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rassegna stampa del 20 maggio 2016

LIVESICILIA.IT
GLI ENTI NEL CAOS
Province, l'appello di Lantieri: 
"Renzi ci aiuti, o sarà un disastro"


A questo punto o Roma ci aiuta, o sarà un disastro". L'appello di Luisa Lantieri è chiaro e accorato. Per le ex Province siciliane è ormai allarme rosso. Nonostante la definizione della riforma, avvenuta con l'applicazione della legge Delrio sui sindaci metropolitani.

Oggi l'assessore alla Funzione pubblica ha incontrato i nove commissari dei Liberi consorzi. Che hanno portato in assessorato il racconto delle loro difficoltà, dei problemi enormi che sono costretti ad affrontare per l'assenza dei finanziamenti previsti. Un ritardo che ricalca quello del completamento della "epocale "riforma dell'ente intermedio, annunciata tre anni fa da Crocetta e completata solo da pochi giorni, tra strafalcioni e liti, impugnative e frettolose riscritture della norma.

Ma adesso le Province sono al limite. E gli effetti si avvertono fortissimi già in alcuni di questi enti. A Enna e ad Agrigento, ad esempio, tra pochi giorni non ci saranno più i soldi per pagare i precari. Più di duecento persone che dovranno essere quasi certamente messi in mobilità.

"Serve subito un tavolo tecnico con Roma - la richiesta della Lantieri - per chiarire tutte le questioni in sospeso: quelle del personale, dei bilanci e delle funzioni dei nuovi enti. Intanto io sto definendo la costituzione dell'Osservatorio, già presente nelle altre Regioni: ne faranno parte l'Anci, i sindacati e i commissari dei Consorzi".

Ma non basterà. "La situazione adesso è drammatica - ammette l'assessore - e per questo lancio un appello al premier Renzi, al sottosegretario Faraone. ai deputati siciliani a Roma, ai nostri esponenti nel governo come il ministro Alfano". E l'appello ha come obiettivo, ovviamente, il trasferimento dei fondi statali. "Per le Regioni a statuto ordinario - prosegue la Lantieri - si è già provveduto alla distribuzione di 495 milioni. La Sicilia al momento non ha visto un euro, e anzi ha dovuto affrontare le uscite legate al concorso al risanamento della finanza pubblica. Ma non ce la facciamo più".

Nel disastro, una buona notizia. "La prossima settimana - annuncia l'assessore - riusciremo a liberare nove milioni che potranno essere utilizzati per la spesa corrente". Si tratta delle metà delle cifre previste in bilancio. L'altra metà è congelata, in attesa che si chiuda l'accordo col governo Renzi sui famosi 500 milioni "bloccati" in bilancio. Il destino delle province siciliane, oggi più che mai passa da Roma.


GIORNALE DI SICILIA.

Cupa: Oggi giornata decisiva per conoscere le sorti del Polo di contrada Calcarelle: torna a riunirsi l'assemblea dei soci per eleggere i nuovi vertici.


Striscioni, cartelloni, slogan ed inviti a non far morire il Consorzio universitario. Ecco cosa troveranno questa mattina i soci del Cupa nella struttura di contrada Calcarelle che ospita il Polo decentrato dell'ateneo di Palermo. A preparare il materiale, che seppur simbolico avrà un forte impatto emotivo, sono stati gli studenti che hanno seguito in "silenzio" la vertenza. Oggi dunque sarà la giornata della verità. I riflettori sono puntati sulla decisione del commissario dell'ex Provincia, Roberto Barberi che dovrà chiarire, una volta per tutte, cosa intende fare l'ex Provincia che amministra solo da pochi mesi. Insomma tutta la responsabilità sembra ricadere sulle spalle del funzionario della Regione che, da tecnico, potrebbe anche opporsi all'ipotesi di revocare la delibera del suo predecessore, Marcello Maisano, che aveva stabilito il recesso dal Consorzio. Il "silenzio" della Regione la dice lunga su quella che potrebbe essere la scelta del commissario. Non ci sono soldi, il Libero consorzio comunale (ex Provincia) non ha più le competenze, insomma una situazione non facile da gestire. Gli studenti ieri hanno tenuto un'assemblea straordinaria per discutere dei possibili scenari che si profilano in entrambi i casi: se il commissario Barberi dirà di si e confermerà la quota a carica dell'ex Provincia di circa 774 mila euro si procederà all'elezione del management del Cupa e quindi sarà indicato l'interlocutore che dovrà interfacciarsi con l'ateneo di Palermo e "sbattere" i pugni sul tavolo, se necessario, per far rientrare la decisione di tagliare i tre corsi di studio principali (Giurisprudenza, Architettura e Beni culturali). Oppure in caso contrario il pallino passerà in mano al sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, che diventa socio di maggioranza e potrà scegliere il nuovo presidente. Poi fare in modo di trovare altri partner. E non solo soci, perché Firetto non nasconde anche di volersi rivolgere ad altre università con cui fare l'accordo (Catania o altre?). Gli studenti finora sono stati in silenzio religioso perché aspettano di sentire quello che sarà detto oggi. Hanno avuto pazienza, hanno atteso il verdetto con rispetto, ma adesso basta. «Oggi i partner - dice Vicio Spoto, studente del Polo - dovranno esprimersi: non ci sarà nessun rinvio». I ragazzi vorranno assistere alla riunione ed hanno chiesto che l'assemblea dei soci si svolga a porte aperte. Quindi oggi saranno sull'uscio dell'ufficio del presidente dove si incontreranno i soci tra cui il commissario Barberi. Sul Cupa si fa sentire anche Roberto Di Mauro, presidente dei parlamentari Mpa all'Assemblea Regionale Siciliana. «L'atteggiamento ondivago ed incerto della ex Provincia di Agrigento e della Camera di Commercio - dice l'onorevole - che hanno chiesto il recesso dalla qualità di soci dal Consorzio Universitario, rischia di portare alla chiusura dello stesso Consorzio con un danno gravissimo per il territorio e per tantissimi giovani della nostra provincia. Di fronte a questa incertezza e alla conseguente carenza di prospettive, si rischia di generare un circolo vizioso, con la sfiducia e lo sconforto che portano meno iscrizioni, aggravando ulteriormente la situazione». Da Di Mauro viene un appello ai sindaci: «Di fronte a questa situazione e alla certa impossibilità che la ex Provincia si faccia ulteriormente carico degli oneri che le spettano, tutti gli enti locali del territorio devono mobilitarsi ed incontrarsi per trovare insieme una soluzione al più presto, affinché non vada disperso il patrimonio storico e di competenze di questa importante istituzione culturale. alla popolazione residente. (*PAPI*)



ilsole24ore.it
Pubblica amministrazione
I CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO
Pensioni, arriva il part-time agevolato: come cambia la busta paga
  

Parte il conto alla rovescia per il «part time agevolato». Il decreto è stato trasmesso alla Corte dei Conti e diventerà operativo dopo la relativa registrazione. Si tratta di una misura sperimentale prevista da una norma contenuta nella Legge di Stabilità 2016 che punta che punta a promuovere un principio di "invecchiamento attivo", ovvero di uscita graduale dall'attività lavorativa. In pratica, un punto di svolta che consentirà al lavoratore di concordare col datore di lavoro il passaggio al part-time, con una riduzione dell'orario tra il 40 ed il 60%, e di ricevere mensilmente l'importo corrispondente ai contributi previdenziali e alla contribuzione figurativa. In base alle previsioni del testo normativo, pubblicato sul sito del ministero del Lavoro, la misura fruibile dai lavoratori del settore privato, con contratto a tempo indeterminato e orario pieno, che possiedono il requisito contributivo minimo per la pensione di vecchiaia (20 anni di contributi) e che maturano il requisito anagrafico entro il 31 dicembre 2018. Per i lavoratori che faranno ricorso all'agevolazione, cambierà, dunque, il contenuto della busta paga. In aggiunta alla retribuzione per il part-time, sarà erogata una somma esentasse corrispondente ai contributi previdenziali a carico del datore di lavoro sulla retribuzione per l'orario non lavorato. Inoltre, per il periodo di riduzione della prestazione lavorativa, lo Stato riconoscerà al lavoratore la contribuzione figurativa corrispondente alla prestazione non effettuata, in modo che alla maturazione dell'età pensionabile il lavoratore percepirà l'intero importo della pensione, senza alcuna penalizzazione. Il decreto fornisce fin da subito un fondamentale chiarimento sulla somma erogata mensilmente dal datore di lavoro: oltre a non concorrere alla formazione del reddito da lavoro dipendente, l'importo in denaro corrispondente ai contributi previdenziali sull'orario non lavorato è omnicomprensivo e non è assoggettato ad alcuna forma di contribuzione previdenziale, inclusa quella relativa all'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. La contribuzione figurativa, commisurata alla retribuzione corrispondente alla prestazione lavorativa non effettuata, è riconosciuta nel limite massimo di 60 milioni di euro per il 2016, 120 milioni per il 2017 e 60 milioni per il 2018.

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