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rassegna stampa del 18 maggio 2016

Giornale di sicilia

Pubblica istruzione. Venerdì riunione dell'assemblea dei soci del Consorzio di contrada Calcarelle.
Domani manifestazione in piazza organizzata dagli studenti


 
Università, si avvicina il giorno della verità. Dopodomani si riunisce l'assemblea dei soci del Consorzio e tutti stanno a guardare. Da una parte i sindacati, dall'altra i politici. In mezzo gli studenti che non demordono e pensano anche ad una grande manifestazione da tenere domani mattina. Con modalità che soltanto oggi saranno definite. Sotto "accusa" l'ex Provincia, con il commissario Roberto Barberi che deve sciogliere il nodo finanziario ed annunciare la sua decisione sul probabile rientro nel Cupa. «Chiediamo che l'ex Provincia metta fine alla lunga agonia messa in atto sul Consorzio universitario in questi mesi - spiegano in una nota il segretario della Cisl Funzione pubblica, Floriana Russo Introito ed il segretario generale Maurizio Saia - e riteniamo che il Commissario Barberi non debba lasciarsi condizionare da scelte politiche regionali che poco hanno a che vedere con il reale benessere del Consorzio di Comuni». «Solo a settembre, definito l'organo politico, si dovranno assumere decisioni politiche che, assunte oggi, non possono far altro che aggravare lo stato di salute già precario della ex Provincia. Non ci sono somme per i dipendenti dell'Ente - aggiunge Saia, nè per i docenti del Liceo Toscanini. La "governance" sul Consorzio universitario a noi interessa poco, ci interessa piuttosto la tenuta economica di tutti i lavoratori che operano nel nostro territorio. Si smetta di perdere tempo tergiversando e giorno 20 in assemblea dei soci si dica nettamente che la ex Provincia non è in grado di mantenere alcun impegno». Floriana Russo va giù pesante: «L'ex Provincia non riesce a mantenere in vita neanche se stessa figuriamoci poi tentare di tenere in vita artificialmente un Consorzio universitario che necessita di interventi straordinari. Una cosa è la perseveranza quando ci siano le condizioni economiche per mantenere il Consorzio universitario, altra cosa è l'accanimento. In questo caso si tratta di un vero e proprio accanimento terapeutico. L'ex Provincia può fungere solo da "passasoldi" non possiamo licenziare dipendenti di ruolo e non, tagliare servizi necessari ed occuparci, invece, di un Consorzio universitario di cui la Regione siciliana si è assunta l'onere del sostentamento». Per la parte politica si registra l'in - tervento dei consiglieri comunali, Vincenzo Licata e Gerlando Gibilaro. Il capogruppo di "Agrigento Rinasce"a nome di tutto il Gruppo consiliare spiega: «Considerate le gravi difficoltà economiche in cui versa il Consorzio Universitario della Provincia di Agrigento, appare opportuno ed urgente che l'ex Provincia faccia chiarezza in merito alla propria posizione che oggi sembra essere poco chiara, ambigua e per nulla risolutiva. Risulta infatti essere seriamente a rischio il diritto allo studio di molti ragazzi agrigentini e non, che nel Consorzio intravedevano e vogliono ancora oggi intravedere una seria e concreta speranza per il loro percorso formativo e professionale, finalizzato all'accesso al mondo del lavoro». Gibilaro va all'attacco: «Il Libero consorzio comunale sta facendo perdere soltanto tempo perché, per legge, ormai è fuori dal Consorzio Universitario già a partire dalla data di entrata in vigore della legge istitutiva degli stessi Liberi consorzi che ha imposto alle ex Province di dismettere quote di partecipazione da tutte le società, tranne per quelle aeroportuali. Il continuo entrare e poi uscire della ex Provincia dalla compagine consortile e le promesse di finanziamento da parte della regione non mantenute, sono un'offesa non più sopportabile per la collettività dell'intera provincia. Ai sensi dello Statuto del Cupa l'ex Provincia per avere la qualificazione di socio di maggioranza deve sottoscrivere quote fino alla concorrenza della somma di774.000 euro che non ha, e dunque non può proporre modifiche statutarie per di più inaccettabili come quella del conferimento dell'immobile della sede universitaria a posto dei soldi perché non serve». Infine l'avvocato Roberta Zicari ha fatto alcune riflessioni sul Cupa. «Mi occupo di questo argomento dal 2012 ed invero in questi 4 lunghi anni ne ho viste e sentite davvero tante. Mi piacciono gli studenti che hanno ancora la forza di credere alle promesse che gli vengono rivolte o forse la pazienza (che io non ho mai avuto) di supportare un referente (alle volte indifendibile) anche in questa circostanza. Mi piace il consiglio comunale, troppo impegnato del disegnare nuove geografie consiliari per stare fisicamente al fianco dei ragazzi. Mi piacciono i sindaci che cambiano posizione ed opinione a seconda del comune che amministrano. E ovviamente mi piacciono quelli contro tutto e tutti solo per fare polemica, solo per fare opposizione. Insomma mi piace tutto di questa vicenda, che nella terra di Pirandello non trova neanche la dignità di essere affrontata con serietà e tecnicismo, richiamando le istituzioni al ruolo di guida strategica nell'amministrazione di un territorio. I soldi si trovano -conclude Zicari - quando vi è un interesse ad investire in un settore. L'unica e sola verità è che manca una regia regionale sul tema istruzione. La verità è che bisogna iniziare ad individuare percorsi che dallo studio portino alla formazione pratica del discente, quindi al lavoro. Un lavoro spendibile anche su questo territorio». (*PAPI*)


Sicilia24h
Vitellaro sul Cupa
In Politica, così come nella vita, la parola d'ordine da adottare in ogni singolo istante è CHIAREZZA. Essere chiari, diretti e semplici è la cosa più bella che possa esistere.
Infatti è proprio la chiarezza di volontà che ci chiedono gli agrigentini, le famiglie, gli studenti universitari del polo e, soprattutto, i futuri studenti che vorrebbero iscriversi all'Università ad Agrigento. Purtroppo però l'ex-provincia non è chiara su cosa vuole farne del nostro CUPA. Da diversi mesi ormai si naviga nell'incertezza ed il Polo Universitario lentamente muore a colpi di rinvii di assemblee e consigli d'amministrazione.

Al Giardino Botanico visita di pazienti affetti da Alzheimer e dei loro familiari.
 Una giornata ricreativa e di socializzazione per aiutare i malati di Alzheimer a superare il disagio della malattia, coinvolgendo anche i loro familiari. Questo il senso della visita organizzata stamani al Giardino Botanico del Libero Consorzio Comunale dalla "Associazione Alzheimer" di Agrigento in collaborazione con la Cooperativa CAPP-sezione operativa di Agrigento e il Settore Ambiente del Libero Consorzio.
La visita è stata richiesta dalla CAPP in qualità di gestore del progetto "Abbattimento del disagio, delle barriere architettoniche e dei pregiudizi sull'Alzheimer, aiuto riabilitativo attraverso l'offerta dei servizi e il coinvolgimento delle famiglie" del Distretto Socio-sanitario D1 dell'ASP di Agrigento. Coinvolti, in tutto, 40 tra pazienti e loro familiari, accompagnati dagli operatori e dai volontari del servizio civile nazionale della CAPP e dai volontari dell'Associazione Alzheimer, e guidati dal personale tecnico del Giardino Botanico lungo il percorso didattico abitualmente utilizzato per le visite delle scuole.
Un nuovo aspetto, dunque, delle attività divulgative svolte dal Settore Ambiente all'interno di questa bellissima struttura, recuperata e di recente anche ristrutturata con un progetto finanziato con fondi comunitari del PO FESR 2007/12013. In questo caso, va sottolineata la rilevante valenza sociale della giornata, nel corso della quale i pazienti e i loro familiari hanno potuto godere di una passeggiata all'aria aperta e delle bellezze naturali del Giardino (essenze spontanee e coltivate, rocce, ipogei, erbario), ristorandosi, infine, con un break a base di dolci.

Università Agrigento, intervento Roberta Zicari

Dall' avvocato Roberta Zicari, nel merito della crisi finanziaria e societaria al Polo universitario di Agrigento, riceviamo e pubblichiamo :
"Ad Agrigento ci piacciono le tradizioni. A noi ci piace la sicurezza di poterci lamentare di qualcosa, sempre.
Probabilmente per questo, noi i problemi non li risolviamo mai. Ne parliamo per un po', litighiamo con qualcuno discutendone e poi accantoniamo il problema per qualche tempo. E ciclicamente svolgiamo così il nostro ruolo di cittadini attivi, soprattutto oggigiorno anche grazie all'ausilio dei social network.
Il problema della settimana è il Polo, chiusura o salvezza. Mi occupo di questo argomento dal 2012 ed invero in questi 4 lunghi anni ne ho viste e sentite davvero tante.
Mi piace ricordare un onorevole regionale che promise di incatenarsi alla poltrona dell'ars se la regione non concedendo il finanziamento , avesse chiuso il polo (forse non intendeva per protesta, a ben vedere); mi piace pensare a chi ha diretto il socio di maggioranza per diversi anni e non ha contezza del debito contratto dal polo; mi piacciono i convegni organizzati da alcuni esponenti dei partiti di maggioranza dove tutto si dice tranne perché si rischi la chiusura o come salvarlo; mi piacciono gi onorevoli che parlano di management inadeguato quando hanno scelto loro l'organo di vertice qualche anno addietro; mi piacciono anche gli organi di vertice del polo che come se non amministrassero la struttura si trovano ciclicamente ad elemosinare spicci tralasciando sempre di puntare l'attenzione sulla programmazione che dovrebbero produrre; mi piacciono "i più alti in grado" che promettono master ed università tematiche, cavalcando anche l'onda dell'emergenza che vede protagonista il nostro territorio, e poi non succede nulla; e sulla stessa lunghezza d'onda, mi piacciono gli ex compagni di merende degli "alti in grado", oggi riformisti, che promettono atenei specializzanti con corsi rivolti al management ed alla formazione dirigenziale e poi non intervengono neanche nel dibattito politico sulla chiusura del polo ed infine mi piacciono quelli che promettono agli studenti di andare a Palermo a scrivere una nuova legge regionale sul diritto allo studio e poi l'ars neanche legifera sulla riforma delle province. Mi piacciono gli studenti che hanno ancora la forza di credere alle promesse che gli vengono rivolte o forse la pazienza (che io non ho mai avuto) di supportare un referente (alle volte indifendibile) anche in questa circostanza. Mi piace il consiglio comunale, troppo impegnato del disegnare nuove geografie consiliari per stare fisicamente al fianco dei ragazzi. Mi piacciono i sindaci che cambiano posizione ed opinione a seconda del comune che amministrano. E ovviamente mi piacciono quelli contro tutto e tutti solo per fare polemica, solo per fare opposizione. Insomma mi piace tutto di questa vicenda, che nella terra di Pirandello non trova neanche la dignità di essere affrontata con serietà e tecnicismo, richiamando le istituzioni al ruolo di guida strategica nell'amministrazione di un territorio. La verità, ad opinione della scrivente, pare essere la seguente. Il polo nacque da una giunta provinciale visionaria, quale sogno di sviluppo culturale ed economico di questo territorio. Quella giunta di professionisti, esponenti della politica degli onesti, durò solo una legislatura. Ed il destino del Polo fu affidato ad altri che videro in quella struttura forse più una opportunità economica (per alcuni ) che una opportunità di sviluppo economico sociale per l'intero territorio. Ed oggi ci ritroviamo con un debito con Unipa (?) che oscilla dai 3 ai 5 milioni di uro (?) secondo le fonti.
Eh si, perché anche Unipa batte cassa. Si , proprio quell'Unipa che ci definisce canale, perché tramite il polo le casse dell'ateneo palermitano vengono ingrassate di contributi pubblici e tasse universitarie ; Si quell'Unipa che non è riuscita a garantire il diritto allo studio neanche con la residenza universitaria oggi struttura alberghiera, perché ad opinione di chi avrebbe dovuto gestire la struttura, ristrutturata con denaro pubblico, la gestione sarebbe stata antieconomica.
Il Polo universitario ha sede in una struttura che è di proprietà ella ex provincia. Anche il personale che vi lavora è dislocato dalla provincia ad eccezioni di qualche unità.
Quindi i costi vivi della struttura dovrebbero sostanzialmente essere le utenze e i costi di trasferta dei docenti che dovrebbero essere retribuiti dall'ateneo palermitano.
Siamo sicuri che trattenendo le tasse universitarie presso il polo, non si riesca a mantenere la struttura.
Ed ancora noi oltre al contributo ordinario dei soci fondatori, che ammonta nel suo complesso a circa 750 mila euro, percepiamo contributi regionali straordinari per circa un milione di euro. Siamo sicuri che i soldi non ci siano? Ed ancora, ma nessun prova un moto di rabbia nel vedere due enti pubblici, che hanno il medesimo scopo, formare le giovani menti, farsi la guerra per quattro spicci, soldi che ad ogni modo vengono sempre dallo stesso "papà" cioè soldi pubblici, cioè dalle nostre tasche.
Mentre Enna riusciva a prendere il treno del riconoscimento quale ateneo parificato ( ed oggi usufruisce anche di contributi regionali per circa 2 milioni di euro), noi giocavamo a nominare presidenti di spessore internazionale per rilanciare il polo. La storia ci mostra con prepotenza le conseguenze dell'operato dei politici ennesi e dei nostri. Le colpe adesso di chi sono. Concludo questo lungo sfogo, che di tecnico, sottolineo, ha ben poco, per dire : come avrete ben capito i soldi ci sono o comunque si reperiscono con facilità. Ma i soldi si trovano quando vi è un interesse ad investire in un settore. Anche i problemi statutari legati alla trasformazione delle province in liberi consorzi sono di poco momento avendo noi recepito la legge Delrio. L'unica e sola verità è che manca una regia regionale sul tema istruzione.
I poli decentrati (Agrigento e Trapani) possono essere una risorsa ma in un contesto di concertazione tra atenei, volto ad evitare corsi di laurea doppione ed a legare la formazione al territorio. I poli decentrati sarebbero potuti entrare nel progetto dei poli tecnici avviato qualche anno fa dall'ex assessore Scilabra.
La verità è che bisogna iniziare ad individuare percorsi che dallo studio portino alla formazione pratica del discente, quindi al lavoro. Un lavoro spendibile anche su questo territorio. E tutto ciò non può che svilupparsi in sinergia tra i vari atenei, le imprese, gli incubatori di impresa, le camere di commercio, i comuni, la regione. Ma finchè nessun referente politico inizierà una discussione sul polo individuando quali figure professionali possano essere coerenti con questo territorio, finche' l'università di Palermo continuerà a fare da padre padrone sulla pelle degli studenti, finchè le minacce più gravi rivolte dalla deputazione locale al governo regionale saranno quelle di incatenarsi all'Ars, finchè la discussione politica non riuscirà a liberarsi da questo triste scenario in cui la costringono a sedimentare, non vi sarà alcuna speranza di miglioramento.
Con mai persa speranza, Sveglia Agrigento!".

Agrigento, a rischio i Precari dell' ex Provincia .

L' ex Provincia di Agrigento, adesso Libero Consorzio di Comuni, ma soltanto sulla carta, non è in grado di pagare la quota annuale come socio al Consorzio universitario di Agrigento, e dal prossimo luglio in poi non sarà nemmeno nella possibilità di pagare gli stipendi ai precari che alla Provincia di Agrigento sono 120. Dunque, 120 lavoratori precari del Libero Consorzio comunale di Agrigento rischiano la rescissione del contratto. I soldi anticipati dalla Regione, circa 1 milione e 200 mila euro, sono prossimi all'esaurimento, e servono per coprire gli stipendi di maggio e giugno. I sindacati di categoria sono sul piede di guerra, e annunciano che sono pronti a chiedere al Prefetto l' istituzione di un tavolo di raffreddamento della vertenza. Nel frattempo, i lavoratori precari hanno proclamato l'ennesimo stato di agitazione.

Agrigentopress.it

Precari verso il licenziamento
 
I 120 lavoratori precari del Libero Consorzio comunale di Agrigento (ex Provincia regionale) rischiano la rescissione del contratto. I soldi anticipati dalla Regione, circa 1 milione e 200 mila euro, stanno per finire. Assicurati gli stipendi di maggio e giugno. Poi dal primo luglio i precari rischiano di restare a casa, disoccupati. I sindacati annunciano battaglie. "Chiederemo al Prefetto che venga aperto un tavolo di raffreddamento della vertenza". Intanto i lavoratori hanno proclamato l'ennesimo stato di agitazione.

Agrigentooggi

Precari dell'ex Provincia a rischio licenziamento.

Precari della Provincia a rischio licenziamento. I soldi, anticipati dalla Regione, ossia un milione e 200 mila euro, stanno per finire. Come si legge sul Giornale di Sicilia, i 120 lavoratori a tempo determinato del Libero consorzio comunale di Agrigento rischiano la rescissione del contratto.
Al termine dell' assemblea di ieri mattina nell' aula dell' ex Provincia regionale, a è stato proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti sia di ruolo che precari. A fine giugno infatti i loro contratti, che dovrebbero scadere il 31 dicembre prossimo, rischiano invece di essere rescissi per mancanza di soldi.

LiveSicilia

Il cronoprogramma
EX PROVINCE, VOTO GIÀ A LUGLIO DIPENDENTI, RISCHIO MOBILITÀ.
di Salvo Toscano e Santi Sabella
Le elezioni per Liberi consorzi e Città metropolitane potrebbero anche essere anticipate a luglio. La conferma arriva dall'assessore regionale alle Autonomie locali, Luisa Lantieri. Per dare il via libera alle consultazioni di secondo livello per la governance degli enti che sostituiranno le ex Province, la Regione attende soltanto le amministrative di giugno, che chiameranno alle urne 28 comuni. La macchina amministrativa si metterà in moto subito dopo l'insediamento di sindaci e consiglieri comunali. Il cronoprogramma del governo Crocetta prevede che l'iter si completi a settembre. Ma i tempi potrebbero anche essere più brevi del previsto "dal momento che a votare saranno sindaci e consiglieri", afferma l'assessore Lantieri.
Intanto, però, l'emergenza finanziaria degli enti d'area vasta ha superato l'allarme rosso. A Enna è partito ieri l'iter delle procedure per la mobilità: si tratta ancora di un atto interno che comporterà come primo passaggio il confronto con i sindacati. A rischio soprattutto i lavoratori a tempo determinato. Vicinissime al collasso anche altre ex Province, come Siracusa. Ma il problema è generale, vista la mancanza dei trasferimenti per i quali si attendeva la riforma votata dall'Ars la settimana scorsa. E a breve tutti si troveranno nella necessità di mettere mano alla patata bollente dei dipendenti. Giovedì l'assessore Lantieri incontrerà i nove commissari per fare il punto della situazione.
Elezioni, come funzionano.
Eccezion fatta per il sindaco delle tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, che corrisponderanno di diritto con i primi cittadini dei rispettivi capoluoghi, per tutti gli altri organismi sono previste elezioni indirette. Il presidente dei sei Liberi consorzi (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani) sarà scelto dai sindaci e dai consiglieri del territorio attraverso il voto ponderato: il peso di ciascun elettore cambierà, cioè, in relazione alla popolazione complessiva del comune di cui è amministratore o consigliere. Con lo stesso sistema saranno anche scelti i componenti dei Consigli di Liberi consorzi e Città metropolitane, organi con competenze di indirizzo e controllo. Discorso a parte per l'Assemblea dei Liberi consorzi e la Conferenza metropolitana, con poteri consultivi e propositivi, che saranno composti da tutti i sindaci e i consiglieri comunali del territorio. 
"L'Osservatorio regionale per le elezioni è stato attivato già prima che l'Ars approvasse la legge Delrio, e la prossima settimana sarà convocato", dice la Lantieri. Tutto è pronto, dunque, per mettere la parola fine al lungo commissariamento delle ex province. Ma restano i nodi più importanti, relativi alle risorse economiche che gli enti territoriali avranno a disposizione. Con ricadute non soltanto sui servizi e sulle competenze, ma anche sui lavoratori.
Il problema finanziario
"Il problema non è di governance, ma di liquidità", spiega l'assessore. Secondo la Lantieri, la difficile situazione economica deriva soprattutto dal "prelievo 'forzoso' di risanamento della finanzia pubblica da parte dello Stato chiesto alle ex province". Lantieri che a tal proposito ha incontrato nei giorni scorsi il ministro degli Interni, Angelino Alfano per "l'istituzione di un tavolo tecnico composto dai ministri all'Economia e agli Affari regionali". Sul tappeto, oltre al "prelievo forzoso", anche la questione legata alle Regioni a statuto speciale, che non hanno partecipato alla divisione delle risorse distribuite dallo Stato alle Regioni a statuto ordinario.
C'è poi la questione dello sfoltimento del personale. Nel resto d'Italia è stata prevista la mobilità dalle vecchie Province ai Comuni. Ma in Sicilia, questi ultimi hanno già 15mila precari in organico. Il che complica molto le cose. L'obiettivo è quello di superare l'emergenza finanziaria e stabilire in maniera compiuta le competenze dei nuovi enti territoriali. "Nonostante un percorso tortuoso, abbiamo dimostrato di saperci adeguare allo Stato - è il pensiero della Lantieri -. Adesso Roma faccia la sua parte e dimostri attenzione alla Sicilia".



LA SICILIA

LIBERO CONSORZIO E ASP
I malati di Alzheimer al Giardino Botanico.

Una giornata ricreativa e di socializzazione per aiutare i ma lati di Alzheimer a superare il disagio della malattia. coinvolgendo anche i loro familiari. Questo il senso della visita organizzata stamattina al Giardino Botanico del libero Consorzio Comunale dalla Associazione Alzheimer" di Agrigento in collaborazione con la Cooperativa CAPP-sezione operativa di Agrigento e il Settore Ambiente del Libero Consorzio.
La visita è stata richiesta dalla CAPI' in qualità di gestore del progetto "Abbattimento del disagio, delle barriere architetto nuche e dei pregiudizi sull'Alzheimer, aiuto riabilitativo attraverso l'offerta dei servizi e il coinvolgimento delle famiglie del Distretto Socio-sanitario D1 dell'ASP di Agrigento. Coinvolti, in tutto. 40 tra pazienti e loro familiari, accompagnati dagli operatori e da volontari del servizio civile nazionale della CAPP e dai volontari dell'Associazione Alzheimer, e guidati dal personale tecnico del Giardino Botanico lungo il percorso didattico abitualmente utilizzato per le visite delle scuole.
Un nuovo aspetto, dunque delle attività divulgative svolte dal Settore Ambiente all'interno dì questa bellissima struttura, recuperata e di recente anche ristrutturata con un pro- getta finanziato con fondi Comunitari del FO FES 2007/12013. I questo caso, va sottolineata la rilevante valenza sociale della giornata, nel corso della quale i pazienti e i loro familiari hanno potuto godere di una passeggiata all'aria aperta e delle bellezze naturali del Giardino (essenze spontanee e coltivate, rocce, ipogei erbario), ristorandosi.


IL CASO. La sindacalista della Cisl Russo Introito sulla crisi del Libero Consorzio tra precari e università.
«PRIMA IL LAVORO, POI IL CUPA»
In vista dei preannunciati licenziamenti si apre una trattativa caldissima.

Nell'annus horribilis dell'ex Provincia regionale di Agrigento. ci si trova a dover ragionare del danno mino re: rinunciare al Consorzio Universitario o licenziare i precari? In realtà le cose non stanno immediata mente così, ma di certo non può che dare a pensare che il segretario provinciale della Cisl Funzione Pubblica, Floriana Russo Introito si trovi a sostenere, con una nota stampa che l'ex Provincia non riesce a mante nere in vita neanche se stessa figuriamoci poi tentare di tenere in vita artificialmente un Consorzio universitario che necessita di interventi straordinari". Per Russo Introito pensare a con tributi straordinari per l'agrigentina sarebbe un vero e proprio accanimento terapeutico". La ex Provincia — dice - può fungere solo da 'passasoldi': non possiamo licenziare dipendenti di ruolo e non, tagliare servizi necessari ed occuparci, invece, di un Consorzio universitario di cui la Regione siciliana pi è assunta l'onere del sostentamento. Gli impegni, si assumano a (proprie spese, non certamente a danno di lavoratori, solidarietà sociale, viabilità stradale e manutenzione immobili scolastici, settori che denunciamo essere sempre più a rischio sicurezza'. Insomma, il danno l'ha fatto la Regione e alla Regione spetta pagano, che è poi la stessa questione che riguarda i precari dell'ente, oggi senza copertura economica per il proseguimento dell'attività lavorativa. Del resto il libero consorzio non sembra affatto intenzionato a sbilanciamenti del genere.
Dopo la diffusione della notizia dell'imminente licenziamento, comunque, poco si è mosso all'ex Provincia. Si attende per i prossimi giorni una convocazione da parte della Prefettura di Agrigento durante la quale si avvierà la fase di raffreddamento che è- il primo step della protesta. Poco potrà essere risolto in quella sede, se da Palermo non arriveranno risorse straordinarie necessarie a coprire il milione di euro circa che garantirebbe la copertura economica per i contratti dei lavoratori a tempo determinato. Stessa rassegnazione sembra regnare in via Quartararo. Da due giorni i rappresentanti degli stia- denti si preparano a sostenere iniziative pubbliche di protesta, come una più volte annunciata assemblea permanente, ma mancano i numeri necessari per mettere in piedi qualsiasi forma di "resistenza. Non ci crede più nessuno — ci dice sconsolato uno studente-".
G. SCHICCHI

IL FATTO. Intervista al Procuratore delta Repubblica Renato Di Natale che lancia una proposta sul grave problema
«Procure unite e coordinate sulle demolizioni».
Un'unità d'intenti tra le Procure s liane, per un'azione corale sulle demolizioni che possa interessare tutta l'isola scongiurando il diffondersi di un senso di incertezza e, probabilmente, di impunità.

La proposta arriva dal procuratore della Repubblica di Agrigento, Renato Di Natale. Rispondendo ad una nostra domanda, il magistrato ha sostenuto che sarebbe opportuno che la Procura generale di Palermo, che ha il coordinamento dei vari uffici giudiziari possa svolgere una sorta di 'conferenza di servizi tra le varie Procure per far sì che ci possa essere un comporta mento uniforme che possa complessivamente portare alla demolizione degli abusi e superare l'immobilismo. Procuratore, in tal senso vede il rischio di una vanificazione del messaggio di restaurazione della legalità che invece si è tentato di trasmettere? "Si, in qualche modo questo stato di cose può nuocere, perché l'obiezione più diffusa è quella che in una stessa Regione si va a due diverse velocità. Un indirizzo comune servirebbe a questo". Anche rispetto ai Comuni non tutti si stanno muovendo nello stesso modo. Ad oggi hanno firmato una convenzione per le demolizione 4 Comuni, che di certo sono anche quelli con maggiore abusivismo e quelli in cui sono presenti violazioni in aree a vincolo di inedificabilità assoluta. A Palma si è svolto qualche intervento, Agrigento e Licata è noto, Favara ha procedure in itinere. La volontà politica c'è, manca l'investimento delle risorse economiche necessarie alle demolizioni. Peraltro fino ad ora abbia mo compiuto un'attività repressiva che ha un'azione preventiva per tutti coloro che in futuro dovessero pensa re di realizzare costruzioni abusive".
In Parlamento si sta iniziando a discutere di una proposta finalizzata a disciplinare i criteri di priorità nelle demolizioni, questo potrebbe cambiare qualcosa ad Agrigento?
 "L'unico criterio che non consente di favorire o sfavorire alcuna è quello che abbiamo utilizzato noi: priorità alle strutture costruite in zone ad inedificabilità assoluta e ordine cronologico delle sentenze". Oltre a Licata si potrebbe indagare anche su altri Comuni per individuare responsabilità di politici e amministratori? "Sicura mente si, ma poiché le risorse umane sono limitate rispetto al lavoro che abbiamo da sostenere al momento siamo partiti da Licata. Vedremo i risultati e poi stabiliremo il da farsi".
GIOACCHINO SCHICCHI

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