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rassegna stampa del 2 Agosto 2016

Giornale di Sicilia

La Sicilia e l'ambiente. Problemi di stoccaggio a Castelvetrano: sacchetti incendiati in strada. Da venerdì a Bellolampo scaricheranno tutti i Comuni del Palermitano
Rifiuti, il Trapanese ancora in emergenza
Nel capoluogo discarica in affanno:  Marsala porta l'immondizia a Lentini. Riapre Siculiana ma solo per i centri minori
Giacinto Pipitone
I rifiuti di Marsala dovranno essere trasportati a Lentini, dall'altra parte della Sicilia. È l'effetto della riscrittura della mappa dello smaltimento nelle discariche ancora disponibili. Marsala è rimasta «vittima» del surplus di rifiuti piovuti negli ultimi giorni sulla discarica di Trapani. Che ora non regge più questi ritmi. Mentre dovrebbe migliorare la situazione nei Comuni del Palermitano e dell'Agri - gentino. I gestori della discarica di Bellolampo hanno annunciato che da venerdì apriranno le porte dell'impianto a tutti i Comuni del Palermitano: dovrebbe  ssere la mossa che risolve l'emergenza  n tutta la Provincia, assicurano dall'assessorato regionale ai Rifiuti. Da oggi a venerdì i Comuni palermitani  inora esclusi da Bellolampo caricheranno a Melilli. Ieri ha riaperto la discarica di Siculiana anche se nel primo giorno non sono arrivati rifiuti perché la Regione non ha dato indicazioni su chi deve scaricare nell'impianto dei fratelli Catanzaro provocando così la dura protesta del sindaco agrigen ino Lillo Firetto.  Il motivo del ritardo è che la capienza autorizzata è minima (110 tonnellate al giorno) e ciò ha suggerito ieri  all'assessorato Rifiuti di indirizzare aSiciliana solo l'immondizia dei Comuni  nori dell'Agrigentino. Tutti gli altri continueranno a smaltire i propri rifiuti a Lentini. Nell'Agrigentino resta grave la situazione a Porto Empedocle dove a causa di una vertenza alla Icos la raccolta è ferma da due giorni. A Lentini resteranno anche i Comuni etnei, messinesi e parte di quelli siracusani: una quota che l'impianto è in grado di reggere. Anche in questo caso alla Regione si augurano che ciò porti a una rapida normalizzazione della situazione nella Sicilia orientale. Nel Trapanese i problemi riguardano anche il sito di stoccaggio di Castelvetrano, ormai saturo a causa delle 2 mila tonnellate arrivate da tutta la provincia di Trapani. Ora questi rifiuti dovranno  ssere spostati in una discaricae autorizzata a trattarli. Nel frattempo in provincia restano sulle strade i rifiuti, in qualche caso incendiati come è successo a Castelvetrano. Ieri in assessorato regionale sono andate avanti riunioni su riunioni per riscrivere la mappa dello smaltimento. E per decidere la sorte di varie Srr (le società che hanno sostituito gli Ato) che rischiano il commissariamento. A tutte queste riunioni ha preso parte il presidente Crocetta con il dirigente dell'assessorato Maurizio Pirillo. Non c'era invece l'assessore Vania Contrafatto (di area renziana). E ciò ha riacceso i dubbi sul rapporto fra il presidente e l'assessore: secondo una lettura molto diffusa negli ambienti politici  rocetta ha personalmente commissariato l'assessorato per gestire l'emergenza. Ma la Contrafatto in serata ha fatto sapere che la sua assenza è dovuta alla partecipazione a un incontro pubblico con il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti. 

Uffici pubblici, pratiche solo online
Il piano «Pubblica amministrazione senza carta» è al traguardo dopo un lungo iter di leggi, decreti e Dpcm, avviato nel 2005 e concluso con il decreto della presidenza  del Consiglio nel 2014.

Basta carta e faldoni. E stop anche ai fax. Dal 12 agosto tutti i Comuni e tutti gli enti pubblici dovranno usare esclusivamente documentazione digitale per ogni nuova pratica. Il piano «Pubblica amministrazione senza carta» è finalmente al traguardo dopo un lungo iter di leggi, decreti e Dpcm: si comincia nel 2005 col Codice dell'ammini - strazione digitale e si arriva sino al decreto della presidenza del Consiglio del 13 novembre 2014, che ha sancito definitivamente la morte della carta, fissato i criteri in grado di assicurare «autenticità, immodificabilità e leggibilità dei nuovi documenti elettronici», e soprattutto introdotto l'obbligo (ma nessuna sanzione) di adeguare tutti i sistemi di gestione informatica per produrre in formato digitale tutti gli originali dei documenti amministrativi. Una vera e propria rivoluzione per gli uffici pubblici e per tanti burocrati abituati a protocollare foglio per foglio ogni nuova richiesta pervenuta all'amministrazio - ne, a produrre di conseguenza pile di fotocopie  per poi catalogarle, smistarle, archiviarle. Tutto finito: di qui a due settimane scadono infatti i 18 mesi di tempo previsti dal Dpcm per andare a regime e, almeno in teoria, si entra in una nuova dimensione, fatta di schermate di pc, modelli da compilare solo online, firme digitali per convalidare le varie istanze, pen drive e «cloud» per conservare ogni tipo di documentazione. Senza limiti di spazio né archivi polverosi in cui ammuchiare fogli su fogli. Molti Comuni, soprattutto i più grandi, già da mesi hanno effettuato il passaggio al digitale. Semmai qualche problema lo possono avere gli enti più piccoli. In tutti gli altri dove la rivoluzione è già partita sono già tantissime le pratiche, a cominciare da quelle dell'anagrafe sino alle autorizzazioni edilizie, che possono essere completate on line. Riducendo i tempi, incrementando l'efficienza deivari enti e ovviamente risparmiando.Basti pensare che col vecchio sistema, ad esempio, per inoltrare una richiesta di autorizzazione edilizia ogni documento a dava prodotto in quadrupla copia, dalla mappa catastale alle planimetrie sino ai progetti di dettaglio. Ora si fa tutto on line e, ovviamente, basta caricare una copia sola.  bolire la carta negli uffici comunali è solo l'ultimo passo della pubblica amministrazione versione 4.0. Da poco sono entrate in vigore ricetta e fatturazione elettronica, i certificati medici online, il fascicolo sanitario elettronico ed i  rocessi telematici. Secondo le stime presentate all'ultimo Forum PA da soli questi 5 interventi fanno risparmiare 1 miliardo e 935 milioni di fogli di carta all'anno e circa 3,2 miliardi di euro. Perché parliamo di 8700 tonnellate di carta, una mole di fogli tale che impilati formerebbero una colonna alta 812 chilometri.

Cupa, su Internet tutti i compensi e gli incarichi
I vecchi componenti del consiglio di amministrazione hanno lavorato gratuitamente. All'ex presidente 10 mila euro


Indennità di carica, consulenze, incarichi, prestazioni. Il Cupa prova ad essere «trasparente» e sul sito istituzionale inserisce tutte le voci necessarie che gli utenti devono conoscere visto che si tratta della gestione di denaro pubblico. Per quanto riguarda le indennità di carica, il compenso di 10 mila euro spetta al presidente. Ma la somma è riferita all'ex preside, Maria Immordino mentre ancora il nuovo capo del Cupa, l'avvocato Gaetano Armao, non ha comunicato se intende ridurre in parte la sua indennità. I consiglieri di amministrazione, stando alla vecchia composizione, fanno presenza a titolo gratuito. Andiamo ai consulenti che sono stati nominati nell'anno 2015. Ecco anche che tipo di compenso hanno percepito oltre al motivo della nomina. Il 25 maggio 2015 è stato conferito l'incarico all'avvocato Giovanna Franco, per una controversia stragiudiziale tra il Polo Universitario della provincia di Agrigento e la ditta Diporto Sea Assistence, per un compenso di 598 euro  omprensivo di spese, Iva e cassa previdenziale. Nella stessa giornata, l'ex presidente Maria Immordino ha conferito l'incarico all'avvocato Marilena Marino, di Piazza Armerina,  per il procedimento civile tra il Polo Universitario della provincia di Agrigento e Loredana Troisi, per un  compenso di 1.496,62 euro, sempre comprensivo di spese, Iva e cassa previdenziale. Nel mese di luglio del 2015 infine è stato conferito l'incarico all'avvocato Giuseppe Mandalà, di Palermo, per tutelare i diritti e gli interessi del Polo, nel contenzioso con la Ditta Di Porto Sea Assistance srl. Stesso procedimento che aveva visto la nomina dell'avvocato Giovanna Franco in maggio, ma stavolta per un compenso di 12.295 euro, omnicomprensivo di Iva e Cassa previdenziale. Andiamo adesso agli incarichi del progetto Archeomed: alla coordinatrice, Annalisa Amico di Palermo è andato un compenso di 3.500 euro; a Salvatore Burgio, revisore contabile del progetto, un compenso di 4.000 euro; al coordinatore di risultato, Francesco Catalano è stata pagata una parcella da 21 mila euro. Al coordinatore archeologo, Valentina Consoli un compenso di 7.200 euro; ad un altro archeologo, Laura Danile un incarico da 3.500 euro. Ad Antonella Siracusa, coordinatrice di risultato una indennità da 21 mila euro. Ed ancora a Giovanni Borsellino, esperto senior in networking, un compenso di 19.200 euro. Ed infine al funzionario della Provincia, Ignazio Gennaro, che ha curato la comunicazione del progetto è stata assegnata la somma di 5.000 euro. Poi c'è il nucleo di valutazione composto da Rita Cedrini e da Pietro Marchetta, nominati nel 2014 per la durata di 3 anni tre, con un compenso pari a 2.000 euro. Le funzioni di presidente sono svolte, senza alcun compenso, dal direttore amministrativo Giuseppe Vella. (*PAPI*)


«Discarica fantasma»
L'impianto è operativo. Ma tutto resta fermo
Il sito di Siculiana apre ma non c'è l'autorizzazione

Quello che si temeva e che era molto più che nell'aria, è puntualmente avvenuto. Ieri mattina i cancelli della discarica di Siculiana, sono stati riaperti, intorno alle 6. Così come annunciato ormai da oltre tre giorni. Ma dirigenti e operai, si sono alzati all'alba per niente. La giornata di lavoro, sia chiaro, è stata loro pagata ma nessun autocompattatore, è mai arrivato all'im - pianto per scaricare la spazzatura. nemmeno un grammo di quelle 110 tonnellate che si sarebbero potute conferire. E non poteva essere che così, visto che dal Dipartimento regionale rifiuti non era ancora arrivata alcuna disposizione riguardo ai Comuni che potevano andare a Siculiana. «In mattinata (oggi ndr) - ha detto il sindaco di Agrigento Calogero Firetto - sarò a Palermo per chiedere conto e ragione di quanto accaduto. Per tutta la giornata abbiamo provato a contattare chi pensavamo potesse darci una qualche spiegazione ma non abbiamo ottenuto risposta. Lunedì ma anche oggi, saremo costretti a mandare gli autocompattatori del le ditte che raccolgono ad Agrigento, fino a Lentini, con un aggravio di costi e di tempo che si sarebbero potuti evitare. Non capiamo come è possibile che, visto che si sapeva che la discarica avrebbe riaperto il primo agosto, non si è fissato un calendario, non solo per Agrigento, ma per nessun Comune». Per altro, già lo scorso 22 luglio, il presidente della Srr 4 Agrigento Est che comprende anche il capoluogo, aveva inviato al Dipartimento rifiuti, una richiesta di autorizzazione a conferire, documento rimasto al momento, lettera morta. E anche oggi c'è incertezza su cosa accadrà a Siculiana dopo che la Catanzaro ha ultimato i lavori di realizzazione dell'impianto mobile di biostabilizzazione così come richiesto dalle nuove disposizioni regionali. Intanto, si aggrava la situazione a Porto Empedocle dove anche oggi, per il secondo giorno consecutivo, la raccolta dei rifiuti rimarrà ferma. «Dal Comune - spiega l'amministratore delegato di Icos Giuseppe Gaglio - nessu - no ci ha convocato per chiederci un'interlocuzione che potesse rivelarsi utile a sospendere la vertenza. Il silenzio ha avvolto questa situazione e non ci ritroviamo con i nostri crediti che vantiamo nei confronti di un ente che neanche ci convoca per trovare un intesa o ascoltare le nostre ragioni. Il piano di rientro è stato disatteso, di questo abbiamo informato anche il prefetto Diomede. Oltre non possiamo fare». Infine, ieri mattina, la ditta Iseda, ha presentato una regolare denuncia in Questura ad Agrigento, a carico di ignoti, contro gli atti vandalici di sabato notte che hanno distrutto molti dei contenitori recentemente collocati a San Leone. Domenica mattina infatti, gli operatori ecologici che puliscono il lungomare Falcone-Borsellino, si erano accorti che molti dei contenitori che erano stati montati solo pochi mesi addietro, sono stati distrutti a calci e divelti con la forza dai pali dove erano  stati sistemati, e alcuni dei quali anche con le telecamere di sicurezza in funzione. Ora la denuncia alla questura di Agrigento a carico di ignoti vandali.

 
Agrigentonotizie
AUMENTA L'OFFERTA TURISTICA NELL'AGRIGENTINO: NASCONO NUOVI B&B Sono in tutto 15, per un totale di 72 posti letto, le nuove strutture ricettive registrate dal Libero consorzio comunale di Agrigento. Interessati i comuni di Licata, Realmonte, Favara e Agrigento
Sono in tutto 15, tra bed and breakfast e case vacanze, le nuove strutture ricettive registrate dal Settore promozione turistica del Libero consorzio comunale di Agrigento. Le nuove strutture, per un totale di 72 posti letto, vanno dunque ad aumentare ulteriormente la disponibilità in provincia, in particolare nei comuni di Licata, Realmonte, Favara e Agrigento, migliorando l'offerta turistica complessiva.
Il lavoro di classificazione delle nuove strutture prosegue nonostante l'avanzare della stagione estiva e grazie al notevole impegno del Settore promozione turistica. Le determinazioni dirigenziali relative alle nuove classificazioni sono state trasmesse ai comuni competenti per territorio e ai servizi turistici regionali.



LA SICILIA
UNIVERSITÀ. A Cupa i corsi di laurea sospesi o trasferiti non si potranno recuperare per il prossimo anno accademico.
Tagliare oggi, per rinascere domani.
Il presidente del consorzio Gaetano Armao fa il punto della situazione.

Consorzio universitario, per quest'anno accademico non si riuscirà a salvare" i corsi di laurea trasferiti o sospesi, ovvero Beni culturali, Architettura e Giurisprudenza. A questa conclusione s è arrivati dopo l'ennesimo incontro tra i presi dente del Cupa, Gaetano Armao, e l'Ateneo palermitano, il quale tutta via si è dimostrato disponibile a ti formulare le scelte fatte quest'anno se, per l'offerta 2017/2018 da Agrigento si riuscirà a garantire una "credibilità" soprattutto sotto il profilo del sostegno finanziario. M ogni mo do, pare, ci sarà spazio solo per due dei tre corsi, uno dei quali quasi certamente sarà proprio Beni culturali. Alla base di tutto, almeno rispetto a questo tema, ci sono i soldi. E per questo i amministrazione, riunitosi venerdì, si è riaggiornato ai primi di settembre. In questa "pausa" gli uffici del cupa e Armao lavoreranno alla situazione contabile del"Ente, per gli atti necessari a portare in Cda i bilanci (sia mo fermi al 2014, ma ad oggi manca la nomina dei revisori dei conti). chiarendo il quadro delle partite aperte, a partire dalle somme che i so ci debbono al Consorzio. In primis quelle della Regione e dell'ex Provincia, ma anche dello stesso Comune. "Inutile parlare di rilancio se non c'è piena chiarezza sulla situazione economica -. ammette Armao -. Quello in corso sarà un anno di transizione. nel quale bisognerà lavorare per ammortizzare il colpo, limitando al massimo le refluenze e ripartire subito in gergo marinaresco sarebbe una strambata". A settembre, però. La carne sul fuoco ci sarà. Stiamo lavorando a dei master — continua il presidente — ma anche ad iniziative di formazione culturali, come la presentazione di libri e un grande dibattito sulla riforma Costituzionale. Insomma, l'università deve tornare un luogo di scambio e crescita, dove fare cultura". E se Armao ha dichiarato di aver apprezzato la proposta e l'ansia di rilancio" dimostrata dai sindacati, che nei giorni scorsi lo hanno incontrato, le tematiche da affrontare sono tutte abbastanza "spicciole". Nell'ultimo Cda, ad esempio, si è parlato della necessità di riorganizzare i locali in uso all'università, ma non solo. 'Se a dicembre Palazzo Tomasi sarà disponibile — dice - lasceremo villa Genuardi. Collaborazione con le università telematiche? Sì, ma con nessuna di quelle già presenti ad Agrigento abbiamo né avremo contatti. Stiamo inoltre interloquendo con Kore. Se sono fiori, evidentemente, fioriranno. E lo sapremo a dicembre, quando sarà presentata l'offerta formativa per il prossimo anno accademico. Intanto si cercherà di capire cosa vuole il territorio. "In collaborazione con le associazioni studentesche — conclude Armao — lanceremo un sondaggio rivolto alle classi terminali dei licei cittadini per capire da loro la propensione ad iscriversi ad Agrigento


Infoagrigento

PERCORSO ACCADEMICO CUPA, SPATARO: CONVOCHERÒ LA COMMISSIONE CONSILIARE PUBBLICA ISTRUZIONE DI AULA SOLLANO ALLA PRESENZA DI ARMAO
"Una apposita seduta alla presenza del neo Presidente Armao per offrire alla sua azione e a quella del rinnovato Cda un fattivo sostegno istituzionale per il rilancio dell'Università di Agrigento". E' l'impegno assunto dal Presidente della Commissione consiliare alla Pubblica Istruzione di Aula Sollano, Pasquale Spataro, dopo la formazione della nuova governance del Cupa. "Essendo,
Parcheggi nella Valle, intervento del consigliere Spataro"Una apposita seduta alla presenza del neo Presidente Armao per offrire alla sua azione e a quella del rinnovato Cda un fattivo sostegno istituzionale per il rilancio dell'Università di Agrigento".
E' l'impegno assunto dal Presidente della Commissione consiliare alla Pubblica Istruzione di Aula Sollano, Pasquale Spataro, dopo la formazione della nuova governance del Cupa. "Essendo, attraverso il voto, gli interpreti legittimi delle esigenze della nostra gente - sottolinea Spataro - vogliamo dare con i fatti, e non semplicemente a parole o attraverso sterili dichiarazioni di facciata, il nostro reale contributo nelle scelte, importanti, che riguardano il territorio, specie in un settore, nevralgico, come quello rappresentato dalla formazione e dalla cultura. Nelle prossime ore contatterò personalmente l'avvocato Armao, al quale vanno certamente riconosciute indiscusse qualità, competenze e professionalità, per fissare in tempi ristretti una riunione della commissione per un primo, proficuo, momento di confronto sulle linee guida che dovranno indirizzare l'attività del Consorzio Universitario. Una tappa preliminare, propedeutica, per poi trasferire il dibattito dentro aula Sollano, anche e soprattutto in ordine alla predisposizione dei piani didattici. Noi siamo e saremo accanto ai nostri giovani e alle loro famiglie affinché il diritto allo studio non diventi un lusso per pochi - conclude Pasquale Spataro - il sistema Cupa, entrando nel merito, va evidentemente rivisto e coretto, ma certamente non ridimensionato. Anzi vanno recuperati i corsi di laurea perduti e, ove possibile, proposti nuovi indirizzi in linea anche con le peculiarità e le caratteristiche sociali, economiche e geografiche del territorio".

LA SICILIA

Lantieri: «Ex Province se la Regione ha colpe pure Roma ha le sue».
GIUSEPPE BIANCA
PALERMO Un altro nodo che è arrivato al pettine. Dopo le dimissioni del commissario straordinario Antonino Lutri dalla guida del Libero consorzio di Siracusa, e la dura presa di posizione di Anci Sicilia, Luisa Lantieri, assessore alla Funzione pubblica, non ci sta - di incassare senza rispondere, sacrificandosi come capro espiatorio nella situazione al limite del disastro economico di molte delle ex Province siciliane: «Ognuno si assuma le proprie colpe, con Roma non manterremo un atteggiamento passivo».
Il vice presidente dell'Ami Sicilia Paolo Amenta, nei giorni scorsi aveva
parlato di «scorrettezza delle istituzioni. Dopo mesi di chiacchiere e inutili promesse, i dipendenti sono senza stipendi, le partecipate senza un futuro ed un territorio senza servizi». Ed ancora Amentaveva rilevato: « Libero Consorzio di Siracusa è senza un centesimo, senza liquidità, senza un bilancio approvato e, soprattutto, senza la dichiarazione di dissesto finanziario. in buona sostanza, si scappa per prendere tempo, aspettando magari la chimera di una proroga dei termini per l'approvazione dei bilanci, che scadono il 31luglio (negando così all'Ente la possibilità di lavorare in dodicesimi), che può decidere solo il Consiglio dei ministri». L'ex Provincia di Siracusa che ha stabilizzato quasi tutti precari si trova ad un passo dall'annuncio del default, mentre anche quella di Enna versa in una situazione critica. L'ex Provincia di Caltanissetta, dopo la chiusura di un contenzioso con lo Stato, riceverà nei prossimi giorni 43.700.000euro. Molti di questi non si potranno utilizzare per pagare gli stipendi, perché vinco lati ai debiti pregressi. C enti meno indebitati sono quelli di Palermo e Catania che potrebbero ancora contare su una parte di avanzo di amministrazione.
Lantieri replica: Regione potrà anche avere avviato le sue responsabilità nella vicenda, ma se da Roma si prendono più di quello che riusciamo ad incassare senza darci un solo euro, cosa resta da fare alla Regione? Certo riconosco che nell'ultima Finanziaria le Province sono state dimenticate».
Proprio rispetto alla fuga dai territori" addebitata alla Regione, Lantieri chiarisce: «Oltre ai nove milioni per gli stipendi arriveranno con le variazioni di bilancio altri 20 milioni di euro su cui l'assessore Baccei ha assunto un impegno: la direzione del diparti mento mi darà nei prossimi giorni il dettaglio delle cifre che servono da luglio a dicembre. Se servono azioni di protesta anche su Roma, le faremo, non ci possiamo limitare ad aspettare e basta».
Oggi è in programma una riunione con tutti i commissari dei Liberi consorzi. Convocata da Lantieri, mentre la Regione batte cassa per avere le risorse dallo Stato dopo essere rimasta fuori dal riparto dei 495 milioni riservato alle ex Province del resto d'Italia. «Renzi ci dia ascolto prosegue Lantieri non è possibile che ci sono sempre altre priorità».
- Nei prossimi giorni, inoltre, è previsto un incontro tecnico con il ministro per gli Affari regionali, Costa, in cui dovrebbe essere analizzato il dettaglio dei costi ed i relativi fabbisogni degli enti.
Intendo porre con forza la questione a Roma senza differimenti - conclude l'assessore -: questa delle ex Province non è una patata bollente mia e basta, ma un problema che dobbiamo risolvere».


L'OPINIONE MA LA LEGGE E' GIA' OLTRE LE ECCEZIONI CONTESTATE.
Che le istituzioni rappresentati ve, cioè gli organi di governo dei vari enti politici ed amministrativi che gestiscono gli interessi pubblici, fossero oggetto di sperimentazione è sempre stato un timore paventato come evento da evitare nel pensiero politico e nella dottrina costituzionalistica; ma è purtroppo una realtà incombente,
Breve storia. Lo Statuto siciliano del 1946 ha abolito le province e le ha sostituite con i liberi consorzi. formati dall'aggregazione dal basso dei comuni. Ma la soppressione è avvenuta sulla carta, perché le pro vince sono rimaste di fatto. La legge n. 9 del 1986 ha denominato pro vince regionali i liberi consorzi e li ha configurati come soggetti di programmazione sovracomunale. Dal la legge regionale del 2012, non si è più provveduto all'elezione dei presidenti e dei consigli provinciali. E da allora cirique leggi regionali sono intervenute a disciplinare i liberi consorte le città metropolitane al cune hanno rinviato a successive normative la regolazione delle fuzioni da assegnare ai liberi consorzi. Nel frattempo, nell'aprile 2015, 0 Stato ha adottato la legge Delrio su gli enti di area vasta la nuova denominazione delle province, prevedendo norme di principio da applicare anche in Sicilia, che pure in materia di enti locali gode di potestà esclusiva. La legge Delrio ha previsto che il sindaco metropolitano sia di diritto il sindaco dei comune capoluogo e che il consiglio sia eletto dai sindaci e dai consiglieri dei comuni partecipanti, sulla base di un complesso sistema di voto ponderato: l'idea cioè che il consigliere di una città più popolosa rappresenti una maggiore fetta della popolazione insediata sul territorio, e che allora il suo voto debba contare di più di quello del consigliere appartenente ad un comune più piccolo. Lo Stato, anzi, ha impugnato le leggi siciliane che non prevedevano il voto ponderato, sino a che la legge regionale del maggio 2016 ha accolto appieno il modello della legge Delrio: voto ponderato in base al quale il voto di ogni consigliere comunale nell'elezione del consiglio metropolitano del libero consorzio pesa in base alla posizione rappresentata (ripeto: la popolazione, e non soLo gli elettori o i cittadini),
Si pone ora il problema del coordinamento di tale regolamentazione con la disciplina delle legge siciliana che J ridotto il numero di consiglieri assegnati ad ogni comune del 20%: ad esempio, alle prossime elezioni il consiglio comunale di Catania passerà da 45 a 36 componenti. Tale riduzione è già avvenuta in alcuni comuni siciliani a seguito delle elezioni della scorsa primavera. Alcuni sollevano, allora, a questione che comuni con la stessa popolazione parteciperanno alle elezioni dei consigli metropolitani o dei liberi consorzi con un diverso numero di consiglieri e che consiglieri provenienti da città di analoga dimensione peseranno in maniera diversa.
In realtà, la vicenda è stata già de finita nella legge Delrio: ogni consigliere esprime un voto sulla base della popolazione rappresentata, ed allora non risulta irragionevole che ognuno di essi "si porti con sè il peso" degli stessi rappresentati. Che oggi comuni della stessa fascia demografica partecipino all'elezione del consiglio metropolitano con un diverso numero di consiglieri è un accettabile prodotto di una disciplina durante I periodo transitorio della sua messa a regime.
(professore Diritto costituzionale)

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