/ Rassegna stampa » 2016 » Maggio » 30 » rassegna stampa del 28-29-30 maggio 2016
 

rassegna stampa del 28-29-30 maggio 2016

Giornale di sicilia
«CONTROLLI CARENTI NEGLI UFFICI PUBBLICI cOSì LA CORRUZIONE CONTINUA A DILAGARE»
   
Il panorama è generalmente desolante. Emerge una situazione di diffusa inadeguatezza dei sistemi di controllo interno o di mancato funzionamento di quelli istituiti»: Maurizio Graffeo, presidente della sezione di Controllo della Corte dei Conti rilancia l'allarme sul dilagare della corruzione nelle amministrazioni pubbliche e sulle carenze che la favoriscono. Un allarme rilanciato al seminario «Pubblica Amministrazione in cammino: Etica e Legalità» organizzato dal Lions Club Palermo Host e dalla Regione.
Presidente, cosa non funziona nei sistemi di contrasto alla corruzione nel settore pubblico?
«Io inizierei dal pormi alcune domande. La premessa è: alla Regione e nelle altre amministrazioni pubbliche c'è un piano anticorruzione, però viene fuori che la corruzione c'è ugualmente. Dunque la conseguenza è che il sistema viene utilizzato male o non è all'altezza di intercettare all'origine fenomeni di corruzione. Oppure il problema è in chi gestisce o attua questi sistemi anti-corruzione». L'azione della Corte dei Conti può prevenire fenomeni corruttivi, avete gli strumenti?
«Dopo tangentopoli furono eliminati quasi tutti i controlli preventivi. Oggi però, con il susseguirsi di scandali con cadenza quasi giornaliera, non sembra che la soppressione dei controlli abbia contribuito a ostacolare i fenomeni corruttivi. Il controllo preventivo esercitato dalla Corte dei Conti comunque è oggi limitato a pochissime materie: ad esempio in Sicilia ai soli fondi comunitari. La Corte, comunque, sulla gestione delle amministrazioni pubbliche effettua anche la verifica del funzionamento dei controlli interni delle varie amministrazioni pubbliche».
E che risultati avete avuto da questi controlli interni?
«Il panorama è generalmente desolante. Emerge una situazione di diffusa inadeguatezza dei sistemi di controllo interno o di mancato funzionamento di quelli istituiti. La progettazione e l'attuazione di tali sistemi rientrano nella responsabilità dei dirigenti politici e amministrativi. Appare, pertanto, incomprensibile lo stupore che si legge nei visi di tali soggetti quando nel loro ente o ufficio si verifica una frode o un evento corruttivo. Nessuno è esente da responsabilità, neppure i politici».
Quali sono le carenze più rilevanti dei sistemi di prevenzione alla Regione?
«Non c'è alcun segnale che alla Regione venga attuato il controllo di gestione sui costi e quello strategico. E non va dimenticato che manca ancora un organismo di verifica delle performance dei dirigenti, malgrado sia stato fatto un bando da due anni per selezionarne i membri».
Come diceva lei, con frequenza quasi quotidiana emergono gravi episodi di corruzione nella pubblica amministrazione, a tutti i livelli, politici ed amministrativi. La Corte dei Conti che competenze ha in materia?
«Sul cancro della corruzione è necessario richiamare l'energico intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha chiamato a raccolta tutti gli italiani. Ciò premesso, nell'attività di contrasto la giurisdizione contabile svolge un ruolo nevralgico. Oltre ai fenomeni di malaffare presso le amministrazioni pubbliche (Stato, Regioni, Comuni), si pensi anche a quelli accertati presso altre realtà organizzative, quali le società partecipate, più permeabili agli interessi criminali a causa dei minori vincoli pubblicistici. Occorre, però, segnalare criticamente che dal 2009 la funzione di deterrenza della Corte dei Conti è stata limitata dal cosiddetto lodo Bernardo, che pone limiti alle istruttorie di competenza delle nostre Procure Regionali».
Quindi è anche la legislazione recente a frenare l'attività di repressione della corruzione? «Nei fatti è così, anche se occorre sottolineare come, proprio il lodo Bernardo abbia introdotto una significative novità: il pubblico dipendente che denuncia condotte illecite di cui è a conoscenza, non può essere sanzionato o comunque discriminato per effetto della stessa denuncia».
Poco fa parlavamo di carenze nei sistemi di controllo. È tutto attribuibile a questo problema o c'è dell'altro?
In generale non si può non rimarcare un calo dell'etica pubblica evidente. Poi ci sono procedure amministrative farraginose: un eccesso di visti e autorizzazioni che sono terreno fertile per la corruzione. Direi che ci sono procedure amministrative quasi costruite per alimentare la corruzione. Un buon amministratore dovrebbe iniziare dal mappare i rischi e proseguire col pianificare le azioni di prevenzione. L'attività di controllo costituisce il primo antidoto contro il malaffare amministrativo. Vorrei ricordare un recente intervento del Presidente della Corte dei Conti, Squitieri, il quale ha rimarcato, testualmente, l'importanza di "una strategia di prevenzione generale del fenomeno della corruzione».
La sezione di Controllo, che lei presiede, sta mettendo in campo nuove azioni?
«Fermo restando che perfezioneremo ulteriormente le tecniche di verifica dei sistemi di controllo interno della Regione e degli enti locali nonché delle società partecipate, ricorfedo che il seminario dei Lions ha fatto incontrare allo stesso tavolo me con il collega Petralia, Procuratore aggiunto a Palermo. Naturalmente i rapporti privilegiati in materia riguardano le due Procure, quella della Repubblica e quella regionale della Corte dei conti, ma i compiti di prevenzione affidati dalla legge alla sezione di Controllo mi hanno spinto a chiedere al collega di instaurare un rapporto più strutturato con la Procura della Repubblica tramite, ad esempio, seminari a porte chiuse tra i magistrati dei due uffici al fine di realizzare un efficace scambio di esperienze».


.Cupa: la parola al sindaco Lillo Firetto.
   
Dopo il rientro in società della Camera di commercio, che ha deliberato nonostante il parere contrario del segretario generale dell'ente, si apre una settimana intensa che vedrà all'opera il sindaco di Agrigento nella sua nuova veste di rappresentante del socio di maggioranza, cioè il Comune capoluogo. Firetto sembra avere le idee molto chiare. Ma oltre alle idee ci vogliono i soldi. Mancano 774 mila euro che rappresentano la somma che approntava prima l'ex Provincia, oggi fuori dal consorzio. Ma pronta a rientrare, si dice. Ma intanto si perde tempo prezioso. Firetto dal canto suo gioca una partita importante, l'insuccesso lo metterebbe in serio imbarazzo politico. Ecco perché lui spinge e spingerà in tutte le direzioni per fare in modo che il sogno degli studenti non si spenga per sempre, quello cioè di avere la possibilità di laurearsi a 100 metri da casa propria. Firetto ha già avuto contatti con le università private Kore di Enna e Tor Vergata di Roma e vorrebbe liquidarsi l'ateneo di Palermo. Troppo caro e troppo esigente. Intanto Massimo Raso, segretario generale della Cgil si esprime sulla decisione della camera di commercio di rientrare nel Cupa. «Ho partecipato - dice - insieme ad una delegazione di studenti alla riunione del Consiglio Camerale ed ho condiviso l'approdo cui è pervenuto: noi ci siamo, ma pretendiamo chiarezza. L'ex Provincia deve esserci alla luce della pubblicazione della legge regionale stralcio che ci mette i soldi, così come devono starci Comune e Camera di Commercio, ma io dico anche tutti gli altri Comuni ed il fiore della Imprenditoria Locale: quella che sogniamo è una Università che serve al territorio ed alla sua economia, un formidabile motore di sviluppo e futuro. La testa ed il cuore devono essere di questo territorio e devono "tifare" per il territorio: mai più "agenti" in missione per Unipa! Anche rapporto con Unipa va rivisitato: occorre guardare altrove, ad Università che oggi attirano enormi quote di giovani: Bologna, Pisa, Roma, Siena. Occorre al più presto restituire serenità ed un progetto, altrimenti il Cupa salta lo stesso per la fuga degli studenti». Ed aggiunge: «Non da ora diciamo che occorre che tutti gli attori di questa vicenda giochino "a carte scoperte". Deleterio è stato il ruolo della Regione cui il "diritto allo studio" sembra non interessare, vergogna doppia visto il ruolo che in questa vicenda hanno giocato Deputati ed Assessori Agrigentini: un'attenzione diversa avrebbe impedito di perdere i corsi di laurea che Unipa ha cancellato. La Cgil - conclude il segretario generale della provincia di Agrigento, Massimo Raso -, auspicabilmente insieme a Cisl e Uil continuerà a seguire la vicenda ed a spingere per soluzioni positive per gli studenti le loro famiglie ed i 15 dipendenti del Cupa». (*PAPI*)

.Ultimi giorni di campagna elettorale per le amministrative del 5 giugno che interesseranno 4 Comuni della provincia di Agrigento.


Saranno eletti i nuovi sindaci e sarà rinnovato il consiglio comunale a Favara, Porto Empedocle, Canicattì e Montevago. A Favara i candidati a sindaco sono 7: Antonio Valenti con Rivoluzione cristiana. Poi Gaetano Airò sostenuto dalle liste Insieme a Gaetano Airò, Favara Domani e Favara Riparte. Ancora Gabriella Bruccoleri sostenuta da Partito Democratico, Favara Popolare e Uniti per Favara. C'è anche Antonio Palumbo con Favara per i beni comuni. Poi Anna Alba del Movimento 5 Stelle. Gerlando Nobile con Noi amiamo Favara. E poi Angelo Messinese con Pdr - Sicilia Futura. A Porto Empedocle i candidati a sindaco sono 6: Orazio Guarraci, ex sindaco ed ex consigliere provinciale, sostenuto dalle liste Partito democratico, Sicilia Futura, Vertenza Porto Empedocle e Guarraci sindaco. Poi Paolo Ferrara con Rivoluzione Democratica. Gianni Hamel con Cambiamo Rotta. Calogero Martello sostenuto da Partito Socialista, Udc e due liste civiche. Poi Andrea Sallì con Città Nuova. E Ida Carmina del Movimento 5 Stelle. A Canicattì si registra l'en plein con ben 9 aspiranti sindaco: Ivan Paci sostenuto dalle liste Canicattì Riparte, Paci Sindaco, e Nuova Canicattì. Angelo Caico con l'Udc. Ettore Di Ventura con Partito democratico, Uniti per Canicattì e Soprattutto Canicattì. Gaetano Rizzo con Sicilia Futura e Un passo avanti. Ci riprova Antonio Scrimali con la lista civica "Con Scrimali per Canicattì". Scrimali è stato sindaco della città dell'Uva Italia nel 2000. Poi Salvatore Polizzi con "Patto per Canicattì". Ed ancora Gioacchino Asti con "I Canicattinesi - Asti Sindaco" e "Fare con Tosi". L'ex consigliere provinciale Giovanni Salvaggio, che di mestiere fa l'avvocato, si presenta con la lista "Canicattì Unica". Ed infine Sandro Marchese Ragona con il Movimento 5 Stelle. A Montevago i candidati a sindaco sono due: l'uscente Calogero Impastato con "Uniti per crescere", e la deputata regionale dell'Udc Margherita La Rocca Ruvolo con "Montevago Popolare". Le Elezioni Amministrative 2016 si terranno domenica 5 giugno. Si voterà un solo giorno, dalle ore 7 alle 23. Il turno di ballottaggio è previsto per il 19 giugno. La campagna elettorale è stata sottotono e la partita si sta giocando a colpi di porta a porta e volantinaggio. Dagli organi di polizia arriva l'invito ai candidati di evitare di affiggere manifesti elettorali al di fuori dagli spazi previsti dalla legge. Un'attività di prevenzione che viene svolta dal commissariato di pubblica sicurezza di Canicattì, che in una seconda fase procederà all'elevazione di pesanti sanzioni. La legge in materia di pubblicità elettorale, la numero 212 del 56 all'articolo 8 infatti stabilisce una multa da 1.000 euro da infliggere a chi usa spazi impropri per la propaganda elettorale. Pochi i comizi. E soprattutto scarsa o quasi inesistente la presenza di big della politica nazionale. Tranne rare eccezioni non si sono visti i leader dei partiti nazionali. Però è anche vero che in queste elezioni sono pochi i simboli dei partiti che compaiono sulla scheda elettorale. Le altre sono tutte liste civiche. "Scorrendo le liste dei candidati nei Comuni siciliani chiamati al voto in primavera ci sono due dati che saltano agli occhi, innanzitutto una impressionante proliferazione di liste civiche, che conferma la difficoltà di rappresentanza dei partiti tradizionali e la disaffezione della gente, e poi l'assenza della coalizione di governo che sostiene Crocetta, che infatti non viene riproposta unita in nessuna delle realtà locali - sostiene in una nota Giusi Savarino, portavoce di Diventerà Bellissima. "Se da un lato dunque i partiti non hanno avuto capacità di ascolto e sintesi - continua l'ex deputato regionale - spesso addirittura assistiamo a candidature di uno stesso partito antagoniste". (*PAPI*)  

28 maggio - sabato
sicilia24h
Forza Italia Giovani su Camera Commercio e Cupa Il coordinamento provinciale di Forza Italia Giovani di Agrigento, tramite la coordinatrice, Lilly Di Nolfo (nella foto), esprime apprezzamento a seguito della conferma da parte della Camera di Commercio di Agrigento dell' adesione societaria e del contributo annuale a favore del Consorzio universitario di Agrigento. Lilly Di Nolfo afferma : "Rivolgiamo un doveroso plauso alla coerenza e alla costanza testimoniate dalla Camera di Commercio e dal suo presidente, Vittorio Messina, a sostegno del diritto allo studio degli agrigentini. Stigmatizziamo ancora una volta il comportamento dell' ex Provincia, e quindi anche della Regione, che hanno invece confermato indifferenza e disinteresse verso il territorio agrigentino e le sue legittime istanze di sviluppo e di progresso. Sosteniamo con forza il nuovo percorso in prospettiva tracciato dai soci del Consorzio universitario, verso l'apertura ai privati e a quanti siano interessati a investire nel capitale umano e culturale rappresentato dai nostri giovani, scongiurando il rischio della chiusura del Cupa che provocherebbe l'emarginazione definitiva e irrimediabile della nostra provincia".

29 maggio - domenica

LA SICILIA

LA PRIMA VOLTA DI UN PRESIDENTE A LAMPEDUSA
Mattarella il 3 giugno inaugurerà il Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà nella più grande delle isole Pelagie nel pomeriggio di venerdì prossimo 3 giugno. Sarà la prima visita di LuI capo dello Stato italiano nel Lembo di terra più a sud del bel paese, da sempre in prima linea sul fronte dell'emergenza immigrazione.
E la visita ufficiale del Presidente - breve, ma certamente dall'alto valore simbolico - è strettamente cor velata proprio alle tematiche dell'accoglienza verso coloro i quali si mettono in viaggio rischiando la vita. Mattarella sarà ovviamente l'ospite donare della cerimonia inaugurale del Museo della fiducia e del dialogo per il Mediterraneo, realizzato al primo piano dello stabile che accoglierà il Museo Archeologico aperto nell'isola. Ad accogliere il Presidente della Repubblica sarà ovviamente la sindaco Giusi Nicolini e il prefetto di Agrigento Nicola Diomede. Al momento da chi cura il cerimoniale del capo dello Stato non filtrano dettagli particolari sul la visita, anche se è sicuro che Mattarella giungerà intorno alle 15, si recherà nella Porta d' per poi prendere parte alla cerimonia d'inaugurazione del Museo. Non sono previsti - al momento - particolari ulteriori su quello che ha tanto le sembianze di un blitz. Un blitz che però cade in un momento storico sul fronte del contrasto all'immigrazione clandestina, ma soprattutto sull'innalzamento dell'impegno sul fronte dell'accoglienza. Mattarella inaugurerà un Museo nel quale verranno esposte fino al prossimo ottobre oggetti di preghiera utilizzati da vari popoli che s'affacciano sul Mediterraneo, foto di grandi professionisti capaci di immortalare episodi ed espressioni di gente in fuga da guerre e carestia. Verrà esposta anche la prima antenna utilizzata da Guglielmo Marconi e l'Amorino Dormiente del Caravaggio. Ad arricchire il museo anche opere «prestate dal Museo del Bardo di Tunisi, segnato l'anno scorso dall'attentato terroristico di cui ancora la capitale tunisina porta le tracce. Ma altre opere d'arte giungeranno dagli Uffizi di Firenze, colpiti nel 1993 dal terrorismo mafioso di quegli anni insanguinati. Ecco perché il presidente della Re pubblica non ha esitato ad accogliere l'invito rivoltogli dal Comune isolano a recarsi un una realtà che, oltre a quelle quotidiane della pro pria gente, è sempre sulla ribalta internazionale. Facile immaginare il flusso di autorità in arrivo a Lampedusa il prossimo 3 giugno.
Una massa di persone e mezzi che ha spinto l'amministrazione comunale a noleggiare per alcune ore il servizio di rimozione dei veicoli offerto da una ditta di Agrigento, veicoli che saranno trovati in di vieto di sosta o in aree vietate. In ballo ci sarà non solo la fluidità del la viabilità isolana, ma soprattutto la sicurezza. Da ricordare come luI timo Presidente della Repubblica a mettere piede sul suolo della Provincia di Agrigento sia stato esatta mente sette anni fa Giorgio Napolitano. Il predecessore di Mattarella si recò ad Agrigento e soprattutto a Racalmuto, onorando anche con una visita al cimitero la memoria di Leonardo Sciascia.

30 maggio - lunedì

AGRIGENTOOGGI

Agrigento, La Camera di Commercio rientra nel CUPA
La Camera di commercio rientra nel "Cupa" nonostante il parere negativo preannunciato dal segretario generale dell'ente a causa della situazione economica che si registra con un bilancio in disavanzo. Nonostante tutto, però, il consiglio camerale, presieduto da Vittorio Messina, si è assunto la responsabilità dell'atto votato a maggioranza che prevede lo stanziamento di 50 mila euro per contribuire alle spese di gestione del Consorzio universitario della provincia di Agrigento. Il Cupa quindi "respira" e dopo la fuoriuscita dell'ex Provincia che sembrava aver dato la mazzata finale al Polo universitario, grazie alla Camera di commercio spera di poter continuare ad esistere. «Il consiglio camerale - dice il presidente Vittorio Messina - ha stabilito di rientrare nel Cupa, ma ha posto delle condizioni ben precise. Innanzitutto bisogna interloquire con il nuovo socio di maggioranza (cioè il Comune di Agrigento) e verificare il progetto futuro ed il piano di sostenibilità economico - finanziaria».

LiveSicilia

REGIONE, ASSUNZIONI E MILIARDI
È GIÀ TEMPO DI ELEZIONI
di Accursio Sabella
Dal Patto per il Sud alla Formazione e alla Sanità, tanti soldi e promesse di lavoro potrebbero riavviare presto la macchina elettorale.
PALERMO - Questa potrebbe essere la settimana decisiva. Anche perché è la settimana più utile. A fornire un po' di carburante a clientes e militanti vari, in vista delle elezioni amministrative siciliane. Questa settimana, quasi certamente, arriverà il definito ok al "Patto per il Sud", declinato nella versione del "Patto per la Sicilia". Mentre da Roma dovrebbero giungere i tanto attesi e annunciati (da tempo) 550 milioni con i quali garantire un futuro, seppur a breve termine, a Comuni, Province, precari, enti regionali. A circa cinquantamila siciliani.
Insomma, ballano qualcosa come tre miliardi, tra progetti da finanziare e casse da rimpinguare. È già partita, in pratica, la macchina elettorale che ci accompagnerà fino alle prossime competizioni regionali e politiche. "No alle scelte clientelari". Così il presidente della commissione bilancio Vincenzo Vinciullo, senza troppi fronzoli, toglieva il velo pochi giorni fa dal Patto per la Sicilia: 2,32 miliardi di euro già suddivisi per macro-aree. Quali Comuni e quali progetti verranno finanziati? L'elenco è stato coperto per giorni da qualcosa che somiglia a un segreto di Stato. Ed è stato oggetto di revisioni e manomissioni varie. Di liti in giunta e proteste dell'Ars, dove la lista dei progetti non è mai arrivata. Nonostante una risoluzione che impegnava il governo a rivedere la prima versione. Quella nella quale le ombre clientelari si manifestarono con l'introduzione di una sfilza di progetti per Gela, la città del presidente Crocetta.
Ma per i Comuni, quell'elenco potrebbe essere solo acqua fresca, se nel frattempo non arriva la fumata bianca da Palazzo Chigi. Quella che dovrà portare allo scongelamento del mezzo miliardo e del trasferimento ai Comuni della loro "fetta" di contributi bloccati: 235 milioni di euro. Senza di quelli, gli enti non potranno nemmeno chiudere i bilanci. E già l'Anci Sicilia presieduta da Orlando ha protestato parlando anche di carte da mandare in Procura. "Presto - ha annunciato però il sottosegretario Davide Faraone pochi giorni fa - il riconoscimento all'isola di 500 milioni, un impegno preso che verrà mantenuto in tempi brevi". Forse anche brevissimi. Perché a quel punto forte potrebbe essere la tentazione di ricordare al siciliano elettore, che i renziani del Pd hanno a cuore il destino della Sicilia. Come dimostra, del resto, la scelta di svolgere il G7 proprio nell'Isola. Dove qualcosa si muove davvero.
Persino quando sta ferma. È il caso dei concorsi della Sanità. Che hanno subito - al di là delle dichiarazioni di circostanza - una brusca frenata, del resto ampiamente prevista da Livesicilia mesi addietro. Ma non tutto il male rischia di nuocere. Anzi. Tutto sommato, il ritardo nella partenza dei concorsi "rischia" di ottenere l'effetto di "tenere caldi" gli aspiranti candidati. Circa cinquemila, secondo le stime dell'assessorato. Tutti in attesa delle notizie provenienti da Piazza Ottavio Ziino, e magari di quelle - in molti casi già smentite dai fatti - che giungeranno da questo o quel direttore generale. Proprio i soggetti che dovranno dare il via ai bandi. Manager ovviamente scelti e legati strettamente ai referenti politici siciliani. Insomma, tra reti ospedaliere alle quali dare un ok definitivo, tra accordi col Ministero della Salute da chiarire, verifica delle graduatorie esistenti, nuovi bandi, prove d'esami e nuove graduatorie, non è escluso che si arrivi proprio a ridosso delle prossime elezioni regionali. Quale occasione migliore per chi volesse strumentalizzare i nuovi contratti nella Sanità siciliana?
E del resto, gli anni a ridosso delle elezioni, sono stati quelli più ricchi di sorprese, dal punto di vista delle assunzioni e dei contributi. Basti pensare alla Formazione professionale. Uno studio commissionato qualche anno fa dalla Regione all'Università di Palermo dimostrò come la metà dei formatori siciliani (che, complessivamente rappresentavano a loro volta la metà dei formatori italiani) fossero stati assunti tra il 2006 e il 2008. Proprio sotto elezioni, insomma. Un dato che potrebbe ripetersi anche questa volta. A causa di un provvidenziale problema. Il ricorso, cioè, di un ente di Formazione che ha fatto saltare in aria l'Avviso che avrebbe dovuto riportare a lavoro circa 4.500 dipendenti degli enti di formatori. Oggi in un limbo, ma domani nuovo possibile "obiettivo" per chi intendesse costruire, come è stata consuetudine per troppo tempo in Sicilia, conferme o nuove carriere politiche, grazie all'ormai stabilissimo precariato siciliano.
E insieme alle possibili assunzioni da compiere a ridosso di questa o quella competizione, ecco spuntare alcuni "bancomat" nelle mani dell'attuale governo regionale. È il caso, ad esempio, dei Fondi europei della nuova programmazione. A cominciare dagli oltre due miliardi del Piano di sviluppo rurale, già oggetto di una pioggia di eventi e comunicati stampa dell'assessore alle Risorse agricole Antonello Cracolici. Soldi che vanno spesi, ci mancherebbe. Eppure, in passato, al contrario degli altri "rami" di contributi comunitari, quello rivolto all'Agricoltura risultava il più "efficente": ovvero almeno lì i soldi europei venivano usati, eccome. Anche se, in qualche caso, stando anche alle recenti denunce del presidente della Regione Crocetta, con controlli così labili da non accorgersi che in molti casi quei finanziamenti finivano in mano a soggetti in odor di mafia. O, in casi meno gravi, a parenti stretti degli stessi dirigenti generali che gestivano quella pioggia di euro. Gli stessi che potrebbero giungere da un'altra operazione messa su dall'esecutivo di Crocetta: la trasformazione dell'Irfis in una "pesudo-banca". Con un cda composto da fedelissimi del presidente, compreso l'attuale Segretario generale Patrizia Monterosso. E con un finanziamento pubblico (cioè generosamente fornito dai siciliani) di cento milioni di euro. Che nel mercato del credito potrebbero trasformarsi in un miliardo di euro. Carburante prezioso, per chi volesse servirsene, in vista delle prossime campagne elettorali.

LA SICILIA

I soci fondatori passeranno a 2 (Comune e Camera di commercio), la Kore di Enna porterà 2 facoltà, Girgenti Acque tra gli investitori
CUPA, PARTE L'OPERAZIONE RILANCIO
L'avvocato Gaetano Armao, ex assessore regionale, sarà il nuovo presidente.
C'è il nome del nuovo presidente, l'ex assessore regionale ai Beni culturali Gaetano Armao, ci sono i dettagli del la forma che assumerà la nuova compagine societaria a due, anzi, a due e mezzo, c'è la sostanziale conferma di un rinnovamento rispetto all'offerta formativa, che vedrà un ruolo decisivo delle università non Statali. Per il Consorzio universitario si annuncia no settimane, per una volta, davvero decisive. Infatti, a dispetto di chiunque voglia far credere che il Cupa in è. In quanto istituzione sul territorio, sia destinato ad una chiusura, tutto sembra invece protendere verso un robusto cambiamento di forme e contenuti. Il quadro anzi sembra abbastanza tracciato, e propenderebbe verso u n'uscita a prescindere dalla compagine societaria dell'ex Provincia, nono stante questa in settimana potrebbe essere nelle condizioni di mettere sul tavolo le 774mila euro di contributo annuale, che la Regione sarebbe pronta a corrispondere.
l2ordine dei punti dell'Assemblea dei soci, infatti metterebbe al primo posto il rientro della Camera di Commercio e a seguire la modifica dello statuto e, solo alla fine, l'ingresso di nuovi soci. Una macchina già pronta, oleata e funzionante: tra le modifiche ormai certe, la riduzione dei soci fon datori da tre a due, appunto Municipio ed ente camerale e l'inserimento della possibilità per i privati di associarsi con quote ordinarie (eliminata dalla precedente modifica statutaria). La distribuzione dei seggi in sede al Consiglio dì amministrazione, che con questa prospettiva potrebbe - sere nominato già la prossima setti maria, vedrebbe due posti per il Comune, due per la Camera dì commercio e uno per Uil privato. Tra i nomi delle società che sarebbero pronte a contribuire c'è la Girgenti Acque, il che farebbe il paio con l'arrivo in città di almeno 2 facoltà, delle quali forse urla di natura tecnica, che Kore sarebbe pronta a far sbarcare ad Agrigento. Due parole a parte merita la nomina di Armao, politico, amministratore, manager e avvocato vicino all'area del centrodestra, partendo dal deputato nazionale Riccardo gallo, al quale si aggancerebbero poi, ognuno a suo modo, il vicepresidente Giovanni I Maida, che andrà verso la riconferma. i e il presidente uscente della Camera di commercio,Vittorio Messina. Il nome di Armao, comunque, sarebbe tutt'altro che sgradito in primis al sindaco di Agrigento Lillo Firetto, che come Comune si appresta a divenire socio di maggioranza.
Insomma. Per l'ex Provincia sembra uno i destino preparato: partecipare come socio ordinario, quindi senza diritto di partecipazione al Consiglio di amministrazione come sta avvenendo in altre province siciliane, dove appunto il Libero consorzio ha un ruolo meramente finanziario. Se l te di area vasta, e, soprattutto, chi c'è dietro (intéressata, e molto, alle vicende politiche dei Cupa è stata sinora il vicepresidente della Regione, Mariella Lo B&B) si lasceranno mettere alla porta è da vedersi.
GIOACCHINO SCHICCHI



Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO