repubblica.it
Precari ed ex Pip, via libera ai fondi
della giunta
Potrebbero tirare un sospiro di
sollievo i precari degli enti locali siciliani. La giunta regionale,
presieduta da Rosario Crocetta e riunita nel pomeriggio, infatti, ha
dato il via libera al ddl che riguarda i lavoratori precari e che
estende anche ai comuni che hanno sforato il patto di stabilità o in
situazione di pre-dissesto e dissesto la possibilità di prorogare i
contratti a questo personale fino al 31 dicembre 2015. Via libera
dall'esecutivo anche al finanziamento per i lavoratori ex Pip per
complessivi 9 milioni di euro, nelle more del bilancio definitivo. Le
altre risorse verranno reperite con apposita legge finanziaria. In
questo modo saranno coperti i pagamenti di dicembre e i primi 4 mesi
del 2015. I due ddl, per avere efficacia, dovranno essere approvati
entro fine anno dall'Assemblea regionale siciliana e saranno inseriti
come emendamenti aggiuntivi all'esercizio provvisorio. La giunta ha
anche approvato una delibera che incrementa i contributi alle
associazioni e alle istituzioni culturali. Si tratta degli enti che
una volta erano inclusi nella tabella H del bilancio regionale, poi
soppressa. La riduzione dei fondi, che era stata in un primo momento
prospettata, non c'è stata. Anzi la dotazione per i singoli
dipartimenti è stata ritoccata con un aumento dell'11 per cento
rispetto all'anno scorso. Sulla assegnazione dei fondi (10 milioni
quelli appostati) c'erano state tensioni in giunta. L'assessore ai
Beni culturali, Antonio Purpura, si era opposto a un taglio di circa
il 40 per cento. Anche l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei,
aveva scritto una nota con la quale esprimeva critiche sulla manovra
al ribasso. Dalle associazioni si erano alzate anche voci contrarie.
Un gruppo di istituzioni culturali aveva minacciato la chiusura di
musei, gallerie, archivi storici e fondazioni. Le loro preoccupazioni
sono ora superate dalla nuova formulazione della delibera. Lo stesso
governatore Rosario Crocetta ha spiegato che l'incremento dei fondi
assegnati è stato reso possibile per il fatto che "la giunta ha
chiarito gli equivoci che si erano determinati in merito alla
distribuzione dei fondi, laddove si era inteso inserire all'interno
dei dipartimenti Famiglia e Istruzione i fondi specifici previsti per
legge per Unione italiana ciechi, stamperia Braille e centro Helen
Keller". I grillini intanto vanno al contrattacco sulla
Finanziaria, proponendo una serie di misure per contenere la spesa:
riduzione indennità e diaria dei parlamentari, eliminazione terza
fascia dirigenziale e dell'ufficio di Bruxelles, soppressione di
Sicilia e-Servizi e di altre due partecipate considerate strategiche
(Spi e Maas), tagli degli emolumenti agli assessori, eliminazione
delle circoscrizioni nei Comuni al di sotto di 250 mila abitanti.
Sono alcuni degli emendamenti che del Movimento 5 stelle per la
Regione Sicilia "e che - dice il deputato Giorgio Ciaccio,
componente della commissione Bilancio - possono farci
recuperare credibilità con Roma e una valanga di soldi. Il risparmio
si aggirerebbe, infatti, intorno ia 100 milioni di euro annui. Basti
pensare solo il taglio del Famp (fondo di amministrazione per il
miglioramento delle prestazioni per l'intero comparto regionale) da
noi proposto, vale secondo alcune stime 39 milioni di euro l'anno".
Il taglio proposto ai deputati porterebbe alla riduzione
dell'indennità lorda da 11.100 euro mensili a 9000 (5000 indennità
e 4000 diaria). Tagli sono previsti pure per le indennità di
funzione che scenderebbero da 2.700 euro a 1.700 euro
mensili. Per gli assessori l'emendamento del Movimento prevede un
trattamento omincomprensiuvo lordo di 9000 euro lorde (attualmente è
di 11.100 euro). "E' un taglio - dice Ciaccio - che i deputati
devono prendere in considerazione, considerata la disastrosa
condizione economica attuale. Noi avremmo proposto un taglio molto
più deciso, considerato che percepiamo soltanto 2500 euro netti più
il rimborso delle spese rendicontate".
sicilia24h.it
Pubblicato il bando per il
completamento della Palestra del Liceo Scientifico "E. Fermi" di
Sciacca
Continuano
le attività di miglioramento dell'edilizia scolastica del Libero
Consorzio Comunale di Agrigento. E', infatti, disponibile sul sito
internet dell'ente il bando di gara per il completamento della
Palestra del Liceo Scientifico "E. Fermi" di Sciacca. Il termine
di presentazione dei plichi di partecipazione alla gara è stato
fissato entro le ore 13:00
del giorno 28/01/2015. Le offerte dovranno essere inviate all'Ufficio
Regionale Espletamento di Gare di Appalto (U.R.E.G.A) sezione
provinciale di Agrigento
in Via Acrone n° 51. L'apertura
dei plichi avverrà
nella prima seduta pubblica alle ore 9:00 del giorno
11/02/2015 nella
sede dell'U.R.E.G.A., sempre ad Agrigento
Si
tratta di spese per investimenti di uno dei progetti inseriti nel
piano triennale delle opere pubbliche finanziato con fondi del
bilancio provinciale e fondi destinati dallo Stato per il Liceo
Scientifico Fermi di Sciacca. L'importo complessivo dell'appalto,
compresi oneri per la sicurezza e costo del personale, è di
€2.282.953,94 di
cui € 63.291,43 per
oneri per l'attuazione dei piani della sicurezza non soggetti a
ribasso. Il costo del personale non soggetto a ribasso ammonta a
€ 564.020,40 mentre
l'importo a base d'asta è di €1.655.642,11,
al netto dei costi per l'attuazione dei piani di sicurezza e del
costo del personale. La ditta aggiudicataria avrà 540
giorni di tempo per concludere i lavori a partire dalla data di
consegna dei lavori. Gli elaborati del bando di gara sono
visionabili nei locali dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP)
della Provincia Regionale di Agrigento, nella sede di Piazza Aldo
Moro n.1, nei giorni lavorativi dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e
dalle ore 15,00 alle ore 17,00 oppure nella home page del sito della
Provincia
Sicilia, chiusura "Cultura" per
riduzione fondi
In
Sicilia 11, tra musei, centri culturali e istituti di ricerca, hanno
annunciato la chiusura per protesta contro l'orientamento del
governo regionale di ridurre i finanziamenti. Le istituzioni sono
state incluse nella "tabella H" del bilancio regionale, che è
stata poi soppressa. Al posto della tabella H adesso vi è una legge
che assegna i fondi in base a un bando. L'anno scorso il
dipartimento per i Beni culturali ha subito una decurtazione delle
somme assegnate da 3,5 milioni a 1,6. Quest'anno il governo
Crocetta sarebbe intenzionato ad apportare altri tagli di circa il 35
per cento. Contro tale prospettiva si sono schierate le 11
istituzioni tra cui le Fondazioni Leonardo Sciascia, Ignazio
Buttitta, Piccolo e Gaetano Costa, i musei Mandralisca e Antonio
Pasqualino, l'istituto Gramsci siciliano, il centro Pio La Torre, e
il centro Sturzo. In un documento stampa si legge : "le istituzioni
culturali siciliane versavano già in condizioni molto critiche. La
nuova manovra ipotizzata dal governo regionale, che comporterebbe
un'altra drastica riduzione dei finanziamenti, assesterebbe un
colpo mortale a musei, archivi storici, gallerie, biblioteche,
fondazioni e istituti di ricerca. Senza un sostegno adeguato, e
nell'incertezza di potere riscuotere in tempi utili il contributo
per il 2014, si è quindi costretti ad annunciare sin da ora la
chiusura con grave danno per la cultura e per l'immagine della
Sicilia".
Agrigentonotizie.it
Qualità della vita secondo ItaliaOggi,
Agrigento all'82esimo posto
Analizzando nel dettaglio i vari
parametri utilizzati per stilare la classifica, inoltre, emerge che
il territorio agrigentino ha un primato: è la provincia con il minor
tasso di criminalità in Italia. Ecco la classifica
Agrigento
è la provincia d'Italia con il minor tasso di criminalità. E'
quanto emerge dalla classifica sulla "Qualità
della vita" realizzata
dall'università "La
Sapienza" di Roma e
pubblicata su "ItaliaOggi".
Dopo
la graduatoria del "Sole 24 Ore",
che ha visto Agrigento piazzarsi all'ultimo
posto, la nuova
classificarealizzata
dall'università romana ha una
visione diversa:Agrigento,
infatti, occupa l'82esimo posto
sulle 110 province analizzate (mentre
nel 2013 occupava la 99esima posizione).Ma analizzando
nel dettaglio i vari parametri utilizzati
per stilare la classifica, emerge che il
territorio agrigentino ha un primato: quello
della criminalità. Contrariamente a quanto potrebbe facilmente
dirsi, complice la presenza della criminalità organizzata, per "La
Sapienza" di Roma Agrigento
è la provincia con il minor tasso di criminalità in Italia. Un
dato "anticipato" qualche
giorno fa dal
procuratore capo di Agrigento, Renato
Di Natale, che nella conferenza
stampa di fine anno aveva
sottolineato come l'ordine
pubblico ad Agrigento sia migliorato sempre più negli ultimi anni.
Gds.it
Verso le elezioni ad Agrigento, la
"grande coalizione" va avanti
AGRIGENTO.
Il "tavolo di concertazione" politica "Agrigento 2020"
prosegue l'iter che porterà alle elezioni primarie per
la scelta del candidato sindaco della città. Ieri, convocata dal
presidente della coalizione, Peppe Zambito, presso la sede del
Partito democratico, si è svolta una nuova riunione per programmare
le primarie. Non c'era nessun rappresentante dell'associazione "A
viso aperto" di Enzo Campo, né lui e nemmeno Peppe Riccobene che
aveva partecipato all'ultimo vertice prima delle polemiche
"scoppiate" per l'allargamento al Patto per il territorio ed
all'Udc. C'erano invece Piero Macedonio, fondatore del Patto (da
non confondere - ci tiene a precisare il medico agrigentino - con
Forza Italia) ed il deputato regionale dell'Udc, Margherita La
Rocca Ruvolo (che ha partecipato alla riunione ma si è riservata di
fare un approfondimento interno al partito prima di sottoscrivere il
verbale". Nella riunione di ieri, alla quale hanno partecipato
tutte le anime dei partiti di centrosinistra: Pd (Zambito), Pdr -
Voce siciliana (Cimino), Megafono (Lo Bello), Sicilia democratica
(Totò Cascio), oltre a La Rocca e Macedonio, è stato deciso di
estendere l'esperienza della coalizione anche agli altri Comuni
agrigentini chiamati al voto: Licata, Raffadali (entrambi
commissariati), Ribera, Cammarata, Siculiana e Realmonte (dove i
sindaci sono in scadenza di mandato). E poi si è parlato del
programma da stilare per la città di Agrigento. Si è notata
l'assenza dell'associazione "A viso aperto" e l'argomento è
stato motivo di discussione.
A
proposito di questa assenza, è intervenuto Enzo Campo che ricorda a
Peppe Zambito,
segretario provinciale del Pd, di aver sempre ribadito la sua
posizione: «Non avrei mai partecipato - spiega l'avvocato Campo
- ad una coalizione politica o anche solo elettorale che comprendesse
anche Forza Italia - ancorché altrimenti denominata. Ho solo
espresso il mio personale dissenso che non vincola e non obbliga
nessuno, neanche il movimento "A viso aperto" del quale faccio
parte: il movimento, se lo crede, può continuare a stare comodamente
seduto al tavolo che a me pare sghembo e sgangherato, ma non può
obbligare me a farlo; preferisco stare in piedi e lontano da quel
tavolo.
Asp di Agrigento, precari senza un
futuro
AGRIGENTO.
Hanno dalla loro parte solo la Chiesa di Agrigento i 100 ausiliari
precari dell'Asp agrigentina a
cui i vertici dell'Azienda non hanno rinnovato il contratto e
sostituiti con altro personale. Antonio Giuseppe Iacono che coordina
gli ausiliari precari licenziati: «Per i sindacati noi non esistiamo
nella pianta organica dell'Azienda. Ed allora poniamo una domanda:
come mai se non ci sono questi posti veniamo sostituiti?». Loro non
ci stanno a subire questa pesante situazione ed hanno costituito un
movimento la "Associazione Servizi Socio-Sanitari Organizzati"
per difendere il posto di lavoro, anche se da decenni in stato di
precariato. Una situazione paradossale che nel concreto taglia a 100
famiglie quell'assegno mensile che consentiva, a prezzo di grossi
sacrifici, di andare avanti. Oggi non sanno a quale santo votarsi ed
è solo l'arcivescovo che si è schierato al fianco di questi
ausiliari.
Eppure
per tanti anni, secondo un turnover, hanno assicurato all'azienda
sanitaria agrigentina il servizio nei vari reparti dell'ospedale
provinciale.
Oggi, in base ad accordi presi al vertice vengono sostituiti con del
personale dichiarato in esubero e proveniente dal 118 e dalla
partecipata Seus (Servizi emergenza e urgenza sanitaria). Una società
partecipata che nel periodo compreso dal 27 agosto 2012 fino al 2
giugno 2013, è stata guidata da Salvatore Sammartino oggi promosso
direttore della ragioneria generale della Regione Sicilia. Un dato
molto strano scaturisce dal fatto che nelle altre Aziende dell'Isola
questo personale non va a togliere il posto di lavoro ai precari.
Come mai? Perché questa situazione avviene solo nell'Asp di
Agrigento?
Lasicilia.it
Cupa. Roberto Di Mauro
«L'estromissione
è intempestiva...»
«L'atto firmato dal commissario Di
Liberto di estromissione della Provincia dal Consorzio universitario
è illogico, intempestivo, inadeguato e assolutamente inusuale,
anche perché firmato prima ancora di conoscere il futuro dei Liberi
consorzi".
E' netto il giudizio del deputato Pds/Mpa Roberto
Di Mauro sul recesso, deciso per motivi economici, dell'ex Provincia
di Agrigento dal Cupa. Un atto che nei fatti sancirebbe la "morte"
dell'università agrigentina che, è la tesi del deputato Ars, è
stato adottato in modo quantomeno inopportuno.
"I ragazzi
stiano tranquilli - spiega Di Mauro - perché c'è un ceto politico
che sta facendo il massimo dello sforzo per garantire il futuro del
Consorzio. Detto questo ritengo che assumere decisioni di questa
natura prima ancora che il Governo regionale abbia approvato il
proprio bilancio, che si siano quantificati i trasferimenti che le
Province dovranno destinare allo Stato e soprattutto prima che si
conosca il futuro dei Liberi consorzi - prosegue - è assolutamente
inopportuno. Quale è la ratio? Forse - ipotizza il deputato Mpa -
si è trattato di suggerimenti da parte di soggetti che non
comprendono che in un momento difficile come questo vanno fatte
poche cose ma buone, e questa è una cosa buona e va
salvaguardata".
Il riferimento, di certo non sottinteso, è
alla macchina burocratica della ex Provincia.
"Il
commissario - afferma Di Mauro - probabilmente è stato indotto in
errore dalla burocrazia della Provincia. Forse qualcuno ha voluto
tutelarsi pensando di mantenere stipendi e privilegi avuti fino ad
oggi, non capendo che con la riforma dei Liberi consorzi - aggiunge
- qualora dovessero mutare le competenze andrebbero anche a mutare
le necessità di organico. Credo che Di Liberto avrebbe dovuto
quantomeno sentire la classe politica prima di firmare un atto con
tali potenziali gravi ripercussioni sul tessuto sociale agrigentino
e che, soprattutto, adesso il Governo regionale dovrebbe fare
qualcosa per spingere il commissario a ritirare l'atto".
Di
Mauro, inoltre, interviene rispetto ad un articolo pubblicato dal
nostro giornale, nel testo del quale si riportava una delibera del
Senato Accademico dell'Unipa del 2007 che, nei fatti, avviava la
trasformazione in Polo del Consorzio. Processo, si sosteneva ancora
nell'articolo, sostanzialmente stoppato negli anni seguenti. "Mai
l'Università di Palermo - spiega Di Mauro - ha inteso farsi carico
dell'onore integrale della sopravvivenza del Consorzio, non fosse
altro perché non possiede le risorse necessarie".
G. S.
Cessione rete idrica
«No» del
Consiglio a Santo Stefano
Nell'ultima riunione, il Consiglio
comunale, presieduto da Enzo Greco Lucchina (nella foto), ha
invitato a non consegnare le reti idriche e gli impianti afferenti
al gestore della distribuzione idrica, Girgenti Acque. Si tratta
dell'approvazione di una delibera per un atto di indirizzo al
sindaco Francesco Cacciatore a mantenere la gestione comunale del
servizio idrico e a porre in essere ogni utile adempimento
finalizzato a mantenere l'attuale prezzo del canone e della
distribuzione dell'acqua potabile. Lo ha reso noto il presidente del
civico consesso Enzo Greco Lucchina il quale ha precisato a
chiarezza dei lavori consiliari che: "La decisione è stata
votata all'unanimità dai consiglieri comunali ed è stata condivisa
dalla giunta comunale guidata dal sindaco Cacciatore che, già
nell'assemblea dei sindaci tenutasi lo scorso 3 novembre a Burgio,
aveva sottoscritto la nota di sindaci cosiddetti "ribelli",
indirizzata al presidente della Regione e all'assessore all'Energia,
con la quale è stata contestata la richiesta di consegna al gestore
delle reti e degli impianti formulata il 24 ottobre 2014 dal
Consorzio di Ambito di Agrigento". Enzo Greco Lucchina
sottolinea inoltre che la decisione assunta dal consiglio risponde a
quanto stabilito dall'art. 8 dello statuto che conferma il principio
della gestione pubblica del servizio integrato e privilegia la
gestione diretta della distribuzione al fine di garantire l'accesso
all'acqua a tutti.
ENZO MINIO
«Il Palacongressi tornerà a vivere»
Villaggio Mosè.
Il
Palazzo dei Congressi al Villaggio Mosè potrebbe tornare presto ad
essere operativo. L'immobile con tutte le sue pertinenze è stato
affidato all'Assessorato regionale ai beni culturali sul quale adesso
incomberà l'impegno della manutenzione e della gestione.
L'annuncio
è stato dato ieri mattina dal deputato regionale del Patto dei
democratici per le riforme Michele Cimino. "Finalmente si
provvederà con urgenza al recupero, alla messa in sicurezza e alla
immediata riapertura. Per gli agrigentini il Palazzo dei Congressi
rappresenta l' unica struttura indispensabile per attrarre il turismo
congressuale".
Come
si ricorderà, l'immobile a suo tempo venne inserito nella lista dei
beni della Regione in vendita. Venne pubblicato il bando per trovare
un acquirente che lo acquistasse, ma non venne presentata alcuna
offerta: probabilmente l'elevata valutazione della struttura
scoraggiò chiunque dall'avvicinarsi alla relativa gara.
La
storia dell'edificio affonda le sue radici alla fine degli anni '70
quando l'Azienda autonoma soggiorno e turismo dimostrò, dati alla
mani, che la convegnistica poteva dare una grossa mano allo sviluppo
economico della città, a patto però che venisse realizzata
un'adeguata struttura che la supportasse. Così si passò alla fase
esecutiva: il 21 dicembre 1979 il Comune scelse l'area: 20 mila metri
quadrati fra la via Leonardo da Vinci e via Demetra. Poco tempo prima
era anche arrivato un finanziamento regionale di tre miliardi di
lire. Tuttavia la Soprintendenza alle antichità non autorizzò la
realizzazione dell'opera in quel sito. Il finanziamento tuttavia non
andò perduto, anzi vennero aggiunti altri 5 miliardi nel luglio 1982
dopo che nel gennaio precedente, su proposta dell'allora sindaco
Calogero Zambuto, venne anche prescelta la nuova area dove realizzare
il Palazzo, al Villaggio Mosè. Il progetto fu dell'arch. Di Cristina
e si ispirò alla vicina Valle dei templi per lo stile
classicheggiante. I lavori durarono oltre cinque anni: Il Palazzo
venne inaugurato il 25 marzo 1990, ma all'indomani dell'inaugurazione
venne chiuso perché non c'era nessuno che potesse gestirlo. Dopo
alcuni mesi venne affidato ad un'impresa romana ma con scarsi
risultati. Si scoprì che erano necessari alcuni lavori di
adeguamento e così rimase chiuso per altri cinque anni, nel corso
dei quali si allagarono i locali sotterranei. Nel 1997 l'allora
sindaco Sodano si assunse la responsabilità di riaprirlo ed il
Comune spese circa 80 milioni di lire per renderlo agibile. Riaprì
nel dicembre di quell'anno con un congresso di farmacisti. Da allora
fu gestito dal Comune fino al 2012. Poi il degrado.
Salvatore
Fucà