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rassegna stampa del 14/15/16 marzo 2015


14 marzo - sabato
Sicilia24h
Pubblicato sul sito dell'Ente il nuovo numero di "Agrigento Nuove Ipotesi"Nuova uscita, nell'edicola virtuale del web, di "Agrigento: Nuove Ipotesi", della rivista periodica edita dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Il nuovo numero è disponibile in formato telematico nel sito dell'ente www.provincia.agrigento.it con un apposito link nella home page.Nel nuovo numero oltre agli articoli sulle attività del Libero Consorzio Comunale di Agrigento che riguardano le attività istituzionali e i rapporti con i cittadini-utenti è pubblicato un articolo sulla mostra in visione nella scala reale che ricostruisce le vicende storiche legate alla costruzione del palazzo della Provincia.L'edizione della rivista è realizzata, interamente, dallo staff giornalistico dell'Ufficio Stampa della Provincia Regionale, la struttura all'interno dell'ente che si occupa delle attività di informazione.La versione digitale del periodico, in formato pdf, consente al lettore di  leggere  la rivista comodamente dal proprio p.c., tablet o smartphone."Agrigento: Nuove Ipotesi", è l'unica rivista nell'Agrigentino e tra le poche in Sicilia edita da una amministrazione pubblica. Tra le testate siciliane è una delle più longeve del panorama editoriale.
Agrigentonotizie
Agrigento, ricordando l'Unità d'ItaliaPresso Scala reale del palazzo della Provincia regionale di Agrigento Dal 17/03/2015 Al 17/03/2015La Provincia Regionale di Agrigento, oggi Libero Consorzio Comunale, esporrà nella mattina di martedì 17 marzo, nella galleria della "Scala Reale", dalle 9.30 alle 13.30, la copia originale della Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 1861, sulla quale venne pubblicata la legge con cui Vittorio Emanuele II proclamò la nascita del Regno d'Italia e assunse il titolo di Re per sè e per i suoi successori.Nella Sala Consiliare dell'Ente, inoltre verrà proiettato un filmato riguardante gli avvenimenti storici che condussero alla proclamazione dell'Unità d'Italia. Per l'occasione, saranno esposti anche altri documenti originali dell'epoca che segnano il percorso unitario della proclamazione di Roma capitale d'Italia e saranno visitabili pregevoli affreschi di Maestri della seconda metà dell'800 sui temi dell'Unità nazionale.
15 marzo - domenica
GIORNALE DI SICILIA
I NODI DELLA REGIONE. La Finanziaria continua a scatenare polemiche. Confermato lo sciopero contro i tagli per il personale. Faraone: «Scandaloso avere sindacalisti così»TAGLI AI CONSIGLIERI, SCONTRO ARDIZZONE-BACCEIl presidente dell'Ars: c'è già una norma nazionale, basta recepita. L'assessore: perché non fare lo stesso in assemblea?La finanziaria non è ancora stata ultimata ma le prime polemiche sono nell'aria. La giunta tornerà a riunirsi domani ma non basterà una nuova maratona per approvare la manovra. Le prime norme varate riguardano forestali, personale della Regione e indennità degli amministratori degli enti locali. E proprio su questo tema interviene il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, mentre Davide Faraone attacca i sindacati. «Come già più volte evidenziato - scrive Ardizzone - , in tema di indennità degli amministratori pubblici locali bisogna applicare la normativa nazionale, equiparando Io status di sindaci e consiglieri comunali siciliani a quelli del resto d'Italia. Una modifica già prevista, su mia iniziativa, nel disegno di legge predisposto dagli uffici della presidenza dell'Ars, in materia di liberi consorzi comunali e città metropolitane». Un richiamo chiaro, che non è solo ricordare proposte già avanzate ma che suona come una bacchettata al governo. «Sono norme che non vanno in finanziaria - dice ancora Ardizzone - ,parlano alla pancia della gente ma si dimenticano una serie di altri aspetti come gli oneri riflessi e la partecipazione alle commissioni. Va applicata tout court la norma nazionale e va fatto nella legge su Liberi consorzi e città metropolitane». Il presidente dell'Ars parla anche di «scorciatoie, che non farebbero altro che creare praterie e privilegi a seguito del libero arbitrio delle interpretazioni di norme da parte del governo di turno». Un'operazione che Ardizzone non condivide anche perchè «i siciliani non siamo figli di un dio minore, c'è una sorta di masochismo politico nel dipingerci sempre come Cattivi e c'è chi ci sguazza». Ardizzone invoca «riforme strutturali - aggiunge - non si possono criminalizzare solo alcune categorie. Con la Finanziaria si deve piuttosto risolvere il problema di un buco di oltre tre miliardi. E ben vengano le inchieste sugli enti locali, si accertino le responsabilità personali e si isolini i mascalzoni, ma non si può spostare l'attenzione dai problemi veri». Ad Ardizzone replica l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei. »La norma è stata inserita in finanziaria - spiega - perchè tagliando i gettoni si tagliano anche i trasferimenti agli enti locali. Ma queste disposizioni hanno anche un significato, significa allineare i compensi non solo del personale ma anche degli amministratori. Si dovrebbe andare di pari passo anche all'Ars, sarebbe un gesto carino». Botta e risposta, e non è nemmeno il primo fra Ars e governo sul tema di indennità e stipendi.Intanto la manovra tornerà in giunta domani, un'altra seduta è prevista mercoledì. «Alcune norme sono state modificate - spiega Baccei - , serve riscriverle». Per chiudere definitivamente passerà ancora qualche giorno mentre a Roma si continua a trattare per recuperare i fondi necessari a far quadrare i conti. »Ci saranno i tavoli tecnici martedì e mercoledì - dice ancora Baccei - , lavoriamo su due binari. Da un lato per chiudere 112015 tenendo conto del bilancio già approvato dallo Stato, per il 2016 il ragionamento è più ampio, passa dallo spostamento dei versamenti Irpef e Iva. Se basterà un atto amministrativo è più semplice». Bilancio e finanziaria, dice Baccei, viaggiano separatamente. «In finanziaria - conclude - ci sono misure per il contertirriento della spesa e altre per io sviluppo, spero non vengano spezzate. Grazie ai fondi europei, almutuo da un miliardo e 800 mila euro, ci sarà una bella iniezione di liquidirà, potremmo ben sperare per il2015».Sulle annunciate norme in materia di personale arrivano le perplessità dei sindacati. «Ci rendiamo conto della necessità di una spending review dettata da Roma - dice Claudio Barone, segretario regionale della Uil - ma non siamo d'accordo che sia fatta solo a spese dei lavoratori. Non c'è nessuna limitazione della spesa, nessuna riorganizzazione. E soprattutto non c'è stato alcun confronto, noi siamo disponibili ma anche non ci sarà restano in piedi le manifestazioni di protesta. Siamo pronti ad avanzare proposte concrete, come un tetto alle consulenze e la riorganizzazione delle partecipate oggi troppo frammentate». Sulla stessa lunghezza d'onda la Cisl. «Non c'è stato un confronto di merito - sottolinea Mimmo Milazzo, segretario regionale - ,da parte nostra non c'è una chiusura male norme vanno discusso. E in ogni caso tutta la manovra non può ruotare intorno al personale, vorremmo vedere norme sui consumi intermedi, sull'applicazione dei costi standard e sulle spese strutturali. Tagliare solo sul personale è una risposta simbolica? La manovra deve essere più complessiva. capiamo la necessità di far quadrare i conti ora ma non si deve perdere di vista il futuro». No al tagli lineari anche dalla Cisl Funzione Pubblica. «Baccei stesso - dicono Gigi Caracausi e Paolo Montera della segreteria regionale - ha scritto nel Dpef che i tagli lineari hanno aggravato la spesa, a causa dei contenziosi che innescano. Si pensi piuttosto a razionalizzare gli affitti e ai centri unici regionali su base provinciale per migliorare i servizi». I sindacati confermano il sit in a Palazzo d'Orleans mar- tedi e lo sciopero del 20marzo. Scelta che secondo il sottosegretario all'istruzione, Davide Faraone, «ha dell'incredibile. Nessun sindacalista invece ci dice perché 180 per cento di musei e dei siti archeologici resta chiuso la domenica. Mi scandalizza - ha concluso - che nessuno si scandalizzi di avere sindacalisti così in Sicilia».SCIACCARACCOLTA DEI RIFIUTI  Intanto, l'assessore ai Servizi a rete, Gaetano Cognata, si appresta a portare in consiglio comunale una proposta complessiva sul servizioSogeir, 190 mila euro per pagare lavoratoriArriva anche lo stipendio di febbraio e questa volta il sindacato parla di «situazione che volge al meglio».Il Comune liquida 190 mila euro alla Sogeir che completa il pagamento degli stipendi ai lavoratori. Arriva anche quello di febbraio e questa volta il sindacato parla di' situazione che volge al meglio pure nei rapporti con la società", Lo fa attraverso Enzo Iacono, rappresentante della Funzione pubblica Cgil. "Lo stipendio di gennaio è stato pagato, per intero, ai dipendenti di tutti i Comuni dell'Ato - dice Iacono - e adesso il commissario, Achille Fuoroso, mi ha comunicato che martedì 17 pagherà anche quello di febbraio. Se le cose andranno avanti così non ci saranno scioperi ed anche i lavoratori potranno lavorare con maggiore tranquillità". Intanto, l'assessore ai Servizi a rete, Gaetano Cognata, si appresta a portare in consiglio comunale una proposta complessiva sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti che comprenderà sia il piano finanziario che le modalità di gestione, in house o attraverso l'affidamento a una ditta. "Rimango convinto - dice Cognata - che l'affidamento, attraverso una gara, a una ditta darebbe maggiori garanzie al Comune che verrebbe sgravato di una serie di oneri a cominciare dall'acquisto e dalla manutenzione dei mezzi. Ci rimetteremo, comunque, a una valutazione del consiglio comunale. Quel che è certo - aggiunge Cognata - è che i lavoratori in ogni caso saranno garantiti". Sono 48. in città, gli addetti al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti". Il sindacato propende per la gestione diretta da parte del Comune. 'Non si è soggetti al pagamento dell'Iva, si può risparmiare un utile d'impresa che non è mai inferiore al 15020 per cento per chi si aggiudicherà il servizio - dice Enzo Iacono, della Cgil Funzione pubblica - e il Comune parte già da un vantaggio, quello di avere un personale di 48 unità composto dagli operai". li Comune, fino ad oggi, ha puntato sull'appalto. in base ai calcoli effettuati dall'ente la gara, che verrebbe espletata dall'Urega di Agrigento, potrebbe avere un importo a base d'asta di 35 milioni di euro. E' previsto un servizio per sette anni. Un risparmio, di circa un milione di euro, ci sarebbe già rispetto ai costo complessivo attuale del servizio. Al momento- dice l'assessore ai Servizi a rete, Gaetano Cognata - spendiamo 5 milioni 271 mila euro all'anno per la Sogeir e 300 mila euro per lo spazzamento manuale. Bisogna considerare anche il costo, che grava sempre sul Comune, di circa 500 mila euro all' anno per scerbatura, pulizia spiagge, pulizia cunette e derattizzazione. Nell' appalto vogliamo prevedere tutto questo e una serie di servizi aggiuntivi oltre a un aumento, considerevole, dei giorni di lavaggio delle strade. Per il comitato per la trasparenza dei costi dei servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, invece, bisogna puntare alla gestione diretta del servizio "1 costi complessivi - dice il presidente, Stefano Scaduto - si ridurrebbero notevolmente, perché non ci sarebbe da pagare l'utile ad un'impresa privata, e si potrebbe ridurre di almeno un 15 per cento la tassa sui rifiuti". (GP)
LA SICILIA
ARDIZZONE: IL TAGLIO DEI GETTONI VA INSERITO NELLA LEGGE SUI LIBERI CONSORZI DI COMUNIPALERMO Al presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, non deve essere affatto piaciuta la battuta del governatore Rosario Crocetta (temo che in Aula questa norma venga bocciata»), a proposito della riduzione dei gettoni di presenza che percepiscono i consiglieri comunali, molto più remunerativi di quelli del resto d'Italia. Per Ardizzone, infatti, questa norma non va inserita nel disegno di legge di stabilità, ma in quello sull'istituzione dei Liberi consorzi di comuni che dovrà essere approvato prima. «Come ho più volte evidenziato - ha dichiarato il presidente dell'Ars - in tema di indennità degli amministratori pubblici locali, bisogna applicare la normativa nazionale, equiparando io status di sindaci e consiglieri comunali a quelli del resto d'Italia. Una modifica - ha aggiunto - già prevista, su mia iniziativa, nel disegno di legge predisposto dagli uffici di presidenza dell'Ars, in materia di Liberi consorzi comunali e Città metropolitane. Non possono essere ammesse scorciatoie, clic non farebbero altro che creare praterie e privilegi a seguito del libero arbitrio delle interpretazioni di norma da parte del governo di turno, Continuare ad alimentare le polemiche sulle indennità degli amministratori pubblici locali, da parte degli organi istituzionali serve solamente a spostare l'attenzione dai veri problemi della Sicilia».Dunque, non c'è alcun motivo perché i consiglieri e amministratori 'comunali siciliani abbiano un'indennità superiore a quella del loro colleghi dei Continente, Così come è stato messo in discussione lo »status» dei consiglieri regionali e dei parlamentari nazionali, lo stesso si può fare per sindaci, assessori e consiglieri comunali, E per il presidente dell'Ars, bisogna farlo presto per evitare il solito gioco. Ardizzone, che nei giorni scorsi ha partecipato ad un incontro con alti magistrati della Corte dei conti, ha rilevato che in. Italia il problema non è solo il costo del «gettone» ma la polverizzazione degli enti locali: i comuni più piccoli andrebbero accorpati. In Piemonte ben 602 comuni su 1206, non raggiungono i mille abitanti; in Lombardia 323 su 153; in Sicilia 34 su 390. Sotto la soglia dei 500 abitanti: 139 in Lombardia; 340 io Piemonte; 4 in Sicilia,Sul bilancio e il disegno di legge di stabilità che la giunta regionale dovrebbe varare la prossima settimana, Ardizzone non si è voluto sbilanciare: «Non conosco il ddl. C'è un disavanzo di 3 miliardi. Lo Stato ci ha sottratto diversi fondi: 250 milioni l'anno solo per avere spostato da Palermo a Latina il centro per l'elaborazione delle buste paga degli statali che lavorano in Sicilia. Lo Stato ci depreda e quasi è colpa nostra». 
DISCARICA "MATARANA"Contrafatto e Lupo:«I controlli non misero in evidenza irregolarità»Ieri vi abbiamo fornito la prima "puntata" delle dichiarazioni rilasciate da interlocutori Regionali alla Commissione bicamerale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, riportando quanto sostenuto dall'ex assessore all'Energia Nicolò Marino e le durissime accuse (gran parte già sostenute in passato e oggetto di querela di parte) contro la Catanzaro Costruzioni, Il "fu" componente della Giunta Crocetta, però, non è stato l'unico convocato per discutere del settore dei rifiuti in Sicilia, sebbene la "musica" almeno per l'impianto di Siculiana sia stata sicuramente diversa.Il giorno seguente alla relazione di Marino, siamo quindi al 24 febbraio 2015, viene ascoltata Vania Contrafatto, attuale assessore al ramo, la quale spiega di essersi insediata "a dichiarazione di emergenza già scaduta, con i postumi di un'ispezione sacrosanta che aveva fatto il mio predecessore, il dottor Marino, il quale aveva inteso approfondire le dinamiche e soprattutto l'iter amministrativo e procedurale che avevano portato in Sicilia all'esistenza delle discariche come sostanzialmente ad un unico impianto a cui destinare i rifiuti". "A seguito dell'attività ispettiva — prosegue Contrafatto - dopo le conclusioni a cui pervenne la Commissione ispettiva, sono stati, in via di autotutela amministrativa, ripercorsi tutti i passaggi amministrativi che portarono alle autorizzazioni, ora ritirando, ora sospendendo quelle che erano state poste in essere contro la legge. Ove sono state individuate situazioni penalmente rilevanti, ne è stata data comunicazione alle procure competenti". Contrafatto riporta quindi i casi degli impianti colpiti da provvedimenti, come la discarica di Mazzarà Sant'Andrea, sequestrata dalla Procura, quello catanese dalla Oikos, il cui titolare ha ricevuto un "procedimento penale" e la struttura della Sicula Trasporti, oggetto di un cosiddetto procedimento amministrativo di secondo livello, ancora in corso.Stesso procedimento subito dalla struttura della Catanzaro Costruzioni, la quale, prosegue Contrafatto da ciò che risulta dai documenti presenti in assessorato, fece ricorso avverso le conclusioni dell'indagine ispettiva. Anche in quel caso si è concluso un procedimento di secondo grado con esito positivo e anche questo si è concluso prima del mio insediamento".Lo stesso concetto viene ribadito, il 4 marzo (il verbale è stato pubblicato solo ieri) dall'ex dirigente del settore, Marco Lupo. Questi, ripercorrendo il quadro generale in cui ci si trovava ad operare a livello siciliano, parlando della commissione costituita per la verifica degli iter amministrativi precisava che "dall'esame delle autorizzazioni è emerso di tutto", ma sostanzialmente sempre a carico degli impianti privati a cui già la Contrafatto aveva fatto riferimento. Diversa la situazione per la discarica agrigentina. "Anche per quanto riguarda la discarica di Siculiana, quella di Agrigento, la Commissione ha fatto la relazione — ha aggiunto Lupo - e io ho avviato un procedimento di secondo grado, perché obiettivamente le criticità rilevate non erano certo paragonabili a quelle delle altre due di cui vi ho parlato. La grossa criticità che ho rilevato è che questo impianto non biostabilizzava la frazione umida però, per effetto di una circolare che avevo fatto all'atto del mio insediamento, che imponeva a ogni gestore di presentare un progetto entro una certa data pena chiusura, l'operatore aveva già presentato il progetto dell'impianto e quindi questo gli è stato prescritto anche in sede di revisione dell'autorizzazione". Quando poi i componenti della commissione tornano a chiedere notizie del provvedimento nello specifico, Lupo dichiara che rispetto a Siculiana la "commissione ha visto tutti gli iter autorizzativi e ha rilevato molti vizi sulle vasche che però ormai erano chiuse, in post-gestione in qualche caso conclusa. Chiaramente ho fatto un procedimento di secondo grado solo sulla discarica in esercizio — prosegue -, in cui la Commissione rilevava tre criteri criticità: 1) non era è stato coinvolto il dipartimento urbanistico, che però dagli atti risultava convocato e non presente 2) il sindaco del Comune di Montallegro era contrario, ma poi nel procedimento di secondo grado esprime parere favorevole, 3) la biostabilizzazione, e lì già era in atto un procedimento".G. SCHICCHI
16 marzo - lunedì
GIORNALE DI SICILIA
SCALA REALEESPOSIZIONE DELLA STORIALa Provincia Regionale di Agrigento, oggi Libero Consorzio Comunale, domani mattina alle 9,30, nella Scala Reale, promuove un'esposizione speciale della copia originale della Gazzetta Ufficiale del 17 marzo 1861, sulla quale venne pubblicata la legge con cui Vittorio Emanuele II proclamò la nascita dei Regno d'Italia e assunse il titolo di Re per sè e per i suoi successori. Prevista anche la proiezione di un video riguardante gli avvenimenti storici che condussero alla proclamazione dell'Unità d'Italia. Saranno esposti anche altri documenti originali dell'epoca che segnano il percorso unitario della proclamazione di Roma capitale d'Italia, affiancati ad affreschi di! maestri della seconda metà dell'800. Nella stessa location, inoltre, si può ancora visitare la mostra "La storia del Palazzo della Provincia" con disegni e progetti originali, stampe, mappe e antiche fotografie che ripercorrono lo sviluppo urbanistico del centro. (ACAS)
LA SICILIA
REALMONTE  Il 51% delle quote regionali è ufficialmente decaduto e il colosso dei sali potassici è alla ricerca di partnerSTORICA SVOLTA: LA REGIONE MOLLA L'ITALKALIREALMONTE. Si chiude un'epoca e non è detto che sia una «disgrazia». La partecipazione di maggioranza della Regione Sicilia nell'Italkali è "finita". Il 51% di quote regionali è decaduto. Ora l'oro bianco di Sicilia, ovvero il salgemma estratto dalle miniere e lavorato da Italkali (il suo sale alimentare è tra i più diffusi), passa a prezzo di saldo al socio privato che ha il 27% e la gestione. Il capo dell'azienda, Francesco Morgante, tecnicamente amministratore delegato nonostante gli 89 anni suonati è già al lavoro, per questa nuova fase. Le miniere siciliane di Racalmuto e Realmonte in provincia di Agrigento e di Petralia in provincia di Palermo danno milioni di tonnellate di salgemma che Italkali lavora e vende per il 78% in Italia e 22% all'estero, I ricavi sfiorano i 90 milioni, il bilancio è da anni in utile con debiti ridotti all'osso. La gestione è per statuto in mano ai privati e la famiglia Morgante è di gran lunga il principale.E dal 1999 che il socio pubblico dovrebbe uscire da Italkali, Già la legge Finanziaria 2008 aveva imposto alla Regione di cedere la sua quota entro il 2010. Nel 2011 sembrò che tutto facesse volgere verso la svolta. Ma prima venne effettuata la gara per scegliere i'advisor. In due buste altrettante offerte: Unicredit-Irfis e Meliorbanca. Ma la busta di Mediobanca non era integra e la gara venne rifatta, ma sull'esito poco si sa. La vicenda Italkali è stata affrontata con ampio risalto ieri dal Corriere della Sera, pronto a ipotizzare come la «melma» sulla gara pubblica sia stata in realtà una precisa scelta di politica industriale: «scongiurare il rischio che un competitor - scrive il Corsera - si prenda il mercato di Italkali smantellando la produzione.«La partecipazione della regione —ha detto Morgante — è decaduta dal primo gennaio di quest'anno, in base a quanto prevede la legge di stabilità del 2014. E' una semplice presa d'atto». Ora sarà il vertice di ltalkali a stabilire, a rigor di codice civile il valore delle azioni da liquidare alla Regione. Ma un conto è mettere a gara il 51% di un'azienda sana e appetibile, un altro è farsi fare il prezzo da chi ha interesse a sborsare il meno possibile. La prelazione è già scattata e gli altri soci rilevano, per ora al valore nominale dì 3 milioni (ci sarà un conguaglio), il 51% della Regione. Ma chi c'è tra gli altri privati con piccole quote? I principali concorrenti sono i francesi di Salins, leader in Europa, gli austriaci di Salinen e la Sosalt-Ati della famiglia siciliana D'Alì Staiti. Spetta a questa compagine realizzare il progetto da 250 milioni per il rilancio della produzione di solfato di potassio. Ovvero la kainite, sogno industriale che, senza I'»intralcio» delle quote «politiche» potrebbe finalmente materializzarsi.FRANCESCO DI MARE
LEGGE DI STABILITA' Gli assessori di area Pd hanno illustrato le misure agli eletti dem e ad alcuni deputati dell'ex Articolo 4Regione, mancano 3 miliardiNon bastano i tagli, rimane il buco delle risorse finite nel risanamento nazionaleOggi Crocetta vede i sindacati, cercherà di far rèvocare lo sciopero indetto per il 20LILLO MICELIPALERMO. Per il Partito democratico, le misure di contenimento previste dal disegno di legge di stabilità messo a punto dal governo regionale, sono ampiamente condivisibili, ma bisogna fare i conti con la realtà. E quanto emerso dall'incontro che si è tenuto ieri, a Palermo, convocato dal segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, che ha consentito agli assessori di area Pd (unico assente Caruso) di illustrare ai deputati nazionali e regionali nonché ad alcuni segretari provinciali, le norme con cui si tenta di allineare la spesa della funzione pubblica regionale con quella statale. Presenti anche alcuni deputati dell'ormai ex Articolo 4, che hanno partecipato alla riunione da componenti il gruppo parlamentare del Pd all'Ars.E stato l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, a sottolineare che più che di tagli, bisogna parlare di adeguamento della normativa regionale a quella statale, in materia di personale e di pensionamenti. Sono previste agevolazioni per chi, avendo maturato i requisiti, chiederà di essere messo in quiescenza entro il 2016; agevolazioni anche per coloro che matureranno l'età di pensionamento entro il prossimo quinquennio, ma che facciano richiesta fin da ora.Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha convocato per questa mattina alle 11,30, tutte le sigle sindacali - autonomi e confederali - che la scorsa settimana hanno rimandato al mittente le proposte, indicendo uno sciopero generale per il 20marzo. Per domani è previsto un sit in davanti Palazzo d'Orléans, mentre l'Anci Sicilia terrà una conferenza stampa in piazza Politeama. Crocetta tenterà di fare breccia nel muro alzato dai sindacati, confidando sulle misure suggerite dall'assessore al Lavoro, come la ricollocazione del personale ed incentivi alle agenzie di collocamento per aiutare i lavoratori delle imprese private a trovare una nuova occupazione.Per quanto riguarda gli enti locali, invece, si ipotizza di trasferire ai comuni per la gestione diretta una parte del Fsc (Fondo sociale e coesione). Crocetta, inoltre, non intenderebbe fare alcun passo indietro sul ridimensionamento dei gettoni d'indennità ai consiglieri comunali, così come sui prepensionamenti dei dipendenti regionali e dei braccianti della forestale e dei consorzi di bonifica,«E stato un confronto utile - ha detto il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti -. C'è stata piena condivisione delle proposte per il contenimento della spesa. Entro martedì-mercoledì, la giunta dovrebbe approvare il testo definitivo del provvedimento, sottopone alla coalizione di maggioranza e poi trasmetterlo a Palazzo dei Normanni dove inizierà l'iter parlamentare fine all'approvazione, entro il 30 di aprile».Il taglio degli sprechi e dei privilegi non avrà vita facile. Però, in una fase di depressione economica come quella attuale, sarà difficile per qualsiasi forza politica mettersi di traverso, Ma soltanto i tagli non saranno sufficienti per mettere in equilibrio le entrate e le uscite del bilancia. E questo il vero nodo da sciogliere. All'appello mancano oltre 3 miliardi di euro che i governi nazionali hanno preteso dalla Sicilia, come contributo ai risanamento della finanza nazionale. Dal 2007 al 2009, contributo regionale al fondo sanitario è aumentato dal 42% al 49,11%: un salasso che costa circa 800 milioni di euro l'anno.Il deficit di bilancio sarebbe stato appena sfiorato dall'assessore Baccei, che si attende da Roma l'ok all'utilizzo de Fsc. Ma al momento sono solo ipotesi. L'assessore all'Economia, comunque, ha messo le mai avanti: il governo nazionale potrà operare nell'ambito del bilancia dello Stato approvato a novembre e sottoposto all'esame della commissione Ue. Paletti che potrebbero rivelarsi insormontabili se da parte dei sindacati non ci tosse un'apertura a dialogo. Le opposizioni sono in agguato

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