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rassegna stampa del 2-3-4 luglio 2016

Giornale di sicilia

Caos immondizia, l'assessorato frena: «Crisi passeggera». Ma la riforma è al palo.

«La situazione è sotto controllo, questo momento di crisi è passeggero. La prossima settimana saremo in grado di superare la verifica periodica col ministero e il piano concordato va avanti». Dall'assessorato all'Energia e servizi di pubblica utilità gettano acqua sul fuoco. Sostengono che l'emergenza scoppiata in questi giorni in mezza Sicilia rientrerà presto.
Di fatto, però, il piano messo a punto dal governo regionale e dal ministero dell'Ambiente, per traghettare la Sicilia fuori dall'emergenza rifiuti, stenta a decollare. L'unica novità è che la discarica di Siculiana, nell'agrigentino, ha avviato l'iter per la riapertura che consentirà di smaltire altre 620 tonnellate al giorno, anche se per la realizzazione serviranno almeno quattro mesi. Nel frattempo la corsa contro il tempo continua: con meno spazio in discarica a disposizione, visto che quelle irregolari sono state chiuse, diventa fondamentale in Sicilia aumentare la differenziata e potenziare gli impianti di trattamento. Governo regionale e ministero dell'Ambiente avevamo messo nero su bianco un fitto programma che comprendeva tutta una serie di impegni e relative scadenze. Entro il 27 giugno era prevista ad esempio l'eventuale requisizione delle discariche irregolari da parte del presidente della Regione: Crocetta aveva fatto intendere di poter prendere il comando dei siti di Bellolampo e Siculiana per costringerli ad adeguarsi alle norme e all'impiantistica necessari ad accogliere i rifiuti di centinaia di Comuni, che altrimenti avrebbero subito un aggravio dei costi perché costretti a scaricare in posti più lontani. Questo non è stato fatto. Era anche previsto il potenziamento degli impianti tecnologici per trattare i rifiuti riducendo al minimo le sostanze inquinanti. Questo processo si chiama biostabilizzazione e al momento la Sicilia è fortemente in ritardo su questo fronte. L'accordo col ministero prevede di iniziare a trattare tutti i rifiuti, anche a costo di biostabilizzarli con procedimenti meno efficaci, pur di ridurre subito gli elementi inquinanti. Questo processo però doveva essere validato dall'Arpa che a fine giugno avrebbe dovuto fornire i primi risultati. Ciò non è avvenuto proprio a causa dei problemi agli impianti delle discariche, a cominciare da quella di Bellolampo a Palermo. Per quanto riguarda invece la discarica di Siculiana, chiusa perché non in possesso dell'impianto di trattamento richiesto, si registra un passo avanti: il gestore della discarica, che fa capo al vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, ha comunicato di aver depositato alla Regione la richiesta di autorizzazione per la realizzazione dell'impianto di biostabilizzazione, che consentirà di smaltire fino a 620 tonnellate di rifiuti al giorno. Una boccata d'ossigeno per i Comuni del comprensorio che però, per vederne la luce, dovranno attendere circa 4 mesi dal rilascio dei pareri, tempo che secondo l'assessorato potrebbe notevolmente ridursi consentendo addirittura nell'arco di alcune settimane una riapertura seppur a regime ridotto. Resta invece ancora paralizzata la riforma del settore: secondo il crono programma la legge andava approvata entro il 16 giugno ma il testo è ancora fermo in giunta. Il via libera, atteso per giovedì scorso, è slittato a martedì prossimo. Salvo ovviamente sorprese, dal momento che nella maggioranza sono tanti i mugugni sul testo messo a punto dal presidente Crocetta e dall'assessore Vania Contrafatto e già ben altre due volte il via libera è saltato. «Il governo illustri la riforma alla maggioranza e ne discuta col gruppo più numeroso, il Pd» torna a tuonare il deputato Giovanni Panepinto, vicepresidente del Gruppo parlamentare. Il vicepresidente della Regione, Mariella Lo Bello, rassicura: «Non c'è nessuno scontro - dice - stia - mo portando avanti i giusti approfondimenti e l'approvazione è prevista per la prossima seduta di giunta». (rive)


LA REGIONE SI FERMA. L'ALLARME CORRE.

L' intenzione dell'assessore al ramo è, infatti, quella di sostituire la pletora di strutture con un solo ente, chiamato a organizzare il servizio su scala regionale, scegliere le modalità di gestione, stabilire la tariffazione e prevedere impianti e costi. Come se la soluzione più acconcia fosse prerogativa dei singoli campanili. Non servono ponderose indagini né complesse statistiche per comprendere la situazione ambientale in Sicilia. Anche una «perla» come San Vito Lo Capo, fino ad ora distintasi per capacità di gestione del profilo turistico e ricettivo, deve fare i conti con i soliti cassonetti traboccanti e maleodoranti. Come spesso accade, non è una questione di soldi. Il ciclo dei fondi europei per il periodo 2014-2023, prevede un ammontare rilevante di risorse, proprio per mettere mano in maniera strutturale alla questione dei rifiuti. Rifiuti che solo in Sicilia alimentano uno psicodramma continuo e che, appena a qualche centinaio di chilometri di distanza, rappresentano invece una risorsa e comunque non fanno bella mostra di se nella pubblica via. L'inadeguato smaltimento dei rifiuti nell'Isola penalizza l'ambiente, la qualità della vita dei residenti ed i flussi turistici. Come se questo non bastasse, in Sicilia si pagano anche più tasse per avere servizi più scadenti. Nel 2015 l'aliquota IRAP è stata pari al 4,84% nella nostra Isola e 3,88% nella media delle altre regioni a statuto speciale. L'addizionale regionale Irpef è stata dell'1,73% (1,37% nelle altre regioni speciali), mentre l'addizionale comunale Irpef è stata pari al 6,26 per mille, contro il 4,29 per mille nelle altre regioni speciali. E c'è un'aggra - vante: quest'ultimo tributo è imposto da oltre il 90% dei Comuni siciliani, a fronte di circa la metà nelle altre regioni speciali. Sei anni dopo la fallimentare (negli esiti) legge 9/2010, di riforma del comparto rifiuti, facciamo i conti ancora con un problema irrisolto (l'offesa all'ambiente) e con un bel mucchietto di polvere nascosto sotto il tappeto: 1,8 miliardi di debiti dei comuni siciliani verso gli Ato.


Rifiuti, da agosto spediti in altre regioni Scatta la rivoluzione delle discariche.

Al dipartimento Rifiuti si stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli del piano: entro un mese bisogna essere pronti a spedire i rifiuti in altre Regioni. Nel frattempo, per evitare che la situazione precipiti già a luglio, scatterà un Risiko delle discariche che punta a spostare almeno 500 tonnellate al giorno dalla Sicilia orientale a quella centro-occidentale. L'ultima crisi è scoppiata perchè nello stesso memento si sono «indebolite» due discariche chiave per garantire che il sistema resti in equilibrio: quella di Trapani e quella di Lentini. Il tutto mentre resta inutilizzabile l'impianto di Siculiana, di proprietà della famiglia Catanzaro (uno dei fratelli, Giuseppe, è il vice presidente di Confindustria). Questa situazione ha mandato in tilt il sistema di smaltimento nella Sicilia occidentale. «A Trapani - spiegano i tecnici dell'assessorato regionale ai Rifiuti - non c'è un problema di saturazione. Lì sono in corso dei lavori di ristrutturazione di alcune aree che rendono difficile l'accesso ai mezzi di smaltimento. Semplicemente, ciò che prima veniva smaltito in poche ore adesso resta in attesa anche per un giorno. E poichè anche alcune zone di stoccaggio sono inutilizzabili, ecco che i rifiuti si accumulano nelle città». Questi lavori dovrebbero terminare entro il 15 luglio. Ma non risolveranno il problema. Perchè nel frattempo bisognerà ridurre lo smaltimento a Lentini. Questa è la discarica che ha «ereditato» tutta l'immondizia che prima si scaricava fra Gela e Siculiana. «E proprio per questo motivo - spiegano ancora all'assessorato a Rifiuti - alcuni impianti meccanici collegati alla discarica stanno lavorando oltre i propri limiti. Un ritmo che non possiamo tenere ancora, altrimenti si romperebbero e ci costringerebbero a chiudere». A Lentini bisognerà passare già da martedì da 3.500 tonnellate al giorno a 3 mila. Ecco dunque che proprio in questo week end all'assessorato ai Rifiuti si sono visti costretti a trovare una sistemazione alternativa a 500 tonnellate al giorno. Per riuscirci è stato convocato venerdì un vertice in prefettura a Palermo. Questo perchè almeno 200 tonnellate prima destinate a Lentini verranno trasferite ora a Bellolampo: una soluzione per alcuni Comuni limitrofi al capoluogo. Il Comune di Palermo ha aperto i cancelli di Bellolampo solo dopo un duro braccio di ferro con la Regione. E all'assessorato ai Rifiuti ieri rivelavano che la Regione era pronta a utilizzare i poteri speciali derivanti dall'ordinanza firmata con lo Stato per requisire l'impianto palermitano. Un rischio evitato grazie a un accordo con i vertici della Rap, che gestisce la discarica. Resta da trovare una sistemazione ad altre 300 tonnellate al giorno prima destinate a Lentini. E qui il piano viaggia con qualche «se» davanti a ogni opzione. La prima prevede di riaprire entro la fine della prossima settimana la discarica di Gela e lì inviare almeno 150 tonnellate al giorno: il tutto grazie alla sistemazione di un impianto di biostabilizzazione (il Tmb) indispensabile per legge. Per fare più in fretta si sta procedendo a sistemare un impianto più piccolo e mobile rispetto a quello che servirebbe in tempi normali. È una soluzione che alla Regione vorrebbero imporre anche alla famiglia Catanzaro. A Siculiana sono pronti a partire i lavori per realizzare il Tmb ma servirebbero almeno 4/5 mesi. Se si optasse per un impianto semi-permanente si accorcerebbero i tempi. Il pressing in questo senso è già iniziato. Tuttavia in assessorato tutti sanno che anche con queste soluzioni non si risolverà il problema: «Se anche solo una discarica chiude per un problema imprevisto, siamo rovinati...» sussurrano i tecnici. E gli aumenti estivi nella produzione di rifiuti non aiutano. Per questo motivo in assessorato si stanno mettendo a punto i documenti per arrivare entro un mese a spedire i rifiuti in altre Regioni: «Dobbiamo essere pronti per sfruttare questa opportunità quando sarà necessario. Stiamo individuano la stazione appaltante che gestirà i bandi e le procedure per selezionare le ditte che si occuperanno del trasporto e la meta di destinazione. Sarà la Protezione civile a occuparsi di tutto». Nell'attesa da martedì scatta l'ennesima rivoluzione nelle discariche.


Nelle province.
Pagati gli stipendi ai netturbini di Licata, disagi a Caltanissetta


Da Agrigento scarti portati a Catania.


Da Agrigento a Caltanissetta, passando per Siracusa, ecco la situazione della raccolta rifiuti nelle province dell'Isola. Agrigento. I paesi del Saccense portano i rifiuti ad Alcamo dove c'è un impianto di stoccaggio per la differenziata e poi a Catania. A Licata ieri sono stati pagati gli stipendi, evitato lo sciopero. I rifiuti vengono portati a Catania. Stessa cosa avviane nel resto della provincia di Agrigento. Ragusa. La discarica di Cava dei Modicani funziona in regime di proroga (scade a gennaio 2017). Il servizio di raccolta in città non dà problemi. La differenziata è a livelli molto bassi. Celebrata la gara per la gestione del servizio di raccolta, bando da 80 milioni con differenziata fissata al 65%: hanno partecipato due associazioni di imprese. Si attende il via libera dall'Urega. Anche Modica si aspetta l'ok dell'Urega. A Vittoria il sindaco ha prorogato di altri tre mesi il servizio di raccolta alla ditta. Messina. Al momento, non ci sono emergenze. La Messina ambiente per carenza di mezzi e di fondi per acquistare e riparare gli automezzi di cui attualmente dispone, non riesce, però, ad effettuare una raccolta ordinaria e capillare. Quando capita - ed avviene una volta al mese - che chiude, per 24 ore, per manutenzione, la discarica di Motta Sant'Anastasia, ci vuole poi una o addirittura due settimane per riportare tutto alla normalità. Trapani. Nulla di fatto. È servita a poco, al momento per superare l'emergenza, la riunione che si è svolta ieri mattina presso la "Trapani Servizi", società che gestisce la discarica di contrada Borranea a Trapani, l'unica attualmente utilizzata da tutti i comuni del Trapanese per il conferimento dell'immondizia. L'impianto non riesce a sopportare tutto il traffico di autocompattatori. Caltanissetta. I centotrenta lavoratori di Caltambiente, la società che provvede alla raccolta dei rifiuti solidi urbani, sono in stato di agitazione. L'oggetto del contendere è il pagamento della quattordicesima mensilità che il Comune, sottoscrivendo un protocollo con i sindacati di categoria, si è impegnato a corrispondere a fine mese grazie ad un'anticipazione di trecentomila euro. Nel capoluogo nisseno la raccolta dei rifiuti avviene con regolarità e la netturbe viene conferita alla discarica di Motta S.Anastasia al servizio anche di altri comuni. Siracusa. Siracusa e i comuni della Provincia conferiscono i rifiuti solidi urbani nella discarica di Sicula Trasporti in provincia di Catania. L'ultima discarica attiva nel siracusano, quella di Costa Gigia, nel territorio di Augusta, è stata chiusa due anni fa ed ha lasciato sui Comuni che ne hanno usufruito un debito di alcuni milioni di euro oggetto di contenzioso tra la stessa proprietà del centro di smaltimento e l'Ato rifiuti Sr1.

2 luglio - sabato

Sicilia24h
L' assessore Baccei su accordo Stato - Regione L' assessore regionale all' Economia, Alessandro Baccei, interviene a seguito dell' accordo di transazione sui contenziosi pregressi concluso dalla Regione Sicilia con lo Stato, e spiega : "Grazie all'accordo chiuso con lo Stato, che porterà un miliardo e 685 milioni all' anno nelle casse regionali, siamo in grado di affrontare problemi vecchi in modo serio. Possiamo finanziare progetti che ristrutturano settori importanti: penso alla formazione professionale, all' agenzia per i precari, alle ex Province. Sono tutti problemi che affronteremo in una manovra di assestamento di bilancio che proporremo all' Assemblea regionale fra la fine dell' estate e settembre. Prendiamo l'esempio della formazione professionale. Il piano che l'assessore Marziano sta mettendo a punto con i ministeri del Welfare e dell' Istruzione è buono. Alleggerisce il settore dal personale in esubero e permette di finanziare corsi utili come quelli che sostituiscono l'obbligo scolastico. La Regione è in grado di mettere sul piatto 20/25 milioni all' anno. Una cifra simile la metterà lo Stato. Poi ci sono i fondi europei. E così, intorno a un progetto serio, il settore può ripartire dopo che è stato migliorato".

Presidente Messina, il tempo di cazzeggiare è finito Il Cupa era morente e a nulla o poco sono valsi fino ad oggi i tentativi da parte del sindaco Firetto di Agrigento per salvarlo. Il libero consorzio comunale di Agrigento (ex-provincia) ha espresso un doppio gioco: da un lato voleva esprimere la nuova governance e dall'altra non ha revocato l'atto di recesso, fuoriuscendo di fatto perché non è riuscito a reperire le somme necessarie per rimanere all'interno del Consorzio Universitario.
La notizia di ieri relativamente ai soldi trovati ed elargiti dalla Regione, giunta quasi inaspettata, ha dato respiro e fiducia per il futuro, anche se ancora rimangono dei lati oscuri tutti da verificare. Ambigua e incomprensibile è parsa la posizione della Camera di Commercio la quale ha giocato una partita di sponda con l'ex-provincia, subordinando prima la presenza della stessa Camera di Commercio alla presenza del Libero Consorzio e poi, con il fiato sul collo e la preoccupazione degli studenti, il presidente Vittorio Messina, dopo mesi di dichiarazioni in cui faceva intendere che la Camera fosse ancora dentro il Cupa, finalmente coinvolgeva prima la giunta Camerale che approvava un atto di indirizzo per il rientro e poi procedeva con la ratifica dell'atto di indirizzo da parte della giunta Camerale; un pasticcio senza precedenti. Successivamente la brillante idea della costituzione di una commissione speciale per "studiare" le modifiche statutarie. Si perde, così, un mese di tempo inutilmente; il tutto per modificare un paio di articoli dello statuto. Stamattina, finalmente ed inevitabilmente, la Camera di Commercio dovrà uscire allo scoperto senza se e senza ma. Dovrebbe presentarsi pronta, operativa a dare il proprio contributo per fare ripartire un Consorzio redivivo grazie al contributo regionale. Di fatto, oggi dovrebbe essere un giorno di festa per tutti: studenti per primi, poi i lavoratori e poi ancora il mondo della cultura. Non sappiamo precisare cosa, ma temiamo che anche stamattina, dietro l'angolo, potrebbe fare breccia l'ennesimo "spunnapedi". Uccellacci e uccellini riferiscono che fino a qualche ora fa il buon Vittorio Messina, probabilmente tirato per la giacchetta, forse pensando che gli studenti, le loro famiglie e i lavoratori siano dei fessacchiotti, ha tirato fuori un malconcio coniglio dal cilindro; prendendo spunto da una nota del Commissario del Libero Consorzio comunale Roberto Barbieri, il quale afferma che tutto quello che è stato fatto finora sarebbe illegittimo. Strano ma vero. Il tutto solo perché è stata convocata un'assemblea straordinaria dei soci dal Vice-Presidente del Cupa teoricamente scaduto unitamente al Consiglio di Amministrazione.
Peccato, però, che ha dimenticato un particolare non indifferente e cioè che, per un principio di continuità amministrativa fino all'insediamento del nuovo Cda, non si può lasciare un Ente in balia di se stesso, fermo restando che si possono adottare solo atti di ordinaria amministrazione quale può essere la semplice convocazione di un'assemblea dei soci. Come dicono ad Oxford a "corda si ruppi" e non escludiamo che questa vicenda possa avere degli strascichi assai antipatici.
E' doveroso ricordare a questo punto a Vittorio Messina che attualmente tanti genitori di studenti agrigentini sono disperati perché hanno la consapevolezza della perdurante indifferenza del presidente della Camera di Commercio e che probabilmente saranno a breve costretti a ritirare i propri figli dall'Università di Agrigento per impossibilità economiche. Un dato, questo, tanto veritiero quanto allarmante.
Egregio Vittorio, vuoi comunicare ai genitori in apprensione se hai concluso l'iter per l'adesione della Camera di Commercio al Polo Universitario, come abbondantemente promesso?
Egregio presidente, vogliamo dire quanto guadagna ogni anno il Direttore Generale della Camera di Commercio e quanto vuoi mettere a disposizione del Polo Universitario?
Anche in questo caso giova ricordare che nel dicembre scorso, caro Vittorio, hai espresso la volontà di rimanere a sostenere il Consorzio universitario addirittura promettendo un raddoppio della quota di compartecipazione! Poi hai deciso di investire la Giunta Camerale e questa ha risposto ok a condizione di apportare alcune modifiche statutarie che sono state accettate e condivise. Sono passati sette mesi da quando è successo tutto ciò e tu, caro Vittorio, nonostante la benedizione da tutto e da tutti per il tuo rientro, continui a trastullarti, tenendo con il fiato sospeso studenti e famiglie intere e giocare con il sacrosanto diritto allo studio.
Scusami Vittorio, ma cerca di smetterla; te lo chiedo personalmente e a nome di tutti gli studenti: non continuare a rompere i maroni e ravvediti, invece di continuare a farti tirare per la giacca da destra e sinistra.


Infoagrigento
Università, la Camera di Commercio rientra nel CUPA Il Consiglio camerale, nella seduta di giovedì sera, ha deliberato di rientrare nel Consorzio Universitario della provincia, mantenendo la dotazione finanziaria finora assicurata.
"Con tale decisione - si legge in una nota stampa - che sarà formalizzata non appena i provvedimenti saranno esecutivi, la Camera di Commercio di Agrigento conferma la sua volontà di continuare a sostenere la presenza dell'Università in provincia di Agrigento, ritenendo strategica la sua partecipazione nel Cupa nell'interesse del mondo economico e produttivo, delle nuove generazioni e di tutta la comunità locale."
Sul caso, interviene lo stesso presidente della Camera di Commercio, Vittorio Messina: "L'auspicio che mi sento di formulare in questo momento è che dopo il rientro della Camera di Commercio si possa registrare anche quello del Libero Consorzio dei comuni agrigentini in modo da ricostituire la compagine societaria originaria alla quale aggiungere altre significative presenze pubbliche e private per un rilancio della formazione universitaria nella nostra provincia".


3 luglio - domenica
LiveSicilia
Precari e lavoratori. Eser, Resais, Forestali e Sanità Partita la macchina delle clientele di Accursio Sabella PALERMO - Oltre sessanta mila persone in attesa di una risposta dalla Regione. Eccolo il bacino elettorale pronto per le prossime competizioni. La falda dalla quale partiti e aspiranti candidati potranno tirar fuori voti e consenso in vista delle prossime importanti elezioni amministrative e soprattutto in occasione delle regionali. Elezioni previste nel 2017. Eccoli lì, quei lavoratori, giorno dopo giorno sempre più ordinatamente nelle mani del governo regionale: alla Resais e all'Agenzia dei Forestali, all'Eser e negli enti di formazione. La grande macchina delle clientele è partita. Anzi, i motori sono già caldi.
I precari alla Resais
Al presidente della Regione l'idea dell'Agenzia unica dei precari non piaceva. L'aveva lanciata, del resto, il suo "avversario" (nonostante con lui condivida questa esperienza di governo) Davide Faraone. E così, ecco la nuova trovata: il passaggio di oltre 16 mila precari dei Comuni alla Resais. Società nella quale sono già finiti lavoratori provenienti dalle più disparate (e fallimentari) esperienze di società pubbliche. Insomma, Crocetta pensa a varare un vero e proprio "carrozzone", rinverdendo i fasti di un tempo. Delle epoche, cioè, rispetto alle quali il governatore della rivoluzione avrebbe voluto far segnare un distacco. Ma le elezioni si avvicinano. E poter mettere la "bandierina" su 16 mila nuove assunzioni in una realtà regionale è una occasione ghiottissima. Come se non bastassero gli oltre 18 mila dipendenti regionali e gli altri settemila sparsi nelle varie società partecipate. Ma la macchina è partita.
L'Eser
E su quella macchina provano a salire un po' tutti. E così ecco spuntare enti unici e agenzie dovunque. Scelte che puntano a mettere ordine, spiega qualcuno in seno alla giunta di Crocetta. E in effetti non sbaglia di molto: quelle decisioni, di fatto, chiariscono che il futuro di tante persone è nelle mani della Regione. E così, ecco la nascita dell'Eser, l'ente unico che verrà fuori da una faticosa riforma del settore dei rifiuti che però non ha ancora visto la luce in giunta. Se ne riparlerà martedì a quanto pare. Sarà proprio l'Eser a gestire i circa 11 mila lavoratori ex Ato ed ex Srr. La riforma, poi, istituisce anche l'albo unico dei lavoratori del settore. Un elenco che verrà suddiviso in tre parti. La prima, composta dal personale "storico", cioè già in servizio al 31 dicembre 2009. La seconda parte conterrà i lavoratori in servizio o utilizzati a qualunque titolo anche successivamente al 31 dicembre 2009. La terza parte, conterrà il personale che non rientri in nessuna delle due prime categorie. Al momento dell'entrata in vigore della legge, tutto il personale oggi a lavoro nelle Srr continuerà a prestare la propria attività lavorativa, garantendo la continuità del servizio. Quando invece l'Eser diventerà operativo dovrà adottare una propria pianta organica. A quel punto, verrà data priorità al personale assunto a tempo indeterminato alla data del 31 dicembre del 2009. Qualora dovessero rimanere dei posti liberi in pianta organica, si passerà agli altri lavoratori, che verranno individuati attraverso una selezione per titoli ed esami. E a quel punto saremo, magari, a ridosso delle elezioni.
I cinquemila della Sanità
I primi verranno stabilizzati presto. È l'antipasto, probabilmente, dell'infornata che dovrà portare, almeno nelle intenzioni dell'assessorato alla Salute, all'assunzione nella Sanità siciliana di circa cinquemila persone. Concorsi sbandierati dai manager di Asp e ospedali già mesi, se non anni fa, ma ancora non effettivamente partiti, tra ritardi fisiologici e problemi legati, invece, alla rete ospedaliera, costantemente "ritoccata". Ma la macchina adesso sembra essere partita. Per gradi, ovviamente: prima le stabilizzazioni, poi le vecchie graduatorie, quindi la mobilità. E i nuovi concorsi? Ecco, anche quelli potrebbero arrivare sotto elezioni. E coinvolgere non solo i cinquemila che verranno assunti, ma anche, ovviamente, tutti quelli che al posto negli ospedali aspirano.
Forestali e Formazione: i bacini "classici"
Albi unici e agenzie, poi, fanno capolino in quelli che in passato sono stati i settori maggiormente "indiziati" di rappresentare bacini elettorali. Basti pensare, ad esempio, al fatto che metà dei lavoratori della Formazione siciliani sono stati assunti nel 2006 e nel 2008: proprio sotto elezioni. E lo stesso potrebbe avvenire in vista delle elezioni del 2017. Anche in questo caso, infatti, i ritardi rischiano di essere provvidenziali. I ritardi, per la precisione, nella gestazione dell'Avviso per i corsi. Nato come "Avviso 1", trasformatosi in "Avviso 3" dopo la prima revoca e quindi in "Avviso 7", dopo il rimaneggiamento seguito a un ricorso al Tar. E così, adesso il bando è pronto. Riporterà a lavoro circa 4 mila persone. Quelle comprese in un albo dei lavoratori (ci risiamo) che giorno dopo giorno si allunga con nominativi nuovi: quelli cioè riammessi dopo le sentenze del Tar che hanno ripetutamente dato torto alla Regione. Regione che aveva estromesso illegittimamente da questo elenco i lavoratori che erano stati assunti dopo il 2008. Anche questi, insomma, potranno puntare all'Avviso 7. E anche in questo caso, i tempi - al di là delle speranze del governo regionale - quasi sempre conicideranno con i mesi non distanti dalle prossime elezioni regionali. Quando il governo regionale potrà quasi certamente contare sulla nuova Agenzia dei Forestali prevista dalla riforma del settore (al momento solo annunciata dall'assessore all'Agricoltura Antonello Cracolici). Lì dovranno confluire circa 23mila forestali ed i lavoratori stagionali dell'Esa (circa 400), oltre a quelli degli uffici periferici dell'amministrazione regionale che si occupano della gestione dei boschi e del reclutamento della manodopera. Non più, insomma, a disposizione di uno o più dipartimenti. Ma tutti quanti nella maga-agenzia regionale.
Il reddito di cittadinanza
E come se non bastassero agenzie e albi unici, ecco all'orizzonte il "pacchetto lavoro" annunciato dal presidente della Regione. Quell'insieme di interventi che prevede anche l'istituzione del cosiddetto "reddito di cittadinanza". Un intervento da 348 milioni di euro. Il piano include oltre ai cantieri di servizio e ai cantieri di lavoro, già previsti con la finanziaria, anche l'istituzione di un servizio civile regionale per giovani laureati e diplomati e misure socio-assistenziali per i deboli. "Costituiamo una prima forma di reddito di cittadinanza - ha detto Crocetta - attraverso forme di inserimento lavorativo, di tirocini e servizio civile. Una grande scelta, fatta senza pesare sul bilancio, poiché i fondi verranno dallo Stato. La delibera, per essere operativa, dovrà essere approvata dal Cipe. L'iter si potrebbe concludere entro due mesi". Quasi certamente, invece, se ne parlerà più in là. Cioè nel 2017. L'anno delle elezioni.

LA SICILIA
UNIVERSITÀ Ora il Libero Consorzio passa alle carte bollate. g.s.) L'estromissione de Libero consorzio dalla compagine sociale del Cupa è illegittima e finché ex
Provincia non rientrerà come socio fondatore nessun atto dovrà essere posto in essere.
Il commissario Roberto Barberi passa alle "carte bot e scrive a Comune, Camera di commercio e al vicepresidente uscente del Consorzio. Giovanni Di Maida, sostenendo che i risultati dell'Assemblea straordinaria del 20 ma sono del tutto illegittimi per l senza di una regolare manifestazione di volontà espressa dall'assemblea straordinaria di estro- mettere dai soci fondatori de Cupa l'ex provincia regionale". Non solo, sostiene Barberi, ma mancherebbe "una formalizzazione della votazione da parte dell'Assemblea straordinaria de Cupa, che in effetti non ha votato, ma solo preso atto di scelte già fatte in autonomia da precedente commissario del Libero consorzio, e soprattutto vi sarebbe un vizio nella presenza ancora in carica di Di Maida, in quanto tra i 'componenti rappresentanti dell'ex Provincia dato che proprio durante la seduta del 20 maggio risulta venuto meno Ogni rapporto fiduciario con il rappresentante legale del libero consorzio di Comuni". Ciò significa. sostiene Barberi ogni atto sarebbe inficiato da un vizio di forma. Per questo il commissario chiede che in attesa che il Libero consorzio ridetermini la quota di partecipazione in qualità di socio fondatore del Cupa" ci si astenga "dal compiere e proseguire ogni ulteriore attività amministrativa per non continuare a perpetuare atti in palese violazione di legge.

IL MINISTRO: L'USCITA FLESSIBILE CON UN PRESTITO PENSIONISTICO SOLLIEVO PER MOLTI
Damiano: «Pensioni, non demonizziamo l'Ape».
PARMA. «C'è un impegno incessante del Partito democratico in Commissione Lavoro nel chiedere al governo, anzitutto, la correzione di tutte quelle vere e proprie ingiustizie che la riforma Fornero ha lasciato sul campo». Così Cesare Damiano, presidente della Coro- missione Lavoro della Camera ed già titolare del dicastero del Lavoro, in una nota diffusa dalla parlamentare del Pd Patrizia Maestri dopo un incontro a Parma su lavoro e pensioni.
Tra e "ingiustizie" Cesare Damiano ha elencato trottava e ultima salvaguardia per risolvere definitivamente il problema esodati, le ricongiunzioni onerose, il fondo per il lavoro usurante e opzione donna. Chiediamo al governo di risolvere subito queste situazioni
Sulla flessibilità nel pensionamento, il presidente della Commissione Lavoro della Camera ha invitato a «non demonizzare, la «nostra proposta di legge», per «l'uscita dal lavoro con quattro anni di anticipo, a 63 anni ad alcune condizioni: il governo giustamente deve anzitutto fare i conti con l'unione europea e con la sostenibilità di bilancio. Aspettiamo di capire e come realmente si configurerebbe questo prestito pensionistico di cui si parla (la cosiddetta Ape) che invito sin d'ora a non demonizzare a priori perché - ha sottolineato l'ex ministro del Lavoro - può vera- I mente rappresentare una via d'uscita dal lavoro o dalla povertà per quei tanti italiani che, più di altri, sono stati esposti agli effetti devastanti della crisi e può finalmente con sentire l'accesso al lavoro ai quei tanti giovani che oggi, purtroppo, ingrossano le fila della disoccupazione .
A.A.

4 luglio - lunedì

LA SICILIA
FINANZIAMEN11 IN ARRIVO. A essere interessato il tratto Agrigento-Castelvetrano La Strada statale 115 si rifà il look. Previsto il ponte sul Verdura e lo svincolo per il Resort «Rocco Forte». Agrigento: Lavori e finanziamenti sulla SS 115 tra Agrigento e Castelvetrano. Si rammoderna la stra4a sta tale 115, nel tratto tra Agrigento e Castelvetrano. dove sono in corso dei lavori e dove sono stati annunciati dei finanziamenti per la messa in sicurezza dell'unica arteria che collega le province di Trapani e di Agrigento. Sono interessate le opere di costruzione del ponte sul fiume Verdura, a tre chilometri da Ribera, e i finanzia menti dello svincolo stradale di fronte al villaggio Golf Resort di Rocca Forte e del viadotto Belice nel tratto viario tra Menfi e Castelvetrano. So no in avanzata fase di costruzione i lavori per la realizzazione, ex novo, del ponte sul fiume Verdura dove dallo scorso gennaio l'impresa LC di Alcamo prosegue a tappe forzate e pensa di potere ultimare l'opera pubblica entro la fine di quest'anno. Su lato Sciacca, alla destra del fiume. si prepara il raccordo con la SS 115, in prossimità del bivio per Caltabellotta-Burgio, i piloni su cui poggerà Il ponte sono quasi completi, mentre i lavori fervono sul lato Ribera dove sarà realizzato uno svincolo rotato rio proprio sull'attuale bivio per Ribera.
Qualche chilometro più avanti, in direzione di Sciacca, sarà realizzato il bivio in entrata e in uscita per il Golf Resort Verdura. Ad annunciare nei giorni scorsi l'intervento è stato il sindaco di Sciacca Di Paola il quale ha comunicato la conferma che le risorse di natura pubblica dell'Apq sono state finalmente assegnate, trova. do collocazione in un capitolo del bi lancio della Regione Siciliana. Si tratta di utilizzare la somma di 1 milione e 31 mila euro per la realizzazione dello svincolo stradale che, su una strada statale di intenso traffico come la 115, eliminerà pericoli attuali sulla viabilità, rendendo molto più sicuri e agevoli gli ingressi e le uscite dal Verdura Golf Resort che in questi anni sono stati molto pericolosi per ché presenti il primo in curva e il secondo su un dosso. Per fortuna non sono stati mai registrati sinistri stradali. Il ministero delle Infrastrutture ha finanziato i lavori di rifacimento del viadotto Belice al km 82+282 del la SSI tra Menfi e Castelvetrano. Il costo dell'opera è pari a 3.524.300 euro e sarà utilizzato per il rifacimento dei cordoli, la sostituzione dei giunti di dilatazione, per il ripristino della pavimentazione stradale e per le opere dimesse in sicurezza, come i guardrail, bassi e di vecchia fattura. I fondi ministeriali sono stati assegnati all'Anas, alla direzione regionale per la Sicilia, che ha già aggiudicato la gara ad una ditta di Bagheria che ha offerto un ribasso del 34,97%.
ENZO MINIO

BENI CULTURALI Il sindaco critica la decisione della giunta relativa allo sbigliettamento.
«Giù le mani dai nostri soldi»
Lillo Firetto contro Crocetta.
Giù le mani dai «nostri»soldi. La linea dei sindaco di Agrigento lilla Firetto è ferrea dopo la diffusione della notizia dell'approvazione da parte della Giunta Regionale di una modifica alla legislazione sui beni culturali, che non prevederà più una quota fino al 30% dello sbigliettamento dei ticket di accesso ai parchi e ai musei regionali per comuni all'interno dei cui confini ricadono gli stessi. Fondi come noto, oggi indispensabili per garantire iniziative come la Sagra del Mandorlo in Fiore che, tuttavia, l'assessore regionale Vermiglio sembra aver attaccato duramente durante un'intervista dei giorni scorsi. il possibile cambiamento normativo che ha già provocato la reazione dell'Anci e, oggi, quella del sindaco di Agrigento.
«L'idea della Giunta regionale -dice il primo cittadino - non solo cancella la volontà espressa dall'Assemblea regionale dal 1999 ad oggi, ma scavalca i Comuni, ignora le direttive regionali, nazionali, europee sui siti Unesco, e colpisce indiscriminatamente senza alcuna distinzione di merito. La Legge sui Parchi, per quanto datata, era oggi una di quelle poche esperienze di normativa regionale che può essere esportata fuori dalla Sicilia, perché ha prodotto buoni risulta ti, per quanto perfettibile, e va anzi resa pienamente operativa.
-Ad esempio?
Beh, intanto che non vi sia un Consiglio del Parco ormai da anni ad Agrigento, ad esempio, è un limite perché si delega ad un dirigente della Regione il compito di fare conservazione e valorizzazione, non necessariamente quest'ultima con buoni risultati. Oggi in tal senso siamo fermi ad una dimensione autoreferenziale: piccole iniziative con pochi partecipanti, che non proiettano La Valle versa quella dimensione internazionale che vorremmo. C'è poi un ulteriore problema: se i numeri dei visitatori rimangono ancora ai 500-600mila turisti l'anno, poi non sono i funzionari a risponderne, ma sono i sindaci. Penso che avere avanzi di amministrazione come quelli che ha il Parco e che a breve saranno presi da Baccei e utilizzati per le casse della Regione è come
dire agli agrigentini: voi state producendo reddito altri lo usano. Francamente noi diciamo no: il trenta per cento, che non è stato mai corrisposto pienamente, va dato alla città per fornire servizi, per migliorare il decoro. Del resto anche il Consiglio comunale di Agrigento si è pronunciato in questa direzione".
-Soldi per il decoro e servizi...Ma anche per fare Sagre?
"Si, se significa fare promozione. Pur troppo quando si scelgono assessori regionali in questo modo, senza ave re cognizioni delle questioni si regi strano dichiarazioni come quelle dei giorni scorsi. Bisognerebbe spiegare a Vermiglio e a chi gli sta intorno che durante i giorni della Sagra i numeri di visitatori della Valle sono lievitati. l Festa del Mandorlo in Fiore è una delle iniziative di maggior livello in Sicilia. Non è una semplice sagra, tua è un concetto che non si riesce a I veicolare e quindi, forse, bi sogna cambiare davvero il nome. Vermiglio invece che prendere i soldi per girarli a Baccei o incassarli al suo assessorato per fare clientele con qualche patrocinio oneroso, faccia un'operazione: consenta il passaggio del 30% ai Comuni e faccia funzionare la legge sul Parco nominando il Consiglio restituendo governance all'ente. Oggi la Valle non è promossa nel mondo, è ferma ad attività autoreferenziali".
*Qualche esempio?
«Ci sono rassegne e iniziati ve che oggi raccolgono poche decine di partecipanti. Cosa resta al territorio? Non credo possa funziona re così. lo dico, concentriamo le risorse anche su una sola iniziativa, che sia di valore internazionale, anche chiamando nella Valle ad esempio i grandi della musica, perché non credo che avere un grosso nome non sia valorizzare per davvero. Di certo serve di più del convegno o dell'iniziativa che legittima solo sé stessa e chi a propone».

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