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rassegna stampa del 29 giugno 2016

GIORNALE DI SICILIA«Raddoppio 640, opera conclusa a gennaio 2018» 0 Lo ha affermato il sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari che ieri ha visitato i cantieri della strada statale.
A luglio anche una parte della seconda carreggiata della "bretel - la", ovvero la parte finale della statale 640 che collega il capoluogo di Caltanissetta con l'A 19, sarà riaperta al transito. Lo ha dichiarato il sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari ieri in visita nei cantieri della statale 640 dove sono in avanzate fase di esecuzione i lavori di raddoppio di carreggiata. «A gennaio 2018 l'intera opera sarà consegnata» ha sostenuto il viceministro accompagnata nella sua visita dal prefetto Maria Teresa Cucinotta, dal sindaco Giovanni Ruvolo, dai dirigenti Anas e della Cmc di Ravenna, dal deputato regionale Vincenzo Fontana. «L'attenzione del governo su questi lavori - ha detto il sottosegretario - è dovuto all'interesse per uno dei più grandi cantieri siciliani. Si tratta di un'opera di fondamentale importanza non solo per le due province interessate, ma per tutta l'isola». Vicari ha dapprima visitato il viadotto Salso in fase di realizzazione ed ha percorso tutto il tracciato compreso il tratto fra il capoluogo nisseno e lo svincolo dell'autostrada Palermo-Catania. L'esponente di governo ha parlato anche dei lavori del primo lotto della 640, quello relativo al tratto agrigentino. Su circa trentaquattro chilometri, ne mancano pochi per il completamento; l'ultimazio - ne è prevista entro l'anno. «Rispetto alla tabella di marcia e ad alcuni problemi dei mesi scorsi - ha sottolineato - la Cmc sta recuperando il tempo perso». Dopo aver partecipato nella sala convegni del campo base ad un breve incontro dove sono state illustrate le caratteristiche dei lavori in corso, Vicari ha visitato il cantiere della galleria "Caltanissetta" dove sono in corso i lavori di scavo della canna destra con l'utilizzo della Tmb, la quarta trivella più grande al mondo, che scava e realizza attraverso il posizionamento dei conci il tunnel. La Tbm (una talpa di ciclopiche dimensioni ribattezzata Barbara in omaggio al territorio) attualmente sta operando in contrada "Bigini" alle porte del capoluogo. Il sottosegretario si è personalmente reso conto dell'importanza, dal punto di vista tecnologico, dello scavo meccanizzato delle gallerie. Ad oggi la trivella, riaccesa due mesi orsono ha realizzato 865 metri di galleria (della seconda canna ovviamente) e a breve raggiungerà il traguardo del primo chilometro. L'ammo - dernamento a quattro corsie della statale 640 (da poco ribattezzata "strada degli scrittori") è un'arte - ria fondamentale e strategica per il collegamento delle diverse province interessate. L'Anas su quest'opera ha investito un miliardo e mezzo di euro affidandola alla "Empedocle 2" consorzio di imprese nel quale è rimasta solo la Cmc di Ravenna. (*SGA*)

Punta Bianca, crolla un altro pezzo di falesia 0 L'associazione ambientalista Mareamico ha segnalato la nuova frana che interessa una parte del costone roccioso Nuovo crollo ieri in contrada Drasy lungo il costone che sovrasta la spiaggia di Punta Bianca. La frana si è verificata l'altra notte ed è stata documentata dall'associazione ambientalista Mareamico che da sempre si occupa di quanto accade nell'area. «La scorsa stagione balneare - ricorda Claudio Lombardo - si era conclusa con un crollo che solo per un caso non ha causato vittime vista la presenza di molti bagnanti sulla spiaggia ed ora una grossa frana ha segnato l'inizio della stagione balneare 2016 con un'intera collina è collassata in mare. Questa zona è tristemente famosa ad Agrigento e non solo, perchè appena sopra vi è un poligono di tiro dell'Esercito dove, per 8 mesi l'anno, si svolgono le esercitazioni militari che hanno impedito fino ad oggi la nascita della riserva naturale di Punta Bianca. E questo nonostante vi siano le indicazioni, da parte del Ministero della Difesa, di trasferirlo in altro sito. Ma purtroppo il Presidente della Regione Sicilia Crocetta, nonostante le promesse, ancora non ha trovato nessun territorio idoneo ad accogliere le esercitazioni militari. E nel frattempo crolla tutto». E proprio sulle esercitazioni militari che si svolgono al poligono Drasy, da tempo le associazioni ambientaliste del territorio, si battono affinché vengano spostate in altra zona e venga istituita invece la riserva naturale orientata di Punta Bianca. E in effetti, lo stesso generale Corrado Dalzini, comandante della regione militare Sud, dopo le numerose proteste, nell'aprile 2013, durante una conferenza stampa, si dichiarò disponibile a lasciare l'area purché la regione Sicilia avesse fornito un'al - ternativa idonea. Cosa che ancora non accade.Intanto, così come accaduto nel 2012 e in altre circostanze, fu lo scorso 28 agosto che si rischiò la tragedia. Quel giorno infatti, il crollo di una grossa fetta di costone si verificò nel pomeriggio a poca distanza dalle persone intente a prendere il sole in spiaggia. Solo un caso fece in modo che l'episodio non avesse conseguenze gravi. Poco distante, nella vicina spiaggia di zingarello, la cui collina ha la stesse caratteristiche di Drasy, il Comune di Agrigento aveva appena delimitato un tratto di spiaggia per il crollo di un pezzo della falesia. Secondo gli esperti è stato il caldo di questi ultimi giorni a rendere più secco e dunque più friabile e vulnerabile il costone. « E' necessario - conclude Lombardo - sedersi di nuovo intorno ad un tavolo e stilare un regolamento che permetta di ridurre i giorni delle esercitazioni militari, magari dirottando quelle più leggere in poligoni privati. Questo permetterebbe, da un lato di ridurre l'inqui - namento da piombo e dall'altro permetterebbe l'ampliamento del periodo di fruizione dell'area da parte delle scuole e da parte dei turisti».


Zona industriale. Resi noti i risultati delle analisi fatte nella zona dai tecnici Arpa Incendio Progeo, allarme inquinamento «Presenti sostanze e composti con elevata pericolosità, al di sopra della soglia di attenzione prevista dalla normativa». Undici giorni dopo il sopralluogo dei tecnici del settore Ambiente del Libero consorzio, dell'Arpa e della polizia provinciale allo stabilimento "Progeo" della zona industriale di Agrigento, è questo l'esito degli esami di laboratorio sui campioni di aria prelevati tramite canister. A renderli noti è stata la sezione tecnica dell'Arpa di Agrigento. E proprio la stessa Arpa ha "consigliato ulteriori indagini sulle aree adiacenti per valutare le eventuali ricadute negative". Indagini che dovranno riguardare la qualità dell'aria e la dismissione del materiale bruciato dopo la sua caratterizzazione. "E' evidente, dunque, - scrivono dal Libero consorzio comunale - la necessità di una messa in sicurezza permanente dei residui della combustione e di un'eventuale successiva bonifica". I risultati sono stati trasmessi a tutti gli enti interessati, compreso il Libero consorzio. Il sopralluogo era stato effettuato proprio per "valutare gli effetti sull'ambiente" e verificare l'eventuale presenza di sostanze inquinanti. Alle ormai ex Provincie spetta, infatti, la competenza del monitoraggio e del controllo ambientale. Il rogo allo stabilimento della "Progeo srl" - una ditta che, utilizzando moderne ed efficienti tecnologie, si occupava del trattamento e della lavorazione della cosiddetta frazione secca, derivante dalla raccolta differenziata, - è divampato alle 7 circa dello scorso 16 giugno. A distanza di giorni e giorni, in quel che resta dello stabilimento industriale sono ancora presenti i vigili del fuoco che si stanno occupando di "smassare", ossia dimezzare e sparpagliare i cumuli di cenere. E continuano anche a spegnere i focolai che - ancora, nonostante il trascorrere dei giorni, - covano all'interno delle montagne incenerite di rifiuti. (*CR*)



sicilia24h.it L' incendio Progeo ha inquinato pericolosamente l'ambiente
La sezione tecnica di Agrigento dell' Arpa, l' Agenzia regionale protezione ambiente, ha reso noti i risultati del campionamento dell'aria compiuto nei giorni scorsi nell'area della società Progeo, interessata da un violento incendio che ha distrutto il deposito e gli impianti di selezione dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata. Ebbene, dalle analisi dei campioni è emersa la presenza di sostanze e composti con elevata pericolosità sia in sé che come precursori di altre, al di sopra della soglia di attenzione prevista dalla normativa. Ecco perché l' Arpa ha consigliato ulteriori indagini sulle aree adiacenti per valutare le eventuali ricadute negative. Le indagini dovranno riguardare la qualità dell'aria e la dismissione del materiale bruciato. E' evidente, dunque, la necessità di un recupero in sicurezza permanente dei residui della combustione e di un'eventuale successiva bonifica. I risultati sono stati trasmessi all' ex Provincia di Agrigento, che ha competenza in materia.

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