Livesicilia.it
RIFORMA
DELLE PROVINCE SICILIANE
Province
siciliane? Si riparte da Leotta. Il neo assessore per gli Enti locali
di Crocetta avrà il delicato compito di portare fuori dal pantano in
cui è finita, tra un rimpasto di giunta e l'altro, la riforma delle
Province. E non è detto che il disegno di legge su cui si baserà la
discussione parlamentare sarà quello governativo. L'assessore
dovrà, infatti, preparare un "canovaccio". Ascoltato per la
prima volta dalla commissione Affari istituzionali dell'Ars, Ettore
Leotta ha elogiato i disegni di legge presentati dai parlamentari
regionali - "perché in ognuno ci sono dei punti di forza", ha
detto a margine della seduta della commissione - e ha illustrato
alcune delle idee cardine su cui dovrebbe nascere la nuova legge di
riordino degli enti locali in Sicilia. Nodo centrale: il numero di
Liberi consorzi. In
Commissione -
secondo
quanto riferito da alcuni parlamentari della prima commissione -
l'assessore avrebbe parlato di un modello 6+3, ovvero sei Liberi
consorzi di comuni più tre città metropolitane (Palermo, Catania e
Messina). Un progetto diverso dalle proposte fatte finora dal governo
Crocetta che, come minimo, prevedevano nove liberi consorzi e tre
città metropolitane. D'altronde, l'assessore avrebbe chiesto ai
deputati come si può pensare di risparmiare grazie al taglio delle
Province se si sostituiscono in toto con strutture simili chiamate
però in altri modi. Un taglio è necessario. Ma quando a Leotta
viene chiesto di spiegare meglio qual è la sua idea per la riforma
la risposta è da manuale: "Devo prima confrontarmi con il
presidente Crocetta". Il presidente della Commissione Antonello
Cracolici (Pd) ha quindi chiesto all'assessore di preparare un
"canovaccio", sentito il governatore siciliano, su cui poter
discutere e su cui basare l'eventuale scrittura di un nuovo disegno
di legge da portare in Aula.
L'obiettivo
del presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, infatti, così come è
emerso dalla Conferenza dei capigruppo, sarebbe quello di
calendarizzare al più presto, dopo la finestra di Bilancio, la
riforma delle Province.
agrigentooggi.it
Amministrative
ad Agrigento.
Primi
passi verso la candidatura a sindaco di Agrigento.Maria
Iacono sabato
scorso ha tenuto nella città dei templi un primo esperimento verso
le amministrative 2015 che potrebbero vederla ai nastri di partenza
come candidato alla poltrona più ambita. Iacono molto probabilmente
dovrà misurarsi con le primarie della coalizione "Agrigento
2020"
che
racchiude Pd, Pdr, Sicilia democratica, Voce siciliana, Megafono e
Patto per il territorio. Entro i primi di febbraio saranno
ufficializzate le candidature.
A
contendere la candidatura di Iacono, potrebbe esserciSilvio
Alessi,
sponsorizzato da Patto
Per Il Territorio e Forza
Italia.
Oltre a piacere all'onorevole Michele Cimino, quest'ultimo piace
molto ad una componente del Ncd, compreso l'onorevole Vincenzo
Fontana. Ma se quella di Alessi, presidente dell'Akragas, al
momento è solo un'indiscrezione che non trova n'è conferme e
nemmeno smentite, quella di Maria Iacono è una candidatura che
comincia a prendere corpo. Sabato come detto, nel corso di
"Vespaarch",
Iacono ha organizzato un convegno sul rilancio edilizio ed
urbanistico con l'architetto Stefano Boeri. Una sorta di prova
generale prima di partire ufficialmente. Intanto anche gli altri non
stanno a guardare.
Gli
attivisti Cinque
stelle intanto
hanno svelato il loro programma. Nel fine settimana hanno fatto
volantinaggio a Porta di Ponte. Denunciano gli sprechi di denaro
pubblico per il famoso caso dei gettoni di presenza per le
commissioni consiliari e lanciano le proposte programmatiche: avvio
della raccolta differenziata dei rifiuti, porta a porta; istituzione
delle isole ecologiche assistite in tutti i quartieri; il protocollo
elettronico per tutte le pratiche edilizie ed urbanistiche; la
sistemazione delle aree verdi con particolare riferimento al
salvataggio delle palme colpite da punteruolo rosso. Ed ancora:
rilanciare il centro storico prendendo ad esempio la "Farm"
del
notaio Bartoli a Favara; riaprire il Palacongressi, l'ex carcere di
San Vito ed il parco dell'Addolorata ed utilizzarli come strutture
turistiche e culturali. Infine i grillini dicono no al
Rigassificatore di Lillo
Firetto,
alle trivellazioni del governo nazionale e regionale, Renzi, Alfano,
Crocetta. Si all'energia alternativa pulita. Il candidato a sindaco
per il movimento Pentastellato sarà Emanuele Dalli Cardillo,
avvocato di 47 anni.
Il
candidato Marco
Marcolin ieri
ha assistito dalla tribuna dell'Esseneto ad Akragas - Leonfortese. Andrea
Cirino:
nessuno parla di programmi. "Tante
chiacchiere, ma nessuno parla di come intervenire per ridurre la
pressione fiscale: Imu, Tasi e Tari; come fare per ridurre le
bollette idriche; come gestire i rifiuti, se direttamente o
continuare a farli gestire da terzi». Lo sostiene il candidato
sindaco Andrea Cirino. «Nessuno - aggiunge il consigliere comunale
- spiega come riqualificare il centro storico, i quartieri
satellite di Villaseta, Monserrato, Fontanelle, Villaggio Mosè,
Villaggio Peruzzo e San Leone; come intervenire per l'illuminazione
delle strade ancora buie; come ripristinare le strade e le opere di
urbanizzazione; come aiutare i nostri concittadini più bisognosi;
come risanare il bilancio comunale. Oggi, a mio parere, assistiamo
soltanto ai diktat e le passerelle dei leader dei Partiti che cercano
di fare mere alleanze tra di essi per non perdere l'opportunità di
spartire le poltrone future. In sostanza si distoglie l'attenzione
dai reali problemi e relative soluzioni per non assumersi alcuna
responsabilità dinanzi agli agrigentini".
Siciliainformazioni.it
RIFORMA
DELLE PROVINCE
Di
proroga in proroga, di commissario in commissario, di dubbio in
dubbio. L'attesa prosegue, indefinita, portando con sè dubbi e
rincorrendo sempre meno certezze. L'ambiziosa
riforma delle Province, voluta
da Rosario Crocetta e dal suo governo, si
confronta con una nuova scadenza.La
prima del 2015, quella del sette aprile, che rischia di non essere
l'ultima in questo anno. Dopo
l'approvazione della l.r. n. 8/2014, non sono stati pochi i
problemi emersi, tra questi, funzioni amministrative di tipo
impositivo, assoggettamento ai vincoli di finanza pubblica, dulcis in
fundo, le difficoltà in molti casi a reperire le somme per il
pagamento degli stipendi del personale e delle società collegate.
L'Anci, tra gli altri, ha più volte ribadito la possibilità di
recepire la legge Delrio (n. 56/2014). Crocetta
sente di dovere proseguire sulla sua strada. Il
governatore siciliano sa che un semplice recepimento della legge
nazionale verrebbe avvertito come una diminutio in
termini di cose fatte, ma l'avvitamento su sé stesso non ha
portato ancora soluzioni definitive. Da
"sindaco dei siciliani" aveva concepito il progetto come il
primo di un nuovo modello di efficienza amministrativa che
superasse la semplice riorganizzazione degli enti provinciali e
puntasse alla loro razionalizzazione, eliminando sprechi ed
abbassando i costi della politica. Intanto
il leader dell'opposizione Nello
Musumeci è tornato sull'argomento:
"Il nuovo assessore regionale agli Enti Locali Ettore Leotta venga
in Aula nei prossimi giorni per dire con chiarezza al parlamento
quale idea di Provincia intende realizzare il governo Crocetta".
L'ex presidente della provincia regionale di Catania ed
europarlamentare ha aggiunto inoltre: "Mancano solo poco più di
due mesi alla scadenza di legge e nutriamo seri
dubbi sul fatto che la maggioranza governativa di centrosinistra
riesca a varare la tanto strombazzata riforma che
non ha saputo fare in un anno e mezzo". "Fino
ad oggi - aggiunge Musumeci - non è arrivata alcuna nuova
proposta alla competente commissione parlamentare, mentre il
governatore e il suo partito continuano a parlare due linguaggi
diversi sul nuovo modello dell'ente intermedio. Città
Metropolitane ristrette o allargate? Confini provinciali rigidi o
flessibili? Presidenti eletti dal popolo o nominati? Competenze e
funzioni di sempre o nuove responsabilità decentrate dalla Regione?
Regna una gran confusione, mentre sul territorio sono solo i
cittadini a pagare il prezzo della paralisi delle nove Province,
voluta da una irragionevole furia devastatrice di un finto
rivoluzionario".
Gds.it
Istituto
Toscanini di Ribera rischia di chiudere: proteste
RIBERA.
Il "Toscanini" di Ribera verso la chiusura a causa dei forti
tagli nel bilancio regionale per
quanto riguarda le rimesse alle ex province. Questa l'amara realtà
che provocherà 24 disoccupati (i docenti), taglierà le gambe a 300
studenti che seguono i corsi musicali a Ribera e tutto perché non si
hanno un milione e 165 mila euro da destinare all'Istituto.
Manifestazione
di protesta stamane davanti al tempio di Ercole, nella
Valle dei Templi di Agrigento dell'Istituto Musicale "Toscanini"
di Ribera per denunciare la grave situazione in cui versano in
Sicilia gli Istituti musicali. Infatti, per le tre Istituzioni
dell'isola, frequentate da 1.800 studenti, con molte probabilità
dovranno chiudere per mancanza di finanziamenti.
Alcuni sindaci
dell'Agrigentino, gli studenti ed i docenti del Toscanini di
Ribera, hanno quindi attuato un sit-in davanti il tempio di Ercole
nella valle dei Templi, anche se avrebbero voluto realizzare, questa
civile protesta, con un concerto all'interno della collina sacra,
ma è stato loro proibito per motivi di natura burocratica. I docenti
erano addirittura disposti a pagare il biglietto di ingresso (Euro
10,00), ma rischiavano una denuncia penale. La
situazione nei tre istituti musicali della Sicilia è molto grave ed
il "Toscanini" di Ribera, in provincia di Agrigento, è quello
che rischia, più di tutti, la chiusura. Infatti, l'Istituto
Musicale di Catania , nato come consorzio tra Comune e Provincia ,
vede il Sindaco impegnato a trovare le risorse finanziarie per
consentire il proseguimento dell'attività didattica e scongiurare
in questo modo la chiusura con la creazione di nuovi disoccupati nel
cospicuo corpo docente della scuola catanese. Quello di Caltanissetta
è uno dei tre istituti siciliani il cui personale docente non ha
effettuato il transito negli organici della Pubblica Istruzione ed è
rimasto dipendente della Provincia.