/ Rassegna stampa » 2016 » Settembre » 2 » rassegna stampa del 2 settembre 2016
 

rassegna stampa del 2 settembre 2016

«Strutture extra alberghiere abusive» Allarme della Camera di Commercio


È il dibattito di fine estate quello innescato dal presidente del distretto turistico Valle dei Templi, Gaetano Pendolino, che nei giorni scorsi, ha denunciato l'esistenza ad Agrigento di un elevato numero di strutture extra-alberghiere irregolari. Una situazione conosciuta ai più, soprattutto a chi è del mestiere. Nel dibattito c'è anche il presidente della Camera di commercio di Agrigento che si ricollega all'intervento dei giorni scorsi del presidente dell'ente che rappresenta gli operatori turistici. «La denuncia di Pendolino - dice Vittorio Messina - necessita di essere presa in seria considerazione da parte delle autorità competenti con controlli più stringenti e, soprattutto, possibilità di sanzionare i responsabili in maniera più efficace. Denunce ne sono seguite a ripetizione così come non sono mancate, in questi anni, le prese di posizione di diverse associazioni di categoria per richiamare l'attenzione su un fenomeno che rappresenta una nota dolente non solo per chi opera nel settore in modo corretto e trasparente, ma anche per gli aspetti collegati all'evasione fiscale. Per altro - continua il presidente della Camera di Commercio - la presenza di queste strutture irregolari va non solo contro il principio della leale concorrenza, ma rende anche inefficace le statistiche sulle presenze turistiche e minaccia la sicurezza connessa alla denuncia di pubblica sicurezza. Non c'è motivo per essere contrari alle proposte alternative offerte dalle strutture extralberghiere, tuttavia, è opportuno che venga avviato un percorso di legalità e trasparenza nel settore». Messina chiama in causa la Guardia di finanza i cui controlli hanno già in passato dato risposte significative. « Inoltre - conclude Messina - occorre che il legislatore regionale ponga rimedio a quello che è diventato un vero e proprio far west delle vacanze attraverso norme precise che prendano atto della situazione attuale e dell'uso delle nuove tecnologie che hanno contribuito a determinare una rivoluzione che da anni attende di essere opportunamente regolamentata».

Rifiuti, confusione per imprese e comuni.
 
Navigazione «a vista» in questi ultimi giorni, per il comparto rifiuti di parte dell'agrigentino. La chiusura della discarica di Siculiana, dove al momento conferiscono 19 dei 43 comuni agrigentini, derivata dall'attesa dei risultati degli accertamenti sul nuovo impianto di biostabilizzazione, ha creato un'infinita confusione e un vero e proprio corto circuito d'in - formazione. Ieri mattina gli operatori ecologici hanno effettuato la raccolta ma i mezzi non hanno potuto conferire a Siculiana proprio per la chiusura, annunciata preventivamente, della discarica. Ma dalla Regione nessuno ha comunicato a nessuno dove, in alternativa, questa spazzatura doveva essere scaricata con il risultato che gli autocompattattori sono rimasti carichi e sono tornati nei rispettivi nei depositi e da oggi la raccolta è a rischio. La situazione si è ingarbugliata dopo la pubblicazione, in serata, dell'ordinanza n. 21 del presidente Crocetta che fissava un nuovo Piano straordinario di aumento potenziale del trattamento di biostabilizzazione dei rifiuti urbani indifferenziati per l'impianto di Siculiana. Quello che è successo, è che in mancanza di ogni tipo di comunicazioni che indicassero ai 19 comuni dove andare a conferire i rifiuti, si è erroneamente dedotto che l'impianto dovesse rimanere aperto. Cosa che non è avvenuta perchè la chiusura era legata ad altri motivi che sono quelli dell'esito dei risultati delle prove effettuate nei giorni scorsi. Insomma, una gran confusione che si è protratta anche fino al tardo pomeriggio di ieri visto che i sindaci di Aragona, Comitini, Casteltermini, Camastra, Cammarata, Castrofilippo, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa, Sant'An - gelo Muxaro, Montallegro, Naro, Ravanusa, Racalmuto, Santa Elisabetta, San Giovanni Gemini e Siculiana non avevano ricevuto indicazioni su dove mandare i propri automezzi ne comunicazioni erano arrivate alle ditte. Possibile ch enella tarda serata arrivi a Catanzaro il via libera e quest'oggi la discarica potrebbe riaprire. Ma è un discorso tutto legato ai condizionali più che d'obbli - go. Intanto, proprio in virtù di quest'ultima ordinanza, si apre uno spiraglio di ritorno alla più vicina Siculiana, per i comuni di Agrigento e Porto Empedocle per ora relegati a Lentini. L'impianto di biostabilizzazione del Gruppo Catanzaro, è stato infatti autorizzato a trattare 140 tonnellate giornaliere in più, a partire dal 16 settembre, in aggiunta alle 140 tonnellate già autorizzate con l'ordinanza del 20 luglio scorso. Era stata la stessa Catanzaro Costruzioni, il 23 agosto a trasmettere una relazione tecnica con cui si richiedeva l'aumento della capacità di biostabilizzazione dell'impianto in modo da potere lavorare più rifiuti. Per molti comuni agrigentini dunque, potrebbero essere gli ultimi 15 giorni di passione e di esborso di grosse cifre per le trasferte a Lentini. «Il nostro scopo - ha commentato il sindaco di Agrigento Firetto - è quello di tornare a Siculiana perchè è un impianto vicino alla città che ci permetterebbe di tagliare i costi di questi quotidiani viaggi dall'altra parte dell'isola.

Palacongressi, entro il mese la consegna dell'immobile

 Buone notizie per il Palacongressi del Villaggio Mosè. Entro il mese di settembre infatti, sarà infatti concluso l'inventario ed il successivo passaggio formale sarà quello della consegna dell'im - mobile, da parte della Regione, all'Ente Parco Valle dei Templi. Soltanto allora, a consegna effettuata, potrà partire sia la manutenzione ordinaria, che spetterà al Parco, che gli interventi strutturali di cui, invece, sempre per conto della Regione, dovrà occuparsi il Genio Civile. Diventa così più probabile che entro l'anno al Palacongressi del Villaggio Mosè, la manutenzione ordinaria possa dirsi ultimata. L'Ente Parco Valle dei templi, di cui è direttore l'aragonese Giuseppe Parello, sta definendo, proprio in questi giorni, il progetto e sta iniziando a pianificare il necessario bando per assegnare i lavori. Interventi di manutenzione ordinaria, che ripristineranno tutti gli impianti esistenti, per i quali dovrebbero servire 300 mila euro. Gli interventi strutturali, di cui invece dovrà occuparsi il Genio civile, riguarderanno invece le infiltrazioni d'acqua nello scantinato ed infiltrazioni dalle cupolette di vetro del tetto dove mancano ampi strati di guaina. Il primo sopralluogo congiunto, con la presenza di tutti gli enti interessati al recupero della struttura, venne realizzato il 19 aprile scorso. Al Villaggio Mosè, nella grande struttura abbandonata ormai da circa 4 anni, da 1800 metri quadrati con una capienza globale di 1400 posti, il Palacongressi potrebbe tornare a «vivere» e ad ospitare manifestazioni ed eventi come avveniva in passato, liberando il Teatro Pirandello da un ruolo non sempre suo che lo ha visto in questi anni, sostituirsi e adattarsi, spesso a fatica, a sagre, sfilate e saggi di ogni tipo. L'affidamento del Palacongressi agrigentino all'Ente Parco, risale al febbraio scorso, quando la Regione, con una norma inserita nella Finanziaria e poi approvata dall'Ars diede la svolta ad una situazione ormai paradossale che ha portato al sostanziale abbandono della struttura. Una norma voluta dal deputato Michele Cimino che, assieme ai colleghi Vincenzo Fontana e Giovanni Panepinto, si era fatto promotore dell'emendamento già incardinato in fase d'esame della commissione Bilancio. Una norma che ha tutto il sapore della continuità perché, nell'ormai lontano 2000, quando venne istituito, con legge regionale del 30 novembre, proprio Michele Cimino era il presidente della commissione Beni culturali. Quel testo di legge fu, invece, di altri due deputati agrigentini, vale a dire Benedetto Adragna ed Angelo Capodicasa.

Vacanze finite, si riunisce il Cupa Undici punti all'ordine del giorno
   
Torna a riunirsi oggi a mezzogiorno il Consiglio d'amministrazione del Cupa, il consorzio universitario di Agrigento. La riunione del management convocato dal presidente Gaetano Armao avrà ben undici punti da trattare ed approvare. Tra i più importanti la relazione sullo stato economico e finanziario del Cupa, le questioni finanziarie connesse con la cessata partecipazione del Libero consorzio comunale di Agrigento , la ratifica e l'approvazione del rendiconto generale dell'anno 2014 e 2015. Ed ancora la rappresentanza del Consorzio nel consiglio del Polo territoriale universitario di Agrigento, l'approvazione dell'avviso pubblico per manifestazione d'interesse «Costituzione long list di esperti di progettazione di azioni cofinanziate dai fondi comunitari, nazionali, regionali e locali. La programmazione delle iniziative culturali e dei convegni per il periodo settembre - ottobre, il rapporto con gli enti consorziati, la sezione «amministrazione trasparente, comunicazione istituzionale», la cooperazione con le organizzazioni studentesche e l'approvazione della carta dello studente. Intanto una sessione straordinaria del Consiglio comunale perché il sindaco Firetto fornisca le linee guida dell'offerta formativa per l'anno accademico 2016-17 ed ogni altra informazione indispensabile sul futuro del Cupa è stata chiesta dai Consiglieri comunali, di Forza Italia, Giorgia Iacolino e Salvatore Falzone. Alla riunione, secondo le intenzioni dei due consiglieri, dovrebbe essere invitato anche il presidente, l'avvocato Gaetano Armao. Ed il presidente della commissione Cultura del Consiglio comunale di Agrigento, Pasquale Spataro incontrerà l'avvocato Armao per definire insieme strategie e progetti. (*PAPI*)

Irsap in rosso, la Regione prepara una nuova tassa
   
La Regione, che non riesce a incassare i canoni di locazione e depurazione a carico delle imprese che hanno sede nei consorzi Asi, progetta una tassa per trovare le risorse necessarie a garantire la manutenzione nelle aree industriali. Il piano è messo nero su bianco nella relazione programmatica che, Maria Grazia Brandara, il commissario dell'Irsap - l'ente regionale che ha accentrato la gestione degli 11 consorzi Asi - ha consegnato ieri all'assessore alle Attività produttive Mariella Lo Bello. Il problema - segnala la Brandara - resta quello di coprire un buco oggi valutabile in circa 300 milioni. Un buco nato soprattutto per via del fatto che le aziende in molti casi hanno omesso il pagamento dei canoni di locazione mentre crescevano i costi di gestione e per il personale (244 dipendenti più i precari): «Ad Agrigento - commenta la Brandara - c'è un'impresa che ha un debito in questo senso di circa 900 mila euro. Questo è un caso limite ma fotografa perfettamente la realtà a livello regionale». E la realtà è inquadrata anche da una constatazione che appare nella relazione depositata ieri: «Nella zona industriale di Agrigento, per la prima volta e con non poche difficoltà, si sta riscuotendo il canone di depurazione». La relazione segnala che per ridurre i costi sono state pianificate una serie di operazioni. La prima è la costituzione di un ufficio legale con personale interno che eviti il ricorso alle centinaia di consulenti legali che sono costati decine di milioni negli ultimi anni. Prevista anche «l'ottimizzazione dei consumi energetici in tutte le zone industriali della Sicilia». Si punta anche a «diminuire il numero dei componenti della Consulta delle attività produttive». E poi c'è il nodo centrale: «Introdurre una contribuzione di scopo delle aziende insediate tendente ad incrementare le infrastrutture ed i servizi per determinate zone Industriali». La nuova tassa - segnala la Brandara - va prevista con una legge: probabilmente sarà inserita in Finanziaria. E il suo importo è ancora da determinare ma certamente è l'unica soluzione - ha precisato il commissario - per assicurare la manutenzione ordinaria in aree industriali sommerse dai debiti. E mentre si studia questa nuova tassa, la Brandara ha alzato il velo su un'altra voce di costo: «L'Irsap aveva creato una Sede operativa regionale, diversa dalla sede legale che è prevista a Palermo. È una struttura che non era stata prevista dalla legge istitutiva dell'ente e che è stata creata grazie a una modifica dello statuto. Questa sede, di fatto un doppione di quella principale, si trova a Caltanissetta ed è costata già parecchi soldi: 80 mila euro. Inoltre per potenziarla è stato siglato un contratto da 230 mila con una impresa che noi non siamo riusciti ad annullare per motivi legali. L'unica cosa che siamo riusciti a ottenere è lo sconto di un quinto». La chiusura di questa sede a Caltanissetta è uno degli atti che segnala il cambio di visione fra la gestione prima affidata ad Alfonso Cicero e il nuovo corso che la Lo Bello ha chiesto alla Brandara di avviare. Tagli e tasse a parte, il rilancio delle aree industriali è affidato a un maxi finanziamento da 50 milioni che la Regione ha ottenuto dallo Stato nell'ambito del cosiddetto Patto per la Sicilia. È da questo budget che verranno le risorse per nuove infrastrutture: videosorveglianza, illuminazione, strade di collegamento, potenziamento della rete di fibra ottica.

Sindaci, in 254 chiedono il rinnovo dei vertici Anci


L'elenco è cresciuto d'ora in ora: sono 254 i sindaci contrari alla riconferma degli attuali rappresentanti nell'ufficio di presidenza dell'Anci Sicilia, guidato da Leoluca Orlando. Tra questi c'è il primo cittadino di Catania, Enzo Bianco. Al presidente e al direttore dell'as - sociazione dei comuni siciliani, i sindaci chiedono il rinvio dell'as - semblea dell'Anci, in programma domani, con all'ordine del giorno la riconferma degli attuali organismi fino alle prossime amministrative, come proposto dal consiglio direttivo. Per i 254 firmatari «la proposta non è condivisibile ritenendo necessario procedere all'elezione dei nuovi organismi di rappresentanza degli enti locali siciliani», per questo motivo «si ritiene opportuno fissare una nuova data dell'Assemblea per garantire la più ampia partecipazione dei sindaci al voto». La data indicata dai sindaci è quella del 16 settembre. Tra i firmatari, oltre a Bianco, ci sono i sindaci di Acireale, Balestrate, Bivona, Bronte, Caccamo, Campobello di Licata, Canicattì, Campofranco, Capo d'Orlando, Carini. E ancora: Castelbuono, Castellammare del Golfo, Cefalù, Comiso, Favignana, Galati Mamertino, Gangi, Giardini Naxos, Godrano, Letojanni, Marsala, Mazara del Vallo, Misilmeri, Misterbiano, Nicosia, Noto, Pantelleria, Patti, Petralia Soprana e Sottana, Pollina, Pozzallo, Ribera, Salemi, Siculiana, Taormina, Terrasini, Ustica, Valderice, Vittoria.  

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO