Giornale
di sicilia
A
genzia
per i precari, no di sindaci e sindacati
Stipendi in ritardo,
futuro incerto: in migliaia in corteo a Palermo.
Spaccatura sulla
rinuncia all'incontro con Crocetta
Sindaci
con le fasce tricolori, sindacati confederali insieme agli autonomi,
e poi migliaia di precari. Palermo ieri è stata invasa da un corteo
con pochi precedenti, per i numeri e per il fronte di protesta
coalizzatosi. Tutti hanno attaccato il governo per i ritardi nelle
stabilizzazioni dei circa 16 mila contrattisti degli enti locali.
Secondo i sindacati sono scesi in strada in 5 mila. L'Anci, guidata
da Leoluca Orlando, segnala fra questi almeno 300 sindaci (su 390).
Secondo le forze dell'ordine i manifestanti erano di meno. In ogni
caso il corteo ha paralizzato Palermo, snodandosi lungo il Cassaro da
piazza Marina fino a piazza Indipendenza, sede la Presidenza. I
precari lamentano un ritardo nel pagamento degli stipendi che in
alcuni casi raggiunge anche 10 mesi. In più è scattato l'allarme
perchè le stabilizzazioni non arrivano e a fine anno non si potrà
neppure prorogare i contratti per via di paletti nazionali e
regionali che impongono concorsi aperti all'esterno, nuove piante
organiche e conti in ordine. Numeri a parte, il tema del giorno è
stata la proposta di Crocetta per aggirare questi ostacoli:
trasferire tutti i precari alla Resais, la società partecipata
creata dalla Regione negli anni Ottanta. Da lì i precari verrebbero
smistati, grazie a più poteri in termini di flessibilità e
mobilità, dove c'è bisogno. Inoltre i posti liberi nei Comuni,
appena 1.500 secondo gli ultimi calcoli, andranno assegnati con
priorità ai dipendenti a tempo indeterminato delle ex Province. Si
assottiglieranno ancora di più, quindi, gli spazi per i precari. Per
Crocetta la Resais è l'unica soluzione. Sulla quale però è
piovuto lo scetticismo generale. Orlando e Mario Emanuele Alvano
dell'Anci si sono chiesti «se è stato fatto il dovuto
approfondimento sulla fattibilità del piano dal punto di vista
giuridico e finanziario, non essendo chiaro quale sia la tipologia di
contratto che si immagina per i lavoratori degli enti locali». Anche
dai sindacati confederali una secca bocciatura: «Non è più tempo
di annunci e mosse elettorali. Nessuno pensi ad alcuna forma di
privatizzazione» hanno detto Gigi Caracausi e Paolo Montera
della Cisl Fp. E per Claudio Di Marco ed Enzo Abbinanti della Fp Cgil
«non serve la Resais perchè opererebbe come come una agenzia
interinale con maggiori margini di discrezionalità». Dubbi anche da
parte della Uil Fpl, che però attende di conoscere il piano: «Il
peggiore governo della storia della Regione sino ad oggi non è
riuscito a dare alcun tipo di risposta» hanno detto Enzo Tango e
Luca Crimi. Ma se sul no al governo le sigle in piazza hanno marciato
compatte. Sul piano della proposta le divergenze sono emerse. Gli
autonomi, a cominciare dalla sigla più rappresentativa, l'Mgl,
avrebbero accettato l'invito di Crocetta a un confronto già ieri.
Ma i confederali e l'Anci si sono rifiutati di sedersi al tavolo.
Ne è nata una forte tensione, che ha costretto anche la Digos ad
aumentare il livello di attenzione sulla protesta. Massimo Bontempo,
leader del Movimento Giovani Lavoratori, va all'attacco: «Migliaia
di precari sono venuti a Palermo per spingere il governo a trovare
una soluzione. Non sedersi al tavolo svilisce le attese di questa
gente». «L'Anci - ha detto il vicepresidente Paolo Amenta - non
ha incontrato il governo perchè tutto si sarebbe concluso in un
nulla di fatto». I confederali hanno dettato una nota in cui
precisano che «non abbiamo accettato l'invi - to perchè la sede
per trattare è la cabina di regia tra Regione e parti sociali». Che
si riunirà mercoledì alle 11, conferma l'assessore agli Enti
Locali Luisa Lantieri. Ma la piazza rischia di diventare
incontrollabile. Gli autonomi di Cub e Alba annunciano che quella di
ieri «è solo l'inizio della battaglia che terminerà solo a
risultato raggiunto». Mentre il sindacato Csa, guidato da Giuseppe
Badagliacca, ha chiesto di affrontare insieme due vertenze parallele:
«Chiediamo una svolta per il finanziamento dei Liberi Consorzi e
Città Metropolitane e per la stabilizzazione dei precari». E
l'Asael, l'altra associazione degli amministratori di enti
locali, guidata da Matteo Cocchiara, avverte: «No ai pannicelli
caldi della cabina di regia regionale. La trattativa si sposti su un
tavolo romano».
«Regione, i conti ora
sono a posto pronti ad affrontare le grandi emergenze»
Intervista a Baccei
Grazie all'accordo
chiuso con lo Stato, che porterà un miliardo e 685 milioni all'anno
nelle casse regionali, siamo in grado di affrontare problemi vecchi
in modo serio. Possiamo finanziare progetti che ristrutturano settori
importanti: penso alla formazione professionale, all'agenzia per i
precari, alle ex Province. Sono tutti problemi che affronteremo in
una manovra di assestamento di bilancio che proporremo all'Ars fra
la fine dell'estate e settembre»: Alessandro Baccei, assessore
all'Economia, annuncia la fase 2 del risanamento dei conti. Che
partirà da una manovra bis già in cantiere.
Cosa intende per
interventi che ristrutturano settori importanti?
«Prendiamo
l'esempio della formazione professionale. Il piano che l'assessore
Marziano sta mettendo a punto con i ministeri del Welfare e
dell'Istruzione è buono. Alleggerisce il settore dal personale in
esubero e permette di finanziare corsi utili come quelli che
sostituiscono l'obbligo scolastico. La Regione è in grado di
mettere sul piatto 20/25 milioni all'anno. Una cifra simile la
metterà lo Stato. Poi ci sono i fondi europei. E così, intorno a un
progetto serio, il settore può ripartire dopo che è stato
migliorato».
Si può fare lo stesso con i precari? L'agenzia
che li assorbirà può essere una soluzione?
«Io non mi innamoro
delle definizioni. Può essere indifferentemente la Resais o una
nuova agenzia. Il punto è che deve poter svolgere servizi in house.
La Regione è disposta ad accollarsi gli eventuali maggiori costi che
deriveranno dal trasferimento di tutti i precari dei Comuni in questa
struttura pubblica. I costi li stiamo stimando e comunque saranno di
entità marginale rispetto a quelli attuali. Stiamo lavorando
seriamente a questo piano in totale sinergia con la Presidenza della
Regione e con l'assessore agli Enti Locali, Luisa Lantieri. Anche
perchè nei Comuni al momento non ci sarebbero gli spazi necessari
per stabilizzare tutti. E quindi così possiamo risolvere il
problema. Stiamo però studiando una soluzione che mantenga salva la
possibilità dei precari di tornare a occupare gli spazi dei Comuni
che si libereranno negli anni per effetto del turn over. Il punto è
che adesso, grazie all'accordo finanziario con lo Stato, abbiamo
certezza di risorse per il futuro e questo ci da la possibilità di
stabilizzare i precari».
Nella manovra bis che sta preparando ci
sarà spazio per altre emergenze?
«Stiamo programmando un intervento
anche per le ex Province. In questo caso il problema è enorme e per
risolverlo servirebbero 150 milioni. Non arriveremo a tanto ma stiamo
studiando soluzioni che risolvono completamente il problema lavorando
su diverse leve: possiamo prendere funzioni delle Province (e quindi
costi) trasferendoli a Regione e Comuni o erogare maggiori risorse.
Altre ipotesi prevedono la mobilità verso amministrazioni dello
Stato e altre soluzioni che stiamo affinando».
Dove troverete le
risorse per affrontare tutti questi problemi?
«Utilizzeremo le
risorse che erano state prudenzialmente accantonate per coprire
eventuali disavanzi. Quest'anno, grazie anche all'accordo con lo
Stato e alla gestione virtuosa del bilancio, non ci sarà disavanzo
ma addirittura una riduzione di quello degli anni precedenti. E così
potremo utilizzare i 60 milioni accantonati. Altrettanto sarà
possibile utilizzare nel 2017. In più quest'anno le entrate,
soprattutto l'Iva, stanno andando meglio del previsto e
probabilmente avremo un maggior gettito, ancora da quantificare, che
potremo utilizzare entro fine anno. Con queste risorse faremo l'asse
- stamento entro settembre».
E la Finanziaria?
«Sempre grazie
alle certezze che ci derivano dall'accor - do con lo Stato, saremo
in grado di approvare la Finanziaria in giunta entro fine settembre o
metà ottobre e portarla all'Ars per proporne l'approvazione
entro fine anno».
C'è una nuova filosofia nell'affrontare
problemi vecchi come quelli che riguardano precari, formazione e
Province?
«Noi siamo per fare grossi interventi che risolvono
strutturalmente il problema. Quando ci sono le condizioni per tutto
ciò e di fronte a progetti seri, il governo si sforza di trovare le
risorse. Possiamo riuscirci. Vale lo stesso per la riforma dei
forestali, che è appena all'inizio della discussione in giunta ma
che mi sembra si muova nella giusta direzione. Ed è un principio che
si può applicare anche ai consorzi di bonifica: se li riportiamo in
una condizione di efficienza in modo che ogni agricoltore abbia
l'acqua di cui ha bisogno, e la paghi, allora possiamo anche
trovare una soluzione strutturale che risolva anche il problema dei
debiti che hanno maturato questi enti».
Ha più volte accennato
agli effetti positivi dell'accordo maturato con lo Stato. Eppure
non sono mancate critiche sui ricorsi a cui avete rinunciato. L'oppo
- sizione sostiene che la Regione poteva pretendere svariati miliardi
ma vi ha rinunciato in cambio di pochi soldi certi. È così?
«Questo
era, secondo me, l'accordo migliore possibile nella situazione in
cui eravamo. Non è vero che abbiamo rinunciato a un sacco di ricorsi
e a parecchi più soldi. La maggior parte dei ricorsi che
l'opposizione cita erano già stati persi. Prima di questo accordo
ce n'era stato uno nel 2014: aveva portato nelle casse un miliardo
e 285 milioni in cambio della rinuncia a ricorsi che valevano 582
milioni mentre altri ricorsi che valevano 5 miliardi e 367 milioni
erano stati persi. Con l'accordo di quest'anno l'unico ricorso
a cui abbiamo rinunciato vale 231 milioni. Mentre altri ricorsi che
valevano 830 milioni sono stati persi in questa fase e dunque non
sono stati oggetto di rinuncia. Noi abbiamo incassato stabilmente un
miliardo e 685 milioni. E questa è la base per azzerare tutto il
pregresso e per ripartire in futuro per nuove trattative. Dico di
più, restano pendenti e non intaccati dall'accordo, altri ricorsi:
sono 7 e valgono poco meno di 600 milioni».
Il centrodestra e i
grillini contestano l'obbligo di tagliare ancora le spese del 3%.
Sono tagli già pianificati nelle ultime due Finanziarie. Non ce ne
saranno altri rispetto a questi.
Rifiuti, niente accordo
sulla riforma Salta in giunta l'ok alle modifiche Stefania Giuffrè
PALERMO
Legge sui rifiuti, un
nuovo stop. In giunta un nuovo nulla di fatto per la riforma che
dovrebbe ridisegnare il servizio dello smaltimento rifiuti in
Sicilia. Nella seduta di ieri la delibera era all'ordine del giorno
e si è aperta la discussione. Ma non si è arrivati al dunque.
Riforma che da Roma hanno sollecitato anche nei giorni scorsi:
l'ultima ordinanza in materia di rifiuti concordata con il governo
nazionale prevedeva che la legge arrivasse in giunta entro il 15
giugno e sebbene il termine non riguarda l'approvazione ma la
semplice presentazione, da Palazzo Chigi non vedono di buon occhio
ulteriori ritardi. A frenare sarebbe la resistenza di un'ala del Pd
che non condivide la riforma e soprattutto l'accentramento in un
unico ente di competenze e servizi finora demandati ai Comuni e agli
Ato prima e alle Srr poi. La legge di fatto, così come è stata
pensata dall'assessore Vania Contrafatto, dovrebbe azzerare la
vecchia riforma Lombardo. I 27 vecchi Ato e le 18 Srr che avrebbero
dovuto sostituirli verrebbero cancellati e al loro posto nascerebbe
l'Eser, che dovrà occuparsi della gestione dei rifiuti nell'intera
Sicilia. Di questo unico ente regionale i soci saranno i Comuni. Sarà
l'ente a bandire tutte le gare d'ap - palto (e non più i
Comuni), a organizzare i servizi, a scegliere le modalità di
gestione, a stabilire le tariffe e a realizzare il piano regionale,
prevedendo impianti e costi. Previsto anche un albo unico dei
lavoratori. «Una legge inutile - dice il vicecapogruppo del Pd,
Giovanni Panepinto - , perché cambiare tutto il sistema e non
provare a fare funzionare quello attuale? Se prima non si risolve il
problema degli impianti, non ha alcun senso». (*STEGI*)
livesicilia.it
I precari infiammano il
dibattito Tutti i dubbi dei sindaci
"La grande
partecipazione alla manifestazione di oggi conferma l'importanza e
l'urgenza della questione precari nella Pubblica Amministrazione
siciliana. La vertenza non troverà mai una soluzione senza un serio
confronto con il Governo regionale e nazionale insieme". Lo
dichiarano Claudio Di Marco e Enzo Abbinanti, Gigi Caracausi e Paolo
Montera, Enzo Tango e Luca Crimi, spiegando perchè Fp Cgil, Cisl Fp,
Uil Fpl, non hanno partecipato ad un incontro con il Governo
regionale a margine dell'imponente manifestazione di oggi. "Questa
mattina - aggiungono i Segretari regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil
Fpl - al termine del corteo dei lavoratori, dei sindaci e delle
rappresentanze sindacali non abbiamo partecipato a un incontro con il
governo regionale. Non per snobismo ma perché riteniamo che la
questione vada affrontata in altro modo. Esiste una cabina di regia
ed è quella la sede più opportuna, un tavolo a cui sedersi e
confrontarsi su una piattaforma precisa e non su singole proposte che
quotidianamente vengono annunciate ora dal governo regionale ora da
quello nazionale". "Diciottomila precari siciliani -
concludono i sindacati - aspettano risposte, i rappresentanti dei
governi a Roma come a Palermo trovino soluzioni, anziché litigare
con annunci spot, e le sottopongano ai sindacati ed agli
amministratori e senza indugiare oltre. Non è più rinviabile un
confronto tra governo regionale, governo nazionale, sindacati ed Anci
su questo tema". "Circa la notizia in base alla quale il
governo riterrebbe di avere individuato nella Resais lo strumento
attraverso il quale risolvere in maniera strutturale la problematica
dei lavoratori precari, in attesa di conoscere i dettagli della
proposta e sperando che il governo prenda una posizione chiara e che
non sia, come spesso è accaduto, soggetta a innumerevoli
ripensamenti e modifiche, ci domandiamo se sia stato fatto il dovuto
approfondimento sulla fattibilità di tale situazione sia da un punto
di vista giuridico sia da un punto di vista finanziario non essendo
chiaro, in ogni caso, quale sia la tipologia di contratto che si
immagina per i lavoratori degli enti locali e se tutto ciò sia
possibile senza alcun intervento di carattere normativo nazionale".
Questo il commento di Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano,
rispettivamente presidente e segretario generale dell'AnciSicilia.
"Siamo certi - aggiungono - che questi nostri dubbi verranno
chiariti già in occasione del prossimo incontro della cabina di
regia, ma resta il fatto che riteniamo il governo nazionale un
interlocutore imprescindibile su questa vicenda". (ANSA) "Non
abbiamo incontrato il governo regionale per mantenere il fronte unito
e non spaccare la neo costituita cabina di regia voluta con forza dal
Csa. Il rischio era di distruggere il lavoro svolto in questi mesi
che si è concretizzato oggi con la presenza massiccia a Palermo del
corteo che ha percorso le vie del capoluogo. L'unica cabina che
riunisce tutti deve diventare il vero luogo dove la proposta unisca
tutti dando la forza necessaria per una soluzione definitiva da
ricercare con l'intervento del governo nazionale". E' quanto
dichiara il segretario regionale del Csa Giuseppe Badagliacca e il
segretario provinciale Nicolò Scaglione, i sindacati Autonomi e i
Movimenti di Base sul mancato incontro con il governo Crocetta alla
fine del corteo dei precari che si è svolto oggi a Palermo.