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rassegna stampa del 10 marzo 2015

LA SICILIA
TRIBUNALE. Udienza riservata alla difesa dell'ex presidente della Provincia D'Orsi «E' STATO UN PROCESSO IMPRONTATO ALL'APPROSSIMAZIONE DELLA PROVA» Udienza riservata ieri alla discussione del collegio difensivo dell'ex presidente della Provincia regionale di Agrigento Eugenio D'Orsi. Colui il quale oggi è ((solo)) preside scolastico, accusato e a processo da tre anni per peculato, truffa aggravata, abuso d'ufficio e concussione, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Giuseppe Melisenda Giambertoni, a latere Genna e Contini. Un procedimento giunto alle battute finali, tanto che nell'udienza del 3D marzo dovrebbe essere emessa la sentenza. Ieri spazio dunque all'accorata e circostanziata arringa difensiva dell'avvocato Daniela Posante che, con il collega Giuseppe Scozzari sta cercando di evitare la condanna alloro assistito. Nel corso di un'udienza snodatasi in due tempi, quindi molto lunga, Posante ha replicato a tutti i capi d'imputazione contestati all'ex presidente della Provincia. La discussione ha preso il via dal «caso)) che ha avuto come coprotagonista l'agronomo del Giardino Botanico Alletto, il quale secondo Posante "il 26 novembre 2010, giorno in cui si sarebbe consumato il reato più grave contestato a D'Orsi era stato convocato dallo stesso D'Orsi, era andato al lavoro, ma poi andarono nella casa del presidente, ma Alletto non scese dall'auto. Solo quando vide che lo spostamento di un albero d'ulivo non era eseguito correttamente chiese in prestito un paio di stivali e diede qualche consiglio. Alletto non era in tenuta da giardiniere, Alletto non dirigeva alcun lavoro». Capitolo palme: «Il teste Rotulo (titolare del vivaio che donò piante alla Provincia essendo suo punto di chiudere attività, ndr) è inattendibile. Come ha fatto ad esempio a ricostruire il numero esatto delle piante donate alla provincia, dopo il furto che aveva subito? E ancora, è lo stesso D'Orsi a chiedere che tutto venisse inventariato, chiedendo anche si stilasse un verbale di consegna".
Capitolo concussione che D'Orsi avrebbe consumato nei confronti dell'architetto Buono, Vecchio del dipendente della provincia Chianetta: «D'Orsi e Buono erano amici e la stabilizzazione ottenuta da quest'ultimo dopo 9 annidi attività non fu decisa per questa amicizia, ma in base a una procedura generale decisa nel contesto della programmazione sulla stabilizzazione del personale a più ampio raggio. Quello che si sta concludendo - ha detto Posante rivolgendosi al Collegio - è un processo improntato all'approssimazione della prova". Posante ha inoltre ricordato come per alcuni capi d'imputazione contestati a D'Orsi, si siano pronunciati con sentenze assolutorie procedimenti paralleli svoltisi dinanzi al Gup o ad altra sezione dello stesso Tribunale di Agrigento. Infine, poco prima di chiudere il proprio intervento, il legale ha risposto con stile, ma con estrema fermezza alla «battuta» fatta durante la propria requisitoria dal pm Carlo Cinque, quando citò un proverbio napoletano, nel quale si fa la differenza tra ladri e mariuoli. «C'è modo e modo per chiedere la condanna di un imputato, non certamente citando un proverbio napoletano", ha chiosato Posante. Cinque non ha battuto ciglio.
A quel punto, il presidente Melisenda Giambertoni ha rinnovato ai presenti «l'appuntamento» per l'udienza decisiva del prossimo 30 marzo. In quella occasione l'altro avvocato difensore di D'Orsi consegnerà una propria memoria al Tribunale, consentendo quindi al collegio di entrare in camera di consiglio. La sentenza dovrebbe essere emessa entro la giornata.

Ex ospedale via Atenea Il Cupa lo restituisce ai rettore con corriere Il Consorzio ha spedito le chiavi a Palermo perché non è in grado di metterlo in sicurezza
A leggere i comunicati stampa di cinque anni fa sul futuro dell'ex ospedale di via Atenea cori sembrerebbe quasi possibile che, adesso, nessuno sembra volersi si accollare i suoi oltre tremila metri quadrati di degrado. Una volta che ci si è resi conto che poco o nulla può essere fatto per il rc'cupeio della struttura il Consorzio Universitario di Agrigento ha infatti tentato — senza successo di restituire l'edificio all'Università di Palermo senza però che nessuno abbia risposto alle richieste. La storia è recente e assolutamente "gustosa".
Circa tre mesi fa il Comune di Agrigento scrive orma lettera al Cupa con la quale fa presente rise le condizioni dell'ex ospedale sono gravi e che sono necessari degli interventi quantomeno per rimuovere i rischi. Questo perché in più occasioni dalla struttura si sono staccati pezzi di intonaco dovuti appunto all'assenza di manutenzione che, fortunatamente, non hanno mai ferito nessuno. Così il Consorzio, in perenne crisi di liquidità, ha dovuto riscontrare di isois essere nelle condizioni economiche per poter far fronte ai necessari interventi di recupero e ha inviato, a dicembre, una lettera all'Università di Agrigento con la quale chiedeva appunto di prendersi in carico ex ospedale. Un modo più per prevenirsi in caso di provvedimenti in danno che per risolvere i problemi almeno nell'immediato, ma ritenuto comunque unica strada attuabile per poter affrontare la situazione. Del resto il Cupa, dopo che l'Ersu aveva abbandonato la "nave" (nonostante nel 2010 si annuo ciò che andavano imputate all'ente tutte le spese, compreso un canone annuo al Polo Universitario) aveva anche tentato nel 2011 di trovare un partner privato che mettesse sul "tavolo" fino a tre milioni di euro che servissero al completamento dei lavori dimessa in sicurezza e la rifunzionalizzazione dell'intero edificio. Un tentativo clic era andato assolutamente a vuoto, costringendo così, adesso, il Consorzio a tentare di "abbandonare" la struttura. Peccato che Unipa, forse fiutando quello che volgarmente si chiamerebbe "pacco", non ha mai risposto alla richiesta del Cupa, il quale adesso è stato costretto ad un gesto tanto inusuale quanto "estremo": prendere le chiavi di accesso alla grande struttura, metterle in una busta e inviai le a Palermo attraverso un coi nere espresso. Un modo per mettere il rettorato con le "spalle ai muro", in un certo senso, anche in considerazione del fatto che Roberto Lagalla, non più tardi di un paio di mesi fasi nostri microfoni aveva garantito che Unipa si sarebbe fatto carico del completamento dei lavori, senza però, a questo punto, rise il Consorzio ne sia stato messo mai a conoscenza.
Cosi, in questo "scaricabarile" di necessità, Viste le drammatiche condizioni finanziarie del Consorzio, sembrano completamente evaporati i "sogni di gloria" per l'ex ospedale, la cui parte incompleta (proprio quella che si affaccia direttamente sulla via Atena) sarebbe dovuta divenire sede del Rettorato.
Unica parte completata e funzionante, per quanto non fruita dagli studenti, rimane il residence "Cavalieri di Malta", completato il 2010, assegnato attraverso procedura aperta l'anno successivo, dopo l'inaugurazione è rimasto a lungo chiuso in quanto, si è scoperto, che la Provincia non aveva mai realizzato la variazione catastale per la struttura. A parte questo, però, il residenze universitario è rimasto poco "appetibile" per gli studenti, venendo principalmente utilizzato (come previsto dalla convenzione) come semplice bed and breakfast.
G. SCHICCHI

GIORNALE DI SICILIA

TRIBUNALE. Il legale Daniela Posante ha concluso il suo intervento fiume, durato tre ore: «Spiace dire che l'approssimazione dell'accusa all'ex presidente è evidente»
L'arringa del difensore: «D'Orsi va assolto»
Il difensore: «Sulla vicenda delle palme il vivaista è un teste che non ha credibilità. L'ex presidente non ha commesso abusi»
«Si può chiedere la condanna di un imputato, ma proprio non capisco il senso di doverlo denigrare in pubblico chiamandolo ladro. L'avvocato Daniela Posante, al termine di un'arringa fiume iniziata alle 9,30 e terminata tre ore dopo, conclude il suo intervento replicando al pm La! lo Cinque che, all'udienza precedente, aveva citato il proverbio napoletano dei ladri dei mariuoli per arrivare alla conclusione che "l'ex presidente della Provincia Eugenio D'Orsi e un ladro", Il legale ha ribattuto agli argomenti della Procura che aveva chiesto la condanna di D'Orsi a 6 anni.
Il caso nelle palme. "Vivaista inattendibile". Per i pm D Orsi si sarebbe appropriato di quaranta palme acquistate dall'ente e le avrebbe fatte mettere a dimora nella sua villa di Montaperto. Il vivaista ha detto in aula di averle consegnate a una persona incaricata da D'Orsi che non le aveva comprate a titolo personale, ma nella qualità di presidente della Provincia per adornare le scuole. L'imprenditore Gaspare Chianetta, che sarebbe andato a prelevarle, in aula ha confermato. "Il vivaista ha detto il legale e un teste che non ha alcuna credibilità e anzi per ragioni fiscali aveva interesse a dire di aver venduto tutto alla Provincia". E aggiunge: "I,e piante acquistate dall'ente sorso finite tutte nelle scuole. Non lo dico io ma i verbali di consegna". Altra accusa di peculato è relativa al presunto utilizzo dell'agronomo della Provincia Giovanni Alletto che sarebbe Stato destinato, nel 2010, durante l'orario di lavoro, al servizio del suo giardino per mettere a dimora le palme. I finanzieri, appostati poco distanti, lo hanno anche fotografato. «Ci ha chiarito che la sua presenza era casuale ha replicato il legale perche avrebbero dovuto discutere di lavoro."
Concussioni per lavori nella villa non pagati. «L'architetto Vincenzo Buono non si è fatto pagare la progettazione per barattare la stabilizzazione alla Provincia? In realtà ci ha solo perso perche e stato inquadrato con un profillo minore rispetto a quello che gli spettava. Non ha voluto essere pagato per gli ottimi rapporti personali che c'erano fra loro, Succede a tutti i professionisti. Particolare il caso dell'impresa di Vincenzo Vecchio che prima aveva scagionato D'Orsi e poi lo ha accusato. «Mi chiedo come si possa condannare l'imputato per la parola di Vecchio che ha ammesso di avere mentito prima ai finanzieri e poi al tribunale. Poi un attacco sulla presunta concussione a Chianetta che avrebbe rinunciato a far si pagare alcuni lavori di scavo. «Spiace dire che l'approssimazione dell'accusa e evidente. Prima si vuoi dimostrare che non è Stato pagato. Poi si dice che ha preteso lo sconto. Basta prendere una calcolatrice per dimostrare che non è così».
I rimborsi dei pranzi istituzionali.
«La procedura non era legittima? Quale legge lo dice? Perché non sono stati interrogati i commensali per chiedere conferma della finalità istituzionale?"
Presunti abusi su incarichi esterni.
«I frazionamenti degli immobili ha aggiunto l'avvocato Posante — sono stati affidati a professionisti esterni perché era necessario fare in fretta per evitare richieste risarcitorie dei proprietari dei terreni espropriati. Tre processi hanno escluso irregolarità. Acquisto di beni senza trattativa privata, «E stato superato il modico valore? L'accusa si è sforzata di abbassare al minimo questo concetto del tutto discrezionale». Il 30 marzo, dopo l'arringa dell'altro difensore Giuseppe Scozzari, il collegio di giudici presieduto da Giuseppe Melisenda Giambertoni emetterà la sentenza. (GECA)

CANICATTI'
RIVENDICAZIONI SALARIALI Chiedono al commissario straordinario dell'Ato Ag3 Mannone di avere versato il 20 percento della mensilità di settembre 2914
Lavoratori della Dedalo pronti a dar battaglia
Sono in tutto cinquantasette in una posizione di comando a! Comune e si occupano del servizio di igiene ambientale.
Dopo aver superato in maniera positiva la vertenza relativa al mancato pagamento di alcune mensilità arretrate da parte della Dedalo Ambiente, versate nei giorni scorsi, i 57 lavoratori in comando al comune e che si occupano del servizio di igiene ambientale sono pronti nuovamente a dare batta glia per un'altra delicata situazione che fino a questo momento non ha trovato alcuna soluzione. Si tratta del mancato versamento da parte del Commissario Straordinario dell'Ato Ag3, Francesco Mannone, della quota del 20% relativa alla mensilità di settembre 2014 che i lavoratori ancora devono percepire insieme ad una parte della tredicesima, sempre relativa allo scorso anno. La pazienza dei lavoratori, dopo settimane d attesa, sembra essere ormai finita a seguito del continui) diniego da parte della gestione commissariale dell'Ato Ag3 a versare il dovuto nonostante il Comune abbia già da diverso tempo versato oltre 90 mila euro necessarie proprio ad effettuare il pagamento di queste spettanze arretrate. Nei prossimi giorni gli stessi daranno mandato ad un legale per avviare un'azione tramite l'Ispettorato del Lavoro contro l'Ag3, che prevede la richiesta di una conciliazione monocratica ed una eventuale successiva diffida accertativa. Attraverso il primo passaggio i lavoratori sperano di poter arrivare ad una soluzione negoziata della vertenza attraverso la mediazione di personale ispettivo che dopo aver convocato le parti giunge ad una conciliazione che in questo casi significa il pagamento di quanto i 57 lavoratori chiedono. In caso negativo potrebbe scattare la seconda azione, quella della diffida accertativa, che, una volta consolidato che il credito vantato dai lavoratori risulti certo, porta l'ispettore a diffidare l'Ato Ag3 a corrispondere agli operai le somme dovute entro il termine di trenta giorni. Dal punto di vista dell'Ato Ag3 invece questo credito vantato dai lavoratori non pub essere saldato in quanto il Comune dovrebbe versare ancora nelle casse dell'ambito circa 500 mila euro di debiti pregressi relativi ad una controversia ancora in atto tra lo stesso ente amministrato dal sindaco Vincenzo Corbo e l'Ato Ag3.
(GIMO)

Agrigentoflash

LA DIFESA: "D'ORSI NON È LADRO E VA ASSOLTO"
Tre ore di arringa difensiva per chiedere l'assoluzione dell'ex presidente della Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D'Orsi. "Si può chiedere la condanna di un imputato, ma proprio non capisco il senso di doverlo denigrare in pubblico chiamandolo ladro". Così ha parlato l'avvocato Daniela Posante, difensore di D'Orsi, replicando al pubblico ministero Carlo Cinque, che all'udienza precedente, nella sua requisitoria aveva detto che "l'ex presidente della Provincia è un ladro".
Sulla palme, che D'Orsi avrebbe fatto impiantare nella sua villa di Montaperto, a spese dell'Ente, con il vivaista che in aula ha detto di averle consegnate a una persona incaricata da D'Orsi, che non le aveva comprate, il legale ha rilanciato: "Il vivaista è un persona inattendibile, un teste che non ha alcuna credibilità".
Altro punto i lavori nella villa di D'Orsi a Montaperto. Per l'avvocato Posante: "L'architetto Vincenzo Buono non ha voluto essere pagato perché hanno ottimi rapporti personali, succede a tutti i professionisti".
Per il legale "Sui rimborsi dei pranzi istituzionali, la procedura era legittima, mentre gli incarichi affidati a professionisti esterni, era necessario fare in fretta per evitare richieste risarcitorie di proprietari dei terreni espropriati".
La Procura di Agrigento ha chiesto per D'Orsi 6 anni di reclusione. Il marzo, dopo l'arringa dell'avvocato Giuseppe Scozzari, sarà emessa la sentenza.

Sicilia24h

AGGIUDICATI LAVORI DI COMPLETAMENTO DELLA PALESTRA DEL LICEO SCIENTIFICO "FERMI"
La Commissione Gare dell'UREGA (Ufficio Regionale Gare) ha aggiudicato un importante appalto riguardante i lavori di completamento del corpo palestra del Liceo Scientifico "Enrico Fermi" di Sciacca. L'appalto della Provincia Regionale di Agrigento, oggi Libero Consorzio Comunale, aveva un importo complessivo di € 2.282.953,94 euro più Iva, di cui € 1.655.642,40 per lavori al netto, € 63.291,43 per oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso, e € 564.020,40 per costi di manodopera (non soggetti a ribasso).
I lavori sono stati aggiudicati provvisoriamente all'Impresa Consorzi Stabile Valori Scarl, con sede a Roma, che ha offerto un ribasso del 36,6333%. Seconda in graduatoria è risultata l'Impresa Ferrara srl con sede a Giardini Naxos (ME) che ha offerto il ribasso del 36,6290 %.
La Commissione dell'UREGA è stata presieduta dal dott. Melchiorre Cirami, vicepresidente l'ing. Federico Piazza e componente, in rappresentanza del Libero Consorzio Comunale, il geom. Giovanni Spallitta, funzionario amministrativo dell'Ufficio Gare.









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