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Rassegna stampa del 27 e 28 aprile 2016

27 aprile 2016

Agrigentoweb

Disponibile sul sito internet la circolare regionale per i nuovi indirizzi di studio nelle scuole superiori.
Pubblicata sul sito istituzionale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, nella home page, la circolare n. 9 dell'Assessorato Regionale all'Istruzione e Formazione, relativa all'offerta normativa per i nuovi indirizzi di studio da attivare nelle scuole medie superiori dell'Isola a partire dall'anno scolastico 2017/2018. Come previsto dalle norme regionali e statali spetta al Commissario Straordinario del Libero Consorzio o al Presidente quando verrà eletto, autorizzare i Dirigenti Scolastici alla realizzazione di nuovi indirizzi di studio negli Istituti Scolastici Superiori.
L'autorizzazione del Libero Consorzio è necessaria per la parte relativa ad eventuali oneri finanziari per gli edifici scolastici e le aule da destinare ai nuovi indirizzi di studio. Successivamente gli Istituti Scolastici dovranno acquisire anche il parere obbligatorio dell'Ufficio Scolastico Provinciale.
Entro il 5 ottobre tutta la documentazione richiesta dovrà essere inviata alla Regione che provvederà, con appositi decreti regionali, a stabilire l'istituzione di questi nuovi indirizzi di studi. I nuovi indirizzi scolastici serviranno ad aumentare l'offerta formativa da destinare ai giovani delle scuole medie superiori della provincia creando differenziate occasioni di studio oltre ad adeguare la rete scolastica ai nuovi bisogni degli studenti e del mondo del lavoro.

Agrigentooggi

Università di Agrigento, l'agonia del diritto allo studio
Negli ultimi anni iscritti in calo e futuro da reinventare
Studiare è diventato un lusso. Soprattutto per gli studenti della provincia di Agrigento, che non intravedono più nessun futuro per l'Università . I giovani che hanno scelto di rimanere qui per formarsi pagano il prezzo di una politica più attenta ad occupare poltrone che al futuro di questa terra. Ogni anno si parla del Cupa a rischio chiusura e l'incertezza generata ha causato danni disastrosi che hanno fatto registrare un calo annuo degli iscritti pari al 25%. Le notizie che arrivano da Palermo non sono certo rassicuranti e del Cupa si continua a parlare come una realtà da mettere in liquidazione. SAIA"Continua la farsa del Consorzio Universitario di Agrigento, in attesa che la battaglia per la conquista del "trono" di presidente ci consegni l'ennesima occupazione di poltrone, ascoltiamo le solite cavolate". E' il commento di Maurizio Saia (foto). Il segretario della CISL ci va giù pesante, commentando su Facebook le ultime vicende riguardanti l'università con il paventato taglio del corso di architettura. "Invece di rilanciare - dice Saia - si pensa di tagliare altri corsi di studio. La politica non riesce a risolvere i problemi - afferma il sindacalista - anzi li complica per interessi estranei al bene della collettività. Chiedo a tutti gli attori - aggiunge - che  determinano le scelte politiche di questa provincia di avere un sussulto di dignità e dire a voce alta al Rettore dell'Unipa che è indispensabile modificare la convenzione, diversamente sonderemo l'interesse di altre Università". Non solo: a pagare il prezzo più alto sono studenti e studentesse agrigentini, che sempre più rinunciano all'università, ma anche la formazione culturale delle nuove generazioni. A lanciare l'allarme è sempre il sindacato che mostra attenzione all'attività degli studenti, ai lavoratori del Cupa e al futuro di questa provincia. "2300 studenti con relative tasse universitarie - afferma Saia - potrebbero interessare ad altri Atenei, se poi riusciremo ad essere credibili ed a creare entusiasmo e competitività le iscrizioni potrebbero aumentare sensibilmente". Con le tasse che aumentano e gli iscritti che diminuiscono, restano i privilegi dei politici, mentre i fondi di finanziamento al Cupa diminuiscono di anno in anno.  Una sorta di morte per consunzione voluta da chi non ha mai mostrato interesse per il bene comune. A questo punto, l'unica vera strada percorribile è recidere il cordone ombelicale con Palermo e intavolare immediatamente una trattativa con l'Università Kore di Enna, che potrebbe mostrare interesse ad un'espansione, candidandosi a diventare l'ateneo centro meridionale della Sicilia. Le tasse studentesche, le strutture universitarie, nuove e funzionanti, e i residuali contribuiti degli enti locali agrigentini potrebbero fornire ad Enna un'appetibile opportunità di crescita e una grande soddisfazione. (DV)

LA SICILIA

Costruiamo memoria, generiamo impegno» insieme, a don Luigi Ciotti.
VILLAFRANCA SICULA. Incontro sulla legalità con le massime autorità provinciali.
Promosso dall'associazione "Libera", in collaborazione con il Comune di Villafranca Sicula e con la parrocchia "Beata Maria Vergine della Catena", si svolgerà oggi a Villafranca Sicula, ne chiesa madre, alle ore 11,30 un incontro con don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione, che viene appositamente da Milano per parlare ai giovani della Lotta culturale e sociale contro tutte le mafie. 'Costruiamo memoria, generiamo impegno" è questo il tema di cui parleranno oggi il sindaco Domenico Balsamo, il prefetto di Agrigento Nicola Diomede, il questore Mario Finocchiaro e il sostituto procuratore della Re pubblica presso il tribunale di Agrigento Salvatore Vella. All'incontro prenderanno parte le Autorità civili, religiose, amministrative, militari, le scuole e le associazioni locali e di diversi comuni agrigentini che hanno dato l'adesione. Alle ore 16,30, sempre nella chiesa madre, verrà celebrata una funzione religiosa officiata da don Ciotti, durante la quale saranno ricordate tutte le vittime innocenti delle mafie. L'idea della giornata dedicata alla sensibilizzazione soprattutto dei giovani è venuta dall'associazione libera, a seguito delle sollecitazioni che sono state avanzate da Nera e Nino Tramuta, due villafranchesi, che vogliono ricordare il 20 anniversario della morte del fratello Calogero, vittima di mafia, alla presenza di tutte le istituzioni. Oggi lottare contro la mafia - ci ha detto il sindaco di Villafranca Sicula Domenico Balsamo — non significa soltanto incarcerare i responsabili di crimini orrendi del fenomeno mafioso, degli atti delittuosi e delle intimidazioni ai danni della gente onesta e laboriosa. Lottare contro la mafia significa per ognuno di noi fare il proprio dovere corDe amministratori comunali, rispettare il bene pubblico al servizio del cittadino, condannare gli atti di bullismo ai danni dei giovani di oggi e prevenire ogni forma di prepotenza, arroganza e delinquenza. Ben venga don Luigi a portarci le sue testimonianze".
ENZO MINIO

Gli è stato ricordato che devono predispone un apposito elenco sempre aggiornato e devono pubblicano sul sito istituzionali.
Il richiamo del prefetto Diomede ai sindaci che hanno beni confiscati.
STELIO ZACCARIA
Qualche settimana fa abbiamo scritto su queste stesse pagine, del problema dei beni confiscati alla mafia e affidati ai Comuni. Com'è stato denunciato da "A Testa Alta", che sull'argomento ha anche preparato un dossier, nelle procedure di affidamento ci sono stati dei problemi di comunicazione per cui, per l'Agenzia nazionale per i Beni tolti a Cosa Nostra, questi erano già affidati ai Comuni. Per questi ultimi, in vece, non si era completata la procedura di affidamento per cui non li avevano censiti e conseguentemente nemmeno curati. Da una verifica fatta ci si è accorti che su 27 Comuni della provincia che risultavano assegnatari di alcuni beni confiscati alla mafia (terreni, aziende e immobili), solo tre avevano inserito nel proprio sito istituzionale questo elenco. Gli altri addirittura non sapevano di averli e cosa avevano.
Per fare chiarezza sulla situazione è intervenuto direttamente il prefetto Nicola Diomede che ha scritto ai sindaci e ai commissari dei Comuni di Agrigento, Aragona, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Castetermini, Cattolica Eraclea, Favara, Grotte, Licata, Naro, Porto Empedocle, Racalmuto, Ribera, Sant'Elisabetta. Sant'Angelo Muxaro, Santo Stefano di Quisquina, Sciacca e Siculiana.
Il rappresentante del Governo, facendo seguito alla sua nota del primo aprile scorso e alla riunione tenuta in prefettura il successivo 19 aprile, ha richiamato la loro attenzione sull'importanza degli adempimenti delle amministrazioni comunali per l'utilizzo dei beni confiscati alla mafia e trasferiti al patrimonio comunale per finalità istituzionali o sociali.
I beni - ha scritto il prefetto Diomede - devono essere inseriti in apposito elenco con successivo, costante aggiornamento dei dati inerenti la consistenza, la destinazione, l'utilizzo e in caso di assegnazione a terzi, dei dati identificativi del concessionario, nonché estremi, oggetto e durata del l'atto di concessione. Un elenco che deve essere reso pubblico con adeguate forme in modo permanente".
E per sottolineare importanza di questa disposizione, aggiunge si rassegna l'esigenza che venga fornita a vista assicurazione di aver impartito le direttive necessarie alla redazione dell'elenco dei beni in questione e alla pubblicizzazione sul sito istituzionale del Comune dello stesso elenco" .


28 aprile 2016

Giornale di Sicilia

I nodi della sicilia
Restano in bilico i dipendenti delle ex province. l'Assessore: «chiederemo a Roma un percorso speciale per loro»
I soldi sono congelati, niente stipendi per 25 mila precari di Regione e Comuni
C'è chi aspetta da 10 mesi. Lantieri: «In arrivo i fondi statali»
...Al Comune di Capo d'Orlando i precari hanno ricevuto ieri lo stipendio di novembre mentre in altre città della Sicilia l'attesa va avanti anche dall'estate scorsa. I circa 15 mila contrattisti degli enti locali sono solo una delle tante categorie che in questi giorni sta protestando perchè la busta paga non arriva: ci sono anche i circa 2.800 Pip di Palermo, i 6 mila Asu della Regione, qualche centinaio di dipendenti delle partecipate e degli enti regionali.È una platea di circa 25 mila persone che si muove in pressing verso i palazzi della Regione. I precari dei Comuni I sindaci dalla seconda metà dell'annoscorso hanno pagato i precari a singhiozzo: «Ci sono paesi e città in cui lo stipendio non arriva da 8 o 10 mesi altri in cui arriva quasi regolarmente - commenta Massimo Bontempo, leader del Movimento Giovani Lavoratori -. In alcuni casi i sindaci hanno pagato solo il personale a tempo indeterminato.  Il problema è che circa la metà del budget destinato ai precari nel 2015 non è stato erogato. E i soldi di quest'anno sono bloccati». Il motivo lo spiega l'assessore regionale agli Enti Locali, Luisa Lantieri: «Gran parte dei finanziamenti di quest'anno al settore dei precari è nei capitoli di bilancio congelati in attesa che lo Stato eroghi i 500 milioni di aiuti promessi. Una vertenza che si sbloccherà presto».
Il caso Province
Ma se per gli stipendièsolo questione di tempo, per la stabilizzazione o si semplici rinnovi dei contratti si apre ora una partita delicatissima. I leader del Movimento Giovani Lavoratori e degli altri sindacati e vari sindaci saranno ricevuti martedì dalla Lantieri per discutere del futuro del personale delle Province. Cosa c'entra? Presto detto: la legge nazionale di riforma delle Province prevede il trasferimento del personale degli enti soppressi nei Comuni, soluzione che in Sicilia non si è ancora deciso di percorrere. La Corte dei Conti, in una indagine delle settimane scorse, ha segnalato che l'unico modo per alleggerire dai debiti (circa 180 milioni) le Province e i futuri Liberi Consorzi che ne prenderanno il posto è trasferire il personale, come è stato fatto nelle altre Regioni. «Ma se la Regione sceglierà questa strada - obiettano i sindacati - i dipendenti a tempo indeterminato delle Province prenderanno il posto dei precari dei Comuni». Da qui il pressing di sindacati e sindaci che martedì chiederanno alla Lantieri garanzie sul futuro. L'assessore mostra disponibilità alle richieste dei Comuni: «Se trasferissimo nei Comuni i dipendenti delle Province si bloccherebbe il percorso di stabilizzazione dei precari degli enti locali. Una cosa che noi non vogliamo. Ho già parlato col governo nazionale per avere il via libera su un percorso che rispetti le peculiarità siciliane». La partita però è apertissima, visto che la riforma delle Province è ancora tutta da attuare e nel frattempo anche i 6 mila dipendenti di questi enti hanno registrato ritardi negli stipendi per carenza di fondi.
Pip e Asu
Diverso il problema di Asu e Pip,una platea di quasi 9 mila persone che vive con un sussidio finanziato dalla Regione ed erogato dall'Inps: circa 800 euro al mese per la prima categoria, 600 per la seconda per un costo totale di compreso fra i 50 e i 60 milioni. Ieri i Pip hanno protestato sotto Palazzo d'Orleans perchè non ricevono lo stipendio da due mesi e nel pomeriggio hanno incontrato Crocetta. Il problema - hanno segnalato Vincenzo Figuccia di Forza Italia ed Edy Tamajo di Sicilia Futura - è che la Regione non ha firmato la convenzione conl'Inps. «Crocetta - riferiscono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil - si è detto disponibile ad aprire subito un tavolo di confronto convocando l'Inps e i legali della Regione ». E l'assessore al Lavoro, Gianluca Miccichè, va all'attacco: «I soldi per queste categorie ci sono. Il problema è che l'Inps sta ritardando l'approvazione della convenzione che noi abbiamo già inviato. Ci hanno detto che possono approvarla solo il 4 maggio». Un nuovo incontro Regione- sindacati è fissato per giovedì e lì - informano Marianna Flauto e Valentina Minnuto della Uiltucs - si discuterà anche di rimborsi per maternità, giorni di malattiae altri istituti rivendicati dalla categoria.
Sviluppo Italia e Aras
Da ieri è ripartita anche la protesta dei 75 dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia, partecipata regionale in cui lo stipendio non arriva da 10 mesi. Oggi previsto un sit in sotto Palazzo d'Orleans, domani un altro sotto l'assessorato all'Economia. Il problema in questo caso è che la Regione ha deciso di mettere in liquidazione la società, di cui non riesce più a sostenere i costi. E l'incubo della chiusura sta attraversando anche l'Aras, associazione allevatori: ieri i lavoratori hanno chiesto garanzie sul milione e 600mila euro iscritti in bilancio della Regione e sulla nuova mission dell'Aras.

ASPETTANDO LE RIFORME
Le toppe durano meno di un vestito nuovo E riprende la giostra delle illusioni
Purtroppo non è così. La Sicilia ha uscite di bilancio stabilmente incompatibili con il flusso delle entrate e sarebbe illusorio immaginare che la soluzione possa scaturire dalle manifestazioni di piazza. Con sempre maggiore frequenza la giostra delle illusioni si ferma e, come nei giochi da tavolo, impone ai partecipanti di saltare il giro e rinunciare ai mezzi di sussistenza per le loro famiglie. Questa volta il «fermo interessa i precari degli enti locali, gli ex Pip e i LSU; domani saranno i dipendenti delle disciolte provincie, ancora nel limbo di una legge di riforma scritta e votata più volte senza esiti. Solo in questo «giro» sono più di 30 mila persone. Nessuno però afferra il toro per le corna e pronuncia la formula di rito: è finito il tempo del sussidio sotto le mentite spoglie di uno stipendio. Pronunciare questa formula porterebbe a formalizzare il fallimento di un sistema surretizio del lavoro che non c'è, per dare il via a un doloroso, difficile reset. Decisione davvero ardua da prendere, ma priva di scelte. È più facile, quindi, lasciare scorrere gli avvenimenti, tamponare ora questo ora quel pagamento, giustificare la sostenibilità di un apparato ingiustificabile. Nelle imprese private quando si vogliono salvare i posti di lavoro, si ricorre ai contratti di solidarietà, distribuendo il risparmio di ore lavorate sulla totalità della forza-lavoro. Nel pubblico non si vuole fare o ci sono altre soluzioni? Che si dica. Proprio ieri il Rappresentante degli agricoltori siciliani si chiedeva perché mai l'eccesso di dipendenti dei Consorzi irrigui dovesse restare a carico degli agricoltori, sotto forma di tariffe idriche maggiorate. Se lo chiedono in tanti e in tanti comparti della spesa pubblica regionale. Ora si fa conto sui 500 milioni attesi da Roma ; forse arriveranno e permetterannol'ennesima toppa; ma le toppe durano sempre meno di un vestito nuovo. E la giostra delle illusioni riprende.

Prepensionamenti negli enti regionali
Impugnata la legge sulle Province
Via libera ai prestiti per i dipendenti degli assessorati
Il Parlamento regionale ha varato appena tre dei 24 articoli che compongono la Finanziaria bis. Il primo è quello che dà il via libera ai prepensionamenti anche negli enti pubblici sottoposti a vigilanza della Regione.
...Mentre l'Ars andava faticosamente avanti nell'esame della Finanziaria bis, da Roma è giunta l'ennesima bocciatura della riforma delle Province.Ne è venuta fuori un'altra giornata di caos. Il Parlamento regionale ha varato appena tre dei 24 articoli che compongono la Finanziaria bis. Il primo è quello che dà il via libera ai prepensionamenti anche negli enti pubblici «sottoposti a vigilanza della Regione»: Eas, Esa, Irsap, istituti e agenzie varie solo  per fare qualche esempio. Si potrà lasciare l'impiegoconi requisiti in vigore prima della riforma Fornero, esattamentecome è stato deciso l'anno scorso per i dipendenti degli assessorati regionali. La stessa chance viene offerta ai dipendenti delle Camere di Commercio  purchè assunti prima dell'aprile1995.  Primache la Fornerocambiasse tutto  i poteva andare inpensione a65 anni  di etào40 di servizio. La riforma Fornero ha invece obbligato ad andare in pensione con almeno 66 anni e 3 mesi di età anagrafica o 42 di servizio. Ma soprattutto la Fornero ha abolito un'altra  possibilità che ora tornerebbe seppure temporaneamente: si potrebbe andare in pensione col sistema delle quote. In pratica se la somma dei due valori (età e anzianità di servizio) farà 97, si potrà lasciare l'ufficio indipendentemente daquale deiduevalori sia piùalto quindi anche se si ha meno di 65 anni. Alla Regione in 4.500 stanno andando via: a scaglioni lasceranno entro il 2020.Masi stanno cumulando gravi ritardi nell'erogazione degli assegni di quiescenza. Per questo motivo ieri è stata approvata una norma che garantisce prestiti a chi è andato in pensione: la Regione anticiperà il 90% delle somme attese a titolo di Tfr, l'ex dipendente rimborserà il prestito con la cessione del quinto della pensione al Fondo Pensioni.
Per i dipendenti rimasti in servizio è possibile un prestito pari a 20mila euro per ciascun figlio: somme che devono essere destinate agli studi universitari. Si tratta di norme sollecitate dall'assessore alla Funzione Pubblica, Luisa Lantieri. Che però ieri ha dovuto incassare il duro colpo della nuova bocciatura romana della riforma delle Province. Il governo nazionale ha comunicato che non rinuncerà all'impugnativa. Vicenda complicata. Tecnicamente lo Stato ha già impugnato l'estate scorsa la legge siciliana (approvata a luglio) che ha soppresso le Province per dar vita a Liberi Consorzi di Comuni e città metropolitane. Ma quella impugnativa, nei piani di Crocetta, era destinata a cadere nel vuoto, sterilizzata da una nuova legge varata un mese fa. In quel nuovo provvedimento venivano accolte tutte le obiezioni sollevate in estate sullariforma siciliana, che tante (costose) diversità aveva in cantiere rispetto alle regole nazionali. La nuova riforma ha cancellato queste diversità (retribuzione delle cariche di vertice dei Liberi Consorzi in primis), tranne una: in Sicilia non è automatico che il sindaco della città capoluogo diventi il presidente della città metropolitana. Serve una elezione dai meccanismi molto contorti. A livello nazionale invece il presidente della città metropolitana non viene eletto: è automaticamente il sindaco della città capoluogo. Per questa «eccezione» Roma  ha comunicato ieri che non ritirerà il ricorso alla Consulta contro la riforma siciliana: lo ha confermato per iscritto a Crocetta il sottosegretario per gli Affari regionali Gianclaudio Bressa. Nella lettera il governo nazionale precisa che il permanere di questa diversità di regole «non permette la rinuncia alla impugnativa dinanzi alla Corte Costituzionale presentata dal governo sulla legge della Regione Sicilia». Crocetta è sempre stato contrario a consegnare automaticamente a Leoluca Orlando e Enzo Bianco i nuovi enti e ora dovrà decidere come reagire. Sapendo che la tensione è subito tornata altissima nella maggioranza. Il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, ha ricordato che lui in aula si era schierato contro la norma siciliana:«Non mi meraviglia l'ulteriore e scontata impugnativa. Non si è percepita l'importanza della norma, anzi si è insistito per ben due volte a non allinearci ai Paesi europei e al resto d'Italia». Ardizzone rompe gli indugi e anticipa che farà in modo che venga approvata una norma analoga a quella nazionale: «Martedì convocherò la conferenza dei capigruppo per la modifica della norma che, indipendentemente dal volere del governo regionale, questa volta dovrà essere coerente con il quadro normativo nazionale ed europeo. È ormai evidente, comunque, che d'ora in avanti i rapporti con il governo nazionale non potranno più essere lasciati alla discrezionalità del governo regionale». Protestano pure i sindacati: «La riforma siciliana è stata fatta per assecondare giochi di potere - ha commentato il leader della Uil, Claudio Barone - e per questo era facile prevedere che sarebbe stata impugnata. Questo complica il futuro dei dipendenti delle ex Province e dà la misura della irresponsabilità della politica siciliana ». E pure la Cisl, con Paolo Montera e Gigi Caracausi chiede di «mettere da parte le liti fra Palermo e Roma per salvare i 6 mila lavoratori». Risolta invece un'altra emergenza, quella dei testimoni di giustizia: una ventina assunti dalla Regione che però ha dovuto sistemare tutti nell'ufficio romano creando difficoltà di gestione e polemiche. Ora è stata approvata una norma che autorizza il comando in altri enti, anche statali, e consente il telelavoro da casa. L'Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia esulta: «Vivo apprezzamento per l'approvazione dell'articolocheautorizza l'assegnazione ad altre amministrazioni - afferma il presidente dell'associazione, Ignazio Cutrò -. Così viene risolta alla radice la questione legata alla sicurezza e alla incolumità di coloro che sono stati assunti e destinati, per motivi di sicurezza, nell'ufficio romano della Regione. Ora auspichiamocheil ministero dell'Interno e la Regione predispongano celermente tutti gli atti amministrativi necessari al trasferimento».

Lunedì si presenta l'offerta formativa. Riguarda l'anno accademico 2016-2017 ma incombono come una «spada di Damocle» i problemi di natura economica
Università, c'è l'Open day ma regna un clima di incertezza
La governance da riassettare. Ed  i soldi che non ci sono. Oche comunque non sembrerebbero essere sufficienti. Ieri, il polo universitario della  provincia di Agrigento, in collaborazione con il dipartimento di Architettura ed i coordinatori dei Cds, hanno organizzato per lunedì prossimo l'Open day, ossia la giornata per presentare l'offerta formativa per l'anno accademico 2016/2017. Da Palermo è però arrivata, sempre nella mattinata di ieri, una richiesta di incontro con il Cda- incontro che è ancora da convocare - per stabilire quali corsi di laurea lasciare e quali dismettere. "Perché rispetto ai soldi che ci sono a disposizione - ha spiegato ieri Giovanni Di Maida - abbiamo due strade possibili: o l'università abbatte i costi di compartecipazione o bisogna tagliare. L'offerta formativa va, del resto, rapportata con la situazione finanziaria. Al momento - Di Maida è entrato nel dettaglio - abbiamo un milione e 200 mila euro quale contributo ordinario della Regione e un contributo straordinario di 700 mila euro. Quali soci ordinari, al momento,c'è solo il Comune. Di fatto il consorzio non esiste più, anche se  c'è la volontà della Camera di Commercio di rientrare ed anche dell'ormai ex Provincia». Per l'Open day saranno presentati i corsi di laurea magistrale di Architettura, ciclo unico ad Agrigento, Giurisprudenza, ciclo unico ad Agrigento, edil corso di laurea in Servizio sociale. Inoltre -ha reso noto il polo universitario di Agrigento - saranno presentati tutti i corsi di laurea del dipartimento di Architettura, con sede a Palermo, nello specifico: Architettura, Ingegneria edile-Architettura, Disegno industriale (Design), Scienze della pianificazione territoriale, Urbanistica, Paesaggistica ed Ambientale, Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Ambientale. Durante l'incontro gli studenti riceveranno - rendono noto dal polo universitario di Agrigento - tutte le informazioni necessarie per accedere ai percorsi universitari: l'offerta formativa dell'ateneo nella sede decentrata, quella del dipartimento di Architettura con sede a Palermo, le modalità di iscrizione alle provedi accessoe ai corsi di studio, le modalità di accesso alle borse di studio dell'Ersu e, naturalmente, i servizi del Polo di Agrigento. Per l'anno accademico 2016/2017, al polo universitario della città dei Templi, sarà arrivato anche il corso di laurea magistrale in Archeologia. Lo scorso anno, gli iscritti al nuovo anno sono stati complessivamente 200. Circa 2.100 invece quelli complessivamente iscritti negli anni precedenti. A non aiutare le iscrizioni c'è certamente l'incertezza, ormai quasi annuale, sul futuro del consorzio universitario. Nessun genitore, del resto, accetta di far iscrivere un figlio in un consorzio universitario che non si sa neanche se riuscirà o meno a sopravvivere. (*CR*)  

Nuove Ati, Firetto: Serve buon senso
Dopo la «fumata nera». Tra i sindaci che devono dare vita all'organismo chiamato a gestire il servizio idrico prevale lo scoramento. È mancata compattezza
Chi s'aspettava che l'insediamento dell'Ati segnasse la svolta e confidava sull' immediato ritorno alla gestione pubblica dell'acqua, è rimasto deluso. I 41 sindaci - sui complessivi 43 dell'Agrigentino - non sono neanche riusciti a trovare, martedì sera, l'accordo per eleggere il presidente. Non c'è stata, infatti, compattezza. Quella che servirà - che sarà determinante - per scegliere e decidere come l'acqua di Agrigento e provincia dovrà essere gestita: se occuparsene direttamente, se mantenere il contrattoconl'ente gestore attuale o farne uno nuovo o se passare, addirittura, alla gestione cosiddetta "mista". Ieri, in attesa che si vada al ballottaggio fra i sindaci di Racalmuto e Menfi - rispettivamente Emilio Messana e Vincenzo Lotà -  è stato il giorno dell'amara presa di consapevolezza. Anche per i capi delle amministrazioni  dell'Agrigentino, oltre che per gli abitanti. «L'esito delle votazioni per eleggere il presidente dell'Ati non è certamente quello opportuno - ha commentato il sindaco di Agrigent , Calogero Firetto -. Non siamo partiti con il piede giusto equesto fin dalla fase della discussione degli  emendamenti. Discussione che ha fatto emergere un'intolleranza. Sono certo che per garantire l'acqua ai cittadini ad un prezzo che non sia quello attuale, questo non sia il clima giusto. Specie per noi che abbiamo consegnato le reti. È il buon senso che deve prevalere». La prossima riunione, che dovrà essere convocata dal commissario, dovrebbe tenersi il 4 maggio. «20 preferenze a testa, per Messana e Lotà,dimostranoche la questione dell'acqua è importante per questa provincia - hadetto, invece, il sindaco di Bivona, Giovanni Panepinto, - tant'è che si è arrivati a questo risultato paradossale. Si tratta di due candidature splendide, ma occorre trovare una soluzione. Serva l'unità di principio anche per chi nonha consegnato gli impianti ed occorre recuperare acqua per non acquistare acqua». «Siamo impantanati - ha ammesso il sindaco di Favara, Rosario Manganella -. I fronti sono due: da un lato viene sostenuto che il presidente dovrà essere uno dei sindaci che ha consegnato le reti perché più di altri s'è battuto contro la gestione privata. Dall'altro lato viene invece sostenuto che dovrebbe essere uno dei sindaci che non ha consegnato le reti. Su di loro pende, fra l'altro, una richiesta di indennizzo di circa 73 mila euro. Io credo che debba scegliersi un sindaco che abbia capacità di direzione complessiva dell'assemblea Ati e che conosca gli aspetti di gestione dei rapporti con il privato. Avevo proposto, nell'attesa di trovare compattezza, la figura di un sindaco civetta. Proposta che non è stata accolta». «S'era partiti con lo spirito di costruire - ha dichiarato il sindaco di Palma di Montechiaro, Pasquale Amato -. Ci sono però posizioni troppo rigide e sta crescendo l'allarme che ci sia, di fatto, una sorta di cavallo di Troia. Vinceremo comunque noi che non abbiamo consegnato le reti perché siamo dalla parte del giusto". «Sono molto amareggiato da questo risultato - ha confermato il sindaco di Grotte, Paolino Fantauzzo -. Ci sono stati 5 sindaci che hanno disatteso anche le indicazioni dategli dalle loro città. È assurdo che un sindaco diverso dai 26 che hanno consegnato le reti possa assumere la presidenza dell'Ati. I cosiddetti sindaci "ribelli" non sanno le problematiche che i sindaci obbedienti hanno dovuto affrontare. Solo chi ha ceduto le reti, sa quanto si paga, quali i problemi e quali le vessazioni. Io, ad esempio, ho dovuto fare un'ordinanza contro l'interruzione della rete fognaria». «L'approvazione dello statuto all'unanimità lasciava presagire buone cose -ha detto il sindaco di Casteltermini, Nuccio Sapia -. È finita in un modo incredibile. È stata scritta una brutta pagina su una questione, l'acqua, molto sentita dalla popolazione".  «Ci sono stati 4 franchi tiratori che hanno votato per i sindaci "ribelli" - ha commentato Santino Sabella, sindaco di San Biagio Platani -. Cose pirandelliane. Noi portiamo avanti la battaglia per non cedere le reti e poterci difendere dalla spada di Damocle del ricorso fatto dalla Girgenti Acque che vuol essere risarcitoper ilmancato utile di 75 mila euro». (*CR*)

Live Sicilia

L'impugnativa sulle province
I sindacati: "Basta liti - Si pensi al destino dei lavoratori"
Il segretario generale della Cisl Fp Caracausi: "Governo e Ars corrano ai ripari"
PALERMO - "Le beghe tra Palermo e Roma non ci interessano: adesso il governo regionale e l'Ars corrano subito ai ripari per evitare altre perdite di tempo che mettono a rischio l'avvenire dei lavoratori". Con queste parole il segretario generale della Cisl Fp Gigi Caracausi e il vicario Paolo Montera commentano la nota del sottosegretario Bressa con la quale viene annunciata una nuova impugnativa della legge regionale di riforma delle ex Province siciliane. "Si mettano da parte adesso - continuano i leader siciliani della Cisl Fp - le solite discussioni sull'autonomia e i giuristi lascino stare le dissertazioni sulla costituzionalità: in gioco c'è il futuro di seimila famiglie. Si intervenga subito per mettere al sicuro il loro destino".
"Non ci sorprende purtroppo che il Governo nazionale minacci di impugnare la riforma delle Province. La Regione siciliana come al solito ha preferito legiferare sulla base di giochi di potere e dispetti piuttosto che cercare soluzioni reali e concrete necessarie a salvare servizi e lavoratori, come invece è già avvenuto in tutte le altre regioni d'Italia". Lo dice il segretario generale della Uil Sicilia, Claudio Barone, che aggiunge: "Adesso sarà tutto più complicato. Per questo chiediamo alla politica un atto di responsabilità. È necessario approvare subito una legge che possa far ripartire un confronto con il Governo Renzi e che permetta di trovare risorse per salvaguardare i lavoratori".

Dopo l'annuncio di Renzi
"Mancano i sindaci metropolitani"
A rischio i patti di Palermo e Catania
Palazzo Chigi mette il pericolo nero su bianco: "Una soluzione entro le 17".
PALERMO - La guerra tra Palermo e Roma sulla riforma delle ex Province rischia di far saltare la firma dei patti per le aree metropolitane di Palermo e Catania, che prevedono investimenti per il rilancio economico delle due aree e che sono stati annunciati ieri dal premier Renzi nella sua e-news. La firma su quei documenti dovrebbe essere quella dei sindaci delle città metropolitane, figura che però al momento in Sicilia non esiste. Esiste una legge che ha mandato in soffitta le vecchie Province dando vita ai Liberi consorzi e alle aree metropolitane, ma i rappresentanti ufficiali di questi nuovi enti, Palermo e Catania in primis, non sono mai stati eletti.
Un pasticcio che ha portato Palazzo Chigi a prendere carta e penna e a scrivere ai sindaci delle due principali città siciliane sottolineando che Orlando e Bianco non risultano "ufficialmente" i rappresentanti "dei territori metropolitani". Da qui la necessità di correre ai ripari e "formulare un'eventuale proposta che legittimi" Orlando e Bianco "alla sottoscrizione del Patto". Il governo ha dato ai comuni di Palermo e Catania la sua dead line: entro le 17 bisognerà rispondere alle osservazioni arrivate da Roma che nella sua missiva ha comunque tracciato una possibile via d'uscita: Orlando e Bianco dovrebbero ricevere una sorta di "delega" da parte dei sindaci dei comuni interessati dai patti "a rappresentare l'intera area della città metropolitana ai fini della sottoscrizione dei patti".
Ad aggravare la situazione c'è anche lo scontro tra il governo regionale e Palazzo Chigi che ha impugnato la norma sulle ex Province varata dall'Ars. Al centro della contesa l'elezione del sindaco dell'area metropolitana, carica che la norma nazionale affida automaticamente al sindaco del comune capoluogo, mentre nella versione siciliana è prevista una elezione di secondo livello tra i sindaci coinvolti nel nuovo ente.

Sicilia24h

Alunni del 2° Circolo didattico "Livatino" di P. Empedocle in visita al Giardino Botanico
Proseguono le visite guidate delle scuole agrigentine al Giardino Botanico. La struttura di proprietà del Libero Consorzio Comunale di Agrigento è stata visitata stamani da 60 alunni delle prime tre classi della direzione didattica del 2° Circolo "Rosario Livatino" di Porto Empedocle, accompagnati da cinque docenti e guidati dai funzionari tecnici del settore Ambiente. Giudizi molto positivi sono stati espressi dai docenti, mentre i ragazzi hanno mostrato un notevole interesse lungo il percorso didattico, con le puntuali spiegazioni sulla storia del Giardino Botanico e sulle specie vegetali presenti, sia autoctone che esotiche. Notevole interesse hanno destato anche alcune sezioni particolari, come il giardino roccioso, la sala multimediale didattica e la collezione di piante essiccate catalogate e custodite nell'erbario, nonchè il sistema di pozzi e ipogei a suo tempo ripristinati e messi in sicurezza.
Continua, dunque, l'impegno del Libero Consorzio nei programmi di educazione ambientale, in particolare grazie al restaurato Giardino Botanico e alla capillare opera di informazione nelle scuole sulla possibilità di effettuare queste visite guidate. Ricordiamo che il Giardino Botanico di recente è stato sottoposto a lavori di manutenzione e di ristrutturazione grazie al finanziamento ottenuto dal Libero Consorzio per il progetto redatto dai tecnici del Settore Ambiente (con fondi comunitari PO  FESR 2007/2013, Asse III - Obiettivo operativo 3.3.2.2.).
Per la programmazione delle visite è ancora possibile contattare gli uffici del Giardino Botanico (in orario d'ufficio) ai seguenti numeri telefonici: 0922-593813 -593801.

"Open day" al Polo universitario di Agrigento
Open day all' Università di Agrigento. Lunedì prossimo 2 maggio al Polo universitario di Agrigento sarà presentata l'offerta formativa per l' anno accademico 2016 - 2017, e in particolare del corso di laurea in Architettura. Saranno fornite informazioni sulle modalità di iscrizione alle prove di accesso e ai corsi di studio, sulle borse di studio e sui servizi del Polo universitario in genere. Inoltre, per l' anno accademico prossimo sarà attivato anche il corso di laurea di Magistrale in Archeologia.

Agrigentoweb

Polo territoriale Universitario di Agrigento: Open Day, si presentato offerta formativa
Il Polo territoriale universitario della provincia di Agrigento in collaborazione con il Dipartimento di Architettura ed i Coordinatori dei CdS attivati presso questo Polo, organizza nella giornata di lunedì 2 maggio 2016 l'Open Day per la presentazione dell'offerta formativa per l'a.a. 2016/2017 dell'Ateneo di Palermo nella sede decentrata di Agrigento e del Dipartimento di Architettura.
Saranno presentati presso il Polo di Agrigento i seguenti corsi:
- CdLM Architettura ciclo unico AG
- CdLM Giurisprudenza ciclo unico AG
- CdL in Servizio Sociale
Inoltre saranno presentati tutti i corsi di laurea ai corsi di laurea del Dipartimento di  Architettura, con sede a Palermo, nello specifico:
- CdLM Architettura ciclo unico PA
- CdLM Ingegneria Edile-Architettura PA
- Cdl Disegno Industriale (Design) PA
- Cdl Scienze della Pianificazione Territoriale, Urbanistica,  Paesaggistica e Ambientale
- CdLM Pianificazione Territoriale,  Urbanistica e Ambientale PA
Durante l'incontro gli studenti riceveranno tutte le informazioni necessarie per accedere ai percorsi universitari come:
*  L'offerta formativa dell'Ateneo nella sede decentrata;
*  L'offerta formativa del Dipartimento di  Architettura con sede a Palermo;
*  Le modalità di iscrizione alle prove di accesso e ai corsi di studio;
*  Le modalità di accesso alle borse di studio dell'ERSU;
*  I servizi del Polo di Agrigento.
Oltre ai predetti Corsi nel Polo di Agrigento per l'a.a. 2016/2017 sarà attivato anche il CdL Magistrale in Archeologia.

LA SICILIA

SCUOLA E LAVORO
Studenti del Politi in visita a La Sicilia.
Come funziona la redazione di un giornale? Come sì individuano le no— tizie da pubblicare? Quale percorso formativo bisogna svolgere per diventare giornalisti?
Sono questi alcuni quesiti posti al Capo sevizi della redazione di Agrigento del giornale La Sicilia", Stelio Zaccaria, intervistato da alcuni studenti del Liceo Sci enti fico e delle Scienze Umane il Politi". Gli studenti, impegnati in un percorso di Alternanza Scuola Lavoro nel Settore Ufficio Stampa e Urp del libero Consorzio Comunale, ieri pomeriggio, infatti, hanno visitato la redazione loca del famoso quotidiano regionale.
Il Capo servizio ha spiegato com'è strutturata una redazione locale, come avviene la raccolta delle notizie, come si imposta un menabò e, infine, l'invio delle pagine alla redazione centrale che confeziona il giornale e lo consegna alle edicole.
Il progetto di Alternanza Scuola Lavoro è finalizzato ad arricchire la formazione acquisita dagli studenti nei percorsi scolastici, favorire l'orientamento dei giovani per valorizzare le vocazioni personali e realizzare un organico collegamento delle istituzioni scolastiche con il mondo del lavoro. in progetto ambizioso d* scaturisce dalla esigenza di attuare, in linea con le direttive della legge sulla "buona scuota" percorsi di alternanza scuola — lavoro", come occasione di crescita forme per gli studenti e di incontro tra 'offerta nel profilo in uscita dello studente e la domanda proveniente dalle realtà economiche del territorio.

RIFIUTI AG3
Piano dei costi si profila un notevole risparmio.
I commissario liquidatore della Dedalo Ambiente Ag 3 Spa, Rosario Miceli, nei giorni scorsi ha presentato ai Comuni soci il piano dei costi per l'anno 2016. Dal piano presentato  si profila un risparmio rispetto alla gestione liquidatoria del 2015 pari a circa 22Ornila euro, dovuto principalmente al pagamento puntuale di diversi Comuni ed in particolare del Comune di Palma di Montechiaro il quale, attivando un finanziamento con la Cassa depositi e prestiti, ha versato la somma di circa I milione di euro, che ha consentito la chiusura di diversi debiti, alla data del 31 dicembre 2015, con l'erario (Serit, Agenzia delle Entrate).
risparmi ottenuti potranno ulteriormente incrementarsi se i soci del la Dedalo Ambiente manterranno termini delle scadenze, ciò, al fine del mantenimento della tempistica delle scadenze previste nei piani di rientro con l'erario. In caso contrario, ovvero, mancato rispetto dei termini di pagamento previsti nei piano di rientro, i costi potrebbero aumentare.
La Dedalo Ambiente, società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani in set te comuni della provincia di Agrigento (Canicattì, Licata, Palma di Montechiaro, Ravanusa, Campobello di Licata. Camastra e Naro) è una società che ha fatto del rispetto dell'ambiente la sua filosofia di vita, impegnata nella promozione e nella sensibilizzazione della raccolta differenziata In questi mesi del 2016 il commissario Rosario Miceti sta continuando a razionalizzare i costi facendo entrare sempre più il totale dovuto da ogni comune dell'ambito al fine di far ritrovare sempre più ossigeno alle casse delle Dedalo per poter poi pagare i salari puntualmente a propri dipendenti e non solo.
CARMELO SCIANGULA

VALLE DEI TEMPLI. Dalla Regione Sicilia arrivano segnali positivi circa la costituzione dell'organismo
Consiglio del Parco a settembre
POLTRONE. Ne farébbero parte sindaco, soprintendente e un delegato della Regione.
Consiglio del Parco archeologico, entro settembre potrebbe esserci la nomina definitiva.
Si, posta così può sembrare un tempo infinito, ma in realtà questa volta sembra ci siano davvero tutte le condizioni per ché a guidare la Valle dei Templi e il Parco archeologico torni ad esserci un organo collegiale. Stando a quanto confermataci dalla Regione e dallo stesso commissario straordinario Bernardo Campo, in f sarebbe in fase di redazione decreto assessoriale che individua e riduce, ancora una volta, il numero dei componenti dell'organo. Una storia infinita, praticamente il Consiglio è infatti in coma farmacologico" dal 2011, quando l'organo consultivo (allora composto da 15 componenti, tra i quali anche rappresentanti delle associazioni ambienta liste) venne sciolto in attesa che si provvedesse a ridurre il numero dell'assise per allinearsi alla "spending review" voluta dal Governo Monti. Gli anni, ovvia mente, passano senza particolari scossoni con il Consiglio sostituito da vari commissari, nominati tra i dirigenti regionali del Dipartimento Beni culturali che, a sei mesi alla volta, si fanno carico degli atti ordinari e, a volte, di quelli straordinari. Arriva il 2015 e, finalmente, nella Finanziaria regionale si stabilisce che i Consiglio del Parco dovesse essere composto da cinque componenti. Non si fa in tempo a individuarli (di mezzo ci sono anche un rimpasto del Governo Crocetta e una Regione sull'orlo del baratro finanziario) che, con la Finanziaria del marzo scorso, all'articolo 18, si stabilisce che "entro l20 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, fermo restando il numero massimo di tre componenti, ciascun assessore regionale con proprio decreto definisce le rappresentanze degli organi degli enti sottoposti a controllo e vigilanza del proprio ramo di amministrazione, mantenendo se previsto un componente in rappresentanza delle istituzioni o delle associazioni rappresentative di interessi economici e sociali". Quindi, non più 5 ma tre componenti e, soprattutto, un termine massi mo entro il quale realizzare tutto. Forse,
" decreto è in fase i predisposizione — ci assicura Campo-, una volta pubblicatosi attenderanno i 120 giorni necessari per la presentazione di eventuali ricorsi e poi si provvederà alla nomina che credo potrebbe avvenire entro settembre". A farne parte,verosimilmente, potrebbero essere, oltre ad un componente della Regione, il sindaco del capoluogo e il soprintendente ai beni culturali. Verrebbero infatti meno, per questioni di 'spazio" i consulenti regionali che in un primo momento erano previsti come "guida" tecnica dell'organo.
G. SCHICCHI

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