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/ Rassegna stampa » 2015 » Marzo » 26 » Rassegna stampa del 21-22 e 23 marzo 2015

Rassegna stampa del 21-22 e 23 marzo 2015

21 marzo - sabato
GIORNALE DI SICILIA
BENI CULTURALI La primavera apre le porte alle «Giornate» del Fondo per l'ambiente, «per suggellare ancora l'amore peri luoghi dove si vive». Oggi la conclusione IL FAI TRA STORIA E CULTURA
Cultura ed ambiente. La primavera apre le porte alle Giornate Fai per suggellare - ancora una volta - l'amore per i luoghi dove si vive. Un'occasione - oggi e domani - per "convivere" e "condividere", per sentirsi parte della grande comunità che ama il proprio Paese ed è pronta a difendere le sue ricchezze. Chiese, palazzi, aree archeologi che, giardini. Sono tantissimi, anche ad Agrigento e provincia, i luoghi che resteranno aperti per farsi "raccontare" al gran pubblico. Ad Agrigento saranno visitabili il palazzo della Prefettura, la chiesa di San Pietro, la casa di Pirandello, le cappelle Chiaramontane di piazza San Francesco, la chiesa di San Lorenzo in piazza Purgatorio, il circolo culturale Empedocleo, il collegio dei Filippini, il Comune. Le visite saranno guidate dagli apprendisti ciceroni the sono gli studenti delle scuole di Agrigento e della provincia. Visite guidate anche a Favara: al castello Chiaramontano, alla biblioteca 'Barone-Fondo Antico", alla chiesa del Rosario, a palazzo Cafisi e palazzo "Fanara"; ma anche a Palma di Montechiaro: al palazzo Ducale, alla chiesa di Santa Rosalia; e Porto Empedocle: alla torre Carlo V, al palazzo della Capitaneria di porto. Giorni dedicati anche alla "scoperta" che erano stati presentati, nei giorni scorsi, in Prefettura dalla sezione Fai di Agrigenlo che è presieduta da Giuseppe Taibi, alla presenza del prefetto Nicola Diomede. La ventitreesima edizione delle "Giornate Fai di primavera" - sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica - darà la possibilità di ammirare ed "assaporare", originali visite guidate e coinvolgenti momenti di festa, nonché aperitivi, musica, danze e degustazioni, il giardino della Kolymbethra. La Kolymbethra - l'antica piscina di Akragas - era costante- niente alimentata da un ingegnoso sintema idraulico, gli acquedotti Feaci, che ancora oggi sgorgano di fresche acque utilizzate per l'irrigazione del giardino. Grazie al contributo offerto dalla associazione "Agrigento sotterranea onlus", con i suoi esperti speleologi, per la prima volta in assoluto, accompagnerà i visitatori in uno straordinario viaggio nelle viscere della terra e della storia. Grazie al contributo del Consorzio "Arancia di Ribera Dop" a tutti i visitatori - che sosterranno il Fai nei lavori di coltivazione del giardino della Kolymbethra - sarà offerta una fresca spremuta di arancia. E per la prima volta, sarà sperimentato un percorso esperienziale dedicato ai bambini: "Il giardino dei sensi". Il percorso si concluderà con un momento di scoperta del ciclo vitale delle piante, quale incanto silenzioso che si la scia contemplare, guidato da Maria Ala, paesaggista e responsabile dei servizi Educativi del giardino della Kolymbethra. E poi vi sarà anche una cena con gli agrumi della Koiymbethra: una serata, organizzata dal ristorante Perbacco di Valeria Lombardo, dedicata ai piatti cucinati con i frutti delle diverse specie di agrumi raccolti nel giardino. Dalle 10 alle 17, grazie al patrocinio del parco Valle dei Templi, sarà consentito l'ingresso libero all'area archeologica, esclusivamente con accesso da porta Quinta, in contrada Sant'Anna. Il contributo per l'escursione guidata agli ipogei è di 5 euro; 3 euro per il laboratorio espressivo per i bambini; un euro per ragazzi e due euro per adulti per le visite guidate del giardino. Giornate ideali dunque per abbracciare nel modo migliore - il patrimonio di Agrigento e della sua provincia. Grande successo di pubblico, ieri, nella prima giornata di visita al palazzo della Provincia. Centinaia di ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, oltre a comuni visitatori e turisti, hanno affollato e visitato i luoghi più significativi dell'edificio costruito dal 1858 al 1869. Le visite guidate hanno riguardato la Scala Reale con i suoi affreschi e la mostra sulle vicende storiche e costruttive del "Magnifico palazzo", l'alloggio prefettizio, la mostra sul centenario dell'entrata in guerra dell'Italia nella prima guerra mondiale, la biblioteca provinciale e la sala Giglia del consiglio provinciale con i soffitti adornati da allegorie di origine storica e mitologica. (CR)

LA SICILIA
Unipa costretta a recedere se non si rivedono i rapporti. Obbligatoria una convenzione di 15 anni con garanzie sui pagamenti.
O il Cupa di Agrigento rivede la convenzione con l'Università di Palermo o questa potrebbe essere costretta, per legge, a rescindere ogni contatto.
Nel già complicato futuro del Consorzio universitario agrigentino, infatti, irrompono anche gli ispettori del Ministero dell'Economia e delle Finanze, I tecnici del Mef, infatti, nelle scorse settimane si sarebbero occupati del Cupa, indicando l'esistenza di alcune gravi criticità.
E se da Roma spiegano attraverso il proprio ufficio stampa che "trattandosi di un atto endoprocedimentale non è possibile averne il dettaglio", la circostanza ci è stata confermata, purtroppo, dal rettore dell'università di Palermo Roberto Lagalla.
"Si è trattato di una ispezione periodica che il Mef svolge nelle università, e in tale contesto una delle cose che il Ministero si riserva di segnalarci in fase di trasmissione del rapporto è il rapporto non definito sul piano amministrativo con il Consorzio di Agrigento".
In che senso?
"In questo momento tra Cupa e Unipa vige una convenzione ponte per gli anni 2014 e 2015, mentre ad esempio Trapani e Caltanissetta hanno già firmato le convenzioni pluriennali. Questo, alla luce anche dei grossi arretrati del Consorzio nei nostri confronti ha sollecitato il Ministero ad avanzare un richiamo perché le vicende vengano definite".
Nello specifico cosa vi chiedono?
"Soprattutto che si avvii il recupero degli arretrati, che ammontano a circa cinque milioni di euro, più una garanzia rispetto ai paga menti annuali, Inoltre sarà necessario superare la convenzione transitoria che è attualmente vigente, che è molto più 'leggera' e sostenibile per il Consorzio, con una pluriennale (non meno di 15 anni ndr) che rispetti quanto prescritto dal Ministero e dalla Legge Gelmini, altrimenti non ci sono le condizioni per continuare. Rispetto alle proposte per ridurre il carico economico sostenuto dal Cupa sulle spese generali non credo vi siano spazi:
noi garantiamo quasi l'ottanta per cento e non possiamo fare altro perché andrebbero a saltare i parametri di equilibrio della stabilità finanziaria".
Ma come mai fino ad oggi non è stata firmata una convenzione pluriennale?
"Ancora una volta è addebitabile alla mancata volontà degli enti locali e del Consorzio di addivenire ad una previsione di legge. Solo a parziale discolpa posso dire che è chiaro che la politica regionale deve dare una risposta. Allo stesso modo, però, non si può pensare che il decentramento vada caricato unicamente all'università, considerato che non riceviamo fondi ministeriali appositi.".
Ma se la convenzione da 15 anni non verrà stipulata?
"Non c'è dubbio che dovremo prendere le dovute decisioni. E' evidente che non potremo pagare di tasca alla Corte dei Conti".
I corsi di alta formazione restano una prospettiva utile da un punto di vista economico?
"Abbiamo proposto all'assessore Lo Bello che i corsi di formazione tecnica, da svolgere congiuntamente da scuola e università, trovino sede nei consorzi universitari",
GIOACCHINO SCHCCHI

Approvata dal cda il conto consuntivo per l'anno 2014. C'è un disavanzo di 187mila euro per mancate entrate g. s.) Nella mattinata di ieri il Consiglio di amministrazione del Consorzio universitario di Agrigento si è riunito per mettere mano, dopo mesi di attesa, al consuntivo 2014. Uno strumento finanziario rimasto fino ad oggi in "congelatore" inattesa che l'Università riuscisse a rintracciare nelle pieghe di ciò che è già stato, ogni centesimo per l'annodi competenza (e in attesa, anche, che gli organismi sociali tornassero ad essere pienamente operativi). Così alla fine il voto favorevole è arrivato, anche se il disavanzo registrato ammonta a ben 1 87mila euro. Un "buco" dovuto ancora una volta non tanto alle uscite ma piuttosto alla mancanza di entrate, L'ex Provincia regionale di Agrigento, ad esempio, non ha ancora corrisposto in modo completo la propria quota sociale, limitandosi nelle settimane scorse a pagare una "rata" dei propri 75OmiIa euro annui (parliamo ovviamente del 2014) e riservandosi di versare il resto quando le casse lo consentiranno. Insomma, tutto resta in equilibrio precario, e gli occhi di tutti restano saldamente rivolti verso la Regione, perché si rispettino gli impegni presi in fase di legge di stabilità e si garantisca la sopravvivenza dell'Università agrigentina. Intanto il prossimo 23 marzo è previsto un incontro tra Fabrizio Micari, professore di Ingegneria a Palermo, tra i candidati alla carica di futuro rettore dell'Università, e gli studenti per cercare di capire cosa potrebbe riservare il futuro.

L'EX OSPEDALE IN VIA ATENEA «Chiavi indietro? Siamo quasi alla barzelletta» g. s.) Definire "test' in questo momento i rapporti tra Università di Palermo e Consorzio universitario sarebbe abbastanza riduttivo. Le prese di posizione pubbliche registrate sulla stampa nei giorni della protesta per la salvezza del Cupa, infatti, pare abbiano infastidito non poco il rettorato, così come alcuni atteggiamenti specifici. Tema della discordia (oltre ai fondi, ovviamente), è il destino dell'ex ospedale di via Atenea, che come è noto il Consorzio ha riconsegnato a Palermo attraverso un pacco espresso tentando di liberarsi da tutte le responsabilità rispetto alla messa in sicurezza dei locali richiesta in particolar modo dal Comune di Agrigento.
"La vicenda dell'ex ospedale è stata trattata in modo abbastanza risibile da parte del Consorzio, che ci ha inviato le chiavi via posta — commenta il rettore La Galla - Siamo quasi alla barzelletta come modalità digestione". L'invio "espresso" delle chiavi, ovviamente, per l'Università non chiude le questioni di natura amministrativa che dovrebbero rimanere in carico ad Agrigento.
"E' chiaro — prosegue il rettore - che c'è un comodato al quale il Cupa può rinunciare ex nunc e non ex tunc, ovvero, non può sgravarsene in modo retroattivo. A noi sta anche bene che il Consorzio decida di farlo, del resto abbiamo accantonato oltre 2 milioni e 700miIa euro per gli interventi di recupero di quella sede, ma è necessario un altro milione di euro che dovrebbe provenire o dagli enti locali di Agrigento o dal Consorzio, anche se nessuno si è fatto avanti. Oggettivamente — prosegue - i comportamenti generali delle istituzioni agrigentine continuano ad essere quantomeno latitanti. Noi, ancora una volta, stiamo impegnando più del doppio degli enti locali, ma la valorizzazione di quell'immobile non interessa solo l'università, ma in prima istanza I Comune e il territorio". In questi giorni sono stati realizzati degli interventi di rimozione dei pericoli sulla struttura di via Atenea almeno per quanto riguarda le parti troppo ammalorate.
"La messa in sicurezza nel tempo spettava al Consorzio, che non può uscirsene così. Può chiederci una rescissione formale del contratto di comodato, fermo restando che ai rilievi che sono stati posti dall'amministrazione comunale deve adempiere il Consorzio immediatamente".
Con quali fondi è un mistero che si scioglierà solo in futuro.

I commenti sulla decisione di Enel di ipotizzare l'addio al rigassificatore
Tra delusione e attesa
PORTO EMPEDOCLE, Ora è praticamente ufficiale, Enel smobilita dall'idea di realizzare il rigassificatore perché non le conviene più. Costi di realizzazione schizzati, richiesta di gas in ribasso, scarso interesse del Governo Renzi su un impianto non più strategico. Quindi?
«Nei 3 miliardi di asset potenzialmente cedibili da Enel nel periodo 2015-2019 potrebbe finire anche il rigassificatore di Porto Empedocle, che attualmente "ha tutti i permessi in regola, ma non é finanziabile perché non c'é la tariffa di rigassificazione". Lo ha detto l'amministratore delegato di Enel, Francesco Storace, aggiungendo però che il "grosso" arriverà da "asset in Europa, nelle rinnovabili e non, e nella trasmissione in America Latina". Reazioni dal mondo sindacale: «Enel - spiega il segretario provinciale della Cgil Massimo Raso - nelle settimane scorse (alla inaugurazione della Centrale a Turbo gas di P.E) aveva dichiarato che la possibilità di continuare il progetto del rigassificatore era legata al riconoscimento, da parte del Governo, di quell'opera come opera ritenuta "strategica per il Paese".
Ministero dello Sviluppo economico dovrà decidere nei prossimi giorni su tale riconoscimento. Come si saprà i rigassificatori in fieri sono 3: quello di Porto Empedocle, quello di Gioia Tauro e quello di Ancona-Falconara e legato a quel riconoscimento vi è il contributo del governo (balla 1 Miliardo di euro...).
Il problema non è, quindi, se sarà Enel o meno a continuare l'opera ma l'opera in sè che, oggettivamente ha una valenza strategica per un Paese che dipende ancora dalle energie fossili (anche alla luce delle turbolenze mondiali, sia nel Nord Africa che in Russia) esiste. La recente riunione dei capi di Stato e di Governo sull'Energia e l'esito della stessa contribuiscono ad accelerare la decisione italiana. Nei prossimi giorni sapremo sicuramente come finirà. La campagna elettorale nostrana ha rinfocolato polemiche, forse non ci rendiamo conto della valenza del progetto e l'importanza che lo stesso ha per il Paese ed allora, messe al riparo le questioni legate all'ambiente ed alla sicurezza, tutto il resto è solo strumentale: in questi anni (che non abbiamo avuto il rigassificatore) non abbiamo visto niente circa un favoleggiato sviluppo turistico». Maurizio Saia segretario della Cisl: «Che il rigassificatore di Porto Empedocle non si sarebbe realizzato lo avevamo compreso da tempo. Oggi per le mutate condizioni del mercato delle fonti energetiche la costruzione di un rigassificatore non è più un business per gli operatori commerciali, pertanto la licenza in possesso di Enel non ha valore commerciale e non troverebbe compratori disponibili. Per il nostro territorio è stata un'altra occasione perduta, un investimento che avrebbe prodotto, per lo meno nella fase di costruzione, l'avvio di un processo economico che avrebbe visto impegnate imprese e maestranze. Paghiamo ancora una volta l'assenza di un progetto di sviluppo della nostra provincia e sempre di più siamo in balia delle scelte di forze economiche e lobby che fanno ciò che vogliono. Spesso decisioni e presunti investimenti da effettuare sul territorio passano sopra le nostre teste e ci vengono alternativamente spacciate per positive o no, senza palesarne le reali motivazioni, Ancora una volta Enel, ci sta provando, infatti, chiede che il governo nazionale individui come opera strategica il rigassificatore, in modo tale che la licenza acquisti valore per rivenderla e fare cassa. Tutto questo, naturalmente, per recuperare l'investimento già effettuato.
"Ma attenzione" sostiene il segretario della Cisl Maurizio Saia", tutti abbiamo l'obbligo di vigilate, soprattutto chi ha responsabilità politiche, poiché tutto quello che gira intorno alla realizzazione del rigassificatore potrebbe tradursi come spesso accade in un salasso per i cittadini che si ritroverebbero a pagare sulle bollette un'opera che non sarà mai realizzata poiché economicamente in perdita". Stesso concesso espresso da Roberto Migliara dell'Ugl il quale evidenzia come «Se Enel volesse realizzare l'impianto solo coi soldi del Governo, quindi pubblici, creando altro precariato, allora è bene che l'impianto non si faccia», infine il sindaco Calogero Firetto che, al netto della campagna elettorale per il Comune di Agrigento, dice: «Confermo l'idea che si tratti di un'occasione perduta, ma tutto dipende dalle decisioni del governo nazionale. Enel oggi ha una licenza che vale zero e nessuno ad oggi intende costruire rigassificatori».

Sicilia24h

PALAZZO DELLA PROVINCIA: CENTINAIA I VISITATORI NEL PRIMO GIORNO
Grande successo di pubblico nella prima giornata di visita al Palazzo della Provincia in occasione delle giornate Fai 2015. Diverse centinaia di ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, oltre a comuni visitatori e turisti, hanno affollato e visitato i luoghi più significativi dell'antico edificio costruito dal 1858 al 1869.
A fare da guide gli studenti e gli insegnanti delle prime e seconde classi dei corsi A, B, C, D, E, F e G del Liceo Classico Empedocle di Agrigento che hanno illustrato la storia della sede del governo provinciale e le preziose opere d'arte in esso contenute, patrimonio della nostra provincia. Le visite guidate hanno riguardato la Scala Reale con i sui affreschi e la Mostra sulle vicende storiche e costruttive del "Magnifico Palazzo" della Provincia, l'alloggio prefettizio, la mostra sul centenario dell'entrata in guerra dell'Italia nella prima guerra mondiale, la biblioteca provinciale e la Sala Giglia del Consiglio Provinciale con i soffitti adornati da allegorie di origine storica e mitologica.
Gli studenti del Liceo Classico Empedocle, con grande dovizia di particolari, frutto di qualificate ricerche fatte dai ragazzi e, in parte, messe a disposizione dal settore Stampa e Biblioteca del Libero Consorzio, hanno spiegato il percorso di visita rendendo vivo e interessante l'itinerario proposto. I visitatori sono stati assistiti anche da personale del Libero Consorzio e della Prefettura.
Le visite guidate continueranno nelle giornate di domani sabato 21 marzo e domenica 22 marzo.

TRE I COMUNI DELLA PROVINCIA CHE SI SONO RIVOLTI AL LIBERO CONSORZIO
Sono già tre i comuni che si sono rivolti al Settore Gare ed Appalti e alla Centrale di Committenza per i Comuni istituita dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento lo scorso febbraio per la gestione delle gare e degli appalti così come previsto dal decreto legge 24/12/2014, n. 90. Si tratta dei comuni di Aragona, Favara e Montallegro che hanno utilizzato il Libero Consorzio come stazione unica appaltante mentre altri otto comuni della provincia: Sciacca, Palma di Montechiaro, San Biagio Platani, Castrofilippo, Casteltermini, Burgio, Sant'Angelo Muxaro e Raffadali, hanno già manifestato l'interesse a utilizzare la struttura per lo svolgimento di gare e appalti.
La Centrale di Committenza per i Comuni potrà, comunque, accrescere notevolmente le proprie attività coma stazione unica appaltante a partire dal 1° settembre a seguito dell'approvazione dell'art. 8, comma 3-ter del ddl n. 1779, di conversione del decreto-legge n. 192 del 31 dicembre 2014, recante la proroga di termini previsti da disposizioni legislative (cosiddetto milleproroghe), che ha rinviato il precedente termine obbligatorio per l'utilizzo delle stazioni uniche appaltanti dal 1° gennaio al 1° settembre 2015.
Nei mesi scorsi, come si ricorderà, era stato approvato dal commissario straordinario Alessandra Di Liberto un apposito schema di convenzione dove sono stati regolari i rapporti tra i comuni e il Libero Consorzio per ogni singola gara.
La Centrale di Committenza per i Comuni fa parte del settore denominato "Solidarietà sociale, politiche della famiglia e pari opportunità, gare, contratti e concessioni".

22 marzo - domenica

GIORNALE DI SICILIA

LUOGO DI CULTO Al taglio del nastro presenti autorità civili e religiose. L'Imam Mahjub Razlane: Non rappresentiamo quel piccolo gruppo che uccide e terrorizza»
Agrigento, inaugurata una moschea "Estranei a ogni violenza".
«Questa moschea rappresenta l'inizio di un processo di pace e di fratellanza. Siamo estranei ad ogni violenza. Noi non rappresentiamo quel piccolo gruppo che uccide e terrorizza la gente». È l'imam di Agrigento, Mahjuh Raziane, nel giorno dell'inaugurazione della nuova moschea della città dei templi, ad essere chiaro e rassicurante. Perché il luogo di colto di via Bagli, nei pressi di piazza Ravanusella - ed è stato sottolineato da pio parti - non è che un esempio concreto di integrazione, convivenza civile ed accoglienza reciproca. Nei circa 140 metri quadrati, addobbati con bellissime maioliche dalle maestranze marocchine, erano presenti i «pezzi» principali dello Stato e della chiesa Cristia ns. Le prove «tecniche) erano state, del resto, già fatte per la marcia interreligiosa di fine febbraio a Favara. Il vice prefetto Maria Luisa Battaglia evidenziato «la pacificità della comunità islamica di Agrigento». Don Luca Camilleri delegato dalla Curia e dal cardinale Francesco Montenegro - in francese ha ribadito «l'importanza del dialogo interreligioso». Perla chiesa Cattolica, - suggellando fratellanza e vicinanza - c'era anche, perla comunità francescana, Frà Giuseppe da Favara. Impegni pregressi non hanno consentito all'arcivescovo, il cardinale Francesco Montenegro, di partecipare all'inaugurazione. Ma don Franco, nei prossimi giorni, visiterà la moschea. Seduti, nelle prime file, c'erano anche i sindaci di Porto Empedocle, Naro e San Biagio Platani che ospitano molti musulmani e che hanno già dato accoglienza e spazio per la tumulazione nei propri cimiteri - alle salme ripescate nel canale di Sicilia. Presente anche il comandante della Guardia costiera di Porto Empedocle, Massimo Di Marco. L'immobile di via Bagli, trasformato in moschea, non era che una vecchia ed abbandonata chiesa evangelica. È stato comprato dai fedeli islamici, che vivono ad Agrigento, autotassandosi. Un esperimento già realizzato 15 anni fa - sempre dagli islamici residenti ad Agrigento - per comprare l'immobile di via Ragazzi del '99. Restaurato con fondi stranieri, lo stabile di via Bagli è diventato una moschea - la prima, vera, decorosa, esistente in città. E stato realizzato anche un soppalco per le donne e potrà ospitare contemporaneamente 150 fedeli. Anche l'lmamYusuf Abd al Hady ha portato i propri saluti ed il proprio augurio: «Spero che il dialogo interreligioso, avviato da parecchio tempo, - ha detto - vada sempre avanti. Un dialogo che grazie a membri qualificati della Curia possa aiutare la comunità agrigentina cristiana e quella islamica a crescere fianco a fianco e a superare le paure». L'Imam Mahjob Raalane si e anche stretto accanto agli italiani: «Vogliamo fare le nostre sincere condoglianze al popolo italiano per la perdita del loro connazionale, per la strage di Bardo. Ci sono state anche vittime musulmane. Ma noi non rappresentiamo quel piccolo gruppo che uccide e terrorizza la gente». (CR)

LA SICILIA

Camera di commercio non ci saranno tagli per le indennità di Giunta e Consiglio
Camera di commercio, non passa l'idea del taglio delle indennità di Giunta e Consiglio camerale e del salario accessorio dei dirigenti. Il "niet" è arrivato durante la votazione del bilancio venerdì scorso, con una maggioranza "bulgara" che ha sostenuto la necessità di non tagliare nessun "surplus" e, soprattutto, la possibilità di prelevare dal fondo di quiescenza dei dipendenti camerali gli oltre 2 milioni e centomila euro necessari a pagare le pensioni al personale ormai cessato. Unici a votare 'no" allo strumento finanziando alla fine sono stati Ilenia Capodici (Consumatori),
Filippo Giambra, Filippo Danile e Angelo Bracceri (Confcommercio), Vincenzo Siracusa, Piera Graceffa e Andrea Messina (Industria). Astenuto Pippo Di Falco, tra i rappresentanti degli agricoltori.
La proposta è stata bocciata (non senza tensioni) sostenendo che considerato che la Camera di commercio agrigentina è destinata all'accorpamento con le realtà di Caltanissetta e Trapani alla fine il "sacrificio" sarebbe vanificato tra qualche mese, dato che queste ultime due non hanno votato alcuna rimodulazione. La stima, provvisoria, derivante dal taglio delle indennità così come dei fondo del salario accessorio per dirigenti e personale era di almeno 700mila euro per un anno. Quello che dobbiamo registrare è che, a quanto pare, dopo la diffusione nei giorni scorsi di una lettera del personale che chiedeva appunto di ridurre l'impatto del prelievo cercando fondi tra le somme "in più", sempre venerdì è stata resa nota (ai componenti del Consiglio, non certo alla stampa) un documento firmato da altri dipendenti che disconosceva l'iniziativa dei colleghi bollati come condizionati dalla politica.
GOACCHINO SCHICCHI

23 marzo - lunedì

CHIAMATA ALLE ARMI
UNA MOSTRA RACCONTA
LA GUERRA MONDIALE
Una mostra storica rievoca le sensazioni e i risvolti sociologici della chiamata alle armi"di una volta, quella indirizzata agli uomini e ai ragazzi abili alla guerra. E' stata allestita all'interno del palazzo della Provincia, ad Agrigento in piazza Aldo Moro, in occasione del primo centenario dello scoppio della prima guerra mondiale. Documenti, fotografie, manufatti in genere raccontano il clima generale di mobilitazione alle armi, le offerte in denaro da parte dei civili, la requisizione dei quadrupedi: insomma il clima che precedette l'entrata in guerra dell'Italia con il contributo offerto dalla provincia di Girgenti. Una collezione di oggetti originali d'epoca, attraverso i quali s può comprendere il clima sociale che si respirava in provincia di Agrigento durante la guerra. La mostra s'inserisce in un ciclo d'iniziative promoss4 dall'ufficio stampa e dall'URP. Visibile fino a questa estate. (ACAS)

Sicilia24h

SILVIO ALESSI CANDIDATO SINDACO "AGRIGENTO 2020″
Il più votato alle elezioni primarie per la scelta del candidato sindaco della coalizione "Agrigento 2020" è stato Silvio Alessi. L' imprenditore e presidente dell' Akragas calcio ha vinto distanziando il secondo, Epifanio Bellini, poi Peppe Vita, e poi Piero Marchetta. Riepilogo finale : Silvio Alessi 2152 voti, Bellini 808, Vita 567, Marchetta 534. L'affluenza ai 10 seggi della città è stata numerosa, circa 4000 votanti. E contro il trucco di votare in più seggi è stato registrato il codice a barre della tessera sanitaria del votante, cosicché il votante, se avesse votato anche in un altro seggio, sarebbe stato scoperto. Lo spoglio delle schede è stato una marcia trionfale per Silvio Alessi, primo in ogni quartiere tranne Giardina Gallotti dove primo è stato Piero Marchetta con 65 voti. In piazza Ugo La Malfa, 362 voti Alessi, in piazza Cavour 254, a Villaseta 206, piazza don Bosco 233, Villaggio Peruzzo 222, Villaggio Mosè 248, e Marchetta è stato secondo con 154 voti, Porta di Ponte 126, Fontanelle 201, e Piazzale Aster San Leone 240, e Vita è stato secondo con 192 voti. Silvio Alessi, a caldo della vittoria, ha commentato : "Questa è una vittoria di tutta la coalizione, che è stata unita e compatta, ricevendo la gratificazione da parte dei tanti cittadini che sono andati a votare. Adesso inizia la campagna elettorale all'insegna dei programmi". Dunque, Silvio Alessi candidato sindaco alle amministrative ad Agrigento in calendario il 31 maggio e il primo giugno, insieme, almeno per il momento, a Lillo Firetto, Marco Marcolin, Peppe Di Rosa, Andrea Cirino e Pellegrino Leo. Nel frattempo, a primarie concluse non si placano le polemiche sulle scelta di coalizione da parte del Partito Democratico. Il segretario provinciale, Peppe Zambito, replica ai renziani che, tramite Cesare Lo Leggio, hanno rinnegato e bocciato "Agrigento 2020" accusando il segretario di essere stato l'autore del "pasticcio politico". Zambito risponde: "I renziani farebbero bene a rivedere qualcosa tra loro. Evidentemente hanno qualche problema di comunicazione. Il loro coordinatore provinciale, Marco Zambuto, ha sottoscritto e firmato l'accordo insieme a me. Perché adesso insorgono?".

Canicattìweb

PROVINCIA DI AGRIGENTO, APERTA PER TUTTO MARZO LA MOSTRA NELLA SCALA REALE
Oltre tremila visitatori hanno gremito la Scala Reale ed i percorsi espositivi allestiti negli ambienti e nei corridoi della Prefettura e della Provincia Regionale in occasione del fine settimana dedicato alle Giornate di Primavera del FAI.
È stato un successo che è andato al di là di ogni più entusiastica aspettativa.
Ad attirare l' attenzione dei visitatori è stato, soprattutto, il materiale documentale dedicato al centesimo anniversario della Prima Guerra Mondiale.
Tra le vetrine maggiormente visitate dal pubblico quella riguardante il bando di chiamata alle armi datato 1 gennaio 1914, degli uomini abili alla guerra della classe 1894: si trattava dei ragazzi ventenni che combatterono a Caporetto e Vittorio Veneto.
In occasione delle giornate del Fai sono stati, inoltre, esposti al pubblico rarissimi documenti che testimoniano il clima di mobilitazione e di solidarietà alle Forze Armate del Regio Esercito che precedette l'entrata in guerra dell'Italia
Infine, un' interessante mostra sulle vicende costruttive del palazzo della Provincia hanno riportato il visitatore indietro nel tempo al periodo del Risorgimento.
Nel percorso espositivo è stato possibile visionare, anche, delle interessanti foto sullo stato di "porta di Ponte" nella seconda metà dell'800.
Il materiale documentale esposto sarà ancora visitabile nel Palazzo della Provincia per tutto il mese di Marzo.




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