Sicilia24h
Cupa, dopo il recesso dell' ex
Provincia, verso il nuovo Cda
L' Assemblea dei Soci del Consorzio
universitario di Agrigento ha recepito il recesso dell' ex
Provincia da socio di maggioranza del Cupa. Venerdì prossimo, 27
maggio, si svolgerà un' altra riunione dell' Assemblea dei Soci,
e, a meno di sorprese, l' Assemblea eleggerà il nuovo Consiglio d'
amministrazione. Tra i papabili candidati alla presidenza del
Consorzio universitario vi è Enzo Sardo, ex componente del Consiglio
di amministrazione del Polo universitario, ex sindaco di Racalmuto e
candidato non eletto alle amministrative del 2014.
LiveSicilia
ROMA NON TRASFERISCE I 500 MILIONI
COMUNI A UN PASSO DAL DISASTRO
Di Accursio Sabella
PALERMO - La Regione ha allargato le
braccia. E ha sostanzialmente detto ai Comuni: "Vi dovevamo 340
milioni? Al momento possiamo darvi meno di un terzo di quella somma".
Quanto basta per scatenare il caos. La lettera della Funzione
pubblica ha raggiunto i 390 sindaci siciliani che adesso si trovano
catapultati a un passo dal dissesto finanziario. Tutto per "colpa"
di quell'accordo tra lo Stato e la Sicilia che ancora non arriva, a
mesi dall'approvazione di una Finanziaria che "congelava" più di
500 milioni. Tra questi, oltre duecento milioni erano destinati ai
Comuni. Soldi che, appunto, non sono stati ancora liberati. E così,
l'assessore Lantieri ha dovuto arrendersi: "Al momento possiamo
trasferire solo 105 milioni". Si tratta del cosiddetto Fondo
perequativo comunale: in pratica, la somma che viene trasferita ogni
anno dalla Regione ai singoli enti. Ne arrivreà meno di un terzo, se
tutto andrà bene.
Un caos, appunto. Perché i Comuni, in
queste condizioni, non sono in grado di chiudere i bilanci, già in
ritardo di quasi un mese. E quindi di effettuare alcuna spesa. "Il
sistema è imploso - la denuncia del vicepresidente dell'Anci,
Paolo Amenta - a causa della superficialità e del pressapochismo".
Nella nota della Regione, si fa riferimento a "notizie apprese"
secondo cui quelle somme potrebbero essere liberate "nelle prossime
settimane". Scadenza abbastanza vaga, a dire il vero. Sebbene i
sindaci abbiano ricevuto informalmente rassicurazione sull'arrivo dei
soldi entro luglio. Per questo motivo hanno lanciato un appello al
ministro dell'Interno Angelino Alfano, per chiedere una proroga di
tre mesi dei termini per l'approvazione dei bilanci. Il rischio,
infatti, è che i Comuni si ritrovino "cornuti e mazziati": senza
soldi per chiudere i conti, e magari commissariati proprio a causa
dell'assenza dei bilanci.
"Le urgenze finanziarie - ha
sottolineato nel documento inviato ad Alfano l'Ufficio di presidenza
dell'Anci Sicilia - sono state rese insostenibili dai ritardi
nell'erogazione delle risorse previste per i comuni e dalla reiterata
inattività da parte della Regione che si giustifica rivendicando
risorse nazionali. A questo si deve aggiungere la drammatica
situazione dei precari, dei quali sembra che nessuno intenda
occuparsi nonostante le soluzioni a costo zero presentate
dall'AnciSicilia, di intesa con tutte le rappresentanze dei
lavoratori, attraverso la conferma delle risorse regionali in
progressiva riduzione di risorse per effetto del turn over nei
comuni".
Perché insieme alla mancanza dei
soldi, ecco l'altra "bomba a orologeria" che è già scattata nei
Comuni siciliani: è quella degli oltre 15 mila precari che ad oggi
non hanno alcuna certezza sulla loro stabilizzazione. E che rischiano
di trovarsi in mezzo a una strada già alla fine di quest'anno. Anche
per questo, centinaia di loro, domani, si ritroveranno di fronte al
Teatro Politeama per una marcia di protesta. Nel frattempo, però, la
stessa giornata di sciopero sta creando problemi enormi nei Comuni.
Dove molti uffici resteranno chiusi, proprio a causa dell'assenza di
questi precari storici che in alcune realtà rappresentano
addirittura la metà dei dipendenti comunali.
E come se non bastasse, ecco l'altra
emergenza all'orizzonte. Le difficoltà della liquidità regionale.
Un problema che non consente i trasferimenti di quote di parte
corrente relative al 2015 ai Comuni e che rischia di bloccare anche
la raccolta dei rifiuti : non ci sono i soldi, infatti, per pagare le
ditte che si occupano del servizio.
"La pesantezza della situazione delle
amministrazioni locali - conclude l'Anci nella sua nota - non
consente ulteriori temporeggiamenti e determina una condizione di
elevato rischio di isolamento anche per quegli amministratori già
fortemente esposti sui diversi versanti della legalità. Ancora una
volta scegliamo un approccio istituzionale al fine di prevenire
singole iniziative clamorose che ci troveremmo a dover sostenere".
Ma qualche iniziativa clamorosa
potrebbe ugualmente arrivare. E presto. Anche perché la nota della
Regione suggerisce agli enti di utilizzare lo stesso strumento usato
in finanziaria: quello cioè di congelare le somme in attesa dell'ok
da Roma. "Attenersi ai suggerimenti della Regione - spiega però
Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell'Anci -
significherebbe per la quasi totalità degli comuni dell'Isola dover
deliberare il dissesto finanziario. Come è noto gli enti locali
siciliani, a causa della loro scarsa capacità fiscale, dipendono
ancora strutturalmente, rispetto al resto d'Italia, dal trasferimento
di risorse regionali grazie al quale sono in condizione di erogare
servizi ai cittadini. Ricordiamo che tali trasferimenti negli ultimi
sei anni sono già stati drasticamente ridotti di oltre due terzi e
rischiano oggi di essere quasi azzerati".
"Abbiamo da tempo formalmente
sollevato dinanzi a tutte le istituzioni competenti, - aggiunge il
presidente Orlando - il problema delle gravi criticità finanziarie
in cui versano i nostri comuni. Da più parti sono stati sollevati
dubbi con riferimento agli effetti della situazione siciliana sul
contesto nazionale e rispetto al risultato delle elezioni
amministrative. Da altri è stata sollevata la necessità che
l'accordo tra Stato e Regione passi attraverso la complessa procedura
costituzionale di modifica dello Statuto siciliano. Il tutto sembra,
come abbiamo già denunciato, un inaccettabile e irresponsabile
temporeggiamento le cui conseguenze - prosegue Orlando - si
ripercuotono sulla tenuta sociale dei territori e sulla stessa
incolumità degli amministratori. Di fronte alla odierna
comunicazione della Regione e in mancanza di adeguati segnali
istituzionali da parte delle autorità competenti, saremo costretti a
denunciare le conseguenze di questa disastrosa situazione di calamità
istituzionale alla magistratura ordinaria e alla stessa Corte dei
Conti". È partita la guerra dei Comuni, stretti nella morsa di
Palazzo Chigi e Palazzo d'Orleans. E giunti, adesso, a un passo dal
fallimento.
LA SICILIA
LIBERO CONSORZIO. Il commissario
straordinario Barberi ha approvato il bilancio consuntivo del 2015
Niente dissesto, ma manca poco
Troppe uscite (specie per il personale), scarsissime entrate e ne!
2016 sarà durissima.
L'equilibrio per quest'anno c'è,
ma le condizioni sono assolutamente drammatiche. Il commissario del
Libero consorzio di Agrigento, Renato
Barberi. ha approvato nella giornata di
ieri il bilancio consuntivo 2015 dell'ente, riuscendo appunto a
"spuntar la", ma certificando comunque il fatto che l'ex
Provincia si trova in una china assolutamente pericolosa.
L'ente di area vasta, infatti, ha
attestato un disavanzo di poco superiore al milione e settecentomila
euro (pro venti 34,385,123 euro; costi, 36.120.356 euro che si è
riusciti a colmare con le risorse dell'avanzo di amministrazione
che, però,sono ogni anno rosicchiate" per riuscire a raggiungere
un equilibrio, dirigenti, tra 'altro,già per il bilancio 2014
evidenziato che questa modalità non
potrà essere ripetuta ad libitum, ma,
a conti fatti, è attualmente l'unico mo do per raddrizzare la
"barca». Quegli oltre 5smilionì costituiscono, del resto, un
"tesoretto" che l'ente in so stanza non può spendere, perché
rigidamente vincolato da specifiche noi me. Ad ogni modo l'Ente si
è "portato
avanti", provvedendo a svincolare
parte delle somme confluite nell'avanzo di amministrazione al fine
di consentire ai futuri organi elettivi di programmare dette spese
compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica».
Tra le criticità che emergono dalla
lettura del conto economico, l'enorme spesa per il personale, che
oggi ammonta a quasi 20 milioni di euro a fronte di uscite
complessive per 36 milioni. La situazione più grave,alme no in
prospettiva, deriva comunque dal fatto che l'ex Provincia ha
sforato il patto di stabilità interna, soprattutto a causa
dell'obbligo di garantire il trasferimento allo stato di 7 milioni
e mezzo di euro per 112015. Un contributo che ne 2016 si raddoppierà,
con la conseguenza di un possibile deficit già previsto per lEnte di
non meno di otto milioni di euro, Il violare il vincolo su rapporto
spese-entrate comporterà delle sanzioni. Tra queste, il divieto
assoluto di procedure di assunzione, un terzo massimo alla spesa
corrente per il 2016, che non può superare la media della spesa
corrente nel triennio 2013/2015 (significa quindi che si dovrà, per
quanto possibile, contrarre ulteriormente ogni spesa per servizi) e
l'obbligo di restituire allo Stato l'importo pari allo sforamento
che, fortunatamente, ammonta a poco più di 7 milioni euro.
L'ente, tuttavia. Non è al momento a
rischio dissesto. Sì perché nonostante tutto, non vi è una
certificazione della presenza delle cosiddette "condizioni
strutturalmente deficitarie, almeno ai sensi di quanto prevede il
Ministero dell'Interno. Saranno probabilmente contenti di conoscere
questi aspetti (permetterci l'ironia) gli oltre 120 precari
dell'Ente ai quali, come noto, dai primi di luglio non sarà
prorogato il contratto Per loro non c'è copertura finanziaria nè,
ad oggi,una prospettiva di soluzione.
G. SCHICCHI
STUDENTI DEL CUPA PROTAGONISTI
GIOVEDÌ DI UNA PARTICOLARE PROTESTA
Piazza Cavour aula magna per un
giorno.
g.s.) L'università scende in piazza.
Letteralmente.
Giovedì prossimo gli studenti del Cupa
sposteranno le lezioni in piazza Cavour, al viale della Vittoria,
come forma di sensibilizzazione verso il destino. sempre più in
certo, nel quale è precipitato il Consorzio. Dopo le assemblee dei
giorni scorsi si è così deciso di dare vita ad un evento pubblico
nella speranza che questo basti per sollecitare chi di dovere a
tornare sui propri passi. Partendo dal Libero Consorzio di Agrigento,
incapace di rientrare nella compagine societaria anche con un atto a
parametro zero", come quello firmato ad esempio dall'ex Provincia
di Caltanissetta, e quindi messo alla porta dai soci fondatori
superstiti, in particolar modo dal Comune di Agrigento, molto
Incisivo" nel ricordare all'ente di area vasta i propri doveri.
Stando a quanto annunciato dal commissario Renato Barberi venerdì
scorso, comunque. oggi ci dovrebbe essere da parte della Regione la
garanzia delle coperture economiche. Vedremo. Intanto, come più
volte anticipato, continua la caccia ai privati che possano sostenere
i costi del Consorzio, e, soprattutto, coprire la quota sociale
dell'ex Provincia: 774mila euro. Poche le garanzie che possono
essere offerte in questo momento e una certezza: i 200mila euro
complessivi di Comune e Camera di consorzio sono meno di quanto
serva, ad esempio, per pagare il solo personale.
Rispetto alla protesta, pare che al
momento vi sia già la certezza della presenza del corso di
Architettura. con tanto di docenti al seguito.