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rassegna stampa del 6 marzo 2015

LA SICILIA

SCUOLA E SALUTE. Donato dall'associazione «Orazio Capurro - Amore per la Vita». In cinque formati gratis
L'istituto Agrario e Alberghiero avrà un moderno defibrillatore.
Grazie all'associazione «Orazio Capurro - Amore per la Vita» l'istituto scolastico Agrario e Alberghiero "Amato Vetrano" avrà un defibrillatore di ultima generazione e cinque operatori scolastici verranno formati gratuitamente. Frequenteranno un corso di formazione sulle tecniche di rianimazione cardio-polmonare e sull'utilizzo del defibrillatore tenuto dagli operatori del 118. L'associazione che porta il nome di Orazio Capurro, oncologo saccense morto in giovanissima età, partecipando al progetto regionale "Ti abbiamo a Cuore",finanziato dal ministero all'Economia ed approvato dall'assessorato regionale della Salute, finalizzato al posizionamento di defibrillatori semiautomatici in luoghi pubblici mirati, è riuscita a fame assegnare uno all'istituto professionale "AmatoVetrano". 'L'associazione - spiega il presidente, Alessandro Capurro - dopo avere donato con propri fondi due defibrillatori semiautomatici completi di accessori ai licei scientifico e artistico di Sciacca ed assicurato la formazione di oltre settanta studenti e dieci operatori scolastici, è riuscita anche in questo difficile intento e cioè fare destinare un defibrillatore ad un istituto saccense. Abbiamo individuato l'"Amato Vetrano" perché è un istituto grande, con annessa un'azienda agricola. Inoltre, ha una popolazione scolastica di circa 1000 alunni ai quali si aggiungono 200 unità di personale scolastico. Aspetto determinante per l'individuazione dell'istituto - aggiunge Capurro - è stato anche la lontananza dal primo punto attrezzato dì pronto soccorso visto che si trova in contrada Marchesa, a circa 10 chilometri dall'ospedale". L'associazione intende proseguire sul solco già intrapreso e dunque anche sulla sicurezza e la formazione nel campo medico. G.P.


CUPA. Ieri mattina manifestazione degli studenti con il cardinale Montenegro per salvare l'università.
"Stabilità e indipendenza"
Il corteo è partito dal quadrivio Spinasanta preceduto da una croce e da due corone, a simboleggiare il funerale del Consorzio, ed è terminato davanti la prefettura dove una delegazione è stata ricevuta da Nicola Diomede. Gli studenti non vogliono provvedimenti tampone ma la salvezza definitiva e l'indipendenza dall'Ateneo palermitano. Montenegro: «Poco lavoro e tanta criminalità. Se togliamo anche la cultura cosa resta?
La presenza in prima fila nel corteo di ieri mattina del cardinale Montenegro e del commissario del Cupa Maria Immordino simboleggiava l'importanza del Cupa di Agrigento, Il suo arrivo nella città dei templi ha cambiato la vita di molti studenti agrigentini. Prima esistevano solo le università di Palermo, Catania o Messina. Per le iscrizioni o per un semplice certificato, si doveva andare in queste città affrontando costi e fischi, per fare poi lunghe file nelle segreterie degli Atenei. Con l'arrivo del Cupa tutto ciò non esisteva più. Ci si poteva iscrivere nella propria città. Studiare ad Agrigento senza affrontare più i costi di una permanenza fuori casa per almeno quattro anni. Certo, inizialmente i corsi erano pochi e le iscrizioni stentavano. Poi a poco a poco l'università crebbe e si sogno anche di realizzare qui il quarto polo universitario, quello che ci strappò al foto finish la vicina Enna. Ma si sognò lo stesso di avere altre strade, magari verso i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Arrivò anche un maltese, Mifsud, che fece credere nella possibilità di aprire nuovi orizzonti, Si sognava, Poi l'amara realtà, I costi, i tagli e addirittura il rischio di una chiusura.
La proteste di questi giorni sono state proprio per questo: Agrigento non può perdere anche questa opportunità. In una provincia che ha fatto sistema dell'accoglienza dei migranti dell'Africa, non può fare sistema dell'emigrazione dei pochi giovani, ai quali non lascia altro. A fronte di decine di migliaia di studenti liceali dell'agrigentino, finora offre soltanto poche centinaia di possibilità di laurearsi al Cupa. Almeno fino a quando resta aperto. E in assenza di opportunità di lavoro agli altri lascia solo due strade: emigrare per studiare o per lavoro, Come dire che chi dà l'indirizzo a questa provincia la vuole organizzata per l'emigrazione dei nostri giovani. Almeno fino a quando ce ne saranno ancora. STELIO ZACCARIA

Il commissario mette la «toppa»
Libero Consorzio. Trovati i fondi, Di Liberto «cancella» l'uscita dell'ente dal Cupa
L'attesa svolta si è avuta nel corso del pomeriggio ieri, poche ore dopo la manifestazione
Il Consorzio universitario di Agrigento è al momento salvo, quantomeno da un punto di vista societario. Nel tardo pomeriggio di ieri il commissario straordinario dell'ex Provincia regionale di Agrigento ha firmato la tanto attesa deliberazione (che sarà pubblicata verosimilmente oggi) con la quale, preso atto della volontà della Regione di garantire il proprio impegno economico (formalizzata durante la Giunta regionale di mercoledì) si può formalmente ritirare l'atto di recesso che era stato predisposto a metà dicembre. Il tutto, ovviamente, ancora una volta condizionato al fatto che poi, in fase di bilancio regionale ad aprile, le promesse si trasformino in fatti concreti.
Insomma, si tratta di una pezza nemmeno particolarmente ben cucita, ma è abbastanza per scongiurare un'emergenza (la messa in liquidazione) e far ripartire la "macchina" burocratica. Solo quella, però, perché da un punto di vista economico dì benzina ce n'è davvero molto poca. Va ricordato infatti come il Consorzio non abbia ancora un bilancio previsionale 2014 (mancherebbero 350mila euro) e, pare, un problema di liquidità serissimo, dato che sarebbero finiti i fondi gestiti in 12esimi. Questo nonostante il Consorzio abbia un credito di circa 2.200.000 euro nei confronti della Regione per i contributi straordinari destinati alle spese dei docenti (anni 2013 e 2014), cui si aggiungono i crediti verso i soci. Così adesso il punto diventa pensare a cosa succederà domani, approfittando della momentanea "calma" che il provvedimento del Libero consorzio consentirà almeno da un punto di vista societario. "Il passo più importante è stato fatto — ha commentato il presidente del Cupa Maria Immordino — dato che ottenendo la revoca del recesso si è ridata funzione all'assemblea dei soci e si è eliminato lo spettro della liquidazione". La proposta degli studenti, adesso, è quella di proporre all'Università di Palermo una nuova modifica al ribasso della convenzione sui cosiddetti "costi standard", passando dal rapporto 65-35% ad un più vantaggioso (per il Cupa) 75-25%. "Ne ho parlato con l'Università —ha spiegato Immordino - e c'è la disponibilità a venirci incontro, sebbene l'impegno da parte loro sia già molto gravoso".
Un altro serio spiraglio da un punto di vista economico sarebbe quello di puntare ai cosiddetti centri di "formazione tecnica superiore", finanziati con risorse europee. Un' idea che si sta valutando a livello regionale e che vedrebbe nei poli distaccati una sede ottimale. Da quanto ci risulta ad Agrigento si starebbe già lavorando in tal senso, sebbene in molti temano che questa soluzione possa far perdere la propria natura di "università del territorio" al Consorzio universitario.
G. SCH.

I NODI DELLA REGIONE
SOLO ORA SCATTA L'OBBLIGO DI RIDURRE LE USCITE PER IL PERSONALE, MAI RISPARMI SERVIRANNO PER LE STABILIZZAZIONI
Accordo Regione-sindaci sui fondi ai precari
Oggi la circolare: pronti 170 milioni per gli stipendi arretrati del 2014. Soldi anche ai Comuni che non hanno tagliato la spesa
Accordo sulle procedure di erogazione dopo un vertice con il vice presidente Anci, Paolo Amenta, Le somme dovrebbero arrivare nelle casse comunali entro un paio di settimane senza i tagli ipotizzati.
Accordo fra Regione e sindaci, pronti 170 milioni per pagare gli stipendi arretrati del 2014 a circa 20 mila precari degli enti locali. Le somme dovrebbero arrivare nelle casse comunali entro un paio di settimane senza i tagli ipotizzati negli ultimi giorni. La settimana scorsa era stata scritta una circolare che prevedeva l'erogazione dei 170 milioni. Ma al momento di firmarla l'assessore agli Enti locali, Etto re Leotta, l'aveva bloccata perché non rispettava i criteri di risparmio fissati in un altro provvedimento stilato a dicembre. In pratica, i sindaci si erano impegnati a tagliare nel 2014 la spesa per il personale in genere. E solo dopo la Regione avrebbe erogato i finanziamenti per i precari, fissando (proporzionalmente al ribasso) un nuovo tetto di spesa che sarebbe servito per individuare il budget del 2015. Il tutto andava illustrato in schede che ogni primo cittadino avrebbe già dovuto inviare. Ma nessun sindaco era pronto in questo senso. Da qui il ritiro della circolare. Ieri però a Palazzo d'Orleans Leotta ha incontrato il vicepresidente dell'Anci, Paolo Amenta, arrivando a un accordo sulle procedure. «Anche i sindaci che non hanno fatto risparmi - ha detto Amenta - riceveranno i fondi previsti nel 2014. Non ci saranno ridimensionamenti. Anche perché era inconcepibile prevederli a dicembre, quando già la spesa era stata effettuata». I risparmi si rendono invece obbligatori quest'anno ma non serviranno ad abbassare il budget. «Le somme che risparmieremo per effetto di prepensionamenti o in genere tagli alla spesa per il personale - spiega Amenta - saranno utilizzate per stabilizzare i precari. La Regione le erogherà ugualmente ai sindaci
ma saranno vincolate a dare un posto fisso ai precari». Sulla base di questo doppio accordo ieri la vertenza si è sbloccata: «La circolare - conferma Giovanni Pistorio, segretario particolare di Leotta e leader dell'Udc - verrà firmata oggi. L'accordo sulle procedure è stato raggiunto». I sindaci dovranno ugualmente inviare una scheda che indica il fabbisogno e l'eventuale risparmio maturato: da quel momento, entro due settimane arriveranno i finanziamenti. Ad attenderli ci sono circa 20 mila precari che non ricevono gli stipendi in alcuni casi anche dall'estate scorsa. Il ritardo varia a seconda della possibilità dei sindaci di ricorrere ad anticipazioni di cassa dalle banche che svolgono servizio di tesoreria: i primi cittadini che lo hanno fatto hanno pagato fino a ottobre, in tutti gli altri casi gli stipendi si sono fermati a luglio. Il ritardo aveva causato varie proteste guidate dal Movimento Giovani Lavoratori, la sigla autonoma più rappresentativa. Che minacciava anche di paralizzare le amministrazioni se non si fosse sbloccata la vertenza. L'accordo firmato ieri assenti sia Orlando che Crocetta- prevede anche che per i sindaci, dopo i fondi per i precari, vengano sbloccati i finanziamenti ordinari arretrati e il rimborso delle accise per l'elettricità.

UNIVERSITA'. Al termine della manifestazione a cui hanno partecipato studenti, docenti e la Curia è arrivata la firma del commissario che annulla l'uscita dal Consorzio
L'ex Provincia ci ripensa: Cupa quasi salvo
La decisione di Di Liberto dopo le rassicurazioni del governo Crocetta per l'accredito di un finanziamento di750 mila euro
Ieri la manifestazione per la difesa del consorzio universitario. Il commissario dell'ex Provincia ha revocato l'uscita dal Cupa dopo l'annuncio della Regione di un finanziamento di 750 mila euro.
L'università di Agrigento è quasi salva, il Cupa non chiuderà. La soluzione che ha sbloccato la situazione è una lettera che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha annunciato al commissario della Provincia, Alessandra Di Liberto. Lettera con la quale la Regione destina alla ex Provincia un finanziamento di 750 mila euro perle esigenze del Consorzio. E sulla base di questo impegno, come aveva anticipato il prefetto Nicola Diomede, in contatto con la Regione, soprattutto dopo aver ricevuto una delegazione degli studenti ed il cardinale Francesco Montenegro, ieri nel tardo pomeriggio il commissario ha firmato la revoca delle recesso della ex Provincia dal consorzio universitario. Ma i soldi ancora non ci sono, diventeranno concreti quando la Regione approverà la Finanziaria e l'esercizio provvisorio, valido fino al 30 aprile c'è da aspettare l'arrivo di maggio per vedere se la promessa di Crocetta sarà mantenuta o Sala d'Ercole effettuerà un altro taglio che porterebbe alla fine del Cupa. Un effetto della mobilitazione degli studenti, dei docenti, dei dirigenti del consorzio universitario, della Curia e di tutta la città al termine di una grande manifestazione popolare, molto partecipata, che si è svolta ieri mattina, Nonostante il maltempo si sono messi in marcia, dal quadrivio Spinasanta fino alla Provincia per chiedere al commissario straordinario Alessandra Di Liberto di far rientrare l'ente nel Consorzio universitario. E così è stato dopo le rassicurazioni di Crocetta. La dirigente regionale che regge le sorti dell'attuale Libero consorzio comunale, ex Provincia, è arrivata nel pomeriggio ad Agrigento ed ha firmato, davanti ad una delegazione degli studenti, la delibera con la quale viene revocato l'atto di fuoriuscita dal Cupa e l'ente torna ad essere socio di maggioranza del Polo. « E' stato un risultato straordinario ottenuto grazie al contribiuto di tutti ha detto la presidente di Vivere il Polo, Liliana Ingiaimo -. L'università
non chiude. Sono emozionata, per me e per tutti i miei colleghi oggi è un giorno storico, abbiamo compiuto una vera e propria impresa. In effetti la caparbietà dei ragazzi che in questa battaglia sono stati sostenuti dai funzionari del Cupa, la presi» de Maria Immordino ed il direttore dei servizi amministrativi Ettore Castorina, dagli impiegati del Polo, dal cardinale Franco Montenegro e da tutta la città, ha dato l'effetto sperato. «Abbiamo mantenuto il nostro impegno - ha commentato Mariella Lo Bello, vice presidente della Regione siciliana ed assessore all'Istruzione. Assieme
al presidente Crocetta abbiamo fatto in modo che il Polo universitario restasse in vita, andando incontro alle legittime richieste ed aspettative dei giovani studenti e delle loro famiglie». 'Grazie all'intervento del vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello, si può finalmente tirare un sospiro di sollievo sul futuro del Consorzio Universitario», dice Giovanni Panepinto, parlamentare regionale del Pd . «Le ore contate terrorizzano gli studenti, ma non solo loro, I manifestanti che protestano ad Agrigento, in piazza, lo dimostrano. Ribadisco quello che ripeto da mesi, molto tempo prima che scoppiasse il 'caso Cupa', il Polo universitario va salvato a tutti i costi e poi rilanciato», ha commentato il deputato nazionale del Pd Antonino Moscatt. «La chiusura del polo universitario sarebbe stata una sconfitta sociale indefinibile - aggiunge Paolo Ferrara, coordinatore provinciale del Pdr -, una marcia indietro che ci riporterebbe a posizioni da terzo mondo, una vergogna che si leggerebbe su nostri visi e sulle facce delle prossime generazioni. Sull'università fa sentire la propria voce anche la segreteria provinciale di Fratelli d'Italia attraverso il portavoce Giuseppe Ciulla: "Non è minimamente pensabile poter perdere in un sol colpo anni di lotte e conquiste che nei fatti hanno fatto crescere il livello socio-culturale dell'intera provincia". PAPIRassegna stampa

agrigentonotizie.it

Cupa, torna il socio maggioritario: l'ex Provincia revoca il recesso

Come annunciato, il Commissario straordinario del 
Libero consorzio comunale di Agrigento ha firmato l'atto di revoca del recesso dal Consorzio universitario. Alessandra Diliberto lo ha comunicato anche ad una delegazione di studenti che erano presenti nei locali dell'ex Provincia. Gli stessi studenti che oggi hanno manifestato con un corteo snodatosi dal Quadrivio Spinasanta, lungo la via Imera, fino alla Prefettura dove sono stati ricevuti anche dal prefetto Nicola Diomede, nella protesta sono stati affiancati anche dai dipendenti del Cupa e dal presidente Maria Immordino, i quali hanno scelto di appoggiare i giovani universitari nella rivendicazione del loro diritto allo studio. Un pensiero condiviso anche da commercianti e semplici cittadini che, attraverso un video, hanno tentato di smuovere la politica e attirare ancora di più l'attenzione sulla vicenda. La revoca arriva dopo la manifesta volontà della Regione di garantire le risorse necessarie a colmare il debito con il Consorzio universitario: il trasferimento di fondi dovrà poi essere la conferma della volontà, e questo sarà possibile appurarlo solo ad aprile, con l'approvazione del bilancio regionale. Anche se si tratta solo di una soluzione momentanea e non di quella definitiva che auspica anche il cardinale Francesco Montenegro, il quale ha nei giorni scorsi richiamato le Istituzioni alle loro responsabilità, ribandendo oggi in un video, mentre sfilava in corteo, che "servono soluzioni, e non toppe". Un'analisi della situazione e delle prospettive a medio termine l'ha, sempre nei giorni scorsi, offerta la Cisl Fp attraverso il suo segretario generale, Floriana Russo Introito, la quale ha evidenziato come al Regione stia mettendo  "a rischio di dissesto finanziario la ex Provincia" che potrebbe trovarsi domani nella condizione di porre in essere pesanti tagli su organico e servizi. Per la Cisl i 750mila euro che il Libero consorzio potrebbe versare al Consorzio universitario dovrebbero far parte di un fondo con destinazione vincolata destinata al Cupa, in aggiunta a quanto invece spetta all'Ente consortile dei comuni agrigentini per evitare il dissesto. "La Regione attraverso un espediente ritiene di potere dichiarare domani di avere risolto il problema del Cupa, cagionando però l'appesantimento di una situazione oltremodo debitoria già presente nella ex Provincia - ha detto Russo Introito -. Il Cupa necessita di fondi aggiuntivi ed è superfluo sottolineare che anche questa "pezza" tappabuchi dell'ultimo momento, metterebbe a rischio l'attuale Consorzio di Comuni, mentre il Cupa non potrebbe, ovviamente, sopravvivere oltre questo anno accademico, essendo per il prossimo anno in compartecipazione con un socio di maggioranza in dissesto". Intanto, il deputato regionale del Pd Giovanni Panepinto ha reso noto di stare lavorando a un disegno di legge perchè l'eventuale salvataggio temporaneo del Consorzio universitario si traduca in una certezza finanziaria anche per il futuro, scongiurando l'eventualità che lo scenario dipinto dalla Cisl si tramuti in realtà.

Cupa, Panepinto (Pd): "Una legge per dare certezze finanziarie".

G
razie all'intervento del vicepresidente della Regione Mariella Lo Bello, si può finalmente tirare un sospiro di sollievo sul futuro del Consorzio universitario di Agrigento: la fuoriuscita dell'ex Provincia sembra infatti scongiurata, condizione questa che permette di mantenere i corsi attualmente attivi e il percorso formativo di migliaia di studenti".Lo dice Giovanni Panepinto, parlamentare regionale del Pd che questo pomeriggio ha avuto un colloquio con il vicepresidente della Regione proprio in merito al Polo universitario della provincia di Agrigento. "Ma se oggi possiamo dire di aver superato un'emergenza - aggiunge - resta aperta una questione più complessiva relativa ai Consorzi universitari e al loro futuro: insieme con il capogruppo Baldo Gucciardi e la parlamentare Antonella Milazzo abbiamo lavorato ad un disegno di legge all'Ars per assicurare a queste realtà, agli studenti e al corpo docente, un percorso stabile anche dal punto di vista finanziario che permetta una adeguata programmazione".

Gds.it
Assunzioni al Comune di Agrigento, acquisiti atti alla Confartigianato
Il 7 giugno del 2012 è diventato consigliere comunale, il 2 luglio Alfonso Vassallo è stato assunto da Confartigianato diventando massimo dirigente provinciale del sindacato ad appena 29 anni. La Guardia di Finanza nelle scorse ore ha sequestrato tutta la documentazione relativa all'assunzione. La Procura della Repubblica, che da settimane sta passando al setaccio quello che è avvenuto negli ultimi anni a Palazzo dei Giganti (lo spunto è stato la bufera mediatica delle 1.133 riunioni consiliari in un solo anno, tutte retribuite a gettone), vuole vederci chiaro perché a pagare lo stipendio dell'ormai ex consigliere è stato il Comune che, in base a una legge che lo prevede espressamente, ha rimborsato il datore di lavoro per i permessi che Vassallo avrebbe chiesto per esercitare l'attività istituzionale. Confartigianato gli ha ugualmente erogato lo stipendio da dirigente salvo poi chiedere e ottenere il rimborso dal Comune. Il pool di magistrati della Procura, guidato dall'aggiunto Ignazio Fonzo e composto anche dai pm Alessandro Macaluso e Salvatore Vella, vuole accertare se ci sono state irregolarità nelle procedure e ha disposto il sequestro probatorio di tutti gli atti.
Sicilia24h.it
Cupa. un quasi Papa per una pezza. Troppo poco. Firetto e Di Rosa tentano una misera campagna elettorale fra i ragazzi ma ricevono pesci in faccia

C'era persino il Cardinale Montenegro in testa al corteo ad accompagnare più di mille studenti che hanno fermato la loro corsa sotto la finestra della burocrate signora Di Liberto, nominata da Saro Crocetta alla ex Provincia regionale di Agrigento per affossare forse definitivamente le sorti di una città che ha tanta voglia di rialzarsi e che invece viene stroncata sistematicamente da una classe politica molto poco attenta ai valori e alla dignità di ogni singolo cittadino.
Con la manifestazione di stamattina (e dire che si chiedeva il sacrosanto diritto allo studio, non la luna...) si è fatto soltanto un piccolissimo passo avanti, ma tanto grande da scongiurare, intanto, la chiusura del Polo Universitario ad Agrigento.
Pare che nel pomeriggio di oggi la signora tagliatutto, meglio conosciuta come la Di Liberto (che non ha tempo da perdere con i giornalisti perché lavora, lavora, lavora...) abbia stracciato quel recesso da lei stesso firmato qualche settimana addietro che imponeva la fuoriuscita definitiva della ex Provincia come partner principale del Polo Universitario.
Comunicazioni palermitane o decreti crocettiani (fate voi) hanno consentito intanto di ottenere una prima somma di oltre due milioni di euro (durata tre anni ???) blindandola anno per anno e da investire esclusivamente a favore del Polo.
Ma i ragazzi, straordinari nel loro manifestare, non sembrano essere ancora soddisfatti. Vogliono certezze (ed hanno ragione perché in politica accade di tutto) soprattutto per il futuro; del resto, la farsa ed il pericolo a cui abbiamo assistito in questi mesi non lasciano presagire nulla di buono.
Molto significativo, doveroso da parte nostra segnalarlo visti gli articoli precedenti, l'intervento del vice presidente della Regione Mariella Lo Bello la quale, grazie al suo personale interessamento, ha sgranato gli occhi al Saro regionale, a nostro modo di vedere ancora non totalmente convinto del "dannu di li grannuli" causato con la propagandistica azione di chiudere le Provincie regionali. Non a caso, tutti i nodi vengono al pettine e Agrigento, come spesso accade, è stata la prima a pagare per quella mossa, poco opportuna, poco producente e soprattutto assai miserina rispetto a quel risparmio tanto decantato che avrebbe dovuto salvare le sorti economiche mondiali! Fino ad oggi la chiusura dell'Ente Provincia ha causato solo danni e tante, tantissime incertezze per il futuro.Presenti al corteo, nonostante il maltempo stesse dalla parte di Crocetta e dalla Di Liberto, come dicevamo il Cardinale Montenegro, tutto il CdA del Polo Universitario e tutti gli impiegati.
Ad accogliere i ragazzi sotto il balcone di piazza Vittorio Emanuele il Prefetto Nicola Diomede il quale si è fatto "carico" dei fischi e delle civili proteste non certamente rivolte a lui. Diomede, così come il Cardinale Montenegro e tante altre illustri personalità, sono da sempre stati vicini a questo problema e soprattutto ai giovani. Un grazie particolare, dunque, a quegli straordinari giovani che hanno manifestato con grande senso di civiltà e di responsabilità, speranzosi che il loro futuro da oggi possa essere molto meno compromesso da scelte scellerate che volevano la chiusura del Polo universitario.
E come non ringraziare le due "Eccellenze" Montenegro e Diomede, la prima cristiana la seconda di Stato, i quali, sono andati nella direzione opposta di Crocetta, la Di Liberto e il signor Messina della Camera di Commercio, che avevano scelto la via più semplice per uccidere il futuro dei tremila studenti.
Troppo semplice tagliare e dire...soldi non ce ne sono. Tanto, cosa importa loro se poi, non avendo altro da fare, le deviazioni sociali costringono molti di quei giovani ad intraprendere magari percorsi di vita non proprio brillanti dove dalle nostre parti, causa fame, mancanza di lavoro e mancanza di tutto, è facilissimo incappare.
Al vice presidente Lo Bello affidiamo il compito di non mollare la presa e di pensare al futuro del Polo Universitario. Sarebbe pericolosissimo rattoppare solo per il momento la spinosa questione. Occorrono leggi e decreti speciali tali da non consentire più nel prossimo futuro ai revisori dei conti, alla Di Liberto e a Vittorio Messina di lavarsi le mani come Ponzio Pilato.
Che non è stato sicuramente un esempio da emulare...
Un capitolo a parte meritano tre persone, ma in realtà sono solo due perché Firetto e Bellini sono unica cosa. Nel pomeriggio, i candidati sindaco Lillo Firetto e Giuseppe Di Rosa e il candidato alle primarie Epifanio Bellini si sono presentati nei locali del Polo Universitario nel pieno dell'assemblea permanente portata avanti dai coraggiosi studenti. Un maldestro tentativo di campagna elettorale che i ragazzi hanno subito compreso e che senza mezzi termini hanno lasciato intendere a Di Rosa e a Firetto che avrebbero fatto meglio a rimanere a casa.Firetto quando mai si è interessato dei giovani universitari agrigentini? E dire che fra gli studenti ci sono anche tanti empedoclini; lui, soprattutto da quando è onorevole, non ha mai speso una sola parola per una vicenda che invece necessitava il massimo degli interventi politici. Una squallida caduta di stile per un politico che adesso vorrebbe "stare accanto" ai giovani studenti solo per cercare di raccattare qualche voto in vista delle elezioni. Uno che, lo ribadiamo ancora una volta, se n'è sempre fottuto di giovani e università e ora si erge a paladino presentandosi come colui il quale ha le soluzioni! Fra queste, nel suo breve e insignificante discorso d'opportunismo, ha detto che se è il caso occorre fare anche qualche licenziamento fra i dipendenti del Consorzio. Ci mancava proprio un campione come lui ad Agrigento, fra i giovani dell'Università. Proprio se ne sentiva la mancanza!Un altro caso di come si uccide la dignità di una intera provincia. Vada a casa lui, dia l'esempio, si autolicenzi da funzionario di quella tanto amata Enel; lasci il suo stipendio mensile nelle casse del Comune, senza chiedere aiuto all'Enel e vedrà che con quella somma si potranno accendere almeno dieci lampioni tra la via Roma e le Cannelle. Rinunci lui ai milioni, milioni e milioni di picciuli che percepisce ogni mese da mamma Regione e vedrà che con il suo stipendio da deputato si potranno sfamare almeno cinque nuclei familiari. Lo faccia Firetto, lo faccia subito! O è bello solo parlare con il culo degli altri?E poi come fa a dimenticare lo stesso Firetto che è stato qualche anno addietro assessore provinciale alla Pubblica Istruzione e, quindi, anche all'Università? Ha dimenticato che proprio negli anni della sua presenza la Provincia regionale elargiva un milione di euro a favore del Polo, oltre alle entrate derivanti dalla Regione. Molti di quei soldi venivano letteralmente "spampazzati" per fiumi di docenti, per convegni e convegnucoli, indennità, auto blu, auto rosse e auto verdi! E oggi l'aspirante sindaco di Agrigento viene a fare questi discorsi?Pensate, gentili lettori, che da sindaco di Porto Empedocle non ha mai versato al Cupa la modica somma di 5 mila euro, cosa che hanno fatto molti altri Comuni della provincia, per entrare a far parte seppur in quota minoritaria, del Consorzio stesso e nello stesso tempo per dare un piccolo contributo. E ora vuol fare il don Chisciotte?Di Di Rosa non sappiamo da dove iniziare. Si è saputo soltanto che ad un certo punto ha chiamato prima una
Agrigentoweb.it

#Saveuniag, studenti in piazza per salvare il Polo Universitario

Gli studenti del Polo Universitario di Agrigento sono scesi in piazza questa mattina per manifestare il loro dissenso e protestare contro la minaccia di chiusura della struttura. Al loro fianco anche gli studenti delle scuole superiori della città.
Il corteo, partito alle 10:00 dal Quadrivio Spinasanta, ha raggiunto la sede dell'ex Provincia regionale. I giovani non intendono rinunciare ad un'importantissima realtà culturale che negli ultimi vent'anni ha arricchito l'intera provincia, favorendo lo sviluppo territoriale e imprenditoriale e dando a migliaia di studenti l'opportunità di crescere e di realizzarsi nel territorio in cui vivono e che amano.


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