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rassegna stampa del 5 luglio 2016

GIORNALE DI SICILIA I nodi della sicilia.
Corsa contro il tempo per riaprire in fretta le discariche di Gela e Siculiana e riportare a pieno regime Trapani. Da Lentini primo carico verso la Bulgaria. Rifiuti all'estero, braccio di ferro coi sindaci.
L'operazione rifiuti all'estero scatterà a giorni. E costerà fino alla fine dell'anno 40 milioni, che dovranno pagare i Comuni. Mentre l'emergenza si fa ogni giorno più ingestibile, scoppia dunque anche una crisi finanziaria che mette di nuovo l'uno di fronte all'altro i sindaci e la Regione. La necessità di portare i rifiuti all'estero è dettata dal fatto che la Regione non sa dove smaltire una quota di immondizia calcolata in 250 mila tonnellate. È la quota che una volta sarebbe stata «divisa» fra le discariche di Gela, Trapani e Siculiana e di cui in questo momento si sta facendo carico a fatica l'impianto di Lentini. Da oggi anche Bellolampo (dove scaricheranno 28 Comuni) aumenterà i livelli di smaltimento e nei prossimo giorni si potrebbe contare di nuovo su Trapani e Gela a pieno regime. Ma all'assessorato ai Rifiuti sanno già che anche così il sistema non andrà in equilibrio. Ecco quindi che l'unica soluzione è attuare uno dei punti contenuti nell'ordinanza di emergenza firmata un mese fa da Crocetta e dal ministro Galletti: portare i rifiuti fuori dalla Sicilia, a bordo di navi, verso strutture dotate di termovalizzatori. In questa prima fase, che scatterà ai primi di agosto, non ci sarà un vero e proprio piano generale: «Smaltire i rifiuti fuori dalla Sicilia è una operazione che possono fare autonomamente i gestori delle discariche. D'altro canto, i rifiuti una volta conferiti non appartengono più alla Regione ma ai gestori delle discariche» commenta il dirigente del dipartimento Rifiuti, Maurizio Pirillo. È una premessa fondamentale. Significa che in questa prima fase ogni gestore individuerà una meta finale per i rifiuti a prescindere da un costo unitario. E non a caso la discarica di Lentini ha già scelto un impianto in Bulgaria per le prime 10 mila tonnellate che partiranno a giorni. Mentre la discarica di Trapani ha pubblicato un bando per selezionare l'offerta più conveniente. Ma quanto costa portare l'immondizia al di là dello Stretto? «Le cifre sono molto variabili a seconda della destinazione - precisa Pirillo -. Se si sceglie una regione italiana si pagano in media 170 euro a tonnellata. All'estero costa meno, ma siamo sempre sui 70 euro a tonnellata. E noi dobbiamo spedire almeno 250 mila tonnellate. Il costo si aggirerà sui 40 milioni». Inizialmente le discariche agiranno in autonomia optando per destinazioni estere Ma entro settembre Crocetta firmerà un accordo con almeno una regione italiana per portare lì i nostri rifiuti e a quel punto da tutta la Sicilia si opterà per questa nuova meta. A quel punto però il problema sarà finanziario. Chi pagherà costi così elevati? Pirillo allarga le braccia: «La Regione sta verificando se è possibile aprire una linea di finanziamento almeno per il periodo di durata della gestione emergenziale». Significa sperare in un aiuto che durerà per sei mesi, al massimo un anno. Ma resta un'ipo - tesi tutta da verificare. Nell'attesa il conto dovrebbero pagarlo i Comuni, visto che sono loro che versano normalmente la tariffa di conferimento ai gestori delle discariche. In pratica da agosto il costo di smaltimento dei rifiuti per ogni sindaco aumenterà. Anche perchè i rifiuti che andranno via dalla Sicilia vanno prima «trattati» per separare la parte organica da quella secca e riciclabile. Serviranno anche aree di stoccaggio per sistemare lì le balle di rifiuti in attesa di trasferimento. I sindaci tuttavia hanno già fatto capire che non possono intestarsi questo aggravio di spesa. E che, se la Regione lo imporrà, l'unica soluzione sarà aumentare le tasse per i cittadini. Questa la posizione dell'Anci, che leggete in modo più articolato a pagina 2. L'unica speranza per limitare i costi è che vada in porto un Risiko delle discariche che la Regione ha pianificato e che dovrebbe alleviare i disagi fra agosto e settembre. Prevede di riaprire in fretta la discarica di Gela e quella di Siculiana riportando contemporaneamente a pieno regime lo smaltimento a Trapani (per ora ridotto da lavori di ristrutturazione di alcuni aree). E prevede soprattutto che anche a Bellolampo aumenti la quota di rifiuti trattati nell'impianto di biostabilizzazione. Se così sarà, si potrà inviare fuori dalla Sicilia molto meno delle 250 mila tonnellate preventivate e anche i costi


Rifiuti, ecco la mappa dei termovalorizzatori Da Palermo a Lentini cinque mini-impianti 0 Gli altri dovrebbero essere realizzati a Sciacca, Castellana Sicula e Campobello di Mazara. Coinvolti pure i privati Alla Regione non escludono di «invitare» anche i privati, in primis Catanzaro che gestisce la discarica di Siculiana, a valutare la possibilità di realizzare nella propria area un mini termovalorizzatore. Giacinto Pipitone
Potrebbero essere almeno 5 e nascere nelle due principali discariche attive e in alcune di quelle dismesse. Eccolo il piano per realizzare i mini-termovalorizzatori. All'assessorato ci lavorano da settimane. Il primo problema, quello dell'individuazione dei siti, è stato risolto. Si punterà su Bellolampo e Lentini. E poi di Sciacca, Castellana Sicula e Campobello di Mazara. Per capire perchè sono questi i siti in pole position bisogna partire da un presupposto che illustra il dirigente del dipartimento Rifiuti, Maurizio Pirillo: «In passato si era deciso di puntare sui forni delle cementerie e su grandi industrie da riconvertire. Un errore. Non sarà così innanzitutto perchè punteremo su impianti molto piccoli, tecnologicamente avanzati e a impatto ambientale limitatissimo». Per questo motivo la logica che sta prevalendo in assessorato è quella di agire in zone che hanno già una «vocazione». Dunque le due più grandi discariche, quella di Palermo e quella di Lentini, verranno invitate a prevedere anche un impianto di termovalorizzazione. Saranno impianti molto piccoli: «Potranno trattare - illustra ancora Pirillo - non più di centomila tonnellate all'anno». Nella stessa logica va vista la scelta di puntare su aree in cui in passato ci sono discariche: Campobello, Sciacca e Castellana Sicula. «Dobbiamo anche fare in modo - aggiunge Pirillo - che questi mini impianti siano ben distribuiti geograficamente evitando così di costringere i camion dei rifiuti a viaggiare in lungo e in largo per la Sicilia». Alla Regione non escludono di «invitare» anche i privati, in primis la famiglia Catanzaro che gestisce la discarica di Siculiana, a valutare la possibilità di realizzare nella propria area un mini termovalorizzatore. L'obiettivo resta quella di smaltire in questo modo solo una parte dei rifiuti. La fetta più grande resterebbe quella differenziata: secondo i piani si dovrebbe arrivare al 65% entro il 2020. E in questo senso almeno le tre grandi aree metropolitane di Palermo, Messina e Catania, dovrebbero accelerare al ritmo di un +6% annuo. I termovalorizzatori sono previsti da un piano nazionale. Roma voleva puntare su due impianti medio-grandi per arrivare almeno a 750 mila tonnellate all'anno. Crocetta ha puntato fin da subito su strutture più piccole per limitare l'impatto sui territori. E così ecco che i termovalorizzatori dovrebbero essere da 5 a 7, forse qualcuno in più. I primi bandi dovrebbero essere pronti per la fine dell'estate.


L'intervista/1 a Vania Contrafatto di Giacinto Pipitone
«rifiuti all'estero, niente soldi ai comuni» «Aumenteremo la raccolta differenziata, daremo una mano ai sindaci per evitare che la situazione precipiti in estate, e da settembre inizieremo a riformare il sistema»: l'assessore ai Rifiuti, Vania Contrafatto, traccia la rotta di medio periodo per superare l'emergenza.

I sindaci temono che smaltire i rifiuti in altre regioni comporterà un aumento dei costi. Darete loro dei contributi?
«Io sono sempre stata contraria allo smaltimento fuori dalla Sicilia. Tuttavia è una delle soluzioni messe nell'ordinanza firmata da Stato e Regione per superare l'emergenza. È una strada che percorrono autonomamente le discariche. Per il Comune dovrebbe cambiare poco, scarica dove ha sempre scaricato. Poi è la discarica a prendere accordi con impianti fuori dalla Sicilia».
Ma questi accordi costeranno parecchio.
Anche se fosse così non ci sarà un intervento pubblico. La Regione non potrebbe intervenire neanche se lo volesse. I costi di smaltimento sono previsti all'interno della tassa sui rifiuti».
Un mese fa con Roma avete fissato accordi e scadenze. Come sta andando la verifica?
«Il governo nazionale è soddisfatto. Stiamo rispettando gli impegni. È mancata solo l'approvazione in giunta della riforma ma conto che possiamo incassare questo risultato già oggi. E giovedì tornerò a Roma».
Il testo cambierà ancora?
«Daremo una diversa configurazione giuridica all'Eser, l'agenzia unica diventerà un organo di coordinamento e controllo guidato da un dirigente e senza l'assemblea dei sindaci mentre i bacini territoriali prevederanno forme di intervento dei sindaci».
Quando manderà in soffitta Ato ed Srr?
«A settembre procederemo all'accorpamento delle Srr. Diventeranno 9 come i bacini territoriali previsti nella riforma e coordinati dall'Eser. È il primo passo».
Uno dei punti più controversi è il futuro degli 11 mila lavoratori degli Ato. La riforma cosa prevederà per loro?
«Bisogna partire da un chiarimento. Si è diffusa la convinzione che tutti i lavoratori sarebbero transitati automaticamente alle Srr e dunque ora alla nuova agenzia o nei bacini territoriali. Non è così, sarebbe un messaggio sbagliato. Il punto è che una parte del personale deve essere assorbito da chi poi vincerà le gare per la gestione del servizio. Lo prevederemo nei contratti di appalto».
E la raccolta differenziata, quando arriverà a livelli accettabili?
«Fare previsioni è difficile. Di sicuro le tre Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina hanno presentato i piani per incrementarla. Solo aumentando la differenziata potremo far diminuire la quantità di rifiuti ed evitare che l'emergenza diventi cronica. È un'opportu - nità anche per il personale dei vecchi Ato, che può essere impiegato in questo settore».
Con il sindaco di Palermo i rapporti restano tesi.
«La situazione di emergenza che si è verificata a Palermo è dipesa dal comportamento inspiegabile della Rap e del Comune, che solo la mattina del primo luglio ci hanno chiesto un incontro urgente perché non potevano rispettare l'ordinanza che scattava proprio quel giorno. Per mesi Orlando ci ha accusato di dirottare i rifiuti della provincia in impianti privati anziché portarli a Bellolampo e quando la Regione ha provato a mandarglieli Orlando ha chiuso i cancelli della discarica. La verità, al di là delle fantasiose accuse del sindaco, è che la Rap non ha il personale e i mezzi per gestire anche i rifiuti degli altri Comuni, ecco perché finchè abbiamo potuto non li abbiamo inviati a Bellolampo. Adesso siamo stati costretti a farlo. Venerdì abbiamo detto alla Rap che eravamo pronti a requisire l'impianto di biostabilizzazione e d'improvviso si sono detti disponibili ad accogliere altre 200 tonnellate al giorno. Da oggi 27 Comuni che prima andavano a Lentini potranno conferire a Bellolampo: ci auguriamo che presto la Rap sarà in grado di accogliere i rifiuti anche di altri Comuni che così pagherebbero molto meno per il trasporto».
I disagi si sono verifcati anche a Trapani .
«Lì non c'è un problema di capienza della discarica, semplicemente andavano fatti dei lavori di manutenzione. Una migliore organizzazione della raccolta avrebbe evitato i rallentamenti negli ingressi degli autocompattatori e pertanto i sacchetti di immondizia per le strade. Capiamo le difficoltà dei sindaci e ci dispiace per i danni al turismo, ma vorrei ricordare che la gestione del servizio, così come la realizzazione degli impianti, è di competenza dei Comuni che, collaborando fra loro, avrebbero potuto evitare tanti problemi. Siamo comunque molto attenti a quello che sta accadendo nel Trapanese».




L'intervista/2 a Paolo amenta di Riccardo Vescovo «pagheranno i cittadini ora subito la riforma» «La nuova ordinanza concordata con Roma consentirà ai Comuni di aumentare la raccolta differenziata ma nell'immediato ci sarà un aggravio dei costi. In bolletta peserà anche l'invio dei rifiuti all'estero. Ma dobbiamo lavorare tutti per chiudere col passato e portare a regime il nuovo sistema».
Lo afferma Paolo Amenta, vicepresidente dell'Anci Sicilia, l'associazione dei Comuni.

L'invio dei rifiuti all'estero è imminente. Ci sarà un aumento dei costi in bolletta per i cittadini?
«Secondo prime stime passeremo da 140 a 160 euro pagati per ogni tonnellata di rifiuto e mediamente ogni famiglia dovrebbe pagare 40 euro in più all'anno. Cifra che si aggiungerà ad altri costi già elevatissimi rispetto all'organizzazione e ai risultati. Ricordiamo che siamo al 12 per cento di raccolta differenziata e un'impiantistica ancora frastagliata».
Come reagiranno i sindaci?
Purtroppo è una situazione contro la quale adesso si potrà fare ben poco. Qualche anno fa si poteva evitare, adesso siamo al collasso e i costi saranno caricati nei bilanci. Qualche Comune potrebbe fare ricorso, ci sono state avvisaglie nel Nisseno e nell'Agrigentino, ma purtroppo la sensazione è che sia inevitabile. Io credo che sia arrivato il momento di chiudere col passato e aprire una nuova stagione, di guardare al futuro. Perchè al di là delle responsabilità che sono di tutti, bisogna lavorare per migliorare il sistema e uscire fuori definitivamente dall'emergenza».
Di chi sono le responsabilità sui bassi livelli di differenziata?
«Il vero problema è che fino ad oggi ci sono state regole poco chiare, confuse. La nuova ordinanza concordata con Roma invece stabilisce obiettivi e tempistiche precise che certamente faranno aumentare le percentuali e ridurranno la parte residua di rifiuti da smaltire. Per questo motivo credo che adesso verrà fuori finalmente la verità sulle reali responsabilità dell'emergenza e si dimostrerà che di fronte a regole chiare il sistema può funzionare».
In che modo la raccolta differenziata sarà potenziata?
«I Comuni dovranno approvare un regolamento entro la metà di luglio e avviare il porta a porta per arrivare al 19 per cento circa di raccolta entro novembre, aumentando dunque sei punti percentuali in pochi mesi. La Regione però dovrà indicare chiaramente il numero degli impianti che riescono a ricevere umido e dire ai Comuni in quale piattaforma dove scaricare. Questo meccanismo dovrebbe consentire di portare la differenziata al 35-40 per cento in breve tempo. I Comuni potranno anche accelerare il processo proponendo sconti sulle tasse ai centri commerciali e alle attività economiche che stipulano accordi con strutture autorizzate alla differenziata».
Perchè fino ad oggi in Sicilia questo non è stato possibile?
«Perchè c'era disordine nella riforma, che prevedeva la nascita di società, le Srr, che adesso nel nuovo piano scompaiono e sono sostituite dall'Ato unico. I sindaci si sono trovati di fronte a una normativa confusa e a un'impiantistica inesistente. Ora invece sono state stabilite scadenze ben precise, ci sono obiettivi chiari da raggiungere».
Crede che i termovalorizzatori siano comunque necessari?
«Quando il nuovo sistema sarà a regime, ci sarà solo una parte residuale di rifiuto che dovrà essere comunque smaltita. A quel punto qualsiasi impianto potrebbe andare bene, ci sono impianti tecnologici molto avanzati che potrebbero pure essere previsti perchè si parlerebbe di piccole quantità da smaltire. Ma sarà un discorso da affrontare più avanti, adesso l'importante è spingere al massimo la differenziata».
Qual è invece la situazione delle discariche?
«A nostro avviso dovranno avere un ruolo sempre più marginale. Anche perchè dal punto di vista economico, se l'avvio della raccolta differenziata col porta a porta potrebbe generare un ulteriore aumento dei costi di personale, in seguito i Comuni potrebbero ottenere dei risparmi e dei ricavi e dunque le discariche saranno sempre meno convenienti. Sulle discariche purtroppo abbiamo assistito a bracci di ferro e scontri che hanno avuto come unica conseguenza un aumento dei costi e dei disagi a danno dei cittadini».  

Sicilia24h
Il Libero Consorzio aggiudica un appalto per conto del Comune di FavaraContinua l'attività dell'Ufficio Gare del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, che in qualità di Stazione Unica Appaltante ha aggiudicato due importanti appalti per conto del Comune di Favara. Entrambi gli appalti riguardano la ristrutturazione di edifici comunali adibiti a scuole elementari. Il primo appalto (stralcio plesso di via Agrigento), dell'importo complessivo di 670.000,00 euro, è stato aggiudicato provvisoriamente all'impresa QUINTALVI SRL con sede a Capizzi (ME), che ha offerto il ribasso del 18,5274% sull'importo netto di 644.000,00 euro, ai quali vanno aggiunti gli oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso pari a 26.000,00 euro. Seconda in graduatoria l'impresa BCR PROJECT DI RIZZO CALOGERO con sede a Aragona (AG), che ha offerto il ribasso del 18,4915%.
Il secondo appalto (stralcio del plesso di via Bersagliere Urso), dell'importo complessivo di 665.000,00 euro, è stato aggiudicato provvisoriamente all'impresa CANNINO SALVATORE con sede a San Giuseppe Jato (PA), con un ribasso del 18,9137% sull'importo netto di 640.000,00 euro, oltre 25.000, 00 euro per oneri di sicurezza. Seconda in graduatoria la EDILIZIA 2G SRL di Modica (RG), con un ribasso del 18,9071%.
Non si ferma, dunque, l'attività dello staff dell'Ufficio Gare del Libero Consorzio, che ai sensi del Decreto Legislativo n. 163/2006 assiste i Comuni della provincia, garantendo loro, grazie alla convenzione con lo stesso Ufficio Gare, l'espletamento delle gare per l'affidamento di beni e servizi.

LA SICILIA
EX PROVINCIA REGIONALEPrecari al lavoro senza garanzie sullo stipendio.Precari dell'ex Provincia regionale di Agrigento, tutti in servizio ma senza garanzia sugli stipendi.Se la proroga sui contratti dei lavoratori a tempo de terminato firmata dal commissario Marcello Maisano avrebbe dovuto garantire la prosecuzione degli impegni formali almeno fino all'insediamento dei nuovi organi del divenendo Libero consorzio, la questione finanziaria rimane totalmente inalterata. In questi giorni, infatti, stando alle previsioni realizzate dagli uffici contabili e finora più volta rese pubbliche, dovrebbe essere terminato di euro circa di fondi Regionali che, fino ad oggi, ha consentito il pagamento delle spettanze ai 130 precari in servizio a Provincia. Palermo, come è noto, compartecipa con il Libero consorzio al 50% al costo dei lavoratori ma il secondo ente, ad oggi, non avrebbe a disposizione fondi necessari per pagare il personale. Così finiti questi soldi, operativamente, l'ente non sa dove andare letteralmente a pescare le risorse. Anche i sindacati confermano di non avere notizie sul destino dei lavoratori a tempo determinato, né in termini di proroga dei contratti né di copertura economica degli stessi. Del resto le ultime no tizie disponibili vedevano come unico spiraglio in tal senso arrivo di somme provenienti dall'accordo tra il Governo regionale e quello nazionale, per quanto nessuno abbia al momento una chiarezza inequivocabile sull'importo disponibile per i Liberi Consorzi: se fino ad un mese fa si parlava di un milione di euro per ogni Ente, oggi si discute di 600mila euro in totale.
Intanto nei giorni scorsi i vertici dell'ex Provincia di Agrigento sono stati auditi dalla Corte dei conti in sede di esame del rendiconto 2014. Durante l'incontro sarebbero state già avanzate alcune criticità che potrebbero provocare a loro volta delle prescrizioni da applicare come correttivi per i bilanci futuri. Al centro di tutto, ancora una volta, i problemi economici dell'En te, che tra l'altro erano stati già stigmatizzati in un complessivo studio realizzato dai magistrati contabili sulla situazione dei liberi consorzi siciliani.
G.S.

SANTA MARGHERITA BELICEStrada dissestata e pericolosa, nessuno interviene.
SANTA MARGHERITA BELICE. La strada è dissestata ma, per i funzionari addetti alla manutenzione della viabilità dell'ex Provincia regionale non risultano particolari di pericolosità. L'oggetto del contendere è la strada Esa Feudotto-Genovese-Montagnola, una scorciatoia, molto trafficata, specialmente nel periodo estivo, che collega S. Margherita Belice alle rinomate e frequentatissime spiagge menfitane di Lido Fiori e Porto Palo. A segnalare al prefetto Diomede lo stato di degrado del tratto stradale, Tanino Bonifacio, assessore alla viabilità e vicesindaco. il quale, lo scorso mese di maggio, durante un incontro istituzionale, ha consegnato al rappresentante dello Stato un dossier fotografico. Ma, a detta di Bonifacio, i funzionari dell'ex provincia avrebbero risposto picche.
«Tali affermazioni - ha detto Bonifacio provocava no non solo lo stupore, ma soprattutto l'irritazione del prefetto che convocava urgentemente funzionari dell'ex Provincia. Purtroppo, dopo tutto ciò, ancora oggi nessun intervento. Una situazione che si è resa ancora più pericolosa, in considerazione del fatto che a strada è percorsa da centinaia di giovani che, alla guida di motorini, si recano nelle spiagge del mare di Menfi. Come dire, dinanzi ai dogmi della burocrazia, non ci sono prefetti che tengano.
GIUSEPPE MERLO

DEDALO AMBIENTEPignorati i conti, stipendi a rischio.RAVANUSA. Un debito di 85mila euro vantato da un'officina meccanica di Licata, blocca i conti della Dedalo Ambiente, società d'ambito dell'ato Ag3 che si occupa delta raccolta dei rifiuti nei comuni di Canicattì, Campobello di Licata, Ravanusa, Licata, Palma di Monte chiaro, Naro e Camastra. a commissario delta società Salvatore Gueli, al commissario liquidatore Rosario Miceli, ai comuni consorziati ed alla tesoreria dell'ente la Banca San Francesco con sede a Licata, pochi giorni addietro è stato notificato un atto di pignoramento dei conti da parte de legale di fiducia del titolare del l'officina meccanica in attesa che lo stesso possa rientrate in possesso delle somme da lui vantate. Le conseguenze di questo passaggio sono devastanti per la società. Infatti, in alcuni dei sette comuni non è stato possibile pagare gli stipendiai dipendenti in altri la quattordicesima mensilità. Le somme che il creditore chiede di avere liquidate sono relative a de gli interventi di manutenzione che lo stesso aveva effettuato di versi anni addietro ad automezzi di proprietà della Dedalo Ambiente, che sino a poco tempo fa aveva la sede legale proprio a Licata prima di spostarsi nella zona industriale di Ravanusa.
Pignorando anche i comuni gli enti non hanno la possibilità di effettuare i pagamenti dovuti alla Dedalo Ambiente e quindi al momento tutta l'attività risulta dal punto di vista economico bloccato. Questo ovviamente ha anche causato malumore tra i dipendenti dei sette comuni alcuni dei quali erano in attesa di percepire lo stipendio altri invece la quattordicesima mensilità.
Abbiamo dato mandato- ha dichiarato il commissario liquidatore della Dedalo Ambiente Rosario Miceli - hai nostri legali di impugnare il provvedimento che ci è stato notificato dal Tribunale di Agrigento la scorsa settimana. Al momento tutta l'attività dell'ente è bloccata ma siamo fiduciosi che nel giro di pochi giorni si possa tornare alla normalità..
Ieri stesso i legali della Dedalo Ambiente hanno provveduto a presentare ricorso avverso il provvedimento di pignoramento effettuato dal legale di fiducia dell'officina meccanica. In particola re gli avvocati della Dedalo, sostengono che non sono ammesse procedure di esecuzione e di espropriazione forzata nel con fronti degli enti locali presso soggetti diversi dai rispettivi tesorieri.

CARMELO VELLA

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