sicilia24h.it
Pubblicato il bando per il completamento della Palestra del Liceo Scientifico "E. Fermi" di Sciacca Continuano le attività di miglioramento dell'edilizia scolastica del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. E', infatti, disponibile sul sito internet dell'ente il bando di gara per il completamento della Palestra del Liceo Scientifico "E. Fermi" di Sciacca. Il termine di presentazione dei plichi di partecipazione alla gara è stato fissato entro le ore 13:00 del giorno 28/01/2015. Le offerte dovranno essere inviate all'Ufficio Regionale Espletamento di Gare di Appalto (U.R.E.G.A) sezione provinciale di Agrigento in Via Acrone n° 51L'apertura dei plichi avverrà nella prima seduta pubblica alle ore 9:00 del giorno 11/02/2015 nella sede dell'U.R.E.G.A., sempre ad Agrigento Si tratta di spese per investimenti di uno dei progetti inseriti nel piano triennale delle opere pubbliche finanziato con fondi del bilancio provinciale e fondi destinati dallo Stato per il Liceo Scientifico Fermi di Sciacca. L'importo complessivo dell'appalto, compresi oneri per la sicurezza e costo del personale, è di €2.282.953,94 di cui € 63.291,43 per oneri per l'attuazione dei piani della sicurezza non soggetti a ribasso. Il costo del personale non soggetto a ribasso ammonta a € 564.020,40 mentre l'importo a base d'asta è di €1.655.642,11, al netto dei costi per l'attuazione dei piani di sicurezza e del costo del personale. La ditta aggiudicataria avrà 540 giorni di tempo per concludere i lavori a partire dalla data di consegna dei lavori. Gli elaborati del bando di gara sono visionabili nei locali dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) della Provincia Regionale di Agrigento, nella sede di Piazza Aldo Moro n.1, nei giorni lavorativi dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 17,00 oppure nella home page del sito della Provincia
Sicilia, chiusura "Cultura" per riduzione fondi

In Sicilia 11, tra musei, centri culturali e istituti di ricerca, hanno annunciato la chiusura per protesta contro l'orientamento del governo regionale di ridurre i finanziamenti. Le istituzioni sono state incluse nella "tabella H" del bilancio regionale, che è stata poi soppressa. Al posto della tabella H adesso vi è una legge che assegna i fondi in base a un bando. L'anno scorso il dipartimento per i Beni culturali ha subito una decurtazione delle somme assegnate da 3,5 milioni a 1,6. Quest'anno il governo Crocetta sarebbe intenzionato ad apportare altri tagli di circa il 35 per cento. Contro tale prospettiva si sono schierate le 11 istituzioni tra cui le Fondazioni Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta, Piccolo e Gaetano Costa, i musei Mandralisca e Antonio Pasqualino, l'istituto Gramsci siciliano, il centro Pio La Torre, e il centro Sturzo. In un documento stampa si legge : "le istituzioni culturali siciliane versavano già in condizioni molto critiche. La nuova manovra ipotizzata dal governo regionale, che comporterebbe un'altra drastica riduzione dei finanziamenti, assesterebbe un colpo mortale a musei, archivi storici, gallerie, biblioteche, fondazioni e istituti di ricerca. Senza un sostegno adeguato, e nell'incertezza di potere riscuotere in tempi utili il contributo per il 2014, si è quindi costretti ad annunciare sin da ora la chiusura con grave danno per la cultura e per l'immagine della Sicilia".

Agrigentonotizie.it

Qualità della vita secondo ItaliaOggi, Agrigento all'82esimo posto
Analizzando nel dettaglio i vari parametri utilizzati per stilare la classifica, inoltre, emerge che il territorio agrigentino ha un primato: è la provincia con il minor tasso di criminalità in Italia. Ecco la classifica
Agrigento è la provincia d'Italia con il minor tasso di criminalità. E' quanto emerge dalla classifica sulla "Qualità della vita" realizzata dall'università "La Sapienza" di Roma e pubblicata su "ItaliaOggi".  Dopo la graduatoria del "Sole 24 Ore", che ha visto Agrigento piazzarsi all'ultimo posto, la nuova classificarealizzata dall'università romana ha una visione diversa:Agrigento, infatti, occupa l'82esimo posto sulle 110 province analizzate (mentre nel 2013 occupava la 99esima posizione).Ma analizzando nel dettaglio i vari parametri utilizzati per stilare la classifica, emerge che il territorio agrigentino ha un primato: quello della criminalità. Contrariamente a quanto potrebbe facilmente dirsi, complice la presenza della criminalità organizzata, per "La Sapienza" di Roma Agrigento è la provincia con il minor tasso di criminalità in Italia. Un dato "anticipato" qualche giorno fa dal procuratore capo di Agrigento, Renato Di Natale, che nella conferenza stampa di fine anno aveva sottolineato come l'ordine pubblico ad Agrigento sia migliorato sempre più negli ultimi anni. 
Gds.it

Verso le elezioni ad Agrigento, la "grande coalizione" va avanti

AGRIGENTO. Il "tavolo di concertazione" politica "Agrigento 2020" prosegue l'iter che porterà alle elezioni primarie per la scelta del candidato sindaco della città. Ieri, convocata dal presidente della coalizione, Peppe Zambito, presso la sede del Partito democratico, si è svolta una nuova riunione per programmare le primarie. Non c'era nessun rappresentante dell'associazione "A viso aperto" di Enzo Campo, né lui e nemmeno Peppe Riccobene che aveva partecipato all'ultimo vertice prima delle polemiche "scoppiate" per l'allargamento al Patto per il territorio ed all'Udc. C'erano invece Piero Macedonio, fondatore del Patto (da non confondere - ci tiene a precisare il medico agrigentino - con Forza Italia) ed il deputato regionale dell'Udc, Margherita La Rocca Ruvolo (che ha partecipato alla riunione ma si è riservata di fare un approfondimento interno al partito prima di sottoscrivere il verbale". Nella riunione di ieri, alla quale hanno partecipato tutte le anime dei partiti di centrosinistra: Pd (Zambito), Pdr - Voce siciliana (Cimino), Megafono (Lo Bello), Sicilia democratica (Totò Cascio), oltre a La Rocca e Macedonio, è stato deciso di estendere l'esperienza della coalizione anche agli altri Comuni agrigentini chiamati al voto: Licata, Raffadali (entrambi commissariati), Ribera, Cammarata, Siculiana e Realmonte (dove i sindaci sono in scadenza di mandato). E poi si è parlato del programma da stilare per la città di Agrigento. Si è notata l'assenza dell'associazione "A viso aperto" e l'argomento è stato motivo di discussione. A proposito di questa assenza, è intervenuto Enzo Campo che ricorda a Peppe Zambito, segretario provinciale del Pd, di aver sempre ribadito la sua posizione: «Non avrei mai partecipato - spiega l'avvocato Campo - ad una coalizione politica o anche solo elettorale che comprendesse anche Forza Italia - ancorché altrimenti denominata. Ho solo espresso il mio personale dissenso che non vincola e non obbliga nessuno, neanche il movimento "A viso aperto" del quale faccio parte: il movimento, se lo crede, può continuare a stare comodamente seduto al tavolo che a me pare sghembo e sgangherato, ma non può obbligare me a farlo; preferisco stare in piedi e lontano da quel tavolo. Asp di Agrigento, precari senza un futuro


AGRIGENTO. Hanno dalla loro parte solo la Chiesa di Agrigento i 100 ausiliari precari dell'Asp agrigentina a cui i vertici dell'Azienda non hanno rinnovato il contratto e sostituiti con altro personale. Antonio Giuseppe Iacono che coordina gli ausiliari precari licenziati: «Per i sindacati noi non esistiamo nella pianta organica dell'Azienda. Ed allora poniamo una domanda: come mai se non ci sono questi posti veniamo sostituiti?». Loro non ci stanno a subire questa pesante situazione ed hanno costituito un movimento la "Associazione Servizi Socio-Sanitari Organizzati" per difendere il posto di lavoro, anche se da decenni in stato di precariato. Una situazione paradossale che nel concreto taglia a 100 famiglie quell'assegno mensile che consentiva, a prezzo di grossi sacrifici, di andare avanti. Oggi non sanno a quale santo votarsi ed è solo l'arcivescovo che si è schierato al fianco di questi ausiliari. Eppure per tanti anni, secondo un turnover, hanno assicurato all'azienda sanitaria agrigentina il servizio nei vari reparti dell'ospedale provinciale. Oggi, in base ad accordi presi al vertice vengono sostituiti con del personale dichiarato in esubero e proveniente dal 118 e dalla partecipata Seus (Servizi emergenza e urgenza sanitaria). Una società partecipata che nel periodo compreso dal 27 agosto 2012 fino al 2 giugno 2013, è stata guidata da Salvatore Sammartino oggi promosso direttore della ragioneria generale della Regione Sicilia. Un dato molto strano scaturisce dal fatto che nelle altre Aziende dell'Isola questo personale non va a togliere il posto di lavoro ai precari. Come mai? Perché questa situazione avviene solo nell'Asp di Agrigento?
Lasicilia.it
Cupa. Roberto Di Mauro «L'estromissione
è intempestiva...» «L'atto firmato dal commissario Di Liberto di estromissione della Provincia dal Consorzio universitario è illogico, intempestivo, inadeguato e assolutamente inusuale, anche perché firmato prima ancora di conoscere il futuro dei Liberi consorzi".
E' netto il giudizio del deputato Pds/Mpa Roberto Di Mauro sul recesso, deciso per motivi economici, dell'ex Provincia di Agrigento dal Cupa. Un atto che nei fatti sancirebbe la "morte" dell'università agrigentina che, è la tesi del deputato Ars, è stato adottato in modo quantomeno inopportuno.
"I ragazzi stiano tranquilli - spiega Di Mauro - perché c'è un ceto politico che sta facendo il massimo dello sforzo per garantire il futuro del Consorzio. Detto questo ritengo che assumere decisioni di questa natura prima ancora che il Governo regionale abbia approvato il proprio bilancio, che si siano quantificati i trasferimenti che le Province dovranno destinare allo Stato e soprattutto prima che si conosca il futuro dei Liberi consorzi - prosegue - è assolutamente inopportuno. Quale è la ratio? Forse - ipotizza il deputato Mpa - si è trattato di suggerimenti da parte di soggetti che non comprendono che in un momento difficile come questo vanno fatte poche cose ma buone, e questa è una cosa buona e va salvaguardata".
Il riferimento, di certo non sottinteso, è alla macchina burocratica della ex Provincia.
"Il commissario - afferma Di Mauro - probabilmente è stato indotto in errore dalla burocrazia della Provincia. Forse qualcuno ha voluto tutelarsi pensando di mantenere stipendi e privilegi avuti fino ad oggi, non capendo che con la riforma dei Liberi consorzi - aggiunge - qualora dovessero mutare le competenze andrebbero anche a mutare le necessità di organico. Credo che Di Liberto avrebbe dovuto quantomeno sentire la classe politica prima di firmare un atto con tali potenziali gravi ripercussioni sul tessuto sociale agrigentino e che, soprattutto, adesso il Governo regionale dovrebbe fare qualcosa per spingere il commissario a ritirare l'atto".
Di Mauro, inoltre, interviene rispetto ad un articolo pubblicato dal nostro giornale, nel testo del quale si riportava una delibera del Senato Accademico dell'Unipa del 2007 che, nei fatti, avviava la trasformazione in Polo del Consorzio. Processo, si sosteneva ancora nell'articolo, sostanzialmente stoppato negli anni seguenti. "Mai l'Università di Palermo - spiega Di Mauro - ha inteso farsi carico dell'onore integrale della sopravvivenza del Consorzio, non fosse altro perché non possiede le risorse necessarie".
G. S.

Cessione rete idrica
«No» del Consiglio a Santo Stefano Nell'ultima riunione, il Consiglio comunale, presieduto da Enzo Greco Lucchina (nella foto), ha invitato a non consegnare le reti idriche e gli impianti afferenti al gestore della distribuzione idrica, Girgenti Acque. Si tratta dell'approvazione di una delibera per un atto di indirizzo al sindaco Francesco Cacciatore a mantenere la gestione comunale del servizio idrico e a porre in essere ogni utile adempimento finalizzato a mantenere l'attuale prezzo del canone e della distribuzione dell'acqua potabile. Lo ha reso noto il presidente del civico consesso Enzo Greco Lucchina il quale ha precisato a chiarezza dei lavori consiliari che: "La decisione è stata votata all'unanimità dai consiglieri comunali ed è stata condivisa dalla giunta comunale guidata dal sindaco Cacciatore che, già nell'assemblea dei sindaci tenutasi lo scorso 3 novembre a Burgio, aveva sottoscritto la nota di sindaci cosiddetti "ribelli", indirizzata al presidente della Regione e all'assessore all'Energia, con la quale è stata contestata la richiesta di consegna al gestore delle reti e degli impianti formulata il 24 ottobre 2014 dal Consorzio di Ambito di Agrigento". Enzo Greco Lucchina sottolinea inoltre che la decisione assunta dal consiglio risponde a quanto stabilito dall'art. 8 dello statuto che conferma il principio della gestione pubblica del servizio integrato e privilegia la gestione diretta della distribuzione al fine di garantire l'accesso all'acqua a tutti.
ENZO MINIO

«Il Palacongressi tornerà a vivere» Villaggio Mosè.


Il Palazzo dei Congressi al Villaggio Mosè potrebbe tornare presto ad essere operativo. L'immobile con tutte le sue pertinenze è stato affidato all'Assessorato regionale ai beni culturali sul quale adesso incomberà l'impegno della manutenzione e della gestione.
L'annuncio è stato dato ieri mattina dal deputato regionale del Patto dei democratici per le riforme Michele Cimino. "Finalmente si provvederà con urgenza al recupero, alla messa in sicurezza e alla immediata riapertura. Per gli agrigentini il Palazzo dei Congressi rappresenta l' unica struttura indispensabile per attrarre il turismo congressuale".
Come si ricorderà, l'immobile a suo tempo venne inserito nella lista dei beni della Regione in vendita. Venne pubblicato il bando per trovare un acquirente che lo acquistasse, ma non venne presentata alcuna offerta: probabilmente l'elevata valutazione della struttura scoraggiò chiunque dall'avvicinarsi alla relativa gara.
La storia dell'edificio affonda le sue radici alla fine degli anni '70 quando l'Azienda autonoma soggiorno e turismo dimostrò, dati alla mani, che la convegnistica poteva dare una grossa mano allo sviluppo economico della città, a patto però che venisse realizzata un'adeguata struttura che la supportasse. Così si passò alla fase esecutiva: il 21 dicembre 1979 il Comune scelse l'area: 20 mila metri quadrati fra la via Leonardo da Vinci e via Demetra. Poco tempo prima era anche arrivato un finanziamento regionale di tre miliardi di lire. Tuttavia la Soprintendenza alle antichità non autorizzò la realizzazione dell'opera in quel sito. Il finanziamento tuttavia non andò perduto, anzi vennero aggiunti altri 5 miliardi nel luglio 1982 dopo che nel gennaio precedente, su proposta dell'allora sindaco Calogero Zambuto, venne anche prescelta la nuova area dove realizzare il Palazzo, al Villaggio Mosè. Il progetto fu dell'arch. Di Cristina e si ispirò alla vicina Valle dei templi per lo stile classicheggiante. I lavori durarono oltre cinque anni: Il Palazzo venne inaugurato il 25 marzo 1990, ma all'indomani dell'inaugurazione venne chiuso perché non c'era nessuno che potesse gestirlo. Dopo alcuni mesi venne affidato ad un'impresa romana ma con scarsi risultati. Si scoprì che erano necessari alcuni lavori di adeguamento e così rimase chiuso per altri cinque anni, nel corso dei quali si allagarono i locali sotterranei. Nel 1997 l'allora sindaco Sodano si assunse la responsabilità di riaprirlo ed il Comune spese circa 80 milioni di lire per renderlo agibile. Riaprì nel dicembre di quell'anno con un congresso di farmacisti. Da allora fu gestito dal Comune fino al 2012. Poi il degrado.
Salvatore Fucà

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