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Rassegna stampa del 31 gennaio e del 1 e 2 febbraio 2015

31 gennaio - sabato
GIORNALE DI SICILIA
RACCOLTA DEI RIFIUTI Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto l'incontro mercoledì scorso SOGEIR, DIPENDENTI SENZA STIPENDIO CHIESTO INTERVENTO DEL PREFETTO I lavoratori sono senza stipendio da due mesi e minacciano uno sciopero nei giorni del carnevale, mercoledì 4 febbraio potrebbe chiudere la discarica Salinella-Saraceno. Rischia di esplodere, in città, la bomba rifiuti, ma per trovare una soluzione il prefetto, Nicola Diomede, ha convocato per lunedì primo febbraio, ad Agrigento, commissari della Sogeir, sindaci e rappresentanze sindacali, Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto l'incontro mercoledì scorso. "Così non si può andare avanti - dice Enzo Iacono, della Funzione pubblica Cgil - e attendiamo risposte precise per i lavoratori. Sappiamo che il Comune di Sciacca ha versato una somma consistente nei giorni scorsi, ma noi chiediamo una soluzione definitiva perché in questa maniera non si può continuare". Il prossimo sciopero, secondo quanto annunciato da Iacono, sarà di due giorni. "A me dispiace che cadrà proprio nel periodo del carnevale - dice il sindacalista - ma noi dobbiamo fare ogni sforzo per tutelare i lavoratori che non possono subire i danni di un sistema che deve essere migliorato nel suo complesso". Gaetano Cognata, assessore comunale ai Servizi a rete, non ci sta a far passare il Comune come uno tra i principali responsabili di quanto sta accadendo. "Noi nel 2014 abbiamo versato alla Sogeir poco meno di 5 milioni e 4 mila euro - dice l'amministratore - e solo nel mese di gennaio abbiamo effettuato due versamenti, uno di 218 mila e uno di 329 mila euro. Il nostro debito nei confronti della società - continua - secondo il report che mi è stato consegnato dagli uffici ammonta a circa 600 mila euro. Mi sembra una somma non stratosferica e, soprattutto, quanto abbiamo versato dimostra clic il Comune di Sciacca non è inadempiente e anzi compie ogni sforzo per un servizio così importante". (GP)

LA SICILIA
IL NODO DA SCIOGLIERE RESTA SEMPRE LA COPERTURA FINANZIARIA Cupa, lunedì nuova assemblea ma senza novità Cupa, si avvicina il giorno dell'assemblea generale promossa dagli studenti per chiedere ad alta voce che l'università agrigentina possa trovare salvezza, ma le condizioni di massima non sono mutate.
Nessuna notizia dalla Regione, sollecitata da una risoluzione della V commissione consiliare a garantire la copertura economica necessaria affinché il Libero consorzio possa, ad oltre un mese e mezzo dal proprio atto di recesso, tornare indietro e rientrare tra i soci fondatori. Nessuna speranza dall'Università di Palermo, che molto chiaramente ha spiegato che nulla si può più pretendere dall'Ateneo, e che la copertura finanziaria deve essere garantita dagli enti pubblici. Sempre in "allerta" sono i revisori dei conti del Libero consorzio, che attendono da parte del presidente del Cupa Maria Immordino un atto formale — e non rinunciabile — come il porre in liquidazione il Consorzio universitario.
All'assemblea promossa da "Vivere Polo" e "Vivere Ateneo" (che continuano a raccogliere firme per la petizione on line pro- Cupa) per il prossimo 2 febbraio presso l'auditorium "Livatino" dovrebbero partecipare in molti, non solo tra studenti e famiglie (si spera) ma tra personalità istituzionali, e qualcuno quasi "teme" che si possa dì sfruttare una sorta di "effetto annuncio" rispetto alla miracolosa copertura economica dei corsi. Coprire un singolo "buco" comunque non basterebbe a garantire la sopravvivenza del Cupa per gli anni a venire nè, al momento, pensare alla "rivoluzione" immaginata dal ministro Alfano e dallo stesso rettore Lagalla (i Consorzi come sedi di alta formazione) potrebbe conservarne la loro natura originaria di università del territorio, rivolta soprattutto a chi non è nelle condizioni di vivere fuori sede.
Intanto rispetto alle questioni economiche, il Comune di Licata pare sia interessato a rientrare tra i soci ordinari (contributo circa5 mila euro) dopo un paio di anni dalla propria uscita. Una volontà anticipata dal commissario Mariagrazia Brandara che si dovrebbe andare a tradurre in atti concreti nei prossimi giorni.
G.S.

GIORNALISMO La sezione lavoro del Tribunale di Agrigento, Giudice Chiara Gagliano, riconoscendo la validità e la legittimità del contratto collettivo per i giornalisti degli uffici stampa degli Enti locali e regionali siglato in Sicilia nel 2007, ha accolto le argomentazioni sostenute nel ricorso dal collega Salvatore Grenci e dall'Assostampa, dichiarando l'applicazione del contratto giornalistico che la Provincia Regionale di Agrigento ora Libero Consorzio Comunale aveva revocato nel 2009.
Pur non riconoscendo le ragioni per il mantenimento della precedente qualifica, al collega Grenci dovrà essere applicata la qualifica di redattore ordinario del contratto giornalistico.
Lo rende noto la Segreteria Provinciale di Agrigento dell'Asso- stampa, negli ultimi anni molto impegnata in un'azione di legittimazione di chi, da giornalista, lavora nella pubblica amministrazione.
La sentenza emessa ad Agrigento è l'ultima di numerose decisioni favorevoli, pronunciate da un giudice del lavoro, che accolgono le tesi da tempo sostenute dall'Associazione Siciliana della Stampa, sull'applicazione del contratto di lavoro dei giornalisti anche ai dipendenti degli Enti Locali.
Nella sentenza viene riconosciuto come la contrattazione del 2007, stipulata in base alla norme regionali e nazionali vigenti in materia di uffici stampa, abbia tenuto conto della sentenza della Corte Costituzionale n. 189, sempre del 2007.
Il Giudice di Agrigento Chiara Gagliano ha altresì respinto la pretesa della Provincia che chiedeva il versamento della parte contributiva all'Inps anziché alla cassa previdenziale dei Giornalisti, l'lpgi, così come risulta invece inequivocabilmente sancito dalla vigente normativa.
La speranza è per tutti gli operatori nel campo giornalistico che a seguito ditali sentenze estremamente chiare, tutti gli enti locali rivedano le loro posizioni in merito alle mansioni da far svolgere a giornalisti impegnati nel settore della pubblica amministrazione. Posizioni che per troppi anni e ancora oggi non brillano per regolarità e trasparenza.

PER BURGIO DELLA UIL-SCUOLA «Senza il nullaosta e il codice del Miur niente Alberghiero» PALMA DI MONTECHIARO. Dal Consiglio scolastico provinciale alcuni mesi fa è stato espresso parere favorevole per la istituzione di una sezione staccata dell'alberghiero. Sezione che dovrebbe essere istituita nel prossimo anno scolastico, dopo l'analogo nulla osta concesso dall'istituto professionale "Gaspare Ambrosini" di Favara, diretto dal preside prof. Giuseppe Salamone.
Ma secondo il segretario provinciale dell'Uil-Scuola professor Calogero Burgio, il parere positivo dell'istituto scolastico favarese e del Consiglio scolastico provinciale, anche se costituisce un importante primo passo, non è sufficiente per fare coronare l'aspirazione della amministrazione comunale palmese di potenziare l'attività didattica con l'istituzione della sezione staccata dell'alberghiero. «E' necessario - ha spiegato il sindacalista- che vengano attivati i canali della politica e che il sindaco si impegni al più presto a sollecitare il ministero dell'istruzione a disporre l'autorizzazione per ratificare la proposta positiva degli organismi scolastici periferici. Molti sono convinti che dovendo essere una sezione staccata dell'ipia "Gaspare Ambrosini" di Favara, non è necessaria alcuna procedura. Invece —ha aggiunto il segretario provinciale dell'Uil- Scuola, tra l'altro palmese a tutti gli effetti- non è proprio così. Secondo il vigente regolamento scolastico la istituenda sezione staccata dell'alberghiero è una scuola che seppur appartenga giurisdizionalmente alla direzione scolastica favarese, dovrà essere munita dal Miur di un codice autonomo a cui eventualmente fare riferimento i docenti che intendessero insegnarvi, attraverso il sistema della mobilità oppure con i trasferimenti. Mobilità e trasferimenti che —ha ammonito il prof. Calogero Burgio saranno adottati dal Miur entro la fine del mese di febbraio. Se entro questo termine nella probabile sezione staccata che l'ipia Ambrosinì di Favara ha autorizzato a istituire nella cittadina palmese, non verrà trasferito personale docente e Ata, attraverso il codice che dovrà essere assegnato dal ministero dell'Istruzione, ancora una volta questa prospettiva è destinata a fallire, così come si è arenata la disponibilità manifestata analogamente per la cittadina palmese dall'Ipia Fermi di Agrigento e dall'lpia Re Capriata di Licata. E bene pertanto che il sindaco si attivi affinché
—ha concluso il sindacalista- ancora una volta non vengano vanificate le attese di tanti giovani palmesi che attualmente sono costretti a frequentare gli istituti professionali ad indirizzo alberghiero a Licata, Favara ed Agrigento, sopportando un estenuante pendolarismo, mentre il Comune è anche costretto a impiegare fondi per risarcire le spese di viaggio dei ragazzi)).
FILIPPO BELLIA

MEZZI DELLA SOGEIR SENZA CARBURANTE ED IMPIANTI SUL PUNTO DI CHIUDERE
La raccolta della spazzatura verso la paralisi
SCIACCA — Situazione esplosiva sul servizio rifiuti dei Comuni dell'area occidentale della provincia. La raccolta oggi verrà ridotta perché alcuni mezzi adibiti alla raccolta non possono fare rifornimento di carburante e rimarranno fermi nell'autoparco della Sogeir, la società in liquidazione che gestisce il servizio.
Ma non è solo questo il problema: Sogeir Impianti, società di scopo che non orbita nell'universo della Sogeir commissariata, ha comunicato che dal prossimo mercoledì 4 febbraio chiuderà tutti gli impianti perché non riesce a garantire i parametri di sicurezza imposti dalla legge. Non si potrà conferire spazzatura nella discarica Salinella-Saraceno, saranno chiuse le isole ecologiche e l'impianto di compostaggio.
Si tratta dell'ennesima conseguenza negativa della scarsa liquidità di cassa che rischia di portare al collasso un servizio che fino ad oggi era considerato quasi un'isola felice nel calderone del fallimento degli Ato rifiuti siciliani. A riferire dei disagi nell'acquisto del carburante sono gli stessi operai, anch'essi in procinto di fermarsi per sollecitare il pagamento degli stipendi dei mesi di dicembre e gennaio. Rischia di più la città di Sciacca, dove è più vasta l'area di raccolta. Potrebbe essere cancellata la raccolta porta a porta in alcune aree periferiche.
Intanto, proprio in queste ore il prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, ha convocato i sindaci dell'ex Ato Agi ed i sindacati per lunedì 2 febbraio alle ore 11.30 in prefettura per fare un'analisi della situazione riguardante la gestione del servizio. L'iniziativa scaturisce da una nota della scorsa settimana con cui il commissario straordinario Achille Furioso denunciava gravissime difficoltà finanziarie dovute ai debiti dei Comuni soci dell'Ato. Il commissario ha prefigurato un futuro a tinte fosche e un concreto rischio che la raccolta dei rifiuti a Sciacca e nei Comuni della zona subisca un clamoroso black out sia per lo stato di disagio dei lavoratori, sia per la presenza di numerosi creditori.
Alla data del 31 dicembre 2014, le fatture emesse e non quietanziate ammontano a 2.505.427 euro, mentre i Comuni soci debbono all'Ato quote per oltre 2 milioni di euro.
GIUSEPPE RECCA

1 febbraio - domenica

GIORNALE DI SICILIA

CANICATTI'
CONSIGLIO COMUNALE Approvato il Paes, il piano d'azione per l'energia sostenibile stabilito dal «Patto dei Sindaci».Anche in questo caso forti contestazioni
Scontro aperto tra amministrazione comunale ed opposizione nel corso dei due Consigli comunali che si sono svolti a distanza di meno di ventiquattr'ore l'uno dall'altro tra giovedì pomeriggio e venerdì. Entrambe le sedute, che hanno vissuto momenti di forte tensione, si sono concluse con una vittoria politica della maggioranza che ha portato a casa due risultati positivi in relazione agli argomenti all'ordine del giorno con l'opposizione che però ha annunciato battaglia in merito ad alcune possibili irregolarità emerse nel corso dei lavori. Il primo Consiglio comunale, convocato in seduta straordinaria so richiesta di dodici consiglieri comunali dell'opposizione, ha avuto come argomento centrale la possibile cessione delle reti del Consorzio Tre Sorgenti all'Ato Idrico, posizione fortemente sostenuta in sede di assemblea consortile dal sindaco Vincenzo Corbo. Nel corso del dibattito, al quale ha partecipato dopo anni d'assenza lo stesso capo dell'amministrazione comunale, sono state esposte le ragioni dei consiglieri comunali ostili alla cessione delle reti ma il loro atto di indirizzo volto ad impegnare il sindaco a ritirare l'appoggio alla delibera è stato bocciato dalla maggioranza. È Stato lo stesso Corbo a spiegare le ragioni che obbligano il Consorzio Tre Sorgenti a cedere le reti all'Ato Idrico in virtù della sentenza del Tribunale superiore delle acque. Venerdì mattina il Consiglio comunale è tornato a riunirsi, in via d'urgenza, per discutere ed approvare invece il Paes, il piano d'azione per l'energia sostenibile nell'ambito del Patto dei Sindaci, al quale ha aderito anche il comune di Canicattì. Ancora una volta l'opposizione ha pesantemente criticato l'operato dell'amministrazione comunale, in particolare con gli interventi dei consiglieri comunali Fabio Di Benedetto, Antonio Migliorini e Mimmo Licata, condannando l'assenza in aula dei tecnici che hanno redatto il piano, La discussione ha raggiunto toni esasperati al punto da costringere il presidente del Consiglio Ivan Trupia a sospendere per una decina di minuti la seduta. Alla ripresa dei lavori l'assessore comunale ai Lavori Pubblici Gaetano Rizzo ha spiegato i contenuti del piano redatto da un gruppo di esperti, dietro compenso di circa 40 mila. Al momento del voto alcuni esponenti dell'opposizione hanno lasciato l'aula ed il Paes è stato approvato con 15 voti favorevoli, tutti arrivati dai consiglieri comunali di maggioranza. Al termine della seduta però l'opposizione si è riservata di procedere nelle opportune sedi in merito al contenuto del verbale della riunione della Settima Commissione, avente come oggetto proprio il Paes, in quanto ritenuto lacunoso e non riportante alcune posizioni che invece erano state sostenute nel corso della riunione.(GIMO)

SCIACCA
SOGEIR I disagi potrebbero non essere finiti, la Cgil minaccia due giornate di sciopero sotto Carnevale. Allarme per la possibile chiusura della discarica.
Il Comune paga e riparte la raccolta dei rifiuti
Versato oltre mezzo milione nelle casse della società Parte delle somme impegnata per l'acquisto dei carburanti.
È arrivata la benzina per i mezzi della Sogeir e ieri il seivizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti è stato effettuato sia nel centro storico che nella periferia. Disagi si erano verificati, il giorno precedente, nei quartieri, mentre i cassonetti del centro storico erano stati svuotati. La situazione, però, rimane sempre a rischio ed a preoccupare è anche la possibile chiusura della discarica Salinella-Saraceno a partire da mercoledì 4febbraio. Questa volta a decidere è Sogeir impianti che, sempre per ragioni di natura economica, potrebbe bloccare anche gli impianti della differenziata. E poi c'è la questione lavoratori .che non riscuotono lo stipendio da due mesi. «Noi siamo pronti a due giornate di sciopero durante il Carnevale di Sciacca dice Ignazio Bongiorno rappresentante sindacale della Cgil perchè stanchi di aspettare una soluzione definitiva che non arriva mai».Il Comune di Sciacca ha versato alla Sogeir oltre 500 mila euro nel mese di gennaio ma la gestione commissariale ha spese enormi tra personale mezzi organizzazione generale E comunque e sempre l'arretrato dei Comuni nei pagamenti a determinare questa situazione. I vari commissari che si sono succeduti alla Sogeir lo ripetono sempre. Da tre mesi in carica c'è Achille Furioso che domani parteciperà all'incontro in Prefettura ad Agrigento Rischia di esplodere in città la bomba rifiuti ed e
per valutare possibili soluzioni in un territorio molto vasto, che comprende ben 17 comuni che il prefetto Nicola Diomede ha convocato per domani ad Agrigento commissari della Sogeir sindaci e rappresentanze sindacali. Il Comune di Sciacca si presenterà con un report fatto preparare dall'assessore ai Servizi a rete Gaetano Cognata all'ufficio Ragioneria sulle somme versate 5 milioni e 400 mila euro nel 2014, due versamenti, uno di 218 mila euro e uno di 329 mila euro nel mese di gennaio 2015. Il debito da parte del Comune nei confronti della società ammonta a circa 600 mila euro. Ma complessivamente, la gestione commissariale deve a riscuotere circa 2 milioni e 300 mila euro dai Comuni dell'Ato e senza questi fondi non può onorare tutti gli impegni dal personale al carburante passando per la manutenzione dei mezzi. Problemi riguardanti la disponibilità del carburante per i mezzi si sono verificati nei giorni scorsi anche a Santa Margherita Belice. «La situazione è estremamente grave - hanno scritto nella lettera di convocazione al prefetto le segreterie provinciali di Cgil Cisl e Uil e per questo motivo ci apprestiamo a proclamare due giorni di sciopero Ad ogni buon fine, allo scopo di tutelare i lavoratori e per assicurare la regolarità nell'erogazione delle spettanze al personale che opera nel comparto Igiene ambientale abbiamo chiesto al prefetto di convocare l'azienda ed i sindaci per discutere e risolvere la vertenza e ridare la giusta serenità ai lavoratori e alle loro famiglie». (GP)

LA SICILIA

AGRIGENTO E PROVINCIA SECONDO LA DIA
«Stranieri ben integrati con la mafia»
Droga e non solo. Spaccio di stupefacenti, furti di rame o nelle abitazioni con l'ok di Cosa Nostra
Stupefacenti, immigrazione clandestina e furti di rame e in abitazioni. Dietro una buona parte di episodi criminali consumati nel 2014 ci sono immigranti provenienti dalle zone del continente africano e bande di delinquenti dell'Est Europeo. Nel rapporto semestrale della Dia, quello che va dal primo gennaio al trentuno giugno dall'anno scorso, nei- lambito della provincia anche nelle aree a tradizionale presenza mafiosa, le componenti criminali stranieri, costituite in particolare da rumeni, tunisini, marocchini, egiziani ed altri provenienti dal Nord Africa, il cui aumento numerico favorito dal notevole incremento del fenomeno degli sbarchi, sembrano evolversi verso forme di maggiore integrazione nel tessuto socio-criminale locale, con conseguente progressivo ampliamento dei propri margini di operatività.
I settori dell'illecito in cui prevalentemente operano i gruppi di etnia estera riguardano lo «spaccio di sostanze stupefacenti, lo sfruttamento dell'immigrazione clandestina, il riciclaggio di materiale ferroso, le rapine ed i furti in abitazione». Nella maggioranza dei casi il coinvolgimento di nordafricani nella gestione del settore degli stupefacenti si manifesta con il loro inserimento all'interno di compagini appartenenti alla criminalità mafiosa od a organizzazioni interetniche, dove i magrebini ricoprono ruoli di supporto di livello medio-basso, rappresentando la manodopera nello spacci della droga. Ad Agrigento città e in altri centri della provincia, come Sciacca, Licata e Canicattì, si contano a decine i pusher nordafricani di hashish e marijuana, ma che si sono inseriti anche nello spaccio dell'eroina e cocaina. C' poi il fenomeno dell'immigrazione clandestina Secondo le indagini della Dia e Procure della Repubblica di Agrigento e della Direzione distrettuale antimafia, abitazioni nel centro storico della città dei templi, sarebbero state utilizzate come appoggi logistici dai componenti di alcune cellule', eritree e magrebine, che si occupano del reclutamento e trasporto dei migranti una volta approdano in città. Vere organizzazioni presenti nel nostro territorio dedite al traffico di esseri umani Talvolta dietro le facce dà disperati si nascondono dei criminali capaci di favorire la permanenza degli extracomunitari ad Agrigento, e prepararne il viaggio e il trasferimento nel nord Italia e in altri Stati del nord Europa. In piccoli appartamenti vengono ospitati' i migranti per brevi periodi e agevolarne il successivo espatrio, sempre illegalmente, verso altri Paesi dell'Unione Europea o altri continenti dietro il pagamento di denaro. E sono numerosi gli episodi di criminalità diffusa riferibili a soggetti romeni, molti dei quali vivono ai margini della società, dedicandosi soprattutto alla consumazioni dei reati contro il patrimonio. Primo fra tutti il fenomeno dei furti di rame, che provocano l'interruzione di pubblici servizi essenziali, con ripercussioni di natura economica sociale di particolare rilievo.
ANTONINO RAVANÀ

2 febbraio - lunedì

GIORNALE DI SICILIA

PORTO EMPEDOCLE È scoppiato parapigia quando due pescatori, durante dei controlli, sono stati condotti negli uffici.
Aggredito il comandante della Capitaneria di porto.
I consuetudinari controlli ai pescherecci hanno fatto finire, ieri sera, il comandante della Capitaneria di porto, di Porto Empedocle, in ospedale. il capitano di fregata Massimo Di Marco è stato aggredito. I poliziotti del commissariato Frontiera hanno avviato le indagini, acquisendo — quale primo passo le immagini del sistema di videosorveglianza posizionato all'ingresso della Capitaneria di porto per dare ori nome e cognome agli aggressori.
I militari della guardia costiera, ieri pomeriggio, sono stati impegnati in una raffica di controlli ai pescherecci ormeggiati al molo in un caso, nonostante ieri sera fosse fitto il riserbo della stessa Capitaneria di porto, sarebbe ro state riscontrate irregolarità. A quanto pare, i militari stavano per procedere ad un sequestro quando i due pescatori sarebbero andati in escandescenze. I due sono stati condotti negli uffici portuali per contestargli l'ipotesi di reato di resistenza a pubblico ufficiale. Una ipotesi di reato che ordinariamente fa scattare l'arresto. Ma all'ingresso della Capitaneria, ben presto, si sono radunati conoscenti, parenti, amici e colleghi dei due pescatori. E' scoppiato il parapiglia. E dagli insulti alle grida, a quanto pare. si è ben presto passati alle mani. Il comandante della Capitaneria di porto, il capitano di fregata Massimo Di Marco, sarebbe stato aggredito. Qualcuno gli si è scagliato contro, colpendolo con calci e pugni. Di Marco è stato subito portato al pronto soccorso dell'ospedale "San Giovanni di Dio" di Agrigento dove i medici, per ore, lo hanno sottoposto a tutti i necessari controlli di rito, refertando le escoriazioni e contusioni riportate. I poliziotti del commissariato "Frontiera", coordinati dal vice questore aggiunto Cesare Castelli, non appena sono arrivati sul posto, hanno avviato le indagini. Naturalmente dei presunti aggressori, sul posto, non c'era più nessuna traccia. oltre a raccogliere le testimonianze dei presenti, gli agenti hanno acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza che consentiranno l'identificazione dell'aggressore o degli aggressori. (CR)

LA SICILIA

SANTO STEFANO QUISQUINA
Smottamento al bivio tra la Ss 118 e la Sp 24
SANTO STEFANO QUISQUÌNA. A causa della pioggia battente si è verificato uno smottamento del terreno al bivio fra la strada statale 118 e la strada provinciale 24 che porta a Santo Stefano Quisquina. E' successo nella tarda serata di sabato. L'arteria è rimasta chiusa quasi tutta la notte al traffico veicolare. Una grossa frana, con un fronte lineare di alcune decine di metri, si è staccata dal terreno soprastante e si è abbattuta sulla carreggiata, danneggiandola e ostruendone il passaggio, L'interruzione dell'importante arteria ha riguardato un paio di chilometri. La circolazione stradale è stata chiusa in entrambe le direzioni di marcia. Fortunatamente durante il movimento franoso alcun danno è stato arrecato a persone o veicoli in transito. Sul posto si sono subito portati i vigili del fuoco del Comando provinciale di Agrigento, gli esperti della Protezione civile, il personale dell'Anas e i vertici dell'Ufficio tecnico comunale del Comune di Santo Stefano Quisquina, per avviare le verifiche nell'area, rimuovere il materiale franato e per ripristinare le condizioni di sicurezza della circolazione appena possibile. Inizialmente i tecnici hanno deciso per la chiusura totale. Gli opera con una ruspa hanno cercato di liberare parte della strada per consentire almeno il passaggio delle auto a senso unico alternato. Si voleva quanto meno ridurre il disagio. L'intervento si è rivelato però ben presto inefficace perché lo spazio d'asfalto liberato dalla pala, veniva subito ricoperto da altro fango.
ANTONO RAVANÀ

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