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Rassegna stampa dell'8 maggio 2015

Lasicilia.it
EX PROVINCIA. UN ENTE SUL LASTRICO

Il Libero consorzio di Agrigento al momento non è nelle condizioni di garantire le spese del personale, di assicurare i servizi e predisporre un bilancio previsionale 2015 che sia in equilibrio.
Sono parole di "fuoco" quelle che EI dirigente finanziario e il segretario dell'ex Provincia hanno messo "nero su bianco" in un atto ufficiale e assolutamente previsto per legge: la "segnalazione obbligatoria dei fatti e del le valutazioni sull'andamento delle entrate e delle spese correnti che pre giudichino gli equilibri di bilancio". La stessa tipologia di documento che era stato firmato già a novembre scor so e che portò, all'epoca, all'atto dire cesso dal Consorzio universitario.
In questo caso, però, il tono è se possibile anche peggiore. "Le spese del personale in atto sostenute — si legge - sono ormai incompatibili con le effettive risorse disponibili e devo no, necessariamente, essere ridotte ulteriormente, nel rispetto dei vinco li contrattuali e/o normativi, e devono essere ridotte al minimo tutte le altre spese anche quelle essenziali, anche se in tal caso risulteranno compro-messi i servizi e le funzioni obbligato rie dell'Ente. E' doveroso sottolineare il concreto rischio per l'Ente, qualora non dovessero intervenire le auspicabili modifiche normative, di non poter, legittimamente, sostenere il pe sante "concorso al contenimento del la spesa pubblica" richiesto dall'arti colo 244 del Tue!". Torniamo, quindi, alla tanto contestata legge nazionale che prevede un "contributo" da girare allo Stato da parte degli enti di area vasta che per Agrigento si tradurrebbe in oltre 7 milioni di euro solo per l'anno in corso senza, però, che al momento vi sia la possibilità di un "recupero" da altre fonti di finanziamento.
In questo contesto, dicono ancora i dirigenti sembra difficile "ipotizzare un bilancio di previsione stabilmente riequilibrato, perché lo squilibrio non trae origine né da debiti fuori bilancio da riconosce e nemmeno da disavanzi di amministrazione, ma da un'ab norme riduzione delle risorse finanziarie", senza che si possa nemmeno puntare ad una soluzione "tampone" come il cosiddetto "predissesto", o vero il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, visto che non vi sono de-biti pregressi da ripianare. Insomma, una situazione evidentemente drammatica, che mette in dubbio gli stipen di, i servizi e che, evidentemente, mette una sorta di "pietra tombale" (al meno, se non si inverte la rotta da parte di Roma) sulla possibilità che l'Ente torni socio del Cupa. Peccato che, un paio di giorni fa, il governatore Rosario Crocetta avesse rassicurato tutti, in primis i dipendenti precari, sul fatto che nessuno avrebbe perso il lavoro.
Di contro c'è da registrare che il Governo regionale ha annunciato comunque che in fase di correzione di conti in autunno potrebbe quantomeno una "mano", sebbene è altamente improbabile che possa mettere in campo un "ombrello" tanto ampio da coprire tutte le province o qualunque cosa diventeranno da qui al futuro.
GIOACCHINO SCHICCHI


AGRIGENTOFLASH,IT
A VOLTE RITORNANO....

Venti consiglieri comunali appena usciti da Palazzo dei Giganti sono pronti a tornare al loro posto in aula "Sollano". Una volta depositate le liste i nomi sono infatti ormai ufficiali e i "volti" noti non sono tanti rispetto al complessivo, ma sono comunque significativi. Le formazione che accolgono il numero maggiore di "ex" sono la lista Forza Silvio, a sostegno di Alessi e quella di Area Popolare Ncd-Udc, che appoggia Firetto. Nel primo caso lì hanno trovato "rifugio" l'ex capogruppo di Forza Italia - Patto con il territorio Cinzia Puleri e i suoi ex colleghi di partito Giovanni Civiltà, Simone Gramaglia e Gianluca Urso. A questi si aggiungono comunque degli "ex-ex", soggetti già impegnati in passato come amministratori o consiglieri comunali. E' il caso ad esempio di Piero Marchetta (anche assessore designato di Alessi), Carmela Vaiana e l'ex assessore provinciale Salvatore Sciumè. Nel caso di Area popolare sono stati invece ricandidati Gerlando Gibilaro, Alfonso Mirotta, Francesco Picone e Alessandro Sollano. Procedendo in ordine sparso poi tra le formazioni che contengono "ex" ci sono il Pdr (Firetto), che ripropone Luca Spinnato e l'ex assessore di Grande Sud Salvatore Borsellino, le due liste civiche pro Firetto "Agrigento Cambia" e "Agrigento Rinasce" (rispettivamente Nello Hamel e l'ex consigliere e assessore Francesco Messina e l'ex consigliere e assessore Nino Amato insieme ad un "ex ex" come Angelo Principato) e la lista civica sempre in sostegno di Firetto "Solidarietà e Futuro", dove è stato candidato l'ex consigliere e assessore Michele Mallia. Nutrito il gruppo di ex nella lista civica (anche questa a sostegno di Firetto) "Uniti per la città", dove sono stati ricandidati l'ex consigliere e presidente del Consiglio comunale Carmelo Settembrino e gli ex consiglieri Angelo Vaccarello e Daniele Vita oltre l'ex assessore Davide Lo Presti e Manlio Cardella, con un passato di amministratore locale. Il Partito Democratico, invece, ricandida gli uscenti Marco Vullo e Angela Galvano ed aggiunge l' "ex ex" assessore Giuseppe Putrone. Vi sono poi le liste di Fratelli d'Italia - Alleanza nazionale in sostegno di Andrea Cirino, dove, oltre lo stesso Cirino sono stati inseriti Calogero Pisano e l'ex assessore provinciale Fabiola Mazzarella e Noi con Salvini dove è stato candidato il consigliere provinciale e assessore Roberto Gallo e un già consigliere comunale (seppure diversi anni fa e per un solo mandato), ovvero Gerlando Di Falco, mentre un solo "ex" è candidato nella lista "Cambiamento" di Giuseppe Di Rosa, ovvero Di Rosa stesso. Altri "ex ex" si trovano infine anche nella lista di Sicilia democratica (Carmelo Cantone), nel Movimento 5 Stelle (Dalli Cardillo ha un passato da amministratore comunale) e Liberiamo Agrigento, ovvero l'ex consigliere comunale Giuseppe Arnone.


Corrieredelmezzogiorno.it

Crocetta: «Flop Expo? Falso, ci sono disservizi, ma solo per il Cluster»

«Valuteremo eventuali azioni di risarcimento danni nei confronti degli organizzatori di Expo». Lo ha detto il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo D'Orleans, a proposito dei disagi organizzativi del cluster Biomediterraneo in cui la Regione Sicilia è impegnata con ruolo organizzativo. Crocetta in merito alla lettera di sospensione delle attività del cluster, inviata dal responsabile unico Dario Cartabellotta agli organizzatori e poi nei fatti smentita, ha puntualizzato: «Si, c'è stata questa lettera ma poi ci sono state le rassicurazioni di Expo. Il cluster è in piena attività».
«CRIMINALE CHIUDERE IL CLUSTER PER PROBLEMI ORGANIZZATIVI»
«Credo che in questa vicenda le maggiori responsabilità siano di Expo ma se ci sono state responsabilità da parte nostra è giusto che vadano accertate», ha detto ancora Crocetta. «Sarebbe criminale chiudere il cluster per i difetti organizzativi e la mancanza di sicurezza dei cavi elettrici - ha aggiunto -, su queste cose manderemo una lettera agli organizzatori ma intanto inizieremo a lavorare cercando di superare le criticità», ha concluso.
PADIGLIONE SICILIA E CLUSTER
«La Sicilia partecipa ad Expo con il proprio padiglione, partito in anticipo rispetto altre regioni e apprezzato da molti visitatori», ha spiegato Crocetta alla stampa. «La vicenda del cluster è completamente diversa: la Regione ha partecipato ad un bando ed ha in mano la rete organizzativa. Lo spazio è stato consegnato dagli organizzatori di Expo senza copertura per proteggerci dall'acqua piovana, senza indicazioni e segnaletiche - ha aggiunto il Governatore - . E' difficile adesso recuperare l'immagine di Dario Cartabellotta che pulisce dentro il cluster però oggi possiamo dire che finalmente lo spazio eècoperto ma che ancora si aspettano segnaletiche, cavi elettrici per il palco comune, e impianto wifi. Queste tre sono disfunzioni organizzative ma sono sufficienti per creare un danno immagine alla Sicilia? - ha sottolineato Crocetta - Questo cluster è partito comunque mentre altri non sono neanche partiti, questo è avviato e gli organizzatori dicono di volere risolvere queste cose nel giro di pochi giorni. Non stiamo provvedendo noi perché secondo i protocolli possono farle solo loro e le imprese accreditate ad Expo».
INCASSATI 500MILA EURO IN SEI GIORNI
Il commissario unico per la Sicilia del Biocluster Dario Cartabellotta ha invece fornito i primi dati economici: «In sei giorni la Sicilia ha incassato 500 mila euro dalle attività nel Cluster BioMediterraneo, a fronte di un investimento complessivo per lo spazio di 3 milioni di euro».

Repubblica.it
A19 chiusa per la frana, slitta lo stato d'emergenza: è scontro sui fondi

Ci vogliono 200,5 milioni di euro per mettere in sicurezza l'Isola: servono interventi alle strade, consolidamenti di roccioni, lavori per degli edifici. Insomma non c'è solo il cedimento del ponte tra Scillato e Tremonzelli nella relazione della Protezione civile regionale discussa ieri in una videoconferenza con il dipartimento nazionale. Ed è su questo punto che è emersa una divergenza. Roma vorrebbe circoscrivere il provvedimento alla riapertura della A19, la Sicilia spinge invece per includere anche i soldi che servono per il ripristino dell'altra viabilità danneggiata. In Sicilia da febbraio ad aprile ci sono state 6mila frane. 421 eventi che hanno interrotto strade, allagato uffici, reso inagibili palestre e stadi. In undici casi si tratta di arterie gestite dall'Anas. Per le emergenze sono già stati spesi più di 145 milioni, tra operazioni di soccorso e interventi urgenti. In totale i danni sono di 345 milioni, 236 le strade danneggiate. La delibera del consiglio dei ministri era annunciata per oggi dal ministro all'Interno, Angelino Alfano e dall'assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pizzo slitta. L'attesa irrita ancora di più i paesi isolati dalla chiusura del ponte Himera. "Pretendiamo che le misure straordinarie siano applicate a tutta la Sicilia. Non possiamo pensare a una soluzione soltanto per il viadotto, tralasciando la situazione d'emergenza della parte restante della regione", dice l'assessore al Territorio, Maurizio Croce.

Agrigentonotizie.it

Ss 115, M5s: «Esposto in Procura, 383 chilometri di inferno e morte»

«Più di 4 mila atti parlamentari presentati dal 1980 ad oggi riguardano la messa in sicurezza della statale, ma la strada è ancora a brandelli". Lo afferma la deputata M5S all'Ars Vanessa Ferreri ha appena presentato un esposto alla Procura della Repubblica.
 «Da sempre considerata tra le strade più pericolose della Sicilia, la statale 115 che con i suoi 383 chilometri rappresenta una tra le più lunghe ed importanti arterie dell'isola, denominata "Sud occidentale Sicula", è ancora in pessime condizioni, ed oggi più che mai, addirittura disastrata in alcuni tratti». La Statale che attraversa le 5 province della costa meridionale della Sicilia, Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa.
«Eppure - afferma la parlamentare Ferreri - a causa dei mancati interventi per la messa in sicurezza, ci troviamo a precorrere un'arteria con un manto stradale quasi distrutto, lunghi tratti senza guardrail e senza protezioni; e nessun intervento per evitare che il fango invada la carreggiata durante i periodi di piogge. Stiamo parlando di una statale - aggiunge la deputata -  che lamenta, inoltre, numerose curve pericolosissime. Una pericolosità nota da tempo - continua Ferreri - basti pensare che si contano più di 4 mila atti parlamentari che riguardano la messa in sicurezza della statale 115. Negli ultimi mesi, l'insistente pioggia ha reso la strada un vero e proprio bollettino di incidenti e morte. Si sono verificati una serie di tragici incidenti, in media due al mese, dove hanno perso la vita 6 giovani per cause in corso di accertamento. A parere degli addetti ai lavori, molti degli incidenti avvenuti si sarebbero potuti evitare se ci fosse stata una strada ben realizzata, con asfalto drenante, priva di inutili curve pericolose, con canali di scolo per l'acqua piovana. E' innegabile come gran parte degli incidenti mortali, nonché dei numerosissimi incidenti che, seppur non mortali, hanno provocato gravi lesioni fisiche, si sarebbero potuti evitare se la strada statale 115 fosse stata oggetto di una corretta manutenzione stradale e di una scrupolosa messa in sicurezza da parte dell'ente a ciò preposto, l'Anas per l'appunto. Attendiamo ora - conclude la deputata M5S - che la legge faccia il proprio corso, se ci sono persone che hanno delle responsabilità è giusto che paghino ma, soprattutto, è arrivato il momento che l'Anas intervenga sul tratto di strada in questione, già ribattezzata la strada della morte».
Gds.it

C'è il via libera al decreto ches blocca la mobilità nel pubblico impiego, stabilendo tutte le connessioni tra stipendio e inquadramento nei trasferimenti più impegnativi, quelli che implicano il passaggio da un comparto amministrativo a un altro: da un ministero a un ospedale, da una scuola aun comune, da una provincia a un ente di ricerca. Trasferimenti che quindi determinano non un semplice cambiamento di piano magari all'interno dello stesso ufficio,ma in sostanza un
nuovo lavoro anche in una sede fisicamente distante da quella originaria,fino a un massimo di 50 chilometri in caso di mobilità obbligatoria, ovvero comandata. «Tutti i passaggi sono stati completati», spiega il ministro della P.A, Marianna Madia, dopo il disco verde della Conferenza Unificata al decreto che contiene le cosiddette tabelle di equiparazione, strumento base per far scattare i trasferimenti.
«Adesso dipende solo da noi». E aggiunge:«Valuteremo le condizioni poste dal parere della Conferenza, così come le osservazioni dei sindacati, dopo di che adotteremo» il provvedimento. Per completare il quadro disegnato nel dl Madia, diventato legge l'estate scorsa, manca quindi solo il decreto sui criteri per la mobilità,ma anche quest'ultimo tassello, sottolinea Madia, è ormai «in arrivo». Quanto alle modifiche che il governo potrebbe apportate al decreto, un dpcm, da quanto si apprende si va verso l'accoglimento di alcune indicazioni poste dalla Regioni per assicurare il mantenimento del salario accessorio nel trasferimento. Resta però lo scetticismo dei sindacati.

Terminati i lavori sul Carabollace. Il viadotto totalmente riaperto

L'Anas ha riaperto al transito, a doppio senso di circolazione, il viadotto Carabollace, alkm124 della strada statale 115 "Sud Occidentale Sicula" all'interno del tratto compreso tra Sciacca e Ribera. Sono
terminati, infatti, i lavori di riqualificazione del viadotto mediante
il rifacimento dei cordoli, la sostituzione delle barriere eil rifacimento
dei giunti di dilatazione. Inoltre, è stata sostituita la pavimentazione
in conglomerato bituminosoe la relativa segnaletica stradale. Per i lavori
di riqualificazione del viadotto è stato disposto un investimento di
quasi un milione e 300 mila euro, nell'ambito degli interventi urgenti
previsti dal "Decreto del Fare" per il rilancio dell'economia e dal piano
di manutenzione straordinaria definito nella convenzione stipulata
con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Le opere sono state appaltate dall'Anas ed eseguite dalla società casertana Infrastrutture
e Consolidamenti per un importo di poco inferiore ai 900 mila
euro. Da quasi due anni sul Carabollace si transitava a senso unico alternato, regolato da un impianto semaforico. Era così dal 16 luglio del
2014 da quando l'Anas ha ultimato i lavori per la realizzazione di un'
unica corsia centrale. Il 21 giugno del 2014 era scattato il sequestro
del viadotto nell'ambito delle indagini sull'incidente in cui ha perso la
vita un giovane di Burgio, Alessio Spitaleri, di 30 anni, precipitato
con la propria auto dal Carabollace. Da ieri sera c'è il doppio senso
di circolazione e per gli automobilisti è più facile muoversi in questo
tratto della 115 dove rimane, ancora, un impianto semaforico al ponte Verdura, la struttura costruita dopo il crollo di una parte del vecchio
ponte. L'Anas, ieri, annunciando la riapertura al transito del Carabollace,
ne ha approfittato per raccomandare agli automobilisti "prudenza
nella guida". (*GP*)

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