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rassegna stampa dell'11 maggio 2016

Sicilia24h

Cupa - Fontana : Il problema non è il management, ma il Governo regionale.

Basta chiacchiere! Si, basta chiacchiere- così dichiara Vincenzo Fontana, già Presidente della Provincia di Agrigento che negli anni si è battuto per la crescita ed il mantenimento del Cupa di Agrigento. Il problema del Consorzio universitario di Agrigento - continua Fontana - non è stato e non è il management, chi vuole attribuire colpe al Presidente e all'intero CDA, non fa altro che una sterile polemica, volta solo al mero ricambio del CDA, senza andare ad individuare le vere responsabilità, che sono da attribuire esclusivamente a questo Governo Regionale. Le sorti del polo universitario di Agrigento sono nelle mani di questo Governo regionale, che deve trovare una rapida soluzione in merito al trasferimento delle risorse che ogni anno sono state garantite dalla ex provincia.
Bisogna salvare il Cupa e, purtroppo, si è perso molto tempo ed oggi la situazione è veramente drammatica. il Cda e l'attuale commissario dell'ex provincia non potevano far altro che constatare la mancanza di risorse bastevoli a garantire l'offerta formativa agli studenti.
La situazione economica in cui versa l'università agrigentina è disastrosa e da mesi gli studenti e tutto il comparto accademico vivono nell'incertezza, ed a causa di questo si è registrato un netto calo delle iscrizioni. Il mio appello va all'Assessore Marziano ed al Presidente Crocetta, affinchè venga istituito subito un vertice con i soci del consorzio per stabilire il da farsi. E' bene che il Governo giochi a carte scoperte per chiarire, una volta per tutte, cosa intenda fare del Cupa e, con esso, del futuro dei dipendenti e dei numerosi studenti, che ancora oggi convintamente frequentano i corsi presso il consorzio agrigentino.

Vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna! La vicenda del Consorzio Universitario di Agrigento comincia a tingersi anche di fatti straordinariamente ridicoli.

Sta diventando una vera e propria barzelletta; solitamente le barzellette fanno ridere, ma quella che ruota attorno al Cupa, oltre che vomitare, fa anche piangere.
Mentre qualcuno (si spera) sta tentando disperatamente di salvare il salvabile da Palermo è arrivata fresca fresca la notizia che dopo il corso di Archeologia (come se la Valle dei Templi fosse e Torino...) sono stati cancellati dal consiglio di amministrazione universitario di Palermo (scritto rigorosamente minuscolo, perché tale è) anche i corsi di Giurisprudenza e Architettura, spostati nella sede di Palermo. Di fatto ad Agrigento rimarrebbe soltanto il corso di cuciniere, di giardiniere e di scarparo. Nulla più.
Del resto, anche questa ennesima miserabile mossa, non è altro che l'inizio della fine di una realtà che nessuno vuol portare avanti, con gravissime colpevolezze politiche di chi tiene ancora a galla il consiglio di amministrazione dell'università di Palermo, invece di raderlo al suolo. Desolato, amareggiato ma non rassegnato il rappresentante del Consiglio Studenti di Architettura (rigorosamente in maiuscolo) Davide Borzoene il quale, da noi interpellato dopo la squallida notizia fresca fresca, ha detto testualmente: " Siamo dinnanzi a l'ennesima vergogna che colpisce il Polo Universitario agrigentino; togliere i corsi di Architettura e Giurisprudenza vuol dire togliere il cuore ad un motore. Ormai calpestano la dignità senza alcuna preoccupazione; ad Agrigento la dignità scolastica non esiste. Non voglio pensare cosa devono fare adesso i corsisti delle due facoltà trasferite a Palermo. Dovranno trasferirsi nel capoluogo siciliano? Si può andare avanti così?"
La comicità in questa triste vicenda tutta agrigentina, pirandelliana e senza un briciolo di rispetto per tantissimi giovani della nostra provincia, è che per il 13 maggio (quando apparve Maria...) è stata convocata una assemblea straordinaria dei soci, presso la sede del Cupa in tre distinte convocazioni, una alle dieci e l'altra eventualmente alle undici per discutere, udite udite, sulle modifiche statutarie. Lo stesso giorno, sempre quando apparve Maria, alle ore quindici ed occorrendo alle ore sedici, è stata convocata l'assemblea per discutere, udite udite, sulla presa d'atto della designazione del Consiglio di Amministrazione ed elezioni del presidente e del vice presidente nonché la presa d'atto dei soci onorari del Cupa.
Ma di cosa stiamo parlando? Perché tanta comicità in una vicenda che getta nello sconforto migliaia di famiglie di tutta la provincia agrigentina?
Perché il prossimo tredici maggio, Maria, non fa un altro miracolo? Perché non appare a tutti i cattedratici che giocano attorno alle nomine mentre il Cupa, ormai, è in una chiara fase terminale pronta a gettare fango su tutta l'intera provincia?
Si parlava di miracolo; questa apparizione, però, non dovrebbe essere vista come un miracolo. La Vergine Santa dovrebbe dire a tutti, e sottolineiamo a tutti, a partire dai componenti palermitani, che dovrebbero vergognarsi di stare ancora un altro minuto nel posto che occupano. E poi rivolgendosi ai politici....
Meglio non essere blasfemi. Abbiate la pietà di perdonarmi.
Vergogna!

Chiusura Polo di Agrigento. Consigliere Alfano: Rabbia e Delusione!

In data odierna ha avuto luogo la seduta del Consiglio di Amministrazione, tra i punti all'ordine del giorno quello che necessita di maggiore attenzione riguarda l'offerta formativa, in particolare i Corsi di Studio da attivare per l'anno accademico 2016/17.
Attestate le criticità che già da tempo presenta il Consorzio Universitario del Polo di Agrigento, causate da una situazione di precarietà e instabilità, congiuntamente all'assenza di un sostegno economico da parte della Regione Sicilia, nonché all'uscita della Provincia dallo stesso.
A maggioranza è stata deliberata, in seduta CdA, la soppressione dei Corsi di Studio in Giurisprudenza, in Architettura e il trasferimento del Corso di Studio di Beni Culturali dalla sede di Agrigento a quella di Palermo. Il Foro di giurisprudenza esprime, tramite il suo consigliere Saverio Alfano, da tempo sensibile, con costante impegno a difesa delle esigenze degli studenti agrigentini, un forte sentimento di delusione e rabbia per la chiusura del Polo Universitario di Agrigento.
<<Assistiamo ormai da anni, sul palco universitario agrigentino, al balletto delle istituzioni competenti, incompetenti nella vera gestione del Polo decentrato, che vede come fine principale, oggi reso utopico, il futuro degli studenti, veri PROTAGONISTI della vita universitaria ed uniche VITTIME inermi.>> - Continua Alfano - <<Inconsapevoli della valenza, che ha per la città di Agrigento la presenza di un Polo Universitario, la Regione, nondimeno la Provincia, si sono rivelate totalmente incapaci nello sfruttare le naturali risorse del territorio agrigentino, che costituiscono, per le loro caratteristiche, unica occasione per la formazione di determinate categorie di professionisti, in relazione, ad esempio, all'ambito archeologico e a quello della Legislazione orientata alla tutela del patrimonio culturale.>>

Intergrato il "Piano della Performance" con gli obiettivi del "Piano Triennale di Prevenzione della corruzione.

"
Sempre più stringenti i collegamenti tra il Piano della Performance e gli obiettivi del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione per rendere più efficiente e trasparente l'attività amministrativa del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Il Commissario Straordinario del Libero Consorzio Roberto Barberi, su proposta del Direttore/Segretario Generale Giuseppe Vella, ha approvato infatti l'integrazione del Piano della Performance con alcuni degli obiettivi del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione. Lo scopo principale del provvedimento attraverso l'integrazione dei due piani è quello di impedire il manifestarsi di fatti riconducibili alla corruzione attraverso apposite misure di controllo.
In pratica gli obiettivi operativi individuati nel provvedimento diventano comuni a tutti i settori e agli organi d'indirizzo politico del Libero Consorzio Comunale di Agrigento e diventano obiettivi che devono essere raggiunti dai responsabili dei vari settori e dalle posizioni organizzative. Nello specifico i dirigenti e le posizioni organizzative dovranno, ad esempio, prevedere che alcuni divieti ed obblighi che riguardano i dipendenti si estendano a tutti i collaboratori e consulenti di cui l'Ente voglia avvalersi. Inoltre dovranno essere adottate disposizioni interne per assicurare la rotazione del personale operante nelle aree a rischio con funzioni di responsabilità.

Agrigentopress

Chiudono Architettura e Giurisprudenza.

Primi tagli al Polo Universitario di Agrigento. Chiudono i battenti facoltà importanti come Architettura, Giurisprudenza e Beni culturali. L'Università di Palermo conferma e salva l'attivazione dei corsi di studio in Servizio Sociale (triennale) e Archeologia (magistrale).
La tensione sale alle stelle. Da una parte il rettore Fabrizio Micari, dall'altra la rete degli studenti, che ha votato no su questa proposta. In mezzo la politica, quasi disinteressata. I tagli appresi attraverso una nota. "Il Consiglio di amministrazione dell'Università degli Studi di Palermo ha deliberato - si legge - con voto compatto delle componenti dei docenti e del personale tecnico-amministrativo, il mantenimento presso il Polo Universitario di Agrigento dei Corsi di Studio in Servizio Sociale (triennale) e Archeologia (magistrale)".

Grandangolo

Il pentito Tuzzolino: "Summit per sostenere politici" e parla di D'Orsi e del favarese Giuseppe Arnone.

Continuiamo a riportare le dichiarazioni del pentito agrigentino Giuseppe Tuzzolino che sta deponendo, collegato da una località segreta, al processo che vede imputato Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione Siciliana. Tuzzolino, in video-collegamento, prosegue la sua testimonianza parlando di una presunta riunione organizzata da Di Mauro e indica come presenti molti appartenenti a Cosa nostra ed elementi della Stidda facendo anche i nomi: Provenzani, Pace, Allegro, Puzzangaro. Persino I Morgana, secondo Tuzzolino, parteciparono all'incontro arrivando da Mannheim dove esiste un mandamento palmese di mafia. Un fiume in piena Tuzzolino che racconta anche di un'altra presunta riunione, questa volta a casa di Giuseppe Arnone, nota personalità di Favara. Presenti, secondo il pentito, molti mafiosi intenti a sostenere l'elezione di D'Orsi alla Provincia Regionale di Agrogento e di Raffaele Lombardo alla Regione. Tuzzolino dichiara che Arnone in cambio sarebbe dovuto diventare assessore e spara a zero sulla sua università telematica. Tuzzolino continua: "Vi furono tre riunioni per sostenere Lombardo alle elezioni regionali: sempre con mafiosi presenti". Una di queste sarebbe stata tenuta a Favara, una a Canicattì ed una terza a Palma di Montechiaro. Secondo il collaboratore, Lombardo non è stato ammesso alla massoneria ma vi era vicino, come si dice in gergo "era tenuto all'orecchio"

GdSonline

ARS
Dall'Ars ok alle città metropolitane: a guidarle sarà il sindaco del capoluogo
di Anna Sampino
Si chiude il cerchio attorno alla riforma delle ex Province. L'Ars con 34 voti a favore, 27 contrari e 1 astenuto ha approvato la 'norma Delrio'. Il testo, recependo la normativa nazionale, prevede che a guidare le tre Città metropolitane di Palermo, Messina e Catania siano i primi cittadini dei 3 capoluoghi, che assumeranno automaticamente quindi il ruolo di sindaci metropolitani. La votazione è avvenuta con voto segreto.
Secondo la legge regionale di riforma, i sindaci metropolitani dovevano essere scelti per elezione, ma il testo è stato poi impugnato dal Governo nazionale. A velocizzare i tempi di adozione della norma Delrio, ha inciso anche l'arrivo dei fondi destinati a Palermo e Catania e annunciati da Matteo Renzi, i quali senza l'approvazione delle città metropolitane rischiavano di non essere utilizzabili. "Finalmente l'Aula ha approvato la legge sulle città metropolitane - ha detto la presidente della Commissione Ue all'Ars Concetta Raia -. E' finito il teatrino di alcuni colleghi parlamentari ipocriti e ricattatori che da un lato dicevano di sostenere la legge Delrio, dall'altro si sono attivati per bocciare la norma stessa. Purtroppo per loro è andata male". Una parte del Partito democratico si è infatti mostrata contraria alla norma, sostenendo il voto segreto. Tra questi Luca Sammartino e Valeria Sudano. «Il fatto che alcuni deputati del Pd abbiano sostenuto la richiesta di voto segreto apre un grave problema politico da discutere nel gruppo e nel partito - commenta il deputato Filippo Panarello -. Le opinioni sono tutte rispettabili, ma ci sono comportamenti scorretti che non possono passare sotto silenzio».
Il segretario del Pd in Sicilia, Fausto Raciti annuncia "un chiarimento politico" sulla vicenda. E in una nota congiunta con il presidente dell'Udc Gianpiero D'Alia, il segretario regionale del Pd pone la necessità di una "revisione del voto segreto": "Se non si vuole affossare definitivamente l'autonomia siciliana, la madre di tutte le riforme è la revisione del voto segreto all'Ars. Per troppo tempo, il ricorso al voto segreto è stato un espediente per affermare piccoli interessi a discapito del bene comune. La votazione odierna sul recepimento della 'norma Delrio' è stata l'ultima triste conferma di una pratica mortificante".
Approvata la riforma, per Sicilia Futura adesso occorre che "al più presto in Conferenza unificata Stato-Regioni si trovino le soluzioni per evitare ulteriori prelievi forzosi che danneggiano essenzialmente le ex province e i lavoratori di tali enti e delle società partecipate", afferma il deputato Michele Cimino.
Sulla vicenda, è intervenuta la Cisl che chiede tempi celeri per dare certezze ai 6mila lavoratori: "Governo regionale e governo nazionale non hanno più alibi: bisogna portare a termine velocemente, nella pratica e non più con le chiacchiere, la riforma delle ex Province e dare certezze, una volta e per tutte, ai seimila lavoratori", dice il segretario generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo. "Si è perso anche troppo tempo adesso è giunto il momento di assicurare, nell'interesse dei lavoratori, dei cittadini e dei nuovi enti, risposte immediate".

LiveSicilia

Ars
Passa la norma sulle ex Province
Va in porto la riforma infinita
di Santi Sabella
PALERMO - L'odissea è finita, nonostante lo spauracchio del voto segreto. A tre anni di distanza dall'abolizione delle ex Province, e dopo tre tentativi andati a vuoto, Sala d'Ercole ha recepito la legge Delrio sull'istituzione di Liberi consorzi e Città metropolitane. La norma, alla fine, è passata per il rotto della cuffia. Trentaquattro i voti a favore, ventisette i contrari. Non ha partecipato al voto il Movimento cinque stelle.
Il tanto temuto voto segreto, chiesto da Giovanni Greco (Partito dei siciliani-Mpa), ha trovato l'appoggio necessario in Aula. Tra questi, anche cinque deputati del Partito democratico: Raffaele Nicotra, Paolo Ruggirello, Luca Sammartino, Valeria Sudano e Gianfranco Vullo.
Circostanza destinata a lasciare strascichi all'interno del partito. "Il fatto che alcuni deputati del Pd abbiano sostenuto la richiesta di voto segreto apre un grave problema politico da discutere nel gruppo e nel partito", afferma a caldo Filippo Panarello, secondo cui "le opinioni sono tutte rispettabili, ma ci sono comportamenti scorretti che non possono passare sotto silenzio". Con il recepimento della legge nazionale, anche in Sicilia il sindaco metropolitano sarà di diritto il primo cittadino del comune capoluogo dell'ente. Il voto è arrivato al termine di un lunghissimo dibattito, che si è concentrato soprattutto sul rischio di voto segreto, una richiesta che "chiunque deciderà di sostenere, dirà ai seimila lavoratori che il loro destino sarà difficile e tortuoso" ha detto il vice capogruppo del Pd, Giovanni Panepinto. Ancora più duro il tono utilizzato dal capogruppo del Partito democratico, Alice Anselmo: "Non si nasconda dietro al voto segreto chi vuole portare avanti faide locali e ripicche politiche", ha detto la Anselmo, per la quale "chiedere il voto segreto è da vigliacchi". "Un dibattito surreale" secondo il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, che ha attaccato anche il Movimento Cinquestelle, ritenuto responsabile di aver contribuito al naufragio della riforma delle ex Province. "Ma se non siete capaci di affrontare Renzi, è meglio che lasciate perdere", ha detto nel suo intervento il grillino Francesco Cappello. Per il quale "è la Delrio a mettere in pericolo i dipendenti delle ex Province, non il Movimento Cinquestelle".
Tra i contrari al recepimento della Delrio anche la Lista Musumeci. "Una scelta che piega la dignità di questo parlamento", è il pensiero di Nello Musumeci, che ha parlato di una "tragicommedia che va avanti da tre anni. Che il sindaco della Città metropolitana coincida o meno con il sindaco del capoluogo, a noi poco importa rispetto al principio della democrazia partecipativa. Se la gente viene tenuta fuori da queste scelte, la politica ne esce sconfitta", ha detto Musumeci in Aula.
"Quest'aula non è stata in grado di dare un indirizzo preciso e di proporre un sistema alternativo alla Delrio, al limite anche resistendo alla impugnativa che, è bene ricordarlo, è stata preannunciata ma non è mai arrivata" ha invece affermato Antonio Malfarina del Pse. Ha sostenuto il recepimento della Delrio il gruppo di Forza Italia. "Oggi bisogna mettere da parte il proprio punto di vista - ha spiegato il vice capogruppo azzurro Vuincenzo Figuccia -. Il mio partito non è di certo dalla stessa parte del sindaco Orlando, ma non possono essere queste le motivazioni per applicare o meno la Delrio".
"Alla fine ha prevalso la buona politica, anche nel gioco delle parti", è l'opinione del presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, tra i primi sostenitori del recepimento della Delrio. L'adeguamento secondo Ardizzone "arriva in ritardo. Avremmo dovuto anticipare il governo. In ogni caso, adesso, tre grandi Città metropolitane insieme alla Regione potranno spingere su Palazzo Chigi per ottenere ciò che ci è dovuto". Soddisfatto per il recepimento della Delrio Michele Cimino di Sicilia futura, il quale auspica " però che al più presto in Conferenza unificata Stato-Regioni si trovino le soluzioni per evitare ulteriori prelievi forzosi che danneggiano essenzialmente le ex province e i lavoratori di tali enti e delle società partecipate". "Finalmente è finito il teatrino di alcuni colleghi parlamentari ipocriti e 'ricattatori' che da un lato dicevano di sostenere la Delrio, ma dall'altro si sono attivati per bocciare la norma stessa - è il pensiero di Concetta Raia, parlamentare regionale del Pd -. Purtroppo per loro è andata male". L'Ars ha recepito anche la normativa nazionale sugli appalti pubblici, anche questa norma impugnata dal Consiglio dei ministri, e alcune norme relative al procedimento amministrativo. Relativamente alle scuole paritarie dell'infanzia, un emendamento presentato dal presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo, impegna il governo a prevedere, nella manovra correttiva della finanziaria da presentare entro il 17 maggio, il rifinanziamento del capitolo di spesa per l'importo di tre milioni di euro per il 2016. "Manovra correttiva che conterrà alcune modifiche tecniche della legge di Stabilità che ci sono state richieste da Roma - ha spiegato Vinciullo -. Non ci sarà alcuna diminuzione, aumento o spostamento di somme, esclusi i tre milioni per le scuole paritarie". "A tre anni di distanza dall'abolizione delle ex Province, e dopo tre tentativi andati a vuoto, Sala d'Ercole ha recepito la legge Delrio sull'istituzione di Liberi consorzi e Città metropolitane. La norma, alla fine, è passata per il rotto della cuffia. Un passo che ci fa affrontare con un pizzico di tranquillità in più le difficoltà che comunque ci aspettano. Un passaggio, sul quale ci siamo dovuti assumere, come sindacato, anche la responsabilità di fare scelte prettamente politiche e far in modo che cadesse ogni alibi per il Governo. Adesso subito la soluzione dei problemi finanziari degli enti", dichiara Giuseppe Badagliacca, segretario regionale del Csa, sull'approvazione della riforma delle ex Province.
"Bene l'approvazione da parte dell'Ars della 'norma Delrio', che prevede la automatica coincidenza del sindaco di capoluogo con la carica di sindaco metropolitano. Un importante passo in avanti che la Sicilia compie verso la razionalizzazione e ottimizzazione delle autonomie locali di secondo livello", afferma il segretario provinciale del Partito democratico di Palermo, Carmelo Miceli. "Nonostante il troppo tempo perduto - continua -, un altro tassello del percorso di rinnovamento che, coniugato all'azione incisiva del governo Renzi, può garantire alla nostra Isola un futuro di speranza".



Il voto sulla riforma delle Province. Da Forza Italia e Pid sì condizionato
di Santi Sabella
L'avvertimento al governatore Crocetta: "Niente voto segreto o non faremo sconti".

PALERMO - "Siamo favorevoli a recepire la legge Delrio, per salvare i 5.500 lavoratori delle ex Province. Ma se ci sarà il voto segreto non faremo sconti". Forza Italia e Pid "avvertono" la maggioranza in vista del voto sulle Città metropolitane e Liberi consorzi, previsto per oggi pomeriggio all'Ars. "Chiediamo a Crocetta di assumere una posizione politica precisa", afferma Toto Cordaro, capogruppo di Cantiere popolare. Secondo il Pid Crocetta "non può affidarsi a un'Aula pronta a impallinare il governo ancora una volta, nascondendosi dietro al sotterfugio del voto segreto". Per Cordaro le possibili strade da seguire sono due: "Accondiscendere al diktat romano, votando la legge Delrio, o resistere all'impugnativa del Consiglio dei ministri" in merito sulla coincidenza della nuova carica di sindaco della città metropolitana con quella di primo cittadino del comune capoluogo. "Crocetta prenda una decisione chiara e ci metta la faccia. Altrimenti, in caso di voto segreto, saremo durissimi", ribadisce Cordaro.
Cantiere popolare e Forza Italia, inoltre, sono pronte a presentare un disegno di legge per rinegoziare il prelievo forzoso dello Stato nei confronti delle ex Province per la partecipazione alla spesa pubblica. Prelievo che, spiega Cordaro, "nel 2015 è stato di 65 milioni e che nel 2106 raddoppierà raggiungendo i 131 milioni, fino a raggiungere nel 2017 i 197 milioni". "Chiederemo che il prelievo forzoso venga bloccato e che siano rinegoziati i rapporti tra Stato e Province", spiega il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone. Uno strumento che, secondo Falcone, "ha portato le ex Province al default. Siamo preoccupati per il futuro dei lavoratori ma anche per i servizi che questi enti garantivano ai territorio". Una riforma, secondo Falcone, "nata male e costruita peggio, che oggi si è impantanata ed è diventata terreno di scontro all'interno del Pd e della maggioranza, uno squallido teatrino della politica". "Se siamo favorevoli a recepire la Delrio è perché siamo molto preoccupati per i dipendenti delle ex Province", sottolinea il vice capogruppo di Forza Italia Vincenzo Figuccia. Lavoratori che "altrimenti si troverebbero in una situazione di profondo rischio a causa delle ripicche interne al Pd. La Sicilia è partita per prima nella riforma delle ex Province. Mi piacerebbe dire che è arrivata ultima, ma non è così, visto che dopo tre anni e mezzo la meta non è ancora stata raggiunta".

LA SICILIA

LA DECISIONE È STATA PRESA ieri mattina dal Consiglio di amministrazione dell'università di Palermo.
Celebrato il "De Profundis" per il Cupa
addio a Giurisprudenza e Architettura.
Il sogno di una "università sotto casa" è finito, o, quantomeno, è stato dimezzato.
Come ampiamente annunciato da questo giornale, ieri mattina il Consiglio di amministrazione dell'Università di Palermo, in assenza di scelte sul piano dell'offerta formativa ( per impossibilità dell'attuale Cda del Cupa di prendere impegni in quanto organo in uscita, vuoi per l'assenza di garanzie economiche e societarie da parte dell'Assemblea dei soci) ha dovuto ratifica re la chiusura dei canali di Architettura e Giurisprudenza, e il trasferimento a Palermo della laurea triennale di Beni culturali. Non si accetteranno più, quindi nuove iscrizioni e i corsi diverranno ad esaurimento, Sopravvivranno, anche il prossimo anno accademico (fino a quando?) i corsi in Servizio Sociale e la laurea magistrale in Beni culturali. Il famoso bicchiere mezzo pieno. Non intendiamo abbandonare Agrigento, nonostante il Cupa non abbia dato alcuna garanzia dal punto di vista della copertura economica dei costi dei corsi di studio, così come previsto dalla convenzione vi gente con l'Ateneo e valida fino al 2017- commenta il rettore Fabrizio Micari - Abbiamo deliberato di mantenere i corsi di laurea maggiormente legati alle specificità del territorio, in cui hanno una significativa ricaduta occupazionale, confermando così l'importanza del ruolo sociale dell'Ateneo e della nostra grande responsabilità per lo sviluppo e la crescita delta Sicilia". Sarà.
Cantrari, in sede di Cda di Unipa, è stata la rappresentanza degli studenti, che oggi parlano apertamente di una "sconfitta" per tutti.
E se per stamattina è convocata un'assemblea degli studenti di Beni culturali presso la sede di Villa Genuardi, domattina si terrà la già annunciata assemblea degli studenti e dei Lavoratori, mentre il l3 si riunirà nuovamente l'assemblea dei soci per nominare un nuovo direttivo politico che possa governare sulle macerie.
Si spera che almeno stavolta si possa raggiungere il numero minimo per consentire all'organo di riunirsi e discutere, dopo tanto tempo, le condizioni di rientro nella compagine societaria del Libero consorzio di Agrigento. Poi sarà tempo per capire quali saranno le ripercussioni ad esempio sui livelli occupazionali, se saranno cioè confermati i dipendenti attualmente in servizio al Consorzio.
GIOACCHINO SCHICCHI


 LIBERO CONSORZIO
Anticorruzione più intenso.

Intergrato il Piano della Performance" con gli obiettivi del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione Sempre più stringenti collegamenti tra il Piano della Performance e gli obiettivi del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione per rendere più efficiente e trasparente l'attività amministrativa del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Il Commissario Straordinario del Libero Consorzio Roberto Barberi, su proposta del Direttore/Segretario Generale Giuseppe VeDa, ha approvato infatti l'integrazione del Piano della Performance con alcuni degli obiettivi del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione.
Lo scopo principale del provvedimento attraverso l'integrazione dei due piani è quello di impedire il manifestarsi di fatti riconducibili alla corruzione attraverso apposite misure di controllo. In pratica gli obiettivi operativi individuati nel provvedimento diventano Comuni a tutti i settori e agli organi d'indirizzo politico del Libero Consorzio Comunale di Agrigento e diventano obiettivi che devono essere raggiunti dai responsabili dei vari settori e dalle posizioni organizzative.
Nello specifico i dirigenti e le posizioni organizzative dovranno, ad esempio, prevedere che alcuni divieti ed obblighi che riguardano i dipendenti si estendano a tutti i collaboratori e consulenti dì cui l'Ente voglia avvalersi. Inoltre dovranno essere adottate disposizioni interne per assicurare 14 rotazione del personale operante nelle aree a rischio con funzioni di responsabilità.
R.A.







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