21 marzo - sabato
GIORNALE DI SICILIA
BENI CULTURALI
La primavera apre le porte alle
«Giornate» del Fondo per l'ambiente, «per suggellare ancora
l'amore peri luoghi dove si vive». Oggi la conclusione
IL FAI TRA STORIA E CULTURA
Cultura ed ambiente. La primavera apre
le porte alle Giornate Fai per suggellare - ancora una volta -
l'amore per i luoghi dove si vive. Un'occasione - oggi e domani -
per "convivere" e "condividere", per sentirsi parte della
grande comunità che ama il proprio Paese ed è pronta a difendere le
sue ricchezze. Chiese, palazzi, aree archeologi che, giardini. Sono
tantissimi, anche ad Agrigento e provincia, i luoghi che resteranno
aperti per farsi "raccontare" al gran pubblico. Ad Agrigento
saranno visitabili il palazzo della Prefettura, la chiesa di San
Pietro, la casa di Pirandello, le cappelle Chiaramontane di piazza
San Francesco, la chiesa di San Lorenzo in piazza Purgatorio, il
circolo culturale Empedocleo, il collegio dei Filippini, il Comune.
Le visite saranno guidate dagli apprendisti ciceroni the sono gli
studenti delle scuole di Agrigento e della provincia. Visite guidate
anche a Favara: al castello Chiaramontano, alla biblioteca
'Barone-Fondo Antico", alla chiesa del Rosario, a palazzo Cafisi
e palazzo "Fanara"; ma anche a Palma di Montechiaro: al palazzo
Ducale, alla chiesa di Santa Rosalia; e Porto Empedocle: alla torre
Carlo V, al palazzo della Capitaneria di porto. Giorni dedicati anche
alla "scoperta" che erano stati presentati, nei giorni scorsi, in
Prefettura dalla sezione Fai di Agrigenlo che è presieduta da
Giuseppe Taibi, alla presenza del prefetto Nicola Diomede. La ventitreesima edizione delle
"Giornate Fai di primavera" - sotto l'alto patronato della
Presidenza della Repubblica - darà la possibilità di ammirare ed
"assaporare", originali visite guidate e coinvolgenti momenti di
festa, nonché aperitivi, musica, danze e degustazioni, il giardino
della Kolymbethra. La Kolymbethra - l'antica piscina di Akragas -
era costante- niente alimentata da un ingegnoso sintema idraulico,
gli acquedotti Feaci, che ancora oggi sgorgano di fresche acque
utilizzate per l'irrigazione del giardino. Grazie al contributo
offerto dalla associazione "Agrigento sotterranea onlus", con i
suoi esperti speleologi, per la prima volta in assoluto, accompagnerà
i visitatori in uno straordinario viaggio nelle viscere della terra e
della storia. Grazie al contributo del Consorzio "Arancia di Ribera
Dop" a tutti i visitatori - che sosterranno il Fai nei lavori di
coltivazione del giardino della Kolymbethra - sarà offerta una
fresca spremuta di arancia. E per la prima volta, sarà sperimentato
un percorso esperienziale dedicato ai bambini: "Il giardino dei
sensi". Il percorso si concluderà con un momento di scoperta del
ciclo vitale delle piante, quale incanto silenzioso che si la scia
contemplare, guidato da Maria Ala, paesaggista e responsabile dei
servizi Educativi del giardino della Kolymbethra. E poi vi sarà
anche una cena con gli agrumi della Koiymbethra: una serata,
organizzata dal ristorante Perbacco di Valeria Lombardo, dedicata ai
piatti cucinati con i frutti delle diverse specie di agrumi raccolti
nel giardino. Dalle 10 alle 17, grazie al patrocinio del parco Valle
dei Templi, sarà consentito l'ingresso libero all'area
archeologica, esclusivamente con accesso da porta Quinta, in contrada
Sant'Anna. Il contributo per l'escursione guidata agli ipogei è
di 5 euro; 3 euro per il laboratorio espressivo per i bambini; un
euro per ragazzi e due euro per adulti per le visite guidate del
giardino. Giornate ideali dunque per abbracciare nel modo migliore -
il patrimonio di Agrigento e della sua provincia. Grande successo di
pubblico, ieri, nella prima giornata di visita al palazzo della
Provincia. Centinaia di ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado,
oltre a comuni visitatori e turisti, hanno affollato e visitato i
luoghi più significativi dell'edificio costruito dal 1858 al 1869.
Le visite guidate hanno riguardato la Scala Reale con i suoi
affreschi e la mostra sulle vicende storiche e costruttive del
"Magnifico palazzo", l'alloggio prefettizio, la mostra sul
centenario dell'entrata in guerra dell'Italia nella prima guerra
mondiale, la biblioteca provinciale e la sala Giglia del consiglio
provinciale con i soffitti adornati da allegorie di origine storica e
mitologica. (CR)
LA SICILIA
Unipa costretta a recedere se non si
rivedono i rapporti.
Obbligatoria una convenzione di 15
anni con garanzie sui pagamenti.
O il Cupa di Agrigento rivede la
convenzione con l'Università di Palermo o questa potrebbe essere
costretta, per legge, a rescindere ogni contatto.
Nel già complicato futuro del
Consorzio universitario agrigentino, infatti, irrompono anche gli
ispettori del Ministero dell'Economia e delle Finanze, I tecnici
del Mef, infatti, nelle scorse settimane si sarebbero occupati del
Cupa, indicando l'esistenza di alcune gravi criticità.
E se da Roma spiegano attraverso il
proprio ufficio stampa che "trattandosi di un atto
endoprocedimentale non è possibile averne il dettaglio", la
circostanza ci è stata confermata, purtroppo, dal rettore
dell'università di Palermo Roberto Lagalla.
"Si è trattato di una ispezione
periodica che il Mef svolge nelle università, e in tale contesto una
delle cose che il Ministero si riserva di segnalarci in fase di
trasmissione del rapporto è il rapporto non definito sul piano
amministrativo con il Consorzio di Agrigento".
In che senso?
"In questo momento tra Cupa e Unipa
vige una convenzione ponte per gli anni 2014 e 2015, mentre ad
esempio Trapani e Caltanissetta hanno già firmato le convenzioni
pluriennali. Questo, alla luce anche dei grossi arretrati del
Consorzio nei nostri confronti ha sollecitato il Ministero ad
avanzare un richiamo perché le vicende vengano definite".
Nello specifico cosa vi chiedono?
"Soprattutto che si avvii il recupero
degli arretrati, che ammontano a circa cinque milioni di euro, più
una garanzia rispetto ai paga menti annuali, Inoltre sarà necessario
superare la convenzione transitoria che è attualmente vigente, che è
molto più 'leggera' e sostenibile per il Consorzio, con una
pluriennale (non meno di 15 anni ndr) che rispetti quanto prescritto
dal Ministero e dalla Legge Gelmini, altrimenti non ci sono le
condizioni per continuare. Rispetto alle proposte per ridurre il
carico economico sostenuto dal Cupa sulle spese generali non credo vi
siano spazi:
noi garantiamo quasi l'ottanta per
cento e non possiamo fare altro perché andrebbero a saltare i
parametri di equilibrio della stabilità finanziaria".
Ma come mai fino ad oggi non è stata
firmata una convenzione pluriennale?
"Ancora una volta è addebitabile
alla mancata volontà degli enti locali e del Consorzio di addivenire
ad una previsione di legge. Solo a parziale discolpa posso dire che è
chiaro che la politica regionale deve dare una risposta. Allo stesso
modo, però, non si può pensare che il decentramento vada caricato
unicamente all'università, considerato che non riceviamo fondi
ministeriali appositi.".
Ma se la convenzione da 15 anni non
verrà stipulata?
"Non c'è dubbio che dovremo
prendere le dovute decisioni. E' evidente che non potremo pagare di
tasca alla Corte dei Conti".
I corsi di alta formazione restano una
prospettiva utile da un punto di vista economico?
"Abbiamo proposto all'assessore Lo
Bello che i corsi di formazione tecnica, da svolgere congiuntamente
da scuola e università, trovino sede nei consorzi universitari",
GIOACCHINO SCHCCHI
Approvata dal cda il conto
consuntivo per l'anno 2014.
C'è un disavanzo di 187mila euro
per mancate entrate
g. s.) Nella mattinata di ieri il
Consiglio di amministrazione del Consorzio universitario di Agrigento
si è riunito per mettere mano, dopo mesi di attesa, al consuntivo
2014. Uno strumento finanziario rimasto fino ad oggi in "congelatore"
inattesa che l'Università riuscisse a rintracciare nelle pieghe di
ciò che è già stato, ogni centesimo per l'annodi competenza (e
in attesa, anche, che gli organismi sociali tornassero ad essere
pienamente operativi). Così alla fine il voto favorevole è
arrivato, anche se il disavanzo registrato ammonta a ben 1 87mila
euro. Un "buco" dovuto ancora una volta non tanto alle uscite ma
piuttosto alla mancanza di entrate, L'ex Provincia regionale di
Agrigento, ad esempio, non ha ancora corrisposto in modo completo la
propria quota sociale, limitandosi nelle settimane scorse a pagare
una "rata" dei propri 75OmiIa euro annui (parliamo ovviamente del
2014) e riservandosi di versare il resto quando le casse lo
consentiranno. Insomma, tutto resta in equilibrio precario, e gli
occhi di tutti restano saldamente rivolti verso la Regione, perché
si rispettino gli impegni presi in fase di legge di stabilità e si
garantisca la sopravvivenza dell'Università agrigentina. Intanto
il prossimo 23 marzo è previsto un incontro tra Fabrizio Micari,
professore di Ingegneria a Palermo, tra i candidati alla carica di
futuro rettore dell'Università, e gli studenti per cercare di
capire cosa potrebbe riservare il futuro.
L'EX OSPEDALE IN VIA ATENEA
«Chiavi indietro? Siamo quasi alla
barzelletta»
g. s.) Definire "test' in questo
momento i rapporti tra Università di Palermo e Consorzio
universitario sarebbe abbastanza riduttivo. Le prese di posizione
pubbliche registrate sulla stampa nei giorni della protesta per la
salvezza del Cupa, infatti, pare abbiano infastidito non poco il
rettorato, così come alcuni atteggiamenti specifici. Tema della
discordia (oltre ai fondi, ovviamente), è il destino dell'ex
ospedale di via Atenea, che come è noto il Consorzio ha riconsegnato
a Palermo attraverso un pacco espresso tentando di liberarsi da tutte
le responsabilità rispetto alla messa in sicurezza dei locali
richiesta in particolar modo dal Comune di Agrigento.
"La vicenda dell'ex ospedale è
stata trattata in modo abbastanza risibile da parte del Consorzio,
che ci ha inviato le chiavi via posta — commenta il rettore La
Galla - Siamo quasi alla barzelletta come modalità digestione".
L'invio "espresso" delle chiavi, ovviamente, per l'Università
non chiude le questioni di natura amministrativa che dovrebbero
rimanere in carico ad Agrigento.
"E' chiaro — prosegue il rettore
- che c'è un comodato al quale il Cupa può rinunciare ex nunc e
non ex tunc, ovvero, non può sgravarsene in modo retroattivo. A noi
sta anche bene che il Consorzio decida di farlo, del resto abbiamo
accantonato oltre 2 milioni e 700miIa euro per gli interventi di
recupero di quella sede, ma è necessario un altro milione di euro
che dovrebbe provenire o dagli enti locali di Agrigento o dal
Consorzio, anche se nessuno si è fatto avanti. Oggettivamente —
prosegue - i comportamenti generali delle istituzioni agrigentine
continuano ad essere quantomeno latitanti. Noi, ancora una volta,
stiamo impegnando più del doppio degli enti locali, ma la
valorizzazione di quell'immobile non interessa solo l'università,
ma in prima istanza I Comune e il territorio". In questi giorni
sono stati realizzati degli interventi di rimozione dei pericoli
sulla struttura di via Atenea almeno per quanto riguarda le parti
troppo ammalorate.
"La messa in sicurezza nel tempo
spettava al Consorzio, che non può uscirsene così. Può chiederci
una rescissione formale del contratto di comodato, fermo restando che
ai rilievi che sono stati posti dall'amministrazione comunale deve
adempiere il Consorzio immediatamente".
Con quali fondi è un mistero che si
scioglierà solo in futuro.
I commenti sulla decisione di Enel
di ipotizzare l'addio al rigassificatore
Tra delusione e attesa
PORTO EMPEDOCLE, Ora è praticamente
ufficiale, Enel smobilita dall'idea di realizzare il
rigassificatore perché non le conviene più. Costi di realizzazione
schizzati, richiesta di gas in ribasso, scarso interesse del Governo
Renzi su un impianto non più strategico. Quindi?
«Nei 3 miliardi di asset
potenzialmente cedibili da Enel nel periodo 2015-2019 potrebbe finire
anche il rigassificatore di Porto Empedocle, che attualmente "ha
tutti i permessi in regola, ma non é finanziabile perché non c'é
la tariffa di rigassificazione". Lo ha detto l'amministratore
delegato di Enel, Francesco Storace, aggiungendo però che il
"grosso" arriverà da "asset in Europa, nelle rinnovabili e
non, e nella trasmissione in America Latina". Reazioni dal mondo
sindacale: «Enel - spiega il segretario provinciale della Cgil
Massimo Raso - nelle settimane scorse (alla inaugurazione della
Centrale a Turbo gas di P.E) aveva dichiarato che la possibilità di
continuare il progetto del rigassificatore era legata al
riconoscimento, da parte del Governo, di quell'opera come opera
ritenuta "strategica per il Paese".
Ministero dello Sviluppo economico
dovrà decidere nei prossimi giorni su tale riconoscimento. Come si
saprà i rigassificatori in fieri sono 3: quello di Porto Empedocle,
quello di Gioia Tauro e quello di Ancona-Falconara e legato a quel
riconoscimento vi è il contributo del governo (balla 1 Miliardo di
euro...).
Il problema non è, quindi, se sarà
Enel o meno a continuare l'opera ma l'opera in sè che,
oggettivamente ha una valenza strategica per un Paese che dipende
ancora dalle energie fossili (anche alla luce delle turbolenze
mondiali, sia nel Nord Africa che in Russia) esiste. La recente
riunione dei capi di Stato e di Governo sull'Energia e l'esito
della stessa contribuiscono ad accelerare la decisione italiana. Nei
prossimi giorni sapremo sicuramente come finirà. La campagna
elettorale nostrana ha rinfocolato polemiche, forse non ci rendiamo
conto della valenza del progetto e l'importanza che lo stesso ha
per il Paese ed allora, messe al riparo le questioni legate
all'ambiente ed alla sicurezza, tutto il resto è solo strumentale:
in questi anni (che non abbiamo avuto il rigassificatore) non abbiamo
visto niente circa un favoleggiato sviluppo turistico». Maurizio
Saia segretario della Cisl: «Che il rigassificatore di Porto
Empedocle non si sarebbe realizzato lo avevamo compreso da tempo.
Oggi per le mutate condizioni del mercato delle fonti energetiche la
costruzione di un rigassificatore non è più un business per gli
operatori commerciali, pertanto la licenza in possesso di Enel non ha
valore commerciale e non troverebbe compratori disponibili. Per il
nostro territorio è stata un'altra occasione perduta, un
investimento che avrebbe prodotto, per lo meno nella fase di
costruzione, l'avvio di un processo economico che avrebbe visto
impegnate imprese e maestranze. Paghiamo ancora una volta l'assenza
di un progetto di sviluppo della nostra provincia e sempre di più
siamo in balia delle scelte di forze economiche e lobby che fanno ciò
che vogliono. Spesso decisioni e presunti investimenti da effettuare
sul territorio passano sopra le nostre teste e ci vengono
alternativamente spacciate per positive o no, senza palesarne le
reali motivazioni, Ancora una volta Enel, ci sta provando, infatti,
chiede che il governo nazionale individui come opera strategica il
rigassificatore, in modo tale che la licenza acquisti valore per
rivenderla e fare cassa. Tutto questo, naturalmente, per recuperare
l'investimento già effettuato.
"Ma attenzione" sostiene il
segretario della Cisl Maurizio Saia", tutti abbiamo l'obbligo di
vigilate, soprattutto chi ha responsabilità politiche, poiché tutto
quello che gira intorno alla realizzazione del rigassificatore
potrebbe tradursi come spesso accade in un salasso per i cittadini
che si ritroverebbero a pagare sulle bollette un'opera che non sarà
mai realizzata poiché economicamente in perdita". Stesso concesso
espresso da Roberto Migliara dell'Ugl il quale evidenzia come «Se
Enel volesse realizzare l'impianto solo coi soldi del Governo,
quindi pubblici, creando altro precariato, allora è bene che
l'impianto non si faccia», infine il sindaco Calogero Firetto che,
al netto della campagna elettorale per il Comune di Agrigento, dice:
«Confermo l'idea che si tratti di un'occasione perduta, ma tutto
dipende dalle decisioni del governo nazionale. Enel oggi ha una
licenza che vale zero e nessuno ad oggi intende costruire
rigassificatori».
Sicilia24h
PALAZZO DELLA PROVINCIA: CENTINAIA I
VISITATORI NEL PRIMO GIORNO
Grande successo di pubblico nella prima
giornata di visita al Palazzo della Provincia in occasione delle
giornate Fai 2015. Diverse centinaia di ragazzi delle scuole di ogni
ordine e grado, oltre a comuni visitatori e turisti, hanno affollato
e visitato i luoghi più significativi dell'antico edificio
costruito dal 1858 al 1869.
A fare da guide gli studenti e gli
insegnanti delle prime e seconde classi dei corsi A, B, C, D, E, F e
G del Liceo Classico Empedocle di Agrigento che hanno illustrato la
storia della sede del governo provinciale e le preziose opere d'arte
in esso contenute, patrimonio della nostra provincia. Le visite
guidate hanno riguardato la Scala Reale con i sui affreschi e la
Mostra sulle vicende storiche e costruttive del "Magnifico Palazzo"
della Provincia, l'alloggio prefettizio, la mostra sul centenario
dell'entrata in guerra dell'Italia nella prima guerra mondiale,
la biblioteca provinciale e la Sala Giglia del Consiglio Provinciale
con i soffitti adornati da allegorie di origine storica e mitologica.
Gli studenti del Liceo Classico
Empedocle, con grande dovizia di particolari, frutto di qualificate
ricerche fatte dai ragazzi e, in parte, messe a disposizione dal
settore Stampa e Biblioteca del Libero Consorzio, hanno spiegato il
percorso di visita rendendo vivo e interessante l'itinerario
proposto. I visitatori sono stati assistiti anche da personale del
Libero Consorzio e della Prefettura.
Le visite guidate continueranno nelle
giornate di domani sabato 21 marzo e domenica 22 marzo.
TRE I COMUNI DELLA PROVINCIA CHE SI
SONO RIVOLTI AL LIBERO CONSORZIO
Sono già tre i comuni che si sono
rivolti al Settore Gare ed Appalti e alla Centrale di Committenza per
i Comuni istituita dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento lo
scorso febbraio per la gestione delle gare e degli appalti così come
previsto dal decreto legge 24/12/2014, n. 90. Si tratta dei comuni di
Aragona, Favara e Montallegro che hanno utilizzato il Libero
Consorzio come stazione unica appaltante mentre altri otto comuni
della provincia: Sciacca, Palma di Montechiaro, San Biagio Platani,
Castrofilippo, Casteltermini, Burgio, Sant'Angelo Muxaro e
Raffadali, hanno già manifestato l'interesse a utilizzare la
struttura per lo svolgimento di gare e appalti.
La Centrale di Committenza per i Comuni
potrà, comunque, accrescere notevolmente le proprie attività coma
stazione unica appaltante a partire dal 1° settembre a seguito
dell'approvazione dell'art. 8, comma 3-ter del ddl n. 1779, di
conversione del decreto-legge n. 192 del 31 dicembre 2014, recante la
proroga di termini previsti da disposizioni legislative (cosiddetto
milleproroghe), che ha rinviato il precedente termine obbligatorio
per l'utilizzo delle stazioni uniche appaltanti dal 1° gennaio al
1° settembre 2015.
Nei mesi scorsi, come si ricorderà,
era stato approvato dal commissario straordinario Alessandra Di
Liberto un apposito schema di convenzione dove sono stati regolari i
rapporti tra i comuni e il Libero Consorzio per ogni singola gara.
La Centrale di Committenza per i Comuni
fa parte del settore denominato "Solidarietà sociale, politiche
della famiglia e pari opportunità, gare, contratti e concessioni".
22 marzo - domenica
GIORNALE DI SICILIA
LUOGO DI CULTO Al taglio del nastro
presenti autorità civili e religiose. L'Imam Mahjub Razlane: Non
rappresentiamo quel piccolo gruppo che uccide e terrorizza»
Agrigento, inaugurata una moschea
"Estranei a ogni violenza".
«Questa moschea rappresenta l'inizio
di un processo di pace e di fratellanza. Siamo estranei ad ogni
violenza. Noi non rappresentiamo quel piccolo gruppo che uccide e
terrorizza la gente». È l'imam di Agrigento, Mahjuh Raziane, nel
giorno dell'inaugurazione della nuova moschea della città dei
templi, ad essere chiaro e rassicurante. Perché il luogo di colto di
via Bagli, nei pressi di piazza Ravanusella - ed è stato
sottolineato da pio parti - non è che un esempio concreto di
integrazione, convivenza civile ed accoglienza reciproca. Nei circa
140 metri quadrati, addobbati con bellissime maioliche dalle
maestranze marocchine, erano presenti i «pezzi» principali dello
Stato e della chiesa Cristia ns. Le prove «tecniche) erano state,
del resto, già fatte per la marcia interreligiosa di fine febbraio a
Favara. Il vice prefetto Maria Luisa Battaglia evidenziato «la
pacificità della comunità islamica di Agrigento». Don Luca
Camilleri delegato dalla Curia e dal cardinale Francesco Montenegro -
in francese ha ribadito «l'importanza del dialogo interreligioso».
Perla chiesa Cattolica, - suggellando fratellanza e vicinanza - c'era
anche, perla comunità francescana, Frà Giuseppe da Favara. Impegni
pregressi non hanno consentito all'arcivescovo, il cardinale
Francesco Montenegro, di partecipare all'inaugurazione. Ma don
Franco, nei prossimi giorni, visiterà la moschea. Seduti, nelle
prime file, c'erano anche i sindaci di Porto Empedocle, Naro e San
Biagio Platani che ospitano molti musulmani e che hanno già dato
accoglienza e spazio per la tumulazione nei propri cimiteri - alle
salme ripescate nel canale di Sicilia. Presente anche il comandante
della Guardia costiera di Porto Empedocle, Massimo Di Marco.
L'immobile di via Bagli, trasformato in moschea, non era che una
vecchia ed abbandonata chiesa evangelica. È stato comprato dai
fedeli islamici, che vivono ad Agrigento, autotassandosi. Un
esperimento già realizzato 15 anni fa - sempre dagli islamici
residenti ad Agrigento - per comprare l'immobile di via Ragazzi del
'99. Restaurato con fondi stranieri, lo stabile di via Bagli è
diventato una moschea - la prima, vera, decorosa, esistente in città.
E stato realizzato anche un soppalco per le donne e potrà ospitare
contemporaneamente 150 fedeli. Anche l'lmamYusuf Abd al Hady ha
portato i propri saluti ed il proprio augurio: «Spero che il
dialogo interreligioso, avviato da parecchio tempo, - ha detto - vada
sempre avanti. Un dialogo che grazie a membri qualificati della Curia
possa aiutare la comunità agrigentina cristiana e quella islamica a
crescere fianco a fianco e a superare le paure». L'Imam Mahjob
Raalane si e anche stretto accanto agli italiani: «Vogliamo fare le
nostre sincere condoglianze al popolo italiano per la perdita del
loro connazionale, per la strage di Bardo. Ci sono state anche
vittime musulmane. Ma noi non rappresentiamo quel piccolo gruppo che
uccide e terrorizza la gente». (CR)
LA SICILIA
Camera di commercio non ci saranno
tagli per le indennità di Giunta e Consiglio
Camera di commercio, non passa l'idea
del taglio delle indennità di Giunta e Consiglio camerale e del
salario accessorio dei dirigenti. Il "niet" è arrivato durante
la votazione del bilancio venerdì scorso, con una maggioranza
"bulgara" che ha sostenuto la necessità di non tagliare nessun
"surplus" e, soprattutto, la possibilità di prelevare dal fondo
di quiescenza dei dipendenti camerali gli oltre 2 milioni e centomila
euro necessari a pagare le pensioni al personale ormai cessato. Unici
a votare 'no" allo strumento finanziando alla fine sono stati
Ilenia Capodici (Consumatori),
Filippo Giambra, Filippo Danile e
Angelo Bracceri (Confcommercio), Vincenzo Siracusa, Piera Graceffa e
Andrea Messina (Industria). Astenuto Pippo Di Falco, tra i
rappresentanti degli agricoltori.
La proposta è stata bocciata (non
senza tensioni) sostenendo che considerato che la Camera di
commercio agrigentina è destinata all'accorpamento con le realtà
di Caltanissetta e Trapani alla fine il "sacrificio" sarebbe
vanificato tra qualche mese, dato che queste ultime due non hanno
votato alcuna rimodulazione. La stima, provvisoria, derivante dal
taglio delle indennità così come dei fondo del salario accessorio
per dirigenti e personale era di almeno 700mila euro per un anno.
Quello che dobbiamo registrare è che, a quanto pare, dopo la
diffusione nei giorni scorsi di una lettera del personale che
chiedeva appunto di ridurre l'impatto del prelievo cercando fondi
tra le somme "in più", sempre venerdì è stata resa nota (ai
componenti del Consiglio, non certo alla stampa) un documento firmato
da altri dipendenti che disconosceva l'iniziativa dei colleghi
bollati come condizionati dalla politica.
GOACCHINO SCHICCHI
23 marzo - lunedì
CHIAMATA ALLE ARMI
UNA MOSTRA RACCONTA
LA GUERRA MONDIALE
Una mostra storica rievoca le
sensazioni e i risvolti sociologici della chiamata alle armi"di una
volta, quella indirizzata agli uomini e ai ragazzi abili alla guerra.
E' stata allestita all'interno del palazzo della Provincia, ad
Agrigento in piazza Aldo Moro, in occasione del primo centenario
dello scoppio della prima guerra mondiale. Documenti, fotografie,
manufatti in genere raccontano il clima generale di mobilitazione
alle armi, le offerte in denaro da parte dei civili, la requisizione
dei quadrupedi: insomma il clima che precedette l'entrata in guerra
dell'Italia con il contributo offerto dalla provincia di Girgenti.
Una collezione di oggetti originali d'epoca, attraverso i quali s
può comprendere il clima sociale che si respirava in provincia di
Agrigento durante la guerra. La mostra s'inserisce in un ciclo
d'iniziative promoss4 dall'ufficio stampa e dall'URP. Visibile
fino a questa estate. (ACAS)
Sicilia24h
SILVIO ALESSI CANDIDATO SINDACO
"AGRIGENTO 2020″
Il più votato alle elezioni primarie
per la scelta del candidato sindaco della coalizione "Agrigento
2020" è stato Silvio Alessi. L' imprenditore e presidente dell'
Akragas calcio ha vinto distanziando il secondo, Epifanio Bellini,
poi Peppe Vita, e poi Piero Marchetta. Riepilogo finale : Silvio
Alessi 2152 voti, Bellini 808, Vita 567, Marchetta 534. L'affluenza
ai 10 seggi della città è stata numerosa, circa 4000 votanti. E
contro il trucco di votare in più seggi è stato registrato il
codice a barre della tessera sanitaria del votante, cosicché il
votante, se avesse votato anche in un altro seggio, sarebbe stato
scoperto. Lo spoglio delle schede è stato una marcia trionfale per
Silvio Alessi, primo in ogni quartiere tranne Giardina Gallotti dove
primo è stato Piero Marchetta con 65 voti. In piazza Ugo La Malfa,
362 voti Alessi, in piazza Cavour 254, a Villaseta 206, piazza don
Bosco 233, Villaggio Peruzzo 222, Villaggio Mosè 248, e Marchetta è
stato secondo con 154 voti, Porta di Ponte 126, Fontanelle 201, e
Piazzale Aster San Leone 240, e Vita è stato secondo con 192 voti.
Silvio Alessi, a caldo della vittoria, ha commentato : "Questa è
una vittoria di tutta la coalizione, che è stata unita e compatta,
ricevendo la gratificazione da parte dei tanti cittadini che sono
andati a votare. Adesso inizia la campagna elettorale all'insegna
dei programmi". Dunque, Silvio Alessi candidato sindaco alle
amministrative ad Agrigento in calendario il 31 maggio e il primo
giugno, insieme, almeno per il momento, a Lillo Firetto, Marco
Marcolin, Peppe Di Rosa, Andrea Cirino e Pellegrino Leo. Nel
frattempo, a primarie concluse non si placano le polemiche sulle
scelta di coalizione da parte del Partito Democratico. Il segretario
provinciale, Peppe Zambito, replica ai renziani che, tramite Cesare
Lo Leggio, hanno rinnegato e bocciato "Agrigento 2020" accusando
il segretario di essere stato l'autore del "pasticcio politico".
Zambito risponde: "I renziani farebbero bene a rivedere qualcosa
tra loro. Evidentemente hanno qualche problema di comunicazione. Il
loro coordinatore provinciale, Marco Zambuto, ha sottoscritto e
firmato l'accordo insieme a me. Perché adesso insorgono?".
Canicattìweb
PROVINCIA DI AGRIGENTO, APERTA PER
TUTTO MARZO LA MOSTRA NELLA SCALA REALE
Oltre tremila visitatori hanno gremito
la Scala Reale ed i percorsi espositivi allestiti negli ambienti e
nei corridoi della Prefettura e della Provincia Regionale in
occasione del fine settimana dedicato alle Giornate di Primavera del
FAI.
È stato un successo che è andato al
di là di ogni più entusiastica aspettativa.
Ad attirare l' attenzione dei
visitatori è stato, soprattutto, il materiale documentale dedicato
al centesimo anniversario della Prima Guerra Mondiale.
Tra le vetrine maggiormente visitate
dal pubblico quella riguardante il bando di chiamata alle armi
datato 1 gennaio 1914, degli uomini abili alla guerra della classe
1894: si trattava dei ragazzi ventenni che combatterono a Caporetto
e Vittorio Veneto.
In occasione delle giornate del Fai
sono stati, inoltre, esposti al pubblico rarissimi documenti che
testimoniano il clima di mobilitazione e di solidarietà alle Forze
Armate del Regio Esercito che precedette l'entrata in guerra
dell'Italia
Infine, un' interessante mostra sulle
vicende costruttive del palazzo della Provincia hanno riportato il
visitatore indietro nel tempo al periodo del Risorgimento.
Nel percorso espositivo è stato
possibile visionare, anche, delle interessanti foto sullo stato di
"porta di Ponte" nella seconda metà dell'800.
Il materiale documentale esposto sarà
ancora visitabile nel Palazzo della Provincia per tutto il mese di
Marzo.