Giornale di sicilia
Caos immondizia, l'assessorato
frena: «Crisi passeggera».
Ma la riforma è al palo.
«La situazione è sotto controllo,
questo momento di crisi è passeggero. La prossima settimana saremo
in grado di superare la verifica periodica col ministero e il piano
concordato va avanti». Dall'assessorato all'Energia e servizi di
pubblica utilità gettano acqua sul fuoco. Sostengono che l'emergenza
scoppiata in questi giorni in mezza Sicilia rientrerà presto.
Di fatto, però, il piano messo a punto
dal governo regionale e dal ministero dell'Ambiente, per
traghettare la Sicilia fuori dall'emergenza rifiuti, stenta a
decollare. L'unica novità è che la discarica di Siculiana,
nell'agrigentino, ha avviato l'iter per la riapertura che
consentirà di smaltire altre 620 tonnellate al giorno, anche se per
la realizzazione serviranno almeno quattro mesi. Nel frattempo la
corsa contro il tempo continua: con meno spazio in discarica a
disposizione, visto che quelle irregolari sono state chiuse, diventa
fondamentale in Sicilia aumentare la differenziata e potenziare gli
impianti di trattamento. Governo regionale e ministero dell'Ambiente
avevamo messo nero su bianco un fitto programma che comprendeva tutta
una serie di impegni e relative scadenze. Entro il 27 giugno era
prevista ad esempio l'eventuale requisizione delle discariche
irregolari da parte del presidente della Regione: Crocetta aveva
fatto intendere di poter prendere il comando dei siti di Bellolampo e
Siculiana per costringerli ad adeguarsi alle norme e
all'impiantistica necessari ad accogliere i rifiuti di centinaia di
Comuni, che altrimenti avrebbero subito un aggravio dei costi perché
costretti a scaricare in posti più lontani. Questo non è stato
fatto. Era anche previsto il potenziamento degli impianti tecnologici
per trattare i rifiuti riducendo al minimo le sostanze inquinanti.
Questo processo si chiama biostabilizzazione e al momento la Sicilia
è fortemente in ritardo su questo fronte. L'accordo col ministero
prevede di iniziare a trattare tutti i rifiuti, anche a costo di
biostabilizzarli con procedimenti meno efficaci, pur di ridurre
subito gli elementi inquinanti. Questo processo però doveva essere
validato dall'Arpa che a fine giugno avrebbe dovuto fornire i primi
risultati. Ciò non è avvenuto proprio a causa dei problemi agli
impianti delle discariche, a cominciare da quella di Bellolampo a
Palermo. Per quanto riguarda invece la discarica di Siculiana, chiusa
perché non in possesso dell'impianto di trattamento richiesto, si
registra un passo avanti: il gestore della discarica, che fa capo al
vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, ha
comunicato di aver depositato alla Regione la richiesta di
autorizzazione per la realizzazione dell'impianto di
biostabilizzazione, che consentirà di smaltire fino a 620 tonnellate
di rifiuti al giorno. Una boccata d'ossigeno per i Comuni del
comprensorio che però, per vederne la luce, dovranno attendere circa
4 mesi dal rilascio dei pareri, tempo che secondo l'assessorato
potrebbe notevolmente ridursi consentendo addirittura nell'arco di
alcune settimane una riapertura seppur a regime ridotto. Resta invece
ancora paralizzata la riforma del settore: secondo il crono programma
la legge andava approvata entro il 16 giugno ma il testo è ancora
fermo in giunta. Il via libera, atteso per giovedì scorso, è
slittato a martedì prossimo. Salvo ovviamente sorprese, dal momento
che nella maggioranza sono tanti i mugugni sul testo messo a punto
dal presidente Crocetta e dall'assessore Vania Contrafatto e già
ben altre due volte il via libera è saltato. «Il governo illustri
la riforma alla maggioranza e ne discuta col gruppo più numeroso, il
Pd» torna a tuonare il deputato Giovanni Panepinto, vicepresidente
del Gruppo parlamentare. Il vicepresidente della Regione, Mariella Lo
Bello, rassicura: «Non c'è nessuno scontro - dice - stia - mo
portando avanti i giusti approfondimenti e l'approvazione è
prevista per la prossima seduta di giunta». (rive)
LA REGIONE SI FERMA. L'ALLARME
CORRE.
L' intenzione dell'assessore al
ramo è, infatti, quella di sostituire la pletora di strutture con un
solo ente, chiamato a organizzare il servizio su scala regionale,
scegliere le modalità di gestione, stabilire la tariffazione e
prevedere impianti e costi. Come se la soluzione più acconcia fosse
prerogativa dei singoli campanili. Non servono ponderose indagini né
complesse statistiche per comprendere la situazione ambientale in
Sicilia. Anche una «perla» come San Vito Lo Capo, fino ad ora
distintasi per capacità di gestione del profilo turistico e
ricettivo, deve fare i conti con i soliti cassonetti traboccanti e
maleodoranti. Come spesso accade, non è una questione di soldi. Il
ciclo dei fondi europei per il periodo 2014-2023, prevede un
ammontare rilevante di risorse, proprio per mettere mano in maniera
strutturale alla questione dei rifiuti. Rifiuti che solo in Sicilia
alimentano uno psicodramma continuo e che, appena a qualche centinaio
di chilometri di distanza, rappresentano invece una risorsa e
comunque non fanno bella mostra di se nella pubblica via.
L'inadeguato smaltimento dei rifiuti nell'Isola penalizza
l'ambiente, la qualità della vita dei residenti ed i flussi
turistici. Come se questo non bastasse, in Sicilia si pagano anche
più tasse per avere servizi più scadenti. Nel 2015 l'aliquota
IRAP è stata pari al 4,84% nella nostra Isola e 3,88% nella media
delle altre regioni a statuto speciale. L'addizionale regionale
Irpef è stata dell'1,73% (1,37% nelle altre regioni speciali),
mentre l'addizionale comunale Irpef è stata pari al 6,26 per
mille, contro il 4,29 per mille nelle altre regioni speciali. E c'è
un'aggra - vante: quest'ultimo tributo è imposto da oltre il 90%
dei Comuni siciliani, a fronte di circa la metà nelle altre regioni
speciali. Sei anni dopo la fallimentare (negli esiti) legge 9/2010,
di riforma del comparto rifiuti, facciamo i conti ancora con un
problema irrisolto (l'offesa all'ambiente) e con un bel
mucchietto di polvere nascosto sotto il tappeto: 1,8 miliardi di
debiti dei comuni siciliani verso gli Ato.
Rifiuti, da agosto spediti in altre
regioni Scatta la rivoluzione delle discariche.
Al dipartimento Rifiuti si stanno
mettendo a punto gli ultimi dettagli del piano: entro un mese bisogna
essere pronti a spedire i rifiuti in altre Regioni. Nel frattempo,
per evitare che la situazione precipiti già a luglio, scatterà un
Risiko delle discariche che punta a spostare almeno 500 tonnellate al
giorno dalla Sicilia orientale a quella centro-occidentale. L'ultima
crisi è scoppiata perchè nello stesso memento si sono «indebolite»
due discariche chiave per garantire che il sistema resti in
equilibrio: quella di Trapani e quella di Lentini. Il tutto mentre
resta inutilizzabile l'impianto di Siculiana, di proprietà della
famiglia Catanzaro (uno dei fratelli, Giuseppe, è il vice presidente
di Confindustria). Questa situazione ha mandato in tilt il sistema di
smaltimento nella Sicilia occidentale. «A Trapani - spiegano i
tecnici dell'assessorato regionale ai Rifiuti - non c'è un
problema di saturazione. Lì sono in corso dei lavori di
ristrutturazione di alcune aree che rendono difficile l'accesso ai
mezzi di smaltimento. Semplicemente, ciò che prima veniva smaltito
in poche ore adesso resta in attesa anche per un giorno. E poichè
anche alcune zone di stoccaggio sono inutilizzabili, ecco che i
rifiuti si accumulano nelle città». Questi lavori dovrebbero
terminare entro il 15 luglio. Ma non risolveranno il problema. Perchè
nel frattempo bisognerà ridurre lo smaltimento a Lentini. Questa è
la discarica che ha «ereditato» tutta l'immondizia che prima si
scaricava fra Gela e Siculiana. «E proprio per questo motivo -
spiegano ancora all'assessorato a Rifiuti - alcuni impianti
meccanici collegati alla discarica stanno lavorando oltre i propri
limiti. Un ritmo che non possiamo tenere ancora, altrimenti si
romperebbero e ci costringerebbero a chiudere». A Lentini bisognerà
passare già da martedì da 3.500 tonnellate al giorno a 3 mila. Ecco
dunque che proprio in questo week end all'assessorato ai Rifiuti si
sono visti costretti a trovare una sistemazione alternativa a 500
tonnellate al giorno. Per riuscirci è stato convocato venerdì un
vertice in prefettura a Palermo. Questo perchè almeno 200 tonnellate
prima destinate a Lentini verranno trasferite ora a Bellolampo: una
soluzione per alcuni Comuni limitrofi al capoluogo. Il Comune di
Palermo ha aperto i cancelli di Bellolampo solo dopo un duro braccio
di ferro con la Regione. E all'assessorato ai Rifiuti ieri
rivelavano che la Regione era pronta a utilizzare i poteri speciali
derivanti dall'ordinanza firmata con lo Stato per requisire
l'impianto palermitano. Un rischio evitato grazie a un accordo con
i vertici della Rap, che gestisce la discarica. Resta da trovare una
sistemazione ad altre 300 tonnellate al giorno prima destinate a
Lentini. E qui il piano viaggia con qualche «se» davanti a ogni
opzione. La prima prevede di riaprire entro la fine della prossima
settimana la discarica di Gela e lì inviare almeno 150 tonnellate al
giorno: il tutto grazie alla sistemazione di un impianto di
biostabilizzazione (il Tmb) indispensabile per legge. Per fare più
in fretta si sta procedendo a sistemare un impianto più piccolo e
mobile rispetto a quello che servirebbe in tempi normali. È una
soluzione che alla Regione vorrebbero imporre anche alla famiglia
Catanzaro. A Siculiana sono pronti a partire i lavori per realizzare
il Tmb ma servirebbero almeno 4/5 mesi. Se si optasse per un impianto
semi-permanente si accorcerebbero i tempi. Il pressing in questo
senso è già iniziato. Tuttavia in assessorato tutti sanno che anche
con queste soluzioni non si risolverà il problema: «Se anche solo
una discarica chiude per un problema imprevisto, siamo rovinati...»
sussurrano i tecnici. E gli aumenti estivi nella produzione di
rifiuti non aiutano. Per questo motivo in assessorato si stanno
mettendo a punto i documenti per arrivare entro un mese a spedire i
rifiuti in altre Regioni: «Dobbiamo essere pronti per sfruttare
questa opportunità quando sarà necessario. Stiamo individuano la
stazione appaltante che gestirà i bandi e le procedure per
selezionare le ditte che si occuperanno del trasporto e la meta di
destinazione. Sarà la Protezione civile a occuparsi di tutto».
Nell'attesa da martedì scatta l'ennesima rivoluzione nelle
discariche.
Nelle province.
Pagati gli stipendi
ai netturbini di Licata, disagi a Caltanissetta
Da Agrigento scarti portati a
Catania.
Da Agrigento a Caltanissetta, passando
per Siracusa, ecco la situazione della raccolta rifiuti nelle
province dell'Isola. Agrigento. I paesi del Saccense portano i
rifiuti ad Alcamo dove c'è un impianto di stoccaggio per la
differenziata e poi a Catania. A Licata ieri sono stati pagati gli
stipendi, evitato lo sciopero. I rifiuti vengono portati a Catania.
Stessa cosa avviane nel resto della provincia di Agrigento. Ragusa.
La discarica di Cava dei Modicani funziona in regime di proroga
(scade a gennaio 2017). Il servizio di raccolta in città non dà
problemi. La differenziata è a livelli molto bassi. Celebrata la
gara per la gestione del servizio di raccolta, bando da 80 milioni
con differenziata fissata al 65%: hanno partecipato due associazioni
di imprese. Si attende il via libera dall'Urega. Anche Modica si
aspetta l'ok dell'Urega. A Vittoria il sindaco ha prorogato di altri
tre mesi il servizio di raccolta alla ditta. Messina. Al momento, non
ci sono emergenze. La Messina ambiente per carenza di mezzi e di
fondi per acquistare e riparare gli automezzi di cui attualmente
dispone, non riesce, però, ad effettuare una raccolta ordinaria e
capillare. Quando capita - ed avviene una volta al mese - che chiude,
per 24 ore, per manutenzione, la discarica di Motta Sant'Anastasia,
ci vuole poi una o addirittura due settimane per riportare tutto alla
normalità. Trapani. Nulla di fatto. È servita a poco, al momento
per superare l'emergenza, la riunione che si è svolta ieri mattina
presso la "Trapani Servizi", società che gestisce la discarica
di contrada Borranea a Trapani, l'unica attualmente utilizzata da
tutti i comuni del Trapanese per il conferimento dell'immondizia.
L'impianto non riesce a sopportare tutto il traffico di
autocompattatori. Caltanissetta. I centotrenta lavoratori di
Caltambiente, la società che provvede alla raccolta dei rifiuti
solidi urbani, sono in stato di agitazione. L'oggetto del
contendere è il pagamento della quattordicesima mensilità che il
Comune, sottoscrivendo un protocollo con i sindacati di categoria, si
è impegnato a corrispondere a fine mese grazie ad un'anticipazione
di trecentomila euro. Nel capoluogo nisseno la raccolta dei rifiuti
avviene con regolarità e la netturbe viene conferita alla discarica
di Motta S.Anastasia al servizio anche di altri comuni. Siracusa.
Siracusa e i comuni della Provincia conferiscono i rifiuti solidi
urbani nella discarica di Sicula Trasporti in provincia di Catania.
L'ultima discarica attiva nel siracusano, quella di Costa Gigia,
nel territorio di Augusta, è stata chiusa due anni fa ed ha lasciato
sui Comuni che ne hanno usufruito un debito di alcuni milioni di euro
oggetto di contenzioso tra la stessa proprietà del centro di
smaltimento e l'Ato rifiuti Sr1.
2 luglio - sabato
Sicilia24h
L' assessore Baccei su accordo
Stato - Regione
L' assessore regionale all'
Economia, Alessandro Baccei, interviene a seguito dell' accordo di
transazione sui contenziosi pregressi concluso dalla Regione Sicilia
con lo Stato, e spiega : "Grazie all'accordo chiuso con lo Stato,
che porterà un miliardo e 685 milioni all' anno nelle casse
regionali, siamo in grado di affrontare problemi vecchi in modo
serio. Possiamo finanziare progetti che ristrutturano settori
importanti: penso alla formazione professionale, all' agenzia per i
precari, alle ex Province. Sono tutti problemi che affronteremo in
una manovra di assestamento di bilancio che proporremo all'
Assemblea regionale fra la fine dell' estate e settembre. Prendiamo
l'esempio della formazione professionale. Il piano che l'assessore
Marziano sta mettendo a punto con i ministeri del Welfare e dell'
Istruzione è buono. Alleggerisce il settore dal personale in esubero
e permette di finanziare corsi utili come quelli che sostituiscono
l'obbligo scolastico. La Regione è in grado di mettere sul piatto
20/25 milioni all' anno. Una cifra simile la metterà lo Stato. Poi
ci sono i fondi europei. E così, intorno a un progetto serio, il
settore può ripartire dopo che è stato migliorato".
Presidente Messina, il tempo di
cazzeggiare è finito
Il Cupa era morente e a nulla o poco
sono valsi fino ad oggi i tentativi da parte del sindaco Firetto di
Agrigento per salvarlo. Il libero consorzio comunale di Agrigento
(ex-provincia) ha espresso un doppio gioco: da un lato voleva
esprimere la nuova governance e dall'altra non ha revocato l'atto
di recesso, fuoriuscendo di fatto perché non è riuscito a reperire
le somme necessarie per rimanere all'interno del Consorzio
Universitario.
La notizia di ieri relativamente ai
soldi trovati ed elargiti dalla Regione, giunta quasi inaspettata, ha
dato respiro e fiducia per il futuro, anche se ancora rimangono dei
lati oscuri tutti da verificare. Ambigua e incomprensibile è parsa la
posizione della Camera di Commercio la quale ha giocato una partita
di sponda con l'ex-provincia, subordinando prima la presenza della
stessa Camera di Commercio alla presenza del Libero Consorzio e poi,
con il fiato sul collo e la preoccupazione degli studenti, il
presidente Vittorio Messina, dopo mesi di dichiarazioni in cui faceva
intendere che la Camera fosse ancora dentro il Cupa, finalmente
coinvolgeva prima la giunta Camerale che approvava un atto di
indirizzo per il rientro e poi procedeva con la ratifica dell'atto
di indirizzo da parte della giunta Camerale; un pasticcio senza
precedenti. Successivamente la brillante idea della
costituzione di una commissione speciale per "studiare" le
modifiche statutarie. Si perde, così, un mese di tempo inutilmente;
il tutto per modificare un paio di articoli dello statuto. Stamattina, finalmente ed
inevitabilmente, la Camera di Commercio dovrà uscire allo scoperto
senza se e senza ma. Dovrebbe presentarsi pronta, operativa a dare il
proprio contributo per fare ripartire un Consorzio redivivo grazie al
contributo regionale. Di fatto, oggi dovrebbe essere un giorno di
festa per tutti: studenti per primi, poi i lavoratori e poi ancora il
mondo della cultura. Non sappiamo precisare cosa, ma temiamo
che anche stamattina, dietro l'angolo, potrebbe fare breccia
l'ennesimo "spunnapedi". Uccellacci e uccellini riferiscono che
fino a qualche ora fa il buon Vittorio Messina, probabilmente tirato
per la giacchetta, forse pensando che gli studenti, le loro famiglie
e i lavoratori siano dei fessacchiotti, ha tirato fuori un malconcio
coniglio dal cilindro; prendendo spunto da una nota del Commissario
del Libero Consorzio comunale Roberto Barbieri, il quale afferma che
tutto quello che è stato fatto finora sarebbe illegittimo. Strano ma
vero. Il tutto solo perché è stata convocata un'assemblea
straordinaria dei soci dal Vice-Presidente del Cupa teoricamente
scaduto unitamente al Consiglio di Amministrazione.
Peccato, però, che ha dimenticato un
particolare non indifferente e cioè che, per un principio di
continuità amministrativa fino all'insediamento del nuovo Cda, non
si può lasciare un Ente in balia di se stesso, fermo restando che si
possono adottare solo atti di ordinaria amministrazione quale può
essere la semplice convocazione di un'assemblea dei soci. Come
dicono ad Oxford a "corda si ruppi" e non escludiamo che questa
vicenda possa avere degli strascichi assai antipatici.
E' doveroso ricordare a questo punto
a Vittorio Messina che attualmente tanti genitori di studenti
agrigentini sono disperati perché hanno la consapevolezza della
perdurante indifferenza del presidente della Camera di Commercio e
che probabilmente saranno a breve costretti a ritirare i propri figli
dall'Università di Agrigento per impossibilità economiche. Un
dato, questo, tanto veritiero quanto allarmante.
Egregio Vittorio, vuoi comunicare ai
genitori in apprensione se hai concluso l'iter per l'adesione
della Camera di Commercio al Polo Universitario, come abbondantemente
promesso?
Egregio presidente, vogliamo dire
quanto guadagna ogni anno il Direttore Generale della Camera di
Commercio e quanto vuoi mettere a disposizione del Polo
Universitario?
Anche in questo caso giova ricordare
che nel dicembre scorso, caro Vittorio, hai espresso la volontà di
rimanere a sostenere il Consorzio universitario addirittura
promettendo un raddoppio della quota di compartecipazione! Poi hai
deciso di investire la Giunta Camerale e questa ha risposto ok a
condizione di apportare alcune modifiche statutarie che sono state
accettate e condivise. Sono passati sette mesi da quando è successo
tutto ciò e tu, caro Vittorio, nonostante la benedizione da tutto e
da tutti per il tuo rientro, continui a trastullarti, tenendo con il
fiato sospeso studenti e famiglie intere e giocare con il sacrosanto
diritto allo studio.
Scusami Vittorio, ma cerca di
smetterla; te lo chiedo personalmente e a nome di tutti gli studenti:
non continuare a rompere i maroni e ravvediti, invece di continuare a
farti tirare per la giacca da destra e sinistra.
Infoagrigento
Università, la Camera di Commercio
rientra nel CUPA
Il Consiglio camerale, nella seduta di
giovedì sera, ha deliberato di rientrare nel Consorzio Universitario
della provincia, mantenendo la dotazione finanziaria finora
assicurata.
"Con tale decisione - si legge in
una nota stampa - che sarà formalizzata non appena i provvedimenti
saranno esecutivi, la Camera di Commercio di Agrigento conferma la
sua volontà di continuare a sostenere la presenza dell'Università
in provincia di Agrigento, ritenendo strategica la sua partecipazione
nel Cupa nell'interesse del mondo economico e produttivo, delle
nuove generazioni e di tutta la comunità locale."
Sul caso, interviene lo stesso
presidente della Camera di Commercio, Vittorio Messina: "L'auspicio
che mi sento di formulare in questo momento è che dopo il rientro
della Camera di Commercio si possa registrare anche quello del Libero
Consorzio dei comuni agrigentini in modo da ricostituire la compagine
societaria originaria alla quale aggiungere altre significative
presenze pubbliche e private per un rilancio della formazione
universitaria nella nostra provincia".
3 luglio - domenica
LiveSicilia
Precari e lavoratori. Eser, Resais, Forestali e Sanità
Partita la macchina delle clientele
di Accursio Sabella
PALERMO - Oltre sessanta mila persone
in attesa di una risposta dalla Regione. Eccolo il bacino elettorale
pronto per le prossime competizioni. La falda dalla quale partiti e
aspiranti candidati potranno tirar fuori voti e consenso in vista
delle prossime importanti elezioni amministrative e soprattutto in
occasione delle regionali. Elezioni previste nel 2017. Eccoli lì,
quei lavoratori, giorno dopo giorno sempre più ordinatamente nelle
mani del governo regionale: alla Resais e all'Agenzia dei Forestali,
all'Eser e negli enti di formazione. La grande macchina delle
clientele è partita. Anzi, i motori sono già caldi.
I precari alla Resais
Al presidente della Regione l'idea
dell'Agenzia unica dei precari non piaceva. L'aveva lanciata, del
resto, il suo "avversario" (nonostante con lui condivida questa
esperienza di governo) Davide Faraone. E così, ecco la nuova
trovata: il passaggio di oltre 16 mila precari dei Comuni alla
Resais. Società nella quale sono già finiti lavoratori provenienti
dalle più disparate (e fallimentari) esperienze di società
pubbliche. Insomma, Crocetta pensa a varare un vero e proprio
"carrozzone", rinverdendo i fasti di un tempo. Delle epoche,
cioè, rispetto alle quali il governatore della rivoluzione avrebbe
voluto far segnare un distacco. Ma le elezioni si avvicinano. E poter
mettere la "bandierina" su 16 mila nuove assunzioni in una realtà
regionale è una occasione ghiottissima. Come se non bastassero gli
oltre 18 mila dipendenti regionali e gli altri settemila sparsi nelle
varie società partecipate. Ma la macchina è partita.
L'Eser
E su quella macchina provano a salire
un po' tutti. E così ecco spuntare enti unici e agenzie dovunque.
Scelte che puntano a mettere ordine, spiega qualcuno in seno alla
giunta di Crocetta. E in effetti non sbaglia di molto: quelle
decisioni, di fatto, chiariscono che il futuro di tante persone è
nelle mani della Regione. E così, ecco la nascita dell'Eser, l'ente
unico che verrà fuori da una faticosa riforma del settore dei
rifiuti che però non ha ancora visto la luce in giunta. Se ne
riparlerà martedì a quanto pare. Sarà proprio l'Eser a gestire i
circa 11 mila lavoratori ex Ato ed ex Srr. La riforma, poi,
istituisce anche l'albo unico dei lavoratori del settore. Un elenco
che verrà suddiviso in tre parti. La prima, composta dal personale
"storico", cioè già in servizio al 31 dicembre 2009. La
seconda parte conterrà i lavoratori in servizio o utilizzati a
qualunque titolo anche successivamente al 31 dicembre 2009. La terza
parte, conterrà il personale che non rientri in nessuna delle due
prime categorie. Al momento dell'entrata in vigore della legge, tutto
il personale oggi a lavoro nelle Srr continuerà a prestare la
propria attività lavorativa, garantendo la continuità del servizio.
Quando invece l'Eser diventerà operativo dovrà adottare una propria
pianta organica. A quel punto, verrà data priorità al personale
assunto a tempo indeterminato alla data del 31 dicembre del 2009.
Qualora dovessero rimanere dei posti liberi in pianta organica, si
passerà agli altri lavoratori, che verranno individuati attraverso
una selezione per titoli ed esami. E a quel punto saremo, magari, a
ridosso delle elezioni.
I cinquemila della Sanità
I primi verranno stabilizzati presto. È
l'antipasto, probabilmente, dell'infornata che dovrà portare, almeno
nelle intenzioni dell'assessorato alla Salute, all'assunzione nella
Sanità siciliana di circa cinquemila persone. Concorsi sbandierati
dai manager di Asp e ospedali già mesi, se non anni fa, ma ancora
non effettivamente partiti, tra ritardi fisiologici e problemi
legati, invece, alla rete ospedaliera, costantemente "ritoccata".
Ma la macchina adesso sembra essere partita. Per gradi, ovviamente:
prima le stabilizzazioni, poi le vecchie graduatorie, quindi la
mobilità. E i nuovi concorsi? Ecco, anche quelli potrebbero arrivare
sotto elezioni. E coinvolgere non solo i cinquemila che verranno
assunti, ma anche, ovviamente, tutti quelli che al posto negli
ospedali aspirano.
Forestali e Formazione: i bacini
"classici"
Albi unici e agenzie, poi, fanno
capolino in quelli che in passato sono stati i settori maggiormente
"indiziati" di rappresentare bacini elettorali. Basti pensare, ad
esempio, al fatto che metà dei lavoratori della Formazione siciliani
sono stati assunti nel 2006 e nel 2008: proprio sotto elezioni. E lo
stesso potrebbe avvenire in vista delle elezioni del 2017. Anche in
questo caso, infatti, i ritardi rischiano di essere provvidenziali. I
ritardi, per la precisione, nella gestazione dell'Avviso per i corsi.
Nato come "Avviso 1", trasformatosi in "Avviso 3" dopo la
prima revoca e quindi in "Avviso 7", dopo il rimaneggiamento
seguito a un ricorso al Tar. E così, adesso il bando è pronto.
Riporterà a lavoro circa 4 mila persone. Quelle comprese in un albo
dei lavoratori (ci risiamo) che giorno dopo giorno si allunga con
nominativi nuovi: quelli cioè riammessi dopo le sentenze del Tar che
hanno ripetutamente dato torto alla Regione. Regione che aveva
estromesso illegittimamente da questo elenco i lavoratori che erano
stati assunti dopo il 2008. Anche questi, insomma, potranno puntare
all'Avviso 7. E anche in questo caso, i tempi - al di là delle
speranze del governo regionale - quasi sempre conicideranno con i
mesi non distanti dalle prossime elezioni regionali. Quando il
governo regionale potrà quasi certamente contare sulla nuova Agenzia
dei Forestali prevista dalla riforma del settore (al momento solo
annunciata dall'assessore all'Agricoltura Antonello Cracolici). Lì
dovranno confluire circa 23mila forestali ed i lavoratori stagionali
dell'Esa (circa 400), oltre a quelli degli uffici periferici
dell'amministrazione regionale che si occupano della gestione dei
boschi e del reclutamento della manodopera. Non più, insomma, a
disposizione di uno o più dipartimenti. Ma tutti quanti nella
maga-agenzia regionale.
Il reddito di cittadinanza
E come se non bastassero agenzie e albi
unici, ecco all'orizzonte il "pacchetto lavoro" annunciato dal
presidente della Regione. Quell'insieme di interventi che prevede
anche l'istituzione del cosiddetto "reddito di cittadinanza". Un
intervento da 348 milioni di euro. Il piano include oltre ai cantieri
di servizio e ai cantieri di lavoro, già previsti con la
finanziaria, anche l'istituzione di un servizio civile regionale per
giovani laureati e diplomati e misure socio-assistenziali per i
deboli. "Costituiamo una prima forma di reddito di cittadinanza
- ha detto Crocetta - attraverso forme di inserimento lavorativo,
di tirocini e servizio civile. Una grande scelta, fatta senza pesare
sul bilancio, poiché i fondi verranno dallo Stato. La delibera, per
essere operativa, dovrà essere approvata dal Cipe. L'iter si
potrebbe concludere entro due mesi". Quasi certamente, invece, se
ne parlerà più in là. Cioè nel 2017. L'anno delle elezioni.
LA SICILIA
UNIVERSITÀ
Ora il Libero
Consorzio passa alle carte bollate.
g.s.) L'estromissione de Libero
consorzio dalla compagine sociale del Cupa è illegittima e finché
ex
Provincia non rientrerà come socio
fondatore nessun atto dovrà essere posto in essere.
Il commissario Roberto Barberi passa
alle "carte bot e scrive a Comune, Camera di commercio e al
vicepresidente uscente del Consorzio. Giovanni Di Maida, sostenendo
che i risultati dell'Assemblea straordinaria del 20 ma sono del
tutto illegittimi per l senza di una regolare manifestazione di
volontà espressa dall'assemblea straordinaria di estro- mettere
dai soci fondatori de Cupa l'ex provincia regionale". Non solo,
sostiene Barberi, ma mancherebbe "una formalizzazione della
votazione da parte dell'Assemblea straordinaria de Cupa, che in
effetti non ha votato, ma solo preso atto di scelte già fatte in
autonomia da precedente commissario del Libero consorzio, e
soprattutto vi sarebbe un vizio nella presenza ancora in carica di Di
Maida, in quanto tra i 'componenti rappresentanti dell'ex
Provincia dato che proprio durante la seduta del 20 maggio risulta
venuto meno Ogni rapporto fiduciario con il rappresentante legale del
libero consorzio di Comuni". Ciò significa. sostiene Barberi ogni
atto sarebbe inficiato da un vizio di forma. Per questo il
commissario chiede che in attesa che il Libero consorzio ridetermini
la quota di partecipazione in qualità di socio fondatore del Cupa"
ci si astenga "dal compiere e proseguire ogni ulteriore attività
amministrativa per non continuare a perpetuare atti in palese
violazione di legge.
IL MINISTRO: L'USCITA FLESSIBILE
CON UN PRESTITO PENSIONISTICO SOLLIEVO PER MOLTI
Damiano: «Pensioni, non
demonizziamo l'Ape».
PARMA. «C'è un impegno incessante
del Partito democratico in Commissione Lavoro nel chiedere al
governo, anzitutto, la correzione di tutte quelle vere e proprie
ingiustizie che la riforma Fornero ha lasciato sul campo». Così
Cesare Damiano, presidente della Coro- missione Lavoro della Camera
ed già titolare del dicastero del Lavoro, in una nota diffusa dalla
parlamentare del Pd Patrizia Maestri dopo un incontro a Parma su
lavoro e pensioni.
Tra e "ingiustizie" Cesare Damiano
ha elencato trottava e ultima salvaguardia per risolvere
definitivamente il problema esodati, le ricongiunzioni onerose, il
fondo per il lavoro usurante e opzione donna. Chiediamo al governo di
risolvere subito queste situazioni
Sulla flessibilità nel pensionamento,
il presidente della Commissione Lavoro della Camera ha invitato a
«non demonizzare, la «nostra proposta di legge», per «l'uscita
dal lavoro con quattro anni di anticipo, a 63 anni ad alcune
condizioni: il governo giustamente deve anzitutto fare i conti con
l'unione europea e con la sostenibilità di bilancio. Aspettiamo di
capire e come realmente si configurerebbe questo prestito
pensionistico di cui si parla (la cosiddetta Ape) che invito sin
d'ora a non demonizzare a priori perché - ha sottolineato l'ex
ministro del Lavoro - può vera- I mente rappresentare una via
d'uscita dal lavoro o dalla povertà per quei tanti italiani che,
più di altri, sono stati esposti agli effetti devastanti della crisi
e può finalmente con sentire l'accesso al lavoro ai quei tanti
giovani che oggi, purtroppo, ingrossano le fila della disoccupazione
.
A.A.
4 luglio - lunedì
LA SICILIA
FINANZIAMEN11 IN ARRIVO. A essere
interessato il tratto Agrigento-Castelvetrano
La Strada statale 115 si rifà il
look.
Previsto il ponte sul Verdura e lo
svincolo per il Resort «Rocco Forte».
Agrigento: Lavori e finanziamenti sulla
SS 115 tra Agrigento e Castelvetrano. Si rammoderna la stra4a sta
tale 115, nel tratto tra Agrigento e Castelvetrano. dove sono in
corso dei lavori e dove sono stati annunciati dei finanziamenti per
la messa in sicurezza dell'unica arteria che collega le province di
Trapani e di Agrigento. Sono interessate le opere di costruzione del
ponte sul fiume Verdura, a tre chilometri da Ribera, e i finanzia
menti dello svincolo stradale di fronte al villaggio Golf Resort di
Rocca Forte e del viadotto Belice nel tratto viario tra Menfi e
Castelvetrano. So no in avanzata fase di costruzione i lavori per la
realizzazione, ex novo, del ponte sul fiume Verdura dove dallo scorso
gennaio l'impresa LC di Alcamo prosegue a tappe forzate e pensa di
potere ultimare l'opera pubblica entro la fine di quest'anno. Su
lato Sciacca, alla destra del fiume. si prepara il raccordo con la SS
115, in prossimità del bivio per Caltabellotta-Burgio, i piloni su
cui poggerà Il ponte sono quasi completi, mentre i lavori fervono
sul lato Ribera dove sarà realizzato uno svincolo rotato rio proprio
sull'attuale bivio per Ribera.
Qualche chilometro più avanti, in
direzione di Sciacca, sarà realizzato il bivio in entrata e in
uscita per il Golf Resort Verdura. Ad annunciare nei giorni scorsi
l'intervento è stato il sindaco di Sciacca Di Paola il quale ha
comunicato la conferma che le risorse di natura pubblica dell'Apq
sono state finalmente assegnate, trova. do collocazione in un
capitolo del bi lancio della Regione Siciliana. Si tratta di
utilizzare la somma di 1 milione e 31 mila euro per la realizzazione
dello svincolo stradale che, su una strada statale di intenso
traffico come la 115, eliminerà pericoli attuali sulla viabilità,
rendendo molto più sicuri e agevoli gli ingressi e le uscite dal
Verdura Golf Resort che in questi anni sono stati molto pericolosi
per ché presenti il primo in curva e il secondo su un dosso. Per
fortuna non sono stati mai registrati sinistri stradali. Il ministero
delle Infrastrutture ha finanziato i lavori di rifacimento del
viadotto Belice al km 82+282 del la SSI tra Menfi e Castelvetrano. Il
costo dell'opera è pari a 3.524.300 euro e sarà utilizzato per il
rifacimento dei cordoli, la sostituzione dei giunti di dilatazione,
per il ripristino della pavimentazione stradale e per le opere
dimesse in sicurezza, come i guardrail, bassi e di vecchia fattura. I
fondi ministeriali sono stati assegnati all'Anas, alla direzione
regionale per la Sicilia, che ha già aggiudicato la gara ad una
ditta di Bagheria che ha offerto un ribasso del 34,97%.
ENZO MINIO
BENI CULTURALI Il sindaco critica la
decisione della giunta relativa allo sbigliettamento.
«Giù le mani dai nostri soldi»
Lillo Firetto contro Crocetta.
Giù le mani dai «nostri»soldi. La
linea dei sindaco di Agrigento lilla Firetto è ferrea dopo la
diffusione della notizia dell'approvazione da parte della Giunta
Regionale di una modifica alla legislazione sui beni culturali, che
non prevederà più una quota fino al 30% dello sbigliettamento dei
ticket di accesso ai parchi e ai musei regionali per comuni
all'interno dei cui confini ricadono gli stessi. Fondi come noto,
oggi indispensabili per garantire iniziative come la Sagra del
Mandorlo in Fiore che, tuttavia, l'assessore regionale Vermiglio
sembra aver attaccato duramente durante un'intervista dei giorni
scorsi. il possibile cambiamento normativo che ha già provocato la
reazione dell'Anci e, oggi, quella del sindaco di Agrigento.
«L'idea della Giunta regionale -dice
il primo cittadino - non solo cancella la volontà espressa
dall'Assemblea regionale dal 1999 ad oggi, ma scavalca i Comuni,
ignora le direttive regionali, nazionali, europee sui siti Unesco, e
colpisce indiscriminatamente senza alcuna distinzione di merito. La
Legge sui Parchi, per quanto datata, era oggi una di quelle poche
esperienze di normativa regionale che può essere esportata fuori
dalla Sicilia, perché ha prodotto buoni risulta ti, per quanto
perfettibile, e va anzi resa pienamente operativa.
-Ad esempio?
Beh, intanto che non vi sia un
Consiglio del Parco ormai da anni ad Agrigento, ad esempio, è un
limite perché si delega ad un dirigente della Regione il compito di
fare conservazione e valorizzazione, non necessariamente quest'ultima
con buoni risultati. Oggi in tal senso siamo fermi ad una dimensione
autoreferenziale: piccole iniziative con pochi partecipanti, che non
proiettano La Valle versa quella dimensione internazionale che
vorremmo. C'è poi un ulteriore problema: se i numeri dei
visitatori rimangono ancora ai 500-600mila turisti l'anno, poi non
sono i funzionari a risponderne, ma sono i sindaci. Penso che avere
avanzi di amministrazione come quelli che ha il Parco e che a breve
saranno presi da Baccei e utilizzati per le casse della Regione è
come
dire agli agrigentini: voi state
producendo reddito altri lo usano. Francamente noi diciamo no: il
trenta per cento, che non è stato mai corrisposto pienamente, va
dato alla città per fornire servizi, per migliorare il decoro. Del
resto anche il Consiglio comunale di Agrigento si è pronunciato in
questa direzione".
-Soldi per il decoro e servizi...Ma
anche per fare Sagre?
"Si, se significa fare promozione.
Pur troppo quando si scelgono assessori regionali in questo modo,
senza ave re cognizioni delle questioni si regi strano dichiarazioni
come quelle dei giorni scorsi. Bisognerebbe spiegare a Vermiglio e a
chi gli sta intorno che durante i giorni della Sagra i numeri di
visitatori della Valle sono lievitati. l Festa del Mandorlo in Fiore
è una delle iniziative di maggior livello in Sicilia. Non è una
semplice sagra, tua è un concetto che non si riesce a I veicolare e
quindi, forse, bi sogna cambiare davvero il nome. Vermiglio invece
che prendere i soldi per girarli a Baccei o incassarli al suo
assessorato per fare clientele con qualche patrocinio oneroso, faccia
un'operazione: consenta il passaggio del 30% ai Comuni e faccia
funzionare la legge sul Parco nominando il Consiglio restituendo
governance all'ente. Oggi la Valle non è promossa nel mondo, è
ferma ad attività autoreferenziali".
*Qualche esempio?
«Ci sono rassegne e iniziati ve che
oggi raccolgono poche decine di partecipanti. Cosa resta al
territorio? Non credo possa funziona re così. lo dico, concentriamo
le risorse anche su una sola iniziativa, che sia di valore
internazionale, anche chiamando nella Valle ad esempio i grandi della
musica, perché non credo che avere un grosso nome non sia
valorizzare per davvero. Di certo serve di più del convegno o
dell'iniziativa che legittima solo sé stessa e chi a propone».