AGRIGENTONOTIZIE
Agrigento, nuove offerte di lavoro
all'Urp dell'ex Provincia regionale
Si tratta di offerte che
riguardano sia il settore pubblico che privato, impieghi a tempo
determinato o a part-time riguardanti diversi livelli professionali e
titoli di studio in aziende di diverse regioni d'Italia
Ben 1413 nuove offerte di lavoro in
enti pubblici ed aziende private, distribuite su tutto il territorio
nazionale, sono consultabili all'Ufficio Relazioni con il Pubblico
del Libero Consorzio di Agrigento, di piazza Vittorio Emanuele ad
Agrigento.
Si tratta di offerte che riguardano sia
il settore pubblico che privato, impieghi a tempo determinato o a
part-time riguardanti diversi livelli professionali e titoli di
studio in aziende di diverse regioni d'Italia.
La Polizia Penitenziaria ha pubblicato
un bando per 400 agenti con Licenzia Media di cui 300 del ruolo
maschile e 100 in quello femminile. Disponibile anche il bando
straordinario per il Servizio Civile che prevede 985 posti part-time
da avviare al lavoro entro il 2015 per la durata di 12 mesi.
E ancora, tre bandi per lavorare come
impiegati all'università di Cagliari, uno all'Asl di Taranto per
l'assunzione a tempo indeterminato di 16 operatori socio sanitari con
Licenza Media e uno all'Asl di Garbagnate in provincia di Milano per
5 posti di operatore socio sanitario. Infine il Comune di Padova
seleziona candidati da assumere come collaboratori informatici.
I bandi e le offerte di lavoro saranno
consultabili anche nelle Urp periferiche di Canicattì, Bivona,
Sciacca, Cammarata, Licata e Ribera. Telefonicamente, si possono
contattare i numeri verdi 800-315555 oppure 800-236837.
LA SICILIA
L e classifiche degli Atene! italiani,
stilate di recente d diversi osserva tori, hanno ricevuto grande
attenzione dai mezzi di informazione, e hanno suscitato un vasto
dibattito, con interventi di molo commentatori ed addetti ai lavori.
Quanto queste classifiche siano davvero affidabili ed efficaci
nell'indirizzare le scelte dei ragazzi e delle famiglie sugli studi
universitari sono questioni
aperte.
Ciò che e fuori dubbio e che queste
classifiche sono molto potenti nell'influenzare il dibattito e le
scelte di politica universitaria.
Non voglio ripetere quanto hanno
scritto su La Sicilia Lillo Miceli Pinella Leocata e lo stesso
Rettore dell'università di Catania Giacomo Pignataro gli aspetti
positivi e di stimolo cosi come quelli fuorvianti distorsivi o
addirittura grotteschi sono stati già spiegati con chiarezza.
Riccardo Realfonzo su il Sole 24 Ore in un articolo intitolato. Il
contesto conta ha addirittura notato che se si considerasse il tasso
di occupabilità dei laureati rispetto ai coetanei la classifica
vedrebbe Catania
e Napoli ai primi due posti lo potrei
aggiungere che i laureati dell'Ateneo di Catania in termini di
retribuzione ad un anno dalla laurea rispetto ai conterranei non
laureati hanno un premio maggiore
rispetto al dato medio italiano
insomma, è noto che queste classifiche sono poco robuste alla scelta
degli indicatori e ai criteri di normalizzazione dei dati, ciò
spiega anche perché gli ordinamenti sono spesso assai differenti da
classifica classifica.
Il punto da sottolineare è che la
scelta uno, piuttosto che un altro, degli indicatori, e la
definizione dei pesi, riflette (e non può che essere cosi) un
a-priori ideologico. Risponde, cioè, alla visione di quali debbano
essere i fattori più rilevanti nella missione multi-dimensionale
delle università. Ad esempio, nella valutazione della didattica,
considerare gli stage (e non gli insegnamenti offerti io lingua
straniera per dirne una) implicitamente rispecchia un ordinamento di
valore ossia un'ideologia.
Le Università erogano una molteplicità
di servizi di diversa natura Accanto alla didattica di più stretta
importanza per gli studenti vengono svolte attività di ricerca
teorica ed applicata che rientrano nella missione storica degli
Atenei (e stilla quale e principalmente basata la valutazione dei
docenti). Negli anni recenti, inoltre viene richiesto agli Atenei di
essere attivi nel trasferimento di tecnologie nella promozione delle
imprese, nello sviluppo dei territori in cui insistono.
E' difficile aggregare tutti questi
aspetti in un unico indice di qualità e il peso assegnato a ognuna
di queste missioni cambia il quadro dei valori. Molti degli
indicatori considerati da queste classifiche sono al di fuori del
controllo delle Università basti pensare alla percentuale di
occupati ad un anno dalla laurea, ma anche al numero di borse di
studio erogate (che sono decise dalle Regioni e non dagli Atenei),
che hanno. poco o nulla a che fare con la qualità della didattica.
Duole osservare ad esempio, che svariate regioni, anche del Sud,
hanno investito nel sostegno al le loro Università, negli ultimi
anni, somme ben più rilevanti di quanto abbia fatto la Sicilia ( sto
pensando ad esempio, alla Puglia e alla Sardegna).
Alla politica va chiesto di non
prendere come "fotografie neutrali" queste classifiche e di avere
il coraggio di identificare gli obiettivi da perseguire, prima di
disegnare le misure per raggiungerli.
Gli ultimi anni di crisi economica
hanno fatto ridurre in misura preoccupante la spesa delle famiglia in
cultura e istruzione,. Si sta ampliando la fascia di chi pensa che
investire in studi università non con venga. Questo e profondamente
sbagliato. Chi si laurea ha comunque una probabilità di trovare
occupazione più elevata di chi non lo fa, e la remunerazione attesa
dei laureati e comunque superiore rispetto ai non laureati. Le
famiglie devono avere questo ben chiaro. Sul dove iscriversi
all'università tanti fattori sono rilevanti. Ma uno Stato degno di
questo nome deve garantire uguali opportunità a tutti.
I tanti giovani siciliani che scelgono
gli atenei del centro-nord sono infatti parte di un fenomeno che
colpisce il Sud.
La percentuale degli immatricolati
nelle università del Sud sul totale nazionale e scesa in dieci anni
di circa 5 punti. La riduzione delle risorse dell'intero sistema
universitario (meno 14% di finanziamento ordinano in cinque anni)
grava particolarmente sugli atenei meridionali (meno 19% contro il
meno 7% nel Centro-Nord).
La politica deve interrogarsi
seriamente sui meccanismi premia e di distribuzione delle risorse Un
"costo standard" per studente che non valuti l'allungamento del
percorso universitario come effetto collaterale di un mercato del
lavoro bloccato, o premialità legate alla capacita de gli atenei di
attrarre fondi privati, s indicatori che chiaramente penalizzano le
università collocate nelle aree più svantaggiate.
Insomma, stiamo attenti agli effetti re
distributivi di queste classifiche della qualità e anche al pericolo
che la politica universitaria porti ad allargare, anziché
restringere il gap tra le regioni del nostro Paese.
Per gli immigrati spesi 2 mln in 2 anni
Il sindaco Firetto chiude il "rubinetto".
Oltre due milioni di euro in due anni.
Di tanto è cresciuto, dal 2011 al 2013, l'impegno economico per il
Comune di Agrigento per far fronte alle spese per i ricoveri d minori
non accompagnati. Una "lievitazione" preoccupante connessa in
gran parte all'aumento del fenomeno migratorio e al "fiorire"
di strutture per l'accoglienza degli stessi (nel 2014 erano una
40ina solo in città) e che rischia di pesare in modo "mortale"
sulle casse pubbliche. Se nel 2011 il costo era di circa un milione
di euro, la proiezione del settore Finanziario del Comune è per
l'anno in corso di circa 3,5 milioni di euro che diventano 7.5 se
aggiungiamo i costi per le rette di ricovero per anziani e soggetti
con particolari patologie. Soldi che, teoricamente, i comuni
dovrebbero solo anticipare e che, invece, lo Stato e la Regione
"dimenticano" di rimborsare.
Per questo, oggi, il sindaco Lillo
Firetto ha annunciato di voler intraprendere la strada dello
"sciopero fiscale". Lo stesso ha infatti impartito una
direttiva,attraverso un atto di indirizzo destinato ai dirigenti del
Servizio Sociale e del Servizio Finanziario del Comune, affinché,
"in relazione alla liquidazioni delle rette di ricovero relative
all'assistenza dei minori stranieri non accompagnati, non si
superino i 45 euro giornalieri, somma massima rimborsabile dal
Ministero per
ogni minore straniero non accompagnato
richiedente asilo politico"."Questa direttiva — ha dichiarato
il sindaco Lillo Firetro — nasce dalla consapevolezza che Agrigento
e i Comuni dell'hinterland nel cui territorio insistono numerose
comunità alloggio non possono farsi carico di una spesa ormai
divenuta insostenibile anticipando somme di cui peraltro non si ha la
certezza del rimborso da parte della Regione. L'ingente costo
sostenuto ad esempio dal Comune di Agrigento —
continua il sindaco Firetto — ha
avuto e continua ad avere una grave refluenza sulla condizione
finanziaria, che non attiéne solamente alla disponibilità di cassa,
in quanto è causi anche di impossibilità al rispetto dei termini di
pagamento e dell'inevitabile aumento della massa debitoria con le
note conseguenze dei rilievi da parte della Corte dei Conti. Gli
agrigentini - prosegue il sindaco Lillo Firetto - non possono farsi
carico di oneri impropri che afferiscono un tema di portata
internazionale. Quindi non pagheremo più la quota che soverchia
quanto rimborsato dallo Stato La Regione - conclude il Firetto - o
rivede le tariffe fissato se ne accolli effettivamente il relativo
onere "Agrigento ha gia dato!". Il problema però al momento
resta alla città dei Templi: al Municipio infatti verranno
presentate le fatture delle comunità e contestualmente gli atti di
citazione e i de-creti ingiuntivi.
G. SCHICCHI