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rassegna stampa del 27 luglio 2016

GIORNALE DI SICILIA

L'ex Provincia non riesce a gestire il servizio, mancano circa centomila euro all'anno.
E l'indagine non viene fatta.

Nessun rilevamento della qualità dell'aria in provincia di Agrigento, dal 2013. Da tre anni sono infatti ferme le centraline di monitoraggio che l'ex Provincia aveva installato ad Agrigento Centro, Monserrato Agrigento, Valle dei Templi Agrigento, Cammarata, Canicattì, Lampedusa e Porto Empedocle. L'ente non ha i soldi per poter effettuare il servizio (per un ammontare di circa 100 mila euro all'anno) e così non si conosce più la qualità dell'aria che i cittadini respirano, soprattutto lo sforamento delle polvere sottili. Dall'ex Provincia, oggi guidata dal commissario Roberto Barberi, fanno sapere che per mancanza di fondi il servizio non viene erogato dal 2013 dall'ente, ma doveva essere l'Arpa a proseguire il percorso intrapreso negli anni. Sembra che manchi una convenzione tra l'ex Provincia e l'Arpa per poter avviare il servizio. Ed intanto sono passati tre anni. Le centraline sono state acquistate negli anni scorsi e adesso vengono abbandonate, non c'è alcuna manutenzione. Impossibile conoscere i tassi di inquinamento in zone come il quartiere di Monserrato, ad Agrigento, in cui in diverse rilevazioni sono stati superati i limiti di polveri sottili, tecnicamente il Pm10. La rete di monitoraggio della qualità dell'aria e il laboratorio mobile per il rilevamento dell'inquinamento atmosferico non sono più attive. Il commissario non ha i fondi necessari per finanziare un nuovo bando per riattivare questo importantissimo servizio. I suoi uffici hanno cercato di trovare i fondi necessari presso la comunità europea come si è fatto in altre città. Le dodici centraline che diffuse sul territorio agrigentino non registrano più i dati e l'ultimo bollettino diffuso dalla Provincia risale al marzo del 2013. Inutilizzabile quindi anche il protocollo d'intesa con l'Agenzia Regionale Protezione Ambiente per la gestione del sistema di monitoraggio dell'in - quinamento atmosferico nelle città dell'agrigentino. Nel mese di marzo del 2013 si era tenuto a Palermo un tavolo tecnico tra dirigenti e tecnici dell'Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente, dell'Agenzia Regionale per l'Ambiente (Arpa) e dell'allora ex Provincia di Agrigento, per illustrare il nuovo Programma Regionale di Valutazione della Qualità dell'Aria. Una riunione, peraltro, richiesta alla fine del 2012 dalla stessa Provincia per definire i tempi di acquisizione, da parte della Regione Siciliana, delle centraline che faranno parte della nuova rete regionale. Analizzando la rete di monitoraggio della qualità dell'aria, e in assenza di elementi certi sulla tempistica del passaggio della gestione all'Arpa, era stato concordato che la Provincia si sarebbe fatta carico della manutenzione della propria rete in quanto non era possibile interrompere il monitoraggio della qualità dell'aria.Ma ad un certo punto tutto si fermato. E le centraline sono abbandonate a se stesse, lasciate incustodite ed in preda ai vandali. Come a Canicattì dove l'impianto, che riporta ancora la scritta "di proprietà della Provincia regionale di Agrigento", è parcheggiato in mezzo ai rifiuti in angolo nei pressi del viale della Vittoria, vicino alla villa comunale. Rifugio di randagi e di zingari senza fissa dimora. (*PAPI*)

Uffici pubblici, addio premi a pioggia e posto fisso
Assunzioni selettive, mirate a specifiche professionalità e fabbisogni: se servono medici non potranno essere presi lavoratori amministrativi. E niente più premi a pioggia, uguali per meritevoli e meno. Così la ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, intende ridisegnare il volto del pubblico impiego, alla vigilia della nuova tornata contrattuale, dopo sette anni di blocco. Round in cui non sono in ballo solo gli aumenti salariali ma anche le regole del gioco. Cambiamenti per i quali il Governo apre al confronto con i sindacati. E il primo incontro con Madia si è chiuso con la definizione di una roadmap. Seguiranno riunioni con le organizzazioni dei lavoratori, da cui il ministero raccoglierà suggerimenti per definire entro metà settembre le linee guida sui rinnovi. Adeguamenti retributivi che potrebbero escludere gli stipendi più alti, in modo da concentrare l'im - pegno sulle fasce basse. La partita contrattuale viaggerà quindi in parallelo con il Testo Unico sul pubblico impiego. Il provvedimento sarà presentato a gennaio e per ora al vaglio ci sono diverse ipotesi, tra cui non manca la rivoluzione, già annunciata, delle visite fiscali: da affidare all'Inps invece che alle Asl. Si tratta di mettere dei paletti all'assenteismo e si sta valutando la possibilità di far scattare gli automatismi per chi salta il lavoro puntualmente di venerdì, lunedì o a ridosso delle feste. È confermata anche la volontà di traslare ad altri illeciti il procedimento sprint adottato per i licenziamenti dei furbetti. Inoltre i dipendenti in eccesso in alcuni uffici saranno trasferiti in altre sedi vicine dove c'è carenza ed eventualmente, in caso di esbuero finale, si procederà col taglio degli stipendi e in ultima ipotesi col licenziamento. Tornando al contratto, si aprirà ora un confronto tecnico all'Aran, l'agenzia che rappresenta il Governo nelle trattative. Si lavorerà anche nel mese di agosto sui temi del reclutamento, della mobilità, della valutazione e del contratto. Entro il 10 settembre si farà un bilancio e a stretto giro Madia spedirà l'atto con cui ufficialmente far partire i negoziati. A quel punto sarà noto anche il budget a disposizione in legge di stabilità e, assicura la ministra, se c'è crescita le risorse potranno aumentare. I sindacati restano fermi sull'im - possibilità di una trattativa con solo 300 milioni sul piatto e chiedono «di allineare i rinnovi del pubblico a quelli del privato» dove, sottolinea qualche sindacalista, gli incrementi sono tra gli 80 e i 120 euro. Sulla connessione tra Pil e rinnovi, la leader della Cgil Susanna Camusso, storce però il naso, visto che «stanno rivedendo le stime al ribasso», mentre la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, invita a «una seria lotta agli sprechi» per recuperare fondi. La Uil mette le mani avanti, parlando di «un incontro interlocutorio», ma apprezza l'intenzione «di mettere fine al precariato». I sindacati dei dirigenti, Codirp e Unadis, vedono con favore l'apertura al confronto ma avvertono: «non sia un modo per prendere tempo». Di certo c'è da rivedere la legge Brunetta, soprattutto per quel che concerne le tre fasce di merito, giudicate troppo rigide (al 25% più bravo la metà delle risorse, il resto al 50% che sta nella media, niente al 25% dei peggiori). Una soluzione porterebbe a individuare una sola soglia, ad esempio il 20% dei migliori, a cui destinare una buona fetta delle disponibilità in base ad obiettivi oggettivi. Quel che avanza potrebbe essere ripartito all'inter - no dell'amministrazione, secondo target precisi e magari lasciando anche margini alle parti. Anche il turnover non potrà essere più regolato dappertutto con le stesse percentuali, ma si assumerà dove c'è necessità come, fa l'esempio la ministra, avvenuto con le maestre.


Regione. La dirigente: altre parti vanno recepite In Sicilia rebus sulle nuove regole «Norme antiassenteisti già in vigore»
Nel passaggio dalle norme nazionali all'applicazione in Sicilia, la materia della riforma del pubblico è un puzzle ancora tutto da decifrare. Negli uffici del dipartimento della Funzione pubblica attendono che le norme emanate siano complete, anche se c'è già una linea di indirizzo dettata dall'assessore Luisa Lantieri e concordata con il direttore generale Luciana Giammanco. La linea di confine è la competenza della Regione siciliana in materia di uffici e personale. In questo senso la Regione può intervenire solo laddove si tratti di riorganizzare uffici e servizi. «Se le norme nazionali riguardano il testo unico sul pubblico impiego - spiega Giammanco - queste sono direttamente applicate anche in Sicilia, perché già in vigore anche da noi». È il caso ad esempio delle nuove regole per colpire gli assenteisti. Il decreto legge approvato, in questo caso, prevede la sospensione entro 48 ore del dipendente colto in flagranza del reato, tempi più veloci (massimo 30 giorni) per completare il procedimento disciplinare che può concludersi anche con il licenziamento, sanzioni anche per il dirigente che non controlla. Per tutte quelle norme che esulano dal testo unico servirà invece un recepimento. In questo caso l'orientamento dell'assessora - to è quello di un «recepimento dinamico». «Significa - spiega Giammanco - un rinvio tout court alla norma nazionale e un adeguamento automatico nel caso di modifiche apportate a quella». Linea attraverso cui si vuole evitare impugnativa, come avvenuto in altri campi.


L'alba di una rivoluzione
Nella Pubblica amministrazione sta accadendo l'inimmaginabile. Merito della rivoluzione avviata dal governo Renzi e dal ministro Marianna Madia. Stanno per cadere le certezze su cui si regge l'impiego pubblico: il posto fisso e gli aumenti di stipendio legati agli scatti di anzianità. Il terremoto è contenuto nel decreto attuativo della riforma all'approvazione del consiglio dei ministri. In base alla nuova regola i dipendenti in eccesso per ragioni di servizio o per tagli di bilancio verranno inseriti in speciali liste cui attingere per eventuali spostamenti nel raggio di 50 chilometri . Altrimenti verranno messi in «disponibilità»: stanno a casa e prendono l' 80% dello stipendio con relativi contributi per la pensione. Se entro due anni non riescono a trovare un altro posto, anche accettando un inquadramento più basso con relativo taglio dello stipendio potranno essere licenziati. In teoria un meccanismo simile c' è già adesso. Ma ai dirigenti che non comunicano le eccedenze non succede nulla e infatti tutti si guardano bene dal farlo. Con le nuove regole, invece, ci sarà il procedimento disciplinare per il capufficio. Una differenza non da poco.Sullo stipendio la novità era nell' aria, visto che gli scatti di anzianità sono stati congelati a lungo. Il nuovo testo unico, però, li cancella per sempre. Ogni anno i dipendenti saranno valutati dai dirigenti. Sulla base di quelle pagelle sarà assegnato un aumento a non più del 20% del personale per ogni amministrazione. Nella bozza ci sono tante altre novità: per esempio la visita fiscale automatica per le assenze fatte al venerdì e nei prefestivi. Un procedimento disciplinare più veloce, sull' esempio di quello in 30 giorni per gli assenteisti colti in flagrante. Inutile dire che si tratta di una rivoluzione talmente profonda da lasciare stupefatti: ma davvero sarà possibile apportare cambiamenti così radicali all'interno della pubblica amministrazione? Prima di applaudire aspettiamo i fatti. Una diffidenza che è anche una difesa: troppo grande sarebbe la delusione se i cambiamenti restassero virtuali. Resta lo spazio per un paio di riflessioni. Prima considerazione: siamo proprio sicuri che le rigidità si nascondano solo nel pubblico impiego? Forse sarebbe opportuno cogliere l'occasione per fare una riforma complessiva del diritto del lavoro coinvolgendo anche il settore privato. Il jobs act, tanto per capire, si applica solo alle nuove assunzioni: perché questa disparità con i contratti più vecchi? Rendere il mercato più flessibile darebbe un contributo importante in tema di efficienza e di competitività Seconda considerazione: che cosa accadrà in Sicilia? Quanto tempo passerà prima che anche la burocrazia regionale applichi le nuove regole? Già si vedono le prime resistenze e nell'intervista che pubblichiamo in queste pagine si colgono molte incertezze. Speriamo di sbagliare. Perché non è voltando le spalle alla modernità che si raccolgono voti. I recenti risultati elettorali dimostrano la stanchezza diffusa verso abusi e privilegi. Il decreto Madia sembra l'alba di una rivoluzione. Speriamo che non si dissolva nel buio.

Martedì 26 luglio


Agrigentonotize

PREMIATI QUATTRO STUDENTI DELL'ISTITUTO MUSICALE "TOSCANINI" DI RIBERA
I riconoscimenti all'ottavo Concorso "Maria Elisa Di Fatta" che si è svolto ieri presso la Sala Scarlatti del Conservatorio "V. Bellini" di Palermo. Premi a Giulio Lodato, Alessio Francolino, Calogero Lupo e Giuseppe Francolino
Premiati quattro studenti dell'istituto musicale "Toscanini" di Ribera
„Quattro i pianisti dell'Istituto Superiore di Studi Musicali "A.Toscanini" di Ribera sono stati premiati al VIII Concorso "Maria Elisa Di Fatta" che si è svolto ieri presso la Sala Scarlatti del Conservatorio "V. Bellini" di Palermo, organizzato in collaborazione con l'associazione Musica per l'Uomo e l'assocaizione Musicale Culturale Santa Cecilia di Cefalù e destinato agli studenti dei Conservatori: Giulio Lodato e Alessio Francolino (primo Premio ex-aequo, Premiati quattro studenti dell'istituto musicale "Toscanini" di Ribera categoria Giovanissimi) Calogero Lupo (secondo premio categoria Giovani), Giuseppe Francolino (terzo premio categoria Giovani).
Il 3 agosto Giulio Lodato e Alessio Francolino parteciperanno alla serata finale che si terrà alle 21 presso l'Atrio del Seminario Vescovile di Cefalù per l'assegnazione del primo premio assoluto; evento in cui verrà consegnato un premio anche ai docenti del Toscanini per avere avuto.
I pianisti premiati si esibiranno insieme a Paolo Alongi (chitarra), Maria Antonella Callea (flauto),Luigi Fiore (pianoforte), Giuseppe Spataro (pianoforte), Alessandra Curreri (pianoforte), Sabrina Ciliberto (pianoforte), Giovanna Nuara (soprano), Giuseppe Infantino (tenore) in occasione Premiati quattro studenti dell'istituto musicale "Toscanini" di Ribera dell'evento "I Classici sotto le stelle", inserito nella stagione estiva del Comune di Realmonte e organizzato in collaborazione con l'Istituto Toscanini e l'Associazione Culturale "Dietro le quinte".
Il concerto avrà luogo venerdi 29 Luglio alle 21 presso l'Anfiteatro Costabianca di Realmonte "Città della Scala dei Turchi' . Musiche di F. Chopin, F. Liszt, C. Saint-Saens, T. Gargiulo, A.Longo, G. Donizetti, G. Puccini, G.Verdi, M. Colonna, A. Barrios-Mangorè, J. Ibert, A. Piazzolla, C. Machado. Ingresso libero.

LA SICILIA

NELLA CITTÀ DEL SALSO, GRAZIE ALL'INTUIZIONE DEL SINDACO ANGELO CAMBIANO, NON C'è EMERGENZA
Rifiuti al Ccr fino al prossimo 2 agosto
Il «deposito temporaneo» funziona come un orologio svizzero e la città è pulita.
Rifiuti, è stata prorogata fino al prossimo 2 agosto l'ordinanza emessa dal sindaco Angelo Cambiano lo scorso 9 luglio. Fino ad allora, salvo risoluzione anticipata dell'emergenza che sta interessando ormai da mesi La Sicilia, il Comune di Licata continuerà ad utilizzare il Ccr di contrada Piano Bugiades come deposito temporaneo» dei rifiuti che altrimenti rimarrebbero per strada come sta succedendo in vari Comuni della Provincia e del l'isola alle prese con lo 'scarta mento ridotto» delle discariche. Il Crr sta iniziando ad alleggerirsi e dalle 250 tonnellate di rifiuti ammonticchiati nei giorni scorsi e caricati su cassoni scarrabili o mezzi, si è passati alle 210 attuali "la condizione di emergenza permane, in ragione delle limitazioni imposte dall'ordinanza numero7del Presidente della Regione — si legge nei dispositivo dell'ordinanza — che impone al soggetto titolare della discarica di limitare a trentanove tonnellate i quantitativi massimi conferibili da parte dei Comune di Licata». Condizione confermata anche dall'assessore con delega ai Rifiuti Carmelo Sambito il quale ci ha fatto sapete inoltre come ce! momento in cui terminerà l'emergenza rifiuti a livello regionale, l'ordinanza verrà revocata. L'obiettivo dei provvedimento rima ne quello di evitare di riempire le strade della città di immondizia tra la fine di Luglio e l'inizio di ago sto con tutte 1e conseguenze che ciò comporterebbe a livello igienico-sanitario e di immagine agli oc chi dei turisti presenti». La nuova dead-line è stata posta in data 2 agosto con la speranza che la situazione possa sbloccarsi in anticipo e l'ordinanza essere di conseguenza revocata. I parametri dei provvedimento rimangono gli stessi già comunicati al momento della prima ordinanza dello scorso 9 luglio e pertanto alla società d'ambito territoriale Dedalo Ambiente è stato nuovamente chiesto di utilizzare il ccr di Piano Bugiades, con deposito anche oltre le 72 ore, purché i rifiuti siano allontanati nel più breve tempo possibile; utilizzare tutti i mezzi a disposizione della società, compatibilmente con le esigenze de gli altri Comuni e ne limiti massi mi di conferimento assegnati al Comune di Licata per assicurare il trasferimento dei rifiuti presenti nel Ccr presso la discarica di riferimento Nell'ordinanza si fa riferimento anche al fatto che Licata, essendo Comune rivierasco, ha manifestato la necessità di un aumento del limite massimo di tonnellate giornaliere conferibili in discarica».
GIUSEPPE CELLURA


GIRGENTI ACQUE. Mancato rispetto della convenzione si legge nella richiesta inviata tre mesi fa. L'Ato idrico chiede 300mila euro La società che gestisce il servizio in provincia ha deciso di ricorrere al Tar.
Mancato rispetto della convenzione del servizio, Ato idrico chiede oltre 300mila euro alla Girgenti acque.
La «richiesta» risale all'aprile del 2016, ma è diventata pubblica» solo ora, che sull'Albo pretorio dell'Ambito territoriale ottimale è stata affisso affidamento di un incarico legale al l'avvocato Girolamo Rubino per di fendersi dinnanzi al far contro il ricorso proposto dalla società di Marco Campione. Da qui si risale a fatto che l'Ato, guidato dal commissario del libero consorzio di Agrigento Barberi una penale per la violazione 'articolo 22 della Convenzione digestione, firmato ne 2007. Questo prevede che «il gestore è tenuto a comunicare al concedente, a decorrere dal sesto mese successivo alla presa in con segna di opere e impianti ed al conseguente avvio della gestione, i dati e le informazioni attinenti alla gestione del servizio che il concedente ha individuato nel disciplinare tecnico». In particolare, a quanto pare, terreno dello scontro è la mancata realizzazione da parte della società di gestione del servizio idrico di una «mappa degli scarichi industriali presenti nel territorio servito. tino strumento che, ovviamente, avrebbe potuto verifica re, ad esempio. la provenienza delle eventuali immissioni anomale negli impianti di depurazione e, contemporaneamente spiegare le analisi delle emissioni in uscita. Da quanto ci è dato sapere prima di giungere all'applicazione della sa, tra Aro idrico e Girgenti acque è intercorso un lungo scambio epistolare che però alla fine non ha portato sostanzialmente a nulla. La difesa della società, pare, sia connessa alla responsabilità diretta dei Comuni in termini di autorizzazioni per l'avvio di attività commerciali e industriali. Scuse che all'Ambito non sono bastate, così alla fine è arrivata l'applicazione della sanzione da 300mila euro, anche un'aggiuntiva richiesta dì pagamento di «sole» 10mila euro che è sostanzialmente una penale per la mancata trasmissione dei dati in discussione. Ovviamente la società ha presentato ricorso dinnanzi al Tar di Palermo per tentare di bloccare non solo la richiesta economica ma anche per accertare «l'insussistenza dei presupposti per l'irrogazione della sanzione». L'Ato sarà difeso dall'avvocato Girolamo Rubino.
GIOACCHINO SCHICCHI

OLTRE DUE KM DI CODA PER UN PROBLEMA CHE Ì STATO SEGNALATO ALL'ANAS DA MESI.
Il semaforo sulla Ss 640 rovina le vacanze.
Raffica di imprecazioni domenica da parte di chi in,auto, attraverso la statale 640, ha deciso di trascorrere la giornata festiva nelle località balneari, tra cui il lido di San Leone. Mai prima di domenica si era formata, infatti, una coda lunghissima a causa del semaforo di contrada Petrusa.
Il famigerato semaforo ha bloccato la circolazione costringendo gli ignari automobilisti, con fami glie a bordo, a sostare sotto un sole cocente che in qualche caso ha creato seri problemi. Sono sta ti ben cinque i chilometri di coda. Diversi automobilisti spaventati dall'interminabile fila, letteralmente imbufaliti, giunti nei pressi di contrada Gasena dove la strada diventa a doppio senso, hanno invertito la marcia rischiando di causare qualche brutto incidente. Inutile dire che nel tratto interessato, non si è vista nessuna pattuglia delle forze del l'ordine pronta ad intervenire. In somma il semaforo che si sarebbe dovuta eliminare già nel mese di ottobre dello scorso anno, è ancora lì in piena estate a creare pesanti disagi alla circolazione stradale.
Ricordiamo che l'Anas regionale non si è degnata di rispondere al prefetto di Agrigento Nicola Diomede il quale aveva chiesto notizie certe proprio sulla rimozione dell'impianto. Nel frattempo non si è neppure tentato di ripristinare la vecchia bretella, chiusa qualche anno fa a causa di uno smottamento. Neppure questa soluzione, per superare il semaforo, è stata presa in considerazione per cui tutto è lasciato ancora precario. Dopo l'ennesimo blocco della circolazione con l'esasperante attesa sotto il sole, molti hanno ironizzato sul recente sopralluogo effettuato nei cantieri della 640 dal sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari la quale ha assicurato che il versante agrigentino della 640 sarà definito entro dicembre. Peccato che il sottosegretario non abbia detto nulla sull'insopportabile impianto semaforico.
EUGENIO CAIRONE

Mercoledì 27 luglio

LA SICILIA

FUMATA NERA.
Restano bloccati i 7 milioni per i Consorzi.
CATANIA. La porta si chiude. Poche, risicatissime restano le speranze che dalla commissione bilancio dell' arrivi il via libera per gli emendamenti che stanziano 7 milioni di euro per i Consorzi siciliani. Somme, secondo le previsioni, da destinare a rimpinguare le casse dei Consorzi stessi (5 milioni di euro), e per garantire un minino di giornate ai lavoratori stagionali (2 milioni di euro). Per non la sciare tutti scontenti, forse, un contentino verrà garantito. Per i lavoratori stagionali all'orizzonte si prospetta il rinnovo del contratto per 27 giornate; una soluzione bollata dagli stessi lavoratori come una forma di assistenzialismo inaccettabile.
La riunione di commissione bilancia dell'Ars di ieri mattina, presieduta dal deputato Vincenzo Vinciullo, si è chiusa per la maggior parte dei partecipanti con l'amaro in bocca. Sen titi i principali attori del mondo agricolo siciliano. Dai rappresentanti regionali delle organizzazioni di categoria degli agricoltori: Cia, Coldiretti, e l'agricoltura; al Consorzio di bonifica di Catania con il direttore Pino Barbagallo; infine il sindaco di Paternò, Mauro Mangano, insieme all'assessore allo sviluppo economico, Agostino Borzì.
I rappresentanti delle associazioni degli agricoltori hanno messo in evidenza come i Consorzi siciliani sono carrozzoni inutili visto che non riescono a garantire per tutti gli agricoltori la distribuzione dell'acqua in campagna. Occorrono enti puliti ed efficienti, con investimenti necessari per le infrastrutture, per sistemare una condotta ormai fatiscente. Il Consorzio di Catania, per voce del suo direttore, Barbagallo, ha ribadito la necessità di finanziamenti per lavoratori stagionali e infrastrutture. Infine è stata la volta del sindaco di Paternò, che ha evidenziato le carenze infrastrutturali in campagna, dove l'acqua, a macchia di leopardo, continua a mancare, con la piana di Catania che soffre. "Siamo dispiaciuti che sia stato riduttivo l'approccio della commissione - evidenzia il sindaco -. Chiederò ai deputati un incontro per preparare una riforma, da portare avanti il prossimo anno".
Il presidente della commissione bilancio, Vinciullo, ha messo in evidenza che non è possibile sforare il tetto di spesa per non incorrere in richiami da parte della Corte dei conti. Oggi intanto, nuova riunione di commissione, l'ultima, quale definitiva.
ISTITUZIONI "CATTIVE INQUILINE"
Occupano locali di proprietà della ex provincia ma non pagano quanto dovrebbero.
Mentre il Libero consorzio di Agrigento si "arrabatta" cercando dì recuperare qualche migliaio di euro dal l'occupazione abusiva del suolo pubblico, vanta crediti per milioni di euro (non meno di tre) da affittuari "morosi". E i"mali pagatori", come si usano chiamare in siciliano, sono le istituzioni.
I FATTI. L'ex provincia regionale di Agrigento è proprietaria di diversi immobili. occupati oggi dal Comando provinciale dei carabinieri, dalla Questura, dalla Prefettura ed alla caserma dei vigili del Fuoco, Occupazioni risa lenti anche a cinquant'anni fa ma più o meno formalizzati solo r 1993. quando l'allora presidente della Provincia, Stefano Vivacqua iniziò ad avviare un percorso di "normalizzazione" che però ancora oggi non si è del tutto concretizzato a danno, ovvia mente, del Libero consorzio. Già per ché gli enti a cui fanno capo gli organi suddetti, in gran parte, non hanno mai firmato i contratti di affitto nè, tanto meno, hanno pagato un regola re canone (che, per definizione, non potrebbe essere calcolato), limitandosi - a volte - a versare una somma come acconto in forma extracontrattuale. Una situazione che, di recente, venne posta all'attenzione pubblica da parte dell'ultimo presidente della
Provincia, Eugenio Dorsi, che per evidenziare come l'ente non ricevesse i canoni dovuti si era dichiarato pronto a "sfrattare la Prefettura di Agrigento. Proposta poi, evidentemente, naufragata, ma che manifestava una evidente situazione di disagio per una pesante esposizione creditoria che, ancora oggi non si è riusciti ad erodere.
In realtà i problemi sono tanti, e si vanno a sovrapporre gli uni con gli altri. affastellandosi negli anni.
Parliamo ad esempio del caso della .caserma dei carabinieri "Biagio Pistone", ospitata in un locale di 2.655 metri quadrati di proprietà, appunto, dell'ex Provincia. Se un contratto era stato firmato appunto nel 1993, nel 2002 la Provincia, con apposita nota, aveva comunicato alla Prefettura la disdetta del contratto di locazione manifestando la volontà di procedere alla stipula del nuovo contratto dì locazione, a condizione che venga rideterminato il canone annuo". Nel 2004 la Provincia comunica all'ufficio territoriale del Governo che la struttura per loro, aveva un valore di 390mila euro annui. La Prefettura, allora, passa la palla all'Agenzia del Demanio il 14dicembre del 2004 perché dia il proprio parere di congruità rispetto all'importo. La Provincia fornisce la documentazione ad eccezione delle planimetrie catastali, considerato che trattandosi di un immobile in uso ai carabinieri, la cartografia è secreta. Da quel momento non si ha più notizia dell'Agenzia. né, trapela, si è vi sta traccia, nell'ultimo anno, di somme versate. Per gli anni precedenti, in questo e in altri casi, si è provveduto solo a pagare somme che si aggirano sulle 50mila euro come semplici acconti, inattesa di una quantificazione che oggi stenta ad arrivare.
Insomma, quale sarà il valore reale della locazione, al momento, non è dato sapersi, ma le somme indicate ci sembrano un tantino al di sotto di quelle immaginate e corrisposte.
Situazione simile per gli uffici della Questura, che si trovano in piazza Vittorio Emanuele da "appena" il 1964. Se, in questo caso, esiste una stima del canone di locazione per quell'area, quantificata nel 2012 dal l'Agenzia del Demanio, in 227300 euro (a fronte delle 235mila euro richieste dall'ex Provincia) l'ultima somma che si potrà ricevere ammonta a 55mila euro, che saranno versate per il secondo semestre 2016. Importo al quale si arriva, in questo e in altri casi, considerando il 50 dell'ultimo canone annuo di locazione corrisposto dal Ministero sino al 31 dicembre 2016 decurtato del 15%".
Circa 24omila euro dovrebbe invece pagare il ministero dell'Interno per conto della Prefettura di Agrigento peri locali occupati all'interno del Palazzo della Provincia (due piani), cui si aggiunge il milione e mezzo di arretrati che l'Ufficio territoriale del Governo venne condannato a pagare negli anni passati. Dovrebbe, ribadiamo. perché anche in questo caso di con tratti firmati non ve ne sono nono stante i solleciti del Libero consorzio.
Situazioni a sé stanti sono quelle di Vigili del Fuoco — che versano 260mila euro annue per la struttura di Villaseta — e della "Casa della Speranza", che pur trovandosi dentro un immobile della Provincia non versano canone di locazione in forza di un accordo con l'Ente, che in questo modo "compensa il mancato trasferimento di contributi, Insomma, tanti soldi se il Libero spera, prima o poi. di recuperare gli importi, ha una certezza: non può sfrattare, i propri inquilini, anche se tanto scomodi.
GIOACCHINO SCHICCHI

Palma di Montechiaro: le torrette
posizionate in tutte le spiagge libere
Servizio baywatch pubblicato bando per soli 30 giorni.
PALMA DI MONTECHIARO. Sarà avviato quest'anno soltanto per 30 giorni il servizio di vigilanza e salvataggio nelle spiagge del territorio comunale.
E' stato, infatti, approvato il preventivo di spesa dell'importo complessivo di 22.679,80 euro. Di questi una quota. di poco oltre i 10 mila euro, sarà a carico della Regio ne Sicilia; un'altra a carico dell'ex Provincia di Agrigento (circa 5 mila euro) e la rimanente a carico del Comune.
Il servizio di sicurezza per i
bagnanti, denominato spiagge sicure ed obbligatorio per tutti i comuni costieri secondo la legge regionale 17 del 1998, sarà aggiudicato mediante procedura negoziata con il criterio del prezzo più basso e dovrebbe essere attivo a partire dai primi giorni dì agosto.
Il servizio sarà reso ogni giorno ininterrottamente dalle 9 alle 19 (più il 14agosto dalle
20 all'I), a prescindere dalle condizioni meteorologiche e dalla presenza o meno di persone, solo nelle spiagge di Ciotta levante e ponente, mentre a Marina di Palma non sarà effettuato in quanto nella spiaggia del Trampolino opera uno stabilimento balneare che ha per legge l'obbligo di garantire il servizio di salvataggio che. infatti, è già attivo da inizio estate.
Sono previste due postazioni con ciascuna due bagnini per turno, per un totali di 8 assistenti bagnanti di coi uno con funzione di coordinatore.
Ovviamente, bagnini dovranno essere io possesso dei requisiti previsti dalla legge e muniti del brevetto rilasciato da enti o associazioni abilitate per legge.
Il bando prevede che ciascuna postazione sia dotata di tutto quanto necessario alla prevenzione di possibili incidenti e di quanto indispensabile per affrontare le situazioni di emergenza
In particolare, dovranno essere presenti nelle torrette, tra le altre cose: un'imbarcazione di salvataggio, le bandiere per indicare l'eventuale divieto di balneazione; i binocoli; delle radio Vhf marina; i fischietti, i salvagenti gonfiabili per recupero asfittico e la cassetta di pronto soccorso.
Insomma, dopo una prima parte della stagione estiva do— ve le spiagge libere sono rimaste sprovviste dell'importante servizio di baywatch, dal prossimo mese di agosto l'anomalia non si registrerà più per la serenità dell'esercito dei vacanzieri.
LUIGI ARCADIPANE

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