31 gennaio - sabato
GIORNALE DI SICILIA
RACCOLTA DEI RIFIUTI Le segreterie
provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto l'incontro mercoledì
scorso
SOGEIR, DIPENDENTI SENZA STIPENDIO
CHIESTO INTERVENTO DEL PREFETTO
I lavoratori sono senza stipendio da
due mesi e minacciano uno sciopero nei giorni del carnevale,
mercoledì 4 febbraio potrebbe chiudere la discarica
Salinella-Saraceno. Rischia di esplodere, in città, la bomba
rifiuti, ma per trovare una soluzione il prefetto, Nicola Diomede, ha
convocato per lunedì primo febbraio, ad Agrigento, commissari della
Sogeir, sindaci e rappresentanze sindacali, Le segreterie provinciali
di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto l'incontro mercoledì scorso.
"Così non si può andare avanti - dice Enzo Iacono, della Funzione
pubblica Cgil - e attendiamo risposte precise per i lavoratori.
Sappiamo che il Comune di Sciacca ha versato una somma consistente
nei giorni scorsi, ma noi chiediamo una soluzione definitiva perché
in questa maniera non si può continuare". Il prossimo sciopero,
secondo quanto annunciato da Iacono, sarà di due giorni. "A me
dispiace che cadrà proprio nel periodo del carnevale - dice il
sindacalista - ma noi dobbiamo fare ogni sforzo per tutelare i
lavoratori che non possono subire i danni di un sistema che deve
essere migliorato nel suo complesso". Gaetano Cognata, assessore
comunale ai Servizi a rete, non ci sta a far passare il Comune come
uno tra i principali responsabili di quanto sta accadendo. "Noi nel
2014 abbiamo versato alla Sogeir poco meno di 5 milioni e 4 mila euro
- dice l'amministratore - e solo nel mese di gennaio abbiamo
effettuato due versamenti, uno di 218 mila e uno di 329 mila euro. Il
nostro debito nei confronti della società - continua - secondo il
report che mi è stato consegnato dagli uffici ammonta a circa 600
mila euro. Mi sembra una somma non stratosferica e, soprattutto,
quanto abbiamo versato dimostra clic il Comune di Sciacca non è
inadempiente e anzi compie ogni sforzo per un servizio così
importante". (GP)
LA SICILIA
IL NODO DA SCIOGLIERE RESTA SEMPRE
LA COPERTURA FINANZIARIA
Cupa, lunedì nuova assemblea ma
senza novità
Cupa, si avvicina il giorno
dell'assemblea generale promossa dagli studenti per chiedere ad
alta voce che l'università agrigentina possa trovare salvezza, ma
le condizioni di massima non sono mutate.
Nessuna notizia dalla Regione,
sollecitata da una risoluzione della V commissione consiliare a
garantire la copertura economica necessaria affinché il Libero
consorzio possa, ad oltre un mese e mezzo dal proprio atto di
recesso, tornare indietro e rientrare tra i soci fondatori. Nessuna
speranza dall'Università di Palermo, che molto chiaramente ha
spiegato che nulla si può più pretendere dall'Ateneo, e che la
copertura finanziaria deve essere garantita dagli enti pubblici.
Sempre in "allerta" sono i revisori dei conti del Libero
consorzio, che attendono da parte del presidente del Cupa Maria
Immordino un atto formale — e non rinunciabile — come il porre in
liquidazione il Consorzio universitario.
All'assemblea promossa da "Vivere
Polo" e "Vivere Ateneo" (che continuano a raccogliere firme per
la petizione on line pro- Cupa) per il prossimo 2 febbraio presso
l'auditorium "Livatino" dovrebbero partecipare in molti, non
solo tra studenti e famiglie (si spera) ma tra personalità
istituzionali, e qualcuno quasi "teme" che si possa dì sfruttare
una sorta di "effetto annuncio" rispetto alla miracolosa
copertura economica dei corsi. Coprire un singolo "buco" comunque
non basterebbe a garantire la sopravvivenza del Cupa per gli anni a
venire nè, al momento, pensare alla "rivoluzione" immaginata dal
ministro Alfano e dallo stesso rettore Lagalla (i Consorzi come sedi
di alta formazione) potrebbe conservarne la loro natura originaria di
università del territorio, rivolta soprattutto a chi non è nelle
condizioni di vivere fuori sede.
Intanto rispetto alle questioni
economiche, il Comune di Licata pare sia interessato a rientrare tra
i soci ordinari (contributo circa5 mila euro) dopo un paio di anni
dalla propria uscita. Una volontà anticipata dal commissario
Mariagrazia Brandara che si dovrebbe andare a tradurre in atti
concreti nei prossimi giorni.
G.S.
GIORNALISMO
La sezione lavoro del Tribunale di
Agrigento, Giudice Chiara Gagliano, riconoscendo la validità e la
legittimità del contratto collettivo per i giornalisti degli uffici
stampa degli Enti locali e regionali siglato in Sicilia nel 2007, ha
accolto le argomentazioni sostenute nel ricorso dal collega Salvatore
Grenci e dall'Assostampa, dichiarando l'applicazione del
contratto giornalistico che la Provincia Regionale di Agrigento ora
Libero Consorzio Comunale aveva revocato nel 2009.
Pur non riconoscendo le ragioni per il
mantenimento della precedente qualifica, al collega Grenci dovrà
essere applicata la qualifica di redattore ordinario del contratto
giornalistico.
Lo rende noto la Segreteria Provinciale
di Agrigento dell'Asso- stampa, negli ultimi anni molto impegnata
in un'azione di legittimazione di chi, da giornalista, lavora nella
pubblica amministrazione.
La sentenza emessa ad Agrigento è
l'ultima di numerose decisioni favorevoli, pronunciate da un
giudice del lavoro, che accolgono le tesi da tempo sostenute
dall'Associazione Siciliana della Stampa, sull'applicazione del
contratto di lavoro dei giornalisti anche ai dipendenti degli Enti
Locali.
Nella sentenza viene riconosciuto come
la contrattazione del 2007, stipulata in base alla norme regionali e
nazionali vigenti in materia di uffici stampa, abbia tenuto conto
della sentenza della Corte Costituzionale n. 189, sempre del 2007.
Il Giudice di Agrigento Chiara Gagliano
ha altresì respinto la pretesa della Provincia che chiedeva il
versamento della parte contributiva all'Inps anziché alla cassa
previdenziale dei Giornalisti, l'lpgi, così come risulta invece
inequivocabilmente sancito dalla vigente normativa.
La speranza è per tutti gli operatori
nel campo giornalistico che a seguito ditali sentenze estremamente
chiare, tutti gli enti locali rivedano le loro posizioni in merito
alle mansioni da far svolgere a giornalisti impegnati nel settore
della pubblica amministrazione. Posizioni che per troppi anni e
ancora oggi non brillano per regolarità e trasparenza.
PER BURGIO DELLA UIL-SCUOLA
«Senza il nullaosta e il codice del
Miur niente Alberghiero»
PALMA DI MONTECHIARO. Dal Consiglio
scolastico provinciale alcuni mesi fa è stato espresso parere
favorevole per la istituzione di una sezione staccata
dell'alberghiero. Sezione che dovrebbe essere istituita nel
prossimo anno scolastico, dopo l'analogo nulla osta concesso
dall'istituto professionale "Gaspare Ambrosini" di Favara,
diretto dal preside prof. Giuseppe Salamone.
Ma secondo il segretario provinciale
dell'Uil-Scuola professor Calogero Burgio, il parere positivo
dell'istituto scolastico favarese e del Consiglio scolastico
provinciale, anche se costituisce un importante primo passo, non è
sufficiente per fare coronare l'aspirazione della amministrazione
comunale palmese di potenziare l'attività didattica con
l'istituzione della sezione staccata dell'alberghiero. «E'
necessario - ha spiegato il sindacalista- che vengano attivati i
canali della politica e che il sindaco si impegni al più presto a
sollecitare il ministero dell'istruzione a disporre
l'autorizzazione per ratificare la proposta positiva degli
organismi scolastici periferici. Molti sono convinti che dovendo
essere una sezione staccata dell'ipia "Gaspare Ambrosini" di
Favara, non è necessaria alcuna procedura. Invece —ha aggiunto il
segretario provinciale dell'Uil- Scuola, tra l'altro palmese a
tutti gli effetti- non è proprio così. Secondo il vigente
regolamento scolastico la istituenda sezione staccata
dell'alberghiero è una scuola che seppur appartenga
giurisdizionalmente alla direzione scolastica favarese, dovrà essere
munita dal Miur di un codice autonomo a cui eventualmente fare
riferimento i docenti che intendessero insegnarvi, attraverso il
sistema della mobilità oppure con i trasferimenti. Mobilità e
trasferimenti che —ha ammonito il prof. Calogero Burgio saranno
adottati dal Miur entro la fine del mese di febbraio. Se entro questo
termine nella probabile sezione staccata che l'ipia Ambrosinì di
Favara ha autorizzato a istituire nella cittadina palmese, non verrà
trasferito personale docente e Ata, attraverso il codice che dovrà
essere assegnato dal ministero dell'Istruzione, ancora una volta
questa prospettiva è destinata a fallire, così come si è arenata
la disponibilità manifestata analogamente per la cittadina palmese
dall'Ipia Fermi di Agrigento e dall'lpia Re Capriata di Licata. E
bene pertanto che il sindaco si attivi affinché
—ha concluso il sindacalista- ancora
una volta non vengano vanificate le attese di tanti giovani palmesi
che attualmente sono costretti a frequentare gli istituti
professionali ad indirizzo alberghiero a Licata, Favara ed Agrigento,
sopportando un estenuante pendolarismo, mentre il Comune è anche
costretto a impiegare fondi per risarcire le spese di viaggio dei
ragazzi)).
FILIPPO BELLIA
MEZZI DELLA SOGEIR SENZA CARBURANTE
ED IMPIANTI SUL PUNTO DI CHIUDERE
La raccolta della spazzatura verso
la paralisi
SCIACCA — Situazione esplosiva sul
servizio rifiuti dei Comuni dell'area occidentale della provincia.
La raccolta oggi verrà ridotta perché alcuni mezzi adibiti alla
raccolta non possono fare rifornimento di carburante e rimarranno
fermi nell'autoparco della Sogeir, la società in liquidazione che
gestisce il servizio.
Ma non è solo questo il problema:
Sogeir Impianti, società di scopo che non orbita nell'universo
della Sogeir commissariata, ha comunicato che dal prossimo mercoledì
4 febbraio chiuderà tutti gli impianti perché non riesce a
garantire i parametri di sicurezza imposti dalla legge. Non si potrà
conferire spazzatura nella discarica Salinella-Saraceno, saranno
chiuse le isole ecologiche e l'impianto di compostaggio.
Si tratta dell'ennesima conseguenza
negativa della scarsa liquidità di cassa che rischia di portare al
collasso un servizio che fino ad oggi era considerato quasi un'isola
felice nel calderone del fallimento degli Ato rifiuti siciliani. A
riferire dei disagi nell'acquisto del carburante sono gli stessi
operai, anch'essi in procinto di fermarsi per sollecitare il
pagamento degli stipendi dei mesi di dicembre e gennaio. Rischia di
più la città di Sciacca, dove è più vasta l'area di raccolta.
Potrebbe essere cancellata la raccolta porta a porta in alcune aree
periferiche.
Intanto, proprio in queste ore il
prefetto di Agrigento, Nicola Diomede, ha convocato i sindaci dell'ex
Ato Agi ed i sindacati per lunedì 2 febbraio alle ore 11.30 in
prefettura per fare un'analisi della situazione riguardante la
gestione del servizio. L'iniziativa scaturisce da una nota della
scorsa settimana con cui il commissario straordinario Achille Furioso
denunciava gravissime difficoltà finanziarie dovute ai debiti dei
Comuni soci dell'Ato. Il commissario ha prefigurato un futuro a
tinte fosche e un concreto rischio che la raccolta dei rifiuti a
Sciacca e nei Comuni della zona subisca un clamoroso black out sia
per lo stato di disagio dei lavoratori, sia per la presenza di
numerosi creditori.
Alla data del 31 dicembre 2014, le
fatture emesse e non quietanziate ammontano a 2.505.427 euro, mentre
i Comuni soci debbono all'Ato quote per oltre 2 milioni di euro.
GIUSEPPE RECCA
1 febbraio - domenica
GIORNALE DI SICILIA
CANICATTI'
CONSIGLIO COMUNALE Approvato il
Paes, il piano d'azione per l'energia sostenibile stabilito dal
«Patto dei Sindaci».Anche in questo caso forti contestazioni
Scontro aperto tra amministrazione
comunale ed opposizione nel corso dei due Consigli comunali che si
sono svolti a distanza di meno di ventiquattr'ore l'uno
dall'altro tra giovedì pomeriggio e venerdì. Entrambe le sedute,
che hanno vissuto momenti di forte tensione, si sono concluse con una
vittoria politica della maggioranza che ha portato a casa due
risultati positivi in relazione agli argomenti all'ordine del
giorno con l'opposizione che però ha annunciato battaglia in
merito ad alcune possibili irregolarità emerse nel corso dei lavori.
Il primo Consiglio comunale, convocato in seduta straordinaria so
richiesta di dodici consiglieri comunali dell'opposizione, ha avuto
come argomento centrale la possibile cessione delle reti del
Consorzio Tre Sorgenti all'Ato Idrico, posizione fortemente
sostenuta in sede di assemblea consortile dal sindaco Vincenzo Corbo.
Nel corso del dibattito, al quale ha partecipato dopo anni d'assenza
lo stesso capo dell'amministrazione comunale, sono state esposte le
ragioni dei consiglieri comunali ostili alla cessione delle reti ma
il loro atto di indirizzo volto ad impegnare il sindaco a ritirare
l'appoggio alla delibera è stato bocciato dalla maggioranza. È
Stato lo stesso Corbo a spiegare le ragioni che obbligano il
Consorzio Tre Sorgenti a cedere le reti all'Ato Idrico in virtù
della sentenza del Tribunale superiore delle acque. Venerdì mattina
il Consiglio comunale è tornato a riunirsi, in via d'urgenza, per
discutere ed approvare invece il Paes, il piano d'azione per
l'energia sostenibile nell'ambito del Patto dei Sindaci, al quale
ha aderito anche il comune di Canicattì. Ancora una volta
l'opposizione ha pesantemente criticato l'operato
dell'amministrazione comunale, in particolare con gli interventi
dei consiglieri comunali Fabio Di Benedetto, Antonio Migliorini e
Mimmo Licata, condannando l'assenza in aula dei tecnici che hanno
redatto il piano, La discussione ha raggiunto toni esasperati al
punto da costringere il presidente del Consiglio Ivan Trupia a
sospendere per una decina di minuti la seduta. Alla ripresa dei
lavori l'assessore comunale ai Lavori Pubblici Gaetano Rizzo ha
spiegato i contenuti del piano redatto da un gruppo di esperti,
dietro compenso di circa 40 mila. Al momento del voto alcuni
esponenti dell'opposizione hanno lasciato l'aula ed il Paes è
stato approvato con 15 voti favorevoli, tutti arrivati dai
consiglieri comunali di maggioranza. Al termine della seduta però
l'opposizione si è riservata di procedere nelle opportune sedi in
merito al contenuto del verbale della riunione della Settima
Commissione, avente come oggetto proprio il Paes, in quanto ritenuto
lacunoso e non riportante alcune posizioni che invece erano state
sostenute nel corso della riunione.(GIMO)
SCIACCA
SOGEIR I disagi potrebbero non
essere finiti, la Cgil minaccia due giornate di sciopero sotto
Carnevale. Allarme per la possibile chiusura della discarica.
Il Comune paga e riparte la raccolta
dei rifiuti
Versato oltre mezzo milione nelle
casse della società Parte delle somme impegnata per l'acquisto dei
carburanti.
È arrivata la benzina per i mezzi
della Sogeir e ieri il seivizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti
è stato effettuato sia nel centro storico che nella periferia.
Disagi si erano verificati, il giorno precedente, nei quartieri,
mentre i cassonetti del centro storico erano stati svuotati. La
situazione, però, rimane sempre a rischio ed a preoccupare è anche
la possibile chiusura della discarica Salinella-Saraceno a partire da
mercoledì 4febbraio. Questa volta a decidere è Sogeir impianti che,
sempre per ragioni di natura economica, potrebbe bloccare anche gli
impianti della differenziata. E poi c'è la questione lavoratori
.che non riscuotono lo stipendio da due mesi. «Noi siamo pronti a
due giornate di sciopero durante il Carnevale di Sciacca dice Ignazio
Bongiorno rappresentante sindacale della Cgil perchè stanchi di
aspettare una soluzione definitiva che non arriva mai».Il Comune di
Sciacca ha versato alla Sogeir oltre 500 mila euro nel mese di
gennaio ma la gestione commissariale ha spese enormi tra personale
mezzi organizzazione generale E comunque e sempre l'arretrato dei
Comuni nei pagamenti a determinare questa situazione. I vari
commissari che si sono succeduti alla Sogeir lo ripetono sempre. Da
tre mesi in carica c'è Achille Furioso che domani parteciperà
all'incontro in Prefettura ad Agrigento Rischia di esplodere in
città la bomba rifiuti ed e
per valutare possibili soluzioni in un
territorio molto vasto, che comprende ben 17 comuni che il prefetto
Nicola Diomede ha convocato per domani ad Agrigento commissari della
Sogeir sindaci e rappresentanze sindacali. Il Comune di Sciacca si
presenterà con un report fatto preparare dall'assessore ai Servizi
a rete Gaetano Cognata all'ufficio Ragioneria sulle somme versate 5
milioni e 400 mila euro nel 2014, due versamenti, uno di 218 mila
euro e uno di 329 mila euro nel mese di gennaio 2015. Il debito da
parte del Comune nei confronti della società ammonta a circa 600
mila euro. Ma complessivamente, la gestione commissariale deve a
riscuotere circa 2 milioni e 300 mila euro dai Comuni dell'Ato e
senza questi fondi non può onorare tutti gli impegni dal personale
al carburante passando per la manutenzione dei mezzi. Problemi
riguardanti la disponibilità del carburante per i mezzi si sono
verificati nei giorni scorsi anche a Santa Margherita Belice. «La
situazione è estremamente grave - hanno scritto nella lettera di
convocazione al prefetto le segreterie provinciali di Cgil Cisl e Uil
e per questo motivo ci apprestiamo a proclamare due giorni di
sciopero Ad ogni buon fine, allo scopo di tutelare i lavoratori e per
assicurare la regolarità nell'erogazione delle spettanze al
personale che opera nel comparto Igiene ambientale abbiamo chiesto al
prefetto di convocare l'azienda ed i sindaci per discutere e
risolvere la vertenza e ridare la giusta serenità ai lavoratori e
alle loro famiglie». (GP)
LA SICILIA
AGRIGENTO E PROVINCIA SECONDO LA DIA
«Stranieri ben integrati con la
mafia»
Droga e non solo. Spaccio di
stupefacenti, furti di rame o nelle abitazioni con l'ok di Cosa
Nostra
Stupefacenti, immigrazione clandestina
e furti di rame e in abitazioni. Dietro una buona parte di episodi
criminali consumati nel 2014 ci sono immigranti provenienti dalle
zone del continente africano e bande di delinquenti dell'Est
Europeo. Nel rapporto semestrale della Dia, quello che va dal primo
gennaio al trentuno giugno dall'anno scorso, nei- lambito della
provincia anche nelle aree a tradizionale presenza mafiosa, le
componenti criminali stranieri, costituite in particolare da rumeni,
tunisini, marocchini, egiziani ed altri provenienti dal Nord Africa,
il cui aumento numerico favorito dal notevole incremento del fenomeno
degli sbarchi, sembrano evolversi verso forme di maggiore
integrazione nel tessuto socio-criminale locale, con conseguente
progressivo ampliamento dei propri margini di operatività.
I settori dell'illecito in cui
prevalentemente operano i gruppi di etnia estera riguardano lo
«spaccio di sostanze stupefacenti, lo sfruttamento dell'immigrazione
clandestina, il riciclaggio di materiale ferroso, le rapine ed i
furti in abitazione». Nella maggioranza dei casi il coinvolgimento
di nordafricani nella gestione del settore degli stupefacenti si
manifesta con il loro inserimento all'interno di compagini
appartenenti alla criminalità mafiosa od a organizzazioni
interetniche, dove i magrebini ricoprono ruoli di supporto di livello
medio-basso, rappresentando la manodopera nello spacci della droga.
Ad Agrigento città e in altri centri della provincia, come Sciacca,
Licata e Canicattì, si contano a decine i pusher nordafricani di
hashish e marijuana, ma che si sono inseriti anche nello spaccio
dell'eroina e cocaina. C' poi il fenomeno dell'immigrazione
clandestina Secondo le indagini della Dia e Procure della Repubblica
di Agrigento e della Direzione distrettuale antimafia, abitazioni nel
centro storico della città dei templi, sarebbero state utilizzate
come appoggi logistici dai componenti di alcune cellule', eritree e
magrebine, che si occupano del reclutamento e trasporto dei migranti
una volta approdano in città. Vere organizzazioni presenti nel
nostro territorio dedite al traffico di esseri umani Talvolta dietro
le facce dà disperati si nascondono dei criminali capaci di favorire
la permanenza degli extracomunitari ad Agrigento, e prepararne il
viaggio e il trasferimento nel nord Italia e in altri Stati del nord
Europa. In piccoli appartamenti vengono ospitati' i migranti per
brevi periodi e agevolarne il successivo espatrio, sempre
illegalmente, verso altri Paesi dell'Unione Europea o altri
continenti dietro il pagamento di denaro. E sono numerosi gli episodi
di criminalità diffusa riferibili a soggetti romeni, molti dei quali
vivono ai margini della società, dedicandosi soprattutto alla
consumazioni dei reati contro il patrimonio. Primo fra tutti il
fenomeno dei furti di rame, che provocano l'interruzione di
pubblici servizi essenziali, con ripercussioni di natura economica
sociale di particolare rilievo.
ANTONINO RAVANÀ
2 febbraio - lunedì
GIORNALE DI SICILIA
PORTO EMPEDOCLE È scoppiato
parapigia quando due pescatori, durante dei controlli, sono stati
condotti negli uffici.
Aggredito il comandante della
Capitaneria di porto.
I consuetudinari controlli ai
pescherecci hanno fatto finire, ieri sera, il comandante della
Capitaneria di porto, di Porto Empedocle, in ospedale. il capitano di
fregata Massimo Di Marco è stato aggredito. I poliziotti del
commissariato Frontiera hanno avviato le indagini, acquisendo —
quale primo passo le immagini del sistema di videosorveglianza
posizionato all'ingresso della Capitaneria di porto per dare ori
nome e cognome agli aggressori.
I militari della guardia costiera, ieri
pomeriggio, sono stati impegnati in una raffica di controlli ai
pescherecci ormeggiati al molo in un caso, nonostante ieri sera fosse
fitto il riserbo della stessa Capitaneria di porto, sarebbe ro state
riscontrate irregolarità. A quanto pare, i militari stavano per
procedere ad un sequestro quando i due pescatori sarebbero andati in
escandescenze. I due sono stati condotti negli uffici portuali per
contestargli l'ipotesi di reato di resistenza a pubblico ufficiale.
Una ipotesi di reato che ordinariamente fa scattare l'arresto. Ma
all'ingresso della Capitaneria, ben presto, si sono radunati
conoscenti, parenti, amici e colleghi dei due pescatori. E'
scoppiato il parapiglia. E dagli insulti alle grida, a quanto pare.
si è ben presto passati alle mani. Il comandante della Capitaneria
di porto, il capitano di fregata Massimo Di Marco, sarebbe stato
aggredito. Qualcuno gli si è scagliato contro, colpendolo con calci
e pugni. Di Marco è stato subito portato al pronto soccorso
dell'ospedale "San Giovanni di Dio" di Agrigento dove i medici,
per ore, lo hanno sottoposto a tutti i necessari controlli di rito,
refertando le escoriazioni e contusioni riportate. I poliziotti del
commissariato "Frontiera", coordinati dal vice questore aggiunto
Cesare Castelli, non appena sono arrivati sul posto, hanno avviato le
indagini. Naturalmente dei presunti aggressori, sul posto, non c'era
più nessuna traccia. oltre a raccogliere le testimonianze dei
presenti, gli agenti hanno acquisito le immagini del sistema di
videosorveglianza che consentiranno l'identificazione
dell'aggressore o degli aggressori. (CR)
LA SICILIA
SANTO STEFANO QUISQUINA
Smottamento al bivio tra la Ss 118 e
la Sp 24
SANTO STEFANO QUISQUÌNA. A causa della
pioggia battente si è verificato uno smottamento del terreno al
bivio fra la strada statale 118 e la strada provinciale 24 che porta
a Santo Stefano Quisquina. E' successo nella tarda serata di
sabato. L'arteria è rimasta chiusa quasi tutta la notte al
traffico veicolare. Una grossa frana, con un fronte lineare di alcune
decine di metri, si è staccata dal terreno soprastante e si è
abbattuta sulla carreggiata, danneggiandola e ostruendone il
passaggio, L'interruzione dell'importante arteria ha riguardato
un paio di chilometri. La circolazione stradale è stata chiusa in
entrambe le direzioni di marcia. Fortunatamente durante il movimento
franoso alcun danno è stato arrecato a persone o veicoli in
transito. Sul posto si sono subito portati i vigili del fuoco del
Comando provinciale di Agrigento, gli esperti della Protezione
civile, il personale dell'Anas e i vertici dell'Ufficio tecnico
comunale del Comune di Santo Stefano Quisquina, per avviare le
verifiche nell'area, rimuovere il materiale franato e per
ripristinare le condizioni di sicurezza della circolazione appena
possibile. Inizialmente i tecnici hanno deciso per la chiusura
totale. Gli opera con una ruspa hanno cercato di liberare parte della
strada per consentire almeno il passaggio delle auto a senso unico
alternato. Si voleva quanto meno ridurre il disagio. L'intervento
si è rivelato però ben presto inefficace perché lo spazio
d'asfalto liberato dalla pala, veniva subito ricoperto da altro
fango.
ANTONO RAVANÀ