14 maggio - sabato
LA SICILIA
LIBERO CONCORZIO
Aggiornati contro gli incendi.
Si concluderà lunedì prossimo ilcorso di formazione e aggiornamento per "Addetto Antincendio" riservato ai dipendenti del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.Nella sede del comando provinciale dei Vigili del fuoco di Agrigentosi svolgeranno le esercitazioni pratiche sulle tecniche di spegnimento degli incendi, a partire dalle ore 8:00 in due turni di tre ore, riservato a 48 dipendenti provenienti dai diversi settori dell'Ente. Si tratta di un corso di aggiornamento che nasce da un obbligo di legge, finalizzato per garantire a sicurezza dei lavoratori e degli utenti del Libero Consorzio Comunale e a ridurre ilivelli di rischio d'incendio nelle sedi dell'ente. Il corso previsto dal D. Lgs. a 81/2008. è stato organizzato dall'ufficio "Formazione del Personale" che si avvale delta professionalità e consulenza del Comando dei Vigili del Fuoco di Villaseta. La parte teorica si era svolta precedentemente nell'Aula Silvia Pellegrino nella sede di Via Acrone.
MUSICA. LA MANIFESTAZIONE S'INTITOLA«BAROCK CONCERT». INIZIO ALLE ORE 18,30
Gli allievi del «Toscanini» oggial Teatro «Pirandello».
L'istituto «Toscanini» oggi adAgrigento al Teatro Pirandello con il Barock Concert.. Oggi, alle ore1830 si concluderà la prima stagione musicale della FondazioneTeatro PirandelloValle dei Templi di Agrigento con il «BarockConcert» dell'istituto superiore di studi musicali Toscanini» diRibera che vedrà sul palcoscenico musicisti e ballerini insieme.L'ingresso è libero. Si tratta di un perfetto connubio tra musicabarocca e danza classica e contemporanea che, espressa mente ideato,vedrà sotto la direzione del maestro Roberta Faja, la partecipazionedel coro, dell'Ensemble «Les Contradictions du Baroque» e deisolisti del Toscanini (maestro Ester Prestia traversiere, SilvioNatoli mandolino, Myriam Russello soprano, Giuseppe Infantinotenore,) insieme alle allieve della Asd «Studio di Danza. diPalermo, una delle più prestigiose scuole di danza siciliana che hada to i natali a diversi primi ballerini dei principali teatrieuropei tra cui Eleonora Abbagnato, Etoile dell'Opera di Parigi.Cinque giovani ballerine (Evelyn Hutchings, Claudia Giammona, SofiaDi Maggio, Vale ria Scicolone, Vittoria Pellerito) interpreterannoalcuni brani del programma su coreografie ideate da M. Benassai, L.Benassai e S. Radicello.
Il programma prevede musiche delperiodo barocco-classico di LuI ly, Vivaldi, Scarlatti, Pergolesi,Porpora, Rameau, Mozart e terminerà con brani del periodo moderno-contemporaneo del compositore vivente Dyens (arrangiamento delmaestro Randazzo)e di Piazzolla eseguiti dal «Toscanini ContemporyEnsemble diretto del maestro Egidio Eronico e con la partecipazionedel giovane chitarrista Paolo Alongi.
E un'importante e innovativacollaborazione tra istituzioni che operano con professionalità nelmondo dell'arte, in settori diversi ma complementari come lamusica, la danza e il teatro e che aprirà sicuramente nuovi scenarie nuove prospettive per i giovani talenti del territorio.
ENZO MINIO
CUPA, "RIMPATRIATA" TRA SOCI
EX PROVINCIA SOTTO ASSEDIO
Dopo sei mesi di "lontananza" sisono riuniti per due ore gli organismi chiamati a salvare l'Università ad Agrigento quasi sul punto di sparire. Consorzio universitario, ad oltre sei mesi dall'ultima assemblea dei soci si scopre che sotto il tappeto c'è ancora tanta, tanta polvere. L'organo si è tornato a riunire infatti ieri mattina dopo una lunghissima pausa (di necessità) che proseguiva dall'ottobre del 2015, riportando intorno allo stesso tavolo tutti e tre i soci fondatori: Comune di Agrigento, Camera di Commercio e Libero consorzio di Agrigento, con l'aggiunta dei comuni di Raffadali e Sciacca. Una riunione che è durata un paio di ore ma, nei fatti, non ha potuto decidere nulla, o quasi.
Si perché, già subito dopo l'appello, i avori si sono praticamente arenati dinnanzi a due domande rivoltedai soci e dal vicepresidente uscente, Giovanni Di Maida, al commissario dell'ex Provincia, Renato Barberi. La prima: esiste una garanzia economica da parte dell'ente che oggi possiede la maggioranza assoluta del Cupa per assicurare la quota societariaprevista dallo statuto, ovvero 774 mila euro? La seconda: intendeva Barberi produrre un atto di segno contrario al deliberazione di fuoriuscita dal Consorzio che era stata firmata dal suo predecessore nel 2015 che prevedeva, appunto, il recesso dalla compagine finché la Regione non avrebbe trasferito le somme necessarie?
Domande semplici, diremmo quasi scontate, che hanno però praticamente bloccato Barberi, che ha continuato a tentare la strada tracciata dall'articolo 21 dello statuto del Cupa, il quale stabilisce che perché il recesso sia valido i soci debbano prenderne atto in assemblea. Peccato che, dalla firma di quell'atto, l'organo non sia stato volontariamente riunito per cercare di scongiurare la liquidazione. Solo che adesso, con tutti i soci intorno al tavolo, sembrava davvero un paravento sforacchiato.
'Non è più possibile scherzare ha detto ad alta voce, e sbattendo i pugni sul tavolo, il sindaco di Agrigento, Lilla Firetto - E' per portare avanti atteggiamenti di questo tipo che oggi il Cupa è ridotto a soli due corsi. Se avessimo risolto prima le questioni non saremmo a questo punto. L'università ad Agrigento sta morendo, lo volete capire si o no?". Stessa posizione è stata assunta dal presidente Vittorio Messina, che nel confermare la copertura della quota sociale per gli anni2015/2016/2017 ha comunque dichiarato la volontà di lasciare la compagine societaria. "Se, come dice la Provincia, è tutto a posto ha detto allora in questi anni abbiamo solo scherzato? L'intollerabile". Barberi ha tentato, anche dinnanzi al fuoco incrociato (e nonostante il rumoreggiare degli studenti presenti all'assemblea, svoltasi in forma aperta) di ribadire la possibilità burocratica di partecipare all'assemblea. Questo perché, stando al progetto della Regione, subito dopo il ritorno nella compagine societaria si sarebbe dovuta approvare una modifica statutaria che mutava da un contributo economico all'utilizzo della sede di via Quartararo (bene che si sostiene essere comunale, e dal valore comunque inferiore ai 774mila euro). Solo dinnanzi al 'no" dei tecnici, che hanno ribadito la necessità di un atto che eliminasse il recesso, Barberi ha chiesto una sospensione che è poi divenuta un rinvio a venerdì prossimo. A quella data il commissario o procederà alla revoca della delibera firmata dal suo predecessore, e ciò può avvenire solo avendo copertura economica, o nulla potrà essere fatto, Il rientro dell'ex Provincia, tra l'altro, potrebbe consentire di tentare la riattivazione, per l'anno accademico 2016/2017 dei canali di Giurisprudenza e Architettura, sempre che Unipa sia d'accordo, quel lo che appare chiaro, tuttavia, è che il Comune di Agrigento è ormai pronto per gestire in proprio il Consorzio.
G. SCHICCHI
Infoagrigento
CUPA, ancora fumata nera: Assemblearinviata a giorno 20 Maggio.
Nulla di fatto nell'assemblea deisoci del Polo Universitario di Agrigento, che si è svolta nella giornata di venerdì 13 maggio. L'unica "decisione" presa è stata di fatto quella di rinviare a venerdì 20 maggio l'assemblea e decidere in quella sede le possibili eventuali soluzioni perrisolvere l'intricata matassa; all'appello mancherebbero 774mila euro circa, ossia la somma dell'ex Provincia. Una somma che però stenta ad arrivare. A mettere con le spalle a muro il Commissario dell'ex Provincia, Roberto Barbieri, è stato proprio il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, il quale ha ribadito la necessità di risolvere una volta per tutte una situazione che siprotrae ormai da troppo tempo. L'impegno formale, manifestato da Barbieri attraverso la sua presenza, non basta più a permettere unnuovo dialogo con Palermo che, come già anticipato, ha già rispostoa questa ennesima situazione di incertezza non confermando ben dueCorsi dell'Offerta formativa 2016/2017. In poche parole, occorre mettere i soldi sul piatto ed è di questo che il prossimo venerdìsi dovrà urgentemente discutere, mentre fino a quel giorno gli studenti del Polo Universitario rimarranno in Assemblea permanenteproprio come l'anno scorso.
"La Camera di Commercio chiede dirientrare come Socio del Consorzio ma è chiaro che io non sono unpolitico", afferma il presidente Vittorio Messina sfogandosi inaula, "Io chiedo che venga preso atto della delibera di recesso econfermo il nostro contributo di 50 mila euro per questo e per gli anni avvenire. Ma sia chiaro, il problema non è la Camera di Commercio, la cui percentuale pesa poco e nulla". Secondo il notaio presente in assemblea, il Libero Consorzio necessita urgentemente di un atto di revoca del recesso dell'ex Provincia che però possa avere la stessa forza del primo: occorre cioè un atto di manifestazione contraria allo stesso recesso che allo stesso tempo possa dare anche una sicurezza di tipo economico.
Sul piatto però, tante altre grane; dal taglio dei Canali di Giurisprudenza e Architettura comedeliberato negli scorsi da Unipa al rischio di una lenta agonia che potrebbe lentamente spegnere quello che rappresenta ormai un centrodi riferimento e di cultura per Agrigento e tutto il territorio della Provincia. E' quindi una corsa contro il tempo che lascia tutti glistudenti con il fiato sospeso. Si prevede per il CUPA un'altra, l'ennesima, settimana di fuoco ed incertezza.
15 maggio - domenica
Giornale di Sicilia
Giornale di sicilia
Ex Province al collasso
Il piano della Regione: pensione anticipata per mille dipendenti
Trattativa con Roma per mettere in sicurezza i conti
Stefania Giuffrè
PALERMO
OOO Quasi mille prepensionamenti fra i dipendenti delle ex Province per far quadrare i conti. Dopo l'ultimo round all'Ars, con l'approvazione della norma che allinea definitivamente la riforma delle ex Province alla legge nazionale, la Regione cerca di mettersi al passo con le altre che hanno già adeguato le competenze degli enti intermedi, redistribuito il personale, ottenuto la ripartizione dei fondi a livello nazionale. Mentre tutte le altre Regioni hanno già avviato (e in molti casi concluso) i trasferimenti del personale in esubero, in Sicilia la questione è ancora ferma. E non solo perché la legge è stata definitivamente approvata da pochi giorni. Troppi precari nei Comuni, trasferire il personale in eccesso nei Liberi Consorzi significherebbe chiudere la porta a questi lavoratori. La strada quindi che sta seguendo la Regione è un'altra: quella dei prepensionamenti. Un'ipotesi al momento, ipotesi che passa da una deroga alla legge Fornero così come avvenuto per i regionali e per i dipendenti delle partecipate. Anche la stima è ancora provvisoria, si parla di un numero fra 800 e mille dipendenti di Città metropolitane e Liberi consorzi che potrebbero andare in quiescenza anticipata tagliando costi importanti negli enti. In questo modo si salverebbe il posto di circa 600 precari che ancora negli enti intermedi non è stato stabilizzato. Eventuali altri esuberi (che comunque non dovrebbero essere numerosi, considerato che le competenze dovrebbero per lo più coincidere) potrebbero essere collocati negli uffici statali, ad esempio in quelli giudiziari. Altro nodo da sciogliere, che si intreccia con quello dei prepensionamenti, resta quello delle risorse economiche. Che le ex Province oggi siano alle prese con una grave crisi finanziaria non è un mistero: tagliate fuori dal riparto dei fondi a livello nazionale (circa 495 milioni) perché la legge non era stata ancora approvata e con una quota di compartecipazione alle casse statali che grava per 180 milioni. Enti che al momento spendono solo per il personale circa 85 milioni l'anno, in Finanziaria la Regione ha stanziato venti milioni. Se i due Patti, per Palermo e per Catania, permetteranno alle due Città metropolitane di ottenere cospicue risorse (sebbene destinate a investimenti), più difficile è la situazione negli altri sette enti. Su tutti questi temi, a Roma l'assessore alle Autonomie locali, Luisa Lantieri, e l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, hanno intavolato una trattativa. Difficile che il governo rinunci al prelievo forzoso, quei 180 milioni già calati nel bilancio nazionale, ma sembrerebbe esserci una certa apertura verso la possibilità di rientrare nella ripartizione dei finanziamenti. Per discutere di tutte queste ipotesi saranno avviati nelle prossime settimane dei tavoli tematici di confronto in sede di Conferenza Stato-Regioni a cui parteciperà anche la Sardegna, regione che si trova nelle stesse condizioni della Sicilia. «È chiaro che Roma ci deve aiutare - dice Lantieri - : insieme all'assessore Baccei abbiamo attentamente esaminato i costi degli enti anche in relazione alle funzioni, abbiamo verificato quali tagli le ex Province possono sostenere. Ma se lo Stato non ci verrà incontro da soli non possiamo farcela». (*STEGI*)
I numeri. Per affitti e utenze spesi 54 milioni. In tutto le uscite arrivano a 547 milioni Sono 5.700 gli impiegati di ruolo e costano 186 milioni l'anno
Il personale
I dipendenti di ruolo nei nove enti sono 5.710. A questi vanno aggiunti 559 precari che ancora non sono stati stabilizzati. OOO Quanto costa il personale Nelle nove ex Province si spendevano lo scorso anno 185,9 milioni euro per il personale. La Provincia con il costo del personale più elevato è quella di Palermo (35,5 milioni), appena dietro c'è Messina (34,5 milioni). Caltanissetta, Trapani ed Enna invece quelle con spese meno elevate: 13,4 milioni la prima, 13.6 milioni la seconda, 11,3 milioni la terza.
Il costo pro-capite Secondo i dati delle sezioni riunite della Corte dei Conti, illustrati un mese fa in audizione alla Commissione Affari Istituzionali all'Ars, il personale delle ex Province siciliane costa ad ogni cittadino 35,34 euro, contro i 22,9 delle altre regioni.
Le altre spese
Nelle ex Province si sono spesi lo scorso anno in tutto 547,7 milioni, cui si aggiungono 2,9 milioni di sanzioni per sforamenti del patto di stabilità. Fra i costi maggiormente gravosi nei bilanci degli enti intermedi spiccano quelli sostenuti per il settore della pubblica istruzione: 54 milioni utilizzati per il pagamento delle utenze, dei fitti passivi, delle manutenzioni e per trasferimenti e gestione diretta dei licei linguistici. La Provincia che spende di più è Palermo (18,9 milioni), seguita da Catania (14,8 milioni). I costi maggiori sono quelli sostenuti per la locazione degli immobili, 20,1 milioni in tutto, dieci milioni solo a Palermo e provincia.
Le entrate
Poche le entrate dirette. Quelle tributarie (addizionale Rc auto ed Enel, imposta di trascrizione, tributo ambientale le principali) hanno portato in cassa 297,1 milioni. A questi lo scorso anno si aggiungevano trasferimenti (da Stato e Regione) per 114,6 milioni. Quest'anno, tagliati quelli statali, restano 20 milioni stanziati in Finanziaria. (*STEGI*)
Agrigentopress
"Cupa amarezza e delusione"
A seguito della annunciata chiusura dialcuni corsi di laurea attivi ad Agrigento, l'Ordine provincialedegli architetti interviene esprimendo in merito la propria posizionedi contrarietà e di solidarietà, con tutti i soggetti loro malgradocoinvolti. "Tra i percorsi formativi soggetti achiusura, infatti - scrive in una nota -, c'è anche quello diArchitettura, una realtà esistente da oltre dieci anni che hafavorito la formazione professionale di centinaia di allievi, oggicolleghi, che già da tempo forniscono un fattivo ed importante contributo tecnico e culturale, nonostante l'aggravarsi di unacrisi economica che continua ad avvilire la figura dei professionisti.
Dal momento della loro istituzione icorsi di Laurea agrigentini, nel contribuire in maniera rilevanteallo sviluppo del territorio provinciale, hanno di fatto promosso eportato avanti un numero elevatissimo di iniziative e ricerche sul tessuto sia urbano che extraurbano, puntando sulla promozione della qualità architettonica del nostro territorio.
Apprendere oggi la notizia dellachiusura di una realtà così assolutamente importante per Agrigento, come quella dei corsi di laurea interessati da questa grave situazione di crisi, alla luce peraltro della vocazione culturale e della straordinaria consistenza del patrimonio archeologico ed architettonico di questa città, è per noi fatto di grande amarezza e delusione.
L'Ordine degli Architetti, nelsottolineare la propria posizione di totale contrarietà alla chiusura dei corsi di laurea agrigentini, esprime la propria solidarietà a tutti gli allievi e gli operatori culturali auspicandoche tale difficile momento possa essere superato, per riprendere unpercorso di ricerca e di valorizzazione di tutte quelle risorseintellettuali di cui questo territorio è ricco".
16 maggio - lunedì
Sicilia24h
Chiusura dei Corsi di laurea al Cupadi Agrigento , l 'intervento dell'Ordine provinciale degliarchitetti
«Alla luce della vocazione culturale edella straordinaria consistenza del patrimonio archeologico edarchitettonico di questa città, è per noi fatto di grande amarezzae delusione»
A seguito della annunciata chiusura dialcuni corsi di laurea attivi ad Agrigento, l'Ordine provincialedegli architetti interviene esprimendo in merito la propria posizionedi contrarietà e di solidarietà con tutti i soggetti loro malgradocoinvolti.
Tra i percorsi formativi soggetti achiusura, infatti, c'è anche quello di Architettura, una realtàesistente da oltre dieci anni che ha favorito la formazioneprofessionale di centinaia di allievi, oggi colleghi, che già datempo forniscono un fattivo ed importante contributo tecnico eculturale, nonostante l'aggravarsi di una crisi economica checontinua ad avvilire la figura dei professionisti.
Dal momento della loro istituzione icorsi di Laurea agrigentini, nel contribuire in maniera rilevanteallo sviluppo del territorio provinciale, hanno di fatto promosso eportato avanti un numero elevatissimo di iniziative e ricerche sultessuto sia urbano che extraurbano, puntando sulla promozione dellaqualità architettonica del nostro territorio.
Apprendere oggi la notizia dellachiusura di una realtà così assolutamente importante per Agrigento,come quella dei corsi di laurea interessati da questa gravesituazione di crisi, alla luce peraltro della vocazione culturale edella straordinaria consistenza del patrimonio archeologico edarchitettonico di questa città, è per noi fatto di grande amarezzae delusione.
L'Ordine degli Architetti, nelsottolineare la propria posizione di totale contrarietà allachiusura dei corsi di laurea agrigentini, esprime la propriasolidarietà a tutti gli allievi e gli operatori culturali auspicandoche tale difficile momento possa essere superato, per riprendere unpercorso di ricerca e di valorizzazione di tutte quelle risorseintellettuali di cui questo territorio è ricco.
Agrigentoweb
Chiusura dei Corsi di laurea al Cupadi Agrigento, l'intervento dell'Ordine provinciale degliarchitetti.
A seguito della annunciata chiusura dialcuni corsi di laurea attivi ad Agrigento, l'Ordine provincialedegli architetti interviene esprimendo in merito la propria posizionedi contrarietà e di solidarietà con tutti i soggetti loro malgradocoinvolti. Tra i percorsi formativi soggetti achiusura, infatti, c'è anche quello di Architettura, una realtàesistente da oltre dieci anni che ha favorito la formazioneprofessionale di centinaia di allievi, oggi colleghi, che già datempo forniscono un fattivo ed importante contributo tecnico eculturale, nonostante l'aggravarsi di una crisi economica checontinua ad avvilire la figura dei professionisti.
Dal momento della loro istituzione icorsi di Laurea agrigentini, nel contribuire in maniera rilevanteallo sviluppo del territorio provinciale, hanno di fatto promosso eportato avanti un numero elevatissimo di iniziative e ricerche sultessuto sia urbano che extraurbano, puntando sulla promozione dellaqualità architettonica del nostro territorio.
Apprendere oggi la notizia dellachiusura di una realtà così assolutamente importante per Agrigento,come quella dei corsi di laurea interessati da questa gravesituazione di crisi, alla luce peraltro della vocazione culturale edella straordinaria consistenza del patrimonio archeologico edarchitettonico di questa città, è per noi fatto di grande amarezzae delusione.
L'Ordine degli Architetti, nelsottolineare la propria posizione di totale contrarietà allachiusura dei corsi di laurea agrigentini, esprime la propriasolidarietà a tutti gli allievi e gli operatori culturali auspicandoche tale difficile momento possa essere superato, per riprendere unpercorso di ricerca e di valorizzazione di tutte quelle risorseintellettuali di cui questo territorio è ricco.
LA SICILIA
TRASPARENZA
Ciascuno potrà accedere ai datiP.a.
ROMA. Dirittura d'arrivo per ildecreto trasparenza nella Pubblica amministrazione, che tranneimprevisti dell'ultima ora approderà oggi in Consiglio deiministri per il varo definiti vo. Con il provvedimento, che sarà ilprimo degli 11 decreti attuativi della riforma della P.a. ad essereapprovato, nasce, o meglio arriva anche in Italia, il freedom ofinformation act (Foia), che consentirà un libero e più agevoleaccesso per i cittadini ai dati delle pubbliche amministrazioni, Ildecreto che arriva sul tavolo dei ministri, fanno sa pere fontivicine al provvedi mento, recepisce le indicazioni delle commissionidi Camera e Senato, sul silenzio diniego esull'assenza dei costi a carico dei cittadini per l'invio informadigitate dei documenti. Il Freedom of information act rappresenta lapietra miliare di un cambiamento profondo di mentalità dellaconcezione della P. a, verso la trasformazione in una casa di vetrodove sarà più difficile l'annidarsi di inefficienza e corruzione.In sintesi il decreto prevede che ogni cittadino possa accedere senzaalcuna motivazione ai dati in possesso della P.a. e che non possaricevere un diniego alla sua richiesta di informazioni se nonmotivato. L'accesso riguarda tutte le informazioni comprese quelleche riguardano l'affidamento di gare ed appalti. L'invio didocumenti in via digitale dovrà essere gratis. In caso di un rifiutoinoltre il cittadino potrà fare ricorso, Un nodo riguarda quellodelle limitazioni ai dati accessibili e cioè il confine tratrasparenza e privacy. Con il passaggio alle commissioni di Camera e Senato è stataavanzata a richiesta di affidare all'Autorità anticorruzione lastesura delle linee guida per circoscrivere le eccezioni perl'accesso alle informazioni.
MONICA PATERNESI
Giornale di Sicilia
Cupa. Venerdì tornerà a riunirsi l'assemblea dei soci con il notaio che sta facendo avanti e indietro prima di poter ratificare la fuoriuscita o il rientro dell'ex Provincia
Università, inizia una settimana che risulterà decisiva
...Uiversità a perdere. Tra le proposte e le proteste, quella che inizia oggi è ancoraunavolta unasettimana decisiva per le sorti del Cupa.
Una sorta di malato agonizzante che sa il cui destino è quello di arrivare, prima o poi al decesso. Ma al capezzale del malato grave sono arrivati i migliori chirurghi e medici, che aspettano la decisione del "primario", cioè il socio di maggioranza (l'ex Provincia) per stabilire se il paziente deve essere "operato". Nell'attesa il malato potrebbe anche morire. Venerdì 20 maggio, in ogni caso, il primario (commissario del Libero consorzio comunale di Agrigento, Roberto Barberi) dovrà sciogliere la riserva. Ed annunciare se l'ente rientrerà oppure no in società. Venerdì tornerà a riunirsi l'assemblea dei soci con il notaio Silvio Scaglia, che sta facendo avanti e indietro prima di poter ratificare la fuoriuscita o il rientro dell'ex Provincia dal Cupa. Questo perché, anche se l'ente ha di fatto decretato l'uscita dal consorzio con propria delibera del commissario precedente, Marcello Maisano, è anche vero che l'assemblea dei soci ed il Cda non hanno mai ratificato questo passaggio. Non c'è più tempo, non ci saranno altri rinvii. Lillo Firetto, sindaco di Agrigento che capeggia la fronda degli amministratori comunali interessati al rilancio del Cupa, ha dato il suo ultimatum alla Provincia: «il 20 maggio o si è dentro o si è fuori». Ma nell'attesa i ceri sono accesi. Il nodo sono i soldi. La Regione deve trasferire al Consorzio circa 3 milioni di euro che sono quei soldi del debito che il Cupa ha nei confronti di Palermo. "Sono partite di giro - ha spiegato l'ormai decaduta presidente del Cupa, Maria Immordino. Si tratta di somme che la Regione deve dare al Consorzio per gli anni che vanno dal 2013 ad oggi e che a suavolta il Cupa deve girare all'ateneo di Palermo per aver garantito i corsi di laurea al Polo di Agrigento". Intanto l'ordine degli architetti di Agrigento interviene sulla chiusura del corso di laurea in architettura, di contrarietà e di solidarietà contutti i soggetti loro malgrado coinvolti. «Tra i percorsi formativi soggetti a chiusura, infatti, c'è anche quello di Architettura - si legge in una nota - una realtà esistente da oltre dieci anni che ha favorito la formazione professionale di centinaia di allievi, oggi colleghi, che già da tempo forniscono un fattivo ed importante contributo tecnico e culturale, nonostante l'aggravarsi di una crisi economica che continua ad avvilire la figura dei professionisti. Dal momento della loro istituzione i corsi di Laurea agrigentini, nel contribuire in maniera rilevante allo sviluppo del territorio provinciale, hanno di fatto promosso e portato avanti un numero elevatissimo di iniziative e ricerche sul tessuto sia urbano che extraurbano, puntando sulla promozione della qualità architettonica del nostro territorio. L'Ordine degli Architetti, nel sottolineare la propria posizione di totale contrarietà alla chiusura dei corsi di laurea agrigentini, esprime la propria solidarietà a tutti gli allievi e gli operatori culturali auspicando che tale difficile momento possa essere superato, per riprendere un percorso di ricerca e di valorizzazione di tutte quelle risorse intellettuali di cui questo territorio è ricco». (*PAPI*) - Paolo Picone