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rassegna stampa del 4 febbraio 2015

GIORNALE DI SICILIA
GIUNTA. Il mandato per il mancato rispetto dei criteri previsti dal servizio idrico dopo la consegna degli impianti Acqua, la «battaglia» contro l'Ato Il Comune affida un incarico legale La giunta municipale guidata dal sindaco Vincenzo Corbo ha dato mandato ad un legale di adire le vie legali nei confronti dell'Ato idrico di Agrigento e di tutti quegli organi regionali competenti. Non si tratta di un semplice incarico per una vertenza su un'errata impostazione della rendicontazione o dei rapporti eventuali con l'ente locale ma "degli effetti seguiti alla mancata realizzazione di quanto previsto nel momento di costituzione dell'Ato idrico e soprattutto sulla scorta che non tutti i comuni consorziati hanno ancora consegnato gli impianti con - si legge nella delibera di incarico della giunta - la creazione di una situazione anomala che ha arrecato un notevole disagio alla collettività dei comuni che hanno provveduto invece a consegnare gli impianti e con un maggior onere con punte pari anche al 25 per cento per gli utenti del servizio idrico". L'incarico legale, attribuito all'avvocato Salvatore Mazza, in pratica punta a mettere in mora sia l'Ato idrico di Agrigento che gli stessi organismi siciliani con competenza in materia idrica che non sono riusciti a dare esecuzione alle previsioni legislative ed ai loro effetti in materia di gestione delle acque. In prima battuta quindi l'incarico non ha nulla a che vedere con la "ripubblicizzazione" delle acque. Nella stessa delibera la giunta però da incarico al legale anche di valutare tutte le azioni da intraprendere in merito agli effetti prodotti dall' esternalizzazione del servizio idrico a privati che in Sicilia non ha raggiunto gli obiettivi fissati con un quasi generale conseguente ritorno al servizio idrico integrato ai Comuni".
Venerdì scorso però il consiglio comunale di Canicattì, dove il sindaco Corbo ha la maggioranza assoluta, ha votato per la consegna delle reti, impianti e fonti del consorzio Tre Sorgenti ali'Ato Idrico e a Girgenti Acque con cui l'ente non avrebbe alcun rapporto contrattuale specifico. (EG)

PROTEZIONE CIVILE. L'approvvigionamento chiesto dal sindaco a causa dello stop ai traghetti per il mare in tempesta «Un cargo di géneri di prima necessità per le Pelagie» LAMPEDUSA «L'iter per chiedere l'intervento di un cargo della Protezione civile, carico di generi alimentari di prima necessità, è stato già avviato. Aspetto però che mi venga comunicato dai titolari degli esercizi commerciali quali generi di prima necessità servono: quanti litri di latte, quanti quintali di farina. Certamente il cargo della Protezione civile non si sposterà soltanto latticini quali mozzarelle e yogurt». A parlare è il sindaco delle isole Pelagie, Giusy Nicolini. Lampedusa e Linosa sono da nove giorni irraggiungibili, a causa del mare in tempesta, dal traghetto di linea. Sulle isole, fra le altre cose, comincia a scarseggiare anche la benzina. Il che rischia di compromettere ulteriormente gli spostamenti degli abitanti. «Il carburante - ammette il sindaco Nicolini - è praticamente finito. Ed in questo caso, c'è un problema in più. La nave cisterna, che ci rifornisce di carburante, ha un guasto. Per un mese circa sarà ferma. Benzina e Gasolio dovranno pertanto arrivare con la nave di linea. Certamente non potrò chiedere che arrivino i carburanti al primo viaggio, proprio perché c'è necessità di generi alimentari di prima necessità. Ma almeno al secondo viaggio, certamente». Lampedusa e Linosa, ancora una volta, come spesso accade d'inverno, pagano - ed a caro prezzo - la condizione di insularità. «Vivere su un'isola - rammenta il sindaco - implica anche questo. E gli isolani si sono sempre attrezzati per fronteggiare i periodi di mancanza di collegamenti marittimi. Sopravviviamo, insomma". Sullo scalo alternativo di cala Pisana, prima che le polemiche degli isolani divengano infuocate, il capo dell'amministrazione di Lampedusa è Linosa spiega: «Lo scalo funziona. È stato collaudato e funziona alla perfezione, ma non è sempre un problema di attracco. A cala Pisana si può agevolmente attraccare, rispetto al molo commerciale di Cavallo Bianco, quando c'è Libeccio. Ma in questi giorni è il canale di Sicilia che è in tempesta. Non è quindi certamente un problema di attracco.

ENTI LOCALI. Manifestazione contro gli sprechi della "mala politica". Anche i commercianti hanno aderito, spegnendo le luci dei negozi. Su facebook la protesta si anima. IL CASO DELLE COMMISSIONI, CORTEO AD AGRIGENTO Troppe riunioni e una spesa eccessiva per pagare i gettoni dei consiglieri: la Guardia di finanza sequestra gli atti al Comune. Gridando "Ci avete rubato il futuro", «Vergogna», «Dimissioni» e «Chi non salta, consigliere è», Agrigento - oltre duemila, secondo la Questura, i partecipanti - è scesa in strada. Corteo di protesta, ieri sera, da Porta di Ponte, l'ingresso della via Atenea, fino a piazza Pirandello, dove si trova il Municipio, contro lo scandalo delle commissioni consiliari.
Sono state 1.133 le riunioni delle commissioni svoltesi, nel 2014, ad Agrigento, che ha 58 mila abitanti, con una spesa di circa 285 mila euro. A Biella, invece, che ha 45 mila abitanti, - secondo quanto è emerso dopo che anche la trasmissione televisiva «L'Arena» di Massimo Giletti ha puntato i riflettori nazionali sul caso Agrigento - sono state 23 le riunioni delle commissioni consiliari con una spesa di 6.865 euro. Stupiti ed indignati, gli agrigentini, con al collo i cartelli con la scritta «Noi siamo altro», hanno puntato l'indice contro la «mala politica». I commercianti della via Atenea, al passaggio dei manifestanti, unendosi simbolicamente al coro di sdegno, hanno spento le luci dei negozi. A metà del percorso, i partecipanti alla manifestazione si sono fermati ed hanno osservato un minuto di silenzio in segno di lutto «perché - hanno spiegato gli organizzatori - la città è morta». «Dopo la vergogna - avevano spiegato sempre gli organizzatori - un momento d'orgoglio. Tutto questo non è campagna elettorale, ma protesta popolare». «La sfida da domani - commentava qualcuno dei presenti - è incanalare la protesta in una proposta».
Sul caso sta anche indagando, e dallo scorso dicembre, la Procura della Repubblica. Ieri mattina, a Palazzo dei Giganti, sede del Comune, c'è stato un blitz della Guardia di Finanza. I militari, all'ufficio di Presidenza hanno acquisito i verbali di tutte le riunioni delle commissioni consiliari tenutesi lo scorso anno nonché gli atti dei pagamenti effettuati ai singoli consiglieri. Stessa documentazione è stata acquisita sulle sedute del Consiglio, in modo da incrociare la tempistica delle partecipazioni alle sedute. Il fascicolo di indagine - sugli emolumenti percepiti dai trenta consiglieri, componenti anche delle sei commissioni - è stato aperto dal dipartimento reati contro la Pubblica amministrazione, guidato dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, al quale si affiancano i sostituti procuratore Santo Fornasier ed Alessandro Macaluso. La Procura, a quanto pare, avrebbe puntato l'attenzione anche su rimborsi chilometrici per trasferte che in realtà i consiglieri non avrebbero compiuto. Un blitz quello di ieri mattina che non è passato inosservato neanche ai giornalisti della trasmissione televisiva «Ballarò», che erano ad Agrigento proprio per tornare ad occuparsi del «caso». E che ieri sera hanno seguito il dibattito, in piazza Pirandello, praticamente in diretta. Intanto, domani pomeriggio, il Consiglio tornerà a riunirsi: dovranno essere ratificate le dimissioni dei tre consiglieri che hanno dato forfait proprio a causa di questo scandalo e si dovrà procedere - tranne colpi di scena - alla surroga.
Dopo la marcia di ieri sera, però, alcuni cittadini - in rete, sui social network - hanno manifestato l'intenzione di occupare simbolicamente e pacificamente l'aula consiliare, impedendo di fatto i lavori dell'Assise. E' probabile, inoltre, che oggi, proprio per impedire il Consiglio, torni ad essere levato il grido che ieri sera ha concluso la marcia: «Onoratela, onoratela, è la mia città». (CR)

LA SICILIA
SCIACCA. Sogeir impianti potrebbe chiudere le sue strutture e paralizzare la raccolta dei rifiuti ALLE SOGLIE DELL'EMERGENZA.
SCIACCA — La società "Sogeir Impianti" non riesce a garantire i parametri di sicurezza imposti dalla legge e da oggi potrebbe chiudere tutti gli impianti al servizio dell'Ato Agi. Per sicurezza potrebbero chiudere la di- scarica Salinella-Saraceno, le isole ecologiche, l'impianto di compostaggio in località Santa Maria.
Il condizionale è d'obbligo, ma l'annuncio c'è stato e se verrà messo in atto oggi metterebbe in crisi tutto l'apparato di raccolta dei rifiuti dei 17 Comuni dell'Ato Agi. Senza discariche dove ammassare i rifiuti sarà difficile fare la raccolta, ma si sta tentando in extremis di convincere la società a proseguire ancora per qualche giorno il lavoro in attesa che nelle casse della Sogeir arrivino i soldi che i Comuni si sono impegnati a versare in occasione della riunione che si è svolta lunedì mattina in prefettura. Il momento è molto delicato e rischia di fare saltare in aria il meccanismo della raccolta dei rifiuti in tutta la fascia occidentale della nostra provincia, fino ad oggi immune da situazioni di grave crisi.
I lavoratori reclamano gli stipendi di dicembre e gennaio, i fornitori reclamano i crediti dei servizi resi, tra cui la gestione delle discariche, ma anche per il carburante, l'assistenza tecnica, i pezzi ricambi. Ed oggi nessuno intende fare più credito alla Sogeir, mentre il commissario straordinario utilizza le poche risorse disponibili per pagare i contributi ai lavoratori, ma non gli stipendi.
La riunione in prefettura si era conclusa con la sottoscrizione di un documento di assunzione di impegni. Ma non tutti i sindaci hanno firmato. Solo 9 su 17 dei Comuni che rappresentano l'Ato Ag i hanno apposto la firma dinanzi al prefetto, assumendosi l'impegno di saldare il 100 per cento debiti verso la Sogeir in liquidazione e la Sogeir Impianti con due rate, distanziate tra loro di 30 giorni.
Hanno sottoscritto l'accordo i Comuni di Caltabellotta, Santo Stefano Di Quisquina, Burgio, Lucca Sicula, Sambuca di Sicilia, Cianciana, Santa Margherita Belice, Alessandria della Rocca e Montevago, mentre non hanno firmato il documento Sciacca, Menfi, San Biagio Platani, Bivona, Cattolica Eraclea, Villafranca Sicula, Calamonaci e Ribera.
I Comuni che non hanno firmato non concordano con i tempi ristretti per saldare il debito. Ma dietro la porta ci sono i lavoratori che vorrebbero empi ancora più ridotti rispetto ai trenta giorn i e sono pronti a due giornate di sciopero.
GIUSEPPE RECCA

GLI AGRIGENTINI MANIFESTANO PER DELEGITTIMARE I CONSIGLIERI
Il nome della marcia era "#Agrigentomanifesta", e alla fine Agrigento ha manifestato.
Ben oltre un migliaio di persone hanno marciato ieri sera in centro città contro il Consiglio comunale dopo lo scandalo suscitato dalla ribalta nazionale dell'esorbitante numero di commissioni consiliari svolte da Aula "Sollano". Tutti uniti, senza stendardi di partito nè bandiere di sorta, a chiedere con una sola voce le dimissioni immediate di tutti i consiglieri comunali e, soprattutto, una nuova pagina politica per la città. Il corteo è partito da Porta di Ponte e si è allungato attraversando la via Atenea dove molti commercianti hanno deciso di aderire alla protesta chiudendo i negozi ed esibendo dei cartelli oppure rimanendo aperti ma tenendo le luci spente. Gesti che non si vedevano in città oggettivamente da anni e che dimostrano con chiarezza il pesantissimo malcontento che serpeggia tra la gente. Malcontento che emergeva anche dagli slogan urlati dai manifestanti (si va dai classici "chi non salta consigliere è" al semplice e perentorio "ladri") e dai cartelli, numerosissimi, che anche con un po' di goliardia hanno bersagliato la politica cittadina. Assenti, ovviamente, esponenti di partito e amministratori in carica, con contestazioni anche nei confronti dell'ex consigliere comunale Giuseppe Arnone (presente lungo il corteo), che pure, negli anni passati, aveva denunciato alcune prassi perseguite dalla consiliatura dell'epoca. Unico momento di tensione, poco dopo aver superato piazza Purgatorio, è stato il botto provocato da un petardo o una bomba carta scagliato non si sa bene da chi senza però provocare fortunatamente feriti.
Il corteo, attraversata la "via maestra" si è raccolto in piazza Pirandello, dove si è poi "spacchettato", con cittadini che si sono raccolti intorno alle telecamere di una tv nazionale, presente per l'occasione, e altri che hanno invece dato vita ad un comizio improvvisato sotto la chiesa di San Domenico.
Adesso la "palla" passa ai consiglieri comunali: dimettersi, adesso, è un obbligo.
GIOACCHNO SCHICCHI

RIBERA
"Fuori dall'Ato Idrico" Convocati per il 19 i Consigli comunali.
RIBERA. I sindaci di una ventina di comuni agrigentini, che negli anni scorsi hanno consegnato le reti idriche e fognarie alla società Girgenti Acque per l'attivazione del servizio, hanno individuato una data comune nella quale si svolgeranno, in ogni paese interessato, le riunioni del consigli comunali che dovranno sancire la fuoriuscita dall'Ato idrico agrigentino, che di fatto non c'è più in quanto da tempo è retto da un commissario nominato dal presidente della Regione Siciliana, e la dismissione del servizio di distribuzione idrica effettuato dalla società agrigentina.
Il 19 febbraio prossimo, giovedì, alle ore 18, i civici consessi saranno convocati dai rispettivi presidenti per approvare la delibera proposta dalle amministrazioni comunali finalizzata come atto di indirizzo politico-amministrativo di iniziative per procedere a riacquisire la disponibilità degli impianti idrici e fognanti affidati in concessione d'uso a Girgenti Acque e a provvedere di conseguenza alla gestione diretta del servizio da parte dei comuni interessati.
Alla riunione di ieri mattina, presso la sala dei sindaci del palazzo comunale di Ribera, erano presenti sindaci, amministratori comunali di una ventina di comuni agrigentini che hanno vagliato diverse proposte e in particolare due schemi di deliberazioni redatte dalle amministrazioni comunali di Sciacca e di Casteltermini. Hanno partecipato all'ennesimo vertice i primi cittadini, assessori, presidenti dei civici consessi e consiglieri di Ribera, Sciacca, Calamonaci, Lucca Sicula, Villafranca Sicula, Racalmuto, Casteltermini, Montevago, Realmonte, Grotte, Canicattì, Castrofilippo, Caltabellotta, Sambuca di Sicilia.
La riunione, che si è protratta per circa tre ore, ha fatto registrare un ampio dibattito, alla fine del quale è stato trovato un accordo sulle proposte che saranno inserite nell'ordine del giorno che sarà portato all'approvazione dei consigli comunali. Sul banco degli imputati è stata posta subito la Regione Siciliana per l'assenza totale di interventi di natura amministrativa e di carattere normativo diretti a risolvere in maniera uniforme ed equa, la questione della gestione dei servizi idrici in provincia di Agrigento, determinando l'illegittimità del consorzio d'ambito.
Le delibere dovranno contenere, a 60 giorni dall'approvazione dell'atto deliberativo, l'avvio delle attività amministrative e/o giudiziarie per consentire la gestione diretta del servizio idrico e fognante da parte degli enti locali, accertare l'illegittimità dell'esistenza del consorzio d'ambito e di richiedere al commissario regionale dell'Ato Idrico della provincia di Agrigento di avviare azione per addivenire allo scioglimento del rapporto con Girgenti Acque per inadempienze contrattuali e irregolarità condivise da numerose amministrazioni comunali.
ENZO MINIO

IL MARCHIO D'AREA lanciato ieri mattina al Teatro Pirandello è una linea guida per il potenziamento del settore
TURISMO BASATO SULLE PECULIARITÀ DEL TERRITORIO.
Il Teatro Pirandello di Agrigento ha ospitato stamani, dj fronte ad un pubblico molto numeroso, la manifestazione di lancio del Marchio d'Area "Agrigento, Terra di Storia, Natura ed Enogastronomia", un importante progetto finanziato nell'ambito del Po Fesr 2007/2013 e destinato ai prodotti turistici basati sulla valorizzazione dell'ambiente e delle sue peculiarità.
Alla manifestazione sono intervenuti il Prefetto Nicola Diomede, il Vicepresidente della Regione Siciliana Mariella Lo Bello, il Commissario Straordinario al Comune dì Agrigento Luciana Giammanco, il vice presidente della Camera di Commercio Alessio Lattuca, il direttore dei Settore Turismo della Provincia di Agrigento (oggi Libero Consorzio Comunale) Achille Contino, e l'amministratore unico di ADA-Comunicazione Rosalia d'Alì, nonché vari sindaci dei comuni agrigentini, i presidenti dei distretti turistici, compreso l'on. Giovanni Panepinto, la Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali Caterina Greco e i rappresentanti del comitato di coordinamento dei marchi d'area.
Si è trattato di un momento di confronto e di riflessione sul turismo, risorsa in grado di risollevare l'economia del territorio e soprattutto, come evidenziato dagli interventi, di far guadagnare una vera e duratura opportunità di lavoro e di crescita alle nuove generazioni, che rischiano di abbandonare per sempre la Sicilia in cerca di lavoro, arricchendo altri territori di nuove e motivate professionalità.
Il Marchio d'Area proposto è una vera e propria linea guida per il potenziamento del sistema turistico locale, inteso come rete e non come singola proposta. E' un progetto nato dall'impegno del Settore Turismo e dei Servizio Politiche Comunitarie, grazie ai quale la Provincia di Agrigento, oggi Libero Consorzio, ha ottenuto un finanziamento finalizzato alla creazione di una vera offerta turistica integrata. In una crisi economica che dura ormai da anni ecco, dunque, un vero progetto peri! turismo, in un territorio dalle enormi risorse naturali. Un progetto fondato su un marchio di qualità che riassume tutte le caratterizzazioni del territorio (non a caso definito "Agrigento, Terra di Storia, Natura ed Enogastronomia") con l'obiettivo di raggiungere e ai tempo stesso esaltare il connubio tra risorse naturali, risorse culturali, prodotti eno-gastronomici e prodotti artigianali.
Molto apprezzate, alla fine della manifestazione, le degustazioni di vari prodotti dei percorsi del gusto delle eccellenze, in collaborazione con l'istituto Alberghiero "Ambrosini" di Favara, le Associazioni "Slow Food" e "Italiana Sommelier", la Soat della provincia e l'istituto regionale Vino e Olio.

Agrigentonotizie

"AGRIGENTO MANIFESTA" IN PIAZZA: CORTEO CONTRO LA "MALA POLITICA"
La città in piazza manifesta in corteo il proprio dissenso. Dopo il "caso Commissioni", balzato "agli onori" delle cronache nazionali a seguito dei servizi di "Ballarò" e de "L'Arena", gli agrigentini scendono in piazza per dire "no" anche alla situazione in cui versa la Città dei templi
Dopo il "caso Commissioni", balzato "agli onori" delle cronache nazionali a seguito dei servizi di "Ballarò" e de "L'Arena", gli agrigentini scendono in piazza per manifestare il loro dissenso non solo verso la questione in sè ma anche, e soprattutto, contro la situazione in cui versa la Città dei templi.
Ore 23.31 - Si è appena concluso il collegamento in diretta tra lo studio di "Ballarò" e la piazza Pirandello di Agrigento. Tra gli applausi della folla presente, alcuni agrigentini sono intervenuti raccontando i problemi e i disagi che si vivono in città.
Ore 21.20 - Concluso il primo collegamento in diretta con "Ballarò". I manifestanti, soprattutto giovani, adesso, ai piedi della chiesa di San Domenico, stanno discutendo sui problemi che attanagliano la città.
Ore 21.05 - Inizia il primo collegamento con "Ballarò". Ad Agrigento condurrà il giornalista Alessio Lasta, autore del servizio che ha alzato il polverone sul "caso Commissioni".
Ore 20.45 - Attimi di tensione in piazza Pirandello. La gente urla contro Giuseppe Arnone che continua ad esporre un cartello nonostante gli insulti della folla.
Ore 20.36 - Il corteo è arrivato in piazza Pirandello, dove ha sede il Municipio. Più di mille persone stanno riempiendo la piazza urlando "Dimissioni, vergogna!". Ad attendere la manifestazione ci sono le telecamere di Ballarò (Rai3) che alle 21 inizierà il collegamento in diretta.
Ore 20.26 - Una bomba carta è stata fatta esplodere nei pressi di piazza Purgatorio.
Ore 20.24 - Il corteo è giunto quasi in piazza Gallo, nei pressi della caserma della Guardia di Finanza. Proprio qui hanno preso parte alla manifestazione anche i lavoratori della Sanità agrigentina a cui l'Asp di Agrigento non ha rinnovato il contratto.
Ore 20.00 - I manifestanti stanno urlando cori contro l'ex consigliere comunale Giuseppe Arnone che ha improvvisamente preso parte alla manifestazione. La gente: "Vergogna! Vai via"
Ore 19.59 - La manifestazione si è fermata a metà via Atenea per osservare un minuto di silenzio in segno di lutto "perché - spiegano gli organizzatori - la città è morta".
Ore 19.46 - Secondo una prima stima, è possibile ci siano anche più di mille persone. Il corteo intanto continua tra cartelloni e cori da stadio, come "Chi non salta consigliere è" o "Ci avete rubato il futuro". Intanto i negozianti continuano a spegnere le luci e ad unirsi alla protesta.
Ore 19.43 - Il corteo è giunto quasi all'altezza della scalinata per piazza San Francesco e la coda della gente in protesta sfiora ancora Porta di Ponte. Ormai il corteo conta almeno mille partecipanti.
Ore 19.40 - Al passaggio del corteo, i commercianti della via Atenea hanno spento le luci dei negozi per unirsi alla protesta.
Ore 19.36 - Il corteo è partito. Secondo la Questura sono almeno 500 gli agrigentini che hanno avviato la marcia per la via Atenea con cori come: "Dimissioni", "Vergogna" e "Tutti fuori dal Comune".
Ore 19.20 - A Porta di Ponte si sono già radunate più di 300 persone. Striscioni, cartelloni e megafoni pronti per la partenza.

TURISMO, "MARCHIO D'AREA": MANIFESTAZIONE DI LANCIO
Il teatro "Pirandello" di Agrigento ha ospitato l'evento per il progetto finanziato con il Po Fesr 2007/2013 e destinato ai prodotti turistici basati sulla valorizzazione dell'ambiente e delle sue peculiarità.

Il teatro "Pirandello" di Agrigento ha ospitato stamani la manifestazione di lancio del marchio d'area "Agrigento, Terra di Storia, Natura ed Enogastronomia", un progetto finanziato con il Po Fesr 2007/2013 e destinato ai prodotti turistici basati sulla valorizzazione dell'ambiente e delle sue peculiarità.
Alla manifestazione sono intervenuti il prefetto Nicola Diomede, il vicepresidente della Regione siciliana Mariella Lo Bello, il commissario straordinario al Comune di Agrigento Luciana Giammanco, il vice presidente della Camera di commercio Alessio Lattuca, il direttore del settore Turismo della Provincia di Agrigento (oggi Libero Consorzio Comunale) Achille Contino, e l'amministratore unico di Ada-Comunicazione Rosalia d'Alì, nonché vari sindaci dei comuni agrigentini, i presidenti dei distretti turistici, compreso il deputato del Pd Giovanni Panepinto, la soprintendente ai Beni culturali e ambientali Caterina Greco e i rappresentanti del comitato di coordinamento dei marchi d'area.
"Si è trattato - si legge in una nota - di un momento di confronto e di riflessione sul turismo, risorsa in grado di risollevare l'economia del territorio e soprattutto, come evidenziato dagli interventi, di far guadagnare una vera e duratura opportunità di lavoro e di crescita alle nuove generazioni, che rischiano di abbandonare per sempre la Sicilia in cerca di lavoro, arricchendo altri territori di nuove e motivate professionalità.
Il marchio d'area proposto è una vera e propria linea guida per il potenziamento del sistema turistico locale, inteso come rete e non come singola proposta. E' un progetto che ha ottenuto un finanziamento finalizzato alla creazione di una vera offerta turistica integrata che riassume tutte le caratterizzazioni del territorio.
Molto apprezzate, alla fine della manifestazione, le degustazioni di vari prodotti dei percorsi del gusto delle eccellenze, in collaborazione con l'Istituto alberghiero "Ambrosini" di Favara, le associazioni "Slow Food" e "Italiana Sommelier", la Soat della provincia e l'Istituto regionale Vino e Olio".

CASO COMMISSIONI CONSILIARI, LA GUARDIA DI FINANZA IN COMUNE
Gli inquirenti, guidati dal procuratore capo Renato Di Natale e dall'aggiunto Ignazio Fonzo, che hanno già aperto un'inchiesta, vogliono vederci chiaro. Soprattutto dopo aver sentito le dichiarazioni rese da alcuni consiglieri comunali che hanno raccontato alcuni lati oscuri della vicenda.
La Guardia di finanza si è recata al Comune di Agrigento per acquisire e sequestrare gli atti riguardanti le Commissioni consiliari finiti recentemente alla ribalta della cronaca nazionale grazie anche a trasmissioni televisive come Ballarò e l'Arena.
La vicenda riguarda il caso delle 1133 riunioni di Commissioni consiliari convocate dal gennaio al dicembre 2014 dai consiglieri comunali di Agrigento. A pubblicare i documenti sul "caso" è Marcello La Scala, commerciante agrigentino e componente del Meetup 5 stelle "Valle dei Templi".
Gli inquirenti, guidati dal procuratore capo Renato Di Natale e dall'aggiunto Ignazio Fonzo, che hanno già aperto un'inchiesta, vogliono vederci chiaro. Soprattutto dopo aver sentito le dichiarazioni rese da alcuni consiglieri comunali che hanno raccontato alcuni lati oscuri della vicenda. Come le partecipazioni in contemporanea a riunioni di Commissione e Consiglio comunale (cosa non consentita dalla legge) o il "tacito accordo" secondo cui si sarebbero convocate sempre più riunioni per raggiungere il tetto massimo di guadagno.



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