/ Rassegna stampa » 2016 » Maggio » 24 » rassegna stampa del 21-22 e 23 maggio 2016
 

rassegna stampa del 21-22 e 23 maggio 2016

21 maggio - sabato

GdSonline

LA VERTENZA
Agrigento, i precari dell'ex Provincia chiedono aiuto al prefetto
di Concetta Rizzo
AGRIGENTO. Il tavolo di raffreddamento, per la vertenza che rischia di lasciare disoccupati i 130 precari dell'ormai ex Provincia regionale, è stato aperto. Ieri pomeriggio, i lavoratori e le parti sindacali hanno chiesto al prefetto Nicola Diomede di intervenire, di sensibilizzare - laddove possibile - il Governo nazionale e regionale. «È necessario avere pazienza. Questa è una fase molto delicata - ha detto ieri, entrando in Prefettura, il responsabile della Funzione pubblica della Cgil Alfonso Buscemi - . Il prefetto si farà portavoce della vertenza ed aiuterà i lavoratori».

Sicilia24h

CGIL CISL e UIL sul Cupa
"COSI' NON SI VA DA NESSUNA PARTE!!!"
Oggi non è stata scritta una bella pagina per il CUPA, perché il tema non può essere solo quello di dimostrare le lentezze ed il dilettantismo dei nostri Governanti Regionali che hanno mandato allo sbaraglio il Commissario della ex Provincia.
Questo tema c'è tutto ma è ormai chiaro a tutti che la radice dei problemi del CUPA è legata al ritardo e al modo con il quale la Regione ha affrontato l'intera vicenda.
Ma questo "siparietto" assai sopra le righe tra Firetto e Barbieri che adesso fa il giro dei social, non ci entusiasma, non possiamo ridurci a fare da "tifosi" dell'uno o dell'altro, per la banalissima ragione che, aldilà delle contingenze, Comune-Provincia e Camera di Commercio erano e restano fondamentali per il rilancio del CUPA e tutta la "battaglia" non può ridursi solo ad una battaglia di potere su chi elegge il Presidente!
Qual è il "progetto" di Polo Universitario che abbiamo in mente? Cosa dev'essere l'Università ad Agrigento, come rispondiamo alle esigenze di studenti, famiglie, sistema produttivo e sociale: a queste domande ci piacerebbe veder cimentare gli "attori" di queste vicende.
E su questo non c'è chiarezza da nessuna parte, perché nessuno rende esplicito fino in fondo qual è questa sua idea, questo non costituisce oggetto di un dibattito pubblico sul futuro dell'Università.
Speriamo finisca presto questo clima, che si restituisca serenità e futuro agli studenti, alle loro famiglie e ai dipendenti di un CUPA che può ancora scrivere pagine importanti per questa provincia.

Agrigentoweb

Cupa, nota del capogruppo consiliare di "Agrigento Rinasce"
Riceviamo e pubblichiamo
Ieri si è assistito all'ultimo atto dell'Assemblea dei Soci del CUPA, atto che ormai assomiglia sempre più ad un gioco delle parti, ad una farsa.
I termini della vicenda sono abbastanza noti. L'ex provincia di Agrigento delibera di recedere dal Consorzio, l'Assemblea nella seduta di ieri ne prende atto, ma il Commissario dell'ex Provincia dichiara di farne parte a tutti gli effetti, perché, a suo dire, la Regione avrebbe sciolto il nodo finanziario per un contributo straordinario. Ma a supporto di tale tesi non viene esibito alcun documento ufficiale.
Evidente il tentativo del Commissario Barbieri, terminale di decisioni altrui, di perdere ulteriore tempo, non essendo in grado di assumere alcun impegno in merito.
Giova ricordare che questa incertezza sul finanziamento del CUPA sta provocando nel nostro territorio un senso di sfiducia e di incertezza nelle famiglie e nei giovani, per cui è necessario che le decisioni di chi debba essere socio e sui finanziamenti da elargire vangano presi in tempi rapidi.
Il Comune di Agrigento, con il suo Sindaco, Lillo Firetto, da tempo ha già deliberato un contributo di euro 150.000, che da solo è sicuramente insufficiente, ma che al momento rappresenta l'unico presupposto sicuro e concreto per aggregare gli altri Soci.
Il Gruppo Consiliare Agrigento Rinasce auspica che i dante causa del Commissario dell'ex Provincia di Agrigento si attivino in tempi rapidi alla ricerca di una soluzione immediata del problema, e che tale soluzione sia corredata da impegni scritti, al fine di scongiurare il rischio di chiusura che in atto è sempre più presente.

Vicenda Cupa. Spataro: altro colpo mortale al territorio agrigentino, è il fallimento della politica
Un sussulto di dignità. Le istituzioni politiche, quelle direttamente coinvolte, si assumano con onestà e serietà le responsabilità e agiscano urgentemente e concretamente piuttosto che giocare con i balletti sulle competenze e ruoli a danno, ancora una volta, della nostra città e della nostra provincia". Il consigliere comunale di Agrigento, Pasquale Spataro, del gruppo "Uniti per la Città", si dice "amareggiato, e deluso per l'atteggiamento mostrato fin qui da quanti sfruttano elettoralmente il nostro territorio, per poi lasciarlo inesorabilmente al proprio malinconico destino. La vicenda Cupa è emblematica, ma è solo l'ultima di una lunga serie di "pezzi importanti perduti" o non collocati che stanno portando alla morte questo splendido lembo di terra di Sicilia che il buon Dio ci ha generosamente donato. Tutti, indistintamente, da destra a sinistra, passando per il centro, hanno in questi giorni prodotto fiumi di parole e di inchiostro per manifestare interesse a favore e a sostegno dell'università di Agrigento, per mantenerla in vita. Risultato? Il Cupa è però cerebralmente deceduto. E allora viene da chiedersi: di chi è la responsabilità di questo ennesimo fallimento? Nel mirino c'è il commissario straordinario dell'ex Provincia, ente appena uscito dal Consorzio in assenza di fondi. Formalmente le carte le firma lui, è innegabile. Ma lui è un alto burocrate della Regione, con i suoi inevitabili riferimenti politici. E allora Governo e Parlamento Siciliano, attraverso i suoi autorevoli rappresentanti agrigentini, non si nascondano dietro il palazzo dell'attuale Libero Consorzio. Escano allo scoperto, facciano a pieno il loro dovere, facciano pressing, vadano a recuperare i soldi necessari per salvare il Cupa. Tutto il resto è semplicemente poesia a fronte di un territorio che sta affondando nel baratro più profondo. La Cattedrale di San Gerlando, chiusa ormai da 5 anni, il centro storico di Agrigento sempre più abbandonato e degradato, lo scalo aeroportuale una chimera, i nostri porti inutilizzabili o ad azione limitata, i collegamenti viari che sono sotto gli occhi di tutti, per non parlare di prestigiosi appuntamenti culturali costretti ad emigrare e del Palacongressi del villaggio Mosè che urla disperatamente aiuto. Lo scenario è semplicemente drammatico, triste e desolante. E lo è ancora di più se si pensa che siamo in una terra ricca di storia e di cultura. Siamo nella città di Luigi Pirandello, nella città della valle dei templi, dove clima, sole e mare sono un valore aggiunto. Però mancano le strade, non ci sono voli, non possono attraccare navi da crociera e adesso perdiamo anche il Cupa, costringendo tutte quelle famiglie, purtroppo numerose, che non possono mettere pesantemente la mano al portafogli, a negare il diritto allo studio ai propri figli. Siamo veramente alla follia, siamo al disastro. Ma nessuno dei nostri governanti sembra accorgersene o finge di non vedere - conclude Spataro - la nave affonda e l'equipaggio fa festa, convinto che a morire saranno i passeggeri".

Infoagrigento

Università, si è deciso di non decidere: l'ex Provincia fuori dal Cupa
Si fa sempre presto a far retorica su giovani e futuro, un po' meno presto a trasformarla in fatti. E' la realtà "politica" agrigentina, la stessa che ha contribuito a far sprofondare nell'incertezza e nella precarietà il destino del Polo Universitario di Agrigento, un tempo fiore all'occhiello della città. Del suo destino se ne sarebbe dovuto discutere questa mattina ed invece, come troppo spesso accade, si è deciso di non decidere. Nel corso dell'assemblea dei soci del Consorzio Universitario, svoltosi questa mattina negli edifici della stessa Università, l'unica e sostanziale decisione presa dai presenti, senza non poche polemiche e discussioni, ha riguardato la presa d'atto del recesso dell'ex Provincia dal Cupa, da questo momento anche "ex socio di maggioranza" che passa la palla al Comune di Agrigento. Una presa d'atto che, come sottolineato da sindaco Lillo Firetto ad inizio seduta, negli ultimi mesi è stata volontariamente evitata per dar più tempo all'ex Provincia di reperire i fondi necessari per il finanziamento del Cupa. Fondi che attualmente ammontano a 774 mila euro e che, ancor oggi, il commissario Roberto Barberi non ha messo sul piatto. O meglio, non completamente.
Momenti di tensione durante l'assemblea: la questione - Il commissario dell'ex Provincia, Roberto Barberi, chiede ai presenti di rinviare i lavori alla prossima settimana tenuto conto dell'imminente arrivo di un "decreto regionale di ripartizione delle somme per i liberi consorzi" in cui è presente anche una voce per il Cupa. Firetto non ci sta, vuole quantomeno un atto di forza uguale e contrario al recesso già firmato dai suoi predecessori Scibetta e Maisano. Il "litigio" tra i due soci di maggioranza non può che chiamare in causa il terzo socio, ovvero la Camera di Commercio rappresentata da Vittorio Messina: "Lo sapevo, i due soci di maggioranza litigano e a me tocca fare l'ago della bilancia. Dobbiamo continuare a consegnare questo Polo alla precarietà?". E intanto il sindaco di Agrigento sbotta contro Barberi (GUARDA IL VIDEO QUI) ed entrambi si alzano, l'uno chiedendo la presa d'atto della fuoriuscita della Provincia dal Consorzio e l'altro minacciando di lasciare l'aula perché "qualcuno vuole estromettere volontariamente la Provincia dalla compagine universitaria".
Provincia sì o Provincia no? - Nonostante l'ennesima promessa, l'ex Provincia regionale manifesta la volontà di restare all'interno del Cupa, facendosi forte dei fondi in arrivo dalla Regione per via del suddetto decreto. "Se la Provincia non resta nel consorzio, i soldi dalla Regione non possono essere stanziati", afferma Barberi suscitando ancora una volta l'ira del sindaco Firetto. Secondo quest'ultimo invece, i soldi dalla Regione dovranno essere comunque pervenire ai consorzi, prescindendo dall'azione intermediaria dell'ex Provincia. Ed è anche per questo che si è insistito per la fuoriuscita della stessa dal Consorzio Universitario, nonostante nei prossimi giorni potrebbe comunque decidere di rientrare ma sempre nelle condizioni già poste. Che ci sia sottobanco anche una contrattazione con nuovi soci interessati? Di questo se ne parlerà successivamente, mentre la prossima settimana l'assemblea si riunirà nuovamente per prendere atto della delibera della Camera di Commercio in cui questa chiede di rientrare come Socio del consorzio, previa analisi della situazione contabile dello stesso.
Scontri verbali, indecisioni, imbarazzi. Intanto tutto questo davanti gli occhi delusi di tanti studenti, tra i pochi forse, insieme ai dipendenti dello stesso polo, veri interessati alla causa, e non solo perché "diretti" interessati. In gioco non c'è solo il futuro degli ragazzi già iscritti, ma la mancata attivazione dei corsi di Giurisprudenza, Architettura e Beni Culturali (quest'ultimo trasferito) nell'attività formativa 2016-17, che rischia di avviare lo stesso Polo verso un processo di lenta agonia. La decisione era stata deliberata dall'Università degli Studi di Palermo proprio qualche giorno dopo l'Open Day svoltosi negli edifici dell'Università di Agrigento, al fine di mostrare ai nuovi arrivati le grandi potenzialità dei Corsi di Laurea... di Agrigento? No, di Palermo.
Roberta Barone

Agrigentonotizie

Se a essere "Cupa" è la politica
Che il Cupa sia morto è nei fatti: se da ormai tre anni si vive nella continua precarietà, chi è quel genitore che decide di investire sul futuro dei propri figli e soprattutto sul Cupa? Nessuno, o almeno pochi
Fabio Ruscello
Certo, è bello vedere tutti sti comunicati e tutte ste prese di posizione che riguardano la morte - perché di questo si tratta - del Cupa, il Consorzio per l'Università della provincia di Agrigento.  Sembrerebbe quasi che il mondo delle Istituzioni politica abbia un sussulto d'orgoglio e che abbia ritrovato la voglia di lottare per il bene comune e non per l'orticello che da anni coltiva a due passi dalla punta del proprio naso. Ma è tutta un' "ammuina". Che il Cupa sia morto è nei fatti: se da ormai tre anni si vive nella continua precarietà, chi è quel genitore che decide di investire sul futuro dei propri figli e soprattutto sul Cupa? Nessuno, o almeno pochi.  Però mancano - nella chiamata alla correità morale e politica dell'ennesimo disastro - gli attori. Perché è vero che il Governo regionale di sinistra (sinistra?) presieduto da Rosario Crocetta (e che ha quale vice presidente l'agrigentina Mariella Lo Bello) ha fatto poco o nulla (al di là delle belle parole) per salvare il Consorzio universitario.  Ma come non rilevare che, in parte, una delle ragioni va vista nella folle riforma che intende abolire le province. E' stato frutto dell'iniziale innamoramento di Crocetta con i grillini ma poi non c'è stata la forza di fermare tutto (meglio le vecchie province che il pastrocchio di oggi).  Hanno smantellato una suddivisione territoriale che funge da filtro per le istanze col governo centrale: le Prefetture, le Questure, le Agenzie per le Entrate, gli Uffici regionali, tutto, è su base provinciale. E questi che hanno fatto? Le hanno abolite. Ma comunque sia il Governo regionale, sul Cupa, ha le sue pesantissime responsabilità.  Ma sono responsabilità ereditate da chi ha governato negli ultimi quindici anni la Provincia regionale di Agrigento, cominciando da Enzo Fontana (che almeno ha lasciato il progetto per il raddoppio della Statale 640) per finire a Eugenio D'Orsi (che ha lasciato il deserto). Del resto in qualcuna delle decine di giunte provinciali guidate da D'Orsi (con decine di assessori di professione) c'è stato anche chi era al contempo titolare di una università telematica. Ora non dico che si sia remato contro (non vi è alcun elemento per dirlo) ma di sicuro la scelta, per l'azionista di maggioranza del Cupa, non è stata azzeccata. E' come se - per usare un paradosso che tutti capiscono - la Juventus chiamasse nel suo CdA Javier Zanetti, o se l'Inter chiamasse nel suo CdA Mark Iuliano. Sarebbe possibile?  Rassegnatevi insomma. Il Cupa è morto e, come ha detto uno studente, il dramma è che "ogni minchia dici a so". Tra questi ovviamente mi ci metto anche io.
P.S.: Avevo deciso di interrompere questa rubrica e non certo per divergenze con chi coordina questo sito e cioè Silvio Schembri. L'avevo interrotta perché il mio lavoro mi porta ormai fuori da Agrigento e mi è più difficile seguire le dinamiche agrigentine. Ma ho deciso di cedere alle sollecitazioni di un sacco di persone - amici e meno amici - che alla fine sono riusciti a convincermi. Magari da spettatore più "esterno" potrei essere più equilibrato. Chi lo sa?

22 maggio - domenica

sicilia24h

Vicenda Cupa, Panepinto: "Crocetta riunisca giunta ad Agrigento"
Il presidente Crocetta riunisca la giunta regionale ad Agrigento per affrontare, ci auguriamo finalmente in maniera risolutiva, le tante vertenze del territorio che invece di vedere una soluzione sembrano complicarsi sempre di piu'". Lo dice Giovanni Panepinto, vicepresidente del gruppo Pd all'Ars. "I punti alla voce 'Agrigento' nell'agenda del governo regionale sono diversi - prosegue Panepinto - penso innanzitutto alle Terme di Sciacca, al Consorzio Universitario, alla Italcementi o all'Italkali. Su queste ed altre vicende servono decisioni ferme e di prospettiva - conclude Panepinto - e serve innanzitutto un concreto segnale di attenzione da parte del presidente e della giunta.

Agrigentooggi

Cupa, la parola agli studenti
Cupa: la parola agli studenti. All' indomani dall' animata assemblea dei soci che ha sancito la definitiva fuoriuscita dal consorzio universitario dell' ex Provincia, è stato costituito un comitato studentesco che vuole essere presidio permanente per mantenere alta l' attenzione sul futuro del Polo.
«Noi studenti saremo vigili - dice Vincenzo Spoto - faremo assemblee e se il caso anche proteste eclatanti perchè l' Università non deve chiudere ma deve essere rilanciata con la creazione di una governance che sappia curare gli interessi di noi studenti. Un management capace di portare nuovi investitori e in grado di mediare con altri enti.
La nostra è una battaglia che facciamo per chi verrà dopo di noi e per coloro che non hanno le condizioni economiche per mantenere i figli a Palermo o in altri atenei. Se devono chiudere l' università devono avere l' onestà intellettuale di dirlo e di prendersi la responsabilità politica di far morire un fiore all' occhiello eccellenza e primo polo decentrato nel 2004». Sul Cupa interviene anche Emanuele Giunta, consigliere corso di studi in Beni Culturali. Paolo Picone

LA SICILIA

PANEPINTO
"Crocetta convochi ad Agrigento la sua giunta".
"Il presidente Rosario Crocetta riunisca la giunta regionale ad Agrigento per affrontare, ci auguriamo finalmente in maniera risolutiva le tante vertenze del territorio che invece di vedere una soluzione sembrano complicarsi sempre di più".
l'appello pubblico e diretto arriva dal vicepresidente del Gruppo all'Ars del Partito democratico, on. Giovanni Panepinto.
I punti alla voce Agrigento nell'agenda del governo regionale sono diversi — prosegue Panepinto - penso innanzitutto alle Terme di Sciacca al Consorzio Universitario, alla Italcementi o all'italkali. Su queste ed altre vicende servono decisioni ferme e di prospettiva — conclude Panepinto — e serve innanzitutto un concreto segnate di attenzione da parte de presidente e della giunta".
Dichiarazioni che fanno "eco" ad una lettera di pari tenore che nei giorni scorsi era stata inoltrato alla stampa da parte dei deputati nazionali del Pd Angelo Capodicosa. Maria Iacono, Giuseppe Lauricella e Tonino Moscatt.
"Siamo seriamente preoccupati per come stanno evolvendo alcune vertenze dell'agrigentino — dissero i deputati — Il rischio serio é che, ai danni per l'occupazione e lo sviluppo provocati dal la crisi generale. si aggiungono gli effetti negativi dovuti a precipitare di alcune vicende che nel nostro territorio interessano centinaia di lavoratori ed utenti. Auspichiamo che il presidente Cr0- cetra convochi quanto prima una riunione con parlamentari sindacati ed enti locali per affrontare i problemi di questa provincia
Crocetta risponderà?

Statuto, l'Ars chiamata a decidere il suo futuro.
GIOVANNI CIANCIMINO
Su iniziativa del presidente, dell'Ars Giovanni Ardizzone, la commissione speciale per la riforma dello Statuto, la prossima settimana comunicherà a Sala d'Ercole i suoi programmi. Ne seguirà un dibattito parlamentare. Finalmente si potrà sapere alla luce del sole l'itinerario della riforma che dovrà regolare la vita della Regione nei prossimi decenni. Si saprà o si dovrebbe sapere cosa la commissione speciale ha messo in cantiere e come intenderà proseguire. Sapremo se, come la precedente commissione, ci si vuole limitare ai panniceli caldi di alcune modifiche o se molto realisticamente si vorrà procedere alla rifondazione dello Statuto. Operazione che si sarebbe dovuta realizzare subito dopo l'entrata in vigore della legge costituzionale (31 gennaio 2001) che sancì l'elezione diretta del presidente della Regione.
Sarà sufficiente procedere senza particolare supporto? Se si vuole operare seriamente, sarà necessario una adeguato apporto di esperti esterni, soprattutto costituzionalisti. Senza con ciò volere sminuire la competenza e la cultura abbastanza nota dei componenti del la commissione speciale, I supporto esterno è indispensabile ove sì consideri che dal dopoguerra molto è cambiato. Anche alla luce dell'unità europea che anni or sono era del tutto ignorata. Solo un'ipotesi. Oggi ancora ipotetica la politica. Alla luce dei rapporti sopranazionali frattanto sopraggiunti sono da rivedere alcune delle competenze della Regione.
Lo stesso vale per i rapporti finanziari da cui dipende l'autonomia effettiva della Fino al l987disponeva di una tesoreria propria, espropriata dal governo centrale, da allora dipende dagli umori dei governi centrali. E poi gli articoli relativi all'Alta Corte e al Commissario dello Stato ridotti a semplice vetrina. Egli articoli 36,37 e 33 presenti per memoria: non vengono riconosciute alla Regione le imposte delle imprese che operano in Sicilia con sede altrove, mentre lo Stato in cassa le imposte di produzione. Va ricordato anche il Fondo di solidarietà scomparso dai bilanci dello Stato e conseguentemente della Regione. E poi tanti altri arti coli solo menzionati e mai ora raramente attuati come la partecipazione del presidente della Regione al Consiglio dei ministri con diritto di voto quando si affrontano problemi della Sicilia. Ovvero i poteri di polizia con feriti al capo del governo siciliano e così via.
E poi, si pone il problema delle regole sui rapporti Esecutivo-Parlamento e della governabilità senza la quale si va al conflitto istituzionale e all'immobilismo. Norme queste che si possono stabilire col varo di uno Statuto ordinario da non sottoporre a revisione costituzionale.
Dal 2001 col presidenzialismo regionale sono cambiate solo le modalità di elezione del presidente della Regione e della nomina degli assessori. Talchè abbiamo un sistema che non è più parlamentare, ma neanche presidenziale. Ne si può definire un sistema misto. E solo un pastrocchio. Basterebbe ricordare che nei giorni scorsi l ha dovuto approvare una mozione per rivendicare di essere informata dal governo degli atti conseguenti alle impugnative delle leggi regionali.
Le regole sono fondamentali peri! funzionamento, delle istituzioni, senza le quali si naviga nel caos. Lo specchio della politica attuale.

23 maggio - lunedì

LA SICILIA

UNIVERSITÀ. Per il Cupa l'ennesima settimana di passione.
Consorzio universitario, potrebbe essere (l'ennesima) settimana decisiva.
Questa mattina, stando a quanto anticipato, gli studenti dovrebbero tenere una nuova assemblea durante la quale si dovrebbe iniziare a tracciare una linea comune in termini di proteste e manifestazioni in difesa del Cupa, condizionali sono d'obbligo, perché nono stante un "endorsement" assolutamente ufficioso da parte dei soggetti vicini all'attuale Amministrazione del Comune di Agrigento, numeri fin qui raccolti in termini di partecipazione sono stati assolutamente ridotti, o quantomeno neri bastevoli ad organizzare qua cosa che possa incidere in qualche modo nel dibattito attuale.
Venerdì, come noto. ci sarà la nuova assemblea dei soci, e allora sarà probabilmente il momento per tutti di mostrare le carte si scoprirà solo allora se l'ex Provincia è realmente nette condizioni di rientrare nella compagine societaria garantendo le 774mila euro di contributo ordinario. Se così non avverr4è altamente probabile che inizierà la "spartizione" delle quote societarie dell'ex Provincia tra nuovi soci che sarebbero pronti a bussare alla porta,
T sindaco di Agrigento, in tal sei si sarebbe infatti mosso moltissimo r queste settimane per cercare soprattutto partner privati che possano partecipare in terminì economici al tutto, cui Si aggiunge un'azione molto diretta e decisa nei confronti di Kore". Come da noi più volte anticipato, per la formazione d a)meno 2 corsi di aurea. L'altro Ateneo in discussione è quello di Tor Vergata, che sarebbe disponibile dì portare ad Agrigento almeno un corso. Insomma sembra proprio che idea sia quella di una Restaurazione", nel suo concetto storico.
Dell'idea di guardare ad altri li di" è sempre stata finora la Cisl, che con una nota del segretario provinciale Maurizio Saia ha spiegato di aver"sondato la disponibilità di diversi Atenei che hanno manifestato grande interesse a realizzare nuovi corsi di aurea ed aprire una nuova interlocuzione con il Cupa, pur chiedendo che il "nuovo corso dell'università deve vedere tutti remare neRa stessa direzione, mettendo da parte giochi di potere ed appropriazioni indebite di attenti, consorzi che sono propri della collettività e che appartengono solo al bene comune.

LIBERO CONSORZIO. Dopo le amministrative scatterà la corsa alla guida dell'ex Provincia regionale.
Sarà eletto un «supersindaco Via libera dalla Regione all'iter per indire consultazioni di «secondo livello
La direttiva è stata confermata alcuni giorni un incontro con l'assessore regionale agli Enti Locali, Luisa Lantieri: dopo le elezioni amministrative e l'insediamento delle nuove amministrazioni, i commissari delle ex Province regionali dovranno mettere in campo e procedure necessarie per procedere alle consultazioni di secondo livello che porteranno alla scelta dei presidenti dei Liberi consorzi. Il termine massimo in cui tutto dovrà compiersi è a metà di settembre.
Come noto, a votare dovranno essere i sindaci e i consiglieri comunali con un sistema di elezione cosiddetto "di secondo livello", con i primi cittadini dell'Agrigentino tutti potenziali candidati.
Del tema, va detto, si parla al mo mento molto poco e campagne elettorali non se ne vedono all'orizzonte Questo perché, fino ad oggi, si è nutrita una sostanziale diffidenza verso la riforma e la sua reale consistenza, anche in considerazione del ratto che già una volta tutto è stato rinviato ad un passo delle precedenti elezioni, quando, si ricorderà, vennero avanzate le candidature del sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, e di quello di Palma di Montechiaro, Pasquale Amato. Che I deputato Udc possa essere, ancora una volta, in predicato quantomeno come potenziale aspirante è praticamente certo: la posizione di Firetto è sempre stata la medesima, ovvero la naturale vocazione del sindaco del capoluogo ad esse- re anche a capo di un consorzio di comuni, un ente di area vasta. Ci sarebbe da capire, in caso di elezioni, cosa accadrebbe con il Cupa: usando una quantità robusta di se': Firetto tra quote del Comune e del Libero consorzio sarebbe il cosiddetto asso piglia tutto. Ad ogni modo, è alta mente probabile che vi sarà quanto- meno un altro candidato, che possa rappresentare la minoranza", anche se i nostri sindaci hanno già dimostrato di essere perfettamente in grado di spaccarsi e ricomporsi. É in base alle necessità quando si è trattato di eleggere i vertici dell'Assemblea territoriale idrica. L'attuale legge, tuttavia, favorisce i centri maggiori: la presidenza infatti sarà scelta dai sindaci e dai consiglieri del territorio attraverso il voto ponderato. ovvero il peso di ciascun lettore cambierà, cioè, in relazione alla popolazione complessiva del Comune di appartenenza. Quale ente ci si troverà ad amministrare è tutto un altro paio di mani che; con i precari in stato di agitazione perché ad un mese dal licenziamento e un bilancio alle porte del dissesto.
GIOACCHINO SCHICCHI

infoagrigento

Panepinto: Crocetta riunisca giunta ad Agrigento per affrontare vertenze territorio
"Il presidente Crocetta riunisca la giunta regionale ad Agrigento per affrontare, ci auguriamo finalmente in maniera risolutiva, le tante vertenze del territorio che invece di vedere una soluzione sembrano complicarsi sempre di più". Lo dice Giovanni Panepinto, vicepresidente del gruppo PD all'Ars.
"I punti alla voce 'Agrigento' nell'agenda del governo regionale sono diversi - prosegue Panepinto - penso innanzitutto alle Terme di Sciacca, al Consorzio Universitario, alla Italcementi o all'Italkali. Su queste ed altre vicende servono decisioni ferme e di prospettiva - conclude Panepinto - e serve innanzitutto un concreto segnale di attenzione da parte del presidente e della giunta".


Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO