Sicilia24h
Cupa - Fontana : Il problema non è
il management, ma il Governo regionale.
Basta chiacchiere! Si, basta
chiacchiere- così dichiara Vincenzo Fontana, già Presidente della
Provincia di Agrigento che negli anni si è battuto per la crescita
ed il mantenimento del Cupa di Agrigento. Il problema del Consorzio universitario
di Agrigento - continua Fontana - non è stato e non è il
management, chi vuole attribuire colpe al Presidente e all'intero
CDA, non fa altro che una sterile polemica, volta solo al mero
ricambio del CDA, senza andare ad individuare le vere responsabilità,
che sono da attribuire esclusivamente a questo Governo Regionale. Le sorti del polo universitario di
Agrigento sono nelle mani di questo Governo regionale, che deve
trovare una rapida soluzione in merito al trasferimento delle risorse
che ogni anno sono state garantite dalla ex provincia.
Bisogna salvare il Cupa e, purtroppo,
si è perso molto tempo ed oggi la situazione è veramente
drammatica. il Cda e l'attuale commissario dell'ex provincia non
potevano far altro che constatare la mancanza di risorse bastevoli a
garantire l'offerta formativa agli studenti.
La situazione economica in cui versa
l'università agrigentina è disastrosa e da mesi gli studenti e
tutto il comparto accademico vivono nell'incertezza, ed a causa di
questo si è registrato un netto calo delle iscrizioni. Il mio appello va all'Assessore
Marziano ed al Presidente Crocetta, affinchè venga istituito subito
un vertice con i soci del consorzio per stabilire il da farsi. E' bene che il Governo giochi a carte
scoperte per chiarire, una volta per tutte, cosa intenda fare del
Cupa e, con esso, del futuro dei dipendenti e dei numerosi studenti,
che ancora oggi convintamente frequentano i corsi presso il consorzio
agrigentino.
Vergogna, vergogna, vergogna,
vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna, vergogna,
vergogna!
La vicenda del Consorzio Universitario
di Agrigento comincia a tingersi anche di fatti straordinariamente
ridicoli.
Sta diventando una vera e propria
barzelletta; solitamente le barzellette fanno ridere, ma quella che
ruota attorno al Cupa, oltre che vomitare, fa anche piangere.
Mentre qualcuno (si spera) sta tentando
disperatamente di salvare il salvabile da Palermo è arrivata fresca
fresca la notizia che dopo il corso di Archeologia (come se la Valle
dei Templi fosse e Torino...) sono stati cancellati dal consiglio di
amministrazione universitario di Palermo (scritto rigorosamente
minuscolo, perché tale è) anche i corsi di Giurisprudenza e
Architettura, spostati nella sede di Palermo. Di fatto ad Agrigento rimarrebbe
soltanto il corso di cuciniere, di giardiniere e di scarparo. Nulla
più.
Del resto, anche questa ennesima
miserabile mossa, non è altro che l'inizio della fine di una
realtà che nessuno vuol portare avanti, con gravissime colpevolezze
politiche di chi tiene ancora a galla il consiglio di amministrazione
dell'università di Palermo, invece di raderlo al suolo. Desolato, amareggiato ma non rassegnato
il rappresentante del Consiglio Studenti di Architettura
(rigorosamente in maiuscolo) Davide Borzoene il quale, da noi
interpellato dopo la squallida notizia fresca fresca, ha detto
testualmente: " Siamo dinnanzi a l'ennesima vergogna che colpisce
il Polo Universitario agrigentino; togliere i corsi di Architettura e
Giurisprudenza vuol dire togliere il cuore ad un motore. Ormai
calpestano la dignità senza alcuna preoccupazione; ad Agrigento la
dignità scolastica non esiste. Non voglio pensare cosa devono fare
adesso i corsisti delle due facoltà trasferite a Palermo. Dovranno
trasferirsi nel capoluogo siciliano? Si può andare avanti così?"
La comicità in questa triste vicenda
tutta agrigentina, pirandelliana e senza un briciolo di rispetto per
tantissimi giovani della nostra provincia, è che per il 13 maggio
(quando apparve Maria...) è stata convocata una assemblea
straordinaria dei soci, presso la sede del Cupa in tre distinte
convocazioni, una alle dieci e l'altra eventualmente alle undici
per discutere, udite udite, sulle modifiche statutarie. Lo stesso
giorno, sempre quando apparve Maria, alle ore quindici ed occorrendo
alle ore sedici, è stata convocata l'assemblea per discutere,
udite udite, sulla presa d'atto della designazione del Consiglio di
Amministrazione ed elezioni del presidente e del vice presidente
nonché la presa d'atto dei soci onorari del Cupa.
Ma di cosa stiamo parlando? Perché
tanta comicità in una vicenda che getta nello sconforto migliaia di
famiglie di tutta la provincia agrigentina?
Perché il prossimo tredici maggio,
Maria, non fa un altro miracolo? Perché non appare a tutti i
cattedratici che giocano attorno alle nomine mentre il Cupa, ormai, è
in una chiara fase terminale pronta a gettare fango su tutta l'intera
provincia?
Si parlava di miracolo; questa
apparizione, però, non dovrebbe essere vista come un miracolo. La
Vergine Santa dovrebbe dire a tutti, e sottolineiamo a tutti, a
partire dai componenti palermitani, che dovrebbero vergognarsi di
stare ancora un altro minuto nel posto che occupano. E poi
rivolgendosi ai politici....
Meglio non essere blasfemi. Abbiate la
pietà di perdonarmi.
Vergogna!
Chiusura Polo di Agrigento.
Consigliere Alfano: Rabbia e Delusione!
In data odierna ha avuto luogo la
seduta del Consiglio di Amministrazione, tra i punti all'ordine del
giorno quello che necessita di maggiore attenzione riguarda l'offerta
formativa, in particolare i Corsi di Studio da attivare per l'anno
accademico 2016/17.
Attestate le criticità che già da
tempo presenta il Consorzio Universitario del Polo di Agrigento,
causate da una situazione di precarietà e instabilità,
congiuntamente all'assenza di un sostegno economico da parte della
Regione Sicilia, nonché all'uscita della Provincia dallo stesso.
A maggioranza è stata deliberata, in
seduta CdA, la soppressione dei Corsi di Studio in Giurisprudenza, in
Architettura e il trasferimento del Corso di Studio di Beni Culturali
dalla sede di Agrigento a quella di Palermo. Il Foro di giurisprudenza esprime,
tramite il suo consigliere Saverio Alfano, da tempo sensibile, con
costante impegno a difesa delle esigenze degli studenti agrigentini,
un forte sentimento di delusione e rabbia per la chiusura del Polo
Universitario di Agrigento.
<<Assistiamo ormai da anni, sul
palco universitario agrigentino, al balletto delle istituzioni
competenti, incompetenti nella vera gestione del Polo decentrato, che
vede come fine principale, oggi reso utopico, il futuro degli
studenti, veri PROTAGONISTI della vita universitaria ed uniche
VITTIME inermi.>> - Continua Alfano - <<Inconsapevoli
della valenza, che ha per la città di Agrigento la presenza di un
Polo Universitario, la Regione, nondimeno la Provincia, si sono
rivelate totalmente incapaci nello sfruttare le naturali risorse del
territorio agrigentino, che costituiscono, per le loro
caratteristiche, unica occasione per la formazione di determinate
categorie di professionisti, in relazione, ad esempio, all'ambito
archeologico e a quello della Legislazione orientata alla tutela del
patrimonio culturale.>>
Intergrato il "Piano della
Performance" con gli obiettivi del "Piano Triennale di
Prevenzione della corruzione.
"
Sempre più stringenti i collegamenti
tra il Piano della Performance e gli obiettivi del Piano Triennale di
Prevenzione della Corruzione per rendere più efficiente e
trasparente l'attività amministrativa del Libero Consorzio
Comunale di Agrigento.
Il Commissario Straordinario del Libero
Consorzio Roberto Barberi, su proposta del Direttore/Segretario
Generale Giuseppe Vella, ha approvato infatti l'integrazione del
Piano della Performance con alcuni degli obiettivi del Piano
Triennale di Prevenzione della Corruzione. Lo scopo principale del
provvedimento attraverso l'integrazione dei due piani è quello di
impedire il manifestarsi di fatti riconducibili alla corruzione
attraverso apposite misure di controllo.
In pratica gli obiettivi operativi
individuati nel provvedimento diventano comuni a tutti i settori e
agli organi d'indirizzo politico del Libero Consorzio Comunale di
Agrigento e diventano obiettivi che devono essere raggiunti dai
responsabili dei vari settori e dalle posizioni organizzative. Nello
specifico i dirigenti e le posizioni organizzative dovranno, ad
esempio, prevedere che alcuni divieti ed obblighi che riguardano i
dipendenti si estendano a tutti i collaboratori e consulenti di cui
l'Ente voglia avvalersi. Inoltre dovranno essere adottate
disposizioni interne per assicurare la rotazione del personale
operante nelle aree a rischio con funzioni di responsabilità.
Agrigentopress
Chiudono Architettura e
Giurisprudenza.
Primi tagli al Polo Universitario di
Agrigento. Chiudono i battenti facoltà importanti come Architettura,
Giurisprudenza e Beni culturali. L'Università di Palermo conferma
e salva l'attivazione dei corsi di studio in Servizio Sociale
(triennale) e Archeologia (magistrale).
La tensione sale alle stelle. Da una
parte il rettore Fabrizio Micari, dall'altra la rete degli
studenti, che ha votato no su questa proposta. In mezzo la politica,
quasi disinteressata. I tagli appresi attraverso una nota. "Il Consiglio di amministrazione
dell'Università degli Studi di Palermo ha deliberato - si legge
- con voto compatto delle componenti dei docenti e del personale
tecnico-amministrativo, il mantenimento presso il Polo Universitario
di Agrigento dei Corsi di Studio in Servizio Sociale (triennale) e
Archeologia (magistrale)".
Grandangolo
Il pentito Tuzzolino: "Summit per
sostenere politici" e parla di D'Orsi e del favarese Giuseppe Arnone.
Continuiamo a riportare le
dichiarazioni del pentito agrigentino Giuseppe Tuzzolino che sta
deponendo, collegato da una località segreta, al processo che vede
imputato Raffaele Lombardo, ex presidente della Regione Siciliana.
Tuzzolino, in video-collegamento, prosegue la sua testimonianza
parlando di una presunta riunione organizzata da Di Mauro e indica
come presenti molti appartenenti a Cosa nostra ed elementi della
Stidda facendo anche i nomi: Provenzani, Pace, Allegro, Puzzangaro.
Persino I Morgana, secondo Tuzzolino, parteciparono all'incontro
arrivando da Mannheim dove esiste un mandamento palmese di mafia. Un
fiume in piena Tuzzolino che racconta anche di un'altra presunta
riunione, questa volta a casa di Giuseppe Arnone, nota personalità
di Favara. Presenti, secondo il pentito, molti mafiosi intenti a
sostenere l'elezione di D'Orsi alla Provincia Regionale di
Agrogento e di Raffaele Lombardo alla Regione. Tuzzolino dichiara che
Arnone in cambio sarebbe dovuto diventare assessore e spara a zero
sulla sua università telematica. Tuzzolino continua: "Vi furono
tre riunioni per sostenere Lombardo alle elezioni regionali: sempre
con mafiosi presenti". Una di queste sarebbe stata tenuta a Favara,
una a Canicattì ed una terza a Palma di Montechiaro. Secondo il
collaboratore, Lombardo non è stato ammesso alla massoneria ma vi
era vicino, come si dice in gergo "era tenuto all'orecchio"
GdSonline
ARS
Dall'Ars ok alle città
metropolitane: a guidarle sarà il sindaco del capoluogo
di Anna Sampino
Si chiude il cerchio attorno alla
riforma delle ex Province. L'Ars con 34 voti a favore, 27 contrari e
1 astenuto ha approvato la 'norma Delrio'. Il testo, recependo la
normativa nazionale, prevede che a guidare le tre Città
metropolitane di Palermo, Messina e Catania siano i primi cittadini
dei 3 capoluoghi, che assumeranno automaticamente quindi il ruolo di
sindaci metropolitani. La votazione è avvenuta con voto segreto.
Secondo la legge regionale di riforma,
i sindaci metropolitani dovevano essere scelti per elezione, ma il
testo è stato poi impugnato dal Governo nazionale. A velocizzare i
tempi di adozione della norma Delrio, ha inciso anche l'arrivo dei
fondi destinati a Palermo e Catania e annunciati da Matteo Renzi, i
quali senza l'approvazione delle città metropolitane rischiavano di
non essere utilizzabili. "Finalmente l'Aula ha approvato la
legge sulle città metropolitane - ha detto la presidente della
Commissione Ue all'Ars Concetta Raia -. E' finito il teatrino di
alcuni colleghi parlamentari ipocriti e ricattatori che da un lato
dicevano di sostenere la legge Delrio, dall'altro si sono attivati
per bocciare la norma stessa. Purtroppo per loro è andata male". Una parte del Partito democratico si è
infatti mostrata contraria alla norma, sostenendo il voto segreto.
Tra questi Luca Sammartino e Valeria Sudano. «Il fatto che alcuni
deputati del Pd abbiano sostenuto la richiesta di voto segreto apre
un grave problema politico da discutere nel gruppo e nel partito -
commenta il deputato Filippo Panarello -. Le opinioni sono tutte
rispettabili, ma ci sono comportamenti scorretti che non possono
passare sotto silenzio».
Il segretario del Pd in Sicilia, Fausto
Raciti annuncia "un chiarimento politico" sulla vicenda. E
in una nota congiunta con il presidente dell'Udc Gianpiero D'Alia,
il segretario regionale del Pd pone la necessità di una "revisione
del voto segreto": "Se non si vuole affossare
definitivamente l'autonomia siciliana, la madre di tutte le riforme è
la revisione del voto segreto all'Ars. Per troppo tempo, il ricorso
al voto segreto è stato un espediente per affermare piccoli
interessi a discapito del bene comune. La votazione odierna sul
recepimento della 'norma Delrio' è stata l'ultima triste conferma di
una pratica mortificante".
Approvata la riforma, per Sicilia
Futura adesso occorre che "al più presto in Conferenza
unificata Stato-Regioni si trovino le soluzioni per evitare ulteriori
prelievi forzosi che danneggiano essenzialmente le ex province e i
lavoratori di tali enti e delle società partecipate", afferma il
deputato Michele Cimino.
Sulla vicenda, è intervenuta la Cisl
che chiede tempi celeri per dare certezze ai 6mila lavoratori:
"Governo regionale e governo nazionale non hanno più alibi:
bisogna portare a termine velocemente, nella pratica e non più con
le chiacchiere, la riforma delle ex Province e dare certezze, una
volta e per tutte, ai seimila lavoratori", dice il segretario
generale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo. "Si è perso anche
troppo tempo adesso è giunto il momento di assicurare,
nell'interesse dei lavoratori, dei cittadini e dei nuovi enti,
risposte immediate".
LiveSicilia
Ars
Passa la norma sulle ex Province
Va in porto la riforma infinita
di Santi Sabella
PALERMO - L'odissea è finita,
nonostante lo spauracchio del voto segreto. A tre anni di distanza
dall'abolizione delle ex Province, e dopo tre tentativi andati a
vuoto, Sala d'Ercole ha recepito la legge Delrio sull'istituzione di
Liberi consorzi e Città metropolitane. La norma, alla fine, è
passata per il rotto della cuffia. Trentaquattro i voti a favore,
ventisette i contrari. Non ha partecipato al voto il Movimento cinque
stelle.
Il tanto temuto voto segreto, chiesto
da Giovanni Greco (Partito dei siciliani-Mpa), ha trovato l'appoggio
necessario in Aula. Tra questi, anche cinque deputati del Partito
democratico: Raffaele Nicotra, Paolo Ruggirello, Luca Sammartino,
Valeria Sudano e Gianfranco Vullo.
Circostanza destinata a lasciare
strascichi all'interno del partito. "Il fatto che alcuni
deputati del Pd abbiano sostenuto la richiesta di voto segreto apre
un grave problema politico da discutere nel gruppo e nel partito",
afferma a caldo Filippo Panarello, secondo cui "le opinioni sono
tutte rispettabili, ma ci sono comportamenti scorretti che non
possono passare sotto silenzio". Con il recepimento della legge
nazionale, anche in Sicilia il sindaco metropolitano sarà di diritto
il primo cittadino del comune capoluogo dell'ente. Il voto è
arrivato al termine di un lunghissimo dibattito, che si è
concentrato soprattutto sul rischio di voto segreto, una richiesta
che "chiunque deciderà di sostenere, dirà ai seimila
lavoratori che il loro destino sarà difficile e tortuoso" ha
detto il vice capogruppo del Pd, Giovanni Panepinto. Ancora più duro
il tono utilizzato dal capogruppo del Partito democratico, Alice
Anselmo: "Non si nasconda dietro al voto segreto chi vuole
portare avanti faide locali e ripicche politiche", ha detto la
Anselmo, per la quale "chiedere il voto segreto è da
vigliacchi". "Un dibattito surreale"
secondo il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone, che ha attaccato
anche il Movimento Cinquestelle, ritenuto responsabile di aver
contribuito al naufragio della riforma delle ex Province. "Ma se
non siete capaci di affrontare Renzi, è meglio che lasciate
perdere", ha detto nel suo intervento il grillino Francesco
Cappello. Per il quale "è la Delrio a mettere in pericolo i
dipendenti delle ex Province, non il Movimento Cinquestelle".
Tra i contrari al recepimento della
Delrio anche la Lista Musumeci. "Una scelta che piega la dignità
di questo parlamento", è il pensiero di Nello Musumeci, che ha
parlato di una "tragicommedia che va avanti da tre anni. Che il
sindaco della Città metropolitana coincida o meno con il sindaco del
capoluogo, a noi poco importa rispetto al principio della democrazia
partecipativa. Se la gente viene tenuta fuori da queste scelte, la
politica ne esce sconfitta", ha detto Musumeci in Aula.
"Quest'aula non è stata in grado
di dare un indirizzo preciso e di proporre un sistema alternativo
alla Delrio, al limite anche resistendo alla impugnativa che, è bene
ricordarlo, è stata preannunciata ma non è mai arrivata" ha
invece affermato Antonio Malfarina del Pse. Ha sostenuto il
recepimento della Delrio il gruppo di Forza Italia. "Oggi
bisogna mettere da parte il proprio punto di vista - ha spiegato il
vice capogruppo azzurro Vuincenzo Figuccia -. Il mio partito non è
di certo dalla stessa parte del sindaco Orlando, ma non possono
essere queste le motivazioni per applicare o meno la Delrio".
"Alla fine ha prevalso la buona
politica, anche nel gioco delle parti", è l'opinione del
presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, tra i primi sostenitori del
recepimento della Delrio. L'adeguamento secondo Ardizzone "arriva
in ritardo. Avremmo dovuto anticipare il governo. In ogni caso,
adesso, tre grandi Città metropolitane insieme alla Regione potranno
spingere su Palazzo Chigi per ottenere ciò che ci è dovuto". Soddisfatto per il recepimento della
Delrio Michele Cimino di Sicilia futura, il quale auspica " però
che al più presto in Conferenza unificata Stato-Regioni si trovino
le soluzioni per evitare ulteriori prelievi forzosi che danneggiano
essenzialmente le ex province e i lavoratori di tali
enti e delle società partecipate". "Finalmente è finito
il teatrino di alcuni colleghi parlamentari ipocriti e 'ricattatori'
che da un lato dicevano di sostenere la Delrio, ma dall'altro si sono
attivati per bocciare la norma stessa - è il pensiero di Concetta
Raia, parlamentare regionale del Pd -. Purtroppo per loro è andata
male". L'Ars ha recepito anche la normativa
nazionale sugli appalti pubblici, anche questa norma impugnata dal
Consiglio dei ministri, e alcune norme relative al procedimento
amministrativo. Relativamente alle scuole paritarie dell'infanzia, un
emendamento presentato dal presidente della commissione Bilancio,
Vincenzo Vinciullo, impegna il governo a prevedere, nella manovra
correttiva della finanziaria da presentare entro il 17 maggio, il
rifinanziamento del capitolo di spesa per l'importo di tre milioni
di euro per il 2016. "Manovra correttiva che conterrà alcune
modifiche tecniche della legge di Stabilità che ci sono state
richieste da Roma - ha spiegato Vinciullo -. Non ci sarà alcuna
diminuzione, aumento o spostamento di somme, esclusi i tre milioni
per le scuole paritarie". "A tre anni di distanza
dall'abolizione delle ex Province, e dopo tre tentativi andati a
vuoto, Sala d'Ercole ha recepito la legge Delrio sull'istituzione di
Liberi consorzi e Città metropolitane. La norma, alla fine, è
passata per il rotto della cuffia. Un passo che ci fa affrontare con
un pizzico di tranquillità in più le difficoltà che comunque ci
aspettano. Un passaggio, sul quale ci siamo dovuti assumere, come
sindacato, anche la responsabilità di fare scelte prettamente
politiche e far in modo che cadesse ogni alibi per il Governo. Adesso
subito la soluzione dei problemi finanziari degli enti",
dichiara Giuseppe Badagliacca, segretario regionale del Csa,
sull'approvazione della riforma delle ex Province.
"Bene l'approvazione da parte
dell'Ars della 'norma Delrio', che prevede la automatica
coincidenza del sindaco di capoluogo con la carica di sindaco
metropolitano. Un importante passo in avanti che la Sicilia compie
verso la razionalizzazione e ottimizzazione delle autonomie locali di
secondo livello", afferma il segretario provinciale del Partito
democratico di Palermo, Carmelo Miceli. "Nonostante il troppo tempo
perduto - continua -, un altro tassello del percorso di
rinnovamento che, coniugato all'azione incisiva del governo Renzi,
può garantire alla nostra Isola un futuro di speranza".
Il voto sulla riforma delle Province. Da Forza Italia e Pid sì
condizionato
di Santi Sabella
L'avvertimento al governatore
Crocetta: "Niente voto segreto o non faremo sconti".
PALERMO - "Siamo favorevoli a
recepire la legge Delrio, per salvare i 5.500 lavoratori delle ex
Province. Ma se ci sarà il voto segreto non faremo sconti".
Forza Italia e Pid "avvertono" la maggioranza in vista del
voto sulle Città metropolitane e Liberi consorzi, previsto per oggi
pomeriggio all'Ars. "Chiediamo a Crocetta di assumere una
posizione politica precisa", afferma Toto Cordaro, capogruppo di
Cantiere popolare. Secondo il Pid Crocetta "non può affidarsi a
un'Aula pronta a impallinare il governo ancora una volta,
nascondendosi dietro al sotterfugio del voto segreto". Per
Cordaro le possibili strade da seguire sono due: "Accondiscendere
al diktat romano, votando la legge Delrio, o resistere
all'impugnativa del Consiglio dei ministri" in merito sulla
coincidenza della nuova carica di sindaco della città metropolitana
con quella di primo cittadino del comune capoluogo. "Crocetta
prenda una decisione chiara e ci metta la faccia. Altrimenti, in caso
di voto segreto, saremo durissimi", ribadisce Cordaro.
Cantiere popolare e Forza Italia,
inoltre, sono pronte a presentare un disegno di legge per rinegoziare
il prelievo forzoso dello Stato nei confronti delle ex Province per
la partecipazione alla spesa pubblica. Prelievo che, spiega Cordaro,
"nel 2015 è stato di 65 milioni e che nel 2106 raddoppierà
raggiungendo i 131 milioni, fino a raggiungere nel 2017 i 197
milioni". "Chiederemo che il prelievo forzoso venga
bloccato e che siano rinegoziati i rapporti tra Stato e Province",
spiega il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone. Uno strumento
che, secondo Falcone, "ha portato le ex Province al default.
Siamo preoccupati per il futuro dei lavoratori ma anche per i servizi
che questi enti garantivano ai territorio". Una riforma, secondo
Falcone, "nata male e costruita peggio, che oggi si è
impantanata ed è diventata terreno di scontro all'interno del Pd e
della maggioranza, uno squallido teatrino della politica". "Se siamo favorevoli a recepire la
Delrio è perché siamo molto preoccupati per i dipendenti delle ex
Province", sottolinea il vice capogruppo di Forza Italia
Vincenzo Figuccia. Lavoratori che "altrimenti si troverebbero in
una situazione di profondo rischio a causa delle ripicche interne al
Pd. La Sicilia è partita per prima nella riforma delle ex Province.
Mi piacerebbe dire che è arrivata ultima, ma non è così, visto che
dopo tre anni e mezzo la meta non è ancora stata raggiunta".
LA SICILIA
LA DECISIONE È STATA PRESA ieri
mattina dal Consiglio di amministrazione dell'università di
Palermo.
Celebrato il "De Profundis" per
il Cupa
addio a Giurisprudenza e
Architettura.
Il sogno di una "università sotto
casa" è finito, o, quantomeno, è stato dimezzato.
Come ampiamente annunciato da questo
giornale, ieri mattina il Consiglio di amministrazione
dell'Università di Palermo, in assenza di scelte sul piano
dell'offerta formativa ( per impossibilità dell'attuale Cda del
Cupa di prendere impegni in quanto organo in uscita, vuoi per
l'assenza di garanzie economiche e societarie da parte
dell'Assemblea dei soci) ha dovuto ratifica re la chiusura dei
canali di Architettura e Giurisprudenza, e il trasferimento a Palermo
della laurea triennale di Beni culturali. Non si accetteranno più,
quindi nuove iscrizioni e i corsi diverranno ad esaurimento,
Sopravvivranno, anche il prossimo anno accademico (fino a quando?) i
corsi in Servizio Sociale e la laurea magistrale in Beni culturali.
Il famoso bicchiere mezzo pieno. Non intendiamo abbandonare
Agrigento, nonostante il Cupa non abbia dato alcuna garanzia dal
punto di vista della copertura economica dei costi dei corsi di
studio, così come previsto dalla convenzione vi gente con l'Ateneo
e valida fino al 2017- commenta il rettore Fabrizio Micari - Abbiamo
deliberato di mantenere i corsi di laurea maggiormente legati alle
specificità del territorio, in cui hanno una significativa ricaduta
occupazionale, confermando così l'importanza del ruolo sociale
dell'Ateneo e della nostra grande responsabilità per lo sviluppo e
la crescita delta Sicilia". Sarà.
Cantrari, in sede di Cda di Unipa, è
stata la rappresentanza degli studenti, che oggi parlano apertamente
di una "sconfitta" per tutti.
E se per stamattina è convocata
un'assemblea degli studenti di Beni culturali presso la sede di
Villa Genuardi, domattina si terrà la già annunciata assemblea
degli studenti e dei Lavoratori, mentre il l3 si riunirà nuovamente
l'assemblea dei soci per nominare un nuovo direttivo politico che
possa governare sulle macerie.
Si spera che almeno stavolta si possa
raggiungere il numero minimo per consentire all'organo di riunirsi
e discutere, dopo tanto tempo, le condizioni di rientro nella
compagine societaria del Libero consorzio di Agrigento. Poi sarà
tempo per capire quali saranno le ripercussioni ad esempio sui
livelli occupazionali, se saranno cioè confermati i dipendenti
attualmente in servizio al Consorzio.
GIOACCHINO SCHICCHI
LIBERO CONSORZIO
Anticorruzione più intenso.
Intergrato il Piano della Performance"
con gli obiettivi del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
Sempre più stringenti collegamenti tra il Piano della Performance e
gli obiettivi del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione per
rendere più efficiente e trasparente l'attività amministrativa
del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Il Commissario Straordinario del Libero
Consorzio Roberto Barberi, su proposta del Direttore/Segretario
Generale Giuseppe VeDa, ha approvato infatti l'integrazione del
Piano della Performance con alcuni degli obiettivi del Piano
Triennale di Prevenzione della Corruzione.
Lo scopo principale del provvedimento
attraverso l'integrazione dei due piani è quello di impedire il
manifestarsi di fatti riconducibili alla corruzione attraverso
apposite misure di controllo. In pratica gli obiettivi operativi
individuati nel provvedimento diventano Comuni a tutti i settori e
agli organi d'indirizzo politico del Libero Consorzio Comunale di
Agrigento e diventano obiettivi che devono essere raggiunti dai
responsabili dei vari settori e dalle posizioni organizzative.
Nello specifico i dirigenti e le
posizioni organizzative dovranno, ad esempio, prevedere che alcuni
divieti ed obblighi che riguardano i dipendenti si estendano a tutti
i collaboratori e consulenti dì cui l'Ente voglia avvalersi.
Inoltre dovranno essere adottate disposizioni interne per assicurare
14 rotazione del personale operante nelle aree a rischio con funzioni
di responsabilità.
R.A.