GIORNALE DI SICILIA
Pochi soldi, precari verso il
licenziamento.
I soldi, anticipati dalla Regione,
ossia un milione e 200 mila euro, stanno per finire. I 120 lavoratori
a tempo determinato del Libero consorzio comunale di Agrigento
rischiano la rescissione del contratto. Nuova, animata, assemblea -
ieri mattina - nell'aula Giglia dell'ormai ex Provincia regionale, al
termine della quale è stato proclamato l'ennesimo stato di
agitazione dei dipendenti sia di ruolo che precari. Se per gli
impiegati di ruolo continua a parlarsi di mobilità o
prepensionamento, per i lavoratori a tempo determinato non sembra più
esserci tempo di semplici parole. A fine giugno i loro contratti -
che in teoria dovrebbero scadere a fino anno - rischiano di essere
rescissi per mancanza di soldi. E dunque dai primi di luglio, 120
lavoratori - ormai cinquantenni - rischiano di restarsene a casa,
disoccupati. «Quale primo passo - ha spiegato ieri il segretario
Cisl di categoria Floriana Russo Introito - chiederemo che venga
aperto un tavolo di raffreddamento della vertenza, alla presenza del
prefetto Nicola Diomede. Chiederemo anche di incontrare il
commissario straordinario dell'ente Roberto Barbieri. Siamo pronti
comunque a forme di lotta durissime perché c'è da salvaguardare
l'occupazione dei dipendenti con contratto a tempo determinato.
Venerdì pomeriggio, a margine della contrattazione, abbiamo saputo
che i soldi anticipati dalla Regione, ossia un milione e duecento
mila euro, stanno per finire. Anzi, finiranno a giugno. E quindi i
lavoratori rischiano veramente la rescissione del contratto.
Contratto che, invece, fermo restando la copertura finanziaria,
doveva scadere a dicembre di quest'anno. Al momento sono - sottolinea
la sindacalista - proprio i lavoratori precari l'emergenza, senza
nulla togliere agli impiegati di ruolo per i quali si parla di
mobilità e prepensionamento». Durante l'assemblea di ieri mattina,
molti dei dipendenti - sia di ruolo che precari - ponevano
l'attenzione sui salari accessori dei dirigenti, ossia sulle
indennità di posizione che vanno da un minimo di 27 mila euro ad un
massimo di 52 mila euro. Soldi che, a dire dei lavoratori, "sono
uno spreco, in un momento come questo!". «Non va fatta
confusione - ricordava, però, cercando anche di smorzare i toni, il
segretario Cisl di categoria Floriana Russo Introito -. Il fondo dei
salari accessori per i dirigenti non può essere stornato per altre
spese. Cioè ammesso che i dirigenti rinunciassero, per questione di
etica o per sensibilità e solidarietà nei confronti dei colleghi
che rischiano il lavoro, non si risolverebbe nulla. Intanto - ha
sottolineato la sindacalista - si tratta di fondi spettanti per legge
ai dirigenti. Soldi - ribadisce - che non possono essere stornati. E
se vi rinunciassero rimarrebbero nel capitolo di spesa per il salario
accessorio. Inoltre, si tratta di soldi che, eventualmente, non
consentirebbero altro che far slittare il problema, al prossimo
settembre». (*CR*)
Il Polo di contrada «Calcarelle».
La mobilitazione per mantenere in vita
la struttura continua.
Giovedì 19 maggio, nuova manifestazione di
protesta per le vie della città.
La "mobilitazione" per salvare
l'università di Agrigento continua. Gli studenti hanno preso in
mano il pallino della situazione perché vogliono resistere ad ogni
costo contro ogni tentativo di far chiudere la sede staccata del Polo
agrigentino. Ieri in contrada Calcarelle, tra una lezione e l'altra
(perché nel frattempo la vita universitaria continua anche se ancora
per poco per le facoltà di architettura, giurisprudenza e beni
culturali), gli studenti si sono organizzati per una grande
manifestazione che coinvolgerà la città capoluogo, prevista per
giovedì mattina. Il giorno prima dell'assemblea dei soci, in cui
il commissario dell'ex Provincia, Roberto Barberi, scioglierà la
riserva ed annuncerà se l'ente potrà rientrare nel Consorzio
universitario. "Coinvolgeremo tutta la città - ha detto uno dei
rappresentanti degli studenti, Vincenzo Spoto - perché non ci
rassegniamo all'idea che il Polo possa chiudere. Abbiamo iniziato
raccolto le firme presso le scuole di ordine inferiore e tutti gli
studenti hanno apposto il loro autografo alla richiesta di continuare
a mantenere attivo il presidio universitario. Da domani tappezzeremo
la zona di contrada Calcarelle di manifesti e slogan che stiamo
preparando in modo che nessuno possa dire: io non sapevo". Venerdì
20 maggio alle 10, dunque si riunirà l'assemblea dei soci
ordinari. Sono stati convocati, dal notaio Silvio Scaglia e dal vice
presidente del Cupa, Giovanni Di Maida, i rappresentanti degli enti
che fanno parte del Consorzio. Tra questi anche l'ex Provincia, che
sebbene sia uscita con delibera del commissario precedente, Marcello
Maisano, non ha mai ratificato questa decisione davanti agli altri
partner. Poi c'è il Comune di Agrigento, la Regione e la Camera di
Commercio (che aveva revocato l'adesione qualche anno fa). "Noi
chiediamo di rientrare come socio del Consorzio ma è chiaro che io
non sono un politico - afferma il presidente Vittorio Messina. Chiedo
che venga preso atto della delibera di recesso e confermo il
contributo di 50 mila euro per il 2016 e per gli anni successivi. ;a
sia chiaro, il problema non è la Camera di Commercio, la cui
percentuale pesa poco o nulla". Gli studenti hanno chiesto che l'assemblea dei soci di venerdì 20 maggio possa tenersi a porte aperte
in modo da poter vedere e sentire quello che i vari rappresentanti
degli enti coinvolti avranno da dire. L'istanza è stata
protocollata ma non è stato ancora deciso se acconsentire a questa
richiesta. Di fatto, la volta precedente era stato possibile per gli
studenti assistere alla riunione, nonostante qualche mugugno. Intanto
il coordinamento provinciale di Forza Italia Giovani interviene nel
merito delle gravi difficoltà che pregiudicano le prospettive di
attività futura del Consorzio universitario. La coordinatrice Lilly
Di Nolfo, afferma: "Non è più tempo di palleggiare. L'ex
Provincia ponga termine al proprio cinico comportamento che da oltre
un anno mantiene in ostaggio le sorti di studenti, famiglie e
personale del Polo universitario di Agrigento. L'ente manifesti in
modo definitivo e risoluto quali siano le sue reali intenzioni: se
vorrà proseguire confermando il proprio ruolo di socio di
maggioranza, versando la relativa quota annuale, oppure, se così non
fosse, fuoriesca definitivamente dalla compagine societaria.Al
commissario dell'ex Provincia, Forza Italia Giovani rivolge un
appello perentorio : dentro o fuori dall'Università e in ogni caso
per il bene dell'Università". (*PAPI*)
L'ex Provincia conferma: «Niente
soldi per il Toscanini».
Roberto Barbieri, commissario
straordinario del Libero consorzio comunale, ha confermato. Il
contributo all'istituto musicale pareggiato "Toscanini" di
Ribera è stato azzerato. Già lo scorso dicembre, l'allora
commissario straordinario Marcello Maisano aveva provveduto a
comunicare al presidente del consiglio d'amministrazione del
"Toscanini" che per l'anno 2016 l'ex Provincia regionale di
Agrigento "non sarebbe stata in condizioni di garantire alcun
finanziamento se non quello necessario al pagamento del fitto dei
locali e quello necessario al pagamento dello stipendio al personale
Ata, dipendente dell'ente e comandato a prestare servizio
nell'istituto". Una decisione che traeva origine dalla
gravissima crisi economica vissuta dall'ente a causa dei continui e
pesanti trasferimenti operati dallo Stato e dalla Regione Siciliana.
Tagli che, nonostante le misure di razionalizzazione e contenimento
della spesa adottate negli ultimi anni, hanno generato uno squilibrio
di parte corrente di dimensioni tali da mettere in condizione l'ente
da non poter effettuare le spese necessarie ad assicurare neanche lo
svolgimento dei servizi fondamentali. "Considerato - scrive,
adesso, il nuovo commissario straordinario Roberto Barbieri - che le
manovre finanziarie contenute nelle leggi di stabilità nazionali e
regionali per il 2016/2018 non hanno dato alcuna risposta adeguata
alla gravissima emergenza finanziaria delle ex Province regionali e
che, ad oggi, appare difficile l'adozione del bilancio di previsione,
a meno di fatti nuovi tali da incidere positivamente e
significativamente sulle capacità di bilancio dell'ente, è
inevitabile confermare l'impossibilità, per il 2016, di garantire
all'istituto Toscanini alcun finanziamento, se non quello necessario
per i locali e per il pagamento dello stipendio al personale Ata".
Il Libero consorzio ha fatto salva, naturalmente, la possibilità di
rivalutare quanto è stato deciso, qualora "intervengano fatti
nuovi da incidere positivamente e significativamente sulle capacità
di bilancio". Era il 29 aprile del 2010 quando veniva approvato
lo schema di convenzione fra la Provincia e il "Toscanini"
per il finanziamento. Allora, la Provincia si impegnava a farsi
carico annualmente delle spese necessarie al regolare funzionamento
dell'istituto, determinate in un milione di euro. Somma elevata, nel
luglio del 2011, a 1.165.000 euro. Nel novembre del 2013 è stata
prevista la possibilità di rivedere, con cadenza annuale, il
finanziamento in aumento o in diminuzione per esigenze di bilancio
della Provincia o per esigenze organizzative dell'istituto. Nel 2014,
in favore del "Toscanini" di Ribera il finanziamento è
stato rideterminato in 200 mila euro annui "per l'impossibilità
oggettiva sopravvenuta di garantire il finanziamento originariamente
previsto". E per l'anno successivo, il finanziamento venne
tacitamente confermato. Ma il due dicembre del 2015, l'allora
commissario straordinario Marcello Maisano annunciò, per quest'anno,
l'azzeramento. Ed Un concerto dell'Istituto Toscanini adesso è
stato confermato. (*CR*)
Libero Consorzio Turismo, autorizzati
nuovi B&B
Il settore Promozione Turistica dell'ex
Provincia, ha classificato, con determinazioni dirigenziali, alcune
nuove strutture ricettive nei Comuni di Agrigento e Porto Empedocle.
Si conferma, dunque, in lenta ma costante crescita il trend
dell'offerta turistica in provincia, in particolare per le piccole
strutture e Bed and Breakfast a gestione familiare. Le nuove
strutture ricettive sono i B&b: "La Mansardina", ad Agrigento
nel Vicolo San Pietro, (Tre Stelle); "Bosco Sea Apartment" ad
Agrigento in via Rita Gibilaro, (una stella); "Mare d'amuri", a
Porto Empedocle in via del Mediterraneo (Tre stelle). Il settore
Promozione Turistica ha inoltre provveduto alla riclassificazione del
B&b "Il Casello della Scala dei Turchi" a Realmonte in
Contrada Scavuzzo, al quale, dopo alcune verifiche tecniche, è stata
assegnata la categoria "Due Stelle". Tutte le relative
determinazioni dirigenziali sono state trasmesse ai Comuni nei quali
ricadono le nuove strutture e ai Servizi Turistici Regionali.
(*PAPI*)
Sicilia24h
Il Settore Promozione Turistica
classifica nuove strutture ricettive.
Il Settore Promozione Turistica ha
classificato, con determinazioni dirigenziali, alcune nuove strutture
ricettive nei Comuni di Agrigento e Porto Empedocle. Si conferma,
dunque, in lenta ma costante crescita il trend dell'offerta
turistica in provincia, in particolare per le piccole strutture e Bed
and Breakfast a gestione familiare. .
Le nuove strutture ricettive sono:
- B&B "La Mansardina",
ad Agrigento in via Vicolo San Pietro n.18 (Tre Stelle);
- B&B "Bosco Sea
Apartment", ad Agrigento in via Rita Gibilaro 6/D (1 stella);
- B&B "Mare d'amuri",
a Porto Empedocle in via del mediterraneo n. 29 (Tre stelle);
Il Settore Promozione Turistica, ai
sensi della Legge Regionale n. 27/1996, ha inoltre provveduto alla
riclassificazione del B&B "Il Casello della Scala dei Turchi"
a Realmonte in Contrada Scavuzzo n. 200, al quale, dopo alcune
verifiche tecniche, è stata assegnata la categoria "Due Stelle".
Tutte le relative determinazioni
dirigenziali sono state trasmesse ai Comuni nei quali ricadono le
nuove strutture e ai Servizi Turistici Regionali.
Sempre nel quadro delle competenze
assegnate dalla L.R. 27/1996 alle ex Province Regionali, è stato
approvato il piano delle ispezioni da effettuare nel II° trimestre
2016, finalizzato al controllo a campione di alcune strutture
ricettive classificate in tempi non recenti durante la gestione
AAPIT.
Gibilaro sulla vicenda Cupa
Dalla vicenda stasi Cupa,se si vuole si
può venirne fuori.
La vicenda del consorzio Universitario
che vive un momento di stasi a causa dei tagli della Regione
siciliana, con le gravi conseguenze per gli studenti, le famiglie e
l'indotto, deve portare a far riflettere sulla ormai non più
rinviabile necessità di cambiare modo di intendere il decentramento
universitario ad Agrigento. Il Libero consorzio comunale di Agrigento
sta facendo perdere soltanto tempo perché, per legge, ormai è fuori
dal Consorzio Universitario già a partire dalla data di entrata in
vigore della legge istitutiva degli stessi Liberi consorzi che ha
imposto alle ex Province di dismettere quote di partecipazione da
tutte le società, tranne per quelle aeroportuali. Il continuo
entrare e poi uscire della ex Provincia dalla compagine consortile e
le promesse di finanziamento da parte della regione non mantenute,
sono un'offesa non più sopportabile per la collettività
dell'intera Provincia di Agrigento.. Se il finanziamento delle
funzioni dei nuovi Liberi consorzi comunali non consente di potere
sostenere i costi per partecipare a società , visto che si paventa
anche la mobilità del personale , figuriamoci se la ex Provincia
potrà mai sostenere più il Consorzio universitario. Oggi vi è un
atto di recesso del Libero Consorzio comunale dal Cupa che non è
stato revocato e di cui l'Assemblea dei soci non può omettere di
prenderne atto . Ai sensi dello Statuto del Cupa la ex Provincia per
avere la qualificazione di socio di maggioranza deve sottoscrivere
quote fino alla concorrenza della somma di 774.000 euro che non ha, e
dunque non può proporre modifiche statutarie per di più
inaccettabili come quella del conferimento dell'immobile della sede
universitaria a posto dei soldi perché non serve. A quel punto non
può esercitare più il diritto di qualificarsi come socio di
maggioranza ma bensì come socio che ha manifestato con atti
amministrativi la propria determinazione di non potere versare le
quote sociali . Con questo atteggiamento dilatorio vi è solo il
rischio che vengano assunte obbligazioni da parte della ex Provincia
cui non potrà mai assolvere con gravi danni erariali . Il Comune,
sulla vicenda dell'immobile sede dell'università, un tempo di
proprietà comunale accerti l'iter procedurale di trasferimento
dello stesso immobile che peraltro non si è ancora concluso e
verifichi l'eventuale nullità di atti. Ovviamente, questo clima di
incertezza nel frattempo impone la chiusura di due facoltà e non da
nessuna garanzia, ad altre università disponibili ad aprire nuovi
corsi di laurea .Si ponga fine allora al teatrino politico che
probabilmente ha come fine l'occupazione di una poltrona e il
comune al di la degli altri titubanti soci, rifondi il Consorzio
universitario insieme ai comuni del territorio ,aprendo ai privati e
prevedendo il coinvolgimento di altre università che vogliono
investire sul nostro territorio. Questa, a mio avviso è l'unica
soluzione.
Il Consigliere Comunale
Gerlando Gibilaro
Università Agrigento, "dentro o
fuori"
Il coordinamento provinciale di
Agrigento di Forza Italia Giovani interviene nel merito delle gravi
difficoltà che pregiudicano le prospettive di attività futura del
Consorzio universitario di Agrigento, a danno del diritto allo studio
e delle prerogative di sviluppo del territorio agrigentino. La
coordinatrice provinciale di Forza Italia Giovani di Agrigento, Lilly
Di Nolfo, afferma : "Non è più tempo di palleggiare. L' ex
Provincia di Agrigento ponga termine al proprio cinico comportamento
che da oltre un anno mantiene in ostaggio le sorti di studenti,
famiglie e personale del Polo universitario di Agrigento. L' ex
Provincia di Agrigento manifesti in modo definitivo e risoluto quali
siano le sue reali intenzioni : se intenda proseguire confermando il
proprio ruolo di socio di maggioranza, versando la relativa quota
annuale, oppure, se così non fosse, fuoriesca definitivamente dalla
compagine societaria. La perdurante melina a centrocampo praticata da
tempo dalla ex Provincia è solo un gioco al massacro, che ha già
gravemente danneggiato il Polo universitario di Agrigento, perché
nel corso del tempo ha provocato una drastica riduzione delle
iscrizioni, in considerazione delle prospettive instabili e incerte
legate al mantenimento del Consorzio ad Agrigento. Dell' immobile
che l'ex Provincia vorrebbe cedere, oggettivamente non si tratta di
una proposta capace di attrarre alcun interesse. All' ex Provincia
di Agrigento, Forza Italia Giovani rivolge un appello perentorio :
dentro o fuori dall' Università, e in ogni caso per il bene dell'
Università". Nel frattempo, nelle more del palleggiamento e della
melina a centrocampo, il Consiglio d'Amministrazione dell'
Università di Palermo ha cancellato per il prossimo anno accademico
agrigentino i corsi di laurea in Giurisprudenza, Beni Culturali e
Architettura, sollevando, tra gli altri, "amarezza e delusione"
in casa dell' Ordine provinciale degli Architetti di Agrigento, che
così commenta : "L' Architettura ad Agrigento è attiva da oltre
10 anni e ha favorito la formazione professionale di centinaia di
allievi, oggi colleghi, che già da tempo forniscono un fattivo ed
importante contributo tecnico e culturale, nonostante l'aggravarsi
di una crisi economica che continua ad avvilire la figura dei
professionisti. Apprendere la notizia della chiusura di una realtà
così assolutamente importante per Agrigento, alla luce peraltro
della vocazione culturale e della straordinaria consistenza del
patrimonio archeologico ed architettonico della città, è per noi
fatto di grande amarezza e delusione. Auspichiamo che tale difficile
momento possa essere superato, per riprendere un percorso di ricerca
e di valorizzazione di tutte quelle risorse intellettuali di cui il
territorio agrigentino è ricco".
Agrigentoweb
Chiusura dei Corsi di laurea al Cupa
di Agrigento, l'intervento dell'Ordine provinciale degli
architetti.
A seguito della annunciata chiusura di
alcuni corsi di laurea attivi ad Agrigento, l'Ordine provinciale
degli architetti interviene esprimendo in merito la propria posizione
di contrarietà e di solidarietà con tutti i soggetti loro malgrado
coinvolti.
Tra i percorsi formativi soggetti a
chiusura, infatti, c'è anche quello di Architettura, una realtà
esistente da oltre dieci anni che ha favorito la formazione
professionale di centinaia di allievi, oggi colleghi, che già da
tempo forniscono un fattivo ed importante contributo tecnico e
culturale, nonostante l'aggravarsi di una crisi economica che
continua ad avvilire la figura dei professionisti. Dal momento della loro istituzione i
corsi di Laurea agrigentini, nel contribuire in maniera rilevante
allo sviluppo del territorio provinciale, hanno di fatto promosso e
portato avanti un numero elevatissimo di iniziative e ricerche sul
tessuto sia urbano che extraurbano, puntando sulla promozione della
qualità architettonica del nostro territorio.
Apprendere oggi la notizia della
chiusura di una realtà così assolutamente importante per Agrigento,
come quella dei corsi di laurea interessati da questa grave
situazione di crisi, alla luce peraltro della vocazione culturale e
della straordinaria consistenza del patrimonio archeologico ed
architettonico di questa città, è per noi fatto di grande amarezza
e delusione. L'Ordine degli Architetti, nel
sottolineare la propria posizione di totale contrarietà alla
chiusura dei corsi di laurea agrigentini, esprime la propria
solidarietà a tutti gli allievi e gli operatori culturali auspicando
che tale difficile momento possa essere superato, per riprendere un
percorso di ricerca e di valorizzazione di tutte quelle risorse
intellettuali di cui questo territorio è ricco.
Scrivolibero
Forza Italia Giovani su Università
Agrigento : "L'ex Provincia dentro o fuori".
Il coordinamento provinciale di
Agrigento di Forza Italia Giovani interviene nel merito delle gravi
difficoltà che pregiudicano le prospettive di attività futura del
Consorzio universitario di Agrigento, a danno del diritto allo studio
e delle prerogative di sviluppo del territorio agrigentino.
La coordinatrice provinciale di Forza
Italia Giovani di Agrigento, Lilly Di Nolfo (in foto), afferma: "Non
è più tempo di palleggiare. L'ex Provincia di Agrigento ponga
termine al proprio cinico comportamento che da oltre un anno mantiene
in ostaggio le sorti di studenti, famiglie e personale del Polo
universitario di Agrigento. L' ex Provincia di Agrigento manifesti
in modo definitivo e risoluto quali siano le sue reali intenzioni :
se intenda proseguire confermando il proprio ruolo di socio di
maggioranza, versando la relativa quota annuale, oppure, se così non
fosse, fuoriesca definitivamente dalla compagine societaria. La
perdurante melina a centrocampo praticata da tempo dalla ex Provincia
è solo un gioco al massacro, che ha già gravemente danneggiato il
Polo universitario di Agrigento, perché nel corso del tempo ha
provocato una drastica riduzione delle iscrizioni, in considerazione
delle prospettive instabili e incerte legate al mantenimento del
Consorzio ad Agrigento. Dell'immobile che l'ex Provincia vorrebbe
cedere, oggettivamente non si tratta di una proposta capace di
attrarre alcun interesse. All'ex Provincia di Agrigento, Forza
Italia Giovani rivolge un appello perentorio : dentro o fuori dall'
Università, e in ogni caso per il bene dell' Università".
LA SICILIA
LIBERO CONSORZIO
Nuovi B&B in provincia.
Il Settore Promozione Turistica ha
classificato, con determinazioni dirigenziali, alcune nuove strutture
ricettive nei Comuni di Agrigento e Porto Empedocle. Si conferma.
dunque, in lenta ma costante crescita il trend dell'offerta
turistica in provincia, in particolare per le piccole strutture e Bed
and Breakfast a gestione familiare.
Le nuove strutture ricettive sono: B&B
"La Mansardina", ad Agrigento in via Vicolo San Pietro n. 18 (tre
Stelle); B&B "Bosco Sea Apartment", ad Agrigento in via Rita
Gibilaro 6/D C stella); B&B "Mare d'amuri", a Porto
Empedocle in via del mediterraneo n.. 29 (Tre stelle); Il Settore
Promozione Turistica, ai sensi della Legge Regionale n. 27/1996, ha
inoltre provveduto alla riclassificazione del B&B "Il Casella
della Scala dei Turchi' a Realmonte in Contrada Scavuzzo a 200, al
qua dopo alcune verifiche tecniche, è stata assegnata la categoria
"Due Stelle".
LIBERO E GDF
Avviate indagini in
provincia su case vacanza e affittacamere.
FRANCESCO DI MARE
Tempi duri, durissimi per tutti coloro
i quali hanno trasformato le proprie abitazioni in «eccesso, in B&B
o case vacanza, senza però regolarizzare la propria posizione con il
Fisco e le forze dell'ordine. Nei giorni scorsi dal competente
settore del Libero Consorzio guidato da Achille Contino sono state
inviate lettere a tutti i Comuni della provincia agrigentina, per
sollecitare accertamenti alle autorità di controllo locali! in tutte
quelle strutture aperte come funghi negli ultimi anni, destinate
all'accoglienza dei turisti. Al l'ex Provincia sono
sostanzialmente giunte le lamentele da parte di alcuni operatori del
settore, stanchi di assistere alla fioritura di una giungla di
attività minialberghiere sostanzialmente abusive. Un universo sul
quale il libero Consorzio dei Comuni intende fare piena luce, e fare
emergere il sommerso.
Parallelamente all'attività svolta
dall'ex Provincia regionale la Guardia di Finanza continua la
propria attività di verifica dei requisiti fiscali di quei B&B
nei quali vengono effettuati accertamenti. Basti pensare a quanto
accaduto alcune settimane orsono a Lampedusa, dove a essere chiuso
per mancanza di autorizzazioni fu il B&B dell'ex sindaco
isolano Dino De Rubeis. Non è poi un raso che sull'albo pretorio
del Libero Consorzio una delle voci più fluttuante sia proprio
quella relativa alla nascita e morte di affitta camere, un ricambio
che la dice lunga sulla mutevolezza di un settore dove l'anarchia
regna spesso Sovrana. Sono poche le attività in possesso dei
requisiti come la Scia o che sono addirittura registrate alla
Questura, per ovvi motivi di ordine e sicurezza pubblica. Tutti
coloro i quali dunque hanno avviato u n'attività in questo settore
e fino a oggi ha agito senza cura del rispetto delle regole, si
affretti a regolarizzare il tutto. Il tutto alla vigilia
dell'esplosione della stagione estiva e in una città come
Agrigento che da giorni è invasa da tanti turisti fai da te alla
ricerca di sistemazione a buon prezzo, ma in strutture almeno
decorose dove trascorrere almeno un paio di giorni.
LIBERO CONSORZIO
Collegio Revisori dei conti.
Presentati molti ricorsi.
La nomina risale al mese scorso da
parte del commissario Collegio dei Revisori all'ex Provincia
regionale di Agrigento: è pioggia di ricorsi da parte di coloro i
quali conte stano l'aggiudicazione del lavoro.
Se il commissario Renato Barberi nel
mese di aprile ave va nominato come componenti dell'organo di
controllo Alfredo Batticani di Bronte nella qualità di presidente.
Francesco Di Giacomo di Salerno e Francesco Marcone di Roma
(selezionati, disse all'e poca una nota stampa "mediante
sorteggio informati con), adesso il Libero consorzio di Agrigento si
troverà a doversi difendere nelle aule di tribunale.
Se i signori Pellegrino Quartararo (ex
consigliere provinciale), e Salvatore Corso hanno proposto ricorso
straordinario al presidente della Regione 'per l'annullamento.
previa sospensione, dell'avviso pubblico per la presentazione delle
candidature alla nomina del collegio dei revisori dei conti e tutti
gli atti pregressi connessi e consequenziali", i professionisti
Andreana Minuti e Francesco Lembo hanno opposto ricorso dinnanzi al
Tribunale amministrativo regionale per l'annullamento del
provvedimento di nomina, contestando in particolare il fatto che sono
'stati nominati quale componenti del Collegio, aspiranti non
residenti in Sicilia ed iscritti ad altri elenchi regionali.
In tutti i casi l'ex Provincia ha già
disposto di costituirsi in giudizio per difendere le scelte fatte,
che, tra l'altro, impegneranno l'ente fino al 2018.
G.S.
L'EX PROVINCIA NON E' PIU'
NELLE CONDIZIONI DI PAGARGLI LO STIPENDIO
Precari, tutti a casa dal primo
luglio.
Il perdurare della già precaria
situazione finanziaria dell'Ente costringerà l'Amministrazione a
rescindere dal primo luglio i contratti dei dipendenti con contratto
a tempo determinato part-time. Quello che si era a lungo temuto alla
fine è accaduto il Libero consorzio di Agrigento non è più nelle
condizioni economiche per garantire lo stipendio del personale
precario e ha deciso, in anticipo di non poter sostenere il rinnovo
dei contratti. La notizia è stata comunicata formalmente una
settimana fa, durante una seduta di contrattazione decentrata con i
rappresentanti sindacali alla quale hanno partecipato segretario
generale Giuseppe Vella e i dirigenti Fabrizio Caruana, Amelia
Scibetta e dal responsabile dei settore Personale Aldo Cipolla. I
fatti sono drammatici esattamente quanto sembrano: ad oggi il costo
degli stipendi degli oltre 140 lavoratori a tempo determinato in
servizio (circa2 milioni di euro)vengono coperti al 50% dal Libero
consorzio e al 50% dalla Regione, contro una copertura, nelle altre
ex province, del 10%in totale a carico degli enti locali.
Finito il milione di euro messo a
disposizione da Palermo; la macchina si è sostanzialmente spenta,
costringendo i dirigenti ad anticipare addirittura la mancata proroga
dei con tratti, che,in realtà scadranno il prossimo 31 luglio. Così
ieri mattina si è tenuta un'assemblea del personale al termine
della quale i sindacati della Funzione pubblica hanno proclamato o
stato di agitazione, anticamera dello sciopero che verosimilmente si
terrà già nei prossimi giorni. Unica possibilità perché la
"carneficina" sociale che si annuncia all'orizzonte possa
essere scongiurata è un intervento deciso e decisivo della Regione
Siciliana, che trasferisca ad Agrigento le somme necessarie per far
fronte al pagamento degli stipendi quantomeno per i prossimi sei
mesi.
G.SCH.