21 maggio - sabato
GdSonline
LA VERTENZA
Agrigento, i precari dell'ex
Provincia chiedono aiuto al prefetto
di Concetta Rizzo
AGRIGENTO. Il tavolo di raffreddamento,
per la vertenza che rischia di lasciare disoccupati i 130 precari
dell'ormai ex Provincia regionale, è stato aperto. Ieri pomeriggio,
i lavoratori e le parti sindacali hanno chiesto al prefetto Nicola
Diomede di intervenire, di sensibilizzare - laddove possibile - il
Governo nazionale e regionale. «È necessario avere pazienza. Questa
è una fase molto delicata - ha detto ieri, entrando in Prefettura,
il responsabile della Funzione pubblica della Cgil Alfonso Buscemi -
. Il prefetto si farà portavoce della vertenza ed aiuterà i
lavoratori».
Sicilia24h
CGIL CISL e UIL sul Cupa
"COSI' NON SI VA DA NESSUNA
PARTE!!!"
Oggi non è stata scritta una bella
pagina per il CUPA, perché il tema non può essere solo quello di
dimostrare le lentezze ed il dilettantismo dei nostri Governanti
Regionali che hanno mandato allo sbaraglio il Commissario della ex
Provincia.
Questo tema c'è tutto ma è ormai
chiaro a tutti che la radice dei problemi del CUPA è legata al
ritardo e al modo con il quale la Regione ha affrontato l'intera
vicenda.
Ma questo "siparietto" assai sopra
le righe tra Firetto e Barbieri che adesso fa il giro dei social, non
ci entusiasma, non possiamo ridurci a fare da "tifosi" dell'uno
o dell'altro, per la banalissima ragione che, aldilà delle
contingenze, Comune-Provincia e Camera di Commercio erano e restano
fondamentali per il rilancio del CUPA e tutta la "battaglia" non
può ridursi solo ad una battaglia di potere su chi elegge il
Presidente!
Qual è il "progetto" di Polo
Universitario che abbiamo in mente? Cosa dev'essere l'Università
ad Agrigento, come rispondiamo alle esigenze di studenti, famiglie,
sistema produttivo e sociale: a queste domande ci piacerebbe veder
cimentare gli "attori" di queste vicende.
E su questo non c'è chiarezza da
nessuna parte, perché nessuno rende esplicito fino in fondo qual è
questa sua idea, questo non costituisce oggetto di un dibattito
pubblico sul futuro dell'Università.
Speriamo finisca presto questo clima,
che si restituisca serenità e futuro agli studenti, alle loro
famiglie e ai dipendenti di un CUPA che può ancora scrivere pagine
importanti per questa provincia.
Agrigentoweb
Cupa, nota del capogruppo consiliare
di "Agrigento Rinasce"
Riceviamo e pubblichiamo
Ieri si è assistito all'ultimo atto
dell'Assemblea dei Soci del CUPA, atto che ormai assomiglia sempre
più ad un gioco delle parti, ad una farsa.
I termini della vicenda sono abbastanza
noti. L'ex provincia di Agrigento delibera di recedere dal
Consorzio, l'Assemblea nella seduta di ieri ne prende atto, ma il
Commissario dell'ex Provincia dichiara di farne parte a tutti gli
effetti, perché, a suo dire, la Regione avrebbe sciolto il nodo
finanziario per un contributo straordinario. Ma a supporto di tale
tesi non viene esibito alcun documento ufficiale.
Evidente il tentativo del Commissario
Barbieri, terminale di decisioni altrui, di perdere ulteriore tempo,
non essendo in grado di assumere alcun impegno in merito.
Giova ricordare che questa incertezza
sul finanziamento del CUPA sta provocando nel nostro territorio un
senso di sfiducia e di incertezza nelle famiglie e nei giovani, per
cui è necessario che le decisioni di chi debba essere socio e sui
finanziamenti da elargire vangano presi in tempi rapidi.
Il Comune di Agrigento, con il suo
Sindaco, Lillo Firetto, da tempo ha già deliberato un contributo di
euro 150.000, che da solo è sicuramente insufficiente, ma che al
momento rappresenta l'unico presupposto sicuro e concreto per
aggregare gli altri Soci.
Il Gruppo Consiliare Agrigento Rinasce
auspica che i dante causa del Commissario dell'ex Provincia di
Agrigento si attivino in tempi rapidi alla ricerca di una soluzione
immediata del problema, e che tale soluzione sia corredata da impegni
scritti, al fine di scongiurare il rischio di chiusura che in atto è
sempre più presente.
Vicenda Cupa. Spataro: altro colpo
mortale al territorio agrigentino, è il fallimento della politica
Un sussulto di dignità. Le istituzioni
politiche, quelle direttamente coinvolte, si assumano con onestà e
serietà le responsabilità e agiscano urgentemente e concretamente
piuttosto che giocare con i balletti sulle competenze e ruoli a
danno, ancora una volta, della nostra città e della nostra
provincia". Il consigliere comunale di Agrigento, Pasquale Spataro,
del gruppo "Uniti per la Città", si dice "amareggiato, e
deluso per l'atteggiamento mostrato fin qui da quanti sfruttano
elettoralmente il nostro territorio, per poi lasciarlo
inesorabilmente al proprio malinconico destino. La vicenda Cupa è
emblematica, ma è solo l'ultima di una lunga serie di "pezzi
importanti perduti" o non collocati che stanno portando alla morte
questo splendido lembo di terra di Sicilia che il buon Dio ci ha
generosamente donato. Tutti, indistintamente, da destra a sinistra,
passando per il centro, hanno in questi giorni prodotto fiumi di
parole e di inchiostro per manifestare interesse a favore e a
sostegno dell'università di Agrigento, per mantenerla in vita.
Risultato? Il Cupa è però cerebralmente deceduto. E allora viene da
chiedersi: di chi è la responsabilità di questo ennesimo
fallimento? Nel mirino c'è il commissario straordinario dell'ex
Provincia, ente appena uscito dal Consorzio in assenza di fondi.
Formalmente le carte le firma lui, è innegabile. Ma lui è un alto
burocrate della Regione, con i suoi inevitabili riferimenti politici.
E allora Governo e Parlamento Siciliano, attraverso i suoi autorevoli
rappresentanti agrigentini, non si nascondano dietro il palazzo
dell'attuale Libero Consorzio. Escano allo scoperto, facciano a
pieno il loro dovere, facciano pressing, vadano a recuperare i soldi
necessari per salvare il Cupa. Tutto il resto è semplicemente poesia
a fronte di un territorio che sta affondando nel baratro più
profondo. La Cattedrale di San Gerlando, chiusa ormai da 5 anni, il
centro storico di Agrigento sempre più abbandonato e degradato, lo
scalo aeroportuale una chimera, i nostri porti inutilizzabili o ad
azione limitata, i collegamenti viari che sono sotto gli occhi di
tutti, per non parlare di prestigiosi appuntamenti culturali
costretti ad emigrare e del Palacongressi del villaggio Mosè che
urla disperatamente aiuto. Lo scenario è semplicemente drammatico,
triste e desolante. E lo è ancora di più se si pensa che siamo in
una terra ricca di storia e di cultura. Siamo nella città di Luigi
Pirandello, nella città della valle dei templi, dove clima, sole e
mare sono un valore aggiunto. Però mancano le strade, non ci sono
voli, non possono attraccare navi da crociera e adesso perdiamo anche
il Cupa, costringendo tutte quelle famiglie, purtroppo numerose, che
non possono mettere pesantemente la mano al portafogli, a negare il
diritto allo studio ai propri figli. Siamo veramente alla follia,
siamo al disastro. Ma nessuno dei nostri governanti sembra
accorgersene o finge di non vedere - conclude Spataro - la nave
affonda e l'equipaggio fa festa, convinto che a morire saranno i
passeggeri".
Infoagrigento
Università, si è deciso di non
decidere: l'ex Provincia fuori dal Cupa
Si fa sempre presto a far retorica su
giovani e futuro, un po' meno presto a trasformarla in fatti. E'
la realtà "politica" agrigentina, la stessa che ha contribuito a
far sprofondare nell'incertezza e nella precarietà il destino del
Polo Universitario di Agrigento, un tempo fiore all'occhiello della
città. Del suo destino se ne sarebbe dovuto discutere questa mattina
ed invece, come troppo spesso accade, si è deciso di non decidere.
Nel corso dell'assemblea dei soci del Consorzio Universitario,
svoltosi questa mattina negli edifici della stessa Università,
l'unica e sostanziale decisione presa dai presenti, senza non poche
polemiche e discussioni, ha riguardato la presa d'atto del recesso
dell'ex Provincia dal Cupa, da questo momento anche "ex socio di
maggioranza" che passa la palla al Comune di Agrigento. Una presa
d'atto che, come sottolineato da sindaco Lillo Firetto ad inizio
seduta, negli ultimi mesi è stata volontariamente evitata per dar
più tempo all'ex Provincia di reperire i fondi necessari per il
finanziamento del Cupa. Fondi che attualmente ammontano a 774 mila
euro e che, ancor oggi, il commissario Roberto Barberi non ha messo
sul piatto. O meglio, non completamente.
Momenti di tensione durante
l'assemblea: la questione - Il commissario dell'ex Provincia,
Roberto Barberi, chiede ai presenti di rinviare i lavori alla
prossima settimana tenuto conto dell'imminente arrivo di un
"decreto regionale di ripartizione delle somme per i liberi
consorzi" in cui è presente anche una voce per il Cupa. Firetto
non ci sta, vuole quantomeno un atto di forza uguale e contrario al
recesso già firmato dai suoi predecessori Scibetta e Maisano. Il
"litigio" tra i due soci di maggioranza non può che chiamare in
causa il terzo socio, ovvero la Camera di Commercio rappresentata da
Vittorio Messina: "Lo sapevo, i due soci di maggioranza litigano e
a me tocca fare l'ago della bilancia. Dobbiamo continuare a
consegnare questo Polo alla precarietà?". E intanto il sindaco di
Agrigento sbotta contro Barberi (GUARDA IL VIDEO QUI) ed entrambi si
alzano, l'uno chiedendo la presa d'atto della fuoriuscita della
Provincia dal Consorzio e l'altro minacciando di lasciare l'aula
perché "qualcuno vuole estromettere volontariamente la Provincia
dalla compagine universitaria".
Provincia sì o Provincia no? -
Nonostante l'ennesima promessa, l'ex Provincia regionale
manifesta la volontà di restare all'interno del Cupa, facendosi
forte dei fondi in arrivo dalla Regione per via del suddetto decreto.
"Se la Provincia non resta nel consorzio, i soldi dalla Regione non
possono essere stanziati", afferma Barberi suscitando ancora una
volta l'ira del sindaco Firetto. Secondo quest'ultimo invece, i
soldi dalla Regione dovranno essere comunque pervenire ai consorzi,
prescindendo dall'azione intermediaria dell'ex Provincia. Ed è
anche per questo che si è insistito per la fuoriuscita della stessa
dal Consorzio Universitario, nonostante nei prossimi giorni potrebbe
comunque decidere di rientrare ma sempre nelle condizioni già poste.
Che ci sia sottobanco anche una contrattazione con nuovi soci
interessati? Di questo se ne parlerà successivamente, mentre la
prossima settimana l'assemblea si riunirà nuovamente per prendere
atto della delibera della Camera di Commercio in cui questa chiede di
rientrare come Socio del consorzio, previa analisi della situazione
contabile dello stesso.
Scontri verbali, indecisioni,
imbarazzi. Intanto tutto questo davanti gli occhi delusi di tanti
studenti, tra i pochi forse, insieme ai dipendenti dello stesso polo,
veri interessati alla causa, e non solo perché "diretti"
interessati. In gioco non c'è solo il futuro degli ragazzi già
iscritti, ma la mancata attivazione dei corsi di Giurisprudenza,
Architettura e Beni Culturali (quest'ultimo trasferito)
nell'attività formativa 2016-17, che rischia di avviare lo stesso
Polo verso un processo di lenta agonia. La decisione era stata
deliberata dall'Università degli Studi di Palermo proprio qualche
giorno dopo l'Open Day svoltosi negli edifici dell'Università di
Agrigento, al fine di mostrare ai nuovi arrivati le grandi
potenzialità dei Corsi di Laurea... di Agrigento? No, di Palermo.
Roberta Barone
Agrigentonotizie
Se a essere "Cupa" è la
politica
Che il Cupa sia morto è nei
fatti: se da ormai tre anni si vive nella continua precarietà, chi è
quel genitore che decide di investire sul futuro dei propri figli e
soprattutto sul Cupa? Nessuno, o almeno pochi
Fabio Ruscello
Certo, è bello vedere tutti sti
comunicati e tutte ste prese di posizione che riguardano la morte -
perché di questo si tratta - del Cupa, il Consorzio per
l'Università della provincia di Agrigento. Sembrerebbe quasi
che il mondo delle Istituzioni politica abbia un sussulto d'orgoglio
e che abbia ritrovato la voglia di lottare per il bene comune e non
per l'orticello che da anni coltiva a due passi dalla punta del
proprio naso. Ma è tutta un' "ammuina". Che il Cupa sia morto
è nei fatti: se da ormai tre anni si vive nella continua precarietà,
chi è quel genitore che decide di investire sul futuro dei propri
figli e soprattutto sul Cupa? Nessuno, o almeno pochi. Però
mancano - nella chiamata alla correità morale e politica
dell'ennesimo disastro - gli attori. Perché è vero che il
Governo regionale di sinistra (sinistra?) presieduto da Rosario
Crocetta (e che ha quale vice presidente l'agrigentina Mariella Lo
Bello) ha fatto poco o nulla (al di là delle belle parole) per
salvare il Consorzio universitario. Ma come non rilevare che,
in parte, una delle ragioni va vista nella folle riforma che intende
abolire le province. E' stato frutto dell'iniziale innamoramento
di Crocetta con i grillini ma poi non c'è stata la forza di
fermare tutto (meglio le vecchie province che il pastrocchio di
oggi). Hanno smantellato una suddivisione territoriale che
funge da filtro per le istanze col governo centrale: le Prefetture,
le Questure, le Agenzie per le Entrate, gli Uffici regionali, tutto,
è su base provinciale. E questi che hanno fatto? Le hanno abolite.
Ma comunque sia il Governo regionale, sul Cupa, ha le sue
pesantissime responsabilità. Ma sono responsabilità ereditate
da chi ha governato negli ultimi quindici anni la Provincia regionale
di Agrigento, cominciando da Enzo Fontana (che almeno ha lasciato il
progetto per il raddoppio della Statale 640) per finire a Eugenio
D'Orsi (che ha lasciato il deserto). Del resto in qualcuna delle
decine di giunte provinciali guidate da D'Orsi (con decine di
assessori di professione) c'è stato anche chi era al contempo
titolare di una università telematica. Ora non dico che si sia
remato contro (non vi è alcun elemento per dirlo) ma di sicuro la
scelta, per l'azionista di maggioranza del Cupa, non è stata
azzeccata. E' come se - per usare un paradosso che tutti
capiscono - la Juventus chiamasse nel suo CdA Javier Zanetti, o se
l'Inter chiamasse nel suo CdA Mark Iuliano. Sarebbe possibile?
Rassegnatevi insomma. Il Cupa è morto e, come ha detto uno studente,
il dramma è che "ogni minchia dici a so". Tra questi ovviamente
mi ci metto anche io.
P.S.: Avevo
deciso di interrompere questa rubrica e non certo per divergenze con
chi coordina questo sito e cioè Silvio Schembri. L'avevo
interrotta perché il mio lavoro mi porta ormai fuori da Agrigento e
mi è più difficile seguire le dinamiche agrigentine. Ma ho deciso
di cedere alle sollecitazioni di un sacco di persone - amici e meno
amici - che alla fine sono riusciti a convincermi. Magari da
spettatore più "esterno" potrei essere più equilibrato. Chi lo
sa?
22 maggio - domenica
sicilia24h
Vicenda Cupa, Panepinto: "Crocetta
riunisca giunta ad Agrigento"
Il presidente Crocetta riunisca la
giunta regionale ad Agrigento per affrontare, ci auguriamo finalmente
in maniera risolutiva, le tante vertenze del territorio che invece di
vedere una soluzione sembrano complicarsi sempre di piu'". Lo
dice Giovanni Panepinto, vicepresidente del gruppo Pd all'Ars. "I
punti alla voce 'Agrigento' nell'agenda del governo regionale
sono diversi - prosegue Panepinto - penso innanzitutto alle Terme
di Sciacca, al Consorzio Universitario, alla Italcementi o
all'Italkali. Su queste ed altre vicende servono decisioni ferme e
di prospettiva - conclude Panepinto - e serve innanzitutto un
concreto segnale di attenzione da parte del presidente e della
giunta.
Agrigentooggi
Cupa, la parola agli studenti
Cupa: la parola agli studenti. All'
indomani dall' animata assemblea dei soci che ha sancito la
definitiva fuoriuscita dal consorzio universitario dell' ex
Provincia, è stato costituito un comitato studentesco che vuole
essere presidio permanente per mantenere alta l' attenzione sul
futuro del Polo.
«Noi studenti saremo vigili - dice
Vincenzo Spoto - faremo assemblee e se il caso anche proteste
eclatanti perchè l' Università non deve chiudere ma deve essere
rilanciata con la creazione di una governance che sappia curare gli
interessi di noi studenti. Un management capace di portare nuovi
investitori e in grado di mediare con altri enti.
La nostra è una battaglia che facciamo
per chi verrà dopo di noi e per coloro che non hanno le condizioni
economiche per mantenere i figli a Palermo o in altri atenei. Se
devono chiudere l' università devono avere l' onestà
intellettuale di dirlo e di prendersi la responsabilità politica di
far morire un fiore all' occhiello eccellenza e primo polo
decentrato nel 2004». Sul Cupa interviene anche Emanuele Giunta,
consigliere corso di studi in Beni Culturali. Paolo Picone
LA SICILIA
PANEPINTO
"Crocetta convochi ad Agrigento la
sua giunta".
"Il presidente Rosario Crocetta
riunisca la giunta regionale ad Agrigento per affrontare, ci
auguriamo finalmente in maniera risolutiva le tante vertenze del
territorio che invece di vedere una soluzione sembrano complicarsi
sempre di più".
l'appello pubblico e diretto arriva
dal vicepresidente del Gruppo all'Ars del Partito democratico, on.
Giovanni Panepinto.
I punti alla voce Agrigento nell'agenda
del governo regionale sono diversi prosegue Panepinto - penso
innanzitutto alle Terme di Sciacca al Consorzio Universitario, alla
Italcementi o all'italkali. Su queste ed altre vicende servono
decisioni ferme e di prospettiva conclude Panepinto e serve
innanzitutto un concreto segnate di attenzione da parte de presidente
e della giunta".
Dichiarazioni che fanno "eco" ad
una lettera di pari tenore che nei giorni scorsi era stata inoltrato
alla stampa da parte dei deputati nazionali del Pd Angelo Capodicosa.
Maria Iacono, Giuseppe Lauricella e Tonino Moscatt.
"Siamo seriamente preoccupati per
come stanno evolvendo alcune vertenze dell'agrigentino dissero
i deputati Il rischio serio é che, ai danni per l'occupazione
e lo sviluppo provocati dal la crisi generale. si aggiungono gli
effetti negativi dovuti a precipitare di alcune vicende che nel
nostro territorio interessano centinaia di lavoratori ed utenti.
Auspichiamo che il presidente Cr0- cetra convochi quanto prima una
riunione con parlamentari sindacati ed enti locali per affrontare i
problemi di questa provincia
Crocetta risponderà?
Statuto, l'Ars chiamata a decidere
il suo futuro.
GIOVANNI CIANCIMINO
Su iniziativa del presidente, dell'Ars
Giovanni Ardizzone, la commissione speciale per la riforma dello
Statuto, la prossima settimana comunicherà a Sala d'Ercole i suoi
programmi. Ne seguirà un dibattito parlamentare. Finalmente si potrà
sapere alla luce del sole l'itinerario della riforma che dovrà
regolare la vita della Regione nei prossimi decenni. Si saprà o si
dovrebbe sapere cosa la commissione speciale ha messo in cantiere e
come intenderà proseguire. Sapremo se, come la precedente
commissione, ci si vuole limitare ai panniceli caldi di alcune
modifiche o se molto realisticamente si vorrà procedere alla
rifondazione dello Statuto. Operazione che si sarebbe dovuta
realizzare subito dopo l'entrata in vigore della legge
costituzionale (31 gennaio 2001) che sancì l'elezione diretta del
presidente della Regione.
Sarà sufficiente procedere senza
particolare supporto? Se si vuole operare seriamente, sarà
necessario una adeguato apporto di esperti esterni, soprattutto
costituzionalisti. Senza con ciò volere sminuire la competenza e la
cultura abbastanza nota dei componenti del la commissione speciale, I
supporto esterno è indispensabile ove sì consideri che dal
dopoguerra molto è cambiato. Anche alla luce dell'unità europea
che anni or sono era del tutto ignorata. Solo un'ipotesi. Oggi
ancora ipotetica la politica. Alla luce dei rapporti sopranazionali
frattanto sopraggiunti sono da rivedere alcune delle competenze della
Regione.
Lo stesso vale per i rapporti
finanziari da cui dipende l'autonomia effettiva della Fino al
l987disponeva di una tesoreria propria, espropriata dal governo
centrale, da allora dipende dagli umori dei governi centrali. E poi
gli articoli relativi all'Alta Corte e al Commissario dello Stato
ridotti a semplice vetrina. Egli articoli 36,37 e 33 presenti per
memoria: non vengono riconosciute alla Regione le imposte delle
imprese che operano in Sicilia con sede altrove, mentre lo Stato in
cassa le imposte di produzione. Va ricordato anche il Fondo di
solidarietà scomparso dai bilanci dello Stato e conseguentemente
della Regione. E poi tanti altri arti coli solo menzionati e mai ora
raramente attuati come la partecipazione del presidente della Regione
al Consiglio dei ministri con diritto di voto quando si affrontano
problemi della Sicilia. Ovvero i poteri di polizia con feriti al capo
del governo siciliano e così via.
E poi, si pone il problema delle regole
sui rapporti Esecutivo-Parlamento e della governabilità senza la
quale si va al conflitto istituzionale e all'immobilismo. Norme
queste che si possono stabilire col varo di uno Statuto ordinario da
non sottoporre a revisione costituzionale.
Dal 2001 col presidenzialismo regionale
sono cambiate solo le modalità di elezione del presidente della
Regione e della nomina degli assessori. Talchè abbiamo un sistema
che non è più parlamentare, ma neanche presidenziale. Ne si può
definire un sistema misto. E solo un pastrocchio. Basterebbe
ricordare che nei giorni scorsi l ha dovuto approvare una mozione per
rivendicare di essere informata dal governo degli atti conseguenti
alle impugnative delle leggi regionali.
Le regole sono fondamentali peri!
funzionamento, delle istituzioni, senza le quali si naviga nel caos.
Lo specchio della politica attuale.
23 maggio - lunedì
LA SICILIA
UNIVERSITÀ. Per il Cupa l'ennesima
settimana di passione.
Consorzio universitario, potrebbe
essere (l'ennesima) settimana decisiva.
Questa mattina, stando a quanto
anticipato, gli studenti dovrebbero tenere una nuova assemblea
durante la quale si dovrebbe iniziare a tracciare una linea comune in
termini di proteste e manifestazioni in difesa del Cupa, condizionali
sono d'obbligo, perché nono stante un "endorsement"
assolutamente ufficioso da parte dei soggetti vicini all'attuale
Amministrazione del Comune di Agrigento, numeri fin qui raccolti in
termini di partecipazione sono stati assolutamente ridotti, o
quantomeno neri bastevoli ad organizzare qua cosa che possa incidere
in qualche modo nel dibattito attuale.
Venerdì, come noto. ci sarà la nuova
assemblea dei soci, e allora sarà probabilmente il momento per tutti
di mostrare le carte si scoprirà solo allora se l'ex Provincia è
realmente nette condizioni di rientrare nella compagine societaria
garantendo le 774mila euro di contributo ordinario. Se così non
avverr4è altamente probabile che inizierà la "spartizione"
delle quote societarie dell'ex Provincia tra nuovi soci che
sarebbero pronti a bussare alla porta,
T sindaco di Agrigento, in tal sei si
sarebbe infatti mosso moltissimo r queste settimane per cercare
soprattutto partner privati che possano partecipare in terminì
economici al tutto, cui Si aggiunge un'azione molto diretta e
decisa nei confronti di Kore". Come da noi più volte anticipato,
per la formazione d a)meno 2 corsi di aurea. L'altro Ateneo in
discussione è quello di Tor Vergata, che sarebbe disponibile dì
portare ad Agrigento almeno un corso. Insomma sembra proprio che idea
sia quella di una Restaurazione", nel suo concetto storico.
Dell'idea di guardare ad altri li di"
è sempre stata finora la Cisl, che con una nota del segretario
provinciale Maurizio Saia ha spiegato di aver"sondato la
disponibilità di diversi Atenei che hanno manifestato grande
interesse a realizzare nuovi corsi di aurea ed aprire una nuova
interlocuzione con il Cupa, pur chiedendo che il "nuovo corso
dell'università deve vedere tutti remare neRa stessa direzione,
mettendo da parte giochi di potere ed appropriazioni indebite di
attenti, consorzi che sono propri della collettività e che
appartengono solo al bene comune.
LIBERO CONSORZIO. Dopo le
amministrative scatterà la corsa alla guida dell'ex Provincia
regionale.
Sarà eletto un «supersindaco Via
libera dalla Regione all'iter per indire consultazioni di «secondo
livello
La direttiva è stata confermata alcuni
giorni un incontro con l'assessore regionale agli Enti Locali,
Luisa Lantieri: dopo le elezioni amministrative e l'insediamento
delle nuove amministrazioni, i commissari delle ex Province regionali
dovranno mettere in campo e procedure necessarie per procedere alle
consultazioni di secondo livello che porteranno alla scelta dei
presidenti dei Liberi consorzi. Il termine massimo in cui tutto dovrà
compiersi è a metà di settembre.
Come noto, a votare dovranno essere i
sindaci e i consiglieri comunali con un sistema di elezione
cosiddetto "di secondo livello", con i primi cittadini
dell'Agrigentino tutti potenziali candidati.
Del tema, va detto, si parla al mo
mento molto poco e campagne elettorali non se ne vedono all'orizzonte
Questo perché, fino ad oggi, si è nutrita una sostanziale
diffidenza verso la riforma e la sua reale consistenza, anche in
considerazione del ratto che già una volta tutto è stato rinviato
ad un passo delle precedenti elezioni, quando, si ricorderà, vennero
avanzate le candidature del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, e di
quello di Palma di Montechiaro, Pasquale Amato. Che I deputato Udc
possa essere, ancora una volta, in predicato quantomeno come
potenziale aspirante è praticamente certo: la posizione di Firetto è
sempre stata la medesima, ovvero la naturale vocazione del sindaco
del capoluogo ad esse- re anche a capo di un consorzio di comuni, un
ente di area vasta. Ci sarebbe da capire, in caso di elezioni, cosa
accadrebbe con il Cupa: usando una quantità robusta di se':
Firetto tra quote del Comune e del Libero consorzio sarebbe il
cosiddetto asso piglia tutto. Ad ogni modo, è alta mente probabile
che vi sarà quanto- meno un altro candidato, che possa rappresentare
la minoranza", anche se i nostri sindaci hanno già dimostrato di
essere perfettamente in grado di spaccarsi e ricomporsi. É in base
alle necessità quando si è trattato di eleggere i vertici
dell'Assemblea territoriale idrica. L'attuale legge, tuttavia,
favorisce i centri maggiori: la presidenza infatti sarà scelta dai
sindaci e dai consiglieri del territorio attraverso il voto
ponderato. ovvero il peso di ciascun lettore cambierà, cioè, in
relazione alla popolazione complessiva del Comune di appartenenza.
Quale ente ci si troverà ad amministrare è tutto un altro paio di
mani che; con i precari in stato di agitazione perché ad un mese dal
licenziamento e un bilancio alle porte del dissesto.
GIOACCHINO SCHICCHI
infoagrigento
Panepinto: Crocetta riunisca giunta
ad Agrigento per affrontare vertenze territorio
"Il presidente Crocetta riunisca la
giunta regionale ad Agrigento per affrontare, ci auguriamo finalmente
in maniera risolutiva, le tante vertenze del territorio che invece di
vedere una soluzione sembrano complicarsi sempre di più". Lo dice
Giovanni Panepinto, vicepresidente del gruppo PD all'Ars.
"I punti alla voce 'Agrigento'
nell'agenda del governo regionale sono diversi - prosegue
Panepinto - penso innanzitutto alle Terme di Sciacca, al Consorzio
Universitario, alla Italcementi o all'Italkali. Su queste ed altre
vicende servono decisioni ferme e di prospettiva - conclude
Panepinto - e serve innanzitutto un concreto segnale di attenzione
da parte del presidente e della giunta".