GIORNALE DI SICILIA
GIUNTA. Il mandato per il mancato
rispetto dei criteri previsti dal servizio idrico dopo la consegna
degli impianti
Acqua, la «battaglia» contro l'Ato
Il Comune affida un incarico legale
La giunta municipale guidata dal
sindaco Vincenzo Corbo ha dato mandato ad un legale di adire le vie
legali nei confronti dell'Ato idrico di Agrigento e di tutti quegli
organi regionali competenti. Non si tratta di un semplice incarico
per una vertenza su un'errata impostazione della rendicontazione o
dei rapporti eventuali con l'ente locale ma "degli effetti
seguiti alla mancata realizzazione di quanto previsto nel momento di
costituzione dell'Ato idrico e soprattutto sulla scorta che non
tutti i comuni consorziati hanno ancora consegnato gli impianti con -
si legge nella delibera di incarico della giunta - la creazione di
una situazione anomala che ha arrecato un notevole disagio alla
collettività dei comuni che hanno provveduto invece a consegnare gli
impianti e con un maggior onere con punte pari anche al 25 per cento
per gli utenti del servizio idrico". L'incarico legale,
attribuito all'avvocato Salvatore Mazza, in pratica punta a mettere
in mora sia l'Ato idrico di Agrigento che gli stessi organismi
siciliani con competenza in materia idrica che non sono riusciti a
dare esecuzione alle previsioni legislative ed ai loro effetti in
materia di gestione delle acque. In prima battuta quindi l'incarico
non ha nulla a che vedere con la "ripubblicizzazione" delle
acque. Nella stessa delibera la giunta però da incarico al legale
anche di valutare tutte le azioni da intraprendere in merito agli
effetti prodotti dall' esternalizzazione del servizio idrico a
privati che in Sicilia non ha raggiunto gli obiettivi fissati con un
quasi generale conseguente ritorno al servizio idrico integrato ai
Comuni".
Venerdì scorso però il consiglio
comunale di Canicattì, dove il sindaco Corbo ha la maggioranza
assoluta, ha votato per la consegna delle reti, impianti e fonti del
consorzio Tre Sorgenti ali'Ato Idrico e a Girgenti Acque con cui
l'ente non avrebbe alcun rapporto contrattuale specifico. (EG)
PROTEZIONE CIVILE.
L'approvvigionamento chiesto dal sindaco a causa dello stop ai
traghetti per il mare in tempesta
«Un cargo di géneri di prima
necessità per le Pelagie»
LAMPEDUSA
«L'iter per chiedere l'intervento
di un cargo della Protezione civile, carico di generi alimentari di
prima necessità, è stato già avviato. Aspetto però che mi venga
comunicato dai titolari degli esercizi commerciali quali generi di
prima necessità servono: quanti litri di latte, quanti quintali di
farina. Certamente il cargo della Protezione civile non si sposterà
soltanto latticini quali mozzarelle e yogurt». A parlare è il
sindaco delle isole Pelagie, Giusy Nicolini. Lampedusa e Linosa sono
da nove giorni irraggiungibili, a causa del mare in tempesta, dal
traghetto di linea. Sulle isole, fra le altre cose, comincia a
scarseggiare anche la benzina. Il che rischia di compromettere
ulteriormente gli spostamenti degli abitanti. «Il carburante -
ammette il sindaco Nicolini - è praticamente finito. Ed in questo
caso, c'è un problema in più. La nave cisterna, che ci rifornisce
di carburante, ha un guasto. Per un mese circa sarà ferma. Benzina e
Gasolio dovranno pertanto arrivare con la nave di linea. Certamente
non potrò chiedere che arrivino i carburanti al primo viaggio,
proprio perché c'è necessità di generi alimentari di prima
necessità. Ma almeno al secondo viaggio, certamente». Lampedusa e
Linosa, ancora una volta, come spesso accade d'inverno, pagano - ed
a caro prezzo - la condizione di insularità. «Vivere su un'isola
- rammenta il sindaco - implica anche questo. E gli isolani si sono
sempre attrezzati per fronteggiare i periodi di mancanza di
collegamenti marittimi. Sopravviviamo, insomma". Sullo scalo
alternativo di cala Pisana, prima che le polemiche degli isolani
divengano infuocate, il capo dell'amministrazione di Lampedusa è
Linosa spiega: «Lo scalo funziona. È stato collaudato e funziona
alla perfezione, ma non è sempre un problema di attracco. A cala
Pisana si può agevolmente attraccare, rispetto al molo commerciale
di Cavallo Bianco, quando c'è Libeccio. Ma in questi giorni è il
canale di Sicilia che è in tempesta. Non è quindi certamente un
problema di attracco.
ENTI LOCALI. Manifestazione contro
gli sprechi della "mala politica". Anche i commercianti hanno
aderito, spegnendo le luci dei negozi. Su facebook la protesta si
anima.
IL CASO DELLE COMMISSIONI, CORTEO AD
AGRIGENTO
Troppe riunioni e una spesa
eccessiva per pagare i gettoni dei consiglieri: la Guardia di finanza
sequestra gli atti al Comune.
Gridando "Ci avete rubato il futuro",
«Vergogna», «Dimissioni» e «Chi non salta, consigliere è»,
Agrigento - oltre duemila, secondo la Questura, i partecipanti - è
scesa in strada. Corteo di protesta, ieri sera, da Porta di Ponte,
l'ingresso della via Atenea, fino a piazza Pirandello, dove si
trova il Municipio, contro lo scandalo delle commissioni consiliari.
Sono state 1.133 le riunioni delle
commissioni svoltesi, nel 2014, ad Agrigento, che ha 58 mila
abitanti, con una spesa di circa 285 mila euro. A Biella, invece, che
ha 45 mila abitanti, - secondo quanto è emerso dopo che anche la
trasmissione televisiva «L'Arena» di Massimo Giletti ha puntato i
riflettori nazionali sul caso Agrigento - sono state 23 le riunioni
delle commissioni consiliari con una spesa di 6.865 euro. Stupiti ed
indignati, gli agrigentini, con al collo i cartelli con la scritta
«Noi siamo altro», hanno puntato l'indice contro la «mala
politica». I commercianti della via Atenea, al passaggio dei
manifestanti, unendosi simbolicamente al coro di sdegno, hanno spento
le luci dei negozi. A metà del percorso, i partecipanti alla
manifestazione si sono fermati ed hanno osservato un minuto di
silenzio in segno di lutto «perché - hanno spiegato gli
organizzatori - la città è morta». «Dopo la vergogna - avevano
spiegato sempre gli organizzatori - un momento d'orgoglio. Tutto
questo non è campagna elettorale, ma protesta popolare». «La sfida
da domani - commentava qualcuno dei presenti - è incanalare la
protesta in una proposta».
Sul caso sta anche indagando, e dallo
scorso dicembre, la Procura della Repubblica. Ieri mattina, a Palazzo
dei Giganti, sede del Comune, c'è stato un blitz della Guardia di
Finanza. I militari, all'ufficio di Presidenza hanno acquisito i
verbali di tutte le riunioni delle commissioni consiliari tenutesi lo
scorso anno nonché gli atti dei pagamenti effettuati ai singoli
consiglieri. Stessa documentazione è stata acquisita sulle sedute
del Consiglio, in modo da incrociare la tempistica delle
partecipazioni alle sedute. Il fascicolo di indagine - sugli
emolumenti percepiti dai trenta consiglieri, componenti anche delle
sei commissioni - è stato aperto dal dipartimento reati contro la
Pubblica amministrazione, guidato dal procuratore aggiunto Ignazio
Fonzo, al quale si affiancano i sostituti procuratore Santo Fornasier
ed Alessandro Macaluso. La Procura, a quanto pare, avrebbe puntato
l'attenzione anche su rimborsi chilometrici per trasferte che in
realtà i consiglieri non avrebbero compiuto. Un blitz quello di ieri
mattina che non è passato inosservato neanche ai giornalisti della
trasmissione televisiva «Ballarò», che erano ad Agrigento proprio
per tornare ad occuparsi del «caso». E che ieri sera hanno seguito
il dibattito, in piazza Pirandello, praticamente in diretta. Intanto,
domani pomeriggio, il Consiglio tornerà a riunirsi: dovranno essere
ratificate le dimissioni dei tre consiglieri che hanno dato forfait
proprio a causa di questo scandalo e si dovrà procedere - tranne
colpi di scena - alla surroga.
Dopo la marcia di ieri sera, però,
alcuni cittadini - in rete, sui social network - hanno manifestato
l'intenzione di occupare simbolicamente e pacificamente l'aula
consiliare, impedendo di fatto i lavori dell'Assise. E'
probabile, inoltre, che oggi, proprio per impedire il Consiglio,
torni ad essere levato il grido che ieri sera ha concluso la marcia:
«Onoratela, onoratela, è la mia città». (CR)
LA SICILIA
SCIACCA. Sogeir impianti potrebbe
chiudere le sue strutture e paralizzare la raccolta dei rifiuti
ALLE SOGLIE DELL'EMERGENZA.
SCIACCA — La società "Sogeir
Impianti" non riesce a garantire i parametri di sicurezza imposti
dalla legge e da oggi potrebbe chiudere tutti gli impianti al
servizio dell'Ato Agi. Per sicurezza potrebbero chiudere la di-
scarica Salinella-Saraceno, le isole ecologiche, l'impianto di
compostaggio in località Santa Maria.
Il condizionale è d'obbligo, ma
l'annuncio c'è stato e se verrà messo in atto oggi metterebbe
in crisi tutto l'apparato di raccolta dei rifiuti dei 17 Comuni
dell'Ato Agi. Senza discariche dove ammassare i rifiuti sarà
difficile fare la raccolta, ma si sta tentando in extremis di
convincere la società a proseguire ancora per qualche giorno il
lavoro in attesa che nelle casse della Sogeir arrivino i soldi che i
Comuni si sono impegnati a versare in occasione della riunione che si
è svolta lunedì mattina in prefettura. Il momento è molto delicato
e rischia di fare saltare in aria il meccanismo della raccolta dei
rifiuti in tutta la fascia occidentale della nostra provincia, fino
ad oggi immune da situazioni di grave crisi.
I lavoratori reclamano gli stipendi di
dicembre e gennaio, i fornitori reclamano i crediti dei servizi resi,
tra cui la gestione delle discariche, ma anche per il carburante,
l'assistenza tecnica, i pezzi ricambi. Ed oggi nessuno intende fare
più credito alla Sogeir, mentre il commissario straordinario
utilizza le poche risorse disponibili per pagare i contributi ai
lavoratori, ma non gli stipendi.
La riunione in prefettura si era
conclusa con la sottoscrizione di un documento di assunzione di
impegni. Ma non tutti i sindaci hanno firmato. Solo 9 su 17 dei
Comuni che rappresentano l'Ato Ag i hanno apposto la firma dinanzi
al prefetto, assumendosi l'impegno di saldare il 100 per cento
debiti verso la Sogeir in liquidazione e la Sogeir Impianti con due
rate, distanziate tra loro di 30 giorni.
Hanno sottoscritto l'accordo i Comuni
di Caltabellotta, Santo Stefano Di Quisquina, Burgio, Lucca Sicula,
Sambuca di Sicilia, Cianciana, Santa Margherita Belice, Alessandria
della Rocca e Montevago, mentre non hanno firmato il documento
Sciacca, Menfi, San Biagio Platani, Bivona, Cattolica Eraclea,
Villafranca Sicula, Calamonaci e Ribera.
I Comuni che non hanno firmato non
concordano con i tempi ristretti per saldare il debito. Ma dietro la
porta ci sono i lavoratori che vorrebbero empi ancora più ridotti
rispetto ai trenta giorn i e sono pronti a due giornate di sciopero.
GIUSEPPE RECCA
GLI AGRIGENTINI MANIFESTANO PER
DELEGITTIMARE I CONSIGLIERI
Il nome della marcia era
"#Agrigentomanifesta", e alla fine Agrigento ha manifestato.
Ben oltre un migliaio di persone hanno
marciato ieri sera in centro città contro il Consiglio comunale dopo
lo scandalo suscitato dalla ribalta nazionale dell'esorbitante
numero di commissioni consiliari svolte da Aula "Sollano". Tutti
uniti, senza stendardi di partito nè bandiere di sorta, a chiedere
con una sola voce le dimissioni immediate di tutti i consiglieri
comunali e, soprattutto, una nuova pagina politica per la città. Il
corteo è partito da Porta di Ponte e si è allungato attraversando
la via Atenea dove molti commercianti hanno deciso di aderire alla
protesta chiudendo i negozi ed esibendo dei cartelli oppure rimanendo
aperti ma tenendo le luci spente. Gesti che non si vedevano in città
oggettivamente da anni e che dimostrano con chiarezza il pesantissimo
malcontento che serpeggia tra la gente. Malcontento che emergeva
anche dagli slogan urlati dai manifestanti (si va dai classici "chi
non salta consigliere è" al semplice e perentorio "ladri") e
dai cartelli, numerosissimi, che anche con un po' di goliardia
hanno bersagliato la politica cittadina. Assenti, ovviamente,
esponenti di partito e amministratori in carica, con contestazioni
anche nei confronti dell'ex consigliere comunale Giuseppe Arnone
(presente lungo il corteo), che pure, negli anni passati, aveva
denunciato alcune prassi perseguite dalla consiliatura dell'epoca.
Unico momento di tensione, poco dopo aver superato piazza Purgatorio,
è stato il botto provocato da un petardo o una bomba carta scagliato
non si sa bene da chi senza però provocare fortunatamente feriti.
Il corteo, attraversata la "via
maestra" si è raccolto in piazza Pirandello, dove si è poi
"spacchettato", con cittadini che si sono raccolti intorno alle
telecamere di una tv nazionale, presente per l'occasione, e altri
che hanno invece dato vita ad un comizio improvvisato sotto la chiesa
di San Domenico.
Adesso la "palla" passa ai
consiglieri comunali: dimettersi, adesso, è un obbligo.
GIOACCHNO SCHICCHI
RIBERA
"Fuori dall'Ato Idrico"
Convocati per il 19 i Consigli comunali.
RIBERA. I sindaci di una ventina di
comuni agrigentini, che negli anni scorsi hanno consegnato le reti
idriche e fognarie alla società Girgenti Acque per l'attivazione
del servizio, hanno individuato una data comune nella quale si
svolgeranno, in ogni paese interessato, le riunioni del consigli
comunali che dovranno sancire la fuoriuscita dall'Ato idrico
agrigentino, che di fatto non c'è più in quanto da tempo è retto
da un commissario nominato dal presidente della Regione Siciliana, e
la dismissione del servizio di distribuzione idrica effettuato dalla
società agrigentina.
Il 19 febbraio prossimo, giovedì, alle
ore 18, i civici consessi saranno convocati dai rispettivi presidenti
per approvare la delibera proposta dalle amministrazioni comunali
finalizzata come atto di indirizzo politico-amministrativo di
iniziative per procedere a riacquisire la disponibilità degli
impianti idrici e fognanti affidati in concessione d'uso a Girgenti
Acque e a provvedere di conseguenza alla gestione diretta del
servizio da parte dei comuni interessati.
Alla riunione di ieri mattina, presso
la sala dei sindaci del palazzo comunale di Ribera, erano presenti
sindaci, amministratori comunali di una ventina di comuni agrigentini
che hanno vagliato diverse proposte e in particolare due schemi di
deliberazioni redatte dalle amministrazioni comunali di Sciacca e di
Casteltermini. Hanno partecipato all'ennesimo vertice i primi
cittadini, assessori, presidenti dei civici consessi e consiglieri di
Ribera, Sciacca, Calamonaci, Lucca Sicula, Villafranca Sicula,
Racalmuto, Casteltermini, Montevago, Realmonte, Grotte, Canicattì,
Castrofilippo, Caltabellotta, Sambuca di Sicilia.
La riunione, che si è protratta per
circa tre ore, ha fatto registrare un ampio dibattito, alla fine del
quale è stato trovato un accordo sulle proposte che saranno inserite
nell'ordine del giorno che sarà portato all'approvazione dei
consigli comunali. Sul banco degli imputati è stata posta subito la
Regione Siciliana per l'assenza totale di interventi di natura
amministrativa e di carattere normativo diretti a risolvere in
maniera uniforme ed equa, la questione della gestione dei servizi
idrici in provincia di Agrigento, determinando l'illegittimità del
consorzio d'ambito.
Le delibere dovranno contenere, a 60
giorni dall'approvazione dell'atto deliberativo, l'avvio delle
attività amministrative e/o giudiziarie per consentire la gestione
diretta del servizio idrico e fognante da parte degli enti locali,
accertare l'illegittimità dell'esistenza del consorzio d'ambito
e di richiedere al commissario regionale dell'Ato Idrico della
provincia di Agrigento di avviare azione per addivenire allo
scioglimento del rapporto con Girgenti Acque per inadempienze
contrattuali e irregolarità condivise da numerose amministrazioni
comunali.
ENZO MINIO
IL MARCHIO D'AREA lanciato ieri
mattina al Teatro Pirandello è una linea guida per il potenziamento
del settore
TURISMO BASATO SULLE PECULIARITÀ
DEL TERRITORIO.
Il Teatro Pirandello di Agrigento ha
ospitato stamani, dj fronte ad un pubblico molto numeroso, la
manifestazione di lancio del Marchio d'Area "Agrigento, Terra di
Storia, Natura ed Enogastronomia", un importante progetto
finanziato nell'ambito del Po Fesr 2007/2013 e destinato ai
prodotti turistici basati sulla valorizzazione dell'ambiente e
delle sue peculiarità.
Alla manifestazione sono intervenuti il
Prefetto Nicola Diomede, il Vicepresidente della Regione Siciliana
Mariella Lo Bello, il Commissario Straordinario al Comune dì
Agrigento Luciana Giammanco, il vice presidente della Camera di
Commercio Alessio Lattuca, il direttore dei Settore Turismo della
Provincia di Agrigento (oggi Libero Consorzio Comunale) Achille
Contino, e l'amministratore unico di ADA-Comunicazione Rosalia
d'Alì, nonché vari sindaci dei comuni agrigentini, i presidenti
dei distretti turistici, compreso l'on. Giovanni Panepinto, la
Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali Caterina Greco e i
rappresentanti del comitato di coordinamento dei marchi d'area.
Si è trattato di un momento di
confronto e di riflessione sul turismo, risorsa in grado di
risollevare l'economia del territorio e soprattutto, come
evidenziato dagli interventi, di far guadagnare una vera e duratura
opportunità di lavoro e di crescita alle nuove generazioni, che
rischiano di abbandonare per sempre la Sicilia in cerca di lavoro,
arricchendo altri territori di nuove e motivate professionalità.
Il Marchio d'Area proposto è una
vera e propria linea guida per il potenziamento del sistema turistico
locale, inteso come rete e non come singola proposta. E' un
progetto nato dall'impegno del Settore Turismo e dei Servizio
Politiche Comunitarie, grazie ai quale la Provincia di Agrigento,
oggi Libero Consorzio, ha ottenuto un finanziamento finalizzato alla
creazione di una vera offerta turistica integrata. In una crisi
economica che dura ormai da anni ecco, dunque, un vero progetto peri!
turismo, in un territorio dalle enormi risorse naturali. Un progetto
fondato su un marchio di qualità che riassume tutte le
caratterizzazioni del territorio (non a caso definito "Agrigento,
Terra di Storia, Natura ed Enogastronomia") con l'obiettivo di
raggiungere e ai tempo stesso esaltare il connubio tra risorse
naturali, risorse culturali, prodotti eno-gastronomici e prodotti
artigianali.
Molto apprezzate, alla fine della
manifestazione, le degustazioni di vari prodotti dei percorsi del
gusto delle eccellenze, in collaborazione con l'istituto
Alberghiero "Ambrosini" di Favara, le Associazioni "Slow Food"
e "Italiana Sommelier", la Soat della provincia e l'istituto
regionale Vino e Olio.
Agrigentonotizie
"AGRIGENTO MANIFESTA" IN
PIAZZA: CORTEO CONTRO LA "MALA POLITICA"
La città in piazza manifesta in
corteo il proprio dissenso. Dopo il "caso Commissioni",
balzato "agli onori" delle cronache nazionali a seguito dei
servizi di "Ballarò" e de "L'Arena", gli
agrigentini scendono in piazza per dire "no" anche alla
situazione in cui versa la Città dei templi
Dopo il "caso Commissioni",
balzato "agli onori" delle cronache nazionali a seguito dei
servizi di "Ballarò" e de "L'Arena", gli
agrigentini scendono in piazza per manifestare il loro dissenso non
solo verso la questione in sè ma anche, e soprattutto, contro la
situazione in cui versa la Città dei templi.
Ore 23.31 - Si è appena concluso il
collegamento in diretta tra lo studio di "Ballarò" e la
piazza Pirandello di Agrigento. Tra gli applausi della folla
presente, alcuni agrigentini sono intervenuti raccontando i problemi
e i disagi che si vivono in città.
Ore 21.20 - Concluso il primo
collegamento in diretta con "Ballarò". I manifestanti,
soprattutto giovani, adesso, ai piedi della chiesa di San Domenico,
stanno discutendo sui problemi che attanagliano la città.
Ore 21.05 - Inizia il primo
collegamento con "Ballarò". Ad Agrigento condurrà il
giornalista Alessio Lasta, autore del servizio che ha alzato il
polverone sul "caso Commissioni".
Ore 20.45 - Attimi di tensione in
piazza Pirandello. La gente urla contro Giuseppe Arnone che continua
ad esporre un cartello nonostante gli insulti della folla.
Ore 20.36 - Il corteo è arrivato in
piazza Pirandello, dove ha sede il Municipio. Più di mille persone
stanno riempiendo la piazza urlando "Dimissioni, vergogna!".
Ad attendere la manifestazione ci sono le telecamere di Ballarò
(Rai3) che alle 21 inizierà il collegamento in diretta.
Ore 20.26 - Una bomba carta è stata
fatta esplodere nei pressi di piazza Purgatorio.
Ore 20.24 - Il corteo è giunto quasi
in piazza Gallo, nei pressi della caserma della Guardia di Finanza.
Proprio qui hanno preso parte alla manifestazione anche i lavoratori
della Sanità agrigentina a cui l'Asp di Agrigento non ha rinnovato
il contratto.
Ore 20.00 - I manifestanti stanno
urlando cori contro l'ex consigliere comunale Giuseppe Arnone che ha
improvvisamente preso parte alla manifestazione. La gente: "Vergogna!
Vai via"
Ore 19.59 - La manifestazione si è
fermata a metà via Atenea per osservare un minuto di silenzio in
segno di lutto "perché - spiegano gli organizzatori - la città
è morta".
Ore 19.46 - Secondo una prima stima, è
possibile ci siano anche più di mille persone. Il corteo intanto
continua tra cartelloni e cori da stadio, come "Chi non salta
consigliere è" o "Ci avete rubato il futuro". Intanto
i negozianti continuano a spegnere le luci e ad unirsi alla protesta.
Ore 19.43 - Il corteo è giunto quasi
all'altezza della scalinata per piazza San Francesco e la coda della
gente in protesta sfiora ancora Porta di Ponte. Ormai il corteo conta
almeno mille partecipanti.
Ore 19.40 - Al passaggio del corteo, i
commercianti della via Atenea hanno spento le luci dei negozi per
unirsi alla protesta.
Ore 19.36 - Il corteo è partito.
Secondo la Questura sono almeno 500 gli agrigentini che hanno avviato
la marcia per la via Atenea con cori come: "Dimissioni",
"Vergogna" e "Tutti fuori dal Comune".
Ore 19.20 - A Porta di Ponte si sono
già radunate più di 300 persone. Striscioni, cartelloni e megafoni
pronti per la partenza.
TURISMO, "MARCHIO D'AREA":
MANIFESTAZIONE DI LANCIO
Il teatro "Pirandello" di
Agrigento ha ospitato l'evento per il progetto finanziato con il Po
Fesr 2007/2013 e destinato ai prodotti turistici basati sulla
valorizzazione dell'ambiente e delle sue peculiarità.
Il teatro "Pirandello" di
Agrigento ha ospitato stamani la manifestazione di lancio del marchio
d'area "Agrigento, Terra di Storia, Natura ed Enogastronomia",
un progetto finanziato con il Po Fesr 2007/2013 e destinato ai
prodotti turistici basati sulla valorizzazione dell'ambiente e
delle sue peculiarità.
Alla manifestazione sono intervenuti il
prefetto Nicola Diomede, il vicepresidente della Regione siciliana
Mariella Lo Bello, il commissario straordinario al Comune di
Agrigento Luciana Giammanco, il vice presidente della Camera di
commercio Alessio Lattuca, il direttore del settore Turismo della
Provincia di Agrigento (oggi Libero Consorzio Comunale) Achille
Contino, e l'amministratore unico di Ada-Comunicazione Rosalia
d'Alì, nonché vari sindaci dei comuni agrigentini, i presidenti
dei distretti turistici, compreso il deputato del Pd Giovanni
Panepinto, la soprintendente ai Beni culturali e ambientali Caterina
Greco e i rappresentanti del comitato di coordinamento dei marchi
d'area.
"Si è trattato - si legge in una
nota - di un momento di confronto e di riflessione sul turismo,
risorsa in grado di risollevare l'economia del territorio e
soprattutto, come evidenziato dagli interventi, di far guadagnare una
vera e duratura opportunità di lavoro e di crescita alle nuove
generazioni, che rischiano di abbandonare per sempre la Sicilia in
cerca di lavoro, arricchendo altri territori di nuove e motivate
professionalità.
Il marchio d'area proposto è una
vera e propria linea guida per il potenziamento del sistema turistico
locale, inteso come rete e non come singola proposta. E' un
progetto che ha ottenuto un finanziamento finalizzato alla creazione
di una vera offerta turistica integrata che riassume tutte le
caratterizzazioni del territorio.
Molto apprezzate, alla fine della
manifestazione, le degustazioni di vari prodotti dei percorsi del
gusto delle eccellenze, in collaborazione con l'Istituto
alberghiero "Ambrosini" di Favara, le associazioni "Slow
Food" e "Italiana Sommelier", la Soat della provincia
e l'Istituto regionale Vino e Olio".
CASO COMMISSIONI CONSILIARI, LA
GUARDIA DI FINANZA IN COMUNE
Gli inquirenti, guidati dal
procuratore capo Renato Di Natale e dall'aggiunto Ignazio Fonzo, che
hanno già aperto un'inchiesta, vogliono vederci chiaro. Soprattutto
dopo aver sentito le dichiarazioni rese da alcuni consiglieri
comunali che hanno raccontato alcuni lati oscuri della vicenda.
La Guardia di finanza si è recata al
Comune di Agrigento per acquisire e sequestrare gli atti riguardanti
le Commissioni consiliari finiti recentemente alla ribalta della
cronaca nazionale grazie anche a trasmissioni televisive come Ballarò
e l'Arena.
La vicenda riguarda il caso delle 1133
riunioni di Commissioni consiliari convocate dal gennaio al dicembre
2014 dai consiglieri comunali di Agrigento. A pubblicare i documenti
sul "caso" è Marcello La Scala, commerciante agrigentino e
componente del Meetup 5 stelle "Valle dei Templi".
Gli inquirenti, guidati dal procuratore
capo Renato Di Natale e dall'aggiunto Ignazio Fonzo, che hanno già
aperto un'inchiesta, vogliono vederci chiaro. Soprattutto dopo aver
sentito le dichiarazioni rese da alcuni consiglieri comunali che
hanno raccontato alcuni lati oscuri della vicenda. Come le
partecipazioni in contemporanea a riunioni di Commissione e Consiglio
comunale (cosa non consentita dalla legge) o il "tacito accordo"
secondo cui si sarebbero convocate sempre più riunioni per
raggiungere il tetto massimo di guadagno.