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Rassegna stampa del 19 agosto 2015

AGRIGENTONOTIZIE

Agrigento, nuove offerte di lavoro all'Urp dell'ex Provincia regionale
Si tratta di offerte che riguardano sia il settore pubblico che privato, impieghi a tempo determinato o a part-time riguardanti diversi livelli professionali e titoli di studio in aziende di diverse regioni d'Italia
Ben 1413 nuove offerte di lavoro in enti pubblici ed aziende private, distribuite su tutto il territorio nazionale, sono consultabili all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Libero Consorzio di Agrigento, di piazza Vittorio Emanuele ad Agrigento.
Si tratta di offerte che riguardano sia il settore pubblico che privato, impieghi a tempo determinato o a part-time riguardanti diversi livelli professionali e titoli di studio in aziende di diverse regioni d'Italia.
La Polizia Penitenziaria ha pubblicato un bando per 400 agenti con Licenzia Media di cui 300 del ruolo maschile e 100 in quello femminile. Disponibile anche il bando straordinario per il Servizio Civile che prevede 985 posti part-time da avviare al lavoro entro il 2015 per la durata di 12 mesi.
E ancora, tre bandi per lavorare come impiegati all'università di Cagliari, uno all'Asl di Taranto per l'assunzione a tempo indeterminato di 16 operatori socio sanitari con Licenza Media e uno all'Asl di Garbagnate in provincia di Milano per 5 posti di operatore socio sanitario. Infine il Comune di Padova seleziona candidati da assumere come collaboratori informatici.
I bandi e le offerte di lavoro saranno consultabili anche nelle Urp periferiche di Canicattì, Bivona, Sciacca, Cammarata, Licata e Ribera. Telefonicamente, si possono contattare i numeri verdi 800-315555 oppure 800-236837.

LA SICILIA


L e classifiche degli Atene! italiani, stilate di recente d diversi osserva tori, hanno ricevuto grande attenzione dai mezzi di informazione, e hanno suscitato un vasto dibattito, con interventi di molo commentatori ed addetti ai lavori. Quanto queste classifiche siano davvero affidabili ed efficaci nell'indirizzare le scelte dei ragazzi e delle famiglie sugli studi universitari sono questioni
aperte.
Ciò che e fuori dubbio e che queste classifiche sono molto potenti nell'influenzare il dibattito e le scelte di politica universitaria.
Non voglio ripetere quanto hanno scritto su La Sicilia Lillo Miceli Pinella Leocata e lo stesso Rettore dell'università di Catania Giacomo Pignataro gli aspetti positivi e di stimolo cosi come quelli fuorvianti distorsivi o addirittura grotteschi sono stati già spiegati con chiarezza. Riccardo Realfonzo su il Sole 24 Ore in un articolo intitolato. Il contesto conta ha addirittura notato che se si considerasse il tasso di occupabilità dei laureati rispetto ai coetanei la classifica vedrebbe Catania
e Napoli ai primi due posti lo potrei aggiungere che i laureati dell'Ateneo di Catania in termini di retribuzione ad un anno dalla laurea rispetto ai conterranei non laureati hanno un premio maggiore
rispetto al dato medio italiano insomma, è noto che queste classifiche sono poco robuste alla scelta degli indicatori e ai criteri di normalizzazione dei dati, ciò spiega anche perché gli ordinamenti sono spesso assai differenti da classifica classifica.
Il punto da sottolineare è che la scelta uno, piuttosto che un altro, degli indicatori, e la definizione dei pesi, riflette (e non può che essere cosi) un a-priori ideologico. Risponde, cioè, alla visione di quali debbano essere i fattori più rilevanti nella missione multi-dimensionale delle università. Ad esempio, nella valutazione della didattica, considerare gli stage (e non gli insegnamenti offerti io lingua straniera per dirne una) implicitamente rispecchia un ordinamento di valore ossia un'ideologia.
Le Università erogano una molteplicità di servizi di diversa natura Accanto alla didattica di più stretta importanza per gli studenti vengono svolte attività di ricerca teorica ed applicata che rientrano nella missione storica degli Atenei (e stilla quale e principalmente basata la valutazione dei docenti). Negli anni recenti, inoltre viene richiesto agli Atenei di essere attivi nel trasferimento di tecnologie nella promozione delle imprese, nello sviluppo dei territori in cui insistono.
E' difficile aggregare tutti questi aspetti in un unico indice di qualità e il peso assegnato a ognuna di queste missioni cambia il quadro dei valori. Molti degli indicatori considerati da queste classifiche sono al di fuori del controllo delle Università basti pensare alla percentuale di occupati ad un anno dalla laurea, ma anche al numero di borse di studio erogate (che sono decise dalle Regioni e non dagli Atenei), che hanno. poco o nulla a che fare con la qualità della didattica. Duole osservare ad esempio, che svariate regioni, anche del Sud, hanno investito nel sostegno al le loro Università, negli ultimi anni, somme ben più rilevanti di quanto abbia fatto la Sicilia ( sto pensando ad esempio, alla Puglia e alla Sardegna).
Alla politica va chiesto di non prendere come "fotografie neutrali" queste classifiche e di avere il coraggio di identificare gli obiettivi da perseguire, prima di disegnare le misure per raggiungerli.
Gli ultimi anni di crisi economica hanno fatto ridurre in misura preoccupante la spesa delle famiglia in cultura e istruzione,. Si sta ampliando la fascia di chi pensa che investire in studi università non con venga. Questo e profondamente sbagliato. Chi si laurea ha comunque una probabilità di trovare occupazione più elevata di chi non lo fa, e la remunerazione attesa dei laureati e comunque superiore rispetto ai non laureati. Le famiglie devono avere questo ben chiaro. Sul dove iscriversi all'università tanti fattori sono rilevanti. Ma uno Stato degno di questo nome deve garantire uguali opportunità a tutti.
I tanti giovani siciliani che scelgono gli atenei del centro-nord sono infatti parte di un fenomeno che colpisce il Sud.
La percentuale degli immatricolati nelle università del Sud sul totale nazionale e scesa in dieci anni di circa 5 punti. La riduzione delle risorse dell'intero sistema universitario (meno 14% di finanziamento ordinano in cinque anni) grava particolarmente sugli atenei meridionali (meno 19% contro il meno 7% nel Centro-Nord).
La politica deve interrogarsi seriamente sui meccanismi premia e di distribuzione delle risorse Un "costo standard" per studente che non valuti l'allungamento del percorso universitario come effetto collaterale di un mercato del lavoro bloccato, o premialità legate alla capacita de gli atenei di attrarre fondi privati, s indicatori che chiaramente penalizzano le università collocate nelle aree più svantaggiate.
Insomma, stiamo attenti agli effetti re distributivi di queste classifiche della qualità e anche al pericolo che la politica universitaria porti ad allargare, anziché restringere il gap tra le regioni del nostro Paese.

Per gli immigrati spesi 2 mln in 2 anni Il sindaco Firetto chiude il "rubinetto".

Oltre due milioni di euro in due anni. Di tanto è cresciuto, dal 2011 al 2013, l'impegno economico per il Comune di Agrigento per far fronte alle spese per i ricoveri d minori non accompagnati. Una "lievitazione" preoccupante connessa in gran parte all'aumento del fenomeno migratorio e al "fiorire" di strutture per l'accoglienza degli stessi (nel 2014 erano una 40ina solo in città) e che rischia di pesare in modo "mortale" sulle casse pubbliche. Se nel 2011 il costo era di circa un milione di euro, la proiezione del settore Finanziario del Comune è per l'anno in corso di circa 3,5 milioni di euro che diventano 7.5 se aggiungiamo i costi per le rette di ricovero per anziani e soggetti con particolari patologie. Soldi che, teoricamente, i comuni dovrebbero solo anticipare e che, invece, lo Stato e la Regione "dimenticano" di rimborsare.
Per questo, oggi, il sindaco Lillo Firetto ha annunciato di voler intraprendere la strada dello "sciopero fiscale". Lo stesso ha infatti impartito una direttiva,attraverso un atto di indirizzo destinato ai dirigenti del Servizio Sociale e del Servizio Finanziario del Comune, affinché, "in relazione alla liquidazioni delle rette di ricovero relative all'assistenza dei minori stranieri non accompagnati, non si superino i 45 euro giornalieri, somma massima rimborsabile dal Ministero per
ogni minore straniero non accompagnato richiedente asilo politico"."Questa direttiva — ha dichiarato il sindaco Lillo Firetro — nasce dalla consapevolezza che Agrigento e i Comuni dell'hinterland nel cui territorio insistono numerose comunità alloggio non possono farsi carico di una spesa ormai divenuta insostenibile anticipando somme di cui peraltro non si ha la certezza del rimborso da parte della Regione. L'ingente costo sostenuto ad esempio dal Comune di Agrigento —
continua il sindaco Firetto — ha avuto e continua ad avere una grave refluenza sulla condizione finanziaria, che non attiéne solamente alla disponibilità di cassa, in quanto è causi anche di impossibilità al rispetto dei termini di pagamento e dell'inevitabile aumento della massa debitoria con le note conseguenze dei rilievi da parte della Corte dei Conti. Gli agrigentini - prosegue il sindaco Lillo Firetto - non possono farsi carico di oneri impropri che afferiscono un tema di portata internazionale. Quindi non pagheremo più la quota che soverchia quanto rimborsato dallo Stato La Regione - conclude il Firetto - o rivede le tariffe fissato se ne accolli effettivamente il relativo onere "Agrigento ha gia dato!". Il problema però al momento resta alla città dei Templi: al Municipio infatti verranno presentate le fatture delle comunità e contestualmente gli atti di citazione e i de-creti ingiuntivi.
G. SCHICCHI

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