/ Rassegna stampa » 2016 » Maggio » 24 » rassegna stampa del 24 maggio 2016
 

rassegna stampa del 24 maggio 2016

Sicilia24h
Cupa, dopo il recesso dell' ex Provincia, verso il nuovo Cda L' Assemblea dei Soci del Consorzio universitario di Agrigento ha recepito il recesso dell' ex Provincia da socio di maggioranza del Cupa. Venerdì prossimo, 27 maggio, si svolgerà un' altra riunione dell' Assemblea dei Soci, e, a meno di sorprese, l' Assemblea eleggerà il nuovo Consiglio d' amministrazione. Tra i papabili candidati alla presidenza del Consorzio universitario vi è Enzo Sardo, ex componente del Consiglio di amministrazione del Polo universitario, ex sindaco di Racalmuto e candidato non eletto alle amministrative del 2014.

LiveSicilia
ROMA NON TRASFERISCE I 500 MILIONI COMUNI A UN PASSO DAL DISASTRO Di Accursio Sabella
PALERMO - La Regione ha allargato le braccia. E ha sostanzialmente detto ai Comuni: "Vi dovevamo 340 milioni? Al momento possiamo darvi meno di un terzo di quella somma". Quanto basta per scatenare il caos. La lettera della Funzione pubblica ha raggiunto i 390 sindaci siciliani che adesso si trovano catapultati a un passo dal dissesto finanziario. Tutto per "colpa" di quell'accordo tra lo Stato e la Sicilia che ancora non arriva, a mesi dall'approvazione di una Finanziaria che "congelava" più di 500 milioni. Tra questi, oltre duecento milioni erano destinati ai Comuni. Soldi che, appunto, non sono stati ancora liberati. E così, l'assessore Lantieri ha dovuto arrendersi: "Al momento possiamo trasferire solo 105 milioni". Si tratta del cosiddetto Fondo perequativo comunale: in pratica, la somma che viene trasferita ogni anno dalla Regione ai singoli enti. Ne arrivreà meno di un terzo, se tutto andrà bene.
Un caos, appunto. Perché i Comuni, in queste condizioni, non sono in grado di chiudere i bilanci, già in ritardo di quasi un mese. E quindi di effettuare alcuna spesa. "Il sistema è imploso - la denuncia del vicepresidente dell'Anci, Paolo Amenta - a causa della superficialità e del pressapochismo". Nella nota della Regione, si fa riferimento a "notizie apprese" secondo cui quelle somme potrebbero essere liberate "nelle prossime settimane". Scadenza abbastanza vaga, a dire il vero. Sebbene i sindaci abbiano ricevuto informalmente rassicurazione sull'arrivo dei soldi entro luglio. Per questo motivo hanno lanciato un appello al ministro dell'Interno Angelino Alfano, per chiedere una proroga di tre mesi dei termini per l'approvazione dei bilanci. Il rischio, infatti, è che i Comuni si ritrovino "cornuti e mazziati": senza soldi per chiudere i conti, e magari commissariati proprio a causa dell'assenza dei bilanci.
"Le urgenze finanziarie - ha sottolineato nel documento inviato ad Alfano l'Ufficio di presidenza dell'Anci Sicilia - sono state rese insostenibili dai ritardi nell'erogazione delle risorse previste per i comuni e dalla reiterata inattività da parte della Regione che si giustifica rivendicando risorse nazionali. A questo si deve aggiungere la drammatica situazione dei precari, dei quali sembra che nessuno intenda occuparsi nonostante le soluzioni a costo zero presentate dall'AnciSicilia, di intesa con tutte le rappresentanze dei lavoratori, attraverso la conferma delle risorse regionali in progressiva riduzione di risorse per effetto del turn over nei comuni".
Perché insieme alla mancanza dei soldi, ecco l'altra "bomba a orologeria" che è già scattata nei Comuni siciliani: è quella degli oltre 15 mila precari che ad oggi non hanno alcuna certezza sulla loro stabilizzazione. E che rischiano di trovarsi in mezzo a una strada già alla fine di quest'anno. Anche per questo, centinaia di loro, domani, si ritroveranno di fronte al Teatro Politeama per una marcia di protesta. Nel frattempo, però, la stessa giornata di sciopero sta creando problemi enormi nei Comuni. Dove molti uffici resteranno chiusi, proprio a causa dell'assenza di questi precari storici che in alcune realtà rappresentano addirittura la metà dei dipendenti comunali.
E come se non bastasse, ecco l'altra emergenza all'orizzonte. Le difficoltà della liquidità regionale. Un problema che non consente i trasferimenti di quote di parte corrente relative al 2015 ai Comuni e che rischia di bloccare anche la raccolta dei rifiuti : non ci sono i soldi, infatti, per pagare le ditte che si occupano del servizio.
"La pesantezza della situazione delle amministrazioni locali - conclude l'Anci nella sua nota - non consente ulteriori temporeggiamenti e determina una condizione di elevato rischio di isolamento anche per quegli amministratori già fortemente esposti sui diversi versanti della legalità. Ancora una volta scegliamo un approccio istituzionale al fine di prevenire singole iniziative clamorose che ci troveremmo a dover sostenere".
Ma qualche iniziativa clamorosa potrebbe ugualmente arrivare. E presto. Anche perché la nota della Regione suggerisce agli enti di utilizzare lo stesso strumento usato in finanziaria: quello cioè di congelare le somme in attesa dell'ok da Roma. "Attenersi ai suggerimenti della Regione - spiega però Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell'Anci - significherebbe per la quasi totalità degli comuni dell'Isola dover deliberare il dissesto finanziario. Come è noto gli enti locali siciliani, a causa della loro scarsa capacità fiscale, dipendono ancora strutturalmente, rispetto al resto d'Italia, dal trasferimento di risorse regionali grazie al quale sono in condizione di erogare servizi ai cittadini. Ricordiamo che tali trasferimenti negli ultimi sei anni sono già stati drasticamente ridotti di oltre due terzi e rischiano oggi di essere quasi azzerati".
"Abbiamo da tempo formalmente sollevato dinanzi a tutte le istituzioni competenti, - aggiunge il presidente Orlando - il problema delle gravi criticità finanziarie in cui versano i nostri comuni. Da più parti sono stati sollevati dubbi con riferimento agli effetti della situazione siciliana sul contesto nazionale e rispetto al risultato delle elezioni amministrative. Da altri è stata sollevata la necessità che l'accordo tra Stato e Regione passi attraverso la complessa procedura costituzionale di modifica dello Statuto siciliano. Il tutto sembra, come abbiamo già denunciato, un inaccettabile e irresponsabile temporeggiamento le cui conseguenze - prosegue Orlando - si ripercuotono sulla tenuta sociale dei territori e sulla stessa incolumità degli amministratori. Di fronte alla odierna comunicazione della Regione e in mancanza di adeguati segnali istituzionali da parte delle autorità competenti, saremo costretti a denunciare le conseguenze di questa disastrosa situazione di calamità istituzionale alla magistratura ordinaria e alla stessa Corte dei Conti". È partita la guerra dei Comuni, stretti nella morsa di Palazzo Chigi e Palazzo d'Orleans. E giunti, adesso, a un passo dal fallimento.

LA SICILIA
LIBERO CONSORZIO. Il commissario straordinario Barberi ha approvato il bilancio consuntivo del 2015 Niente dissesto, ma manca poco Troppe uscite (specie per il personale), scarsissime entrate e ne! 2016 sarà durissima.
L'equilibrio per quest'anno c'è, ma le condizioni sono assolutamente drammatiche. Il commissario del Libero consorzio di Agrigento, Renato
Barberi. ha approvato nella giornata di ieri il bilancio consuntivo 2015 dell'ente, riuscendo appunto a "spuntar la", ma certificando comunque il fatto che l'ex Provincia si trova in una china assolutamente pericolosa.
L'ente di area vasta, infatti, ha attestato un disavanzo di poco superiore al milione e settecentomila euro (pro venti 34,385,123 euro; costi, 36.120.356 euro che si è riusciti a colmare con le risorse dell'avanzo di amministrazione che, però,sono ogni anno rosicchiate" per riuscire a raggiungere un equilibrio, dirigenti, tra 'altro,già per il bilancio 2014 evidenziato che questa modalità non
potrà essere ripetuta ad libitum, ma, a conti fatti, è attualmente l'unico mo do per raddrizzare la "barca». Quegli oltre 5smilionì costituiscono, del resto, un "tesoretto" che l'ente in so stanza non può spendere, perché rigidamente vincolato da specifiche noi me. Ad ogni modo l'Ente si è "portato
avanti", provvedendo a svincolare parte delle somme confluite nell'avanzo di amministrazione al fine di consentire ai futuri organi elettivi di programmare dette spese compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica».
Tra le criticità che emergono dalla lettura del conto economico, l'enorme spesa per il personale, che oggi ammonta a quasi 20 milioni di euro a fronte di uscite complessive per 36 milioni. La situazione più grave,alme no in prospettiva, deriva comunque dal fatto che l'ex Provincia ha sforato il patto di stabilità interna, soprattutto a causa dell'obbligo di garantire il trasferimento allo stato di 7 milioni e mezzo di euro per 112015. Un contributo che ne 2016 si raddoppierà, con la conseguenza di un possibile deficit già previsto per lEnte di non meno di otto milioni di euro, Il violare il vincolo su rapporto spese-entrate comporterà delle sanzioni. Tra queste, il divieto assoluto di procedure di assunzione, un terzo massimo alla spesa corrente per il 2016, che non può superare la media della spesa corrente nel triennio 2013/2015 (significa quindi che si dovrà, per quanto possibile, contrarre ulteriormente ogni spesa per servizi) e l'obbligo di restituire allo Stato l'importo pari allo sforamento che, fortunatamente, ammonta a poco più di 7 milioni euro.
L'ente, tuttavia. Non è al momento a rischio dissesto. Sì perché nonostante tutto, non vi è una certificazione della presenza delle cosiddette "condizioni strutturalmente deficitarie, almeno ai sensi di quanto prevede il Ministero dell'Interno. Saranno probabilmente contenti di conoscere questi aspetti (permetterci l'ironia) gli oltre 120 precari dell'Ente ai quali, come noto, dai primi di luglio non sarà prorogato il contratto Per loro non c'è copertura finanziaria nè, ad oggi,una prospettiva di soluzione.
G. SCHICCHI

STUDENTI DEL CUPA PROTAGONISTI GIOVEDÌ DI UNA PARTICOLARE PROTESTA
Piazza Cavour aula magna per un giorno.
g.s.) L'università scende in piazza. Letteralmente.
Giovedì prossimo gli studenti del Cupa sposteranno le lezioni in piazza Cavour, al viale della Vittoria, come forma di sensibilizzazione verso il destino. sempre più in certo, nel quale è precipitato il Consorzio. Dopo le assemblee dei giorni scorsi si è così deciso di dare vita ad un evento pubblico nella speranza che questo basti per sollecitare chi di dovere a tornare sui propri passi. Partendo dal Libero Consorzio di Agrigento, incapace di rientrare nella compagine societaria anche con un atto a parametro zero", come quello firmato ad esempio dall'ex Provincia di Caltanissetta, e quindi messo alla porta dai soci fondatori superstiti, in particolar modo dal Comune di Agrigento, molto Incisivo" nel ricordare all'ente di area vasta i propri doveri. Stando a quanto annunciato dal commissario Renato Barberi venerdì scorso, comunque. oggi ci dovrebbe essere da parte della Regione la garanzia delle coperture economiche. Vedremo. Intanto, come più volte anticipato, continua la caccia ai privati che possano sostenere i costi del Consorzio, e, soprattutto, coprire la quota sociale dell'ex Provincia: 774mila euro. Poche le garanzie che possono essere offerte in questo momento e una certezza: i 200mila euro complessivi di Comune e Camera di consorzio sono meno di quanto serva, ad esempio, per pagare il solo personale.
Rispetto alla protesta, pare che al momento vi sia già la certezza della presenza del corso di Architettura. con tanto di docenti al seguito.

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO