agrigentonotizie.it
I consiglieri dicono "no"
alle dimissioni, e Agrigento torna sulle tv nazionali
Niente dimissioni e niente
scioglimento del Consiglio comunale. I componenti di
Aula Sollano lo hanno deciso ieri pomeriggio,
nel corso di una riunione riservata e
a porte chiuse convocata negli
uffici della Presidenza di Palazzo dei Giganti e
durata più di due ore.
Dopo le dimissioni
ufficializzate da Francesco Messina, Ennio Saeva e Nino Amato,
i consiglieri hanno discusso a lungo nella
stanza del presidente Carmelo Settembrino su quanto
accaduto dopo il servizio
trasmesso su Ballarò (Rai3) lo scorso martedì sera,
che ha raccontato il caso delle più di mille
riunioni di Commissione convocate nel 2014.
Una vicenda che, dopo aver occupato per
settimane le pagine dei quotidiani locali, ha trovato
spazio anche su diverse testate nazionali. "Abbiamo
deciso di continuare il nostro mandato - ha detto
il presidente Settembrino al termine della riunione -
per portare a termine diversi importanti argomenti".
Intanto sembrerebbe che anche
la trasmissione "L'Arena di Massimo Giletti" parlerà
del caso di Agrigento nella puntata
di domenica 1 febbraio. E "Ballarò" di
Massimo Giannini sarebbe pronta a tornare nella città
dei Templi martedì 3 febbraio per un collegamento
in diretta con i partecipanti alla manifestazione organizzata
su Facebook con il gruppo "#AgrigentoManifesta".
Nel programma
sarebbe prevista una marcia da Porta di Ponte.
Sicilia24h.it
TERREMOTO IN CONSIGLIO
COMUNALE
Dopo
Ennio Saeva si è dimesso Nino Amato, e poi si è dimesso anche il
collega consigliere comunale di Agrigento, Francesco Messina, che
afferma : "E' una scelta dovuta nei confronti dei miei elettori,
ed è doverosa per chi come me, insieme a tutta la giunta Zambuto, si
è ridotto l' indennità e poi l' ha azzerata. Non ho tentennato
un minuto ad azzerarmi l' indennità di assessore e non tentenno
certamente ora a dimettermi da consigliere. Non vi sono le condizioni
per proseguire il mandato elettorale con serenità e lealtà
istituzionale verso i cittadini". A seguito delle dimissioni di
Saeva, Amato e Messina, i tre consiglieri primi dei non eletti delle
relative liste, ossia Pietro Vitellaro e Renato Bruno, dell' Udc, e
Angelo La Rosa, del Patto per il Territorio, non si sono ancora
pronunciati se subentreranno in Consiglio comunale, ormai alla
scadenza della legislatura, oppure no. Nel frattempo, a Sala Sollano
21 consiglieri sarebbero contrari alle dimissioni e saranno in Aula
martedì prossimo 3 febbraio quando nel pomeriggio, alle ore 17, è
stata organizzata una manifestazione innanzi a Palazzo dei Giganti a
cui hanno già aderito l' associazione "Agrigento punto e a capo"
e il Laboratorio "Vallicaldi". Il presidente del Consiglio
comunale, Carmelo Settembrino, parteciperà domenica prossima su Rai
1 a "L' Arena", di Massimo Giletti. Non sarà un pellegrinaggio
a piedi scalzi per praticare penitenza e invocare perdono.
Settembrino solleva lancia e scudo, e guerreggiante, da Montaperto a
Roma, sarà più agguerrito che mai. Il rappresentante del consiglio
comunale, che è stato alla ribalta nazionale sulla vetrina di
"Ballarò" , tra l'altro, spiegherà : "Le riunioni non
possono risultare uno strumento utile se poi l'amministrazione non
dà seguito a quanto prodotto. Sì, le riunioni sono state 1133 per 6
commissioni, e, quindi, dividendo, il risultato é di 170 commissioni
all' anno. Nessuno ha lavorato a Natale e a Pasqua". In
conclusione, una correzione doverosa. Nella scheda di quanto hanno
incassato per le attività extraconsiliari, dunque le riunioni di
Commissione, i consiglieri comunali, e che è stata diffusa da alcuni
organi di stampa, al consigliere comunale di Forza Italia, Luca
Spinnato, da gennaio a settembre 2014 sono state attribuite 37 sedute
con un incasso di poco più di 1800 euro. Ebbene, vi è un errore. Il
numero di 37 si riferisce alla sedute del Consiglio comunale a cui ha
partecipato Spinnato nel 2014, e 1862 euro sono la somma dei gettoni
per la partecipazione al Consiglio comunale. Luca Spinnato nel 2014
non ha partecipato nemmeno una volta alle riunioni di Commissione, e
il dato veritiero è "Spinnato : zero sedute, zero euro". E anche
il consigliere comunale, Alessandro Patti, a correzione della
tabella, non ha partecipato a 114 sedute di Commissione incassando
5.738 euro, ma, invece, ha partecipato a 69 sedute di Commissione
incassando 3453 euro. Infine, è obbligo che la stessa tabella
sia interpretata correttamente per tutti i consiglieri comunali,
allorchè il numero delle sedute attribuite si riferiscono non solo
alle riunioni di Commissione ma anche alle sedute del Consiglio
comunale, e, dunque, di conseguenza, il dato dell' incasso per le
sole Commissioni è da leggersi al ribasso perché bisogna sottrarre
i gettoni pagati per le sedute del Consiglio.
Gds.it
«Commissioni
d'oro» ad Agrigento, tre consiglieri lasciano
AGRIGENTO.
È un vero terremoto politico quello che sta scuotendo nelle ultime
ore, il palazzo municipale di Agrigento. Tre consiglieri
comunali si sono ufficialmente dimessi, uno minaccia di farlo giovedì
prossimo e molti altri, pare ci stiano seriamente pensando nella
speranza di salvare il salvabile e potersi magari, ripresentare
all'elettorato per una nuova elezione, sbandierando il vessillo
delle dimissioni.
Il
caso delle «commissioni d'oro», finito sui talk nazionali,
l'inchiesta della Procura della Repubblica e
adesso, l'attenzione dell'assessore regionale agli enti locali
Ettore Leotta, stanno creando un vero pandemonio in Consiglio e la
riunione di giovedì prossimo si annuncia «interessante» come poche
altre. A tutto questo, si aggiunge che domenica prossima anche
L'Arena di Massimo Giletti potrebbe tornare sul caso mentre Ballarò
sta riflettendo su un approfondimento. A lasciare con qualche mese di
anticipo l'Aula Sollano, sono stati ieri mattina Ennio Saeva, Nino
Amato e Franco Messina. «Il clima di veleni che si è creato - ha
detto Ennio Saeva - fa sì che non ci siano più le condizioni per
continuare, seppur per pochi mesi, a svolgere il mandato che mi è
stato affidato dagli elettori».
Anche Nino Amato sceglie di
interrompere la sua attività in Consiglio. «Ai primi di ottobre -
ricorda -quando avevo proposto, dopo le dimissioni del presidente del
Consiglio comunale, di tagliare la spina in vista di un periodo di
vacatio venni accusato di demagogia. Adesso devo dire che non posso
condividere la vicenda dei gettoni anche da parte dello stesso
Consiglio comunale». A ruota, sempre ieri, la notizia che anche
Francesco Messina lasciava.
La
«Carica delle 104» ad Agrigento, il bidello e consigliere comunale
Alaimo resta in carcere
AGRIGENTO.
Il bidello Antonio Alaimo, 53 anni, di Favara, dipendente
dell'Istituto Alberghiero nonché consigliere comunale, sospeso
dopo l'operazione "La carica delle 104", di cui è ritenuto il
personaggio chiave, resta in carcere.
Lo ha deciso il gip
Alessandra Vella rigettando la richiesta del difensore, l'avvocato
Calogero Raia. Il legale aveva chiesto un'attenuazione della misura
cautelare dopo la notifica dell'avviso di conclusione delle
indagini preliminari che nelle prossime settimane farà approdare
l'inchiesta in aula. In particolare, nell'istanza, veniva
sottolineato che il decorso del tempo e la chiusura dell'attività
investigativa avessero fatto venire meno o, comunque, attenuare le
esigenze cautelari.
Il gip, invece, ha ritenuto che la gravità
delle contestazioni e del quadro indiziario fossero tali da rendere
necessaria la conferma del provvedimento restrittivo. Alaimo è
ritenuto il capo di una delle due bande che avrebbero messo in piedi
la presunta "fabbrica" di finti invalidi.
Il
favarese è considerato un intermediario e procacciatore d'affari, un
vero e proprio anello di congiunzione fra i vari componenti della
presunta organizzazione criminale. In carcere, il 22 settembre,
giorno in cui è scattata l'operazione della Digos, sono finiti
anche tre medici accusati di avere intascato denaro in cambio
dell'attestazione di false patologie. Sono Giuseppa Gallo, 61 anni,
di Naro, specializzata in pneumologia; Giuseppe Candioto, 61 anni,
reumatologo; e Antonino Scimè, 64 anni, di Agrigento. L'ultimo
indagato finito in carcere è Daniele Rampello, 47 anni, baby
pensionato di Raffadali, ritenuto uno dei personaggi di spicco del
sodalizio
Imprenditore
di Bivona denunciò gli estorsori, ora è costretto a chiudere
BIVONA.
Cancellata dall'albo delle ditte artigiane. L'impresa edile di
Ignazio Cutrò, 47 anni, sposato, con due figli, di Bivona (Ag),
testimone di giustizia sotto scorta, che nel 2008 accusò la cosca
dei suoi estorsori (tutti condannati), è stata chiusa. Su richiesta
dello stesso imprenditore che non ce la fa ad andare avanti, ad
affrontare le spese senza lavorare. E tutto, a quanto pare, per
18.500 euro e i tempi lunghi della burocrazia.
«Nell'ottobre
2013 - spiega Cutrò -
avevo debiti con la Serit per circa 20 mila euro. Oltre a tutte le
spese che comporta una ditta. A febbraio 2014 dopo diverse richieste
di aiuto andai a incatenarmi al Viminale. Mi ricevettero, esposi il
problema chiedendo 20 mila euro per ripianare il debito. I soldi sono
stati versato alla Serit a dicembre. Ma nel frattempo la cifra era
cresciuta di 18.500 euro. Avendo debiti non posso ottenere il Durc e
ho dovuto rinunciare a un lavoro che ero riuscito a trovare: nolo a
caldo di veicoli per opere infrastrutturali nell'agrigentino. Ora
sono un uomo rovinato, un disoccupato scortato».
«Ho
provato anche a vendere i miei mezzi meccanici -
aggiunge - Li ho messi su internet ho sparso la voce non li vuole
nessuno. La mia rovina è cominciata dopo le denunce. La mia ditta è
stata cancellata dal silenzio dello Stato, dall'omertà di uno Stato
che a parole fa la lotta alla mafia e nei fatti abbandona chi
denuncia. A me ed alla mia famiglia non resta più nulla se non
l'amarezza di chi ha creduto e crede in una lotta sana, reale e
concreta contro le mafie. Siamo di fronte al baratro, oggi più di
ieri io, mia moglie Giuseppina, e i miei figli Giuseppe e Veronica,
siamo uniti, uniti questa volta per far fronte alla lotta della
sopravvivenza».
«Non ho più la mia azienda, e questa è la
migliore vittoria per la mafia - conclude - Così si dimostra ancora
una volta chi comanda nei territori. Non ho più l'azienda e non so,
da oggi in poi, cosa potrò e dovrò fare per vivere, per continuare
a pagare i miei debiti e per sostentare la mia famiglia». Il
deputato Pd Davide Mattiello dice:
«La chiusura dell'azienda di Ignazio Cutrò è una ferita per tutti
noi, perchè l'imprenditore, che ha dato un contributo limpido e
coraggioso alle indagini contro la mafia nel territorio di Bivona, ha
sempre e soltanto chiesto una cosa allo Stato: di poter continuare a
lavorare con la sua azienda, nella sua terra. Prova
ne è che
Cutrò è protetto con misure speciali ma in loco e non in località
segreta».
Il
segretario nazionale di Italia dei Valori Ignazio Messina
e la responsabile del laboratorio contro le mafie, Valeria Grasso
dicono che «la chiusura dell'azienda del testimone di giustizia è
un funerale per lo Stato e per la dignità di un cittadino che ha
opposto il proprio coraggio alla mafia. Ci sentiamo tutti sconfitti
di fronte a casi del genere»
Università
di Agrigento, no alla chiusura: studenti in assemblea
Tempo
di "assemblea" all'università di Agrigento. Con il lancio
dell'hashtag #noallachiusura gli studenti del Polo Universitario di
Agrigento, in collaborazione col Cupa, hanno indetto una "Assemblea
Generale" per il 2 febbraio alle 10,30. "Lo scopo- spiega
Liliana Ingiaimo presidente dell'associazione Vivere il Polo - è
quello di discutere sui problemi che in quest'ultimo periodo hanno
fatto temere la chiusura della sede staccata dell'ateneo di Palermo,
vedendo in questo modo violato il proprio diritto allo studio,
sancito dalla nostra Costituzione. In virtù di questo annoso
problema, tutta la comunità studentesca, insieme al Polo
Universitario abbiamo promosso l'assemblea generale che si terrà
presso l'Auditorium "Rosario Livatino" in via Quartararo".
A
promuovere l'iniziativa, oltre a Vivere il Polo,
anche il comitato studentesco, la preside Maria Immordino e Rete
Universitaria Nazionale. In questa occasione saranno consegnate le
firme della petizione online e quelle raccolte nei gazebo a Licata,
Sciacca, Canicattì, Favara ed in altri Comuni agrigentini per
salvare il polo universitario agrigentino. "Invitiamo i nostri
colleghi - spiega la presidente dell'associazione "Vivere il
Polo", Ingiaimo - nel caso in cui non lo avessero ancora fatto,
a firmare la petizione". Intanto sulla chiusura paventata del
Polo, ieri è intervenuto il neo cardinale, Franco Montenegro,
arcivescovo di Agrigento. "La chiusura del Cupa mi preoccupa e
deve essere denunciata - spiega Montenegro . Il Cupa è una
Cattedrale della cultura. Una città senza luogo della fede, una
città senza il luogo della cultura è una città decapitata.
Agrigento come può pensare al suo futuro che si continua a tagliarne
la testa?".
Agrigentooggi.it
Manifestazione
contro Consiglio Comunale
Comunichiamo
la nascita, a seguito del noto scandalo sulle 1133 commissioni dei
consiglieri comunali, di un movimento spontaneo di cittadini che si è
riunito sotto il nome di #Agrigentomanifesta e sotto il grido di
@NoiSiamoAltro, per manifestare il disappunto e la grande
indignazione nei confronti della politica locale e non solo, che con
i propri abusi ed inazioni che hanno ridotto la città in uno stato
penoso, da troppi anni mettono alla berlina davanti l'intera
Nazione la nostra città.
A renderlo noto è stato Marcello Fattori,
di Progetto Agrigento, che aggiunge: Il
neonato movimento si è riunito ieri sera al bar Patti di Porta di
Ponte, raccogliendo la partecipazione di circa un centinaio di
agrigentini, col fine di organizzare nei dettagli la manifestazione
che martedì 3 febbraio alle 19;30 partirà da Porta di Ponte per
raggiungere il palazzo del Comune, davanti il quale ci sarà un
sit-in di protesta. Con la manifestazione, vogliamo dare un forte
segnale: Gli agrigentini onesti e perbene non sono più disposti a
sopportare alcun tipo di angheria e ruberia da parte dei politici e
da ora in avanti non saranno più spettatori passivi dello sfacelo
più totale, ma al contrario si faranno promotori di quel riscatto
che speriamo possa essere da volano per la rinascita della città.
Pertanto invitiamo tutti i cittadini ad essere presenti all'evento
e di coinvolgere quanta più gente possibile. Per lasciare il segno
dovremo essere numerosissimi e motivati. (Nella
foto la riunione organizzativa)