Blog Sicilia
Nuove regole per le Pro Loco
Rassicurati i liberi consorzi
Sono state approvate con decreto dell'assessore regionale al Turismo Cleo Li Calzi le nuove procedure di riconoscimento e di iscrizione all'albo delle associazioni Pro Loco. Quelle già iscritte dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni.
Ecco le novità: non è più necessario l'atto costitutivo in forma di atto notarile ed è prevista la possibilità di costituire più Pro-loco nello stesso territorio comunale purché siano rispettati precisi requisiti di densità della popolazione e di attrattività dal punto di vista turistico, naturalistico, archeologico e storico. Viene adottato, inoltre, uno statuto tipo unificato e chiariti termini e modalità per il funzionamento e la loro iscrizione all'albo. Annualmente ci sarà anche un'attività di vigilanza e controllo.
Le Pro Loco potranno richiedere al dipartimento regionale al ramo anche un nulla osta per istituire lo I.a.t. (l'Ufficio informazioni e accoglienza dei turisti).
Ai liberi consorzi comunali vengono assicurate invece le competenze già attribuite per legge.
L'assessore al ramo, Cleo Li Calzi ha ritenuto utile introdurre le nuove regole di riordino "per rendere la loro attività sui territori più agevole ed efficace". Tra l'altro, ha spiegato, queste associazioni "sono tra i soggetti che possono presentare le istanze per il finanziamento di manifestazioni ed eventi di interesse turistico, ai sensi della circolare 15043 del 12 giugno 2015 da me emanata, per arricchire il panorama delle attività culturali e di intrattenimento rivolte a favorire l'incoming nella nostra isola".
Sicilia24h
"Ecco in quale traumatico quadro finanziario si sta amministrando" Il sindaco Fabrizio Di Paola commenta il report dell'Anci Sicilia
Il sindaco Fabrizio Di Paola commenta il report dell'Anci Sicilia
"Manca poco e ai sindaci si chiederà di attrezzarsi a fare i miracoli per far quadrare i conti, chiudere i bilanci, garantire i servizi ai cittadini, tenere in piedi le istituzioni locali. Il trend della riduzione di risorse finanziarie trasferite ai Comuni da Stato e Regione sconforta. L'ultimo report dell'Anci Sicilia ci restituisce un quadro illuminante della situazione a dir poco critica, quasi da dopo guerra, in cui tutte le Amministrazioni comunali sono state costrette a operare in questi anni". È quanto dichiara il sindaco Fabrizio Di Paola nel commentare l'analisi del segretario generale dell'Anci Sicilia Mario Emanuele Alvano contenuta in un report trasmesso ai sindaci di tutta l'isola. Il report, che il sindaco Di Paola rende noto (è in allegato), è stato elaborato sulla base delle relazioni e dei dati della Corte dei Conti-Sezione di Controllo per la Regione Siciliana, Banca d'Italia, Assessorato Regionale delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica, IFEL (Istituto per la Finanza e l'Economia Locale.
Il sindaco Fabrizio Di Paola, componente del consiglio direttivo dell'Anci Sicilia, aggiunge: "Due dati su tutti saltano agli occhi dal report dell'Anci Sicilia. La flessione dei trasferimenti regionali nel periodo 2009-2015 è stato del 48 per cento. Si passa dai 913 milioni di euro del 2009 ai 472 milioni del 2015. La flessione dei trasferimenti delle risorse nazionali è paurosa. Si registra addirittura un calo del 73 per cento. Si passa da 1 miliardo e 426 milioni euro del 2011 ai 378 milioni del 2014. Ecco perché la Corte dei Conti nella sua indagine su "La finanza locale in Sicilia 2013-2014" afferma che la crisi dei Comuni e il peggioramento della finanza locale è sempre più 'imputabile principalmente alla progressiva e consistente riduzione dei trasferimenti di provenienza statale e regionale'. Una situazione, si spiega nel report dell'Anci, che ha avuto un significativo impatto sui bilanci comunali, ha contribuito ad aumentare la pressione fiscale e a ridurre i servizi a danno dei cittadini. Una riduzione di risorse traumatica mai vista nei decenni precedenti che non è stata accompagnata da conseguenti interventi strutturali e appesantita da una situazione di stallo nelle riforme sul sistema dei rifiuti e delle acque e dei liberi consorzi. Una situazione che rende fragili le istituzioni locali rimasti punto di riferimento immediato dei cittadini".
Agrigentonotizie
Professionisti in prima linea per lo sviluppo del territorio: protocollo tra Ordini ed "Ethikos"
In sala "Giglia", il 24 luglio, presentazione del "Tavolo di concertazione" che sarà a disposizione di enti pubblici in genere, un progetto comune di sviluppo economico e sociale, con un coordinamento di azioni concrete di cooperazioni programmate per avviare e realizzare progetti che puntino alla stabilizzazione socio-economica, a sistemi di sviluppo locale, a prospettive occupazionali, alla valorizzazione delle risorse esistenti nelle aree considerate
Un progetto comune di sviluppo economico e sociale, con un coordinamento di azioni concrete di cooperazioni programmate per avviare e realizzare progetti che puntino alla stabilizzazione socio-economica, a sistemi di sviluppo locale, a prospettive occupazionali, alla valorizzazione delle risorse esistenti nelle aree considerate.
Con questo obiettivo hanno siglato un protocollo d'intesa professionisti e associazioni impegnati nel territorio dando vita a un "Tavolo di concertazione" che sarà a disposizione di Comuni ed enti pubblici in generale per promuovere e valutare gli interventi e le azioni sui territori di riferimento offrendo consulenza, il giusto contributo all'avvio di progetti, alla creazione di occasioni di lavoro e attrattività per i fondi comunitari e regionali, oltre che alla tutela del territorio, tra le altre cose.
L'iniziativa sarà illustrata venerdì 24 luglio dalle 10 nella sala "Giglia" dell'ex Provincia regionale, ora Libero consorzio comunale.
I firmatari del protocollo intendono instaurare in modo continuativo modalità di lavoro che permettano di sviluppare tutte le possibili sinergie tra gli enti pubblici, i soggetti imprenditoriali delle aree, gli istituti di credito e gli operatori presenti nei territori.
A sottoscrivere il partenariato sono stati: l'Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Agrigento, il Collegio degli Agrotecnici delle provincie di Agrigento e Trapani, il Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati della provincia di Agrigento, il Collegio dei Geometri e dei Geometri Laureati della provincia di Agrigento, l'Ordine regionale dei Geologi di Sicilia, l'Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili della provincia di Agrigento, l'Ordine degli Ingegneri della provincia di Agrigento, l'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Agrigento, l'associazione di promozione sociale "Ethikos per il territorio".
Gds.it
Rifiuti ad Agrigento, a casa 21
netturbini
Progressivo
ritorno alla normalità per Agrigento, dopo i 4 giorni di fermo della
raccolta per la protesta degli operatori ecologici che hanno cercato
di evitare il licenziamento di 21 di loro. Gli
autocompattatori e gli operai di Iseda, Sea e Seap stanno continuando
il giro del centro e delle periferie, ostacolati, in diversi casi da
auto lasciate posteggiate proprio davanti ai cassonetti o dai
contenitori dati alle fiamme come avvenuto nella parte bassa di via
Garibaldi.
Ieri pomeriggio il Comune ha disposto,
a partire dalla mezzanotte, turni supplementari di raccolta, con
mezzi in più, per cercare di ripristinare più in fretta le
condizioni igienico sanitarie del centro e delle periferie. Da ieri intanto, sono senza lavoro 21
persone definite in esubero e su questo aspetto, si concentra la
riflessione del segretario generale della Fp Cgil Alfonso Buscemi che
ha seguito la vertenza fin dal primo giorno.
«Si grida allo scandalo - spiega - per
il numero dei lavoratori utilizzati e si fanno confronti con il
numero di lavoratori dei paesi del nord. Nessuno dice, però, che al
nord non nascono discariche abusive ad ogni angolo di città oppure
non buttano via l'immondizia a qualunque ora del giorno e, forse,
non succede neanche di vedere qualche cittadino che poggia il
sacchetto della spazzatura sul cofano della macchina per lasciarlo
cadere a terra vicino al cassonetto risparmiando la fatica di
scendere. Tutto questo ha un costo che si trasforma nell'esigenza
di avere maggiore personale».
Ex Provincia di Agrigento, in arrivo
liquidità per 100 mila euro
Circa
100 mila euro in arrivo nelle casse del Libero consorzio comunale di
Agrigento, ex Provincia. Sono
le somme relative a due verbali di conciliazione, uno con i
Carabinieri, l'altro con la Questura per la congruità dei canoni
di locazione degli immobili di proprietà dell'ente in uso alle
forze dell'ordine. Per gli uffici della Questura la somma che sarà
pagata alla Provincia ammonta a 55.250 euro, mentre per i locali
usati dai carabinieri l'ammontare della conciliazione è di 41.909
euro. Ma andiamo con ordine.
L'ex
Provincia è proprietaria dell'immobile di piazza Vittorio Emanuele
attualmente sede degli uffici della Questura e la
locazione, registrata
il 25 febbraio del 1964 è in forma extracontrattuale. Per questi
locali, l'Agenzia del Demanio, come trasmesso dalla Prefettura nel
2012, ha espresso parere di congruità sul canone di locazione che
ammonta a 227.300 euro annui, invece di quello richiesto dalla
Provincia di 235.680 euro. Il ministero dell'Interno, lo scorso 30
giugno, ha autorizzato il pagamento della prima semestralità 2015 ed
ha invitato la Questura, attraverso la Prefettura, a sottoscrivere il
verbale di conciliazione.
Livesicilia.it
Vince la paura, l'Ars salva
Crocetta
Ma adesso Renzi spinge per il voto anticipato
Alla
fine del terremoto si ritrovarono tutti in piedi. Anzi, ben saldi
sulla poltrona di Sala d'Ercole. La
sfiducia? Quando mai. Le paroline magiche a Sala d'Ercole sono altre:
"cambio di passo", "inversione di rotta", "senso di
responsabilità" e le immancabili "essenziali riforme". Insieme
a un "sicilianismo" rispolverato per l'occasione e buono per
blandire qualche esponente d'opposizione. Rosario Crocetta ha puntato
tutto su Palazzo dei Normanni. E in questo senso, ha vinto. "Io non
mi dimetto, se vuole, il Parlamento può sfiduciarmi". Ma non lo
farà. Semmai, il pericolo arriva dalla capitale. Da dove Renzi ha
tuonato, intervenendo pubblicamente per la prima volta sulla
questione siciliana: "Crocetta dimostri di saper governare, o
vada a casa".
I
deputati, comunque, a casa non lo manderanno. E all'Ars si respira
un'aria surreale. Lì
i parlamentari sembrano correre la corsa del più "coraggioso" di
tutti. Ma allo stesso tempo stanno fermi. Immobili. Come nel caso, ad
esempio, di Forza Italia. Il capogruppo Marco Falcone ieri è
intervenuto puntando il dito contro il fallimento di Crocetta. Un
prologo all'immediata presentazione di una mozione di sfiducia?
Macché. C'è da chiudere un accordo sui soldi che lo Stato deve
riconoscere alla Sicilia, bisognerà trovare le somme per i
Forestali e per la Formazione, bisognerà pur approvare questa
benedetta riforma delle Province. Così, ecco apparire a Sala
d'Ercole la mozione di sfiducia "postdatata": "Da
calendarizzare al più presto, - avvisa Falcone - dopo che avremo
approvato le riforme".
Le
riforme.
L'ipocrisia che tiene tutto in piedi. Col
paradossale risultato che ogni fallimento, ogni flop è un motivo in
più per continuare ad andare avanti. Perché c'è sempre una riforma
da approvare. E l'elenco è lungo: oltre alle già citate Province
ecco la mancata riforma dell'acqua pubblica, dei rifiuti, la legge
sulla Formazione, quella sulla sburocratizzazione, il cosiddetto
'Sblocca Sicilia. È tutto ancora lì. Quindi c'è ancora molto da
fare. E i toni e anche i contenuti dell'intervento del governatore
sono sorprendentemente piaciuti proprio alle opposizioni. Così, se
il coordinatore regionale di Ncd Francesco Cascio parla di una exit
strategy, precisa: "Stabiliamo insieme una strada per andare al
voto in primavera. Siamo alla fine di una pagina triste". Ma la
fine, appunto, non è dietro l'angolo. E l'eventuale voto anticipato
arriverebbe... a scoppio ritardato.
E
ovviamente è già tutto dimenticato per la maggioranza di
Crocetta. Il
ciclone dell'intercettazione fantasma, le rivelazioni fornite dalle
intercettazioni "reali", ma soprattutto le parole di Lucia
Borsellino (e quelle di Manfredi) sembrano appartenere già a un'era
lontana. Nonostante i reiterati e pubblici ringraziamenti a Sala
d'Ercole dei parlamentari, infatti, i problemi di natura "etica e
morale" sollevati dall'ex assessore, il "coacervo di interessi
nella Sanità", il fatto che Lucia potesse rappresentare un
"elemento di disturbo" per chi davvero voleva gestire le cose
dell'assessorato, come dicono i pubblici ministersi, sembrano già
svaniti nel nulla. Lasciando lo spazio alla solita retorica del
"rilancio". Della ripartenza. Da fermo.
E
così, ecco Antonello Cracolici accennare, dopo la seduta di ieri, a
un "secondo tempo" in occasione del quale avviare "insieme
una valutazione per capire se e come andare avanti. Devono essere
valutate - ha aggiunto il capogruppo Pd - le cose fatte e gli
errori commessi, e capire se si è in grado di invertire radicalmente
la rotta". Nono sono bastati, insomma, tre rimpasti, 37 assessori
in 33 mesi, una dozzina di vertici di maggioranza per capire "se e
come" andare avanti. Anzi, adesso i deputati di maggioranza
sembrano poter contare sulla paura dei colleghi. Che come è noto,
"fa 90". "Riconosciamo - ha detto il capogruppo del Pdr Beppe
Picciolo - parole molto più responsabili da parte delle opposizioni
rispetto a quelle, talvolta, affrettate di pezzi della maggioranza.
L'azione di politica e di governo fin qui non è stata del tutto
soddisfacente e riteniamo, al contempo, di non potere fuggire ai
gravi problemi che vivono la formazione professionale, i forestali, i
precari, la sanità e lo stesso bilancio regionale, per fare solo
alcuni esempi di temi caldi. Le valutazioni politiche andranno fatte
a breve cogliendo quello che il presidente della Regione ha
dichiarato sui tempi e le modalità per proseguire o meno la
legislatura". Rivedersi, valutare, soppesare. In una frase,
"prendere tempo". In attesa che la più grave crisi del governo
regionale decanti o si sciolga con i caldi estivi.
Ovviamente,
la variabile che potrebbe cambiare qualcosa è quella romana. Ieri
Renzi per la prima volta ha parlato apertamente della questione
siciliana, tirando le orecchie a Crocetta, associato al sindaco di
Roma Ignazio Marino: "Si occupino di cose concrete, - ha detto
il premier - dei problemi della gente, della sanità. Si smetta di
guardare a strani giochi politici: se sono in grado di governare
vadano avanti altrimenti vadano a casa. Basta con la telenovela
continua: la gente non si chiede se un politico resta in carica ma se
risponde alle sue domande". Sempre ieri Fausto Raciti ha
incontrato "informalmente" il vicesegretario nazionale del Pd
Lorenzo Guerini. "Non ho mai posto una questione di fiducia
sull'onestà del presidente e sulla intercettazione farlocca, un
fatto che ritengo molto grave. Resta un problema politico che il
presidente della Regione ha riconosciuto, chiedendo un confronto col
parlamento. Se ci sono le condizioni per andare avanti, bene. Ma non
possiamo fare di più".
Il
partito nazionale, però, non è affatto contento. Al
di là delle intercettazioni, Roma sembra puntare dritta al voto
anticipato. "Non si può evitare il voto - ha detto a più
riprese il sottosegretario Davide Faraone - solo per la paura di
perdere le elezioni". La nuova "resa dei conti" è prevista per
il 31 luglio, quando si terrà l'assemblea regionale del Pd. Sarà
quella la sede per fare emergere ancora una volta le divisioni di un
partito nel quale in tanti chiedono di mettere fine a questa
esperienza. Tra questi, esclusa l'eccezione di Fabrizio Ferrandelli
che ha già fatto le valigie, non ci sono i deputati regionali. Che
adesso pensano al cambio di rotta, all'inversione di marcia e alle
nuove riforme. Alla nuova svolta, insomma. Crocetta, per restare in
piedi, ha puntato tutto sul parlamento. E ha vinto. Almeno per il
momento.