Sicilia24h
SAN CALÒ IN MANO AI CARUSI...
Viabilità stradale da quarto mondo;
aeroporto di cui è rimasto solo il plastico; l'Università che sta
chiudendo; ritardi epocali per la realizzazione del raddoppio della
ss 640; altra via di fuga, la ss. 189 che crea più disagi che altro;
tasse alle stelle; drammatica situazione dei precari negli Enti
Locali; turismo limitato, ridotto e penoso; servizi per quei pochi
turisti sotto zero; ferrovie ancora ferme alla "littorina"; porti
soltanto per motoscafi e gommoni
A tutto questo aggiungiamo che Renzi fa
il beccamorto con i soldi a favore della Sicilia: invia, non invia,
ritardi, gente non pagata, gente che non ne può più, gente
disperata. Tutto che ha superato anche il più indecente limite del
collasso.
Parabola significa? Una classe
dirigente politica nauseante, incapace, meschina.
E la gente, come dicevamo prima, è
disperata, non può mangiare, non può vivere.
E' questo il regalo che abbiamo
ricevuto grazie ad una deputazione nazionale, regionale e sindaci che
hanno distrutto un territorio, una provincia, una regione che
meriterebbero ben altre nobili sorti.
Si torna al voto. Stavolta qualcosa è
cambiata, almeno a Porto Empedocle e a Favara per quanto riguarda la
nostra provincia, ma anche in tante altre parti.
Viene individuato come segno di
rivoluzione ed incazzatura il Movimento 5stelle. L'elettorato,
stanco, stanchissimo e nauseato dai soliti noti, cala l'asso della
protesta. Si reca alle urne a certamente non guarda il nome del
candidato. Controlla il cerchio con le stelle e quanto ne conta
cinque ci mette la ics sopra, magari accompagnata da un vaffanculo
(tra l'altro tipico dei pentastellati).
Poco importa se i candidati si chiamano
Raggi, Carmina o Alba. Accanto ai loro nomi ci sono le stelle, oggi
non più di cometania memoria ma di attuale protesta.
Con Luzzu anticu a Porto Empedocle, con
Fofò pirtusu ad Agrigento, con uno dei fratelli Stagno a Favara il
risultato sarebbe stato più o meno lo stesso.
Attenzione, nessuno accostamento con i
nomi di sopra con i reali candidati; stiamo soltanto sottolineando
che la protesta ti acceca, ti toglie persino il lume della ragione,
ti spinge a guardare avanti con un pizzico di fiducia in più
rispetto all'eterno sciagurato passato. Anche perché l'elettore,
seppur accecato da cotanta tragedia, ha la consapevolezza che i nuovi
eventuali eletti di peggio non possono fare.
Non oso pensare la simpatica Raggi da
dove deve iniziare prima in caso di sua elezione a Roma, che
rappresenta un vero e proprio ministero del mondo.
Stesso discorso va fatto per l'Alba
di Favara. Prendi una trentenne e la metti a guidare uno dei Comuni
più bistrattati d'Italia. Per la Carmina, in caso di sua elezione,
vale lo stesso discorso, se non peggiore per quello fatto su Favara.
Tutti parlano di programmi, di progetti, di cambiamento. Trovano il
coraggio di profferire queste parole pur sapendo che appena insediati
non possono comprare nemmeno una penna bic. Però programmano,
progettano, ammaliano. Ed hanno la consapevolezza che la gente ha
votato più per il numero di stelle che per il nome accostato.
Non è che gli altri competitori hanno
maggiori possibilità di governare rispetto ai pentastellati. Anche
per loro saranno lacrime e dolori. E quindi per i signori Paci, Di
Ventura, Guarraci, Bruccoleri.
Dei guai giudiziari di amministratori
di altri partiti ne sappiamo a iosa. Così come non è assolutamente
un caso se a Parma, a Livorno, a Quarto, a Comacchio, a Gela, a
Pomezia i sindaci pentastellati hanno guai giudiziari. E dire che
all'atto della loro candidatura erano tutte persone perbene
(ovviamente le indagini a loro carico vogliono dire poco o nulla,
prima perché fino al terzo grado di giudizio si è sempre presunti
innocenti e poi hanno sempre la possibilità di poter dimostrare la
loro innocenza). Però il dato non è incoraggiante. Attualmente i
grillini governano in 17 città. Guai e soprattutto indagati si
contano come caramelle. E ci sono anche tanti espulsi...
Una cosa è puntare il dito sugli
altri, denunciare, contestare, accusare. Un'altra cosa è
governare. I fatti e i numeri di cui sopra, sostanzialmente, non ci
danno tanto torto.
C'è da lottare a favore della tanto
decantata questione morale. Sembra che i grillini, si accorgano di
questa nobile virtù soltanto quando sono pronti ad accusare tutto e
tutti. Quando poi siedono sullo scranno più alto dei palazzi
comunali...
Saranno coincidenze, saranno casi non
poco sporadici, sarà quel che sarà ma i numeri, allo stato, sono
questi.
Quanta grazia San'Antonio! A volte,
però, il troppo storpia.
Ma a lamentarsi, in questo caso, non è
San'Antonio ma il nostro amato San Calò. Teme di non essere
portato da mani solide, sicure, potenti ma da quattro volenterosi
carusi.
La volontà è sempre necessaria, ma
non sempre basta. E San Calò è seriamente preoccupato di
sfracellarsi al suolo.
GdSonline
L'EMERGENZAProroga scaduta, chiude
la discarica di Siculiana: rifiuti portati altrove
di Annamaria Martorana
AGRIGENTO. Per il comparto rifiuti di
buona parte dell'agrigentino, capoluogo in testa, si prospetta
un'altra estate «calda». È infatti scaduta ieri la proroga
concessa dalla Regione alla «Catanzaro costruzioni» che gestisce la
discarica di Siculiana, chiamata ad adeguare gli impianti per la
biostabilizzazione e per i cui lavori occorrono, come spiegato dalla
società nei giorni scorsi, dai 4 ai 5 mesi.
Da oggi, a meno che non intervengano
novità dell'ultimo minuto, l'impianto di contrada Matarana,
dovrebbero restare chiusi a tempo indeterminato e questo causerà uno
«stress» non indifferente per tutto il comparto. Alle imprese fino
a ieri sera non era arrivata alcuna comunicazione ufficiale dagli
organi competenti su come comportarsi alla luce di questa nuova ma
attesa situazione. Il risultato è che gli autocompattatori
verosimilmente usciranno e svuoteranno i cassonetti ad Agrigento e
negli altri comuni che conferiscono a Siculiana, ma dove questi
rifiuti saranno portati non esiste alcuna certezza.
Si parla della discarica di Lentini
viste le condizioni di «sold out» di tanti altri impianti
siciliani, ma comunque sia, i comuni interessati dovranno prepararsi
a pagare centinaia di migliaia di euro in più per il trasporto di
questi rifiuti in discariche che non siano quelli della vicina
Siculiana.
LiveSicilia
I SINDACI E LE ELEZIONI
Agrigento, bene i grillini
Tutti i risultati
di Alan David Scifo
AGRIGENTO- Vola il Movimento 5 Stelle
nella provincia di Agrigento chiamata a votare in quattro comuni, tra
cui i grandi i centri di Favara e Canicattì. Il partito
pentastellato, si aggiudica il ballottaggio a Porto Empedocle e nella
città dell'agnello pasquale. Proprio a Favara, con 7 candidati in
corsa, il risultato migliore è quello di Anna Alba (M5S), che con il
22,15% supera seppur di poco Gabriella Bruccoleri (20,80%), candidata
del Pd e delle liste Favara Popolare e Uniti per Favara. Stesso
scenario a Porto Empedocle, dove il M5S sfida il candidato Pd-Pdr.
Nel paese lasciato vacante da Lillo
Firetto dopo la sua elezione ad Agrigento, il risultato è ancora più
netto: l'insegnante Ida Carmina, appartenente al partito di Grillo,
è la prima con una percentuale del 37,24, staccando di più di dieci
punti Orazio Guarraci, sostenuto da Pd-Pdr e la lista civica Vertenza
Porto Empedocle (24,73%) con i risultati non ancora definitivi che
però indicano una situazione chiara. Diversa la situazione a
Canicattì, grande centro dell'agrigentino, dove ad aggiudicarsi il
ballottaggio sono Ettore di Ventura, candidato del Pd unitamente alle
liste civiche "Soprattutto Canicattì" e "Uniti per Canicattì",
primo per numero di voti con una percentuale del 26,13, e Ivan Paci
(Canicattì Riparte e Nuova Canicattì) a seguire con il 17,90%.
L'unico eletto nella provincia di Agrigento, si riscontra nel
piccolo paese di Montevago dove la deputata all'Ars Margherita la
Rocca Ruvolo, vince, seppur di poco, aggiudicandosi la poltrona di
primo cittadino con 967 voti (52,13) superando Calogero Impastato,
fermo a 888 voti (47,87).
Due i fattori di queste elezioni: da
una parte un ritorno al voto con percentuali superiori di circa dieci
punti rispetto alle scorse amministrative, dall'altro lato, nei
centri dove è in vantaggio il Movimento 5 Stelle, si riscontra il
voto disgiunto, con gli elettori che, seppur avendo votato il
candidato pentastellato, hanno preferito un candidato di un altro
partito, magari votando l'amico e il parente, come favore
personale, una pratica mai abbandonata. Se a Porto Empedocle, ad
esempio, il candidato sindaco Ida Carmina ha raccolto il 38% dei
voti, la lista ha solo il 13% delle preferenze. Situazione simile
anche a Favara, dove Anna Alba ha raccolto una percentuale di voti
più alta rispetto alla lista del partito pentastellato.