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Rassegna stampa del 7 ottobre 2015

Giornale di Sicilia

Emergenza finanziaria. Ieri audizione alla Corte dei Conti. Baccei esclude una nuova manovra correttiva. Gucciardi difende il piano di 5 mila assunzioni nella sanità

Buco nei conti della Regione: stop alla spesa

Entrate minori di quelle previste: mancano 500 milioni. Da oggi saranno garantiti solo stipendi e cofinanziamenti Ue
Giacinto Pipitone
L'ultimo buco vale 500 milioni e costringerà già oggi la Regione a bloccare le prime spese: autorizzati solo il pagamento degli stipendi e il cofinanziamento dei fondi europei, il resto verrà congelato. È l'esito di una giornata complicatissima.

Iniziata con una convocazione dell'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, alla Corte dei Conti presieduta da Maurizio Graffeo per chiarimenti su indiscrezioni che da giorni riguardano una forte discrepanza fra le entrate stimate a inizio anno e il gettito realmente riscosso. E Baccei non ha  potuto che confermare che «le entrate sono molto inferiori alle attese.Se l'andamento resterà tale, a fine anno c'è ci sarà uno squilibrio di circa 500 milioni». Mancano quote rilevanti di Iva, Irpef e Irap. E l'assessore ha soprattutto confermato che ormai è troppo tardi perer porre rimedio a queste emergenza. Si va avanti dunque con soluzioni- tampone e la prospettiva è quella di restare comunque con un buco che a fine anno potrebbe valere fra i 200 e i 300 milioni e che andrà coperto l'anno prossimo. Intanto però si parte subito con il blocco delle spese. Anche se da questa manovra l'assessore non si attende «più di 30 milioni, 40 se va bene. Verranno bloccati in tutti gli assessorati i capitoli che riguardano contributi e finanziamento di servizi». Una formulazione generica dietro la quale si cela una versione più dura che circola in assessorato: da oggi a fine anno verranno assicurati solo stipendi e il cofinanziamento dei fondi europei. Baccei aveva già stanziato nella manovra correttiva una sessantina di milioni per coprire probabili minori entrate. Altri 200 l'assessore spera di ricavarli da regolazioni contabili con lo Stato, visto che alcune entrate risentono dell'andamento nazionale e influiscono sul fondo sanitario. Il resto è tutto da improvvisare.Ma in questa situazione c'è anche un altro effetto pratico:«Ipotizzare una manovra ter, magari con qualche spesa dell'ultimora, è fuori discussione. Avevo già lanciato un grido di allarme per sensibilizzare assessori e deputati. Ora anche la Corte dei Conti è stata chiara sui rischi che questa situazione può provocare» ha detto Baccei rivolto idealmente ai deputati dell'Ars e quasi raccogliendo un assist dei magistrati contabili. L'unica speranza è data dai fondi  europei. La Regione - è stato ribadito davanti alla Corte dei Conti - rischia ancora di perdere 500 milioni, che andrebbero spesi entro fine anno. Se invece verranno investiti in tempo aumenterebbe il gettito Iva. Si vedrà. Intanto restano le polemiche. Lo stesso Baccei ha sottolineato  chel'errore nelle previsioni sulle entrate non è suo: «Le previsioni del Pil le fa l'ufficio statistica. E poi noi decidiamo cosa mettere in entrata nel bilancio guardando anche al Pil». Comunque la si guardi, errore omeno, è la certificazione di una economia che stenta a invertire il trend negativo. E non a caso Leoluca Orlando, da presidente dell'Anci, rialza il livello da scontro: «Le preoccupazioni della Corte dei Conti e le dichiarazioni di Baccei non ci stupiscono. Sono la conferma evidente di quello stato di calamità istituzionale che va ben oltre il buco da 500 milioni e che è stato più volte da noi denunciato ». Da presidente dell'Associazione dei sindaci Orlando rileva che «le difficoltà si stanno facendo pesare solo sugli enti locali. I 500 milioni di buco corrispondono quasi interamente a quello chela Regione dovrebbe trasferire ai Comuni». E la Uil, con Claudio Barone, teme che«non basta dire che saranno garantiti gli stipendi dei dipendenti regionali per poi scoprire, invece, che non lo saranno quelli di migliaia di lavoratori che dipendono in modo indiretto dall'amministrazione (dalla formazione professionale, agli esattoriali sino alle partecipate)». Per Erasmo Palazzo di Sel «le dichiarazioni di Baccei certificano il disastro finanziario e l'incapacità del governo Crocetta». Mentre Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all'Ars, segnala che «le minori entrate insieme a sprechi e mancate riforme stanno trasformando il buco in una voragine che potrebbe raggiungere il miliardo». La cifra potrebbe essere perfino maggiore. Baccei ha ricordato anche ieri che nel bilancio del 2016 «dovremo fare a meno di 700 milioni relativi  al Fondo sviluppo e coesione». Si tratta delle somme destinate a investimenti che quest'anno sono state invece dirottate per coprire il buco. In audizione dai magistrati contabili è andato anche l'assessore alla Salute, Baldo Gucciardi: c'era da difendere il piano di circa 5 mila assunzioni su cui sono stati sollevati dubbi legati alla sostenibilità finanziaria. Dubbi che Gucciardi avrebbe fugato: «Nel conto vanno messe le stabilizzazioni e mobilità inter-regionale. Poi ci saranno i concorsi. Il problemadei conti nella sanità non esiste più».

Prof di diritto,«ponte» tra Italia e Brasile

...È stato firmato lo scorso 28 settembre a Curitiba (Brasile), nell'Università federale del Paranà, in occasione del primo Convegno internazionale italo-brasiliano di diritto amministrativo e costituzionale, l'atto costitutivo dell'Associazione italo-brasiliana dei professori di diritto amministrativo e costituzionale (Aibdac), su iniziativa dei seguenti soci fondatori: per l'Italia, i professori Maria Immordino, Alfredo Contieri, Francesco Manganaro, Nicola Gullo, Fabrizio Fracchia e Cristiano Celone; per il Brasile, i professori Stefania Maria de Queiroz Barboza, Katya Koziki, Vera Karam de Chueri, RaquelDiasda Silveira Motta, Paulo Roberto Ferreira Motta, Fabricio Macedo Motta, i quali hanno anche costituito il consiglio direttivo, eleggendo all'unanimità comevpresidente la professoressa Maria Immordino,come vice-  residente la docente Estefania Mariade Queiroz Barboza e come segretario generale il professor Cristiano Celone. Sulle finalità dell'associazione, Celone ha dichiarato: «Intendiamo intensificare i rapporti e gli scambi, non solo tra docenti ma anche tra studenti. Con alunni dei colleghi brasiliani ci  eravamo già conosciuti durante un convegno a Siviglia e successivamente nel corso diunconvegno ad Agrigento sull'immigrazione, uno dei temi che  affrontiamo in comune, oltre a quello della corruzione. Puntiamo alla promozionedegli scambi e all'apertura di corsi di laurea congiunti. Italia e Brasile, sul fronte giuridico, hanno diverse problematiche comuni».


Ddl concorrenza

Alberghi liberi di praticare prezzi più bassi

...Saranno nulle quelle clausole che obbligano gli albergatori a non praticare alla clientela finale prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa tramite intermediari terzi, anche online come Booking.com. Lo ha deciso la Camera, approvando il cosiddetto emendamento «Booking» al ddl concorrenza. Per il presidente del Codacons Carlo Rienzi «i vincoli tra gli albergatori e i siti specializzati in prenotazioni alberghiere hanno prodotto danni economici per gli utenti».


Ex provincia. Il commissario Maisano ha pubblicato all'albo pretorio la determina: si voterà il 29 novembre

Legge impugnata, ma le elezioni indette lo stesso

Nel giorno in cui arriva la notizia che il Consiglio dei ministri ha deciso di"impugnare"la legge approvata dall'Ars sulla composizione delle ex province, oggi Liberi consorzi di Comuni, il commissario straordinario di Agrigento, Marcello Maisano, ha annunciato la pubblicazione all'albo pretorio on line del sito del Libero Consorzio di Agrigento e sulla gazzetta ufficiale della Regione Siciliana, del decreto del governatore, Rosario Crocetta con il quale vengono indette le elezioni di secondo grado del presidente del libero Consorzio comunale di Agrigento. Il decreto prevede la data delle elezioni per domenica 29 novembre da tenersi nella sede del Libero Consorzio. Secondo quanto previsto dalla legge regionale 15/2015, entro 5 giorni dalla pubblicazione del decreto del presidente della Regione nell'albo pretorio del libero Consorzio comunale di Agrigento, avvenuta il 29 settembre scorso, l'assessore regionale per le autonomie locali e la funzione pubblica provvederà ad istituire conproprio decreto l'ufficio elettorale presso lo stesso libero Consorzio comunale. Il commissario straordinario del libero Consorzio comunale di Agrigento Marcello Maisano ha, a parte sua, provveduto a notificare il decreto alla Prefettura, al presidente del tribunale e ai segretari generali dei 43 dei Comuni del Libero consorzio. "Nei prossimi giorni - fa sapere il commissario Maisano- si conoscerà la composizione della commissione elettorale formata da tre iscritti all'albo nazionale dei segretari comunali e provinciali, di cui uno con funzioni di presidente. Un dirigente, con competenze amministrative, di uno dei comuni appartenenti all'ente di area vasta sarà designato, con il medesimo decreto, ad esercitare le funzioni di segretario della commissione. Nonostante l'impugnativa della Presidenza del consiglio che chiede correttivi alla legge siciliana di riforma, la Regione ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale i decreti di indizione dell'elezione dei presidenti dei Liberi consorzi comunali nati sulle ceneri delle Province ed il commissario di Agrigento, Maisano, ha ottemperato ad un preciso disposto legislativo. Dal punto di vista  politico,essendo elezioni di secondo livello, cioè che interessano solo chi ha già una carica consiliare, i partiti ancora non si sono mossi per stabilire le strategie. «Ci riuniremo la prossima settimana - ha detto il coordinatore provinciale del Pdr, Paolo Ferrara, vicino a Michele Cimino - per parlare di strategia elettorale». Uno dei sindaci più quotati per l'elezione a presidente del Libero consorzio è Lillo Firetto, a capo del Comune capoluogo, che ha avuto una esperienza parlamentare a Sala D'Ercole per quasi tre anni. (*PAPI*)

AGRIGENTOWEB

Nuove offerte di lavoro disponibili negli Urp del Libero Consorzio

Sono 123 le nuove offerte di lavoro in enti pubblici ed aziende private, distribuite su tutto il territorio nazionale, consultabili all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Libero Consorzio di Agrigento di piazza Vittorio Emanuele ad Agrigento e nelle sedi periferiche delle Urp. Si tratta di offerte che riguardano sia il settore pubblico che privato, impieghi a tempo determinato o a part-time riguardanti diversi livelli professionali e titoli di studio in aziende di diverse regioni d'Italia.
La Guardia di Finanza ad esempio, ha indetto un concorso pubblico per il reclutamento di 8 tenenti in servizio permanente effettivo. Il Parlamento Europeo cerca due ingegneri civili a tempo determinato e l'Autorità generale della concorrenza e del mercato, ha bandito un concorso per selezionare 25 praticanti da inserire negli uffici di Roma. Per i candidati c'è tempo fino al 12 ottobre. Concorsi anche alla Regione Umbria per l'assunzione di 71 laureati di categoria D a supporto delle strutture della giunta regionale, e al Comune di Bologna dve c'è una selezione pubblica per esami, per uno Specialista di servizi socio educativi. Nel settore della Sanità pubblica, l'Ausl della Valle d'Aosta e quella di Alessandria cercano infermieri con contratto a tempo indeterminato.
I bandi e le offerte di lavoro saranno consultabili anche nelle Urp periferiche di Canicattì, Bivona, Sciacca, Cammarata, Licata e Ribera. Telefonicamente, si possono contattare i numeri verdi 800-315555 oppure 800-236837. Il personale dell'ente è a disposizione dell'utenza anche per la compilazione delle istanze.

AGRIGENTO NOTIZIE

Canicattì, nuovi indirizzi di studio all'Istituto tecnico "Galilei"

Il commissario straordinario Marcello Maisano, su proposta del Settore Politiche attive del Lavoro e dell'Istruzione, ha autorizzato l'Istituto Tecnico "G. Galilei" di Canicattì alla realizzazione di nuovi indirizzi di studio per l'anno 2016/2017. La richiesta era stata formulata dal dirigente scolastico Vincenzo Fontana per ampliare l'offerta formativa.
Il dirigente scolastico aveva chiesto l'istituzione di due nuovi indirizzi di studio nel settore tecnologico assicurando che tali corsi non avrebbero comportato l'esigenza di reperire nuove aule.
Si tratta dei corsi di "Meccanica, Meccatronica ed Energia" - Articolazione "Energia" e  "Informatica e  Telecomunicazioni" - Articolazione "Informatica".
Dopo l'autorizzazione del Libero consorzio sarà la Regione Siciliana ad approvare questi nuovi indirizzi di studio con appositi decreti regionali. I nuovi indirizzi scolastici serviranno a migliorare l'offerta formativa da destinare ai giovani delle scuole medie superiori della città di Canicattì.
Come già espresso per altri istituti della provincia, il Libero Consorzio, allo stato attuale, non potrà però garantire eventuali ulteriori oneri per la istituzione dei due nuovi indirizzi per l'incertezza dell'attuale situazione finanziaria. Tali oneri saranno quindi a carico dell'Istituto Tecnico "G. Galilei", a meno che non arrivino nuovi trasferimenti da parte della Regione e dello Stato.

ASKAnews

Sicilia, Crocetta: Impugnativa su Liberi consorzi non è politica
"Pronti ad una modifica concordata della legge"
Dispiace che taluni trasformino la vicenda delle impugnative del governo nazionale, in una questione politica". Lo si legge in una nota del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, a proposito dell'impugnativa presentata dal Consiglio dei Ministri nei confronti della legge sui Liberi consorzi approvata dall'Assemblea Regionale Siciliana.
"Qui di seguito riporto i dati relativi ad alcune regioni rispetto alle impugnative che il governo nazionale ha fatto dal 2013 ad oggi: Sicilia 4 impugnative, Lombardia 6, Basilicata 8, Veneto 8 , Abruzzo 10, Toscana 5, Puglia 5 - per il Lazio anche la legge sull'acqua. Dai dati si deduce molto bene che non c'è alcuna vicenda politica e che le impugnative riguardano questioni dettate dalle valutazioni sollevate da organismi tecnici dei vari ministeri, a volte si tratta di conflitti di attribuzione e o altro ancora. La Costituzione - continua il presidente - prevede una camera di compensazione che è la Corte Costituzionale per risolvere tali conflitti. Parlare di scarsa credibilità della Sicilia, quando la stessa regione del premier ha dovuto subire ben 5 impugnative, sinceramente mi sembra fuorviante, fuori luogo e mi rifiuto di pensare che dietro l'atteggiamento del governo, possano esserci ragioni politiche. Il governo e il parlamento siciliano sono custodi dello Statuto e persino gelosi della propria autonomia. Il quadro istituzionale di riferimento tende a limitare l'autonomia delle regioni e le relative specificità ed è normale che in questa fase della storia le impugnative siano numerose. Come abbiamo dimostrato non riguardano nè prevalentemente nè esclusivamente la Sicilia. Per quanto riguarda l'impugnativa sui liberi consorzi - aggiunge Crocetta - e le città metropolitane, abbiamo già discusso col governo e condiviso soluzioni. E' ovvio che la legge è il frutto del lavoro complesso di mediazioni necessarie d'aula, come avviene in tutti parlamenti, compreso quello nazionale. Il governo doveva impugnare per non fare decadere il termine, la Regione è pronta a una modifica concordata di tale legge e il governo ha garantito che ritirerà l'impugnativa nel momento in cui la legge verrà modificata. Tutto qui. Basta dunque - conclude il governatore - con le speculazioni politiche attorno a questioni che attengono alla normale dialettica costituzionale tra organismi differenti".


Livesicilia.it Braccio di ferro sulle ex province. Nel caos slitta il voto

Dopo l'impugnativa, tutto (o quasi) da rifare. Certamente andrà riscritta la data delle prossime elezioni per la guida di Liberi consorzi e città metropolitane. Il disegno di legge col quale il governo recepirà i rilievi del Consiglio dei ministri, infatti, ridisegnerà anche le "regole del gioco. E così, sarà necessario dare un tempo necessario a tutti gli attori per "ripartire".
Ma ripartire da dove? L'intervento del governo centrale è stato molto duro. Una impugnativa "condita" dalle dichiarazioni del sottosegretario siciliano Davide Faraone: "Se vogliamo costruire un rapporto sinergico con il governo nazionale - ha detto - dobbiamo puntare sulla credibilità della Sicilia. Fatti come questo la minano in maniera irrimediabile. E non è un caso isolato". Uno schiaffo in pieno volto all'esecutivo, ma anche alla maggioranza politica che ha consentito l'approvazione di una legge fin dall'inizio a rischio "censura". Nonostante si sia arrivati a questo testo in clamoroso ritardo e in un'era geologica diversa rispetto a quella in cui il presidente Crocetta annunciò: "Abbiamo abolito le Province". E invece, adesso, il governo Renzi ha, nella sostanza, detto al governatore che dovrà munirsi di "carta carbone" e ricopiare per filo e per segno la cosiddetta legge Delrio sugli enti locali. Una legge "di sistema", ha fatto sapere l'esecutivo romano, che comporta anche tagli alle spese che verrebbero in parte vanificati dal ddl della Regione siciliana. Ma il governo Crocetta sembra intenzionato a lanciare la sfida. Stando a quanto trapela, infatti, l'esecutivo regionale non recepirà tutti i rilievi sollevati dal Consiglio dei ministri, e potrebbe avviare un braccio di ferro di fronte alla Corte costituzionale. Nella nota diffusa oggi da Palazzo Chigi, infatti, si fa riferimento alla possibilità di ritirare il ricorso (cioè l'impugnativa) a patto che Palazzo d'Orleans modifichi quel testo. A prescindere però dalla "portata" del ritocco, è praticamente scontato lo slittamento della data delle elezioni del 29 novembre, già decisa dalla giunta regionale e apparsa in Gazzetta ufficiale. E la conferma arriva dal presidente della Commissione affari istituzionali all'Ars, Antonello Cracolici. Proprio quella commissione ha lavorato principalmente (è quella di riferimento per riforme di questo tipo) al testo approvato a fine luglio, e sarà la stessa a vagliare per prima il nuovo ddl al quale dovrà lavorare il governo Crocetta. "Mi pare scontato - ha detto Cracolici - che, cabiando le regole alla base delle elezioni, bisognerà anche spostare più in là la data delle consultazioni stesse". E dopo l'approvazione in commissione, il ddl dovrà ricevere ovviamente il via libera dell'Assemblea regionale, per poi approdare (di nuovo) in Gazzetta ufficiale. Ma sul merito dell'impugnativa, Cracolici definisce un po' i confini di quello che potrebbe essere il prossimo "ring" istituzionale. "Va detto che la legge Delrio non è il Vangelo - ha precisato il presidente della prima commissione - e il 'recepimento' di cui si parla riguarda i principi della norma, non certo il dettaglio, visto che nel nostro ordinamento non è previsto il recepimento diretto". E così pare che il governo regionale vada verso l'introduzione del voto ponderato (cioè il "peso" del voto di un sindaco, per l'elezione del presidente dei Liberi consorzi, dovrà essere proporzionale alla popolazione del Comune che è guidato da quel primo cittadino). Per il resto, le cose dovrebbero rimanere un po' come sono. "Credo - ha spiegato sempre Cracolici - che alcuni rilievi del Consiglio dei ministri siano solo legittime valutazioni e opinioni, ma che non ci sia alcun profilo di incostituzionalità. Penso ad esempio - ha aggiunto - alla norma della Delrio che prevede la corrispondenza tra il sindaco della città metropolitana e quello del Comune più grande del territorio. Una norma sulla quale io ero d'accordo, ma che governo e Ars hanno deciso di cambiare. Nonostante ciò, non ritengo che quel passaggio sia illegittimo".
Oltre al voto ponderato e all'automatismo per l'elezione del sindaco metropolitano, sono stati diversi i rilievi sollevati dal Consiglio dei ministri. Dal numero degli organi dei nuovi enti (quattro in Sicilia al posto dei tre a livello nazionale), al bonus previsto per i sindaci che andranno a guidare i Corsorzi (mentre nelle altre Regioni la carica sarà svolta a titolo gratuito), per giungere alla gestione dello smaltimento dei rifiuti, che la norma nazionale destina agli Ato mentre la legge siciliana indirizza anche ai comuni in forma singola o consorziata. Ma su molti di questi punti il governo Crocetta sembra voler tirare dritto. Nonostante le divergenze, sul tema, tra il governatore e l'assessore alla Funzione pubblica Giovanni Pistorio, più incline a sposare una linea maggiormente "aderente" alla riforma Delrio. Così, si preannuncia un braccio di ferro di fronte alla Consulta. Solo l'ultima puntata di un pasticcio senza precedenti. Una legge "epocale" che sanciva, secondo le dichiarazioni del presidente Crocetta, il primato della Sicilia rispetto al resto d'Italia. Ma da prima Regione ad abolire e province, l'Isola è diventata l'ultima. Nel frattempo, sono cambiati quattro assessori alle autonomie locali, il governo è andato sotto più di una volta a Sala d'Ercole, le strade provinciali sono andate a pezzi, i dipendenti hanno più volte protestato per la paura sul loro destino. E soprattutto sono cambiate, tra fedelissimi, alti burocrati e cognomi noti, decine di commissari "straordinari". Gli ultimi, quasi certamente, dovranno restare lì ancora un po'. La data del 29 novembre è da riscrivere. Così come l'epocale riforma delle Province. Un'altra volta.


Crocetta e le impugnative da Roma: "Non sono un fatto politico"

PALERMO - "Dispiace che taluni trasformino la vicenda delle impugnative del governo nazionale, in una questione politica". Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. "Qui di seguito riporto i dati relativi ad alcune regioni rispetto alle impugnative che il governo nazionale ha fatto dal 2013 ad oggi: Sicilia 4 impugnative, Lombardia 6, Basilicata 8, Veneto 8 , Abruzzo 10, Toscana 5, Puglia 5 - per il Lazio anche la legge sull'acqua". "Dai dati si deduce molto bene - aggiunge - che non c'è alcuna vicenda politica e che le impugnative riguardano questioni dettate dalle valutazioni sollevate da organismi tecnici dei vari ministeri, a volte si tratta di conflitti di attribuzione e o altro ancora. La Costituzione - continua il presidente - prevede una camera di compensazione che è la Corte Costituzionale per risolvere tali conflitti. Parlare di scarsa credibilità della Sicilia, quando la stessa regione del premier ha dovuto subire ben 5 impugnative, sinceramente mi sembra fuorviante, fuori luogo e mi rifiuto di pensare che dietro l'atteggiamento del governo, possano esserci ragioni politiche. Il governo e il parlamento siciliano sono custodi dello Statuto e persino gelosi della propria autonomia". "Il quadro istituzionale di riferimento - conclude - tende a limitare l'autonomia delle regioni e le relative specificità ed è normale che in questa fase della storia le impugnative siano numerose. Come abbiamo dimostrato non riguardano né prevalentemente né esclusivamente la Sicilia. Per quanto riguarda l'impugnativa sui liberi consorzi e le città metropolitane, abbiamo già discusso col governo e condiviso soluzioni. E' ovvio che la legge è il frutto del lavoro complesso di mediazioni necessarie d'aula, come avviene in tutti parlamenti, compreso quello nazionale. Il governo doveva impugnare per non fare decadere il termine, la Regione è pronta a una modifica concordata di tale legge e il governo ha garantito che ritirerà l'impugnativa nel momento in cui la legge verrà modificata. Tutto qui. Basta dunque con le speculazioni politiche attorno a questioni che attengono alla normale dialettica costituzionale tra organismi differenti".

 
Scrivolibero.it

Il Commissario straordinario Marcello Maisano, su proposta del Settore Politiche attive del Lavoro e dell'Istruzione, ha autorizzato l'Istituto Tecnico "G. Galilei" di Canicattì alla realizzazione di nuovi indirizzi di studio per l'anno 2016/2017. La richiesta era stata formulata dal dirigente scolastico Prof. Vincenzo Fontana per ampliare l'offerta formativa. Il Dirigente scolastico aveva chiesto l'istituzione di due nuovi indirizzi di studio nel settore tecnologico assicurando che tali corsi non avrebbero comportato l'esigenza di reperire nuove aule. Si tratta dei corsi di "Meccanica, Meccatronica ed Energia" - Articolazione "Energia" e "Informatica e Telecomunicazioni" - Articolazione "Informatica". Dopo l'autorizzazione del Libero Consorzio sarà la Regione Siciliana ad approvare questi nuovi indirizzi di studi con appositi decreti regionali. I nuovi indirizzi scolastici serviranno a migliorare l'offerta formativa da destinare ai giovani delle scuole medie superiori della città di Canicattì. Come già espresso per altri istituti della provincia, il Libero Consorzio, allo stato attuale, non potrà però garantire eventuali ulteriori oneri per la istituzione dei due nuovi indirizzi per l'incertezza dell'attuale situazione finanziaria. Tali oneri saranno quindi a carico dell'Istituto Tecnico "G. Galilei", a meno che non arrivino nuovi trasferimenti da parte della Regione e dello Stato. 

TRS98

REGIONE - Il Cdm impugna la legge sui Liberi Consorzi vuole modifiche
Come già annunciato più volte, adesso è ufficiale. Il Consiglio dei ministri, pur prendendo atto della lettera del presidente Rosario Crocetta con la quale si impegna ad apportare alcune modifiche, ha impugnato la legge della Regione Sicilia numero 15 dell'agosto 2015 sui Liberi Consorzi comunali e sulle Città metropolitane. Lo stesso Governo spiega : "Talune disposizioni sono in contrasto con la legge Delrio. In caso di nuova normativa da parte dell'Assemblea regionale siciliana, che vada nel senso dei rilievi contenuti nell'impugnazione, il Governo valuterà l'opportunità di ritirare il ricorso". Una porta rimasta aperta per consentire all'Ars di apportare velocemente le modifiche sulle parti della legge censurate, per poter comunque, il prossimo 29 novembre, giorno già stabilito per le elezioni di secondo grado, consentire a Sindaci e consiglieri comunali di votare il presidente del Libero Consorzio di Comuni o per il Sindaco della città metropolitana. Trattandosi di elezioni di secondo grado, voteranno solo gli amministratori comunali in carica. Tra le varie norme contestate, anche quella che prevede in Sicilia l'elezione della Giunta, mentre la "riforma Delrio" prevede che siano i presidenti consortili  o i sindaci metropolitani a nominare gli assessori. Per il Presidente Crocetta, "l'impugnativa della legge sulle ex Province è un fatto tecnico, col sottosegretario Bressa abbiamo già raggiunto un'intesa sulle modifiche da apportare alla norma, in particolare sull'articolo che riguarda il voto ponderato. Il testo è già pronto, arriverà in giunta domani.
In proposito interviene il deputato nazionale di Area Popolare, Nino Bosco, che afferma : "Il governo sconfessa ancora una volta Crocetta e la sua politica politicante volta a moltiplicare i centri di potere per meri fini clientelari. Crocetta, e la sua strenua volontà di adottare una legge regionale sulla disciplina dei liberi consorzi comunali e delle città metropolitane palesemente incostituzionale, ha gettato nuovo discredito e imbarazzo sulla Sicilia e su tutti i siciliani. Bene ha fatto quindi il governo nazionale a decidere di impugnare una legge non solo sbagliata ma anche in aperto contrasto con la direzione impressa dalla riforma Delrio".

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