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rassegna stampa del 7 giugno 2016


Sicilia24h
SAN CALÒ IN MANO AI CARUSI... Viabilità stradale da quarto mondo; aeroporto di cui è rimasto solo il plastico; l'Università che sta chiudendo; ritardi epocali per la realizzazione del raddoppio della ss 640; altra via di fuga, la ss. 189 che crea più disagi che altro; tasse alle stelle; drammatica situazione dei precari negli Enti Locali; turismo limitato, ridotto e penoso; servizi per quei pochi turisti sotto zero; ferrovie ancora ferme alla "littorina"; porti soltanto per motoscafi e gommoni
A tutto questo aggiungiamo che Renzi fa il beccamorto con i soldi a favore della Sicilia: invia, non invia, ritardi, gente non pagata, gente che non ne può più, gente disperata. Tutto che ha superato anche il più indecente limite del collasso.
Parabola significa? Una classe dirigente politica nauseante, incapace, meschina.
E la gente, come dicevamo prima, è disperata, non può mangiare, non può vivere.
E' questo il regalo che abbiamo ricevuto grazie ad una deputazione nazionale, regionale e sindaci che hanno distrutto un territorio, una provincia, una regione che meriterebbero ben altre nobili sorti.
Si torna al voto. Stavolta qualcosa è cambiata, almeno a Porto Empedocle e a Favara per quanto riguarda la nostra provincia, ma anche in tante altre parti.
Viene individuato come segno di rivoluzione ed incazzatura il Movimento 5stelle. L'elettorato, stanco, stanchissimo e nauseato dai soliti noti, cala l'asso della protesta. Si reca alle urne a certamente non guarda il nome del candidato. Controlla il cerchio con le stelle e quanto ne conta cinque ci mette la ics sopra, magari accompagnata da un vaffanculo (tra l'altro tipico dei pentastellati).
Poco importa se i candidati si chiamano Raggi, Carmina o Alba. Accanto ai loro nomi ci sono le stelle, oggi non più di cometania memoria ma di attuale protesta.
Con Luzzu anticu a Porto Empedocle, con Fofò pirtusu ad Agrigento, con uno dei fratelli Stagno a Favara il risultato sarebbe stato più o meno lo stesso.
Attenzione, nessuno accostamento con i nomi di sopra con i reali candidati; stiamo soltanto sottolineando che la protesta ti acceca, ti toglie persino il lume della ragione, ti spinge a guardare avanti con un pizzico di fiducia in più rispetto all'eterno sciagurato passato. Anche perché l'elettore, seppur accecato da cotanta tragedia, ha la consapevolezza che i nuovi eventuali eletti di peggio non possono fare.
Non oso pensare la simpatica Raggi da dove deve iniziare prima in caso di sua elezione a Roma, che rappresenta un vero e proprio ministero del mondo.
Stesso discorso va fatto per l'Alba di Favara. Prendi una trentenne e la metti a guidare uno dei Comuni più bistrattati d'Italia. Per la Carmina, in caso di sua elezione, vale lo stesso discorso, se non peggiore per quello fatto su Favara. Tutti parlano di programmi, di progetti, di cambiamento. Trovano il coraggio di profferire queste parole pur sapendo che appena insediati non possono comprare nemmeno una penna bic. Però programmano, progettano, ammaliano. Ed hanno la consapevolezza che la gente ha votato più per il numero di stelle che per il nome accostato.
Non è che gli altri competitori hanno maggiori possibilità di governare rispetto ai pentastellati. Anche per loro saranno lacrime e dolori. E quindi per i signori Paci, Di Ventura, Guarraci, Bruccoleri.
Dei guai giudiziari di amministratori di altri partiti ne sappiamo a iosa. Così come non è assolutamente un caso se a Parma, a Livorno, a Quarto, a Comacchio, a Gela, a Pomezia i sindaci pentastellati hanno guai giudiziari. E dire che all'atto della loro candidatura erano tutte persone perbene (ovviamente le indagini a loro carico vogliono dire poco o nulla, prima perché fino al terzo grado di giudizio si è sempre presunti innocenti e poi hanno sempre la possibilità di poter dimostrare la loro innocenza). Però il dato non è incoraggiante. Attualmente i grillini governano in 17 città. Guai e soprattutto indagati si contano come caramelle. E ci sono anche tanti espulsi...
Una cosa è puntare il dito sugli altri, denunciare, contestare, accusare. Un'altra cosa è governare. I fatti e i numeri di cui sopra, sostanzialmente, non ci danno tanto torto.
C'è da lottare a favore della tanto decantata questione morale. Sembra che i grillini, si accorgano di questa nobile virtù soltanto quando sono pronti ad accusare tutto e tutti. Quando poi siedono sullo scranno più alto dei palazzi comunali...
Saranno coincidenze, saranno casi non poco sporadici, sarà quel che sarà ma i numeri, allo stato, sono questi.
Quanta grazia San'Antonio! A volte, però, il troppo storpia.
Ma a lamentarsi, in questo caso, non è San'Antonio ma il nostro amato San Calò. Teme di non essere portato da mani solide, sicure, potenti ma da quattro volenterosi carusi.
La volontà è sempre necessaria, ma non sempre basta. E San Calò è seriamente preoccupato di sfracellarsi al suolo.

GdSonline

L'EMERGENZAProroga scaduta, chiude la discarica di Siculiana: rifiuti portati altrove
di Annamaria Martorana
AGRIGENTO. Per il comparto rifiuti di buona parte dell'agrigentino, capoluogo in testa, si prospetta un'altra estate «calda». È infatti scaduta ieri la proroga concessa dalla Regione alla «Catanzaro costruzioni» che gestisce la discarica di Siculiana, chiamata ad adeguare gli impianti per la biostabilizzazione e per i cui lavori occorrono, come spiegato dalla società nei giorni scorsi, dai 4 ai 5 mesi.
Da oggi, a meno che non intervengano novità dell'ultimo minuto, l'impianto di contrada Matarana, dovrebbero restare chiusi a tempo indeterminato e questo causerà uno «stress» non indifferente per tutto il comparto. Alle imprese fino a ieri sera non era arrivata alcuna comunicazione ufficiale dagli organi competenti su come comportarsi alla luce di questa nuova ma attesa situazione. Il risultato è che gli autocompattatori verosimilmente usciranno e svuoteranno i cassonetti ad Agrigento e negli altri comuni che conferiscono a Siculiana, ma dove questi rifiuti saranno portati non esiste alcuna certezza.
Si parla della discarica di Lentini viste le condizioni di «sold out» di tanti altri impianti siciliani, ma comunque sia, i comuni interessati dovranno prepararsi a pagare centinaia di migliaia di euro in più per il trasporto di questi rifiuti in discariche che non siano quelli della vicina Siculiana.

LiveSicilia

I SINDACI E LE ELEZIONI
Agrigento, bene i grillini
Tutti i risultati
di Alan David Scifo

AGRIGENTO- Vola il Movimento 5 Stelle nella provincia di Agrigento chiamata a votare in quattro comuni, tra cui i grandi i centri di Favara e Canicattì. Il partito pentastellato, si aggiudica il ballottaggio a Porto Empedocle e nella città dell'agnello pasquale. Proprio a Favara, con 7 candidati in corsa, il risultato migliore è quello di Anna Alba (M5S), che con il 22,15% supera seppur di poco Gabriella Bruccoleri (20,80%), candidata del Pd e delle liste Favara Popolare e Uniti per Favara. Stesso scenario a Porto Empedocle, dove il M5S sfida il candidato Pd-Pdr.
Nel paese lasciato vacante da Lillo Firetto dopo la sua elezione ad Agrigento, il risultato è ancora più netto: l'insegnante Ida Carmina, appartenente al partito di Grillo, è la prima con una percentuale del 37,24, staccando di più di dieci punti Orazio Guarraci, sostenuto da Pd-Pdr e la lista civica Vertenza Porto Empedocle (24,73%) con i risultati non ancora definitivi che però indicano una situazione chiara. Diversa la situazione a Canicattì, grande centro dell'agrigentino, dove ad aggiudicarsi il ballottaggio sono Ettore di Ventura, candidato del Pd unitamente alle liste civiche "Soprattutto Canicattì" e "Uniti per Canicattì", primo per numero di voti con una percentuale del 26,13, e Ivan Paci (Canicattì Riparte e Nuova Canicattì) a seguire con il 17,90%. L'unico eletto nella provincia di Agrigento, si riscontra nel piccolo paese di Montevago dove la deputata all'Ars Margherita la Rocca Ruvolo, vince, seppur di poco, aggiudicandosi la poltrona di primo cittadino con 967 voti (52,13) superando Calogero Impastato, fermo a 888 voti (47,87).
Due i fattori di queste elezioni: da una parte un ritorno al voto con percentuali superiori di circa dieci punti rispetto alle scorse amministrative, dall'altro lato, nei centri dove è in vantaggio il Movimento 5 Stelle, si riscontra il voto disgiunto, con gli elettori che, seppur avendo votato il candidato pentastellato, hanno preferito un candidato di un altro partito, magari votando l'amico e il parente, come favore personale, una pratica mai abbandonata. Se a Porto Empedocle, ad esempio, il candidato sindaco Ida Carmina ha raccolto il 38% dei voti, la lista ha solo il 13% delle preferenze. Situazione simile anche a Favara, dove Anna Alba ha raccolto una percentuale di voti più alta rispetto alla lista del partito pentastellato.



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