LA SICILIA
TRIBUNALE. Udienza riservata alla
difesa dell'ex presidente della Provincia D'Orsi
«E' STATO UN PROCESSO IMPRONTATO
ALL'APPROSSIMAZIONE DELLA PROVA»
Udienza riservata ieri alla discussione
del collegio difensivo dell'ex presidente della Provincia regionale
di Agrigento Eugenio D'Orsi.
Colui il quale oggi è ((solo)) preside
scolastico, accusato e a processo da tre anni per peculato, truffa
aggravata, abuso d'ufficio e concussione, dinanzi al collegio
presieduto dal giudice Giuseppe Melisenda Giambertoni, a latere Genna
e Contini. Un procedimento giunto alle battute finali, tanto che
nell'udienza del 3D marzo dovrebbe essere emessa la sentenza. Ieri
spazio dunque all'accorata e circostanziata arringa difensiva
dell'avvocato Daniela Posante che, con il collega Giuseppe Scozzari
sta cercando di evitare la condanna alloro assistito. Nel corso di
un'udienza snodatasi in due tempi, quindi molto lunga, Posante ha
replicato a tutti i capi d'imputazione contestati all'ex
presidente della Provincia. La discussione ha preso il via dal
«caso)) che ha avuto come coprotagonista l'agronomo del Giardino
Botanico Alletto, il quale secondo Posante "il 26 novembre 2010,
giorno in cui si sarebbe consumato il reato più grave contestato a
D'Orsi era stato convocato dallo stesso D'Orsi, era andato al
lavoro, ma poi andarono nella casa del presidente, ma Alletto non
scese dall'auto. Solo quando vide che lo spostamento di un albero
d'ulivo non era eseguito correttamente chiese in prestito un paio
di stivali e diede qualche consiglio. Alletto non era in tenuta da
giardiniere, Alletto non dirigeva alcun lavoro». Capitolo palme: «Il
teste Rotulo (titolare del vivaio che donò piante alla Provincia
essendo suo punto di chiudere attività, ndr) è inattendibile. Come
ha fatto ad esempio a ricostruire il numero esatto delle piante
donate alla provincia, dopo il furto che aveva subito? E ancora, è
lo stesso D'Orsi a chiedere che tutto venisse inventariato,
chiedendo anche si stilasse un verbale di consegna".
Capitolo concussione che D'Orsi
avrebbe consumato nei confronti dell'architetto Buono, Vecchio del
dipendente della provincia Chianetta: «D'Orsi e Buono erano amici
e la stabilizzazione ottenuta da quest'ultimo dopo 9 annidi
attività non fu decisa per questa amicizia, ma in base a una
procedura generale decisa nel contesto della programmazione sulla
stabilizzazione del personale a più ampio raggio. Quello che si sta
concludendo - ha detto Posante rivolgendosi al Collegio - è un
processo improntato all'approssimazione della prova". Posante ha
inoltre ricordato come per alcuni capi d'imputazione contestati a
D'Orsi, si siano pronunciati con sentenze assolutorie procedimenti
paralleli svoltisi dinanzi al Gup o ad altra sezione dello stesso
Tribunale di Agrigento. Infine, poco prima di chiudere il proprio
intervento, il legale ha risposto con stile, ma con estrema fermezza
alla «battuta» fatta durante la propria requisitoria dal pm Carlo
Cinque, quando citò un proverbio napoletano, nel quale si fa la
differenza tra ladri e mariuoli. «C'è modo e modo per chiedere la
condanna di un imputato, non certamente citando un proverbio
napoletano", ha chiosato Posante. Cinque non ha battuto ciglio.
A quel punto, il presidente Melisenda
Giambertoni ha rinnovato ai presenti «l'appuntamento» per
l'udienza decisiva del prossimo 30 marzo. In quella occasione
l'altro avvocato difensore di D'Orsi consegnerà una propria
memoria al Tribunale, consentendo quindi al collegio di entrare in
camera di consiglio. La sentenza dovrebbe essere emessa entro la
giornata.
Ex ospedale via Atenea
Il Cupa lo restituisce ai rettore
con corriere
Il Consorzio ha spedito le chiavi a
Palermo perché non è in grado di metterlo in sicurezza
A leggere i comunicati stampa di cinque
anni fa sul futuro dell'ex ospedale di via Atenea cori sembrerebbe
quasi possibile che, adesso, nessuno sembra volersi si accollare i
suoi oltre tremila metri quadrati di degrado. Una volta che ci si è
resi conto che poco o nulla può essere fatto per il rc'cupeio
della struttura il Consorzio Universitario di Agrigento ha infatti
tentato — senza successo di restituire l'edificio all'Università
di Palermo senza però che nessuno abbia risposto alle richieste. La
storia è recente e assolutamente "gustosa".
Circa tre mesi fa il Comune di
Agrigento scrive orma lettera al Cupa con la quale fa presente rise
le condizioni dell'ex ospedale sono gravi e che sono necessari
degli interventi quantomeno per rimuovere i rischi. Questo perché in
più occasioni dalla struttura si sono staccati pezzi di intonaco
dovuti appunto all'assenza di manutenzione che, fortunatamente, non
hanno mai ferito nessuno. Così il Consorzio, in perenne crisi di
liquidità, ha dovuto riscontrare di isois essere nelle condizioni
economiche per poter far fronte ai necessari interventi di recupero e
ha inviato, a dicembre, una lettera all'Università di Agrigento
con la quale chiedeva appunto di prendersi in carico ex ospedale. Un
modo più per prevenirsi in caso di provvedimenti in danno che per
risolvere i problemi almeno nell'immediato, ma ritenuto comunque
unica strada attuabile per poter affrontare la situazione. Del resto
il Cupa, dopo che l'Ersu aveva abbandonato la "nave"
(nonostante nel 2010 si annuo ciò che andavano imputate all'ente
tutte le spese, compreso un canone annuo al Polo Universitario) aveva
anche tentato nel 2011 di trovare un partner privato che mettesse sul
"tavolo" fino a tre milioni di euro che servissero al
completamento dei lavori dimessa in sicurezza e la
rifunzionalizzazione dell'intero edificio. Un tentativo clic era
andato assolutamente a vuoto, costringendo così, adesso, il
Consorzio a tentare di "abbandonare" la struttura. Peccato che
Unipa, forse fiutando quello che volgarmente si chiamerebbe "pacco",
non ha mai risposto alla richiesta del Cupa, il quale adesso è stato
costretto ad un gesto tanto inusuale quanto "estremo": prendere
le chiavi di accesso alla grande struttura, metterle in una busta e
inviai le a Palermo attraverso un coi nere espresso. Un modo per
mettere il rettorato con le "spalle ai muro", in un certo senso,
anche in considerazione del fatto che Roberto Lagalla, non più tardi
di un paio di mesi fasi nostri microfoni aveva garantito che Unipa si
sarebbe fatto carico del completamento dei lavori, senza però, a
questo punto, rise il Consorzio ne sia stato messo mai a conoscenza.
Cosi, in questo "scaricabarile" di
necessità, Viste le drammatiche condizioni finanziarie del
Consorzio, sembrano completamente evaporati i "sogni di gloria"
per l'ex ospedale, la cui parte incompleta (proprio quella che si
affaccia direttamente sulla via Atena) sarebbe dovuta divenire sede
del Rettorato.
Unica parte completata e funzionante,
per quanto non fruita dagli studenti, rimane il residence "Cavalieri
di Malta", completato il 2010, assegnato attraverso procedura
aperta l'anno successivo, dopo l'inaugurazione è rimasto a lungo
chiuso in quanto, si è scoperto, che la Provincia non aveva mai
realizzato la variazione catastale per la struttura. A parte questo,
però, il residenze universitario è rimasto poco "appetibile"
per gli studenti, venendo principalmente utilizzato (come previsto
dalla convenzione) come semplice bed and breakfast.
G. SCHICCHI
GIORNALE DI SICILIA
TRIBUNALE. Il legale Daniela Posante
ha concluso il suo intervento fiume, durato tre ore: «Spiace dire
che l'approssimazione dell'accusa all'ex presidente è
evidente»
L'arringa del difensore: «D'Orsi
va assolto»
Il difensore: «Sulla vicenda delle
palme il vivaista è un teste che non ha credibilità. L'ex
presidente non ha commesso abusi»
«Si può chiedere la condanna di un
imputato, ma proprio non capisco il senso di doverlo denigrare in
pubblico chiamandolo ladro. L'avvocato Daniela Posante, al termine
di un'arringa fiume iniziata alle 9,30 e terminata tre ore dopo,
conclude il suo intervento replicando al pm La! lo Cinque che,
all'udienza precedente, aveva citato il proverbio napoletano dei
ladri dei mariuoli per arrivare alla conclusione che "l'ex
presidente della Provincia Eugenio D'Orsi e un ladro", Il legale
ha ribattuto agli argomenti della Procura che aveva chiesto la
condanna di D'Orsi a 6 anni.
Il caso nelle palme. "Vivaista
inattendibile". Per i pm D Orsi si sarebbe appropriato di
quaranta palme acquistate dall'ente e le avrebbe fatte mettere a
dimora nella sua villa di Montaperto. Il vivaista ha detto in aula di
averle consegnate a una persona incaricata da D'Orsi che non le
aveva comprate a titolo personale, ma nella qualità di presidente
della Provincia per adornare le scuole. L'imprenditore Gaspare
Chianetta, che sarebbe andato a prelevarle, in aula ha confermato.
"Il vivaista ha detto il legale e un teste che non ha alcuna
credibilità e anzi per ragioni fiscali aveva interesse a dire di
aver venduto tutto alla Provincia". E aggiunge: "I,e piante
acquistate dall'ente sorso finite tutte nelle scuole. Non lo dico
io ma i verbali di consegna". Altra accusa di peculato è relativa
al presunto utilizzo dell'agronomo della Provincia Giovanni Alletto
che sarebbe Stato destinato, nel 2010, durante l'orario di lavoro,
al servizio del suo giardino per mettere a dimora le palme. I
finanzieri, appostati poco distanti, lo hanno anche fotografato. «Ci
ha chiarito che la sua presenza era casuale ha replicato il legale
perche avrebbero dovuto discutere di lavoro."
Concussioni per lavori nella villa
non pagati. «L'architetto Vincenzo Buono non si è fatto
pagare la progettazione per barattare la stabilizzazione alla
Provincia? In realtà ci ha solo perso perche e stato inquadrato con
un profillo minore rispetto a quello che gli spettava. Non ha voluto
essere pagato per gli ottimi rapporti personali che c'erano fra
loro, Succede a tutti i professionisti. Particolare il caso
dell'impresa di Vincenzo Vecchio che prima aveva scagionato D'Orsi
e poi lo ha accusato. «Mi chiedo come si possa condannare l'imputato
per la parola di Vecchio che ha ammesso di avere mentito prima ai
finanzieri e poi al tribunale. Poi un attacco sulla presunta
concussione a Chianetta che avrebbe rinunciato a far si pagare alcuni
lavori di scavo. «Spiace dire che l'approssimazione dell'accusa
e evidente. Prima si vuoi dimostrare che non è Stato pagato. Poi si
dice che ha preteso lo sconto. Basta prendere una calcolatrice per
dimostrare che non è così».
I rimborsi dei pranzi istituzionali.
«La procedura non era legittima? Quale
legge lo dice? Perché non sono stati interrogati i commensali per
chiedere conferma della finalità istituzionale?"
Presunti abusi su incarichi esterni.
«I frazionamenti degli immobili ha
aggiunto l'avvocato Posante — sono stati affidati a
professionisti esterni perché era necessario fare in fretta per
evitare richieste risarcitorie dei proprietari dei terreni
espropriati. Tre processi hanno escluso irregolarità. Acquisto di
beni senza trattativa privata, «E stato superato il modico valore?
L'accusa si è sforzata di abbassare al minimo questo concetto del
tutto discrezionale». Il 30 marzo, dopo l'arringa dell'altro
difensore Giuseppe Scozzari, il collegio di giudici presieduto da
Giuseppe Melisenda Giambertoni emetterà la sentenza. (GECA)
CANICATTI'
RIVENDICAZIONI SALARIALI Chiedono
al commissario straordinario dell'Ato Ag3 Mannone di avere versato
il 20 percento della mensilità di settembre 2914
Lavoratori della Dedalo pronti a dar
battaglia
Sono in tutto cinquantasette in una
posizione di comando a! Comune e si occupano del servizio di igiene
ambientale.
Dopo aver superato in maniera positiva
la vertenza relativa al mancato pagamento di alcune mensilità
arretrate da parte della Dedalo Ambiente, versate nei giorni scorsi,
i 57 lavoratori in comando al comune e che si occupano del servizio
di igiene ambientale sono pronti nuovamente a dare batta glia per
un'altra delicata situazione che fino a questo momento non ha
trovato alcuna soluzione. Si tratta del mancato versamento da parte
del Commissario Straordinario dell'Ato Ag3, Francesco Mannone,
della quota del 20% relativa alla mensilità di settembre 2014 che i
lavoratori ancora devono percepire insieme ad una parte della
tredicesima, sempre relativa allo scorso anno. La pazienza dei
lavoratori, dopo settimane d attesa, sembra essere ormai finita a
seguito del continui) diniego da parte della gestione commissariale
dell'Ato Ag3 a versare il dovuto nonostante il Comune abbia già da
diverso tempo versato oltre 90 mila euro necessarie proprio ad
effettuare il pagamento di queste spettanze arretrate. Nei prossimi
giorni gli stessi daranno mandato ad un legale per avviare un'azione
tramite l'Ispettorato del Lavoro contro l'Ag3, che prevede la
richiesta di una conciliazione monocratica ed una eventuale
successiva diffida accertativa. Attraverso il primo passaggio i
lavoratori sperano di poter arrivare ad una soluzione negoziata della
vertenza attraverso la mediazione di personale ispettivo che dopo
aver convocato le parti giunge ad una conciliazione che in questo
casi significa il pagamento di quanto i 57 lavoratori chiedono. In
caso negativo potrebbe scattare la seconda azione, quella della
diffida accertativa, che, una volta consolidato che il credito
vantato dai lavoratori risulti certo, porta l'ispettore a diffidare
l'Ato Ag3 a corrispondere agli operai le somme dovute entro il
termine di trenta giorni. Dal punto di vista dell'Ato Ag3 invece
questo credito vantato dai lavoratori non pub essere saldato in
quanto il Comune dovrebbe versare ancora nelle casse dell'ambito
circa 500 mila euro di debiti pregressi relativi ad una controversia
ancora in atto tra lo stesso ente amministrato dal sindaco Vincenzo
Corbo e l'Ato Ag3.
(GIMO)
Agrigentoflash
LA DIFESA: "D'ORSI NON È LADRO
E VA ASSOLTO"
Tre ore di arringa difensiva per
chiedere l'assoluzione dell'ex presidente della Provincia
regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi. "Si può chiedere la
condanna di un imputato, ma proprio non capisco il senso di doverlo
denigrare in pubblico chiamandolo ladro". Così ha parlato
l'avvocato Daniela Posante, difensore di D'Orsi, replicando al
pubblico ministero Carlo Cinque, che all'udienza precedente, nella
sua requisitoria aveva detto che "l'ex presidente della Provincia
è un ladro".
Sulla palme, che D'Orsi avrebbe fatto
impiantare nella sua villa di Montaperto, a spese dell'Ente, con il
vivaista che in aula ha detto di averle consegnate a una persona
incaricata da D'Orsi, che non le aveva comprate, il legale ha
rilanciato: "Il vivaista è un persona inattendibile, un teste che
non ha alcuna credibilità".
Altro punto i lavori nella villa di
D'Orsi a Montaperto. Per l'avvocato Posante: "L'architetto
Vincenzo Buono non ha voluto essere pagato perché hanno ottimi
rapporti personali, succede a tutti i professionisti".
Per il legale "Sui rimborsi dei
pranzi istituzionali, la procedura era legittima, mentre gli
incarichi affidati a professionisti esterni, era necessario fare in
fretta per evitare richieste risarcitorie di proprietari dei terreni
espropriati".
La Procura di Agrigento ha chiesto per
D'Orsi 6 anni di reclusione. Il marzo, dopo l'arringa
dell'avvocato Giuseppe Scozzari, sarà emessa la sentenza.
Sicilia24h
AGGIUDICATI LAVORI DI COMPLETAMENTO
DELLA PALESTRA DEL LICEO SCIENTIFICO "FERMI"
La Commissione Gare dell'UREGA
(Ufficio Regionale Gare) ha aggiudicato un importante appalto
riguardante i lavori di completamento del corpo palestra del Liceo
Scientifico "Enrico Fermi" di Sciacca. L'appalto della
Provincia Regionale di Agrigento, oggi Libero Consorzio Comunale,
aveva un importo complessivo di € 2.282.953,94 euro più Iva, di
cui € 1.655.642,40 per lavori al netto, € 63.291,43 per oneri per
la sicurezza non soggetti a ribasso, e € 564.020,40 per costi di
manodopera (non soggetti a ribasso).
I lavori sono stati aggiudicati
provvisoriamente all'Impresa Consorzi Stabile Valori Scarl, con
sede a Roma, che ha offerto un ribasso del 36,6333%. Seconda in
graduatoria è risultata l'Impresa Ferrara srl con sede a Giardini
Naxos (ME) che ha offerto il ribasso del 36,6290 %.
La Commissione dell'UREGA è stata
presieduta dal dott. Melchiorre Cirami, vicepresidente l'ing.
Federico Piazza e componente, in rappresentanza del Libero Consorzio
Comunale, il geom. Giovanni Spallitta, funzionario amministrativo
dell'Ufficio Gare.