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rassegna stampa del 30 gennaio 2015

agrigentonotizie.it

I consiglieri dicono "no" alle dimissioni, e Agrigento torna sulle tv nazionali

Niente dimissioni e niente scioglimento del Consiglio comunale. I componenti di Aula Sollano lo hanno deciso ieri pomeriggio, nel corso di una riunione riservata e a porte chiuse convocata negli uffici della Presidenza di Palazzo dei Giganti e durata più di due ore.  Dopo le dimissioni ufficializzate da Francesco Messina, Ennio Saeva e Nino Amato, i consiglieri hanno discusso a lungo nella stanza del presidente Carmelo Settembrino su quanto accaduto dopo il servizio trasmesso su Ballarò (Rai3) lo scorso martedì sera, che ha raccontato il caso delle più di mille riunioni di Commissione convocate nel 2014. Una vicenda che, dopo aver occupato per settimane le pagine dei quotidiani locali, ha trovato spazio anche su diverse testate nazionali"Abbiamo deciso di continuare il nostro mandato - ha detto il presidente Settembrino al termine della riunione - per portare a termine diversi importanti argomenti".  Intanto sembrerebbe che anche la trasmissione "L'Arena di Massimo Giletti" parlerà del caso di Agrigento nella puntata di domenica 1 febbraio. E "Ballarò" di Massimo Giannini sarebbe pronta a tornare nella città dei Templi martedì 3 febbraio per un collegamento in diretta con i partecipanti alla manifestazione organizzata su Facebook con il gruppo "#AgrigentoManifesta". Nel programma sarebbe prevista una marcia da Porta di Ponte.
Sicilia24h.it TERREMOTO IN CONSIGLIO COMUNALE Dopo Ennio Saeva si è dimesso Nino Amato, e poi si è dimesso anche il collega consigliere comunale di Agrigento, Francesco Messina, che afferma : "E' una scelta dovuta nei confronti dei miei elettori, ed è doverosa per chi come me, insieme a tutta la giunta Zambuto, si è ridotto l' indennità e poi l' ha azzerata. Non ho tentennato un minuto ad azzerarmi l' indennità di assessore e non tentenno certamente ora a dimettermi da consigliere. Non vi sono le condizioni per proseguire il mandato elettorale con serenità e lealtà istituzionale verso i cittadini". A seguito delle dimissioni di Saeva, Amato e Messina, i tre consiglieri primi dei non eletti delle relative liste, ossia Pietro Vitellaro e Renato Bruno, dell' Udc, e Angelo La Rosa, del Patto per il Territorio, non si sono ancora pronunciati se subentreranno in Consiglio comunale, ormai alla scadenza della legislatura, oppure no. Nel frattempo, a Sala Sollano 21 consiglieri sarebbero contrari alle dimissioni e saranno in Aula martedì prossimo 3 febbraio quando nel pomeriggio, alle ore 17, è stata organizzata una manifestazione innanzi a Palazzo dei Giganti a cui hanno già aderito l' associazione "Agrigento punto e a capo" e il Laboratorio "Vallicaldi". Il presidente del Consiglio comunale, Carmelo Settembrino, parteciperà domenica prossima su Rai 1 a "L' Arena", di Massimo Giletti. Non sarà un pellegrinaggio a piedi scalzi per praticare penitenza e invocare perdono. Settembrino solleva lancia e scudo, e guerreggiante, da Montaperto a Roma, sarà più agguerrito che mai. Il rappresentante del consiglio comunale, che è stato alla ribalta nazionale sulla vetrina di "Ballarò" , tra l'altro, spiegherà : "Le riunioni non possono risultare uno strumento utile se poi l'amministrazione non dà seguito a quanto prodotto. Sì, le riunioni sono state 1133 per 6 commissioni, e, quindi, dividendo, il risultato é di 170 commissioni all' anno. Nessuno ha lavorato a Natale e a Pasqua". In conclusione, una correzione doverosa. Nella scheda di quanto hanno incassato per le attività extraconsiliari, dunque le riunioni di Commissione, i consiglieri comunali, e che è stata diffusa da alcuni organi di stampa, al consigliere comunale di Forza Italia, Luca Spinnato, da gennaio a settembre 2014 sono state attribuite 37 sedute con un incasso di poco più di 1800 euro. Ebbene, vi è un errore. Il numero di 37 si riferisce alla sedute del Consiglio comunale a cui ha partecipato Spinnato nel 2014, e 1862 euro sono la somma dei gettoni per la partecipazione al Consiglio comunale. Luca Spinnato nel 2014 non ha partecipato nemmeno una volta alle riunioni di Commissione, e il dato veritiero è "Spinnato : zero sedute, zero euro". E anche il consigliere comunale, Alessandro Patti, a correzione della tabella, non ha partecipato a 114 sedute di Commissione incassando 5.738 euro, ma, invece, ha partecipato a 69 sedute di Commissione incassando 3453 euro. Infine, è obbligo che la stessa tabella sia interpretata correttamente per tutti i consiglieri comunali, allorchè il numero delle sedute attribuite si riferiscono non solo alle riunioni di Commissione ma anche alle sedute del Consiglio comunale, e, dunque, di conseguenza, il dato dell' incasso per le sole Commissioni è da leggersi al ribasso perché bisogna sottrarre i gettoni pagati per le sedute del Consiglio.
Gds.it «Commissioni d'oro» ad Agrigento, tre consiglieri lasciano

AGRIGENTO. È un vero terremoto politico quello che sta scuotendo nelle ultime ore, il palazzo municipale di Agrigento. Tre consiglieri comunali si sono ufficialmente dimessi, uno minaccia di farlo giovedì prossimo e molti altri, pare ci stiano seriamente pensando nella speranza di salvare il salvabile e potersi magari, ripresentare all'elettorato per una nuova elezione, sbandierando il vessillo delle dimissioni. Il caso delle «commissioni d'oro», finito sui talk nazionali, l'inchiesta della Procura della Repubblica e adesso, l'attenzione dell'assessore regionale agli enti locali Ettore Leotta, stanno creando un vero pandemonio in Consiglio e la riunione di giovedì prossimo si annuncia «interessante» come poche altre. A tutto questo, si aggiunge che domenica prossima anche L'Arena di Massimo Giletti potrebbe tornare sul caso mentre Ballarò sta riflettendo su un approfondimento. A lasciare con qualche mese di anticipo l'Aula Sollano, sono stati ieri mattina Ennio Saeva, Nino Amato e Franco Messina. «Il clima di veleni che si è creato - ha detto Ennio Saeva - fa sì che non ci siano più le condizioni per continuare, seppur per pochi mesi, a svolgere il mandato che mi è stato affidato dagli elettori». Anche Nino Amato sceglie di interrompere la sua attività in Consiglio. «Ai primi di ottobre - ricorda -quando avevo proposto, dopo le dimissioni del presidente del Consiglio comunale, di tagliare la spina in vista di un periodo di vacatio venni accusato di demagogia. Adesso devo dire che non posso condividere la vicenda dei gettoni anche da parte dello stesso Consiglio comunale». A ruota, sempre ieri, la notizia che anche Francesco Messina lasciava.
La «Carica delle 104» ad Agrigento, il bidello e consigliere comunale Alaimo resta in carcere
AGRIGENTO. Il bidello Antonio Alaimo, 53 anni, di Favara, dipendente dell'Istituto Alberghiero nonché consigliere comunale, sospeso dopo l'operazione "La carica delle 104", di cui è ritenuto il personaggio chiave, resta in carcere.
Lo ha deciso il gip Alessandra Vella rigettando la richiesta del difensore, l'avvocato Calogero Raia. Il legale aveva chiesto un'attenuazione della misura cautelare dopo la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari che nelle prossime settimane farà approdare l'inchiesta in aula. In particolare, nell'istanza, veniva sottolineato che il decorso del tempo e la chiusura dell'attività investigativa avessero fatto venire meno o, comunque, attenuare le esigenze cautelari.
Il gip, invece, ha ritenuto che la gravità delle contestazioni e del quadro indiziario fossero tali da rendere necessaria la conferma del provvedimento restrittivo. Alaimo è ritenuto il capo di una delle due bande che avrebbero messo in piedi la presunta "fabbrica" di finti invalidi.
Il favarese è considerato un intermediario e procacciatore d'affari, un vero e proprio anello di congiunzione fra i vari componenti della presunta organizzazione criminale. In carcere, il 22 settembre, giorno in cui è scattata l'operazione della Digos, sono finiti anche tre medici accusati di avere intascato denaro in cambio dell'attestazione di false patologie. Sono Giuseppa Gallo, 61 anni, di Naro, specializzata in pneumologia; Giuseppe Candioto, 61 anni, reumatologo; e Antonino Scimè, 64 anni, di Agrigento. L'ultimo indagato finito in carcere è Daniele Rampello, 47 anni, baby pensionato di Raffadali, ritenuto uno dei personaggi di spicco del sodalizio
Imprenditore di Bivona denunciò gli estorsori, ora è costretto a chiudere

BIVONA. Cancellata dall'albo delle ditte artigiane. L'impresa edile di Ignazio Cutrò, 47 anni, sposato, con due figli, di Bivona (Ag), testimone di giustizia sotto scorta, che nel 2008 accusò la cosca dei suoi estorsori (tutti condannati), è stata chiusa. Su richiesta dello stesso imprenditore che non ce la fa ad andare avanti, ad affrontare le spese senza lavorare. E tutto, a quanto pare, per 18.500 euro e i tempi lunghi della burocrazia. «Nell'ottobre 2013 - spiega Cutrò - avevo debiti con la Serit per circa 20 mila euro. Oltre a tutte le spese che comporta una ditta. A febbraio 2014 dopo diverse richieste di aiuto andai a incatenarmi al Viminale. Mi ricevettero, esposi il problema chiedendo 20 mila euro per ripianare il debito. I soldi sono stati versato alla Serit a dicembre. Ma nel frattempo la cifra era cresciuta di 18.500 euro. Avendo debiti non posso ottenere il Durc e ho dovuto rinunciare a un lavoro che ero riuscito a trovare: nolo a caldo di veicoli per opere infrastrutturali nell'agrigentino. Ora sono un uomo rovinato, un disoccupato scortato». «Ho provato anche a vendere i miei mezzi meccanici - aggiunge - Li ho messi su internet ho sparso la voce non li vuole nessuno. La mia rovina è cominciata dopo le denunce. La mia ditta è stata cancellata dal silenzio dello Stato, dall'omertà di uno Stato che a parole fa la lotta alla mafia e nei fatti abbandona chi denuncia. A me ed alla mia famiglia non resta più nulla se non l'amarezza di chi ha creduto e crede in una lotta sana, reale e concreta contro le mafie. Siamo di fronte al baratro, oggi più di ieri io, mia moglie Giuseppina, e i miei figli Giuseppe e Veronica, siamo uniti, uniti questa volta per far fronte alla lotta della sopravvivenza».
«Non ho più la mia azienda, e questa è la migliore vittoria per la mafia - conclude - Così si dimostra ancora una volta chi comanda nei territori. Non ho più l'azienda e non so, da oggi in poi, cosa potrò e dovrò fare per vivere, per continuare a pagare i miei debiti e per sostentare la mia famiglia».
Il deputato Pd Davide Mattiello dice: «La chiusura dell'azienda di Ignazio Cutrò è una ferita per tutti noi, perchè l'imprenditore, che ha dato un contributo limpido e coraggioso alle indagini contro la mafia nel territorio di Bivona, ha sempre e soltanto chiesto una cosa allo Stato: di poter continuare a lavorare con la sua azienda, nella sua terra. Prova
ne è che Cutrò è protetto con misure speciali ma in loco e non in località segreta».
Il segretario nazionale di Italia dei Valori Ignazio Messina e la responsabile del laboratorio contro le mafie, Valeria Grasso dicono che «la chiusura dell'azienda del testimone di giustizia è un funerale per lo Stato e per la dignità di un cittadino che ha opposto il proprio coraggio alla mafia. Ci sentiamo tutti sconfitti di fronte a casi del genere»


Università di Agrigento, no alla chiusura: studenti in assemblea Tempo di "assemblea" all'università di Agrigento. Con il lancio dell'hashtag #noallachiusura gli studenti del Polo Universitario di Agrigento, in collaborazione col Cupa, hanno indetto una "Assemblea Generale" per il 2 febbraio alle 10,30. "Lo scopo- spiega Liliana Ingiaimo presidente dell'associazione Vivere il Polo - è quello di discutere sui problemi che in quest'ultimo periodo hanno fatto temere la chiusura della sede staccata dell'ateneo di Palermo, vedendo in questo modo violato il proprio diritto allo studio, sancito dalla nostra Costituzione. In virtù di questo annoso problema, tutta la comunità studentesca, insieme al Polo Universitario abbiamo promosso l'assemblea generale che si terrà presso l'Auditorium "Rosario Livatino" in via Quartararo". A promuovere l'iniziativa, oltre a Vivere il Polo, anche il comitato studentesco, la preside Maria Immordino e Rete Universitaria Nazionale. In questa occasione saranno consegnate le firme della petizione online e quelle raccolte nei gazebo a Licata, Sciacca, Canicattì, Favara ed in altri Comuni agrigentini per salvare il polo universitario agrigentino. "Invitiamo i nostri colleghi - spiega la presidente dell'associazione "Vivere il Polo", Ingiaimo - nel caso in cui non lo avessero ancora fatto, a firmare la petizione". Intanto sulla chiusura paventata del Polo, ieri è intervenuto il neo cardinale, Franco Montenegro, arcivescovo di Agrigento. "La chiusura del Cupa mi preoccupa e deve essere denunciata - spiega Montenegro . Il Cupa è una Cattedrale della cultura. Una città senza luogo della fede, una città senza il luogo della cultura è una città decapitata. Agrigento come può pensare al suo futuro che si continua a tagliarne la testa?".

Agrigentooggi.it
Manifestazione contro Consiglio Comunale
Comunichiamo la nascita, a seguito del noto scandalo sulle 1133 commissioni dei consiglieri comunali, di un movimento spontaneo di cittadini che si è riunito sotto il nome di #Agrigentomanifesta e sotto il grido di @NoiSiamoAltro, per manifestare il disappunto e la grande indignazione nei confronti della politica locale e non solo, che con i propri abusi ed inazioni che hanno ridotto la città in uno stato penoso, da troppi anni mettono alla berlina davanti l'intera Nazione la nostra città. A renderlo noto è stato Marcello Fattori, di Progetto Agrigento, che aggiunge:  Il neonato movimento si è riunito ieri sera al bar Patti di Porta di Ponte, raccogliendo la partecipazione di circa un centinaio di agrigentini, col fine di organizzare nei dettagli la manifestazione che martedì 3 febbraio alle 19;30 partirà da Porta di Ponte per raggiungere il palazzo del Comune, davanti il quale ci sarà un sit-in di protesta. Con la manifestazione, vogliamo dare un forte segnale: Gli agrigentini onesti e perbene non sono più disposti a sopportare alcun tipo di angheria e ruberia da parte dei politici e da ora in avanti non saranno più spettatori passivi dello sfacelo più totale, ma al contrario si faranno promotori di quel riscatto che speriamo possa essere da volano per la rinascita della città. Pertanto invitiamo tutti i cittadini ad essere presenti all'evento e di coinvolgere quanta più gente possibile. Per lasciare il segno dovremo essere numerosissimi e motivati. (Nella foto la riunione organizzativa)

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