Giornale di sicilia
«CONTROLLI CARENTI NEGLI UFFICI
PUBBLICI cOSì LA CORRUZIONE CONTINUA A DILAGARE»
Il panorama è generalmente desolante.
Emerge una situazione di diffusa inadeguatezza dei sistemi di
controllo interno o di mancato funzionamento di quelli istituiti»:
Maurizio Graffeo, presidente della sezione di Controllo della Corte
dei Conti rilancia l'allarme sul dilagare della corruzione nelle
amministrazioni pubbliche e sulle carenze che la favoriscono. Un
allarme rilanciato al seminario «Pubblica Amministrazione in
cammino: Etica e Legalità» organizzato dal Lions Club Palermo Host
e dalla Regione.
Presidente, cosa non funziona nei
sistemi di contrasto alla corruzione nel settore pubblico?
«Io inizierei dal pormi alcune
domande. La premessa è: alla Regione e nelle altre amministrazioni
pubbliche c'è un piano anticorruzione, però viene fuori che la
corruzione c'è ugualmente. Dunque la conseguenza è che il sistema
viene utilizzato male o non è all'altezza di intercettare
all'origine fenomeni di corruzione. Oppure il problema è in chi
gestisce o attua questi sistemi anti-corruzione». L'azione
della Corte dei Conti può prevenire fenomeni corruttivi, avete gli
strumenti?
«Dopo tangentopoli furono eliminati
quasi tutti i controlli preventivi. Oggi però, con il susseguirsi di
scandali con cadenza quasi giornaliera, non sembra che la
soppressione dei controlli abbia contribuito a ostacolare i fenomeni
corruttivi. Il controllo preventivo esercitato dalla Corte dei Conti
comunque è oggi limitato a pochissime materie: ad esempio in Sicilia
ai soli fondi comunitari. La Corte, comunque, sulla gestione delle
amministrazioni pubbliche effettua anche la verifica del
funzionamento dei controlli interni delle varie amministrazioni
pubbliche».
E che risultati avete avuto da
questi controlli interni?
«Il panorama è generalmente
desolante. Emerge una situazione di diffusa inadeguatezza dei sistemi
di controllo interno o di mancato funzionamento di quelli istituiti.
La progettazione e l'attuazione di tali sistemi rientrano nella
responsabilità dei dirigenti politici e amministrativi. Appare,
pertanto, incomprensibile lo stupore che si legge nei visi di tali
soggetti quando nel loro ente o ufficio si verifica una frode o un
evento corruttivo. Nessuno è esente da responsabilità, neppure i
politici».
Quali sono le carenze più rilevanti
dei sistemi di prevenzione alla Regione?
«Non c'è alcun segnale che alla
Regione venga attuato il controllo di gestione sui costi e quello
strategico. E non va dimenticato che manca ancora un organismo di
verifica delle performance dei dirigenti, malgrado sia stato fatto un
bando da due anni per selezionarne i membri».
Come diceva lei, con frequenza quasi
quotidiana emergono gravi episodi di corruzione nella pubblica
amministrazione, a tutti i livelli, politici ed amministrativi. La
Corte dei Conti che competenze ha in materia?
«Sul cancro della corruzione è
necessario richiamare l'energico intervento del Presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, che ha chiamato a raccolta tutti gli
italiani. Ciò premesso, nell'attività di contrasto la
giurisdizione contabile svolge un ruolo nevralgico. Oltre ai fenomeni
di malaffare presso le amministrazioni pubbliche (Stato, Regioni,
Comuni), si pensi anche a quelli accertati presso altre realtà
organizzative, quali le società partecipate, più permeabili agli
interessi criminali a causa dei minori vincoli pubblicistici.
Occorre, però, segnalare criticamente che dal 2009 la funzione di
deterrenza della Corte dei Conti è stata limitata dal cosiddetto
lodo Bernardo, che pone limiti alle istruttorie di competenza delle
nostre Procure Regionali».
Quindi è anche la legislazione
recente a frenare l'attività di repressione della corruzione?
«Nei fatti è così, anche se occorre sottolineare come, proprio il
lodo Bernardo abbia introdotto una significative novità: il pubblico
dipendente che denuncia condotte illecite di cui è a conoscenza, non
può essere sanzionato o comunque discriminato per effetto della
stessa denuncia».
Poco fa parlavamo di carenze nei
sistemi di controllo. È tutto attribuibile a questo problema o c'è
dell'altro?
In generale non si può non rimarcare
un calo dell'etica pubblica evidente. Poi ci sono procedure
amministrative farraginose: un eccesso di visti e autorizzazioni che
sono terreno fertile per la corruzione. Direi che ci sono procedure
amministrative quasi costruite per alimentare la corruzione. Un buon
amministratore dovrebbe iniziare dal mappare i rischi e proseguire
col pianificare le azioni di prevenzione. L'attività di controllo
costituisce il primo antidoto contro il malaffare amministrativo.
Vorrei ricordare un recente intervento del Presidente della Corte dei
Conti, Squitieri, il quale ha rimarcato, testualmente, l'importanza
di "una strategia di prevenzione generale del fenomeno della
corruzione».
La sezione di Controllo, che lei
presiede, sta mettendo in campo nuove azioni?
«Fermo restando che perfezioneremo
ulteriormente le tecniche di verifica dei sistemi di controllo
interno della Regione e degli enti locali nonché delle società
partecipate, ricorfedo che il seminario dei Lions ha fatto incontrare
allo stesso tavolo me con il collega Petralia, Procuratore aggiunto a
Palermo. Naturalmente i rapporti privilegiati in materia riguardano
le due Procure, quella della Repubblica e quella regionale della
Corte dei conti, ma i compiti di prevenzione affidati dalla legge
alla sezione di Controllo mi hanno spinto a chiedere al collega di
instaurare un rapporto più strutturato con la Procura della
Repubblica tramite, ad esempio, seminari a porte chiuse tra i
magistrati dei due uffici al fine di realizzare un efficace scambio
di esperienze».
.Cupa: la parola al sindaco Lillo
Firetto.
Dopo il rientro in società della
Camera di commercio, che ha deliberato nonostante il parere contrario
del segretario generale dell'ente, si apre una settimana intensa
che vedrà all'opera il sindaco di Agrigento nella sua nuova veste
di rappresentante del socio di maggioranza, cioè il Comune
capoluogo. Firetto sembra avere le idee molto chiare. Ma oltre alle
idee ci vogliono i soldi. Mancano 774 mila euro che rappresentano la
somma che approntava prima l'ex Provincia, oggi fuori dal
consorzio. Ma pronta a rientrare, si dice. Ma intanto si perde tempo
prezioso. Firetto dal canto suo gioca una partita importante,
l'insuccesso lo metterebbe in serio imbarazzo politico. Ecco perché
lui spinge e spingerà in tutte le direzioni per fare in modo che il
sogno degli studenti non si spenga per sempre, quello cioè di avere
la possibilità di laurearsi a 100 metri da casa propria. Firetto ha
già avuto contatti con le università private Kore di Enna e Tor
Vergata di Roma e vorrebbe liquidarsi l'ateneo di Palermo. Troppo
caro e troppo esigente. Intanto Massimo Raso, segretario generale
della Cgil si esprime sulla decisione della camera di commercio di
rientrare nel Cupa. «Ho partecipato - dice - insieme ad una
delegazione di studenti alla riunione del Consiglio Camerale ed ho
condiviso l'approdo cui è pervenuto: noi ci siamo, ma pretendiamo
chiarezza. L'ex Provincia deve esserci alla luce della
pubblicazione della legge regionale stralcio che ci mette i soldi,
così come devono starci Comune e Camera di Commercio, ma io dico
anche tutti gli altri Comuni ed il fiore della Imprenditoria Locale:
quella che sogniamo è una Università che serve al territorio ed
alla sua economia, un formidabile motore di sviluppo e futuro. La
testa ed il cuore devono essere di questo territorio e devono
"tifare" per il territorio: mai più "agenti" in
missione per Unipa! Anche rapporto con Unipa va rivisitato: occorre
guardare altrove, ad Università che oggi attirano enormi quote di
giovani: Bologna, Pisa, Roma, Siena. Occorre al più presto
restituire serenità ed un progetto, altrimenti il Cupa salta lo
stesso per la fuga degli studenti». Ed aggiunge: «Non da ora
diciamo che occorre che tutti gli attori di questa vicenda giochino
"a carte scoperte". Deleterio è stato il ruolo della
Regione cui il "diritto allo studio" sembra non
interessare, vergogna doppia visto il ruolo che in questa vicenda
hanno giocato Deputati ed Assessori Agrigentini: un'attenzione
diversa avrebbe impedito di perdere i corsi di laurea che Unipa ha
cancellato. La Cgil - conclude il segretario generale della
provincia di Agrigento, Massimo Raso -, auspicabilmente insieme a
Cisl e Uil continuerà a seguire la vicenda ed a spingere per
soluzioni positive per gli studenti le loro famiglie ed i 15
dipendenti del Cupa». (*PAPI*)
.Ultimi giorni di campagna
elettorale per le amministrative del 5 giugno che interesseranno 4
Comuni della provincia di Agrigento.
Saranno eletti i nuovi sindaci e sarà
rinnovato il consiglio comunale a Favara, Porto Empedocle, Canicattì
e Montevago. A Favara i candidati a sindaco sono 7: Antonio Valenti
con Rivoluzione cristiana. Poi Gaetano Airò sostenuto dalle liste
Insieme a Gaetano Airò, Favara Domani e Favara Riparte. Ancora
Gabriella Bruccoleri sostenuta da Partito Democratico, Favara
Popolare e Uniti per Favara. C'è anche Antonio Palumbo con Favara
per i beni comuni. Poi Anna Alba del Movimento 5 Stelle. Gerlando
Nobile con Noi amiamo Favara. E poi Angelo Messinese con Pdr -
Sicilia Futura. A Porto Empedocle i candidati a sindaco sono 6:
Orazio Guarraci, ex sindaco ed ex consigliere provinciale, sostenuto
dalle liste Partito democratico, Sicilia Futura, Vertenza Porto
Empedocle e Guarraci sindaco. Poi Paolo Ferrara con Rivoluzione
Democratica. Gianni Hamel con Cambiamo Rotta. Calogero Martello
sostenuto da Partito Socialista, Udc e due liste civiche. Poi Andrea
Sallì con Città Nuova. E Ida Carmina del Movimento 5 Stelle. A
Canicattì si registra l'en plein con ben 9 aspiranti sindaco: Ivan
Paci sostenuto dalle liste Canicattì Riparte, Paci Sindaco, e Nuova
Canicattì. Angelo Caico con l'Udc. Ettore Di Ventura con Partito
democratico, Uniti per Canicattì e Soprattutto Canicattì. Gaetano
Rizzo con Sicilia Futura e Un passo avanti. Ci riprova Antonio
Scrimali con la lista civica "Con Scrimali per Canicattì".
Scrimali è stato sindaco della città dell'Uva Italia nel 2000.
Poi Salvatore Polizzi con "Patto per Canicattì". Ed ancora
Gioacchino Asti con "I Canicattinesi - Asti Sindaco" e "Fare
con Tosi". L'ex consigliere provinciale Giovanni Salvaggio, che
di mestiere fa l'avvocato, si presenta con la lista "Canicattì
Unica". Ed infine Sandro Marchese Ragona con il Movimento 5 Stelle.
A Montevago i candidati a sindaco sono due: l'uscente Calogero
Impastato con "Uniti per crescere", e la deputata regionale
dell'Udc Margherita La Rocca Ruvolo con "Montevago Popolare".
Le Elezioni Amministrative 2016 si terranno domenica 5 giugno. Si
voterà un solo giorno, dalle ore 7 alle 23. Il turno di ballottaggio
è previsto per il 19 giugno. La campagna elettorale è stata
sottotono e la partita si sta giocando a colpi di porta a porta e
volantinaggio. Dagli organi di polizia arriva l'invito ai candidati
di evitare di affiggere manifesti elettorali al di fuori dagli spazi
previsti dalla legge. Un'attività di prevenzione che viene svolta
dal commissariato di pubblica sicurezza di Canicattì, che in una
seconda fase procederà all'elevazione di pesanti sanzioni. La
legge in materia di pubblicità elettorale, la numero 212 del 56
all'articolo 8 infatti stabilisce una multa da 1.000 euro da
infliggere a chi usa spazi impropri per la propaganda elettorale.
Pochi i comizi. E soprattutto scarsa o quasi inesistente la presenza
di big della politica nazionale. Tranne rare eccezioni non si sono
visti i leader dei partiti nazionali. Però è anche vero che in
queste elezioni sono pochi i simboli dei partiti che compaiono sulla
scheda elettorale. Le altre sono tutte liste civiche. "Scorrendo le
liste dei candidati nei Comuni siciliani chiamati al voto in
primavera ci sono due dati che saltano agli occhi, innanzitutto una
impressionante proliferazione di liste civiche, che conferma la
difficoltà di rappresentanza dei partiti tradizionali e la
disaffezione della gente, e poi l'assenza della coalizione di governo
che sostiene Crocetta, che infatti non viene riproposta unita in
nessuna delle realtà locali - sostiene in una nota Giusi Savarino,
portavoce di Diventerà Bellissima. "Se da un lato dunque i partiti
non hanno avuto capacità di ascolto e sintesi - continua l'ex
deputato regionale - spesso addirittura assistiamo a candidature di
uno stesso partito antagoniste". (*PAPI*)
28 maggio - sabato
sicilia24h
Forza Italia Giovani su Camera
Commercio e Cupa
Il coordinamento provinciale di Forza
Italia Giovani di Agrigento, tramite la coordinatrice, Lilly Di Nolfo
(nella foto), esprime apprezzamento a seguito della conferma da parte
della Camera di Commercio di Agrigento dell' adesione societaria e
del contributo annuale a favore del Consorzio universitario di
Agrigento. Lilly Di Nolfo afferma : "Rivolgiamo un doveroso plauso
alla coerenza e alla costanza testimoniate dalla Camera di Commercio
e dal suo presidente, Vittorio Messina, a sostegno del diritto allo
studio degli agrigentini. Stigmatizziamo ancora una volta il
comportamento dell' ex Provincia, e quindi anche della Regione, che
hanno invece confermato indifferenza e disinteresse verso il
territorio agrigentino e le sue legittime istanze di sviluppo e di
progresso. Sosteniamo con forza il nuovo percorso in prospettiva
tracciato dai soci del Consorzio universitario, verso l'apertura ai
privati e a quanti siano interessati a investire nel capitale umano e
culturale rappresentato dai nostri giovani, scongiurando il rischio
della chiusura del Cupa che provocherebbe l'emarginazione
definitiva e irrimediabile della nostra provincia".
29 maggio - domenica
LA SICILIA
LA PRIMA VOLTA DI UN PRESIDENTE A
LAMPEDUSA
Mattarella il 3 giugno inaugurerà
il Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo.
Il Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella sarà nella più grande delle isole Pelagie nel pomeriggio
di venerdì prossimo 3 giugno. Sarà la prima visita di LuI capo
dello Stato italiano nel Lembo di terra più a sud del bel paese, da
sempre in prima linea sul fronte dell'emergenza immigrazione.
E la visita ufficiale del Presidente -
breve, ma certamente dall'alto valore simbolico - è strettamente
cor velata proprio alle tematiche dell'accoglienza verso coloro i
quali si mettono in viaggio rischiando la vita. Mattarella sarà
ovviamente l'ospite donare della cerimonia inaugurale del Museo
della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo, realizzato al primo
piano dello stabile che accoglierà il Museo Archeologico aperto
nell'isola. Ad accogliere il Presidente della Repubblica sarà
ovviamente la sindaco Giusi Nicolini e il prefetto di Agrigento
Nicola Diomede. Al momento da chi cura il cerimoniale del capo dello
Stato non filtrano dettagli particolari sul la visita, anche se è
sicuro che Mattarella giungerà intorno alle 15, si recherà nella
Porta d' per poi prendere parte alla cerimonia d'inaugurazione
del Museo. Non sono previsti - al momento - particolari ulteriori su
quello che ha tanto le sembianze di un blitz. Un blitz che però cade
in un momento storico sul fronte del contrasto all'immigrazione
clandestina, ma soprattutto sull'innalzamento dell'impegno sul
fronte dell'accoglienza. Mattarella inaugurerà un Museo nel quale
verranno esposte fino al prossimo ottobre oggetti di preghiera
utilizzati da vari popoli che s'affacciano sul Mediterraneo, foto
di grandi professionisti capaci di immortalare episodi ed espressioni
di gente in fuga da guerre e carestia. Verrà esposta anche la prima
antenna utilizzata da Guglielmo Marconi e l'Amorino Dormiente del
Caravaggio. Ad arricchire il museo anche opere «prestate dal Museo
del Bardo di Tunisi, segnato l'anno scorso dall'attentato
terroristico di cui ancora la capitale tunisina porta le tracce. Ma
altre opere d'arte giungeranno dagli Uffizi di Firenze, colpiti nel
1993 dal terrorismo mafioso di quegli anni insanguinati. Ecco perché
il presidente della Re pubblica non ha esitato ad accogliere l'invito
rivoltogli dal Comune isolano a recarsi un una realtà che, oltre a
quelle quotidiane della pro pria gente, è sempre sulla ribalta
internazionale. Facile immaginare il flusso di autorità in arrivo a
Lampedusa il prossimo 3 giugno.
Una massa di persone e mezzi che ha
spinto l'amministrazione comunale a noleggiare per alcune ore il
servizio di rimozione dei veicoli offerto da una ditta di Agrigento,
veicoli che saranno trovati in di vieto di sosta o in aree vietate.
In ballo ci sarà non solo la fluidità del la viabilità isolana, ma
soprattutto la sicurezza. Da ricordare come luI timo Presidente della
Repubblica a mettere piede sul suolo della Provincia di Agrigento sia
stato esatta mente sette anni fa Giorgio Napolitano. Il predecessore
di Mattarella si recò ad Agrigento e soprattutto a Racalmuto,
onorando anche con una visita al cimitero la memoria di Leonardo
Sciascia.
30 maggio - lunedì
AGRIGENTOOGGI
Agrigento, La Camera di Commercio
rientra nel CUPA
La Camera di commercio rientra nel
"Cupa" nonostante il parere negativo preannunciato dal segretario
generale dell'ente a causa della situazione economica che si
registra con un bilancio in disavanzo. Nonostante tutto, però, il
consiglio camerale, presieduto da Vittorio Messina, si è assunto la
responsabilità dell'atto votato a maggioranza che prevede lo
stanziamento di 50 mila euro per contribuire alle spese di gestione
del Consorzio universitario della provincia di Agrigento. Il Cupa
quindi "respira" e dopo la fuoriuscita dell'ex Provincia che
sembrava aver dato la mazzata finale al Polo universitario, grazie
alla Camera di commercio spera di poter continuare ad esistere. «Il
consiglio camerale - dice il presidente Vittorio Messina - ha
stabilito di rientrare nel Cupa, ma ha posto delle condizioni ben
precise. Innanzitutto bisogna interloquire con il nuovo socio di
maggioranza (cioè il Comune di Agrigento) e verificare il progetto
futuro ed il piano di sostenibilità economico - finanziaria».
LiveSicilia
REGIONE, ASSUNZIONI E MILIARDI
È GIÀ TEMPO DI ELEZIONI
di Accursio Sabella
Dal Patto per il Sud alla Formazione
e alla Sanità, tanti soldi e promesse di lavoro potrebbero riavviare
presto la macchina elettorale.
PALERMO - Questa potrebbe essere la
settimana decisiva. Anche perché è la settimana più utile. A
fornire un po' di carburante a clientes e militanti vari, in vista
delle elezioni amministrative siciliane. Questa settimana, quasi
certamente, arriverà il definito ok al "Patto per il Sud",
declinato nella versione del "Patto per la Sicilia". Mentre da
Roma dovrebbero giungere i tanto attesi e annunciati (da tempo) 550
milioni con i quali garantire un futuro, seppur a breve termine, a
Comuni, Province, precari, enti regionali. A circa cinquantamila
siciliani.
Insomma, ballano qualcosa come tre
miliardi, tra progetti da finanziare e casse da rimpinguare. È già
partita, in pratica, la macchina elettorale che ci accompagnerà fino
alle prossime competizioni regionali e politiche. "No alle scelte
clientelari". Così il presidente della commissione bilancio
Vincenzo Vinciullo, senza troppi fronzoli, toglieva il velo pochi
giorni fa dal Patto per la Sicilia: 2,32 miliardi di euro già
suddivisi per macro-aree. Quali Comuni e quali progetti verranno
finanziati? L'elenco è stato coperto per giorni da qualcosa che
somiglia a un segreto di Stato. Ed è stato oggetto di revisioni e
manomissioni varie. Di liti in giunta e proteste dell'Ars, dove la
lista dei progetti non è mai arrivata. Nonostante una risoluzione
che impegnava il governo a rivedere la prima versione. Quella nella
quale le ombre clientelari si manifestarono con l'introduzione di una
sfilza di progetti per Gela, la città del presidente Crocetta.
Ma per i Comuni, quell'elenco potrebbe
essere solo acqua fresca, se nel frattempo non arriva la fumata
bianca da Palazzo Chigi. Quella che dovrà portare allo scongelamento
del mezzo miliardo e del trasferimento ai Comuni della loro "fetta"
di contributi bloccati: 235 milioni di euro. Senza di quelli, gli
enti non potranno nemmeno chiudere i bilanci. E già l'Anci Sicilia
presieduta da Orlando ha protestato parlando anche di carte da
mandare in Procura. "Presto - ha annunciato però il
sottosegretario Davide Faraone pochi giorni fa - il riconoscimento
all'isola di 500 milioni, un impegno preso che verrà mantenuto in
tempi brevi". Forse anche brevissimi. Perché a quel punto forte
potrebbe essere la tentazione di ricordare al siciliano elettore, che
i renziani del Pd hanno a cuore il destino della Sicilia. Come
dimostra, del resto, la scelta di svolgere il G7 proprio nell'Isola.
Dove qualcosa si muove davvero.
Persino quando sta ferma. È il caso
dei concorsi della Sanità. Che hanno subito - al di là delle
dichiarazioni di circostanza - una brusca frenata, del resto
ampiamente prevista da Livesicilia mesi addietro. Ma non tutto il
male rischia di nuocere. Anzi. Tutto sommato, il ritardo nella
partenza dei concorsi "rischia" di ottenere l'effetto di "tenere
caldi" gli aspiranti candidati. Circa cinquemila, secondo le stime
dell'assessorato. Tutti in attesa delle notizie provenienti da Piazza
Ottavio Ziino, e magari di quelle - in molti casi già smentite dai
fatti - che giungeranno da questo o quel direttore generale.
Proprio i soggetti che dovranno dare il via ai bandi. Manager
ovviamente scelti e legati strettamente ai referenti politici
siciliani. Insomma, tra reti ospedaliere alle quali dare un ok
definitivo, tra accordi col Ministero della Salute da chiarire,
verifica delle graduatorie esistenti, nuovi bandi, prove d'esami e
nuove graduatorie, non è escluso che si arrivi proprio a ridosso
delle prossime elezioni regionali. Quale occasione migliore per chi
volesse strumentalizzare i nuovi contratti nella Sanità siciliana?
E del resto, gli anni a ridosso delle
elezioni, sono stati quelli più ricchi di sorprese, dal punto di
vista delle assunzioni e dei contributi. Basti pensare alla
Formazione professionale. Uno studio commissionato qualche anno fa
dalla Regione all'Università di Palermo dimostrò come la metà dei
formatori siciliani (che, complessivamente rappresentavano a loro
volta la metà dei formatori italiani) fossero stati assunti tra il
2006 e il 2008. Proprio sotto elezioni, insomma. Un dato che potrebbe
ripetersi anche questa volta. A causa di un provvidenziale problema.
Il ricorso, cioè, di un ente di Formazione che ha fatto saltare in
aria l'Avviso che avrebbe dovuto riportare a lavoro circa 4.500
dipendenti degli enti di formatori. Oggi in un limbo, ma domani nuovo
possibile "obiettivo" per chi intendesse costruire, come è stata
consuetudine per troppo tempo in Sicilia, conferme o nuove carriere
politiche, grazie all'ormai stabilissimo precariato siciliano.
E insieme alle possibili assunzioni da
compiere a ridosso di questa o quella competizione, ecco spuntare
alcuni "bancomat" nelle mani dell'attuale governo regionale. È
il caso, ad esempio, dei Fondi europei della nuova programmazione. A
cominciare dagli oltre due miliardi del Piano di sviluppo rurale, già
oggetto di una pioggia di eventi e comunicati stampa dell'assessore
alle Risorse agricole Antonello Cracolici. Soldi che vanno spesi, ci
mancherebbe. Eppure, in passato, al contrario degli altri "rami"
di contributi comunitari, quello rivolto all'Agricoltura risultava il
più "efficente": ovvero almeno lì i soldi europei venivano
usati, eccome. Anche se, in qualche caso, stando anche alle recenti
denunce del presidente della Regione Crocetta, con controlli così
labili da non accorgersi che in molti casi quei finanziamenti
finivano in mano a soggetti in odor di mafia. O, in casi meno gravi,
a parenti stretti degli stessi dirigenti generali che gestivano
quella pioggia di euro. Gli stessi che potrebbero giungere da
un'altra operazione messa su dall'esecutivo di Crocetta: la
trasformazione dell'Irfis in una "pesudo-banca". Con un cda
composto da fedelissimi del presidente, compreso l'attuale Segretario
generale Patrizia Monterosso. E con un finanziamento pubblico (cioè
generosamente fornito dai siciliani) di cento milioni di euro. Che
nel mercato del credito potrebbero trasformarsi in un miliardo di
euro. Carburante prezioso, per chi volesse servirsene, in vista delle
prossime campagne elettorali.
LA SICILIA
I soci fondatori passeranno a 2
(Comune e Camera di commercio), la Kore di Enna porterà 2 facoltà,
Girgenti Acque tra gli investitori
CUPA, PARTE L'OPERAZIONE RILANCIO
L'avvocato Gaetano Armao, ex
assessore regionale, sarà il nuovo presidente.
C'è il nome del nuovo presidente,
l'ex assessore regionale ai Beni culturali Gaetano Armao, ci sono i
dettagli del la forma che assumerà la nuova compagine societaria a
due, anzi, a due e mezzo, c'è la sostanziale conferma di un
rinnovamento rispetto all'offerta formativa, che vedrà un ruolo
decisivo delle università non Statali. Per il Consorzio
universitario si annuncia no settimane, per una volta, davvero
decisive. Infatti, a dispetto di chiunque voglia far credere che il
Cupa in è. In quanto istituzione sul territorio, sia destinato ad
una chiusura, tutto sembra invece protendere verso un robusto
cambiamento di forme e contenuti. Il quadro anzi sembra abbastanza
tracciato, e propenderebbe verso u n'uscita a prescindere dalla
compagine societaria dell'ex Provincia, nono stante questa in
settimana potrebbe essere nelle condizioni di mettere sul tavolo le
774mila euro di contributo annuale, che la Regione sarebbe pronta a
corrispondere.
l2ordine dei punti dell'Assemblea dei
soci, infatti metterebbe al primo posto il rientro della Camera di
Commercio e a seguire la modifica dello statuto e, solo alla fine,
l'ingresso di nuovi soci. Una macchina già pronta, oleata e
funzionante: tra le modifiche ormai certe, la riduzione dei soci fon
datori da tre a due, appunto Municipio ed ente camerale e
l'inserimento della possibilità per i privati di associarsi con
quote ordinarie (eliminata dalla precedente modifica statutaria). La
distribuzione dei seggi in sede al Consiglio dì amministrazione, che
con questa prospettiva potrebbe - sere nominato già la prossima
setti maria, vedrebbe due posti per il Comune, due per la Camera dì
commercio e uno per Uil privato. Tra i nomi delle società che
sarebbero pronte a contribuire c'è la Girgenti Acque, il che
farebbe il paio con l'arrivo in città di almeno 2 facoltà, delle
quali forse urla di natura tecnica, che Kore sarebbe pronta a far
sbarcare ad Agrigento. Due parole a parte merita la nomina di Armao,
politico, amministratore, manager e avvocato vicino all'area del
centrodestra, partendo dal deputato nazionale Riccardo gallo, al
quale si aggancerebbero poi, ognuno a suo modo, il vicepresidente
Giovanni I Maida, che andrà verso la riconferma. i e il presidente
uscente della Camera di commercio,Vittorio Messina. Il nome di Armao,
comunque, sarebbe tutt'altro che sgradito in primis al sindaco di
Agrigento Lillo Firetto, che come Comune si appresta a divenire socio
di maggioranza.
Insomma. Per l'ex Provincia sembra
uno i destino preparato: partecipare come socio ordinario, quindi
senza diritto di partecipazione al Consiglio di amministrazione come
sta avvenendo in altre province siciliane, dove appunto il Libero
consorzio ha un ruolo meramente finanziario. Se l te di area vasta,
e, soprattutto, chi c'è dietro (intéressata, e molto, alle
vicende politiche dei Cupa è stata sinora il vicepresidente della
Regione, Mariella Lo B&B) si lasceranno mettere alla porta è da
vedersi.
GIOACCHINO SCHICCHI