Giornale di sicilia
Pubblica istruzione. Venerdì
riunione dell'assemblea dei soci del Consorzio di contrada
Calcarelle.
Domani manifestazione in piazza organizzata dagli
studenti
Università, si avvicina il giorno
della verità. Dopodomani si riunisce l'assemblea dei soci del
Consorzio e tutti stanno a guardare. Da una parte i sindacati,
dall'altra i politici. In mezzo gli studenti che non demordono e
pensano anche ad una grande manifestazione da tenere domani mattina.
Con modalità che soltanto oggi saranno definite. Sotto "accusa"
l'ex Provincia, con il commissario Roberto Barberi che deve
sciogliere il nodo finanziario ed annunciare la sua decisione sul
probabile rientro nel Cupa. «Chiediamo che l'ex Provincia metta
fine alla lunga agonia messa in atto sul Consorzio universitario in
questi mesi - spiegano in una nota il segretario della Cisl
Funzione pubblica, Floriana Russo Introito ed il segretario generale
Maurizio Saia - e riteniamo che il Commissario Barberi non debba
lasciarsi condizionare da scelte politiche regionali che poco hanno a
che vedere con il reale benessere del Consorzio di Comuni». «Solo a
settembre, definito l'organo politico, si dovranno assumere decisioni
politiche che, assunte oggi, non possono far altro che aggravare lo
stato di salute già precario della ex Provincia. Non ci sono somme
per i dipendenti dell'Ente - aggiunge Saia, nè per i docenti del
Liceo Toscanini. La "governance" sul Consorzio
universitario a noi interessa poco, ci interessa piuttosto la tenuta
economica di tutti i lavoratori che operano nel nostro territorio. Si
smetta di perdere tempo tergiversando e giorno 20 in assemblea dei
soci si dica nettamente che la ex Provincia non è in grado di
mantenere alcun impegno». Floriana Russo va giù pesante: «L'ex
Provincia non riesce a mantenere in vita neanche se stessa
figuriamoci poi tentare di tenere in vita artificialmente un
Consorzio universitario che necessita di interventi straordinari. Una
cosa è la perseveranza quando ci siano le condizioni economiche per
mantenere il Consorzio universitario, altra cosa è l'accanimento. In
questo caso si tratta di un vero e proprio accanimento terapeutico.
L'ex Provincia può fungere solo da "passasoldi" non
possiamo licenziare dipendenti di ruolo e non, tagliare servizi
necessari ed occuparci, invece, di un Consorzio universitario di cui
la Regione siciliana si è assunta l'onere del sostentamento». Per
la parte politica si registra l'in - tervento dei consiglieri
comunali, Vincenzo Licata e Gerlando Gibilaro. Il capogruppo di
"Agrigento Rinasce"a nome di tutto il Gruppo consiliare spiega:
«Considerate le gravi difficoltà economiche in cui versa il
Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento, appare
opportuno ed urgente che l'ex Provincia faccia chiarezza in merito
alla propria posizione che oggi sembra essere poco chiara, ambigua e
per nulla risolutiva. Risulta infatti essere seriamente a rischio il
diritto allo studio di molti ragazzi agrigentini e non, che nel
Consorzio intravedevano e vogliono ancora oggi intravedere una seria
e concreta speranza per il loro percorso formativo e professionale,
finalizzato all'accesso al mondo del lavoro». Gibilaro va
all'attacco: «Il Libero consorzio comunale sta facendo perdere
soltanto tempo perché, per legge, ormai è fuori dal Consorzio
Universitario già a partire dalla data di entrata in vigore della
legge istitutiva degli stessi Liberi consorzi che ha imposto alle ex
Province di dismettere quote di partecipazione da tutte le società,
tranne per quelle aeroportuali. Il continuo entrare e poi uscire
della ex Provincia dalla compagine consortile e le promesse di
finanziamento da parte della regione non mantenute, sono un'offesa
non più sopportabile per la collettività dell'intera provincia. Ai
sensi dello Statuto del Cupa l'ex Provincia per avere la
qualificazione di socio di maggioranza deve sottoscrivere quote fino
alla concorrenza della somma di774.000 euro che non ha, e dunque non
può proporre modifiche statutarie per di più inaccettabili come
quella del conferimento dell'immobile della sede universitaria a
posto dei soldi perché non serve». Infine l'avvocato Roberta
Zicari ha fatto alcune riflessioni sul Cupa. «Mi occupo di questo
argomento dal 2012 ed invero in questi 4 lunghi anni ne ho viste e
sentite davvero tante. Mi piacciono gli studenti che hanno ancora la
forza di credere alle promesse che gli vengono rivolte o forse la
pazienza (che io non ho mai avuto) di supportare un referente (alle
volte indifendibile) anche in questa circostanza. Mi piace il
consiglio comunale, troppo impegnato del disegnare nuove geografie
consiliari per stare fisicamente al fianco dei ragazzi. Mi piacciono
i sindaci che cambiano posizione ed opinione a seconda del comune che
amministrano. E ovviamente mi piacciono quelli contro tutto e tutti
solo per fare polemica, solo per fare opposizione. Insomma mi piace
tutto di questa vicenda, che nella terra di Pirandello non trova
neanche la dignità di essere affrontata con serietà e tecnicismo,
richiamando le istituzioni al ruolo di guida strategica nell'amministrazione di un territorio. I soldi si trovano -conclude Zicari -
quando vi è un interesse ad investire in un settore. L'unica e
sola verità è che manca una regia regionale sul tema istruzione. La
verità è che bisogna iniziare ad individuare percorsi che dallo
studio portino alla formazione pratica del discente, quindi al
lavoro. Un lavoro spendibile anche su questo territorio». (*PAPI*)
Sicilia24h
Vitellaro sul Cupa
In Politica, così come nella vita, la
parola d'ordine da adottare in ogni singolo istante è CHIAREZZA.
Essere chiari, diretti e semplici è la cosa più bella che possa
esistere.
Infatti è proprio la chiarezza di
volontà che ci chiedono gli agrigentini, le famiglie, gli studenti
universitari del polo e, soprattutto, i futuri studenti che
vorrebbero iscriversi all'Università ad Agrigento. Purtroppo però
l'ex-provincia non è chiara su cosa vuole farne del nostro CUPA.
Da diversi mesi ormai si naviga nell'incertezza ed il Polo
Universitario lentamente muore a colpi di rinvii di assemblee e
consigli d'amministrazione.
Al Giardino Botanico visita di
pazienti affetti da Alzheimer e dei loro familiari.
Una giornata ricreativa e di
socializzazione per aiutare i malati di Alzheimer a superare il
disagio della malattia, coinvolgendo anche i loro familiari. Questo
il senso della visita organizzata stamani al Giardino Botanico del
Libero Consorzio Comunale dalla "Associazione Alzheimer" di
Agrigento in collaborazione con la Cooperativa CAPP-sezione operativa
di Agrigento e il Settore Ambiente del Libero Consorzio.
La visita è stata richiesta dalla CAPP
in qualità di gestore del progetto "Abbattimento del disagio,
delle barriere architettoniche e dei pregiudizi sull'Alzheimer,
aiuto riabilitativo attraverso l'offerta dei servizi e il
coinvolgimento delle famiglie" del Distretto Socio-sanitario D1
dell'ASP di Agrigento. Coinvolti, in tutto, 40 tra pazienti e loro
familiari, accompagnati dagli operatori e dai volontari del servizio
civile nazionale della CAPP e dai volontari dell'Associazione
Alzheimer, e guidati dal personale tecnico del Giardino Botanico
lungo il percorso didattico abitualmente utilizzato per le visite
delle scuole.
Un nuovo aspetto, dunque, delle
attività divulgative svolte dal Settore Ambiente all'interno di
questa bellissima struttura, recuperata e di recente anche
ristrutturata con un progetto finanziato con fondi comunitari del PO
FESR 2007/12013. In questo caso, va sottolineata la rilevante valenza
sociale della giornata, nel corso della quale i pazienti e i loro
familiari hanno potuto godere di una passeggiata all'aria aperta e
delle bellezze naturali del Giardino (essenze spontanee e coltivate,
rocce, ipogei, erbario), ristorandosi, infine, con un break a base di
dolci.
Università Agrigento, intervento
Roberta Zicari
Dall' avvocato Roberta Zicari, nel
merito della crisi finanziaria e societaria al Polo universitario di
Agrigento, riceviamo e pubblichiamo :
"Ad Agrigento ci piacciono le
tradizioni. A noi ci piace la sicurezza di poterci
lamentare di qualcosa, sempre.
Probabilmente per questo, noi i
problemi non li risolviamo mai. Ne parliamo per un po', litighiamo
con qualcuno discutendone e poi accantoniamo il problema per qualche
tempo. E ciclicamente svolgiamo così il
nostro ruolo di cittadini attivi, soprattutto oggigiorno anche grazie
all'ausilio dei social network.
Il problema della settimana è il Polo,
chiusura o salvezza. Mi occupo di questo argomento dal 2012
ed invero in questi 4 lunghi anni ne ho viste e sentite davvero
tante.
Mi piace ricordare un onorevole
regionale che promise di incatenarsi alla poltrona dell'ars se la
regione non concedendo il finanziamento , avesse chiuso il polo
(forse non intendeva per protesta, a ben vedere); mi piace pensare a
chi ha diretto il socio di maggioranza per diversi anni e non ha
contezza del debito contratto dal polo; mi piacciono i convegni
organizzati da alcuni esponenti dei partiti di maggioranza dove tutto
si dice tranne perché si rischi la chiusura o come salvarlo; mi
piacciono gi onorevoli che parlano di management inadeguato quando
hanno scelto loro l'organo di vertice qualche anno addietro; mi
piacciono anche gli organi di vertice del polo che come se non
amministrassero la struttura si trovano ciclicamente ad elemosinare
spicci tralasciando sempre di puntare l'attenzione sulla
programmazione che dovrebbero produrre; mi piacciono "i più alti
in grado" che promettono master ed università tematiche,
cavalcando anche l'onda dell'emergenza che vede protagonista il
nostro territorio, e poi non succede nulla; e sulla stessa lunghezza
d'onda, mi piacciono gli ex compagni di merende degli "alti in
grado", oggi riformisti, che promettono atenei specializzanti con
corsi rivolti al management ed alla formazione dirigenziale e poi non
intervengono neanche nel dibattito politico sulla chiusura del polo
ed infine mi piacciono quelli che promettono agli studenti di andare
a Palermo a scrivere una nuova legge regionale sul diritto allo
studio e poi l'ars neanche legifera sulla riforma delle province.
Mi piacciono gli studenti che hanno ancora la forza di credere alle
promesse che gli vengono rivolte o forse la pazienza (che io non ho
mai avuto) di supportare un referente (alle volte indifendibile)
anche in questa circostanza. Mi piace il consiglio comunale, troppo
impegnato del disegnare nuove geografie consiliari per stare
fisicamente al fianco dei ragazzi. Mi piacciono i sindaci che
cambiano posizione ed opinione a seconda del comune che amministrano.
E ovviamente mi piacciono quelli contro tutto e tutti solo per fare
polemica, solo per fare opposizione. Insomma mi piace tutto di questa
vicenda, che nella terra di Pirandello non trova neanche la dignità
di essere affrontata con serietà e tecnicismo, richiamando le
istituzioni al ruolo di guida strategica nell'amministrazione di un
territorio. La verità, ad opinione della
scrivente, pare essere la seguente. Il polo nacque da una giunta
provinciale visionaria, quale sogno di sviluppo culturale ed
economico di questo territorio. Quella giunta di professionisti,
esponenti della politica degli onesti, durò solo una legislatura. Ed il destino del Polo fu affidato ad
altri che videro in quella struttura forse più una opportunità
economica (per alcuni ) che una opportunità di sviluppo economico
sociale per l'intero territorio. Ed oggi ci ritroviamo con un debito con
Unipa (?) che oscilla dai 3 ai 5 milioni di uro (?) secondo le fonti.
Eh si, perché anche Unipa batte cassa.
Si , proprio quell'Unipa che ci definisce canale, perché tramite
il polo le casse dell'ateneo palermitano vengono ingrassate di
contributi pubblici e tasse universitarie ; Si quell'Unipa che non
è riuscita a garantire il diritto allo studio neanche con la
residenza universitaria oggi struttura alberghiera, perché ad
opinione di chi avrebbe dovuto gestire la struttura, ristrutturata
con denaro pubblico, la gestione sarebbe stata antieconomica.
Il Polo universitario ha sede in una
struttura che è di proprietà ella ex provincia. Anche il personale
che vi lavora è dislocato dalla provincia ad eccezioni di qualche
unità.
Quindi i costi vivi della struttura
dovrebbero sostanzialmente essere le utenze e i costi di trasferta
dei docenti che dovrebbero essere retribuiti dall'ateneo
palermitano.
Siamo sicuri che trattenendo le tasse
universitarie presso il polo, non si riesca a mantenere la struttura.
Ed ancora noi oltre al contributo
ordinario dei soci fondatori, che ammonta nel suo complesso a circa
750 mila euro, percepiamo contributi regionali straordinari per circa
un milione di euro. Siamo sicuri che i soldi non ci siano? Ed ancora, ma nessun prova un moto di
rabbia nel vedere due enti pubblici, che hanno il medesimo scopo,
formare le giovani menti, farsi la guerra per quattro spicci, soldi
che ad ogni modo vengono sempre dallo stesso "papà" cioè soldi
pubblici, cioè dalle nostre tasche.
Mentre Enna riusciva a prendere il
treno del riconoscimento quale ateneo parificato ( ed oggi usufruisce
anche di contributi regionali per circa 2 milioni di euro), noi
giocavamo a nominare presidenti di spessore internazionale per
rilanciare il polo. La storia ci mostra con prepotenza le conseguenze
dell'operato dei politici ennesi e dei nostri. Le colpe adesso di
chi sono. Concludo questo lungo sfogo, che di
tecnico, sottolineo, ha ben poco, per dire : come avrete ben capito i
soldi ci sono o comunque si reperiscono con facilità. Ma i soldi si
trovano quando vi è un interesse ad investire in un settore. Anche i
problemi statutari legati alla trasformazione delle province in
liberi consorzi sono di poco momento avendo noi recepito la legge Delrio. L'unica e sola verità è che manca
una regia regionale sul tema istruzione.
I poli decentrati (Agrigento e Trapani)
possono essere una risorsa ma in un contesto di concertazione tra
atenei, volto ad evitare corsi di laurea doppione ed a legare la
formazione al territorio. I poli decentrati sarebbero potuti entrare
nel progetto dei poli tecnici avviato qualche anno fa dall'ex
assessore Scilabra.
La verità è che bisogna iniziare ad
individuare percorsi che dallo studio portino alla formazione pratica
del discente, quindi al lavoro. Un lavoro spendibile anche su questo
territorio. E tutto ciò non può che svilupparsi in sinergia tra i
vari atenei, le imprese, gli incubatori di impresa, le camere di
commercio, i comuni, la regione. Ma finchè nessun referente politico
inizierà una discussione sul polo individuando quali figure
professionali possano essere coerenti con questo territorio, finche'
l'università di Palermo continuerà a fare da padre padrone sulla
pelle degli studenti, finchè le minacce più gravi rivolte dalla
deputazione locale al governo regionale saranno quelle di incatenarsi
all'Ars, finchè la discussione politica non riuscirà a liberarsi
da questo triste scenario in cui la costringono a sedimentare, non vi
sarà alcuna speranza di miglioramento.
Con mai persa speranza, Sveglia
Agrigento!".
Agrigento, a rischio i Precari dell'
ex Provincia .
L' ex Provincia di Agrigento, adesso
Libero Consorzio di Comuni, ma soltanto sulla carta, non è in grado
di pagare la quota annuale come socio al Consorzio universitario di
Agrigento, e dal prossimo luglio in poi non sarà nemmeno nella
possibilità di pagare gli stipendi ai precari che alla Provincia di
Agrigento sono 120. Dunque, 120 lavoratori precari del Libero
Consorzio comunale di Agrigento rischiano la rescissione del
contratto. I soldi anticipati dalla Regione, circa 1 milione e 200
mila euro, sono prossimi all'esaurimento, e servono per coprire gli
stipendi di maggio e giugno. I sindacati di categoria sono sul piede
di guerra, e annunciano che sono pronti a chiedere al Prefetto l'
istituzione di un tavolo di raffreddamento della vertenza. Nel
frattempo, i lavoratori precari hanno proclamato l'ennesimo stato
di agitazione.
Agrigentopress.it
Precari verso il licenziamento
I 120 lavoratori precari del Libero
Consorzio comunale di Agrigento (ex Provincia regionale) rischiano la
rescissione del contratto. I soldi anticipati dalla Regione, circa 1
milione e 200 mila euro, stanno per finire. Assicurati gli stipendi
di maggio e giugno. Poi dal primo luglio i precari rischiano di
restare a casa, disoccupati. I sindacati annunciano battaglie.
"Chiederemo al Prefetto che venga aperto un tavolo di
raffreddamento della vertenza". Intanto i lavoratori hanno
proclamato l'ennesimo stato di agitazione.
Agrigentooggi
Precari dell'ex Provincia a
rischio licenziamento.
Precari della Provincia a rischio
licenziamento. I soldi, anticipati dalla Regione, ossia un milione e
200 mila euro, stanno per finire. Come si legge sul Giornale di
Sicilia, i 120 lavoratori a tempo determinato del Libero consorzio
comunale di Agrigento rischiano la rescissione del contratto.
Al termine dell' assemblea di ieri
mattina nell' aula dell' ex Provincia regionale, a è stato
proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti sia di ruolo che
precari. A fine giugno infatti i loro contratti, che dovrebbero
scadere il 31 dicembre prossimo, rischiano invece di essere rescissi
per mancanza di soldi.
LiveSicilia
Il cronoprogramma
EX PROVINCE, VOTO GIÀ A LUGLIO
DIPENDENTI, RISCHIO MOBILITÀ.
di Salvo Toscano e Santi Sabella
Le elezioni per Liberi
consorzi e Città metropolitane potrebbero anche essere anticipate a
luglio. La conferma arriva dall'assessore regionale alle Autonomie
locali, Luisa Lantieri. Per dare il via libera alle consultazioni di
secondo livello per la governance degli enti che sostituiranno le ex
Province, la Regione attende soltanto le amministrative di giugno,
che chiameranno alle urne 28 comuni. La macchina amministrativa si
metterà in moto subito dopo l'insediamento di sindaci e consiglieri
comunali. Il cronoprogramma del governo Crocetta prevede che l'iter
si completi a settembre. Ma i tempi potrebbero anche essere più
brevi del previsto "dal momento che a votare saranno sindaci e
consiglieri", afferma l'assessore Lantieri.
Intanto, però, l'emergenza finanziaria
degli enti d'area vasta ha superato l'allarme rosso. A Enna è
partito ieri l'iter delle procedure per la mobilità: si tratta
ancora di un atto interno che comporterà come primo passaggio il
confronto con i sindacati. A rischio soprattutto i lavoratori a tempo
determinato. Vicinissime al collasso anche altre ex Province, come
Siracusa. Ma il problema è generale, vista la mancanza dei
trasferimenti per i quali si attendeva la riforma votata dall'Ars la
settimana scorsa. E a breve tutti si troveranno nella necessità di
mettere mano alla patata bollente dei dipendenti. Giovedì
l'assessore Lantieri incontrerà i nove commissari per fare il punto
della situazione.
Elezioni, come funzionano.
Eccezion fatta per il sindaco delle tre
Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, che
corrisponderanno di diritto con i primi cittadini dei rispettivi
capoluoghi, per tutti gli altri organismi sono previste elezioni
indirette. Il presidente dei sei Liberi consorzi (Agrigento,
Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani) sarà scelto dai
sindaci e dai consiglieri del territorio attraverso il voto
ponderato: il peso di ciascun elettore cambierà, cioè, in relazione
alla popolazione complessiva del comune di cui è amministratore o
consigliere. Con lo stesso sistema saranno anche scelti i componenti
dei Consigli di Liberi consorzi e Città metropolitane, organi con
competenze di indirizzo e controllo. Discorso a parte per l'Assemblea
dei Liberi consorzi e la Conferenza metropolitana, con poteri
consultivi e propositivi, che saranno composti da tutti i sindaci e i
consiglieri comunali del territorio.
"L'Osservatorio regionale per le
elezioni è stato attivato già prima che l'Ars approvasse la legge
Delrio, e la prossima settimana sarà convocato", dice la
Lantieri. Tutto è pronto, dunque, per mettere la parola fine al
lungo commissariamento delle ex province. Ma restano i nodi più
importanti, relativi alle risorse economiche che gli enti
territoriali avranno a disposizione. Con ricadute non soltanto sui
servizi e sulle competenze, ma anche sui lavoratori.
Il problema finanziario
"Il problema non è di governance,
ma di liquidità", spiega l'assessore. Secondo la Lantieri, la
difficile situazione economica deriva soprattutto dal "prelievo
'forzoso' di risanamento della finanzia pubblica da parte dello Stato
chiesto alle ex province". Lantieri che a tal proposito ha
incontrato nei giorni scorsi il ministro degli Interni, Angelino
Alfano per "l'istituzione di un tavolo tecnico composto dai
ministri all'Economia e agli Affari regionali". Sul tappeto,
oltre al "prelievo forzoso", anche la questione legata alle
Regioni a statuto speciale, che non hanno partecipato alla divisione
delle risorse distribuite dallo Stato alle Regioni a statuto
ordinario.
C'è poi la questione dello sfoltimento
del personale. Nel resto d'Italia è stata prevista la mobilità
dalle vecchie Province ai Comuni. Ma in Sicilia, questi ultimi hanno
già 15mila precari in organico. Il che complica molto le cose. L'obiettivo è quello di superare
l'emergenza finanziaria e stabilire in maniera compiuta le competenze
dei nuovi enti territoriali. "Nonostante un percorso tortuoso,
abbiamo dimostrato di saperci adeguare allo Stato - è il pensiero
della Lantieri -. Adesso Roma faccia la sua parte e dimostri
attenzione alla Sicilia".
LA SICILIA
LIBERO CONSORZIO E ASP
I malati di Alzheimer al Giardino
Botanico.
Una giornata ricreativa e di
socializzazione per aiutare i ma lati di Alzheimer a superare il
disagio della malattia. coinvolgendo anche i loro familiari. Questo
il senso della visita organizzata stamattina al Giardino Botanico del
libero Consorzio Comunale dalla Associazione Alzheimer" di
Agrigento in collaborazione con la Cooperativa CAPP-sezione operativa
di Agrigento e il Settore Ambiente del Libero Consorzio.
La visita è stata richiesta dalla
CAPI' in qualità di gestore del progetto "Abbattimento del
disagio, delle barriere architetto nuche e dei pregiudizi
sull'Alzheimer, aiuto riabilitativo attraverso l'offerta dei
servizi e il coinvolgimento delle famiglie del Distretto
Socio-sanitario D1 dell'ASP di Agrigento. Coinvolti, in tutto. 40
tra pazienti e loro familiari, accompagnati dagli operatori e da
volontari del servizio civile nazionale della CAPP e dai volontari
dell'Associazione Alzheimer, e guidati dal personale tecnico del
Giardino Botanico lungo il percorso didattico abitualmente utilizzato
per le visite delle scuole.
Un nuovo aspetto, dunque delle attività
divulgative svolte dal Settore Ambiente all'interno dì questa
bellissima struttura, recuperata e di recente anche ristrutturata con
un pro- getta finanziato con fondi Comunitari del FO FES 2007/12013.
I questo caso, va sottolineata la rilevante valenza sociale della
giornata, nel corso della quale i pazienti e i loro familiari hanno
potuto godere di una passeggiata all'aria aperta e delle bellezze
naturali del Giardino (essenze spontanee e coltivate, rocce, ipogei
erbario), ristorandosi.
IL CASO. La sindacalista della Cisl
Russo Introito sulla crisi del Libero Consorzio tra precari e
università.
«PRIMA IL LAVORO, POI IL CUPA»
In vista dei preannunciati
licenziamenti si apre una trattativa caldissima.
Nell'annus horribilis dell'ex
Provincia regionale di Agrigento. ci si trova a dover ragionare del
danno mino re: rinunciare al Consorzio Universitario o licenziare i
precari? In realtà le cose non stanno immediata mente così, ma di
certo non può che dare a pensare che il segretario provinciale della
Cisl Funzione Pubblica, Floriana Russo Introito si trovi a sostenere,
con una nota stampa che l'ex Provincia non riesce a mante nere in
vita neanche se stessa figuriamoci poi tentare di tenere in vita
artificialmente un Consorzio universitario che necessita di
interventi straordinari". Per Russo Introito pensare a con
tributi straordinari per l'agrigentina sarebbe un vero e proprio
accanimento terapeutico". La ex Provincia dice - può fungere
solo da 'passasoldi': non possiamo licenziare dipendenti di ruolo
e non, tagliare servizi necessari ed occuparci, invece, di un
Consorzio universitario di cui la Regione siciliana pi è assunta
l'onere del sostentamento. Gli impegni, si assumano a (proprie
spese, non certamente a danno di lavoratori, solidarietà sociale,
viabilità stradale e manutenzione immobili scolastici, settori che
denunciamo essere sempre più a rischio sicurezza'. Insomma, il
danno l'ha fatto la Regione e alla Regione spetta pagano, che è
poi la stessa questione che riguarda i precari dell'ente, oggi
senza copertura economica per il proseguimento dell'attività
lavorativa. Del resto il libero consorzio non sembra affatto
intenzionato a sbilanciamenti del genere.
Dopo la diffusione della notizia
dell'imminente licenziamento, comunque, poco si è mosso all'ex
Provincia. Si attende per i prossimi giorni una convocazione da parte
della Prefettura di Agrigento durante la quale si avvierà la fase di
raffreddamento che è- il primo step della protesta. Poco potrà
essere risolto in quella sede, se da Palermo non arriveranno risorse
straordinarie necessarie a coprire il milione di euro circa che
garantirebbe la copertura economica per i contratti dei lavoratori a
tempo determinato. Stessa rassegnazione sembra regnare in via
Quartararo. Da due giorni i rappresentanti degli stia- denti si
preparano a sostenere iniziative pubbliche di protesta, come una più
volte annunciata assemblea permanente, ma mancano i numeri necessari
per mettere in piedi qualsiasi forma di "resistenza. Non ci crede
più nessuno ci dice sconsolato uno studente-".
G. SCHICCHI
IL FATTO. Intervista al Procuratore
delta Repubblica Renato Di Natale che lancia una proposta sul grave
problema
«Procure unite e coordinate sulle
demolizioni».
Un'unità d'intenti tra le Procure
s liane, per un'azione corale sulle demolizioni che possa
interessare tutta l'isola scongiurando il diffondersi di un senso
di incertezza e, probabilmente, di impunità.
La proposta arriva dal procuratore
della Repubblica di Agrigento, Renato Di Natale. Rispondendo ad una
nostra domanda, il magistrato ha sostenuto che sarebbe opportuno che
la Procura generale di Palermo, che ha il coordinamento dei vari
uffici giudiziari possa svolgere una sorta di 'conferenza di
servizi tra le varie Procure per far sì che ci possa essere un
comporta mento uniforme che possa complessivamente portare alla
demolizione degli abusi e superare l'immobilismo. Procuratore, in
tal senso vede il rischio di una vanificazione del messaggio di
restaurazione della legalità che invece si è tentato di
trasmettere? "Si, in qualche modo questo stato di cose può
nuocere, perché l'obiezione più diffusa è quella che in una
stessa Regione si va a due diverse velocità. Un indirizzo comune
servirebbe a questo". Anche rispetto ai Comuni non tutti si stanno
muovendo nello stesso modo. Ad oggi hanno firmato
una convenzione per le demolizione 4 Comuni, che di certo sono anche
quelli con maggiore abusivismo e quelli in cui sono presenti
violazioni in aree a vincolo di inedificabilità assoluta. A Palma si
è svolto qualche intervento, Agrigento e Licata è noto, Favara ha
procedure in itinere. La volontà politica c'è, manca
l'investimento delle risorse economiche necessarie alle
demolizioni. Peraltro fino ad ora abbia mo compiuto un'attività
repressiva che ha un'azione preventiva per tutti coloro che in
futuro dovessero pensa re di realizzare costruzioni abusive".
In Parlamento si sta iniziando a
discutere di una proposta finalizzata a disciplinare i criteri di
priorità nelle demolizioni, questo potrebbe cambiare qualcosa ad
Agrigento?
"L'unico criterio che non consente di favorire o sfavorire alcuna è
quello che abbiamo utilizzato noi: priorità alle strutture costruite
in zone ad inedificabilità assoluta e ordine cronologico delle
sentenze". Oltre a Licata si potrebbe indagare anche su altri
Comuni per individuare responsabilità di politici e amministratori?
"Sicura mente si, ma poiché le risorse umane sono limitate
rispetto al lavoro che abbiamo da sostenere al momento siamo partiti
da Licata. Vedremo i risultati e poi stabiliremo il da farsi".
GIOACCHINO SCHICCHI