«Strutture extra alberghiere abusive»
Allarme della Camera di Commercio
È il dibattito di fine estate quello
innescato dal presidente del distretto turistico Valle dei Templi,
Gaetano Pendolino, che nei giorni scorsi, ha denunciato l'esistenza
ad Agrigento di un elevato numero di strutture extra-alberghiere
irregolari. Una situazione conosciuta ai più, soprattutto a chi è
del mestiere. Nel dibattito c'è anche il presidente della Camera
di commercio di Agrigento che si ricollega all'intervento dei
giorni scorsi del presidente dell'ente che rappresenta gli
operatori turistici. «La denuncia di Pendolino - dice Vittorio
Messina - necessita di essere presa in seria considerazione da parte
delle autorità competenti con controlli più stringenti e,
soprattutto, possibilità di sanzionare i responsabili in maniera più
efficace. Denunce ne sono seguite a ripetizione così come non sono
mancate, in questi anni, le prese di posizione di diverse
associazioni di categoria per richiamare l'attenzione su un fenomeno
che rappresenta una nota dolente non solo per chi opera nel settore
in modo corretto e trasparente, ma anche per gli aspetti collegati
all'evasione fiscale. Per altro - continua il presidente della Camera
di Commercio - la presenza di queste strutture irregolari va non solo
contro il principio della leale concorrenza, ma rende anche
inefficace le statistiche sulle presenze turistiche e minaccia la
sicurezza connessa alla denuncia di pubblica sicurezza. Non c'è
motivo per essere contrari alle proposte alternative offerte dalle
strutture extralberghiere, tuttavia, è opportuno che venga avviato
un percorso di legalità e trasparenza nel settore». Messina chiama
in causa la Guardia di finanza i cui controlli hanno già in passato
dato risposte significative. « Inoltre - conclude Messina - occorre
che il legislatore regionale ponga rimedio a quello che è diventato
un vero e proprio far west delle vacanze attraverso norme precise che
prendano atto della situazione attuale e dell'uso delle nuove
tecnologie che hanno contribuito a determinare una rivoluzione che da
anni attende di essere opportunamente regolamentata».
Rifiuti, confusione per imprese e
comuni.
Navigazione «a vista» in questi
ultimi giorni, per il comparto rifiuti di parte dell'agrigentino.
La chiusura della discarica di Siculiana, dove al momento
conferiscono 19 dei 43 comuni agrigentini, derivata dall'attesa dei
risultati degli accertamenti sul nuovo impianto di
biostabilizzazione, ha creato un'infinita confusione e un vero e
proprio corto circuito d'in - formazione. Ieri mattina gli
operatori ecologici hanno effettuato la raccolta ma i mezzi non hanno
potuto conferire a Siculiana proprio per la chiusura, annunciata
preventivamente, della discarica. Ma dalla Regione nessuno ha
comunicato a nessuno dove, in alternativa, questa spazzatura doveva
essere scaricata con il risultato che gli autocompattattori sono
rimasti carichi e sono tornati nei rispettivi nei depositi e da oggi
la raccolta è a rischio. La situazione si è ingarbugliata dopo la
pubblicazione, in serata, dell'ordinanza n. 21 del presidente
Crocetta che fissava un nuovo Piano straordinario di aumento
potenziale del trattamento di biostabilizzazione dei rifiuti urbani
indifferenziati per l'impianto di Siculiana. Quello che è
successo, è che in mancanza di ogni tipo di comunicazioni che
indicassero ai 19 comuni dove andare a conferire i rifiuti, si è
erroneamente dedotto che l'impianto dovesse rimanere aperto. Cosa
che non è avvenuta perchè la chiusura era legata ad altri motivi
che sono quelli dell'esito dei risultati delle prove effettuate nei
giorni scorsi. Insomma, una gran confusione che si è protratta anche
fino al tardo pomeriggio di ieri visto che i sindaci di Aragona,
Comitini, Casteltermini, Camastra, Cammarata, Castrofilippo, Grotte,
Joppolo Giancaxio, Lampedusa, Sant'An - gelo Muxaro, Montallegro,
Naro, Ravanusa, Racalmuto, Santa Elisabetta, San Giovanni Gemini e
Siculiana non avevano ricevuto indicazioni su dove mandare i propri
automezzi ne comunicazioni erano arrivate alle ditte. Possibile ch
enella tarda serata arrivi a Catanzaro il via libera e quest'oggi
la discarica potrebbe riaprire. Ma è un discorso tutto legato ai
condizionali più che d'obbli - go. Intanto, proprio in virtù di
quest'ultima ordinanza, si apre uno spiraglio di ritorno alla più
vicina Siculiana, per i comuni di Agrigento e Porto Empedocle per ora
relegati a Lentini. L'impianto di biostabilizzazione del Gruppo
Catanzaro, è stato infatti autorizzato a trattare 140 tonnellate
giornaliere in più, a partire dal 16 settembre, in aggiunta alle 140
tonnellate già autorizzate con l'ordinanza del 20 luglio scorso.
Era stata la stessa Catanzaro Costruzioni, il 23 agosto a trasmettere
una relazione tecnica con cui si richiedeva l'aumento della
capacità di biostabilizzazione dell'impianto in modo da potere
lavorare più rifiuti. Per molti comuni agrigentini dunque,
potrebbero essere gli ultimi 15 giorni di passione e di esborso di
grosse cifre per le trasferte a Lentini. «Il nostro scopo - ha
commentato il sindaco di Agrigento Firetto - è quello di tornare a
Siculiana perchè è un impianto vicino alla città che ci
permetterebbe di tagliare i costi di questi quotidiani viaggi
dall'altra parte dell'isola.
Palacongressi, entro il mese la
consegna dell'immobile
Buone notizie per il Palacongressi del
Villaggio Mosè. Entro il mese di settembre infatti, sarà infatti
concluso l'inventario ed il successivo passaggio formale sarà
quello della consegna dell'im - mobile, da parte della Regione,
all'Ente Parco Valle dei Templi. Soltanto allora, a consegna
effettuata, potrà partire sia la manutenzione ordinaria, che
spetterà al Parco, che gli interventi strutturali di cui, invece,
sempre per conto della Regione, dovrà occuparsi il Genio Civile.
Diventa così più probabile che entro l'anno al Palacongressi del
Villaggio Mosè, la manutenzione ordinaria possa dirsi ultimata.
L'Ente Parco Valle dei templi, di cui è direttore l'aragonese
Giuseppe Parello, sta definendo, proprio in questi giorni, il
progetto e sta iniziando a pianificare il necessario bando per
assegnare i lavori. Interventi di manutenzione ordinaria, che
ripristineranno tutti gli impianti esistenti, per i quali dovrebbero
servire 300 mila euro. Gli interventi strutturali, di cui invece
dovrà occuparsi il Genio civile, riguarderanno invece le
infiltrazioni d'acqua nello scantinato ed infiltrazioni dalle
cupolette di vetro del tetto dove mancano ampi strati di guaina. Il
primo sopralluogo congiunto, con la presenza di tutti gli enti
interessati al recupero della struttura, venne realizzato il 19
aprile scorso. Al Villaggio Mosè, nella grande struttura abbandonata
ormai da circa 4 anni, da 1800 metri quadrati con una capienza
globale di 1400 posti, il Palacongressi potrebbe tornare a «vivere»
e ad ospitare manifestazioni ed eventi come avveniva in passato,
liberando il Teatro Pirandello da un ruolo non sempre suo che lo ha
visto in questi anni, sostituirsi e adattarsi, spesso a fatica, a
sagre, sfilate e saggi di ogni tipo. L'affidamento del
Palacongressi agrigentino all'Ente Parco, risale al febbraio
scorso, quando la Regione, con una norma inserita nella Finanziaria e
poi approvata dall'Ars diede la svolta ad una situazione ormai
paradossale che ha portato al sostanziale abbandono della struttura.
Una norma voluta dal deputato Michele Cimino che, assieme ai colleghi
Vincenzo Fontana e Giovanni Panepinto, si era fatto promotore
dell'emendamento già incardinato in fase d'esame della
commissione Bilancio. Una norma che ha tutto il sapore della
continuità perché, nell'ormai lontano 2000, quando venne istituito,
con legge regionale del 30 novembre, proprio Michele Cimino era il
presidente della commissione Beni culturali. Quel testo di legge fu,
invece, di altri due deputati agrigentini, vale a dire Benedetto
Adragna ed Angelo Capodicasa.
Vacanze finite, si riunisce il Cupa
Undici punti all'ordine del giorno
Torna a riunirsi oggi a mezzogiorno il
Consiglio d'amministrazione del Cupa, il consorzio universitario di
Agrigento. La riunione del management convocato dal presidente
Gaetano Armao avrà ben undici punti da trattare ed approvare. Tra i
più importanti la relazione sullo stato economico e finanziario del
Cupa, le questioni finanziarie connesse con la cessata partecipazione
del Libero consorzio comunale di Agrigento , la ratifica e
l'approvazione del rendiconto generale dell'anno 2014 e 2015. Ed
ancora la rappresentanza del Consorzio nel consiglio del Polo
territoriale universitario di Agrigento, l'approvazione dell'avviso
pubblico per manifestazione d'interesse «Costituzione long list di
esperti di progettazione di azioni cofinanziate dai fondi comunitari,
nazionali, regionali e locali. La programmazione delle iniziative
culturali e dei convegni per il periodo settembre - ottobre, il
rapporto con gli enti consorziati, la sezione «amministrazione
trasparente, comunicazione istituzionale», la cooperazione con le
organizzazioni studentesche e l'approvazione della carta dello
studente. Intanto una sessione straordinaria del Consiglio comunale
perché il sindaco Firetto fornisca le linee guida dell'offerta
formativa per l'anno accademico 2016-17 ed ogni altra informazione
indispensabile sul futuro del Cupa è stata chiesta dai Consiglieri
comunali, di Forza Italia, Giorgia Iacolino e Salvatore Falzone. Alla
riunione, secondo le intenzioni dei due consiglieri, dovrebbe essere
invitato anche il presidente, l'avvocato Gaetano Armao. Ed il
presidente della commissione Cultura del Consiglio comunale di
Agrigento, Pasquale Spataro incontrerà l'avvocato Armao per
definire insieme strategie e progetti. (*PAPI*)
Irsap in rosso, la Regione prepara una
nuova tassa
La Regione, che non riesce a incassare
i canoni di locazione e depurazione a carico delle imprese che hanno
sede nei consorzi Asi, progetta una tassa per trovare le risorse
necessarie a garantire la manutenzione nelle aree industriali. Il
piano è messo nero su bianco nella relazione programmatica che,
Maria Grazia Brandara, il commissario dell'Irsap - l'ente
regionale che ha accentrato la gestione degli 11 consorzi Asi - ha
consegnato ieri all'assessore alle Attività produttive Mariella Lo
Bello. Il problema - segnala la Brandara - resta quello di coprire un
buco oggi valutabile in circa 300 milioni. Un buco nato soprattutto
per via del fatto che le aziende in molti casi hanno omesso il
pagamento dei canoni di locazione mentre crescevano i costi di
gestione e per il personale (244 dipendenti più i precari): «Ad
Agrigento - commenta la Brandara - c'è un'impresa che ha un
debito in questo senso di circa 900 mila euro. Questo è un caso
limite ma fotografa perfettamente la realtà a livello regionale». E
la realtà è inquadrata anche da una constatazione che appare nella
relazione depositata ieri: «Nella zona industriale di Agrigento, per
la prima volta e con non poche difficoltà, si sta riscuotendo il
canone di depurazione». La relazione segnala che per ridurre i costi
sono state pianificate una serie di operazioni. La prima è la
costituzione di un ufficio legale con personale interno che eviti il
ricorso alle centinaia di consulenti legali che sono costati decine
di milioni negli ultimi anni. Prevista anche «l'ottimizzazione dei
consumi energetici in tutte le zone industriali della Sicilia». Si
punta anche a «diminuire il numero dei componenti della Consulta
delle attività produttive». E poi c'è il nodo centrale:
«Introdurre una contribuzione di scopo delle aziende insediate
tendente ad incrementare le infrastrutture ed i servizi per
determinate zone Industriali». La nuova tassa - segnala la Brandara
- va prevista con una legge: probabilmente sarà inserita in
Finanziaria. E il suo importo è ancora da determinare ma certamente
è l'unica soluzione - ha precisato il commissario - per assicurare
la manutenzione ordinaria in aree industriali sommerse dai debiti. E
mentre si studia questa nuova tassa, la Brandara ha alzato il velo su
un'altra voce di costo: «L'Irsap aveva creato una Sede operativa
regionale, diversa dalla sede legale che è prevista a Palermo. È
una struttura che non era stata prevista dalla legge istitutiva
dell'ente e che è stata creata grazie a una modifica dello
statuto. Questa sede, di fatto un doppione di quella principale, si
trova a Caltanissetta ed è costata già parecchi soldi: 80 mila
euro. Inoltre per potenziarla è stato siglato un contratto da 230
mila con una impresa che noi non siamo riusciti ad annullare per
motivi legali. L'unica cosa che siamo riusciti a ottenere è lo
sconto di un quinto». La chiusura di questa sede a Caltanissetta è
uno degli atti che segnala il cambio di visione fra la gestione prima
affidata ad Alfonso Cicero e il nuovo corso che la Lo Bello ha
chiesto alla Brandara di avviare. Tagli e tasse a parte, il rilancio
delle aree industriali è affidato a un maxi finanziamento da 50
milioni che la Regione ha ottenuto dallo Stato nell'ambito del
cosiddetto Patto per la Sicilia. È da questo budget che verranno le
risorse per nuove infrastrutture: videosorveglianza, illuminazione,
strade di collegamento, potenziamento della rete di fibra ottica.
Sindaci, in 254 chiedono il rinnovo dei
vertici Anci
L'elenco è cresciuto d'ora in ora:
sono 254 i sindaci contrari alla riconferma degli attuali
rappresentanti nell'ufficio di presidenza dell'Anci Sicilia,
guidato da Leoluca Orlando. Tra questi c'è il primo cittadino di
Catania, Enzo Bianco. Al presidente e al direttore dell'as -
sociazione dei comuni siciliani, i sindaci chiedono il rinvio dell'as
- semblea dell'Anci, in programma domani, con all'ordine del
giorno la riconferma degli attuali organismi fino alle prossime
amministrative, come proposto dal consiglio direttivo. Per i 254
firmatari «la proposta non è condivisibile ritenendo necessario
procedere all'elezione dei nuovi organismi di rappresentanza degli
enti locali siciliani», per questo motivo «si ritiene opportuno
fissare una nuova data dell'Assemblea per garantire la più ampia
partecipazione dei sindaci al voto». La data indicata dai sindaci è
quella del 16 settembre. Tra i firmatari, oltre a Bianco, ci sono i
sindaci di Acireale, Balestrate, Bivona, Bronte, Caccamo, Campobello
di Licata, Canicattì, Campofranco, Capo d'Orlando, Carini. E
ancora: Castelbuono, Castellammare del Golfo, Cefalù, Comiso,
Favignana, Galati Mamertino, Gangi, Giardini Naxos, Godrano,
Letojanni, Marsala, Mazara del Vallo, Misilmeri, Misterbiano,
Nicosia, Noto, Pantelleria, Patti, Petralia Soprana e Sottana,
Pollina, Pozzallo, Ribera, Salemi, Siculiana, Taormina, Terrasini,
Ustica, Valderice, Vittoria.