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rassegna stampa del 28 gennaio 2015

Livesicilia.it
RIFORMA DELLE PROVINCE SICILIANE

Province siciliane? Si riparte da Leotta. Il neo assessore per gli Enti locali di Crocetta avrà il delicato compito di portare fuori dal pantano in cui è finita, tra un rimpasto di giunta e l'altro, la riforma delle Province. E non è detto che il disegno di legge su cui si baserà la discussione parlamentare sarà quello governativo. L'assessore dovrà, infatti, preparare un "canovaccio". Ascoltato per la prima volta dalla commissione Affari istituzionali dell'Ars, Ettore Leotta ha elogiato i disegni di legge presentati dai parlamentari regionali - "perché in ognuno ci sono dei punti di forza", ha detto a margine della seduta della commissione - e ha illustrato alcune delle idee cardine su cui dovrebbe nascere la nuova legge di riordino degli enti locali in Sicilia. Nodo centrale: il numero di Liberi consorzi. In Commissione - secondo quanto riferito da alcuni parlamentari della prima commissione - l'assessore avrebbe parlato di un modello 6+3, ovvero sei Liberi consorzi di comuni più tre città metropolitane (Palermo, Catania e Messina). Un progetto diverso dalle proposte fatte finora dal governo Crocetta che, come minimo, prevedevano nove liberi consorzi e tre città metropolitane. D'altronde, l'assessore avrebbe chiesto ai deputati come si può pensare di risparmiare grazie al taglio delle Province se si sostituiscono in toto con strutture simili chiamate però in altri modi. Un taglio è necessario. Ma quando a Leotta viene chiesto di spiegare meglio qual è la sua idea per la riforma la risposta è da manuale: "Devo prima confrontarmi con il presidente Crocetta". Il presidente della Commissione Antonello Cracolici (Pd) ha quindi chiesto all'assessore di preparare un "canovaccio", sentito il governatore siciliano, su cui poter discutere e su cui basare l'eventuale scrittura di un nuovo disegno di legge da portare in Aula.
L'obiettivo del presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, infatti, così come è emerso dalla Conferenza dei capigruppo, sarebbe quello di calendarizzare al più presto, dopo la finestra di Bilancio, la riforma delle Province.

 agrigentooggi.it
Amministrative ad Agrigento.
Primi passi verso la candidatura a sindaco di Agrigento.Maria Iacono sabato scorso ha tenuto nella città dei templi un primo esperimento verso le amministrative 2015 che potrebbero vederla ai nastri di partenza come candidato alla poltrona più ambita. Iacono molto probabilmente dovrà misurarsi con le primarie della coalizione "Agrigento 2020" che racchiude Pd, Pdr, Sicilia democratica, Voce siciliana, Megafono e Patto per il territorio. Entro i primi di febbraio saranno ufficializzate le candidature.
A contendere la candidatura di Iacono, potrebbe esserciSilvio Alessi, sponsorizzato da Patto Per Il Territorio e Forza Italia. Oltre a piacere all'onorevole Michele Cimino, quest'ultimo piace molto ad una componente del Ncd, compreso l'onorevole Vincenzo Fontana. Ma se quella di Alessi, presidente dell'Akragas, al momento è solo un'indiscrezione che non trova n'è conferme e nemmeno smentite, quella di Maria Iacono è una candidatura che comincia a prendere corpo. Sabato come detto, nel corso di "Vespaarch", Iacono ha organizzato un convegno sul rilancio edilizio ed urbanistico con l'architetto Stefano Boeri. Una sorta di prova generale prima di partire ufficialmente. Intanto anche gli altri non stanno a guardare. Gli attivisti Cinque stelle intanto hanno svelato il loro programma. Nel fine settimana hanno fatto volantinaggio a Porta di Ponte. Denunciano gli sprechi di denaro pubblico per il famoso caso dei gettoni di presenza per le commissioni consiliari e lanciano le proposte programmatiche: avvio della raccolta differenziata dei rifiuti, porta a porta; istituzione delle isole ecologiche assistite in tutti i quartieri; il protocollo elettronico per tutte le pratiche edilizie ed urbanistiche; la sistemazione delle aree verdi con particolare riferimento al salvataggio delle palme colpite da punteruolo rosso. Ed ancora: rilanciare il centro storico prendendo ad esempio la "Farm" del notaio Bartoli a Favara; riaprire il Palacongressi, l'ex carcere di San Vito ed il parco dell'Addolorata ed utilizzarli come strutture turistiche e culturali. Infine i grillini dicono no al Rigassificatore di Lillo Firetto, alle trivellazioni del governo nazionale e regionale, Renzi, Alfano, Crocetta. Si all'energia alternativa pulita. Il candidato a sindaco per il movimento Pentastellato sarà Emanuele Dalli Cardillo, avvocato di 47 anni. Il candidato Marco Marcolin ieri ha assistito dalla tribuna dell'Esseneto ad Akragas - Leonfortese. Andrea Cirino: nessuno parla di programmi. "Tante chiacchiere, ma nessuno parla di come intervenire per ridurre la pressione fiscale: Imu, Tasi e Tari; come fare per ridurre le bollette idriche; come gestire i rifiuti, se direttamente o continuare a farli gestire da terzi». Lo sostiene il candidato sindaco Andrea Cirino. «Nessuno - aggiunge il consigliere comunale - spiega come riqualificare il centro storico, i quartieri satellite di Villaseta, Monserrato, Fontanelle, Villaggio Mosè, Villaggio Peruzzo e San Leone; come intervenire per l'illuminazione delle strade ancora buie; come ripristinare le strade e le opere di urbanizzazione; come aiutare i nostri concittadini più bisognosi; come risanare il bilancio comunale. Oggi, a mio parere, assistiamo soltanto ai diktat e le passerelle dei leader dei Partiti che cercano di fare mere alleanze tra di essi per non perdere l'opportunità di spartire le poltrone future. In sostanza si distoglie l'attenzione dai reali problemi e relative soluzioni per non assumersi alcuna responsabilità dinanzi agli agrigentini".


Siciliainformazioni.it

RIFORMA DELLE PROVINCE
Di proroga in proroga, di commissario in commissario, di dubbio in dubbio. L'attesa prosegue, indefinita, portando con sè dubbi e rincorrendo sempre meno certezze. L'ambiziosa riforma delle Province, voluta da Rosario Crocetta e dal suo governo, si confronta con una nuova scadenza.La prima del 2015, quella del sette aprile, che rischia di non essere l'ultima in questo anno. Dopo l'approvazione della l.r. n. 8/2014, non sono stati pochi i problemi emersi, tra questi, funzioni amministrative di tipo impositivo, assoggettamento ai vincoli di finanza pubblica, dulcis in fundo, le difficoltà in molti casi a reperire le somme per il pagamento degli stipendi del personale e delle società collegate. L'Anci, tra gli altri, ha più volte ribadito la possibilità di recepire la legge Delrio (n. 56/2014). Crocetta sente di dovere proseguire sulla sua strada. Il governatore siciliano sa che un semplice recepimento della legge nazionale verrebbe avvertito come una diminutio in termini di cose fatte, ma l'avvitamento su sé stesso non ha portato ancora soluzioni definitive. Da "sindaco dei siciliani" aveva concepito il progetto come il primo di un nuovo modello di efficienza amministrativa che superasse la semplice riorganizzazione degli enti provinciali e puntasse alla loro razionalizzazione, eliminando sprechi ed abbassando i costi della politica. Intanto il leader dell'opposizione Nello Musumeci è tornato sull'argomento: "Il nuovo assessore regionale agli Enti Locali Ettore Leotta venga in Aula nei prossimi giorni per dire con chiarezza al parlamento quale idea di Provincia intende realizzare il governo Crocetta". L'ex presidente della provincia regionale di Catania ed europarlamentare ha aggiunto inoltre: "Mancano solo poco più di due mesi alla scadenza di legge e nutriamo seri dubbi sul fatto che la maggioranza governativa di centrosinistra riesca a varare la tanto strombazzata riforma che non ha saputo fare in un anno e mezzo". "Fino ad oggi - aggiunge Musumeci - non è arrivata alcuna nuova proposta alla competente commissione parlamentare, mentre il governatore e il suo partito continuano a parlare due linguaggi diversi sul nuovo modello dell'ente intermedio. Città Metropolitane ristrette o allargate? Confini provinciali rigidi o flessibili? Presidenti eletti dal popolo o nominati? Competenze e funzioni di sempre o nuove responsabilità decentrate dalla Regione? Regna una gran confusione, mentre sul territorio sono solo i cittadini a pagare il prezzo della paralisi delle nove Province, voluta da una irragionevole furia devastatrice di un finto rivoluzionario".

Gds.it

Istituto Toscanini di Ribera rischia di chiudere: proteste

RIBERA. Il "Toscanini" di Ribera verso la chiusura a causa dei forti tagli nel bilancio regionale per quanto riguarda le rimesse alle ex province. Questa l'amara realtà che provocherà 24 disoccupati (i docenti), taglierà le gambe a 300 studenti che seguono i corsi musicali a Ribera e tutto perché non si hanno un milione e 165 mila euro da destinare all'Istituto. Manifestazione di protesta stamane davanti al tempio di Ercole, nella Valle dei Templi di Agrigento dell'Istituto Musicale "Toscanini" di Ribera per denunciare la grave situazione in cui versano in Sicilia gli Istituti musicali. Infatti, per le tre Istituzioni dell'isola, frequentate da 1.800 studenti, con molte probabilità dovranno chiudere per mancanza di finanziamenti.
Alcuni sindaci dell'Agrigentino, gli studenti ed i docenti del Toscanini di Ribera, hanno quindi attuato un sit-in davanti il tempio di Ercole nella valle dei Templi, anche se avrebbero voluto realizzare, questa civile protesta, con un concerto all'interno della collina sacra, ma è stato loro proibito per motivi di natura burocratica. I docenti erano addirittura disposti a pagare il biglietto di ingresso (Euro 10,00), ma rischiavano una denuncia penale.
La situazione nei tre istituti musicali della Sicilia è molto grave ed il "Toscanini" di Ribera, in provincia di Agrigento, è quello che rischia, più di tutti, la chiusura. Infatti, l'Istituto Musicale di Catania , nato come consorzio tra Comune e Provincia , vede il Sindaco impegnato a trovare le risorse finanziarie per consentire il proseguimento dell'attività didattica e scongiurare in questo modo la chiusura con la creazione di nuovi disoccupati nel cospicuo corpo docente della scuola catanese. Quello di Caltanissetta è uno dei tre istituti siciliani il cui personale docente non ha effettuato il transito negli organici della Pubblica Istruzione ed è rimasto dipendente della Provincia.

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